LE GROTTE PARALLELE DELLA SCRUFOLA – RIO SACRO

I nostri “piccoli” Monti Sibillini ci regalano sempre nuove emozioni.

Grazie allo spirito di esplorazione di Manuel e alla tecnologia di una Termocamera a raggi Infrarossi usata per la certificazione energetica degli edifici abbiamo scoperto due nuove grotte situate una di fronte all’altra nei due versanti opposti, all’imbocco della Valle di Rio Sacro.

Con la Termocamera IR abbiamo mappato la parte finale della Valle di Rio Sacro dalla strada di fondovalle proprio per scoprire eventuali cavità da dove esce aria più fredda rispetto all’ambiente ed abbiamo così individuato da lontano la posizione della grotta più profonda, d’inverno, l’assenza delle foglie nella copertura boscosa, facilità la ricerca che altrimenti sarebbe impossibile fare.

Le due grotte non sono descritte in alcuna bibliografia, ne inserite nel Catasto delle Grotte e Cavità della Regione Marche nonostante la più grande abbia le caratteristiche minime necessarie di altezza (4 metri) e profondità (6 metri) per esserne inserita, non sono ricordate dagli anziani della Valle per cui non hanno neppure un nome.

Le grotte si aprono sotto ad vallone, delimitato ai lati da due speroni di roccia, che veniva chiamato dai Valligiani “Sodo della Scrufola”.

Dai racconti di mio nonno Angelo di Acquacanina, in questo vallone, una volta erboso ma attualmente ricoperto da un folto bosco, venivano portati i maiali al pascolo allo stato brado in quanto chiuso da entrambe i lati da cui il toponimo “Scufola” da “scrofa”.

Per cui non avendo notizie storiche del nome di queste grotte le abbiamo chiamate le “Grotte parallele della Scrufola” proprio in base al toponimo conosciuto più vicino.

Notizie storiche di anziani ormai non più in vita, che hanno custodito il loro segreto, narrano di una fantomatica grotta usata come rifugio dai Partigiani durante la seconda guerra mondiale proprio in questa zona, anche se sembra che dovrebbe essere più ampia, per cui non sappiamo se è questa che abbiamo scoperto l’effettiva Grotta dei Partigiani narrata nella zona.

Abbiamo proseguito l’esplorazione delle pareti e versanti dell’ultimo tratto di circa un chilometro del Rio Sacro prima della sua confluenza con il Fiastrone, attraversando più volte il torrente anche se non è questo il periodo migliore per guadarlo vista la temperatura dell’acqua !!!! ma non abbiamo trovato altre cavità.

ACCESSO: Si raggiunge in auto da Acquacanina l’imbocco della strada sbarrata della Valle di Rio Sacro dove si parcheggia.

DESCRIZIONE: Si scende a piedi la strada sterrata della Valle di Rio Sacro fino al ponte sul Fiastrone, si prosegue la strada per altri circa 500 metri fino al boscoso Vallone della Fonte della Pernice dove, d’inverno, scende un rivolo d’acqua captato da un grosso tombino in cemento presente di fianco alla strada. Si prosegue ancora 20 metri e si scende a sinistra sottostrada su una traccia di sentiero. La traccia scende dapprima nel bosco del “Sodo della Scrufola” verso il Rio Sacro per poi riprendere il fondo roccioso del fosso che presenta alcuni facili salti da scendere fino al torrente (10 minuti dalla strada).

La prima grotta (che abbiamo chiamato anche la Grotta della Sentinella), poco più che una cavità, si trova sulla parete di destra del fosso roccioso, 5 metri sopra il Rio Sacro.

L’altra grotta (la Grotta dei Partigiani ??) si trova esattamente sul versante opposto, occorre guadare il Rio Sacro e salire un ripido pendio terroso fino alla base delle pareti opposte.

Visitate le grotte si consiglia di risalire il greto del Rio Sacro (magari d’estate) ed in circa 500 metri, si raggiunge una breve ma stretta forra rocciosa oltre la quale la valle si allarga e diventa boscosa non presentando più interesse.

Di seguito le immagini dell’escursione.

1- Il Vallone della Fonte della Pernice da cui si scende alle grotte con il fosso ed il tombino in cemento a destra.
2- La traccia che scende dal Sodo della Scrufola verso il Rio Sacro, in alto uno dei torrioni che delimita questo vallone.
3- I salti rocciosi finali del fosso, visti dall’alto, prima di confluire con il Rio Sacro che si vede in fondo.
4- I salti rocciosi della foto n.3 visti dal basso.
5- Il Rio Sacro
6 – 7 – La prima cavità , situata a destra del fosso.
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8- La cavità vista dalla sponda opposta con, in alto, uno dei torrioni che delimita il vallone del “Sodo della Scrufola”.
9- Immagine della Termocamera IR con la seconda grotta colorata in azzurro (più fredda rispetto all’ambiente) visibile al centro della foto.
10- Zoom sul centro della foto n.9, la cavità più fredda si distingue meglio.
11- L’ingresso “freddo” della grotta adesso è davvero evidente.
12- Il ripido pendio terroso che permette di raggiungere la grotta del versante opposto , oltre il greto del Rio Sacro.
13- saliamo il pendio con il Rio Sacro in fondo.
14- Alle spalle il torrione che delimita a sinistra (in discesa) il vallone del “Sodo della Scrufola”.
15- 18 – La grotta del versante opposto, più grande e profonda.
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19 – 20- Veduta dall’interno della grotta.
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21 – 22- Nella parete del fondo della grotta sono presenti particolari stratificazioni rocciose.
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23- Nella parete sono presenti anche dei nuclei di Pirite (Solfuro di ferro).
24- Stratificazioni rocciose di colore nero del pavimento della grotta.
25- L’altro torrione roccioso che delimita a destra il “Sodo della Scrufola” visto dall’ingresso della grotta.
26- La confluenza del Rio Sacro con il Fiastrone.
27 – 28- Risaliamo il greto del Rio Sacro in esplorazione.
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29 – 30 – La forra rocciosa del Rio Sacro presente a circa un chilometro dalla confluenza con il Fiastrone.
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31- L’ultima parte della forra rocciosa del Rio Sacro.
32- Una grandissima pianta di edera risale le pareti rocciose con stratificazioni verticali della forra
33- La grande edera della forra.
34 – 35 – La parte finale della forra del Rio Sacro oltre la quale la valle si allarga e diventa boscosa.
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36- Petasites hybridus in fioritura sul greto del Rio Sacro.
37- Siamo a marzo e già stanno fiorendo i primi fiori primaverili, l’anemone epatica (Hepatica nobilis)
38- La Primula acaulis.