IL FOSSO CACARABBIA – CUPRA MARITTIMA

OLTRE I MONTI SIBILLINI (ascensioni ed esplorazioni in altre catene montuose)
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A pochi chilometri di distanza dall’abitato di Cupra Marittima (AP) e dal mare si apre un selvaggio e profondo vallone denominato Fosso Cacarabbia o Canyon di Piazza di Coso come riportato su Google Earth.

L’escursione è facile ma è complicata in quanto sono presenti deviazioni laterali più evidenti che possono confondere, è come una immersione in una foresta tropicale, ci si inoltra in una intricata e fittissima boscaglia con rovi, stracciabraghe, tralci di edera e vitalbe che scendono dai rami di alberi altissimi, rami e tronchi di piante cadute fino a raggiungere una piccola e umidissima forra piena di felci, muschi e ed epatiche, scavata nell’arenaria per poi ritornare all’auto tramite un percorso ad anello.

Il tutto si svolge ai margini di campi coltivati e case di campagna ma nel fosso, essendo scavato in alte pareti di arenaria, non arrivano i rumori della civiltà.

Ringrazio il mio amico Tony Galdi che ci ha fatto scoprire, insieme a Romina ed Angelo, questo luogo selvaggio ed a cui potete fare riferimento per visitare il fosso.

ACCESSO: In auto dal centro di Cupra Marittima si prende per via Ennio Ruzzi fino ad un incrocio in salita che prosegue in collina verso Contrada San Michele, si superano alcune azienda agricole quindi, ad un incrocio a destra con un edificio circolare, si prosegue dritti su strada sterrata per altri 250 metri fino al punto di parcheggio dove inizia il sentiero, nei pressi di una casa colonica abbandonata situata sotto strada. (403352,8 E – 4764230,4 N; 230 m.; vedi percorso GPS).

Oppure si prende in direzione di contrada S.Egidio e si prosegue per circa 6 chilometri fino ad un incrocio a destra in salita che ritorna in direzione mare e conduce al punto di parcheggio.

DESCRIZIONE: Dalla strada sterrata si scende verso la casa colonica sottostante, poco visibile e dove è presente perfino una grotta scavata nell’arenaria, si curva e si prosegue in direzione opposta fino ad un secondo tornante dove si devia di nuovo in direzione opposta attraversando un campo di olivi. Alla fine del campo una traccia di sentiero cambia di nuovo direzione e conduce nel fosso. Per il proseguimento consiglio di seguire la traccia GPS allegata in quanto il fosso è davvero selvaggio, ci sono dei tratturi di servizio che lo raggiungono ma che occorre ignorare. Si prosegue sempre nel fondo del fosso e si raggiunge un piccolo lago, si prosegue per altri 500 metri sempre nel fondo del fosso fino a raggiungere la forra che si supera anche grazie ad un ponticello di legno (attenzione). Si continua ancora per il fondo del fosso per poi risalire la sponda destra orografica fino ad una grotta. Da qui in salita si risale nei campi della sponda del fosso e si chiude l’anello per traccia di sentiero tra campi incolti e tratti di bosco.

1- La planimetria completa da Cupra Marittima.
2- Dettaglio per raggiungere l’inizio del percorso
3- Il percorso ad anello completo.
4- La casa colonica abbandonata situata all’inizio del percorso
5 – 6 – La grotta a servizio della casa colonica scavata nell’arenaria.
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7- Una Vanessa Atlanta si gode il sole di dicembre nel muro della casa colonica.
8- Si inizia subito con una folta vegetazione del rampicante Smilax aspera detta non a caso “stracciabraghe” o “salsapariglia”.
9- E qualche ormai vecchio cardo dei lanaioli (Dipsacus fullonum).
10- L’edera, abbondantissima nel fosso, forma quasi un vaso sanguigno su un vecchio tronco.
11- Il laghetto sitato nel fosso a metà percorso.
12 – 14- Non mancano funghi di diversi tipi.
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15- Tony Galdi nel suo ambiente preferito.
16 -19 – Il percorso è accidentato e intricato.
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20- Vista da un lato del sentiero per farvi capire quanto è intricata la vegetazione, una vera e propria rete vegetale.
21- 23 -Gli alti alberi si intrecciano sopra le nostre teste
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24- E lunghi tralci di edera scendono dagli alberi creando uno scenario davvero da foresta tropicale.
25- Ruscus aculeatus o detto volgarmente Pungitopo di altezza superiore al metro, veramente eccezionale.
26 – Nella forra abbondano felci (Dryopteris filix-mas)
27- E anche la bellissima Asplenium scolopendrium o Lingua Cervina.
28- E l’adiantum capillus veneris o Capelvenere.
29- Giunti nella forra le pareti si fanno molto più strette e alte.
30- Fori di vespe solitarie colonizzate da ragni nelle pareti della forra.
31- 32 – Ma siamo vicino a Cupra marittima o in America centrale ??
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33- Il raro muschio Plagiomnium undulatum che sembra quasi una pianta erbacea tanto è grande.
34- Anche le epatiche abbondano nella forra.
35- L’umidità crea delle immagini straordinarie.
36 – 42 – Immagini della forra del Fosso Cacarabbia.
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42- il ponticello di legno che permette di superare il tratto finale più incassato della forra.
43- La grotta situata in una parete di conglomerato posta all’uscita dalla forra.
44- L’interno della grotta che sembra scavata dall’uomo ma non si hanno conferme, è visitata da numerosi animali come mostrano le tracce di escrementi in primo piano.
45- Il sottoscritto nel fosso Cacarabbia o in una foresta tropicale ????

Le successive immagini di paragone le ho riprese in una vera foresta tropicale in Honduras nel 2017, non sono molto diverse…….

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49 – 50- Funghi di foresta tropicale
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51- felce tropicale molto simile alla felce della foto n.26
52- felce tropicale molto simile a quella della foto n.27
53- felce tropicale molto simile a quella della foto n.28
54 – 55- La foresta tropicale si differenzia per le varie specie di Tillandisie che crescono su rami e tronchi……….
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56 – ………E dalle variopinte orchidee epifite.
57- Pianta satellitare del sito
58- <dettaglio del fosso Cacarabbia
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