MONTE CANFAITO – PARCO REGIONALE MONTE SAN VICINO.
Il Monte Canfaito è un monte del gruppo del Monte San Vicino caratterizzato da faggete secolari famose in tutte le Marche soprattutto d’autunno per il foliage, come va di moda adesso chiamare la colorazione autunnale delle foglie degli alberi caducifoglie.
Si consiglia di visitare questi boschi in giorni lavorativi per evitare il caos dei fine settimana dove centinaia di persone si riversano nei boschi a fare selfie.
Canfaito si raggiunge sia da Matelica salendo da Braccano per il Monte San Vicino e seguendo le indicazioni per il sito oppure da San Severino Marche salendo per Elcito e anche qui seguendo le indicazioni fino all’ampio parcheggio presente nella radura tra i boschi.
Il giorno che lo abbiamo visitato quest’anno purtroppo era nuvolo e soprattutto il foliage non era ancora al massimo della colorazione.
Di seguito le immagini dei boschi e dei funghi presenti.
CIMA TOGNAZZA E CAVALLAZZA DA PASSO ROLLE – TRENTINO ALTO ADIGE
A causa della chiusura autunnale degli impianti di risalita in quota sulle Pale di San Martino abbiamo dovuto ripiegare per itinerari di media quota raggiungibili da Passo Rolle.
In particolare siamo saliti alla Cima Tognazza e Cavallazza partendo dal parcheggio sottostante la Chiesina della Madonna Assunta di Passo Rolle per un percorso storico della Grande Guerra (foto n.16).
Da qui si sale in direzione della cresta Est della Tognazza evitando la pista d sci e prendendo direttamente la cresta rocciosa che presenta facili passaggi di I° grado fino alla cima a 2207 m.
Sulla cresta di vetta della Tognazza (1 ora) si trovano numerosi spit che segnano il termine delle difficilissime vie di roccia della vertice parete Est come visibile nelle foto n.22-23-24.
Dalla Tognazza si prosegue per tracciato di cresta scendendo un centinaio di metri per poi risalire su roccette e per sentiero attrezzato con cavi di acciaio fino alla Cavallazza piccola a 2303 metri (1,5 ore).
La cima della Cavallazza piccola è traforata da numerose gallerie e aperture di vedetta scavate durante la Prima Guerra Mondiale.
In cima è possibile visitare diverse gallerie e finestre che permettono vedute inusuali delle cime dolomitiche circostanti.
Dalla cima si scende alla forcella a 2230 metri per poi risalire ripidamente in un’altra ora alla Cavallazza a 2326 metri.
Nella discesa, una volta ritornati alla forcella tra le due cime della Cavallazza scendere al sottostante Lago di Cavallazza per poi risalire nel sentiero in quota che raggiunge il Biotopo dei Laghi Tognazza. (1 ora)
IN GIRO INTORNO ALLE PALE DI SAN MARTINO: PRATI FOSNE – BAITA SEGANTINI E CIMA ROLLE- LAGO DI CALAITA.
PRATI FOSNE: I Prati Fosne sono situati in una meravigliosa Malga, caratterizzata da un enorme masso staccatosi del sovrastante Monte Cimerlo, è situata nel margine Sud del Gruppo delle Pale di San Martino, si accede da Fiera di Primiero per Tonadico (TN) risalendo in auto la Val Canali, si supera la Villa Welsperg e si continua per 1,5 chilometri fino ad una deviazione a sinistra che sale il versante opposto. Dopo circa un chilometro di salita su strettissima strada si parcheggia in apposita area in quanto le successive strade sono vietate quindi si prosegue a piedi, è bene ricercare il luogo con GPS. Questo luogo lo avevo visto più volte nelle riviste di montagna ma non ero riuscito mai a sapere dove si trovava, poi riconoscendo la montagna sullo sfondo l’ho trovato su Google Earth e mi ero riproposto di raggiungerlo per la sua bellezza, in effetti è proprio così, semplicemente un luogo da sogno.
Di seguito le immagini dell’incantevole luogo, vi ricordo che i prati sono privati ed è vietato raggiungere i Masi e le Baite.
BAITA SEGANTINI E CIMA ROLLE DA PASSO ROLLE: Da Passo Rolle si raggiunge a piedi in circa 40 minuti la Baita Segantini, posta di fronte al gruppo Nord delle Pale di San Martino ed in particolare del Cimon della Pala. Dalla baita si prosegue per cresta a destra in 30 minuti fino a raggiungere la Cima Rolle (2221 m.)
LAGO DI CALAITA: Il Lago di Calaita si raggiunge in auto da Canal San Bovo quindi proseguendo la valle a a piedi si raggiunge la Forcella Calaita, un meraviglioso terrazzo panoramico sul versante Ovest delle Pale di San Martino.
Il tempo perfetto, limpido e senza vento, in cinque giorni di escursioni non abbiamo mai visto neppure una nuvola, cosa davvero particolare nelle Dolomiti, ci ha permesso di fare delle foto splendide in quanto il lago era un vero specchio, le acque, al mattino presto, erano immobili.
ITINERARIO ETNOGRAFICO A CAORIA – CANAL SAN BOVO – TRENTINO ALTO ADIGE
Bellissimo itinerario storico a monte dell’abitato di Caoria, dove avevamo affittato una meravigliosa baita con vista sul paese.
Dalla frazione di Caoria, nel comune di Canal San Bovo (TN), si sale in auto per la strada di Scalon verso la vecchia segheria fino a Ponte Stel dove è presente un ampio parcheggio.
Da qui diparte un sentiero sulla destra che sale nel bosco con l’indicazione “Anello dei Pradi”, come visibile nella foto n.1.
Il sentiero, perfettamente segnalato e provvisto di numerosi cartelli indicanti le tradizioni storiche della valle (foto n.7), attraversa bellissimi e verdissimi boschi e conduce ad alcuni Masi fino a raggiungere i meravigliosi Masi Tognola.
Dai Masi Tognola il sentiero continua per chiudere l’anello e scendere al Ponte Stel nei pressi della vecchia segheria.
Si allega tracciato GPS di discesa dai Masi Tognola al Ponte Stel che può essere percorso anche in salita.
FERRATA VAL DI SCALA – CANAL SAN BOVO – TRENTINO ALTO ADIGE
Nella strada che collega Canal San Bovo (TN) alla sua frazione, Caoria, scende un fosso che forma una serie di cascate dove, ai suoi lati, è stata realizzata una ferrata didattica in quanto contempla tutti i possibili passaggi classici delle ferrate, scale su pareti verticali e con tratti strapiombanti, ponte tibetano, tratti attrezzati con cavi a progressione su roccia, tratti bagnati molto impegnativi.
La ferrata presenta un dislivello di 250 metri con due lunghi tratti verticali su placche rocciose da 30 e 70 metri, si sale in poco più di un’ora, è comodissima in quanto si parcheggia l’auto alla sua base e si ridiscende su sentiero nel bosco laterale, chiaramente per la salita necessita della normale attrezzatura per ferrata.
Di seguito le immagini della salita.
MONTE SAN VICINO E LA GROTTA DI SAN FRANCESCO
La salita al Monte San Vicino, 1483 metri, permette di godere di un panorama ampissimo grazie al fatto che questo monte si trova isolato e distante dai principali gruppi montuosi dell’Appennino Centrale che pertanto non coprono la visuale. La salita alla cima può essere abbinata alla visita della Grotta di San Francesco presente nel versante Sud.
ACCESSO: In auto si raggiungono i Prati di San Vicino mediante la strada Provinciale n.90 Matelica-Pian dell’Elmo.
DESCRIZIONE: Dal pianoro erboso a 1187 metri, si prende il sentiero segnalato per la cima del M. San Vicino, dopo circa 100 metri si devia a destra per la Grotta di San Francesco che si raggiunge in circa 20 minuti. generalmente per raggiungere la cima del M. San Vicino si ritorna indietro a prendere il sentiero normale, piuttosto banale, noi invece, per rendere più entusiasmante la salita, abbiamo aggirato lo spigolo roccioso della Grotta e siamo saliti dapprima per un ripido e ampio canalone erboso poi ci siamo spostati verso sinistra e siamo andati a prendere il filo della cresta rocciosa che prosegue sopra al torrione dove si apre la grotta, dove, con passaggi di I° grado, in 40 minuti dalla grotta, abbiamo raggiunto il bosco sommitale della cima del M. San Vicino.
Da qui in altri 15 minuti verso sinistra abbiamo raggiunto la cima caratterizzata dalla grande croce e da numerosi ripetitori (purtroppo).
La discesa viene fatta per il sentiero normale che riconduce ai Piani del San Vicino.
Di seguito le immagini dell’escursione.
IL ROMITORIO E LA FONTE DEL BEATO UGOLINO, LE LAME ROSSE.
Itinerario storico, breve, facile e con una bella panoramica sul Lago di Fiastra ma poco conosciuto.
Si raggiunge prima la Fonte poi il Romitorio del Beato Ugolino quindi si può proseguire per affacciarsi sul grande e ripido canalone della parte superiore delle Lame Rosse.
Il Beato Ugolino, l’anacoreta dei monti Sibillini, nacque a Fiegni, di Fiastra, intorno ai primi anni del XIV sec. Il padre fu Malagotto III, discendente di quella nobile famiglia dei conti Malagotti, Signori di ben quattro feudi: Appennino, Poggio, Cerreto, Fiastra.
La madre, Lucia, non sopravvisse al parto e lo lasciò orfano. Ugolino fin dall’infanzia ebbe una salda formazione spirituale, che lo portò a proseguire da solo, senza tentennamenti, il cammino della vita anche quando a tredici anni gli morì il padre. Da quel momento il giovane, libero di disporre della sua volontà, maturò l’idea di vendere la proprietà lasciatagli dal genitore in ossequio al precetto della perfezione evangelica. Così a vent’anni vendette la proprietà e si ritirò in un eremitaggio.
Ugolino preferì ritirarsi in solitaria meditazione in una grotta presso Fiegni.
Forse poco tempo fa abbiamo ritrovato anche la Grotta dove Ugolino si ritirò in eremitaggio, vedasi l’articolo in questo Blog “LA GROTTA DEL BEATO UGOLINO E LA GROTTA DI NICOLA – VALLE DEL FIASTRONE” del 21 novembre 2023.
Qui sarebbe rimasto fino alla sua morte, vivendo in unione di preghiera e di meditazione.
Lo ristorava una sorgente, che la tradizione vuole fatta scaturire da lui stesso. Si dice che una temporanea dimora il Beato l’abbia avuta a S. Liberato, un eremo fatto costruire probabilmente da S. Francesco d’Assisi, non lontano da Fiegni.
Operò interventi a favore di quanti, attratti dalla fama della sua santità, ricorrevano a lui fiduciosi. Guarì un certo Pietro, zoppo fin dalla nascita e impossibilitato a camminare; restituì la vista a un tale Antonio che aveva perso un occhio nel tagliare la legna; guarì gli indemoniati. Il Beato Ugolino rimase nell’eremo per circa trent’anni e morì nel mese di dicembre del 1373. Dopo la morte, il corpo del Beato venne portato nel vicino castello di Fiegni e collocato nella chiesa dedicata a S. Giovanni Battista.
ACCESSO: Si raggiunge in auto la frazione di Fiegni di Fiastra per la strada Provinciale n.58 che costeggia il Lago di Fiastra. Si raggiunge prima la chiesa di Santa Lucia a Paninvetre, quindi proseguendo, il Santuario del Beato Ugolino, aperto solo la domenica. la strada prosegue verso il terrazzo panoramico del Balzo della Rufella con una veduta verticale sul Lago quindi raggiunge Rufella e sale verso Fiegni. All’ingresso della frazione la strada si divide, a destra prosegue verso Collemese e San Maroto con la bellissima chiesa del Santissimo Salvatore che consiglio di visitare al ritorno. A sinistra si entra nel paese e raggiunge la Chiesa di San Flaviano. Si parcheggia all’ingresso di Fiegni.
DESCRIZIONE: Nell’incrocio delle tre strade asfaltate, in corrispondenza di una edicola (foto n.1) parte una sterrata in lieve salita che in circa un’ora conduce comodamente alla Fonte del Beato Ugolino.
Durante il tragitto è possibile avere dei bellissimi scorsi del Lago di Fiastra e della sottostante Valle del Fiastrone.
Raggiunta la fonte dopo poche centinaia di metri si apre la grande radura erbosa dove si erge il Romitorio, dietro ad esso, poco visibile, inizia un sentiero poco frequentato che, in costante ma lieve salita e in circa un’ora, conduce ad una grande radura con tracce di vecchie recinzioni in legno, dove si perde.
Qui è consigliato usufruire di una navigatore satellitare per ritrovare l’imbocco nel successivo bosco alla fine della radura in salita verso Nord, che, in altri 300 metri di tragitto sempre in lieve salita, conduce nella parte superiore del grande canalone breccioso dove, in fondo, si possono osservare le alte guglie delle Lame Rosse.
RITORNO: Per lo stesso itinerario descritto oppure, nel canalone delle Lame Rosse è presente una traccia che lo taglia in quota e che, in un altro chilometro circa, conduce alla Fonte Sottacqua dove un sentiero ritorna indietro Ovest nel fosso e scende verso la Grotta dei Frati per poi riprendere il sentiero che conduce alla parte terminale delle Lame Rosse per chiudere così un percorso circolare.
L’attraversamento del canalone delle Lame Rosse è consigliato solo ad escursionisti esperti in quanto molto ripido e con breccia mobile anche se a tratti sono presenti alberi che facilitano il passaggio.
Di seguito le immagini dell’escursione.
MONTE LIETO Per il canale Est.
L’11 ottobre 2024, da solo, sono salito al Monte Lieto per un nuovo tracciato, il canale Est che inizia dalla discesa della strada Forca di Gualdo-Castelluccio poco prima che spiana in corrispondenza del Pian Perduto.
La salita è facile anche se ripida, presenta un dislivello di circa 550 metri, si parte da 1395 metri della strada per arrivare alla cima di Monte Lieto a 1940 metri, in poco più di un’ora di salita.
Il Monte Lieto è caratterizzato da ripidi pendii nei versanti Nord, Est e Sud con incisi canali, già ho descritto in questo blog la salita per il canale Sud, la cosiddetta “direttissima” dalla Valle Canatra e la salita invernale della cresta Nord dalla Forca di Gualdo.
SALITA: Il canale Est si presenta con un tratto iniziale piuttosto ripido ed inciso e con alcuni saltini rocciosi che rendono interessante la salita. Poi il canale si allarga, costeggia a destra il rimboschimento a conifere, prosegue verso delle rocce ai lati del canale per poi scemare nei pendii sovrastanti che si fanno però più ripidi e fino alla cresta di uscita.
All’interno del canale ho ritrovato due carcasse di Bovini che vengono lasciati pascolare nella zona e una forse di capriolo, a dimostrazione della ripidità dei pendii laterali.
Inoltre, cosa molto interessante, a monte del rimboschimento a conifere sono stati piantati anche numerosi esemplari di Pino Mugo che addirittura si sta riproducendo in modo notevole, creando così un orizzonte di arbusti contorti spontanei oltre il limite del bosco.
Nei Monti Sibillini in poche località è stato introdotto il Pino Mugo, ad esempio nel versante Est del Monte Castelmanardo ma in questo luogo riesce a stento a vivere e riprodursi.
Il Pino Mugo spontaneo è molto raro nell’Appennino, vegeta abbondantemente solo nel massiccio della Majella.
La discesa può essere effettuata nel pendio destro del canale.
Di seguito le immagini della salita proposta.
LAGO FONTANA BIANCA – RIFUGIO CANZIANI – LAGO VERDE – LAGO LUNGO. Parco dello Stelvio – Trentino Alto Adige.
Salendo in auto la Val d’Ultimo da Lana si raggiunge, con un ultimo tratto strettissimo, il Lago Fontana Bianca. Dal Lago si sale a piedi verso il Lago Verde e Rifugio Canziani, anche se dotato di impianto di risalita privato.
Quindi si scende verso il Lago Lungo per poi ridiscendere, con un percorso ad anello, al Lago Fontana Bianca.
Il giro, effettuato il 16 agosto 2024, è adatto a tutti, presenta una lunghezza di circa 14 chilometri e oltre 600 metri di dislivello.
In totale in sei giorni di soggiorno nella zona di Merano, in Trentino Alto Adige, da solo ho percorso circa 70 chilometri e salito oltre 4000 metri di dislivello.
Di seguito le immagini dell’escursione in Val d’Ultimo.
CIMA GIOVO DAL PASSO DI MONTE GIOVO – TRENTINO ALTO ADIGE
Il 13 agosto 2024 da solo, da Tirolo ho raggiunto in auto il Passo di Monte Giovo a 2094 metri, tra la Val Passiria e l’Alta Valle dell’Isarco.
Dal Passo sono salito a piedi per la lunghissima cresta rocciosa prima raggiungendo l’Antecima Nord poi proseguendo sempre su ripidissima cresta, attrezzata nell’ultimo tratto sulla verticale placca Nord con una ferrata, fino a Cima Giovo a 2481 metri (2 ore).
Dalla cima si può proseguire per alcune centinaia di metri fino all’Antecima Est per poi ritornare indietro.
La discesa viene effettuata per lo stesso itinerario di salita con particolare attenzione nel tratto di ferrata praticamente verticale, ovviamente più difficile in discesa.
Anche questo itinerario è lungo ed impegnativo, è riportato nella bibliografia della zona e si può seguire la traccia GPS allegata di seguito.
Al ritorno consiglio di visitare anche i Laghetti Rinnersattel a 2035 metri presenti nei pressi del Passo.