Da una attenta visione effettuata dalla cima del Pizzo Regina sul versante Nord del Monte Sibilla avevo notato un esile sentiero che, dalla cresta Ovest, scendeva su un ghiaione sottostante per poi traversare in quota sotto cresta e collegarsi al sentiero che sale dal Casale della Sibilla per uscire in cresta in prossimità del termine della strada.
Incuriosito da questo esile tracciato avevo notato anche che attraversava una zona caratterizzata da una profonda frattura longitudinale.
Un esame delle immagini satellitari storiche ed attuali del versante Nord del Monte Sibilla sembravano dare l’impressione che tale frattura avesse subito una sensibile trasformazione dopo il sisma del 2016.
Chiaramente con la curiosità che ho ho raggiunto la zona per vedere sia il sentiero che la frattura.
Sono partito dal Rifugio Sibilla e percorrendo la strada sono salito sulla cresta Ovest, poco prima del termine della strada, in corrispondenza di una rampa erbosa che conduce ad un profondo intaglio della cresta da cui discende il sentiero osservato dalla Priora e che si stacca dal sentiero di cresta che conduce alla cima del M. Sibilla.
Il sentiero scende ripidamente nel ghiaione sottostante, una lieve traccia si dirige a destra verso l’imbuto Nord de “Le Vene” dove rappresenta la impegnativa uscita dei tre percorsi paralleli di difficoltà crescente con l’altezza, che permettono di attraversare il ripidissimo l’imbuto del versante Nord del M. Sibilla (descritti nel presente sito o in altra bibliografia).
La traccia più evidente piega invece in direzione Ovest parallela alla sovrastante cresta per poi ridiscendere ulteriormente, prosegue sul bordo della frattura osservata dalla Priora per congiungersi più avanti con il sentiero che sale fino in cresta dal sottostante Casale della Sibilla, posto diverse centinaia di metri più in basso.
Pertanto l’esile traccia è probabilmente un tracciato percorso dai pastori che portavano le greggi al pascolo nei prati sovrastanti il Casale della Sibilla e scavalcare nel versante Sud ed è la via più breve per raggiungere la cima della Sibilla per chi sale dal Casale.
La frattura osservata da lontano è una ampia e impressionante trincea longitudinale lunga un centinaio di metri prodotta da terremoti storici ed ampliata in larghezza e profondità dal terremoto del 2016 come dimostrano le rocce rotte e di colore più bianco che sono venute alla luce dopo il sisma (che erano protette dagli agenti atmosferici dalla terra che poi ha subito un abbassamento del livello) presenti nel bordo a monte.