Come di consueto anche questi due itinerari non sono descritti in alcuna guida dei Monti Sibillini in commercio.
Essi descrivono l’accesso a due grotte nella zona di Bolognola chiamate con lo stesso nome, situate in due vallate parallele e che sono state le ultime dimore dell’orso nei Monti Sibillini fino al 1700.
Sono ambedue itinerari facili e adatti ai normali escursionisti in quanto non presentano alcuna difficoltà tecnica.
Si consiglia di percorrere i due itinerari in primavera (tra maggio e giugno) in quanto si possono accoppiare con la risalita fino alle sorgenti del Fiastrone e alla Forra dell’Acquasanta che conservano ancora dei grandi e spettacolari accumuli di neve.
L’escursione alla valle dell’Acquasanta, essendo piena di cascate, è anche consigliata sia d’estate ma soprattutto d’inverno con bassissime temperature ma con neve stabile in quanto si possono così ammirare le spettacolari cascate gelate in assoluta sicurezza altrimenti la valle è estremamente pericolosa per le valanghe che raggiungo il suo fondovalle e che formano gli straordinari accumuli di neve menzionati.
In genere anche il canale di salita dell’itinerario n.1 in primavera può presentarsi colmo di neve e facilitare la salita.
Accesso primo itinerario: L’itinerario prevede come base di partenza l’area pic-nic attrezzata situata nella Valle inferiore del Fargno.
Da Bolognola si prosegue per la strada che conduce alla Pintura quindi al primo tornante che si incontra si devia a destra per una strada sterrata che in piano dopo circa 600 metri conduce ad un’area attrezzata per pic-nic con fontana, tavoli e braciere.
Si prosegue a piedi la strada che risale il greto del torrente Fiastrone.
Dopo circa 2 chilometri si supera una bellissima faggeta a sinistra e una captazione di acqua quindi il bosco si dirada e la strada si trasforma in un sentiero sempre più accidentato.
Dopo altri 500 metri si giunge sulla verticale del ripido versante su-est di Cima di Costa Vetiche , caratterizzato, in alto a destra sulla cresta, da un grande sperone roccioso di colore rosso e di forma tondeggiante, come visibile nella foto n.3.
Sempre sulla destra si apre un ampio canale molto ripido che conduce proprio verso lo scoglio di Cima di Costa Vetiche (canale di salita invernale descritto nella mia prima pubblicazione “I MIEI MONTI SIBILLINI” del 2011).
Guadando il torrente e salendo un centinaio di metri, con attenzione per l’erba ripida, la sponda destra del canale ci si dirige verso un nucleo di faggi isolato piuttosto grande, posto sotto a delle rocce, come visibile nella foto n.1 e 3.
A primavera si può trovare il canale colmo di neve che crea dei gradini naturali che facilitano la salita anche se occorre sempre attenzione.
Dentro a questo nucleo di faggi si apre la Grotta dell’Orso che si vede solo quando si è giunti nei pressi.
La grotta si presenta lunga una decina di metri e con una volta a V rovesciata caratteristica, come visibile nella foto n.2, di fronte si apre il versante nord del M. Acuto con il taglio della strada per la forcella del Fargno. (foto n.4)
L’escursione può essere accoppiata anche alla visita del grande faggio secolare di Costa Vetiche che
si trova un centinaio di metri più a destra della grotta, come visibile nella foto n.1 e che si raggiunge percorrendo in quota i ripidi pendii erbosi che li separano, facendo attenzione ad un canale intermedio che presenta dei tratti ripidi e rocciosi.
Inoltre, una volta raggiunta la grotta, si scende per il pendio di risalita fino a ritornare al torrente quindi si consiglia di proseguire la risalita della valle fino alle sorgenti del Fiastrone.
Il sentiero che prosegue non è sempre ben visibile e agevole in quanto attraversa zone devastate dalle slavine invernali.
Giunti sotto al grande canalone che scende, a sinistra, dal versante nord del M. Acuto in primavera si possono trovare ancora enormi accumuli di neve, dove il torrente crea delle impressionanti gallerie come visibile nelle foto n.5 e 6, che vi accompagneranno fino al restringimento della valle in corrispondenza della cresta nord che scende dalla cima del M. Acuto, caratterizzata da alte pareti di scaglia rossa.
Proseguendo sempre la risalita del greto del torrente, ormai senza più percorso evidente e ancora tra grandi residui di slavine, si raggiunge la parete rocciosa stillicidiosa e caratterizzata da alcune cascatelle da dove nasce il Fiastrone.
Ritorno: Per lo stesso itinerario oppure si risale la cresta rocciosa a sinistra delle sorgenti fino ad intercettare la strada superiore che conduce alla Forcella del Fargno.
Si scende la strada in direzione della Pintura di Bolognola, in circa 2 chilometri si raggiunge Fonte Bassete e dopo altri 500 metri si supera il grande scoglio tagliato dalla strada oltre il quale inizia il bosco.
Dal termine del paracarri stradale, in corrispondenza dello scoglio, si scende su un ripido ghiaione nel bosco sottostante per alcune decine di metri fino ad intercettare un netto sentiero, denominato la “Strada delle Catene” che sempre in discesa verso destra, conduce in circa 30 minuti al torrente Fiastrone, fino a sbucare nella strada di fondovalle percorsa all’andata.
Quindi facilmente si raggiunge l’auto.
Questi ultimi anni la Strada delle Catene è divenuta meno agevole a causa di grandi slavine che hanno trascinato a valle una enorme quantità di alberi che nessuno taglia.
Accesso secondo itinerario: L’itinerario prevede come partenza Bolognola ed è ampiamente descritto nella bibliografia ufficiale dei Monti Sibillini.
Riassumendo, dalla piazza di Bolognola, subito dietro alla chiesa, si prendono le indicazioni per le Cascate dell’Acquasanta, si prosegue in auto fino alle ultime case in fondo al paese dove si parcheggia quindi si scende a piedi verso il Fiastrone.
Un sentiero risale la vallata opposta traversando nel bosco posto di fronte al paese.
In circa 2 ore di comodo e pianeggiante sentiero si raggiungono le cascate dell’Acquasanta.
In realtà in sentiero si snoda sopra al canale di adduzione dell’acqua alla centrale di Bolognola posta circa 4 chilometri più a valle, infatti a circa metà percorso si incontrerà anche una grossa tubazione metallica che rappresenta proprio un tratto del suddetto canale.
Giunti alle cascate il sentiero-canale, che passa proprio alla loro base e ne raccoglie le acque tramite delle griglie metalliche, scende e permette di raggiungere la piccola diga che chiude la valle dell’Acquasanta.
Fino a pochi anni fa una scaletta metallica a destra e una catena sulle rocce di sinistra permettevano di superare la diga e di addentrarsi, con molta prudenza, nella spettacolare Forra dell’Acquasanta.
Attualmente le recenti valanghe che hanno distrutto la scala e la catena e l’incuria di chi gestisce la zona non rendono possibile affacciarsi nella forra.
Il raggiungimento molto più difficile della forra da monte è invece descritto nell’itinerario n.10 del mio libro “IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI” anno 2014.
Giunti alla base della diga si scende la valle per circa 100 metri fino ad incontrare sulla sinistra una deviazione in salita che permette di raggiungere di nuovo il canale di adduzione dell’acqua.
Giunti nel ripiano dove il sentiero-canale spiana, si devia a destra e dopo 50 metri si è di fronte alla Grotta dell’Orso della Valle dell’Acquasanta.
O meglio quello che era la grotta perché anni fa, mani incoscienti, hanno chiuso con dei mattoni l’ingresso della grotta lasciando solo una piccola apertura come visibile nella foto n.7, impedendo la vista della struttura geologica a pieghe che formava la cavità.
Variante di accesso: La Valle dell’Acquasanta può essere raggiunta anche da una seconda via.
Attualmente tale itinerario, una volta una comodissima e breve strada di fondovalle, si è trasformato in una vera e propria avventura con numerosissimi guadi e risalite di tratti di strada devastati dall’alluvione del 2011 e che nessuno ha mai più sistemato.
Pertanto è consigliato solo a chi vuole rendere più entusiasmante e impegnativa l’escursione alla valle.
Sulla strada che collega Acquacanina a Bolognola, dopo circa 2,5 chilometri dalla deviazione per la Valle di Rio Sacro, si incontra una deviazione che scende verso il Fiume.
Si parcheggia al lati della strada e si inizia la discesa, dopo circa 500 metri si raggiunge il punto di confluenza tra il Fiastrone che scende da sinistra ed il torrente Acquasanta che scende da destra,
Si supera il Fiastrone grazie ad un ponticello posto poco più avanti verso sinistra.
Quindi ci si sposta faticosamente tra alberi e arbusti nell’affluente di destra che, senza una traccia definita perché la strada e stata distrutta, si supera e si risale, ora a destra ora a sinistra guadando diverse volte.
Dopo circa 1,7 chilometri, (dove soprattutto d’inverno ci può volere anche un’ora di cammino !!) si devia nettamente verso destra in piano e ci si addentra nella Valle dell’Acquasanta anche qui non senza difficoltà per gli enormi cumuli di alberi abbattuti dalle slavine e che nessuno ha mai raccolto.
Dopo circa 30 minuti si raggiungono le cascate che si innalzano nella parete rocciosa che costeggia in alto il bosco sulla vostra sinistra, si intercetta la deviazione a destra per la Grotta dell’Orso e si arriva quindi alla grande cascata finale e alla diga.
La grotta si raggiunge per la deviazione sulla destra (rispetto alla salita) prima della diga.
Ritorno: Stessi itinerari di raggiungimento descritti.