DUE BREVI ITINERARI A CACCIA DI GROTTE: FOCE E FORCA DI PRESTA

NUOVI ITINERARI dal 2014 ad oggi
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Come di consueto anche questi due itinerari, aperti tra il marzo e l’aprile del 2016, non sono descritti in alcuna guida dei Monti Sibillini in commercio.

Essi descrivono l’accesso a due siti caratterizzati da torrioni e cenge che formano delle cavità molto particolari.

Il primo itinerario si trova a monte di Foce di Montemonaco e si innalza dal Piano della Gardosa fino a delle pareti di roccia poste nel versante est della zona denominata “i tre faggi”.

Il secondo itinerariosi trova in corrispondenza di una fascia rocciosa in una zona dimenticata situata a valle tra Forca di Presta ed il Rifugio degli Alpini, nelle pendici sud est del Monte Forciglieta (1642 m.).

Ambedue gli itinerari sono brevissimi,  si percorrono in poche ore, ma richiedono una certa pratica in quanto presentano salite e aerei passaggi su roccia anche se facili (massimo II° grado) o discesa su terreno ripido se in libera oppure si possono percorrere con maggiore sicurezza ma prevedono la conoscenza della tecnica di progressione su corda e di discesa in corda doppia .

Accesso primo itinerario:

L’itinerario prevede come base di partenza l’area camping attrezzata situata al termine della frazione di Foce di Montemonaco che si raggiunge facilmente in auto.

            Da Foce si prosegue a piedi per la strada che conduce al Piano della Gardosa – Valle del Lago di Pilato, dopo circa 1200 metri si incontra su bordo sinistro della strada sterrata un grande masso a forma di piramide.

Dal masso si sale a destra nel bosco costeggiando gli ultimi pini di un rimboschimento situato ancora più a valle,  come visibile nella foto n.1 per circa 150 metri di dislivello in direzione di una fascia di rocce soprastanti che si interseca perpendicolarmente con un grande torrione.

Giunti sotto alla fascia di rocce si individua una ampia caverna proprio tra la fascia di rocce ed il torrione che emerge dal bosco.

D’inverno, con la mancanza di foglie nel bosco, la grotta è visibile anche dal Piano della Gardosa.

Ai lati della grande caverna scendono due caratteristici canalini rocciosi simili e molto incassati, quasi a formare due camini paralleli, che è possibile salire con brevi passaggi su roccia fino alla grotta (I° e II° grado) oppure, più facilmente, si può raggiungere la grotta salendo nella fascia centrale costituita da roccette alternate a tratti erbosi di moderata pendenza che richiedono attenzione, meglio procedere in cordata in questo tratto utilizzando ancoraggi naturali costituiti dagli arbusti presenti.

Si raggiunge così l’ampia caverna che si snoda in due tratti tra la fascia di roccia ed il torrione posto sulla vostra destra.

1-  Il masso piramidale della strada del Piano della Gardosa e, in alto nel bosco, l’ingresso della grotta “Buco Grangene”.

La parte sinistra della grotta, visibile nella foto n.2, si inoltra per almeno altri 5-6 metri, quelli visibili, ma in mancanza di idonei sistemi di ancoraggio (spit) nel giorno della prima salita, non siamo riusciti a portare a termine l’esplorazione della cavità.

La particolarità della cavità è che si apre nel contatto tra una parete rocciosa parallela ed una perpendicolare che, forse tramite forze tettoniche, si sono scontrate e si sono sollevate formando appunto lo spazio vuoto nel punto di contatto, come visibile nella foto n.3  

Dalla grotta è possibile osservare un bel panorama nel sottostante Piano della Gardosa e verso il Monte Torrone come visibile nelle foto. 4-5.

Interessante è notare che nel versante opposto (ovest) della montagna, circa alla stessa quota, sono presenti altre due cavità già conosciute e descritte in bibliografia, la grotta dei Tre Favi e la grotta dei Briganti, di quest’ultima si suppone che ci sia un proseguimento, come narrato nelle leggende del luogo, chissà se la grotta qui descritta è proprio l’uscita di quella posta nel versante opposto.

2-  La parte sinistra della grotta con il “buco” di proseguimento non ancora esplorato
3-  L’ingresso della grotta formato da una fascia di rocce parallele e un alto torrione verticale.

Ritorno primo itinerario: Dalla grotta si può scendere in libera facendo molta attenzione a non scivolare per le roccette alternate ad erba poste nella parte centrale come indicato per la salita oppure, più facilmente e consigliato, come visibile nella foto n.6,  si può scendere in corda doppia utilizzando come ancoraggi per l’appunto gli arbusti presenti indicati da utilizzare anche durante la salita.

4-  Vista verso il Monte Torrone dall’ingresso della cavità
5-  Vista verso il Piano della Gardosa sottostante dall’ingresso della cavità..
6-  Discesa in corda doppia, sopra alle nostre teste l’enorme torrione che forma la parte destra della cavità.

Accesso secondo itinerario:

L’itinerario prevede come base di partenza l’area di parcheggio situata nella zona denominata “Piè Vettore”  posta circa 500 metri da Forca di Presta sulla strada che scende verso  Arquata – Montegallo, ed in corrispondenza dell’inizio del sentiero dei Mietitori, una volta adeguatamente segnalato.

Dal parcheggio si scende il pendio sottostrada senza itinerario tagliandolo in costante ma lieve discesa e dirigendosi verso la base di torrioni rocciosi che scendono da Sasso Tagliato, la parete di roccia rossa tagliata dalla strada posta circa 100 metri dopo Forca di Presta, come visibile nella foto n.7.

Si prosegue quindi in quota passando alla base dei torrioni, caratterizzati da delle piccole grotte, che si succedono e in un caratteristico passaggio obbligato posto tra due torrioni fino a raggiungere un ampio vallone boscoso posto circa 300 metri proprio sotto Forca di Presta, si nota infatti in alto il tratto con muro di cemento e paracarri posto tra Forca di Presta e Sasso Tagliato.

In questo tratto abbiamo scoperto una vera e propria discarica abusiva con cartelli stradali divelti, bidoni, elettrodomestici, pneumatici, materiali vari e PERFINO DUE AUTOMOBILI di dubbia provenienza, lasciate probabilmente cadere dalla strada nel canalone ormai molti anni fa in quanto completamente distrutte e accorpate alla vegetazione, come visibile nelle foto n. 9 e 10.

Di tale ritrovamento abbiamo dato notizia al Corpo Forestale di Arquata del Tronto domandandoci come mai nessuno se n’era mai accorto prima e soprattutto se mai qualcuno riuscirà a togliere tutti quei rifiuti abbandonati nel canalone all’interno del Parco Nazionale.

 Superato questo vergognoso tratto si prosegue entrando in un tratto di bosco all’interno di un canalone, qui si trova una traccia di sentiero che, in piano, esce dal bosco e si inerpica su un torrione di roccia posto di seguito sulla sinistra, (foto n.7), che rappresenta il primo tratto della fascia rocciosa che corre proprio a valle del tratto che va da Forca di Presta verso il Rifugio degli Alpini, sulle pendici sud-est del Monte Forciglieta (1642 m.), come indicato nelle foto n. 14-15.

Qui parte una fascia di rocce di altezza variabile che si percorre alla base per altri 300 metri.

Giunti sulla verticale di grandi tetti si nota che, a circa 6 – 8 metri dalla base delle rocce, parte una cengia parallela che si raggiunge in alcuni punti arrampicandosi per facili roccette (foto n.11).

Giunti nella cengia la si percorre per un lungo tratto in lieve salita attraversando ampi scavernamenti alternati a passaggi bassi dove occorre proseguire carponi e a delicati passaggi esposti nel vuoto, questi ultimi, è consigliabile superarli in cordata utilizzando chiodi come protezioni intermedie. 

Si raggiunge quindi l’ultimo torrione di roccia dove la cengia mediana termina con un passaggio spettacolare come visibile nella foto n.13. Dall’aereo passaggio si scende facilmente su roccette e si raggiunge quindi il bosco alla base della fascia rocciosa, volendo si prosegue dapprima in piano poi salendo nel bosco fino alla sommità del Buco d’Urie a 1528 m. quindi si intercetta a destra l’ampio tratturo che conduce fino al Rifugio degli Alpini oppure si ritorna indietro alla base della fascia di roccia fino a raggiungere il bosco intermedio per salire quindi al suo interno senza tracciato e su terreno ripido fino a raggiungere la strada che collega Forca di Presta al Rifugio degli Alpini, posto più sulla sinistra dell’uscita.

7-  Veduta dell’itinerario dal torrione iniziale della fascia rocciosa situata sotto al Rifugio degli Alpini, all’interno del cerchio è visibile una delle auto abbandonate. Sullo sfondo il versante sud del Monte Vettore
8-  Dentro ad una delle prime cavità dell’itinerario sotto a Sasso Tagliato con una contorta pianta cresciuta al suo ingresso
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9-10  I resti delle due auto abbandonate nel canalone, nella foto sotto, in alto si nota il muro di cemento ed il paracarri posto tra Forca di Presta e Sasso Tagliato, punto da dove probabilmente sono state fatte cadere le auto. �

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11-  La facile paretina rocciosa che permette di accedere alla cengia soprastante nei torrioni sotto al Rifugio degli Alpini

Ritorno secondo itinerario: Dal Rifugio degli Alpini si prende la strada a destra per Forca di Presta quindi si scende per la strada asfaltata che conduce a Arquata-Montegallo , passando per Sasso Tagliato dove è presente il paracarri e il muro di cemento dove, nel sottostante vallone, come descritto, è presente la discarica scoperta.

Quindi sempre su strada asfaltata si raggiunge l’auto lasciata al parcheggio di “Piè Vettore”.

GIANLUCA CARRADORINI – BRUNO BARTOLAZZI – FAUSTO SERRANI . STEFANO CIOCCHETTI MARZO-APRILE 2016

12-  All’interno della cengia mediana con la successione di cavità e passaggi aerei.

13-  L’uscita della cengia mediana con il caratteristico passaggio aereo, sullo sfondo la cima del M. Vettore.
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14-15 Il tracciato dell’itinerario visto da Piè Vettore, sotto il particolare della cengia mediana.

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Pianta satellitare dell’itinerario per Buco Grangene da Foce
Pianta satellitare dell’itinerario della cengia del Rifugio degli Alpini.
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