La salita della cresta Nord-est della Punta Bambucerta si svolge in un ambiente grandioso e selvaggio, pochissimo conosciuto e frequentato, non a caso la zona è denominata localmente “l’Abbandonata”.
Addirittura il nome della cima non è neppure riportato in alcune carte e guide dei Monti Sibillini.
Sembra a tutt’oggi che solo io e i miei amici frequentiamo questa zona del gruppo Nord dei Monti Sibillini, caratterizzata da ripidissimi versanti che scendono verso le valli tra cui la Valle dell”Acquasanta.
Negli anni passati ho raggiunto la Punta Bambucerta percorrendo il sentiero dell’Efre e risalendo tutto il Fosso Sacraro fino alla cresta e ho salito due vie, di cui una invernale, sulla parete Nord della Punta Bambucerta, le cui descrizioni sono riportate a pagina 49 del mio libro I MIEI MONTI SIBILLINI del 2011 e una ulteriore via che dalla Val di Tela attraversa la testata dell’Acquasanta per risalire al M.Cacamillo, descritta a pagina 79 del mio libro IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI del 2014.
Inoltre in zona ho anche raggiunto le Grotte di Angilino, nella testata della Valle dell’Acquasanta, sotto al cosiddetto “Orto della Regina”, descritte a pagina 32 del mio libro I MIEI MONTI SIBILLINI.
Questo itinerario, salito il 21 Maggio 2022 con Federico, è assolutamente inedito, difficile e faticoso, lungo circa 14 chilometri e con più di 1100 metri di dislivello, la risalita della cresta Nord-est della Punta Bambucerta è consigliata solo ed esclusivamente ad escursionisti altamente specializzati su terreni ripidi, essa presenta una pendenza mai inferiore a 45° continui, non è insomma un percorso da fare “tanto per provare” perché anche una eventuale ritirata dalla cresta può rappresentare notevole difficoltà.
Si consiglia di percorrerlo salendo in piccoli tornanti utilizzando bastoncino a valle e piccozza a monte o in verticale anche con doppia piccozza per evitare assolutamente di scivolare.
ACCESSO: L’itinerario inizia dalla Villa da Capo di Bolognola, salendo da Fiastra per la strada Provinciale n.47, giunti 100 metri prima della piazza si scende a destra e si percorre la deviazione fino al termine, si raggiunge la chiesa di Santa Maria delle Grazie, attualmente inagibile, e si parcheggia in corrispondenza di un piazzaletto posto poco più avanti al termine dei caseggiati (355751,5 E – 4761020,3 N; 1040 m.).
DESCRIZIONE: Dal parcheggio si prosegue la strada sterrata alberata in discesa che scende verso il Fiastrone. Una nuova passerella (foto n.1) permette di continuare nel versante opposto per comodo sentiero di recente sistemazione (foto n.2-3) in continua salita, attraversando ripidi pendii boscosi e canaloni rocciosi, passando un tratto sopra al canale di adduzione della condotta forzata della centrale di Bolognola, questo tratto è ormai in secca in quanto attualmente preleva acqua dalla diga dell’Acquasanta in poi, fino a raggiungere la cresta erbosa dove si scopre la Punta Bambucerta (foto n.5) nel versante di risalita e la Valle dell’Acquasanta (30 minuti, 354427,4 E – 4761570 N; 1125 m) . La mulattiera prosegue nel versante Ovest passando qualche centinaio di metri sotto la cima del Balzo della Croce dirigendosi, sempre in salita, verso la Macchia dell’Aratro. Dai prati si attraversano dei nuclei boschivi dove si trova una netta deviazione a destra nel bosco che conduce alla Fonte Efre (foto n.6, 20 minuti, 355028,5 E – 4760427,6 N; 1385 m.) ma consiglio di proseguire ancora in salita per traccia di sentiero in direzione di Balzo Cancelliere per uscire da bosco ed attraversare la Macchia dell’Aratro più in alto.
Se si raggiunge la Fonte Efre (foto n.7) bisogna proseguire ancora per traccia di sentiero per entrare nel Fosso Sacraro ma qui le condizioni sono difficoltose in quanto sono presenti molti alberi e arbusti piegati dalle valanghe per cui occorre risalire il bosco sovrastante tenendosi nel bordo sinistro del fosso fino ad uscire sui ripidi prati dove, un centinaio di metri più in alto, si intercetta il sentiero che proviene in piano dalla Macchia dell’Aratro.
Nella zona di Fonte Efre sono presenti anche numerosi grandi esemplari di Abete di probabile rimboschimento ma anche con numerosi abetini che si stanno sviluppano sul posto.
Pertanto conviene evitare di raggiungere la Fonte Efre e proseguire salendo ancora seguendo la curva della montagna, si attraversa un primo nucleo di alta faggeta (355044,4 E – 4760136,6 N; 1420 m.), si esce su prati di falasco e si attraversa il secondo nucleo, più breve, (354821,1 E – 4798869,6 N; 1430 m.) della Macchia dell’Aratro quindi il sentiero attraversa in piano i ripidissimi pendii alternati a profondi canali erbosi della zona denominata Efre fino a confluire nel Fosso Sacraro caratterizzato dal fondo arbustivo dove si perde la traccia (foto n. 9-12, 30 minuti, 354220,2 E – 4759341,8 N; 1470 m.).
Si attraversa il fosso e si prosegue in lieve salita nel versante opposto, qui si inizia una traversata in quota verso Nord su pendii sempre più ripidi fino a prendere una ampia cresta erbosa che sale sulla verticale della Punta Bambucerta (353987,7 E – 4759687,6 N; 1485 m.).
Questo è il tratto più impegnativo del percorso, si sale in linea verticale verso la cima su pendii erbosi ripidissimi, mai inferiori a 45° di pendenza, ma per fortuna scalettati (foto n.13-18).
Se proprio si è in difficoltà non proseguire verso la cima ma traversare in lieve salita verso sinistra per riprendere il Fosso Sacraro da cui ridiscendere, anche se non agevolmente.
Con quasi 400 metri di dislivello di salita in verticale si giunge nella parte terminale della cresta Nord-est caratterizzata da alcune roccette e grandi arbusti nani di Uva orsina (Archtostaphylos uva ursi) e da questa, brevemente, si giunge sulla cima della Punta Bambucerta (foto n. 19-20, 1 ora, 353547,4 E – 4759461,7 N; 1869 m.). Il panorama dalla cima è grandioso perché, nel versante Ovest, si apre la bellissima Val di Tela altrimenti invisibile e tutto il versante Est del Monte Rotondo e, verso Nord, le cime del Monte Pietralata e Monte Cacamillo con i loro ripidissimi versanti che convogliano nella sottostante Valle dell’Acquasanta, in uno dei luoghi più selvaggi e sconosciuti dei Monti Sibillini.
DISCESA: Come già accennato, la discesa per la cresta proposta non è assolutamente consigliabile, neppure in caso di difficoltà. Pertanto una volta raggiunta la cima di Punta Bambucerta, si percorre tutta la cresta Sud in direzione della cima che sovrasta Forcella Cucciolara, che rappresenta il punto più alto del percorso (foto n.28, 353681,4 E – 4758668,1 N; 1950 m.).
Dalla cima, per traccia di sentiero, si scende a destra alla sottostante Forcella Cucciolara (foto n.33, 15 minuti, 353573,3 E – 4758548, 6 N; 1920 m.) e qui si prende il sentiero che scende a tornanti nel canalone erboso del versante Sud in direzione delle Sorgenti del Fiastrone poste nel fondovalle.
Raggiunto il Fiastrone lo si attraversa (40 minuti, 354075,1 E – 4757863,3 N; 1505 m.) e si prende il sentiero di fondovalle che scende verso Bolognola, attraversando nella prima parte un restringimento formato da alte pareti di scaglia rossa. Dopo circa 2 chilometri di sentiero si raggiunge la strada sterrata di fondovalle che si prosegue fino all’area pic-nic con fontana, posta all’imbocco della valle. Sottostante l’area si trova una comodissima mulattiera attrezzata con un percorso vita che conduce alle prime case di Villa da Capo quindi, in discesa fino all’auto (1 ora).