Scomparsa per diverso tempo da un sito di cui non rivelo l’ubicazione per salvaguardare la rara specie dove l’avevo trovata tempo fa, a seguito di una sistemazione di una strada di montagna apparentemente inutile nel gruppo Nord dei Monti Sibillini, fortunatamente è ritornata nel suo habitat la Salamandrina di Savi.
La salamandrina dagli occhiali settentrionale (Salamandrina perspicillata Savi), detta anche salamandrina di Savi, è un anfibio caudato della famiglia Salamandridae, molto simile alla Salamandrina terdigitata, dalla quale è stata separata nel 2005 in base a studi genetici.
La Salamandrina di Savi presenta testa piuttosto lunga ed occhi sporgenti, coda più lunga della testa e del corpo, parti superiori brunastre o nerastre con macchia più o meno triangolare sul capo gialla o vermiglia, ventre pallido con macchie scure, gola nera e parti inferiori delle zampe e della coda degli adulti rosso brillante. Gli adulti misurano dai 7 agli 11 cm di lunghezza, coda compresa. Il carattere distintivo rispetto agli altri urodeli europei è la presenza di quattro dita sulle zampe (anziché 5).
È endemica dell’Italia a nord del fiume Volturno, più frequente sul versante tireenico. A nord è diffusa fino in Liguria. Frequenta principalmente zone montuose e collinari degli Appennini, solitamente tra i 200 m e i 900 m di altitudine.
Vive in aree forestali con abbondante sottobosco solcate da ruscelli privi di ittiofauna predatrice.
Nonostante la protezione formale, questo anfibio risulta essere minacciato da una gestione non corretta degli habitat naturali (alterazione degli ecosistemi forestali, estese ceduazioni lungo impluvi e vallecole, captazioni senza rilascio del minimo deflusso vitale, rilascio di ittiofauna aliena, attività escursionistiche estreme come il torrentismo, ecc.
L’habitat di forra umida dove vive la Salamandrina di Savi.