A più di un mese di distanza dalle terribili scosse che hanno sconvolto le nostre zone abbiamo fatto una prima timida uscita in montagna fino al Pizzo Tre Vescovi per vedere un po’quanto è successo.
Questo che vi propongo non è, come al solito, un nuovo itinerario, ma è una raccolta di immagini prima e dopo sisma e contemporaneamente una riflessione di come 60 secondi possono cambiare la vita di noi abitanti delle zone montane e l’aspetto dei nostri monti.
Sui Monti Sibillini ho scritto tante avventure di giorni memorabili, felici e spensierati.
Sapevo ormai da 40 anni della pericolosità delle montagne, sono passato più volte vicino a luoghi di morte come nella strada del Fargno dove sono presenti due lapidi di sventurati che hanno trovato lassù la fine dei loro giorni, nell’alta Val di Panico nel luogo dove è morto Giancarlo Grassi, uno degli alpinisti più famosi d’Italia, ma mai avrei pensato un giorno di vivere una esperienza di distruzione di popoli e paesi così ampia a causa delle forze di sollevamento delle montagne.
Guardo le montagne con il solito timore e rispetto di luoghi impervi e pericolosi ma ora anche con il timore di luoghi spaventosamente distruttivi.
Personalmente ho pagato anche io il prezzo di vivere vicino alle montagne, il mio ufficio e laboratorio chimico distrutti e la mia casa, seppure ancora integra per fortuna, ma tra una desolazione di palazzi distrutti e disabitati. Quando ripercorrerò i miei monti li guarderò con occhi diversi, di chi li ha tanto amati ma di chi li teme ancor di più.
Nonostante le mie più di 900 uscite nei Monti Sibillini, sembra strano ma avevo tanti altri itinerari da inventare, scoprire e da far scoprire agli appassionati di montagna, ora sarà molto difficile anche immaginarli, lassù tutto è cambiato e non sarà più come prima.
Pensavo già al mio terzo libro: “1000 giorni nei Monti Sibillini” ; comunque, con lo spirito di chi va in montagna, sempre avanti senza mai fermarsi.
Vi avevo lasciato con le foto della scarpata di faglia cosismica prodotta con il terremoto del 24 agosto 2016 (foto n.1) nel canale sud del Monte Vettoretto, purtroppo quella spaccatura descritta e documentata in un mio itinerario non era che un piccolo graffio sulla crosta terrestre.
Dopo il 26 ottobre la scarpata si è ulteriormente abbassata ed una seconda si è aperta anche 200 metri più a valle della prima che corre sotto al cosiddetto “cordone del Vettore” alla base dello Scoglio dell’Aquila e ben più profonda ma ancora non siamo riusciti a raggiungerla e documentarla.
2 – 3 Grandi frane si sono formate un po’ dappertutto nei Monti Sibillini; qui siamo sulla strada che collega la Pintura di Bolognola al Rifugio del Fargno in corrispondenza dell’ultima faggeta.
4- Una volta da questo punto venivano giù solo grandi slavine !!
5- La Croce di Pizzo Tre Vescovi, che spettacolo che era con la prima nevicata autunnale !!!
Alla fine di questa terribile esperienza spero di poterci risentire in tempi migliori e magari con qualche bel nuovo itinerario.
Una ultima riflessione che ho trovato nella reception di un albergo di Alba Adriatica che ospitava terremotati senza casa di Marche e Lazio:
PIANGI, MEDITA, VIVI
UN DI’ LONTANO QUANDO SARAI DEL TUO FUTURO IN VETTA
QUESTO FIERO URAGANO SEMBRERA’ UNA NUVOLETTA
Gianluca Carradorini – Bruno Bartolazzi – Fausto Serrani Dicembre 2016