FONTE CERESETO da Rio Sacro per il Poggiolo

Anche questo itinerario è proposto dal nostro amico Manuel che si sta rilevando uno dei maggiori conoscitori della Valle di Rio Sacro.

L’itinerario si ricongiunge a quello proposto da Federico che invece ha raggiunto la Fonte Cereseto dal Vallone di Pian Camillo.

La Fonte Cereseto, assieme alla Fonte della Pernice, al fontanile della Val di Fibbia ed all’ormai perduta Fonte del Rio Sacro, completa la serie dei fontanili attorno al Rio Sacro che oggi giacciono pressochè dimenticati ed in abbandono, in zone a volte impervie e non facili da raggiungere.
L’itinerario qui proposto, a completamento/integrazione del percorso proposto da Federico (Monte Cacamillo-Fonte Cereseto-Rio Sacro), permette tramite un sentiero piuttosto antico un più comodo collegamento tra la Fonte Cereseto ed il Rio Sacro. La risalita o discesa del canalone antistante la zona dei cascinali, infatti, è ad oggi difficilmente percorribile perché il pendio già ripido di suo è invaso dalle molte piante abbattute dalle slavine. Inoltre occorre guadare il Rio Sacro cosa che, nei mesi in cui la portata d’acqua è maggiore, non sempre è così facile.

PER RAGGIUNGERE IL PUNTO DI PARTENZA: Si percorre la Strada Provinciale n.47 che dal Lago di Fiastra sale verso Bolognola. Si raggiunge il comune di Acquacanina con le sue varie frazioni quindi dopo la frazione di Oppio si supera il fontanile presente al lato sinistro della strada e la frazione di Vallecanto, dopo circa 300 metri in una diretta si incontra il tratturo chiuso con sbarra che scende a destra con indicazione per la Valle di Rio Sacro dove si parcheggia (351965,6 E – 4764318,5 N; 770 m.).

Si oltrepassa la sbarra e si scende per la strada sterrata, proseguendo su di essa.

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Lungo la strada nel tratto che costeggia il Rio Sacro, un ammasso di neve caduto a fine dicembre con una slavina, grazie alla copertura di detriti  (foglie e rami), resiste bene nonostante le temperature tutt’altro che rigide di questo febbraio 2022. La foto 2 che era stata fatta un mese e mezzo prima, il 2 gennaio, ci mostra che non si è ridotto poi di molto.
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In questa invernata 2021/2022 un bell’esemplare di airone cenerino si è stabilito lungo le sponde del Rio Sacro. Lo avevamo già incontrato ai primi di gennaio e lo rivediamo oggi, più volte. Cammini lungo la stradina che costeggia il fiume e te lo trovi davanti all’improvviso, che si alza in volo dall’acqua dove cerca il cibo.
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Una volta percorsa tutta la stradina che costeggia il Rio Sacro, qualche decina di metri prima dello spiazzo finale, si imbocca il ben conosciuto sentiero n.321 che sale verso il Casale Gasparri ed il Monte Rotondo (tre omini in pietra in questo punto). Il sentiero che porta verso la Fonte Cereseto, non menzionato su nessuna bibliografia e che non ha alcuna segnaletica in loco, si stacca da quest’ultimo dopo circa un quarto d’ora di cammino. Sotto è riportata la traccia del nostro percorso su carta IGM e sulla carta dei sentieri 1:25000 edita da SER.
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Il sentiero 321 inizia a salire presentando nel tratto iniziale tre tornanti, due destrorsi ed uno sinistrorso. Al secondo tornante (sinistrorso) si incontra una vecchia traccia di sentiero che porta verso la zona delle sorgenti del Rio Sacro, e che poi si dovrebbe ricollegare al sentiero per la fonte del Rio Sacro (tragitto questo che ho in programma di provare e che ho indicato qui con delle frecce sulla Mappa). La traccia di sentiero che risale in direzione del Monte la Banditella la si vede netta dal basso in presenza di neve (la foto è scattata dallo spiazzo su cui termina la stradina che affianca il Rio Sacro). Al tornante su cui siamo passati la traccia è stata sbarrata con dei rami, presumo per non indurre in errore gli escursionisti diretti verso il Casale Gasparri.
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10 – Noi oggi invece proseguiamo verso la Fonte Cereseto. Superato il terzo tornante, inizia un tratto diritto di qualche centinaio di metri. Ad un certo punto, sulla sinistra, parte il sentiero per la fonte, il cui imbocco a causa della vegetazione non è facilmente individuabile. Si tenga come riferimento il faggio sulla sinistra, in foto. Noi abbiamo lasciato un omino di pietre che però non si sa quanto resisterà. Chi segna il sentiero verso Casal Gasparri conosce solo quella via e tende ad eliminare tutto ciò che può indurre in errore gli altri escursionisti.
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Una volta imbroccata la traccia però le difficoltà finiscono perché ci si trova davanti una comoda mulattiera denominata “strada de la Rosa”, che si intuisce un tempo essere stata importante, adatta anche ad un escursionismo semplice. Nonostante lo stato di abbandono e l’assoluta assenza di segnaletica, il sentiero non è stato invaso dalla vegetazione e si procede comodamente su pendenza non eccessiva e incontrando anche qualche suggestivo passaggio tra le rocce.
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16- Tronco di faggio abbattuto da un fulmine
17- La Val di Fibbia vista dal sentiero che stiamo percorrendo
18- I ruderi della Badia di Rio Sacro, visti dall’alto.
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Questo è il punto dove in mappa il sentiero disegna due tornanti. A metà del secondo tornante, come indicato sulla mappa, vi è in effetti un bivio ma la seconda traccia si intuisce essere secondaria e dunque vi è poca possibilità di errore.
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Dopo un altro breve tratto di faggeta si arriva su una zona più aperta. Siamo in cima al più ampio dei due canaloni che salgono di fronte alla zona dei cascinali. Si tenga come riferimento il faggio sulla sinistra indicato nella foto 22 dove prosegue il sentiero. Proseguendo diritti invece vi è un altro sentiero che si ricollega, più in alto, a quello che dalla zona de li merigghi passa per il Col di Mezzo.
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23- Intanto, l’aquila volteggia sopra il Rio Sacro
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Passando di fianco al faggio evidenziato prima ci si affaccia nel canalone e si intravede la traccia di sentiero che lo attraversa e poi prosegue. Il passaggio fortunatamente è libero mentre poco più sotto ci sono molti tronchi abbattuti dalle slavine.
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26- Attraversato il canalone, un vecchio omino indica la prosecuzione del sentiero nel bosco
27- Si risale fino ad un bel poggio roccioso, sullo sperone che divide i due canaloni, superato il quale rimane un ultimo piccolo tratto di sentiero (in verità poco evidente in quest’ultimissima parte) al termine del quale arriviamo in vista del fontanile.
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Dal fontanile, proseguendo ancora per pochi metri si arriva ad incrociare il secondo canalone. Anche da qui parte una traccia da cui si può risalire verso il Col di Mezzo. Più in alto vi è una sorgente da cui parte la captazione che porta l’acqua alla fonte, che arriva tramite un tubo in ferro interrato. Eventualmente dal Col di Mezzo si può riprendere il sentiero che riporta in direzione del Casale Gasparri. Da lì si riprende in discesa il sentiero 321 per tornare al Rio Sacro completando così un percorso ad anello. Se invece non si sale, oltre il canalone nota una vecchia traccia di sentiero da cui si dovrebbe in teoria riuscire a collegarsi all’itinerario già descritto da Gianluca per la Grotta della Rosa, con un ulteriore alternativa quindi per il ritorno verso il Rio Sacro.
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32 – 33- Il tracciato del percorso proposto, visto dal Monte Val di Fibbia.
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GIRO DEL MONTE CASTEL MANARDO

Salita classica effettuata il giorno dopo una lieve nevicata e sopra ad un mare di nebbia che rivestiva Marche e Abruzzo, in compagnia di un bellissimo ed espertissimo cane randagio che ci ha seguito dalla Pintura di Bolognola per tutto il tragitto.

Saliti per i campi da sci di Bolognola abbiamo proseguito per la strada fino al Monte Berro quindi siamo saliti alla cima del Monte Castel Manardo per la cresta Nord-est, abbiamo proseguito per lo Scoglio del Montone e ridiscesi per la Forcella Bassete fino alla strada del Fargno da cui siamo ritornati all’auto.

Di seguito le immagini del giro.

1- La strada che collega i campi da sci di Bolognola con Il Casale Grascette e il Casale Ricci.
2- Un mare di nebbia ricopre le colline marchigiane, in basso la Valle Tre Santi.
3- Il tratto di strada con il poggio del Monte Berro in fondo.
4- Il nostro meraviglioso compagno di escursione.
5- Il Monte Amandola ed il mare di nebbia che si estende fino in Abruzzo.
6- Il poggio del Monte Berro.
7- La cresta Nord-est del Monte Castel Manardo sale dal Monte Berro.
8- Inquietante targa metallica fissata a terra sulla cima del Monte Berro, chi mette nuovo nomi alle cime scritti sulle pietre e chi mette targhe, ma nessuno vigila.
9- Da sinistra il Monte Rotondo, Monte Pietralata e Monte Cacamillo, visti da Monte Berro.
10- 11- I pendii Nord-est del Monte Castel Manardo con il penoso innevamento che, a metà Febbraio, non riesce a coprire neppure l’erba.
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12- Accumulo di 20 centimetri di neve !!!! modellata dal vento.
13- 14- Discesa dalla cima del Monte Castel Manardo verso lo Scoglio del Montone, sullo sfondo a sinistra il Pizzo Berro e a destra il Pizzo Tre Vescovi. con le cime coperte dalla nebbia.
14- Il Monte Rotondo a destra.
15- La cresta che scende dallo Scoglio del Montone verso Forcella Bassete, dapprima pensavo che il cane fosse preoccupato dalla discesa della cresta innevata ma sbagliavo, non ha avuto la minima difficoltà anche sui pochi tratti gelati.
16- 17- Discesa dallo Scoglio del Montone con tratti gelati e tratti con 30 centimetri di neve fresca.
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18- Il versante Ovest dello Scoglio del Montone.
19- Il Pizzo Regina emerge dalla nebbia.
20 -21- 22- Il nostro peloso compagno di escursione a Forcella Bassete.
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SCOGLIO DELL’AQUILA – Versante Ovest Cima del Lago – Cima del Redentore.

Salita classica, era l’unica che, in questo periodo di carenza di neve, presentava una striscia di neve continua e anche dura dalla strada alla base dello Scoglio dell’Aquila.

Saliti con Virginia e Silvia, che era la prima volta che provava i ramponi, complimenti.

Di seguito le immagini della salita.

1- 2- Il canale di salita, l’unico con neve continua fin dalla strada, in alto a destra lo Scoglio dell’Aquila.
2 (ph. Virginia G.)
3- l’Autore (ph. Virginia G.)
4- Nel tratto dove si incontra la scarpata di faglia prodotta dal Terremoto del 2016, visibile a destra nel tratto erboso.
5 – 6- Fasi di salita
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7- Lo Scoglio dell’Aquila con il canale di San Benedetto, diventata ormai una salita classica invernale “grazie” ai social.
8- 9- 10- Il tratto più ripido alla base del Cordone del Vettore
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11- 12- Ci avviciniamo alla base dell’Scoglio dell’Aquila, sullo sfondo il Piano Grande praticamente senza neve.
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13- Alla base del Canale di San Benedetto.
14 – 15- 16- 17- Scendiamo alla base dello Scoglio dove sono presenti numerosi grandi massi per riposarci un po’ (ph. Silvia)
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18- Rapida discesa su neve fresca, a destra il paese di Castelluccio senza neve.
19 – 20- Discesa in scivolata su neve ammorbidita.
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Omaggio a Paolo Petrini

Il 6 Febbraio ci ha lasciato il nostro amico Paolo Petrini.

I vecchi alpinisti dicono che ormai non c’è più nulla da fare nei Monti Sibillini.

I nuovi alpinisti non sanno fare altro che ripetere vie già fatte, talvolta in modo ossessivo, ma non hanno lo spirito esplorativo che caratterizza un vero alpinista.

Paolo andava sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, di diverso, oltre lo spigolo, oltre il torrione, parlava con gli anziani della zona per avere notizie e spunti, andava alla scoperta di nuovi luoghi da visitare, della salita alternativa.

Una per tutte la salita su roccia della parte terminale della cresta Sud di Pizzo Berro.

Lo conobbi molti anni fa con Fausto in una delle mie serate di proiezioni di immagini sui Monti Sibillini, parlammo a lungo, ci scambiammo numerose notizie, informazioni e curiosità.

Stefano e Monica lo ricordano nelle loro uscite.

Si ritrovò con Fausto a combattere il male, un giorno gli disse che noi, come lui, eravamo gli ultimi alpinisti esploratori dei nostri monti, lui purtroppo non ce l’ha fatta in questa ardita salita.

Se n’è andato cosi uno degli ultimi alpinisti esploratori dei nostri meravigliosi monti.

Ciao Paolo, ci ritroveremo sulle nostre cime.

Croce di Monte Bove caduta dopo il terremoto, Ph. Stefano Ciocchetti
Versante Est di Monte Amandola, Ph. Monica Capretti
La cresta Sud del Pizzo Berro dove Paolo ha firmato una delle sue più belle salite.



SASSO DI PALAZZO BORGHESE Diretta Nord invernale.

Il Sasso di Palazzo Borghese è ben noto per la sua imponente parete Est che domina tutta la conca del Laghetto mentre la parete Nord è poco conosciuta.

Stretta, articolata ma ripidissima, la parete Nord di Sasso Borghese la si osserva sulla sinistra se dal Laghetto si sale per il sentiero verso la Sella tra il Monte Porche ed il Monte Palazzo Borghese ma, a quanto mi risulta dalla bibliografia, non è percorsa da alcuna via ne invernale se tantomeno su roccia.

Il 27 gennaio 2022, con Stefano, abbiamo risalito la parete Nord per il ripido canale innevato che delimita la parete Nord sulla destra, con una probabile via nuova invernale.

ACCESSO: Per salire la via si deve raggiungere il Laghetto di Palazzo Borghese partendo da Foce di Montemonaco e risalendo l’ormai conosciutissimo “canale”.

DESCRIZIONE: Giunti alla conca del Laghetto (almeno 1,5 ore dal Foce) si prosegue in direzione della parete Est piegando in netta salita verso destra fino a raggiungere la base dello spigolo Nord dove si innalza un ripido canalino innevato (foto n.1, 20 minuti).

Questo canalino è stato già salito da noi più volte in precedenza, il giorno della salita questo tratto era riempito di 30-40 cm di neve fresca accumulata dal vento che ci ha costretto a risalire il pendio ancora più a destra dove sale il sentiero estivo per poi traversare verso sinistra a riprendere il canale alla base della parete Nord.

Giunti alla base della parete si costeggiano a sinistra dei torrioni di roccia dove il canale gira ed inizia ad impennare. Si prosegue in netta salita e si continua nel canale che si stringe.

In circa 150 metri si raggiunge l’uscita del canale in corrispondenza del sentiero estivo che, dalla sella del Monte Palazzo Borghese, raggiunge la cima rocciosa del Sasso di Palazzo Borghese, poco prima del tornante dove è presente la lapide in ricordo degli alpinisti che nel 1976 precipitarono dalla parete Est durante il tentativo di scalarla (foto n.2, altri 40 minuti) .

Il canale presenta una pendenza di 45-50 nell’ultimo tratto in uscita, è facile ma chiaramente richiede attrezzatura alpinistica invernale, è interessante perché completa il panorama delle salite al Sasso di Palazzo Borghese, alcune delle quali da me effettuate e già descritte in questo sito, quale la via su roccia della cengia e cresta Est, già ripetuta da un’altra cordata, e il canale Est invernale, già diventata una salita classica ripetuta da diversi alpinisti.

La parete Nord potrebbe riservare anche una variante di salita ancora più a sinistra del canale, risalendo un canale-camino ed il sovrastante imbuto presente tra i torrioni di roccia superati ma le condizioni di scarso innevamento trovate nel giorno della salita non ce lo hanno permesso.

DISCESA: Dalla sella tra Il Monte Palazzo Borghese ed il Sasso dove si scende una volta raggiunta la cima dell’ardita parete rocciosa, si scende nel sottostante pendio-canale di destra situato alle falde delle pendici Est del Monte Porche che, in 45 minuti, riporta velocemente al Laghetto

1- Il tratto iniziale del canale che dal Laghetto costeggia la parete Nord, in alto si vede l’intaglio del canale oggetto della salita effettuata.
2- La parete Nord del Sasso di Palazzo Borghese vista dal Monte Porche con il tracciato della nostra via invernale.
3- La parete Nord del Sasso di Palazzo Borghese vista dal sentiero di salita per la Sella del Monte Porche con il tracciato della nostra via invernale
4- La parete Est del Sasso di Palazzo Borghese illuminata dalla luce del primo mattino.
5-6- Lo spigolo Nord con il canalino innevato che consente, in caso di neve buona, di raggiungere l’attacco della via proposta.
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7-8- L’imbocco del canale di salita con, a sinistra i torrioni rocciosi che lo caratterizzano (ph. Stefano Ciocchetti).
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9- Partiamo con il primo tiro di corda per affrontare il tratto più ripido del canale (ph. Stefano Ciocchetti) .
10- Sulla sinistra è visibile un camino-canale che , in caso di buon innevamento, potrebbe consentire una variante di salita parallela (ph. Stefano Ciocchetti) .
11 – 18- Momenti di salita nel tratto più ripido
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16 (ph. Stefano Ciocchetti)
17 (ph. Stefano Ciocchetti)
18- Sullo sfondo il Monte Sibilla (ph. Stefano Ciocchetti) .
19- 20- L’uscita del canale sui ripidi pendii sotto alla cima di Sasso di Palazzo Borghese.
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22- La cima di Sasso di Palazzo Borghese, a sinistra il M.Palazzo Borghese, a destra il M. Porche (ph. Stefano Ciocchetti) .
23- Castelluccio emerge dalla nebbia del Pian Grande
24- I Monti Gemelli sullo sfondo a sinistra e la cresta del Torrone dietro alle spalle di Stefano.
25- Veduta verticale dalla cima di Sasso di Palazzo Borghese sulla sottostante conca del Laghetto, 250 metri più in basso di salto verticale.
26- Veduta verso Sud, il Monte Argentella al centro, la cima del Redentore a destra ed il Monte Vettore a sinistra.
27- I ripidi scivoli della parete Nord del Sasso di Palazzo Borghese con il Monte Porche sullo fondo.
28- L’ombra della stretta ma ripidissima parete Nord di Sasso di Palazzo Borghese.
29- Veduta verso Nord, il Monte Sibilla a destra e Cima Vallelunga al centro.
30- La parete Est del Sasso di Palazzo Borghese con la cengia appena innevata della nostra via su roccia del versante.
31- La conca tra il Monte Palazzo Borghese di fronte e il Sasso.
32- Discesa rapida verso il Laghetto, tra rare strisce di neve ghiacciata e alti riporti di neve fresca modellata dal vento.
33- La conca del Laghetto
34- Nonostante erano solo le 13 la parete Est era già in ombra.
35- Arbusto di Rhamnus alpina e steli di Verbascum spp. nei pressi del Laghetto



MONTE ARGENTELLA salita invernale per il Canale Gemello di sinistra.

Il 22 Gennaio 2022, con Alicia, Angelo e Valerio, abbiamo raggiunto la cima del Monte Argentella da Castelluccio salendo per la Valle delle Fonti e per il “canale gemello” di sinistra.

La salita del canale di destra l’avevamo effettuata il 22 Dicembre 2020 in condizioni completamente diverse e descritta nel sito a cui rimando.

Stavolta l’innevamento era scarso e in alcuni punti quasi inesistente e comunque anomalo per il periodo ma almeno la giornata era limpida e calda.

Nei pressi della Fonte de Matte’ di cui è rimasta solo la piattaforma di cemento, all’imbocco della Valle delle Fonti è stato messo da poco un tabellone che descrive gli effetti del terremoto del 2016 nella valle che avevo già descritto nella rubrica “reportage posto sisma” a cui rimando.

Di seguito le immagini della salita.

1- Il versante Sud del Monte Argentella visto dalla Valle delle Fonti, per fortuna aveva nevicato il giorno prima altrimenti il versante Sud della montagna sarebbe stato scoperto dalla neve.
2- L’ultimo fontanile della valle, la Fonte dei Casceri, sopra le rocce ci sono gli attacchi dei due canali gemelli.
3- Traversiamo il canale gemello di destra per andare a risalire quello di sinistra.
4- Sulla cresta che divide i due canali.
5- Imbocchiamo il canale di sinistra, la pendenza non è eccessiva e la neve buona, nei prati laterali emerge l’erba, di fronte la cresta del Redentore.
6- Nel canalone che forma un continuo con la Valle delle Fonti sottostante, a destra Castelluccio. il Piano Grande è praticamente senza neve.
7- L’uscita del canale nei pressi del pianoro del Casale dell’Argentella di cui esce dalla neve solo il camino, visibile poco sotto i due salitori sullo sfondo.
8- Traversata verso la cresta Sud del Monte Argentella.
9- Sulla cresta Sud del Monte Argentella con la cima di fronte.
10- Il ripidissimo versante Est del Monte Argentella che scende verso il Piano della Gardosa, sullo sfondo La Cima delle Prata e il Monte Banditello.
11- Il versante Ovest del Monte Torrone.
12- Vista verso Sud, a sinistra il Monte Vettore, a destra la Cima del Redentore.
13- 14- Grandi cornici nella cresta Sud del Monte Argentella.
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15- 16- 17- Iniziamo la discesa verso Forca Viola (ph. Angelo)
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18- La Cima di Forca Viola domina la forca omonima. per lo scarso innevamento è ben visibile il sentiero che sale verso la Cima del Redentore.
19- L’inizio della discesa da Forca Viola, di fronte Castelluccio da dove siamo partiti.
20 – 21- Momenti di discesa nel facile canale sottostante Forca Viola.
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22- Il versante Sud del Monte Argentella visto al pomeriggio dalla Valle delle Fonti, si noti come già si è sciolta la neve del giorno prima rispetto alla foto n.1
23- Video di Angelo
24 – 25 Video di Valerio.
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CROCE DI MONTE ROTONDO DA CASALI DI USSITA

Il 15 gennaio 2022, con Angelo, Alicia e Valerio, siamo partiti da Casali di Ussita e siamo saliti ai Campi di Casali quindi dal fontanile abbiamo preso il sentiero a tornanti che sale verso l’Edicola di S. Antonio.

Giunti alla fonte Scentelle abbiamo deviato a sinistra con un lungo traverso su neve discreta verso la strada Casali-Rifugio del Fargno e da qui abbiamo raggiunto la cresta nella zona denominata Banditella fino alla Croce di Monte Rotondo.

Di seguito le immagini della classica salita.

1- La strada Casali-Val di Panico con 30 centimetri di neve fresca.
2 – 3- La parete nord del Monte Bove Nord domina la valle (foto di Valerio B.).
3 (foto di Valerio B.)
4- La deviazione per i Campi di Casali.
5- I Campi di Casali con vista verso il Fosso La Foce., a destra il Pizzo Tre Vescovi.
6- Il sentiero che sale verso il rimboschimento per l’edicola di S. Antonio.
7- Il Monte Bove Nord e la Croce di Monte Bove visti dal sentiero che sale verso la strada Casali-Rifugio del Fargno.
8- 9- Giunti alla Fonte Scentelle deviamo verso sinistra in direzione della Croce di Monte Rotondo visibile in alto con il suo versante Sud praticamente senza neve .
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10- Il Pizzo Berro a destra e il Pizzo Regina a sinistra.
11 – 12- 13- Il lungo traverso su neve discreta dalla fonte verso la strada Casali-Rifugio del Fargno.
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13 (foto di Valerio B.)
14- La strada Casali-Rifugio del Fargno piena di neve ma i prati sommitali del versante Sud sono puliti.
15- La Banditella e la cresta che sale verso la Croce di Monte Rotondo praticamente in condizioni primaverili.
16- Il Monte Banditella al centro e il Monte Va di Fibbia a destra, nella valle di Rio Sacro, sullo sfondo il Monte Catria più alto della catena appenninica settentrionale marchigiana.
17- Il versante Sud del Monte Pietralata, nella zona del Casale Gasparri.
18- Il versante Nord del Monte Rotondo.
19 – 20- 21- 22- La cresta Est della Croce di Monte Rotondo.
20 (foto Alicia).
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23- La gigantesca croce di vetta della Croce di Monte Rotondo.
24- da sinistra il Monte Acuto, il Pizzo Tre Vescovi ed il Pizzo Regina.
25- Il versante Nord del Monte Rotondo con il canalone Nord tra luce ed ombra, la cui prima salita è stata effettuata da noi in data 19/04/1993 come riportato nella foto di pagina 150 del mio libro “I MIEI MONTI SIBILLINI”.
26- Foto di vetta con i miei amici.
27- Le nostre ombre verso il versante Nord della montagna.
28- La rapida discesa per i canaloni dalla fonte Scentelle ai Campi di Casali.
29- Il PIzzo Berro e la val di Panico sulla destra.
30- La Fonte dei Campi di Casali con l’imponente parete Nord del Monte Bove Nord di fronte.
31- Ombre e orme nel bosco verso Casali.
32- Panoramica verso Sud (foto di Angelo C.)
Panoramica verso Ovest (foto di Angelo C.)
Video panoramica (video di Angelo C.)



MONTE VALVASSETO E MACCHIA TONDA

Il 15 febbraio 2021 avevo riportato delle immagini del raro fenomeno della Galaverna alla Faggeta di Macchia Tonda sul Monte Valvasseto, il 13 gennaio 2022 il fenomeno si è ripetuto ed è sempre uno spettacolo della natura che non smette mai di meravigliare anche se già visto, di seguito le immagini della splendida giornata in compagnia di Paolo e Silvia.

1- Guardando le cime degli alberi si osservano frammenti di cielo, una zona di rispetto tra le piante denominata la “timidezza delle chiome”



CANALE DESTRO SCOGLIO DEL MONTONE – MONTE ACUTO

Il 31 dicembre, con Carlo, Manuel, Gilberto e Valerio abbiamo chiuso in bellezza il 2021 effettuando la salita del facile canale destro dello Scoglio del Montone al Monte Castel Manardo per poi scendere alla Forcella Bassete e proseguire l’ascensione per la cresta Nord-est del Monte Acuto.

Di seguito le immagini della giornata.

1- 2- Il primo tratto del canale destro dello Scoglio del Montone.
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3 – 4- Il tratto finale del canale, più ripido.
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5- La Pintura di Bolognola da dove siamo partiti e, sullo sfondo, il Monte Conero.
6- L’uscita del canale
7- 8- La cresta che scende dal Monte Castel Manardo verso Forcella Bassete.
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9- La salita verso la cresta Nord-est del Monte Acuto con il suo profilo umano.
10- 14- Sulla cresta Nord-est del Monte Acuto.
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15- Il versante Nord del Pizzo Regina. e del Pizzo Berro a destra
16- Il versante Sud del Monte Rotondo nella vallata del Fargno.
17- Slavina a Fonte Bassete caduta dopo un repentino innalzamento delle temperature di alcuni giorni prima nonostante lo scarso innevamento.



MONTE CACAMILLO – FONTE CERESETO – RIO SACRO

Itinerario proposto da Federico, anche questo non è descritto in alcuna bibliografia dei Monti Sibillini, basta seguire le indicazioni in grassetto riportate come didascalie nelle foto più significative.

Grazie a Federico per la collaborazione.

1- Dalla centrale elettrica di Bolognola si segue l’itinerario della Costa dei Frati fino alla cima di Monte Cacamillo, descritto da Gianluca Carradorini a pagina 68 del libro “I MIEI MONTI SIBILLINI“..
2- Il versante Sud del Monte Coglia dove corre un altro itinerario descritto in questo sito (Una assurda via al Monte Coglia), visto dalla cima di Monte Cacamillo.
3 -La rocciosa e ripida cresta della Costa dei Frati che conduce alla cima del Monte Cacamillo.
4- La cresta in prossimità della barriera rocciosa che si deve aggirare per il canalone erboso visibile sulla destra.
5- Il vallone Nord-ovest del Monte Cacamillo che scende verso Rio Sacro..
6- La Val di Tela con, al centro, il vecchio stazzo caratterizzato dall’erba verde, di fronte la parete Nord della Cima Bambucerta.
7- Il versante Nord del Monte Rotondo e la testata della Valle dell’Acquasanta con il cosiddetto “orto della Regina”..
8- Dalla cima di Monte Cacamillo si scende a sud dentro la sella erbosa che la divide da Monte Pietralata (Monte Nero per gli anziani della zona) dove si vedono due piccoli scavi che dovrebbero essere stati ruderi di vecchie capanne dei pastori; da qui si continua a scendere il direzione nord-ovest (destra) dentro al Vallone che conduce a Rio Sacro.
9- Il sentiero che scende nel vallone Nord-ovest, in basso lo stazzo della foto successiva.
10- Si lascia sulla sinistra un vecchio stazzo ai piedi del Vallone, dove crescono ancora i gorbini (olabri o spinaci selvatici).
11- E continuando a scendere per il sentiero si arriva in vista dei primi alberi di faggio, in località Col di Mezzo, dove si incrocia il sentiero che proviene da Pietralata: seguendo questa traccia verso sinistra si arriverebbe al casale di Gasparri.
12- Continuando invece a scendere dentro allo stesso vallone tenendosi sulla destra: qui il prato inizia a cedere il posto agli alberi e agli arbusti. C’è una pianta di faggio con delle incisioni e delle radici articolate.
12- Continuando a scendere ancora si incontra una piccola sorgente sulla destra, da cui esce l’acqua che impantana tutto il terreno, che in questo tratto è fitto di vegetazione.
13- Proseguendo tra le piante sempre in discesa si incontra una vecchia strada che doveva essere un tempo piuttosto importante: seguendola verso sinistra per pochi metri c’è Fonte Cereseto
14 – 17- Fonte Cereseto ed il muretto di contenimento sottostante, nella fonte ci sono incise le date 1935 e Anno XIII (anno tredicesimo dall’inizio del regime fascista: 1922 + 13= 1935).
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18- Proseguendola invece verso destra si arriva ad un muretto a secco appena percettibile dove la strada prosegue sopra.
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19- Ma guardando la cartina IGM si vede che qui c’è una biforcazione, e infatti lasciando questa strada e scendendo nella macchia di faggi sottostante (tenendosi sulla destra del fosso) si intercetta in breve tempo il vecchio sentiero a svolte che scende ai Cascinali, segnato su IGM
20- Il sentiero scende evidente tra rami rovesciati e vegetazione all’interno del bosco fin quasi al fiume, in prossimità del quale è però completamente sparita, e bisogna passare a fatica tra i tronchi venuti giù con le valanghe, i rovi e poi guadare il Rio Sacro e si arriva ai Cascinali.
21- Guardando indietro si vede il Vallone da cui siamo scesi, ritrovare il sentiero e salire da questo vallone risulta molto difficile per la presenza di arbusti e numerosi alberi trascinati dalle slavine.
22- Dai Cascinali si vede il vallone di discesa della foto n.23, da qui si segue la strada brecciata di Rio Sacro e si torna alla macchina
23- Planimetria del sentiero di discesa dalla Fonte Cereseto ai Cascinali di Rio Sacro.
24- Pianta satellitare del sentiero di discesa dalla Fonte Cereseto ai Cascinali di Rio Sacro.