ITINERARIO N.4: IL TERRAZZO DELLA CIMA DELLA “PIRAMIDE” – VERSANTE SUD-EST DEL MONTE VETTORE
Sicuramente questo itinerario, insieme ai N.1 e 2 descritti per il gruppo nord, permette di raggiungere uno dei più spettacolari terrazzi da brivido sospesi nel vuoto del gruppo sud dei Monti Sibillini.
Dalla cima della “Piramide” è possibile affacciarsi con una verticale di più di 300 metri sopra alla “Aia della Regina”, la grande placconata posta nel versante Sud-est del M. Vettore e con oltre mille metri sopra al paese di Pretare e Arquata del Tronto ancora più in basso, con una visione aerea che corre fino ai Monti della Laga e al Gran Sasso.
L’itinerario è consigliato ad escursionisti allenati ed esperti che siano in grado di muoversi con sicurezza su terreni aspri e molto ripidi, che conoscono bene la montagna in quanto nel tratto finale di raggiungimento del terrazzo proposto non esistono sentieri ne segnalazioni e che soprattutto non soffrono di vertigini.
Accesso: Da Forca di Presta si sale al M. Vettore per l’itinerario classico (sentiero n. 1 – 1/A), passando per il Rifugio Zilioli (ore 2).
Dalla cima del M. Vettore ci si sposta verso la croce che si incontra prima della vetta, si scende poco più avanti, in corrispondenza di un omino di pietre, verso la lunga cresta che collega la cima del M. Vettore alla Cima di Pretare o il Pizzo.
Scesi alcuni metri ci si trova sul grande crestone che, in costante discesa, permette di raggiungere in circa 15 minuti uno scoglio. Si supera lo scoglio e si prosegue in cresta sempre in discesa.
Dopo circa 100 metri, prima di scoprire verso sud-est, il grande imbuto del “canalino”, si inizia a notare sotto alla cresta, sulla destra, una crestina che si stacca e, in netta discesa, porta alla visibile cima della “Piramide” posta circa 200 metri più in basso (foto n.1). Si inizia a scendere la cresta ghiaiosa intervallata da alcuni saltini rocciosi di pochi metri che si aggirano a sinistra e gli ultimi a destra, fino a raggiungere, sempre a destra, il termine di un ampio e ripido canale erboso, è la parte terminale del “canale del santuario” (via alpinistica invernale). S
Seguendo sempre la cresta in discesa che in questo punto si fa molto sottile si raggiunge la cima della “piramide” (30 minuti).
Si consiglia di avvicinarsi ed affacciarsi alla cima con prudenza perché di colpo ci si trova sospesi sopra ad un impressionante vuoto.
La cresta della “piramide” è inoltre molto friabile, fare attenzione a non staccare massi.
Ritornati sulla cresta che collega il M. Vettore alla Cima di Pretare (foto n.2) si consiglia di scendere ulteriormente, con attenzione, raggiungendo questa ultima cima, anch’essa molto panoramica in quanto sospesa da verticali pareti sopra al Passo Galluccio, Sasso Spaccato (vedi itinerario dell’autore pubblicato nel novembre 2014) e a Montegallo con tutte le sue frazioni.
Ritorno: Stesso itinerario
ITINERARIO N.5: I TERRAZZI DEL PIZZO DEL DIAVOLO A PICCO SUL LAGO DI PILATO.
Questi tre terrazzi proposti di seguito permettono di godere da diverse posizioni la magica veduta aerea di uno dei luoghi più belli dei Monti Sibillini ma forse anche d’Italia, il Lago di Pilato. Il primo terrazzo descritto, ossia la cima del Pizzo del Diavolo, è raggiungibile da escursionisti che siano in grado di muoversi con sicurezza su terreni ripidi, il secondo (il castello) ed terzo (gran gendarme) sono esclusivamente riservati ad escursionisti esperti di pratiche alpinistiche in particolare per la salita al Gran Gendarme in quanto occorre risalire e soprattutto ridiscendere in libera una parete di roccia di circa 8 metri con passaggi di secondo grado nella speranza che prima o poi qualcuno posizioni in loco una catena fissa, per questi ultimi due itinerari è consigliabile anche l’utilizzo di un casco per il pericolo di caduta di sassi dalle pareti del Pizzo del Diavolo.
Accesso al primo terrazzo: Pizzo del Diavolo: Per raggiungere il primo terrazzo proposto, cioè la panoramica cima del Pizzo del Diavolo, si sale da Forca di Presta verso il M. Vettore, per l’itinerario classico (sentiero n. 1 – 1/A), raggiunto il Rifugio Zilioli (ore 2) si sale la cresta a sinistra raggiungendo in successione, Punta di Prato Pulito, la Cima del Lago, quindi si ridiscende lievemente e si raggiunge la Cima del Redentore, quindi per aerea cresta si arriva alla cima del Pizzo del Diavolo (foto N. 8). Qui con moltissima attenzione, scendere una ventina di metri verso il lago per poter osservare la sua visione da brivido, con circa 500 metri di verticalità, fare molta attenzione al terreno ghiaioso e alle rocce instabili della vetta.
Accesso al secondo terrazzo: Il Castello: Il Castello è il grande torrione che si stacca dalla parete del Pizzo del Diavolo in direzione sud e sovrasta la parte terminale del Lago di Pilato, di fronte alle cosiddette “roccette”.
Per raggiungere il secondo terrazzo proposto, si deve arrivare al Lago di Pilato per uno dei tre itinerari classici, o partendo da Forca di Presta per la Sella delle Ciaole e scendendo per le “roccette” o da Foce per la Valle del Lago o da Capanna Ghezzi o meglio dalla Valle delle Fonti passando per Forca Viola e proseguendo per i ghiaioni della Valle del Lago.
Giunti al Lago di Pilato si risale la sponda nord-ovest per tracce di sentiero che conducono al cosiddetto “Portico”, caratteristico torrione di roccia appoggiato alle pareti del Pizzo del Diavolo che si consiglia di raggiungere passando al di sotto di esso in quanto forma un passaggio nascosto e dove, sulla parete interna di roccia del torrione si può osservare una curiosa figura di una donna velata, (vedi foto N. 236-237 del mio libro “IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI”) quindi si devia nettamente verso sinistra costeggiando le pareti del Pizzo del Diavolo fino alla base del “Castello” che si stacca con tutta la sua imponenza dopo un ripido e strettissimo canale (via invernale del Canalone Maurizi).
Quindi con molta fatica si inizia a risalire le ghiaie ripidissime e molto instabili costeggiando la parete del “Castello” fino ad affacciarsi nell’immenso ghiaione che scende dalla Cima del Redentore (foto N.10). Da qui, facendo sempre molta attenzione a non scivolare, si traversa verso destra tra ghiaie ed erba e si risale l’ultimo ripido pendio che permette di affacciarsi sulla sommità del grande torrione denominato “Il Castello” godendo di un bellissimo panorama aereo a circa 300 metri a picco sul Lago di Pilato.
Accesso al terzo terrazzo: Il Gran Gendarme: Il Gran Gendarme è il grande torrione che si stacca dalla parete del Pizzo del Diavolo in direzione nord e sovrasta Valle del Lago di Pilato salendo da Foce o arrivando da Forca Viola, è posto sulla verticale della Grotta Bivacco.
Per raggiungere il terzo terrazzo proposto, denominato la Testa del Gran Gendarme, conviene raggiungere il Lago di Pilato o da Foce per la Valle del Lago o da Capanna Ghezzi o meglio dalla Valle delle Fonti passando per Forca Viola e proseguendo per i ghiaioni della Valle del Lago.
Giunti al Lago di Pilato si risale la sponda nord-ovest per tracce di sentiero quindi deviando nettamente verso destra per evidente sentiero che taglia un ghiaione, si raggiunge la Grotta Bivacco, posta proprio alla base del Gran Gendarme. Si continua la traccia di sentiero che sale ancora verso destra per iniziare a scoprire la grande parete nord del Pizzo del Diavolo. Si continua sempre in ripida salita su ghiaie instabili fino a raggiungere a sinistra un ampio corridoio erboso che percorre la base della parete nord. (Foto N. 13). Si percorre l’ampia cengia erbosa in piano superando, dopo circa 30 metri, un ripido canalino, si prosegue e si raggiunge un secondo canalino roccioso, il punto di salita alla vasta cengia centrale denominata “la conca” che da accesso successivamente alla cosiddetta “testa” del Gran Gendarme.
Si sale il canalino su roccia verticale per circa otto metri con passaggi di secondo grado fino a raggiungere un ampio imbuto erboso sovrastante, la cosiddetta “conca”, attenzione alle discesa di questo tratto !!!. Quindi si traversa in lieve salita verso sinistra tra rocce ed erba fino a raggiungere la “testa “ del Gran Gendarme caratterizzata da levigatissime placche di roccia scavate da solchi prodotti dalle acque meteoriche, come visibile nella foto N.12, qui avrete una visione aerea ed unica del Lago di Pilato. Ritorno: Stessi itinerari di salita, con molta attenzione per l’itinerario N. 3 al Gran Gendarme.
ITINERARIO N.6: IL TERRAZZO DELLO SCOGLIO DELL’AQUILA A PICCO SUL PIANO GRANDE DI CASTELLUCCIO.
Questo terrazzo proposto, presente anch’esso nel gruppo sud, M. Vettore –Cima del Redentore, dei Monti Sibillini permette invece di godere della magica veduta aerea di un altro dei luoghi più belli e più conosciuti dei Monti Sibillini, i Piani di Castelluccio, praticamente la veduta del versante opposto dei terrazzi descritti nell’itinerario N. 5.
Tale itinerario può essere percorso insieme alla prima parte dell’itinerario N.5 e cioè al raggiungimento del terrazzo della cima del Pizzo del Diavolo, anch’esso è consigliato ad escursionisti esperti che siano in grado di muoversi con sicurezza su terreni ripidi e di percorrerlo nel mese di luglio per godere così della visione aerea della “fioritura” del Piano Grande di Castelluccio, cosa che non capita tutti i giorni.
Accesso: Per raggiungere il terrazzo proposto si sale da Forca di Presta verso il M. Vettore, per l’itinerario classico (sentiero n. 1 – 1/A), raggiunto il Rifugio Zilioli (ore 2) si sale la cresta a sinistra raggiungendo in successione, Punta di Prato Pulito e la Cima del Lago (ore 1).
Dalla Cima del Lago si scende lievemente verso la cresta che raggiunge la Cima del Redentore e si raggiunge la Forcella del Lago.
Sotto alla forcella si nota una cresta che scende verso sinistra (foto N. 14) nel versante ovest, si scende dapprima facilmente poi con molta cautela tale cresta in costante discesa fino a raggiungere la cima dello Scoglio dell’Aquila, (30 minuti) che domina con la sua mole i Piani di Castelluccio, posti circa mille metri sotto ai vostri piedi.
Fare molta attenzione all’ultimo tratto da brivido di cresta in quanto sottile e con rocce instabili.
Ritorno: Si consiglia di concatenare tale itinerario con la prima parte dell’itinerario N.5 alla cima del Pizzo del Diavolo (ore 1,5 dalla Forcella del Lago).
Una volta raggiunta in salita di nuovo la Forcella del Lago proseguire la cresta in direzione nord su evidente sentiero fino a raggiungere la Cima del Redentore quindi si prosegue verso destra per la sottile cresta fino alla cima del Pizzo del Diavolo (primo terrazzo dell’itinerario N. 5).
Per il ritorno all’auto (Forca di Presta) si percorre lo stesso itinerario di salita.
ALTRI ITINERARI PER IL RAGGIUNGIMENTO DI TERRAZZI SOSPESI:
Nei Monti Sibillini sono presenti altri terrazzi da brivido che permettono visioni aeree e mozzafiato, forse con meno intensità di quelli qui descritti ma sicuramente sempre entusiasmanti da raggiungere.
Alcuni sono raggiunti da sentieri classici descritti nella bibliografia ufficiale, altri sono riportati nelle mie pubblicazioni:
– SASSO SPACCATO PER L’IMBUTO DEL M. VETTORE: Vedi mia pubblicazione del Novembre 2014.
– SASSO DI PALAZZO BORGHESE: A picco sul “Laghetto”, salita per il sentiero classico n. 5 dalla Capanna Ghezzi o N. 6 da M. Prata – Fonte della Giumenta.
– CIMA DEI TORRIONI DI VALLERIA – VERSANTE NORD M. ZAMPA : vedi itinerario N. 8 del mio libro “IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI”. CONSIGLIATO.
– CENGIA DELLE AMMONITI – CIME DEI GROTTONI : vedi itinerario N. 4 del mio libro “IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI”. CONSIGLIATO.
– CENGIA DEL TORRIONE SINISTRO DE “LE VENE” – VERSANTE NORD M.- SIBILLA: vedi itinerario N. 9 del mio libro “I MIEI MONTI SIBILLINI” CONSIGLIATO.
– CIMA DI RIPA GRANDE – M. ARGENTELLA: vedi itinerario N. 9 del mio libro “IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI”. Una volta raggiunta la cresta est anziché salire alla cima del M. Argentella scendere tutta la cresta fino alla sommità dell’enorme contrafforte di roccia che domina il Piano della Gardosa denominato la “Ripa Grande”. CONSIGLIATO.
– POGGIO DELLA CROCE –IL PIZZO: A picco sul Santuario della Madonna dell’Ambro, descritto in modo poco chiaro e di difficile ritrovamento in una guida a distribuzione limitata, di prossima mia pubblicazione in modo più dettagliato.
GIANLUCA CARRADORINI NOVEMBRE 2015