Tutti gli amanti della montagna sanno che questo che propongo ovviamente non può essere un nuovo tracciato, andare alla cosiddette “Pisciarelle”, all’imbocco della valle dell’Infernaccio è cosa normale per migliaia di persone che ogni anno percorrono questo luogo essendo parte del classico itinerario per raggiungere il Romitorio di S. Leonardo o l’alta valle del Tenna fino alle sue sorgenti (Capotenna).
Non tutti sanno invece:
- Che solo per una decina di giorni all’anno, ai primi di aprile, il sole, nel tardo pomeriggio tra le 16 e le 16.30, si insinua nel profondo della valle dell’Infernaccio riuscendo ad illuminare dal lato ovest in modo particolare, quasi ad accendere di luce, le decine di cascatelle e rivoli d’acqua che, cadendo nel vuoto da un enorme tetto di roccia, formano le cosiddette “pisciarelle”.
Questo fenomeno permette agli appassionati di fotografia di poter fare dei bellissimi scatti ed immortalare delle immagini uniche.
- Che quest’anno, tra il terremoto dell’Ottobre del 2016 ed una eccezionale nevicata invernale le forze della natura si sono scatenate con una potenza distruttiva enorme come mai si era visto prima in questa valle.
Il terremoto dell’Ottobre 2016 ha provocato distacchi di rocce dalle pareti sovrastanti del versante nord di M. Zampa e enormi frane che hanno stravolto la strada di accesso.
Inoltre la zona delle Pisciarelle è stata interessata da una enorme valanga, stimata in circa 40.000 metri cubi di neve che ha coperto perfino l’ingresso della galleria che permette di superare le gole dell’Infernaccio ed ha spazzato via il, forse già lesionato dal sisma, ponticello in cemento e legno che permetteva di attraversare l’impetuoso torrente Tenna, i suoi resti si trovano un centinaio di metri più a valle.
Anche anni addietro ho visto grandi valanghe nella stessa zona ma mai così imponenti come quella di quest’anno.
Nella zona sembra che sia scoppiata una bomba, piante di tutte le misure spezzate dalla furia della slavina e dalle frane, massi ovunque e una completa desolazione regna in queste zone.
Dallo slargo delle Pisciarelle si nota nei torrioni dentro alla valle anche la grande chiazza bianca della frana del Torrione destro de “Le Vene” che ha formato addirittura un laghetto nella valle del Tenna ma che per motivi di sicurezza non abbiamo raggiunto.
Non aggiungo altro, le immagini che seguono parlano da sole.
Al mattino avevamo fatto un giro dalle parti di Montegallo ad osservare la chiesa di Santa Maria in Pantano e la grande frana del Sasso Spaccato, ecco quello che abbiamo visto rimanendo senza parole:
VALLE DELL’INFERNACCIO
9-10 Le condizioni della strada che dal parcheggio scende alle Pisciarelle.
12-13 Sopra, l’ex ponte sul torrente Tenna forse lesionato dal terremoto e spazzato via dalla furia della slavina. Tutto intorno una enorme quantità di alberi sradicati e spezzati, sembra ci sia stata una esplosione.
17- 18 Le Pisciarelle viste da sotto il grande tetto che le forma.
E per concludere dopo la visione di tanta distruzione un Aneddoto del tipo: “che strani “animali” si incontrano in montagna”:
Tornando dalle Pisciarelle verso il parcheggio di Valleria, ancora irraggiungibile in auto, incontriamo diverse persone che scendevano tra cui uno strano soggetto solitario di Fermo, con giacca nera di pelle stile Fonzie (!), berretto consumato dal tempo (era praticamente a brandelli !!), maglietta anch’essa scolorita dal tempo (sembrava mimetica !!!) e borsa a tracolla anziché zaino, piena di macchie (!!!!) che alle 17 del pomeriggio (!!!!!) si stava dirigendo verso l’imbocco della Valle dell’Infernaccio per andare al Romitorio di S. Leonardo per vedere i danni del terremoto in quanto era un amico di Padre Pietro.
Ci fermiamo a chiacchierare con lui, ci dice che sono tanti anni che va in montagna (io pensavo che erano invece tanti anni che non ritornava a casa viste le condizioni) ed inizia a raccontarci di uno strano incontro che aveva fatto nel 2016 mentre scendeva dal Laghetto di Palazzo Borghese per la via del Canale verso Foce.
Continuo il racconto con sue testuali parole:
“ Scendendo all’interno del bosco ad un certo punto noto in lontananza uno strano animale:
- un cane non era
- un lupo non era
- una volpe non era
- un gatto selvatico non era
- una lepre non era
- una faina non era
- uno scoiattolo non era
- un cinghiale non era
- un asino non era
- un capriolo non era
- un camoscio non era
- un cervo non era
- un orso non era
gli corro dietro, non riesco a vederlo bene ne a fotografarlo e ad un certo punto scompare, per esclusione era sicuramente una lince…. non poteva che essere altro che una lince !!! ”.
(non ci sono mai stati avvistamenti di lince nei Monti Sibillini e neppure nell’intero Appennino ma solo su alcune remote zone delle Alpi)
Lo ascoltiamo un po’ perplessi poi lo salutiamo, noi ci dirigiamo verso Rubbiano e lui scende verso le Pisciarelle.
Alla sera a casa ricevo un messaggio dal mio amico Bruno (conosciuto in montagna):
(sue testuali parole)
Stasera ho visto un animale davanti casa mia ….. un gattu non era…. un cà non era … uno scoiattolo non era…un cinghiale non era…… un porcu non era…..era sicuramente un ippopotamo !!!!!
Alla mattina del giorno dopo ricevo invece un messaggio dal mio amico Fausto (anche lui conosciuto in montagna):
(sue testuali parole)
Appena alzato me so affacciato dalla finestra. davanti casa c’era un animale….. Un orsu non era….un orango non era… un gorilla non era…. Uno yeti non era….. Ho guardato mejo….. era mi socera !!!!!!!
….….. che strani “animali” si incontrano in montagna !!!………………………………….
GIANLUCA CARRADORINI, FAUSTO SERRANI, BRUNO BARTOLAZZI, MARCO COPERCHIO E VERONICA VEROLINI APRILE 2017