PRIMA USCITA POST TERREMOTO – IMMAGINI PRIMA E DOPO

REPORTAGE POST SISMA OTTOBRE 2016
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A più di un mese di distanza dalle terribili scosse che hanno sconvolto le nostre zone abbiamo fatto una prima timida uscita in montagna fino al Pizzo Tre Vescovi per vedere un po’quanto è successo.

Questo che vi propongo non è, come al solito, un nuovo itinerario, ma è una raccolta di immagini prima e dopo sisma e contemporaneamente una riflessione di come 60 secondi possono cambiare la vita di noi abitanti delle zone montane e l’aspetto dei nostri monti.

Sui Monti Sibillini ho scritto tante avventure di giorni memorabili, felici e spensierati.

Sapevo ormai da 40 anni della pericolosità delle montagne, sono passato più volte vicino a luoghi di morte come nella strada del Fargno dove sono presenti due lapidi di sventurati che hanno trovato lassù la fine dei loro giorni, nell’alta Val di Panico nel luogo dove è morto Giancarlo Grassi, uno degli alpinisti più famosi d’Italia,  ma mai avrei pensato un giorno di vivere una esperienza di  distruzione di popoli e paesi così ampia a causa delle forze di sollevamento delle montagne.

Guardo le montagne con il solito timore e rispetto di luoghi impervi e pericolosi ma ora anche con il timore di luoghi spaventosamente distruttivi.

Personalmente ho pagato anche io il prezzo di vivere vicino alle montagne, il mio ufficio e laboratorio chimico distrutti e la mia casa, seppure ancora integra per fortuna, ma tra una desolazione di palazzi distrutti e disabitati. Quando ripercorrerò i miei monti li guarderò con occhi diversi, di chi li ha tanto amati ma di chi li teme ancor di più.

Nonostante le mie più di 900 uscite nei Monti Sibillini, sembra strano ma avevo tanti altri itinerari da inventare, scoprire e da far scoprire agli appassionati di montagna, ora sarà molto difficile anche immaginarli, lassù tutto è cambiato e non sarà più come prima.

Pensavo già al mio terzo libro: “1000 giorni nei Monti Sibillini” ; comunque, con lo spirito di chi va in montagna, sempre avanti senza mai fermarsi.

Vi avevo lasciato con le foto della scarpata di faglia cosismica prodotta con il terremoto del 24 agosto 2016  (foto n.1) nel canale sud del Monte Vettoretto, purtroppo quella spaccatura descritta e documentata in un mio itinerario non era che un piccolo graffio sulla crosta terrestre.

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Dopo il 26 ottobre la scarpata si è ulteriormente abbassata ed una seconda si è aperta anche 200 metri più a valle della prima che corre sotto al cosiddetto “cordone del Vettore” alla base dello Scoglio dell’Aquila e ben più profonda ma ancora non siamo riusciti a raggiungerla e documentarla.

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2 – 3 Grandi frane si sono formate un po’ dappertutto nei Monti Sibillini; qui siamo sulla strada che collega la Pintura di Bolognola al Rifugio del Fargno in corrispondenza dell’ultima faggeta.

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4- Una volta da questo punto venivano giù solo grandi slavine !!

5- La Croce di Pizzo Tre Vescovi, che spettacolo che era con la prima nevicata autunnale !!!

6- Smossa dal sisma e terminata l’opera dal vento ormai è ridotta così
7- Il Fosso di San Simone il 22 aprile 2016, nei pressi di Casali, con il contatto di faglia tra le placche di calcare massiccio a destra e la scaglia rossa a sinistra, epicentro del sisma di Ussita.
8- Adesso il Fosso è completamente riempito da detriti di frane, il canale trasversale tra le due pareti non esiste più, è stato riempito di pietre. 
9- Il Monte Bove Nord visto dalla cima di Pizzo Tre Vescovi, estate del 2016.
10- La parete est del Monte Bove Nord con le conoidi di detriti, alla base dei colatoi, formati dalle numerose frane (chiazze bianche) che si sono staccate dalla parete e, a destra, la grande frana dello spalto Centrale.
11- La grande frana nello Spalto Centrale del Monte Bove Nord
12- La sommità dello Spalto Centrale, novembre 2015, di fronte lo Spalto Orientale e sullo sfondo il Pizzo Tre Vescovi  ed il Rifugio del Fargno.
13 Immagine del novembre 2015 della cima di Monte Bove Nord proprio dalla sommità dello Spalto Centrale attualmente franata (la cresta in primo piano è quella franata visibile nella foto n.12).
14 – La base del canale della via Moretti-Mainini alla est del Monte Bove con le grandi conoidi di detriti in confronto con i faggi del margine del bosco.
15- La base degli spalti nel versante nord del Monte Bove, anche qui grandi conoidi di detriti, in alto, indicato dalla freccia, il canale della via Maurizi-Taddei, dove c’è la famosa “finestra” (Vedi il mio libro “I Miei Monti Sibillini”) completamente riempito di detriti, chissà se la finestra ha tenuto o è crollata. Nel margine sinistro il camino di attacco dello spigolo nord della via “Aletto-Consiglio” ormai irripetibile a causa dei massi instabili che ancora dovranno cadere dalla parete.
16- Masso di diverse tonnellate staccato dalla sua sede e capovolto di lato a Pescolletta.
17- Dopo la visione di tanta distruzione un po’ di meritato relax; pattinaggio su ghiaccio sul laghetto di Pescolla !!!!; sullo sfondo il Pizzo Tre Vescovi e a destra il Monte Acuto.

Alla fine di questa terribile esperienza spero di poterci risentire in tempi migliori e magari con qualche bel nuovo itinerario.

Una ultima riflessione che ho trovato nella reception di un albergo di Alba Adriatica che ospitava terremotati senza casa di Marche e Lazio:

PIANGI, MEDITA, VIVI

UN DI’ LONTANO QUANDO SARAI DEL TUO FUTURO IN VETTA

QUESTO FIERO URAGANO SEMBRERA’ UNA NUVOLETTA

Gianluca Carradorini – Bruno Bartolazzi – Fausto Serrani   Dicembre 2016

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