ESCURSIONI BOTANICHE IN APPENNINO.

ASCENSIONI CLASSICHE dal 2018 ad oggi
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Nei mesi di Maggio e Giugno, periodo massimo di fioritura, ho effettuato diverse escursioni nell’Appennino Centrale, tra Marche ed Umbria, a sfondo botanico, alla ricerca di piante rare.

1- DINTORNI DI FANO, alla ricerca della Polygala pisaurensis, endemismo esclusivamente Marchigiano, delle Provincia di Pesaro e Ancona, ritrovata in garighe ed incolti a poca distanza dal mare, in luogo di cui non posso fornire indicazione al fine di salvaguardare tale specie unica al mondo ed a rischio per la distruzione delle zone incolte della costa Pesarese.

1- Polygala pisaurensis
2- dettaglio dell’infiorescenza di Polygala pisaurensis

2- GOLA DELLA ROSSA E FRASASSI – Preappennino Fabrianese. Nelle pareti rocciose verticali della Gola della Rossa e della Gola di Frasassi cresce la Moehringia papulosa, un’altro endemismo unico al mondo, tutto Marchigiano, (analogo alla Polygala pisaurense descritta sopra), la stessa si ritrova anche nella Gola del Furlo.

Inoltre nelle pareti si ritrova anche la vistosa Campanula tanfanii, endemismo dell’Italia centrale.

3- Moehringia papulosa nelle piccole fessure delle pareti della Gola della Rossa
4- Moehringia papulosa nelle pareti strapiombanti all’imbocco della Grotta di Frasassi.
5- Dettaglio della Moehringia papulosa
6- Campanula tanfanii nelle pareti ai lati delle vie di arrampicata di Ponte Chiaradovo – Gola della Rossa.

3-GOLA DI PIORACO: In questa gola sono stato alla ricerca della Cardamine monteluccii, altro endemismo Italiano, pianta rara alta circa 20-30 centimetri con piccoli fiori bianchi che non la rendono affatto appariscente, cresce nei boschi a ovest appena fuori l’abitato di Pioraco, lungo la strada per Sefro.

La pianta si distingue dalla più comune Cardamine graeca (che cresce anche nel mio giardino) che presenta silique provviste di alette e cresce invece nei boschi a nord lungo la strada per la frazione di Seppio, esattamente nel versante opposto del Monte Primo.

7- Cardamine montelucii
8- Siliqua di Cardamine monteluciii, senza alette laterali.
9- Siliqua di Cardamine graeca con le caratteristiche alette laterali (campione di erbario)
10- Siliqua di Cardamine montelucii senza le caratteristiche alette laterali (campione di erbario)

4- VETICE – SAMARA Per l’itinerario classico nel versante Est de Il Pizzo da Vetice.

11- Il Pizzo e a destra il Poggio della Croce visti dai Campi di Vetice.
12- Melitaea su Sanguisorba
13- La Lecceta del versante Sud de Il Pizzo, unica dei Monti Sibillini.
14- In questo versante della montagna convivono alla stessa quota, circa 1000 metri, Faggi (a sinistra) e Lecci (a destra).
15- Anthericum liliago
16-Ophrys bertolonii.
17- Zigaena
18- Le Pisciarelle viste dal versante di fronte, una grossa valanga ostruisce ancora il piazzale di ingresso all’Infernaccio
19- Il versante Nord di Monte Zampa, a sinistra la lunga cresta risalita da un nostro itinerario.
20- Saxifraga australis
21- Sandro, il mio amico botanico, all’imbocco del canalone del versante Sud de Il Pizzo.

5- MONTE BICCO Dal Parcheggio del M. Cornaccione per l’itinerario classico dalla Forcella Passaiola per la cresta Nord, per osservare la tipica fioritura primaverile di alta quota.

22- La Croce di Monte Bove con le Quinte segnate dal terremoto del 2016.
23- La cima di Monte Bove Nord e la fonte di Val di Bove nel prato verde centrale
24- La strada per la Forcella Passaiola ancora costellata di massi caduti dalla cresta sovrastante con il terremoto del 2016.
25- Iberis saxatilis
26- Thlaspi stylosum.
27- Ranunculus brevifolius
28- Vitaliana primulaeflora,
29- Brada aizoides
30- Gentiana verna
31- Il bosco sotto alla Passaiola “potato” a due metri di altezza dalle mucche che d’estate pascolano in Val di Bove.

-6 MONTE RAGNOLO. Escursione classica per osservare la fioritura nei prati di media quota.

32- Panorama verso Sud, Il Pizzo Regina sullo fondo, il Monte Acuto e il Pizzo Tre Vescovi a destra.
33- Il Monte Rotondo sullo sfondo, la Punta Bambucerta avanti e tra i due la Val di Tela, a destra invece la Valle dell’Acquasanta.
34- Paeonia officinalis.
35- Asphodelus albus
36- Globularia meridionalis
37- Coronilla
38- Helianthemum anummularium.

7- PIAN PICCOLO DI CASTELLUCCIO: Dalla strada Castelluccio – Forca di Presta , scesi per tratturo che percorre il tratto finale del Pian Piccolo fino al Laghetto omonimo, in una zona pochissimo frequentata dai turisti, fioritura dei campi coltivati molto particolare e poco vista.

Con l’occasione abbiamo scoperto la seconda stazione per l’Umbria di una specie esotica, la Calystegia hederacea (o Convolvulus wallichianus, una pianta alloctona di origine asiatica ritrovata in Italia solo al Pian Perduto (Marche) e Piano Grande (Umbria) , pianta infestante con portamento rampicante, si differenzia dai nostri convolvolus per le foglie simili all’edera (da cui il nome), cresce ai margini dei campi coltivati, principalmente di legumi, e non è ben chiara la sua presenza a Castelluccio.

Non è da ipotizzare che sia giunta fino in Italia trasportata da uccelli migratori in quanto le rotte migratorie dalla Cina e Giappone dove cresce la pianta, non si sviluppano lungo i paralleli ma solo lungo i meridiani.

Mentre è ipotizzabile che sia giunta con qualche carico di sementi di origine non proprio autoctona, il che la direbbe lunga sulla qualità dei prodotti tipici del territorio.

39 – 42 La fioritura dei campi coltivati ai margini del Pian Piccolo.
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43 – 45 Eccezionale fioritura di Silene alba e papaveri .
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46- Sandro intento a scattare una foto al campo di Silene.
47- Bistorta officinalis
48- Armeria canescens
49 – 50 L’esotica Calystegia hederacea o Convolvulus wallichianus , seconda stazione per l’Umbria
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Dopo una settimana, sempre con il mio amico botanico Sandro e altri appassionati siamo andati invece nella parte iniziale della vallata del Pian Piccolo passando dalla parte opposta rispetto alla prima escursione e cioè dal Valico di Castelluccio, abbiamo visitato le varie zone umide del Piano e siamo arrivati fino al Laghetto, di seguito le immagini dell’escursione.

51- il Piano Grande visto dal Valico di Castelluccio.
52- Astragalus danicus.
53- Carex buxbaumii, pianta rarissima che cresce negli acquitrini del Piano, in Italia la si ritrova solo in Umbria appunto in questa zona, Trentino, Friuli e Abruzzo.
54- La piccolissima e rara felce Ophioglossum vulgatum nelle doline più umide del piano.
55- Dianthus deltoides.
56- Il Laghetto a sinistra e una vasta zona torbosa umida al centro colorata di giallo da migliaia di fiori di Leontodon hispidus
57- Le tre diverse foglie diverse del rarissimo Ranunculus pedrottii che cresce ai bordi degli acquitrini.
58- La viola canina nelle doline più umide.
59- Il particolare fiore del raro Trifolium spadiceum.
60-  Sphagnum subsecundum nelle torbiere del Piano.
61- La particolarissima forma della rara Euphorbia esula nella strada che da Castelluccio scende a Norcia.

Ed al ritorno ci siamo fermati in Valnerina per fotografare un arbusto monumentale, una pianta di Ephedra nebrodensis vecchia di alcune centinaia di anni.

8- MONTE CARESCHIO – MACERETO: escursione da Macereto al Monte Careschio, una immersione in prati pieni di colori e di profumi.

51- Salita al Monte Careschio, di fronte al Gruppo del Monte Bove
52- I prati in fiore del Monte Careschio con mia figlia Miriana.
53- La Croce di Monte Rotondo vista dal Monte Careschio.
54- Meritato riposo nei prati, di fronte il Monte Banditella visto dal Monte Careschio.
55- Neotinea tridentata
56- Linum alpinum
57- Ophrys fuciflora
58- la vistosa infiorescenza della Salvia pratensis
59- I prati in fiore con Linum alpinum (celeste) , Helianthemum apenninum (bianco) , Heliantemum nummularium (giallo) e pieni di profumi della cima di Monte Careschio.

9- COLLI DEI CASTELLI DI JESI: Strada che sale da Pozzetto di Moie per Montecarotto (AN), a circa 2 km da Pozzetto in corrispondenza di una frana che rende la strada ad una sola corsia, nel bordo superiore della strada ho ritrovato una stazione del rarissimo Dracunculus vulgaris, una Aracea insolita con un spata fiorifera molto grande, anche fino a 50 centimetri, di colore rosso scuro e che emana odore di carne marcia per attirare le mosche impollinatrici.

60- Giovane pianta di Dracunculus vulgaris con il caratteristico tronco chiazzato.
61- il grande ed insolito fiore del Dracunculus vulgaris.
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