Nei dintorni della Valle di Ombretta, ai piedi della Marmolada, abbiamo visitato diverse cascate e finalmente le abbiamo trovate nel pieno del loro splendore di ghiaccio.
La giornata grigia ha tolto un po’ di colore alle immagini ma lo spettacolo è stato comunque affascinante.
Di seguito le immagini delle escursioni.
LE PRIME PICCOLE CASCATE
123456
LE CASCATE PIU’ GRANDI
78910111213141516171819202122232425262728293031
LA CASCATA CON MAGGIORE SPESSORE DEL GHIACCIO
32333435363738394041- Le pendici meridionali della Marmolada.
LA TERZA CASCATA VISITATA
424344454647
LA CASCATA RU COL AUT – ALLEGHE
Costeggiando il Lago di Alleghe fino alla frana che, sbarrando la valle, lo ha formato, con la Strada Regionale 203 dal Capoluogo si raggiunge la frazione di Masarè, al primo edificio si trova una deviazione a sinistra in netta salita con l’indicazione della Cascata Ru Col Aut, si parcheggia in uno spiazzo e si sale a piedi.
In circa un’ora di comodo sentiero, attraversando tratti di bosco distrutti dalla tempesta Vaia o seccati dall’attacco del Bostrico, si raggiunge la base della cascata che scende dal versante Nordovest del Monte Civetta.
Anche questa cascata purtroppo l’abbiamo trovata solo parzialmente gelata ai lati, di seguito le immagini dell’escursione.
1- Erica con i fiori già pronti per sbocciare con i primi tepori della primavera.2- Amenti di nocciolo.3- Fungo di ghiaccio lungo il torrente che forma la cascata.4- Legno glassato nei pressi del torrente.5- Il fosso che scende dal Monte Civetta e che forma la cascata Ru Col Aut.6 – 11- La cascata Ru Col Aut, appena gelata solo ai lati.789101112 – 14 -Arbusti glassati ai piedi della cascata131415 – 18- Funghi lignicoli attaccano i tronchi morti, sia ancora verticali che caduti, contribuendo al loro naturale degrado.16171819- Tratto di bosco distrutto dalla tempesta Vaia.20 – 21- Una corteccia di un abete secco sembra quasi una pelle morta, rimasta stesa sui rami a ricordo della distruzione subita dal bosco.2122- La distruzione operata dalla tempesta Vaia.23 – 24- Il Lago di Alleghe, anch’esso solo parzialmente gelato vicino alle rive.2425- Il Lago di Alleghe gelato, alla sera riflette le luci degli Hotel.26- Il cartello riportante notizie sulla cascata visitata.
LA CASCATA RETIZ o TERIOL DE RETIC – PIEVE DI LIVINALLONGO
Il 1 gennaio 2025, scendendo da Arabba, abbiamo visitato la cascata di Retiz o Teriol de Retic situata a valle di Pieve di Livinallongo, si scende direttamente da un sentiero sotto alla chiesa del paese, seguendo le indicazioni sul posto e, in circa 20 minuti, si raggiunge la cascata.
Purtroppo le temperature miti di questo inverno nelle Dolomiti non sono riuscite a gelare completamente la cascata, di seguito le immagini della breve escursione.
MONTE MESOLA – AL COSPETTO DEL VERSANTE NORD DELLA REGINA DELLE DOLOMITI, LA MARMOLADA.
Il 1 Gennaio 2025, partendo in tarda mattinata chiaramente, abbiamo raggiunto in auto Arabba quindi siamo saliti in funivia fino al Rifugio Luigi Gorza alla Mesola (2727 m.).
Siamo di fronte al maestoso versante Nord della Marmolada anche se purtroppo chiaramente in ombra costante d’inverno.
Dalla cima ho effettuato una serie di zoom sulle montagne circostanti, al pomeriggio abbiamo fatto anche un salto al Passo Pordoi di seguito le immagini della giornata.
1- Il versante Nord della Marmolada, la Punta Penia al centro e il Gran Vernel a destra.2 – 4- Serie di Zoom sul Gran Vernel 3210 m. il Cervino delle Dolomiti.345- Zoom sulla Forcella Marmolada.6- La Punta Rocca a sinistra e la Punta Penia a destra.7- Zoom sulla Punta Rocca con la stazione della funivia e la pista da sci.8- Zoom sulla Punta Penia 9- Zoom sul ghiacciaio della Marmolada con il seracco del disastroso crollo del 3 luglio 2022.10- Zoom sulla funivia e la pista da sci della Marmolada.11- Veduta dalla Mesola verso Arabba con le piste da sci sottostanti.12- Gli sciatori sembrano tante formiche.13- Veduta del lunghissimo gruppo del Sella con il Piz Boè al centro.14- Il Sasso Pordoi e, a sinistra, il Sassolungo.15 – 16 – Zoom sulla funivia del Sasso Pordoi.1617- Il Piz Boè18 – 19- Zoom sulle cime del Sassolungo.1920 – 21 – Il Rifugio Luigi Gorza.2122 – Il Rifugio Luigi Gorza e la Mesola.23 – 25 -Ci avviciniamo alla cima della Mesola.242526 – 27 – Saliamo verso la cima su lingue di neve.2728- La cima della Mesola.29- Il vallone sotto alla cima della Mesola che scende verso il Lago di Fedaia con la Marmolada di fronte..30- Ultimo raggio di sole su un pilone della funivia.31- La Mesola vista da Arabba.
Immagini dal Passo Pordoi
32- Il Gruppo del Sella visto dal Passo, a destra la funivia del Sasso Pordoi.33- Il Piz Boè.34 – 35- Zoom sulla funivia del Sasso Pordoi.3536- La Croce di Sasso Pordoi e la grande finestra.37- Le pareti del Sasso Pordoi.38- Le dimensioni delle pareti del Sasso Pordoi con i due escursionisti che stanno scendendo nel ghiaione in basso a destra.39- La Punta Grohmann nel gruppo del Sassolungo.
PASSO GIAU – FORCELLA GIAU
Il 31 Dicembre 2024, dal Passo Giau, di fronte all’omonimo Rifugio, abbiamo preso il sentiero N.436 in direzione del Monte Cernera. Si raggiunge dapprima la Forcella di Zonia quindi, attraversando ripidi pendii, la Forcella del Col Piombin 2239 m., lo scarso innevamento ci ha permesso di effettuare questo itinerario altrimenti soggetto a rischio valanghe proprio per i ripidi pendii che si devono superare.
Dalla Forcella si scende a sinistra nel versante Nord della Val Cernera anche in questo tratto su ripido pendio per poi proseguire in fondovalle sotto ad alte pareti in lieve ma costante salita fino ad un vallone sottostante la Forcella Giau (1,10 ore).
Quindi con una ultima ripida salita, in altri 50 minuti, si raggiunge la Forcella Giau a 2370 metri, e la Valle del Mondeval sotto alle splendide pareti della Punta Lastoi de Formin (2657 m.)
Di seguito le immagini dell’escursione invernale.
1- L’inizio del sentiero n.436 dal Passo Giau, qui la cartellonistica non manca di certo.2- Il primo tratto dell’itinerario, con la Ra Gusela nei pressi del Passo Giau.3- La Forcella di Zonia, di fronte il Monte Cernera.4- La Forcella di Zonia, alle spalle l’Averau a sinistra, Il Nuvolau con la Ra Gusela e il gruppo delle Tofane a destra.5- La Ra Gusela.6 – 7- Iniziamo l’attraversamento del ripido tratto tra la Forcella di Zonia e la Forcella del Col Piombin.78- La Forcella del Col Piombin con i Contrafforti rocciosi del Monte Cernera e la Torre Dusso a sinistra.9- Ancora lontana la Punta Lastoi de Formin.10 – 12 -Scendiamo quindi nella Val Cernera.111213- La Val Cernera si apre a valle in direzione delle Tofane.14 – Il nostro tracciato nel versante Nord della Val Cernera.15- Il versante Nord del Monte Cernera.16 – 17 – Ci si avvicina sempre di più al gigantesco muro della Punta Lastoi de Formin.1718 – 23 -L’ultimo tratto di salita, il ripido vallone sottostante alla Forcella Giau.192021222324- La Punta Lastoi de Formin vista dalla sottostante Forcella Giau.25- Raggiungiamo finalmente il sole alla Forcella Giau, di fronte il Monte Pelmo, la Valle di Mondeval sottostante e il Monte Mondeval 2455 m. a destra con la sua lunga cresta di salita.26 -La Punta Lastoi de Formin vista dalla Valle di Mondeval.27- La Valle di Mondeval è un biotopo di interesse naturalistico per la presenza di flora e fauna rara, quel giorno abbiamo sentito anche il canto della Pernice bianca ma senza poterla osservare.28 – 29- Arrampicatori alla Punta Lastoi de Formin.29- Zoom sul camino dove stavano salendo gli alpinisti.30- Le Tofane viste dalla Forcella Giau.31 – 33 – Riprendiamo l’itinerario di ritorno, sempre nel versante Nord, sempre all’ombra.323334- Breve sosta alla Forcella del Col Piombin osservando la Punta Lastoi de Formin e la Forcella Giau sottostante, a destra.35- Riattraversiamo i ripidi pendii verso la Forcella di Zonia.36 – 37- I pendii ormai sono stati raggiunti dal tiepido sole, per fortuna l’innevamento è scarso e non si crea rischio di valanghe.3738- Raggiungiamo il Passo Giau con una luce diversa rispetto alla partenza, a dicembre il sole è molto basso sull’orizzonte e crea lunghe ombre, osservate le differenze con l foto n.2 e 4.39- ATTENZIONE: AUTOVELOX FISSO POCO PRIMA DI PASSO GIAU SALENDO DA SELVA DI CADORE.
CIMA LAGORAI DA PASSO FALZAREGO E I RIFUGI DELLA GRANDE GUERRA – DOLOMITI DEL CADORE – VENETO.
Il 30 Dicembre 2024, dal Passo Falzarego siamo saliti con la funivia fino al Rifugio Lagazuoi quindi per cresta, purtroppo praticamente senza neve, siamo arrivati al Piccolo Lagazuoi, a 2778 m. dove si gode di un panorama davvero eccezionale, in verticale sul Passo Falzarego e Passo Valparola e a 360 gradi sugli altri gruppi Dolomitici Orientali, Il gruppo delle Tofane ad Est, Le punte di Fanes ed il Lagazuoi Nord verso Nord, la Marmolada verso Ovest, Il Monte Civetta ed il Monte Pelmo verso Sud.
Nel pomeriggio abbiamo raggiunto i ruderi della Base e degli Ospedali Falzarego della Prima Guerra Mondiale situati alla base della Piccola Torre Falzarego.
Di seguito le immagini delle due escursioni.
1- La Funivia che conduce al Rifugio Lagazuoi.2- La veduta in verticale sul Passo Falzarego.3- Il gruppo delle Tofane dal Rifugio Lagazuoi.4- La Tofana di Rozes a destra, quindi la Tofana di Mezzo e la Tofana di Dentro a sinistra.5- Le Punte di Fanes con la Punta di Mezzo e Nord.6- Il Rifugio Lagazuoi con il Piccolo Lagazuoi sullo sfondo.7- Il Monte Civetta verso Sud.8- La Marmolada verso Ovest.9- La cresta del Piccolo Lagazuoi con pochissima neve.10 – 11 – La cima del Piccolo Lagazuoi con la croce di vetta.1112- Avvicinamento alla cima, la Tofana di Rozes a sinistra13- La cima del Piccolo Lagazuoi.14- La cresta del Lagazuoi e il Monte Pelmo a destra.15- La cima del Piccolo Lagazuoi.16- In Cima al Piccolo Lagazuoi.17- La Punta Sud di Fanes e la Punta di Mezzo.18- La Punta Nord di Fanes.19- La Tofana di Rozes a destra e la Tofana di Mezzo a sinistra20- La Valle dei Lagazuoi21- Veduta verticale sul Passo Valparola.22- Colonia di Gracchi alpini sono arrivati subito in cima al nostro arrivo per ricevere qualcosa da mangiare.23- Veduta in verticale sul Passo Falzarego.24 – 25- Le pareti del Piccolo Lagazuoi che si innalzano dal Passo Falzarego.25
I RUDERI DELLA BASE E DEGLI OSPEDALI FALZAREGO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE.
Scendendo in auto dal Passo Falzarego verso Cortina d’Ampezzo, dopo circa 1,5 chilometri si raggiunge il Pian dei Menis quindi ad una curva a sinistra si nota una casa rossa abbandonata (Magistrato delle Acque) con un ampio parcheggio dove si lascia l’auto. Dietro la casa inizia il sentiero N. 412 che si addentra nel bosco con una lunga diagonale verso destra fino ad intercettare un ampio tratturo (sentiero N. 423, 30 minuti) dove si devia a sinistra ed in altri 30 minuti si raggiungono i ruderi della Grande Guerra.
26- La Piccola Torre Falzarego alla base della quale sono presenti i ruderi dei rifugi della Prima Guerra Mondiale.27- Pini Cembri o Cirmoli sul sentiero della Grande Guerra.28- La Piramide del Col dei Bos29- La Tofana di Rozes.30- La Piccola Torre Falzarego 2418 m.31- La Piccola Torre e i ruderi dei Rifugi sulla sinistra della foto.32- Un piccolo puntino nero in movimento su una parete a circa 30 metri dal suolo cattura la mia attenzione.33- Faccio uno zoom e vedo che quel puntino nero è un Camoscio.34- Il ripiano erboso dove sorgono i ruderi dei rifugi della Prima Guerra Mondiale.35- Sulla sinistra si vedono i ruderi dei vari rifugi della Grande Guerra proprio alla base della Torre Piccola di Falzarego.36 – 37- I ruderi della Base e degli Ospedali della Grande Guerra.37
FORCELLA AVERAU DA PASSO GIAU – DOLOMITI DEL CADORE – VENETO.
Il 29 Dicembre 2024, da Selva di Cadore siamo saliti in auto il Passo Giau quindi proseguito a piedi per sentiero abbiamo raggiunto la Forcella Averau ed il Rifugio Averau a 2413 metri, costeggiando tutto il versante Ovest del Monte Nuvolau con un percorso di 9 chilometri circa. Peccato per lo scarso innevamento e le temperature miti. Di seguito le immagini dell’escursione.
1- Il Passo Giau con la Ra Gusela, la prima cima del Nuvolau che svetta sul passo.2- Veduta dal Passo Giau verso la conca di Cortina.3 – 4 -Il primo tratto con grandi massi sotto alla Ra Gusela.45- Superiamo la Torre Anna, altra cima del Nuvolau.6 – 7- Il ripido tratto di sentiero per la Forcella dell’Averau, peccato per la poca neve altrimenti sarebbe stata una traversata più impegnativa.78- Giriamo il versante sotto alla cima del Nuvolau ed appare l’Averau con l’omonima forcella.9 – 10- Continuiamo ancora verso l’Averau, 2648 m., ed appare anche l’omonimo rifugio nella forcella.1011- Ormai è salita anche la temperatura e la neve si sta ammorbidendo, per “fortuna” in questo caso, è poca,12- Giunti alla base del Nuvolau, gruppi di “escursionisti” saliti con la seggiovia dal versante di Cortina scendono dalla forcella con calzature da città.13- Tutto il versante Ovest del Nuvolau, 2574 m., che abbiamo attraversato dal Passo Giau nel sentiero che si vede a tratti.14- L’ultimo tratto verso la forcella, in netta salita.15- Con le splendide condizioni atmosferiche che abbiamo trovato tutta la settimana, la visuale spazia su tutte le Dolomiti, qui la regina, la Marmolada. 16- La cresta di salita verso il Nuvolau.17- Il Rifugio Averau nell’omonima forcella.18- Il gruppo delle Tofane, nel versante verso Cortina.19 – 20- L’Averau visto dall’omonima forcella dove sale la seggiovia da Cortina.2021- L’Averau in confronto con un parapendio.22- Riprendiamo lo stesso sentiero per il ritorno.23- Ed iniziamo ad incontrare numerosi escursionisti partiti più tardi di noi, è caldo, io procedo solo con la maglia intima neppure termica.24- Con tutti i tipi di calzature, Doposci, Converse e perfino stivali da pesca !!!!!!!!!!! o forse veniva da Venezia e c’era l’acqua alta.25 – 27 – Dopo neppure un’ora il sentiero percorso è diventato una strada per quanti “escursionisti” si sono avventurati tardi e con calzature inadeguate.262728- Sotto alla Ra Gusela troviamo delle finestre e delle cavità tra i massi caduti nel corso delle ere geologiche.29- Una finestra30 – 31- Una grotta 3132- La Ra Gusela vista dalla sua base è davvero imponente.33- La Cima Ambissola 2715 m. e il Campanile Federa 2706 m.34- La Punta Lastoi de Formin 2657 m. e la Forcella Giau a destra.35- 36 – La mia ombra così piccola nei grandi massi sotto alla Ra Gusela.3637- Ritorno al Passo Giau sotto alla Ra Gusela.38- Il Passo Giau e il Monte Cernera, 2664 m. con la Torre Dusso a sinistra, 2618 m.39- Il Rifugio di Passo Giau, dove ci siamo concessi un ottimo Strudel con Bombardino.
SANTA MARIA IN PANTANO – MONTE OIALONA – Ciaspolata da Colle
In occasione della seconda nevicata della stagione abbiamo raggiunto con le ciaspole la Chiesa crollata di Santa Maria in Pantano e il Monte Oialona, partendo da Colle di Montegallo.
Come ci è accaduto pochi giorni fa al Monte Valvasseto, abbiamo assistito ad un aumento esponenziale del vento in quota nel giro di alcune ore.
Di seguito le immagini dell’escursione.
1 – 2 – Il sentiero che da Colle di Montegallo sale verso Santa Maria in Pantano23- La Fonte Santa, poco prima della chiesa.4- Grande faggio nel bosco intorno alla chiesa.5- I ruderi della chiesa di Santa Maria in Pantano, crollata con il terremoto del 2016, protetta con una tettoia metallica.6- L’imbuto del Monte Vettore, la Cima di Pretare e Sasso Spaccato a sinistra ed il Sassone a destra.7- La Cima di Pretare al mattino presto, vento debole.8- Dopo un’ora, vento medio.9- Dopo due ore, vento forte.10- Nuvola circolare modellata dal vento sopra la cima del Monte Vettore.11 – 12 – La nuvola circolare in pochi minuti ha raggiunto la Cima di Pretare.1213- Il vento dopo più di due ore è arrivato anche a fondo valle ed in quota è fortissimo.14- Il Sasso Spaccato rivestito di neve trascinata dal vento.15- Il Sassone al mattino presto.16- Il Sassone dopo due ore.17- L’imbuto del Monte Vettore con i canali di salita invernali.18- Zoom nell’imbuto nel tratto più ripido.19- Forte vento anche nei Monti della Laga.20 – La zona della Fonte del Pastore.21- La rocciosa cresta Est del Monte Torrone già oggetto di una nostra salita.22- Il Monte Banditello e il pianoro sopra al bosco dove sorge il Casale de Le Pozze.23- Le rocce sopra al Casale de Le Pozze.24- Il Casale Iachini, nel pianoro verso il Monte Oialona.25- La cresta dell’Anticima Nord del Monte Vettore, battuta dal vento.26- Forti folate di vento tra i due imbuti del Vettore.27- Il Monte Sibilla visto dal Monte Oialona.28- 30 – Raggiunto il Monte Oialona ritorniamo verso Santa Maria in Pantano.293031- Lunghe ombre con il sole invernale.
MONTE VALVASSETO – COME LE CONDIZIONI CAMBIANO IN POCHE ORE
Questa giornata è la prova di come le condizioni meteo possano cambiare ormai addirittura nel giro di qualche ora nella stessa giornata, cosa molto sottovalutata specialmente leggendo i post sui social tipo facebook di escursionisti meravigliati che si trovano in difficoltà ripetendo percorsi fatti da amici qualche giorno prima dove invece avevano trovando ottime condizioni meteo e di neve.
Siamo saliti al mattino presto dalla Pintura di Bolognola in assenza di brezza e poi, dopo le 10, si è scatenato l’inferno, raffiche di vento fortissime, per fortuna eravamo al Monte Valvasseto a fare foto con la neve fresca quindi relativamente bassi ma non oso immaginare se fossimo saliti in quota e dovevamo scendere dalle creste del Monte Castel Manardo, visibile nel video, il rientro sarebbe stato davvero critico da qualsiasi parte.
1- La situazione sulle cresta del Monte Castel Manardo alle 11,30 della mattina.2- L’uscita con mia figlia Miriana era dedicata a fare delle foto con la neve fresca.3- La faggeta dei Piani Gra.4 – 5- La pista da fondo era già battura.56 – 8 – Leggera Galaverna ai Piani Gra.789 – 11 – La temperatura è gradevole e non c’è vento, si sta in maniche di camicia per cui decidiamo di salire verso il Monte Valvasseto.101112- Incroci di volpe e capriolo.13 – 14 – Verso la sommità del Monte Valvasseto1415- Ci soffermiamo a fare delle foto.16 – 17- Questa piccola roccia ci sembra una Civetta delle Nevi da lontano.1718- Veduta dal Monte Valvasseto verso il Mare Adriatico.19- La lunga cresta del Monte Sassotetto.20- Veduta verso Ovest con il Monte Rotondo, sulla cima circa 20 centimetri di neve.21- Miriana sul Monte Valvasseto.22 – 23 -Poi inizia a levarsi il vento, sempre più forte in pochi minuti.2324 – 25 -Il vento monta di intensità come si vede sulla cresta Est del Monte Castel Manardo dove già solleva neve, iniziamo a scendere.2526- Faggi “siamesi” nella faggeta dei Piani di Pao.27- Durante la discesa osserviamo il vento salire di forza nelle creste di fronte a noi, qui lo Scoglio del Montone e il Pizzo Regina sullo sfondo.28- Il versante Est del Pizzo Berro con grandi turbinii di neve, i cosiddetti “Diavoli di neve” o Snownado.29- Monte Acuto e Pizzo Tre Vescovi al mattino presto.30- Monte Acuto e Pizzo Tre Vescovi dopo neppure due ore.31- La Forcella del Fargno con il Rifugio omonimo e il Monte Bove Nord.32- E dopo circa due ore.33- La cresta Est del Monte Castel Manardo sopra all’ intaglio della Porta di Berro (Campi da sci di Bolognola), verso le 9, lieve brezza in cresta. 34- Verso le 9,30.35- Ore 1036- Ore 10,3037- Ore 11.38- Ore 11,3039- Ore 12.40- Situazione vista dai pressi della Pintura di Bolognola, tutto il monte è rivestito di neve sollevata dal vento.41- La bellissima cresta che dalla Costa Vetiche sale verso Forcella Cucciolara (Cima di Costa Vetiche), al mattino verso le 9,30.42- La stessa cresta verso le 11.43- Punta Bambucerta a destra e Monte Rotondo sullo sfondo verso le 9.44- Ore 10.45- Ore 11.46- Zoom sulla stessa cresta, ore 10.47- Stessa inquadratura della foto 48 alle ore 11.48- La Madonnina della Pintura di Bolognola alle ore 12.
I CALANCHI DI RIPABERARDA – MONTE DELL’ASCENSIONE
Il Monte dell’Ascensione forma alle sue pendici diversi calanchi, i più spettacolari si trovano sotto al paese di Ripaberarda e di Castignano.
In particolare da Ripaberarda si possono percorrere alcuni itinerari in via di attuale sistemazione partendo dal parcheggio del Cimitero situato sulla sommità della dorsale del paese.
Noi siamo scesi a sinistra del parcheggio per una traccia di sentiero molto panoramico che percorre la cresta di una vallone calanchivo ma poi il sentiero si perde e ci si trova in una inestricabile selva di canna palustre (Phragmites australis) da cui bisogna ritornare indietro.
Un altro sentiero, che parte dalla piazzola panoramica con cartelli e panchine realizzata recentemente sopra al cimitero, si dirige verso i calanchi del versante Est del Monte dell’Ascensione con un percorso più lungo ma meno spettacolare in quanto per un lungo tratto si attraversa un tratto boscoso.
Gli itinerari sono riportati sia su applicazioni GPS che sul luogo mediante segnaletica anche se poco chiara.
Di seguito le immagini dell’escursione.
1 – 2 – l paese di Ripaberarda con i suoi calanchi sottostanti.23- Veduta verticale sui valloni calanchivi.4 – 5- Un po’ di foliage ravviva la giornata nuvolosa.56- Altre immagini dei calanchi visti dalle creste sommitali.789 – 11- Pennellate di colore tra il grigio dell’argilla.101112- Particolare delle creste di argilla dei calanchi che seccandosi si screpolano.13- Il sentiero fatto in discesa dal Cimitero.14- In alto a destra il parcheggio del Cimitero di Ripaberarda da cui si scende.15 – 18 – Immagini dall’alto dei vari calanchi, viene voglia di salire le ripide creste.16171819- Arbusti in competizione di colore.20- Mantide religiosa (Mantis religiosa) “arrabbiata”.21- Scendendo dai calanchi verso il fosso terminale il sentiero diventa impraticabile.22- Ritorniamo verso Ripaberarda.23 – 24- Veduta del Calanchi verso il Monte dell’Ascensione.2425- L’ultimo torrione prima del parcheggio26 – 27 – Veduta dei Calanchi dalla terrazza panoramica superiore al parcheggio.2728- Ripaberarda e la terrazza panoramica sopra al Cimitero.29 – 30 – Veduta verso i Calanchi di Castignano.3031- Foliage nel versante Ovest del Monte dell’Ascensione.