Il 12 Dicembre 2020, con Federico e con tanta voglia di camminare sulla neve dopo il nuovo lookdown, siamo partiti all’alba da Isola San Biagio (932 m.) e abbiamo raggiunto Cima Vallelunga (2221 m.), percorrendo oltre 15 chilometri andata e ritorno e compiendo uno dei maggiori dislivelli dei Monti Sibillini. Il primo tratto di salita è poco conosciuto e non è riportato ne nella bibliografia ufficiale ne in alcune cartine dei Monti Sibillini per cui ho reso interessante descriverla, l’avevamo percorso alcuni anni fa in discesa in occasione della salita della cresta Nord-est del Monte Zampa a cui rimando all’itinerario riportato alla stessa sezione “nuovi itinerari”. La seconda parte si limita a risalire la strada del Monte Sibilla tagliando per prati innevati alcuni tornanti per evitare i grandi accumuli di neve formatisi sulla strada.
L’itinerario invernale non presenta difficoltà alpinistiche ma essendo molto lungo e con un dislivello di quasi 1300 metri è adatto solo ad escursionisti ben allenati soprattutto se si incontrano accumuli di neve fresca sulla strada che rendono faticosa l’andatura, come è capitato a noi. Consigliatissimo come allenamento estivo.
Chiaramente da evitare con il versante Est del Monte Sibilla sovraccarico di neve per l’elevato pericolo di slavine. Le slavine che scendono per il Fosso del Balzo giungono ad interrompere la strada per Foce !!!
Accesso: Si raggiunge Isola San Biagio da Montemonaco, al bivio della strada del Monte Sibilla si gira a destra e si raggiunge la frazione.
Salita: Da Isola S. Biagio si prende una stradina asfaltata che passa nelle case più in alto del paese dove al suo termine parte un tratturo sterrato in piano che si dirige verso Nord. (361841,3 E – 4752191,8 N; 950 m.). Il tratturo si snoda quindi in lieve salita sempre verso nord, dopo circa 650 metri m si superano due tornanti sempre in salita. Giunti ad una netta curva in un ripiano erboso (30 minuti; 361539,6 E – 4753102,7 N; 1130 m.) si lascia il tratturo principale che si dirige verso un edificio situato nei prati più in alto a destra. Si devia quindi a sinistra per un sentiero appena accennato ma recentemente segnalato con numerosissimi bolli rossi a terra che, passando vicino alla piccola Fonte di Pianamonte sotto a caratteristici evidentissimi massi denominati “i guardiani” (foto n.31; 361106 E – 4752613 N; 1300 m.), in circa 1,20 ore dal paese conduce al tornante della strada per il Monte Sibilla, poco prima del Rifugio omonimo (360653 E – 4752103,8 N; 1520 m.). Quindi abbiamo proseguito seguendo la strada e tagliando per prati alcuni tornanti, fino al termine della strada nella cresta tra il Monte Sibilla e Cima Vallelunga (ore 2 dal Rifugio).
Da qui, in altri 30 minuti per parte, si raggiungono le cime dei due monti poste una opposta all’altra rispetto al termine della strada.
Discesa: Obbligatoriamente si ripercorre lo stesso itinerario di salita.
CANALE DESTRO SCOGLIO DEL MONTONE
11 Dicembre 2020, prima uscita post lookdown finalmente con buon innevamento e in mattinata, all’alba, dalla Pintura di Bolognola sono salito per il canale destro dello scoglio del Montone al Monte Castel Manardo per poi discendere a Forcella Bassete quindi alla strada del Fargno per continuare la ricerca della Chionea che avevamo già trovato esattamente un anno fa (vedi itinerario del 7 dicembre 2019).
In breve inserirò una scheda descrittiva della rara specie di insetto, sto aspettando notizie più accurate da parte di un esperto che abbiamo contattato.
Salita classica già descritta nel mio secondo libro “IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI” . La bellissima recente nevicata e la limpida mattinata mi hanno regalato le seguenti immagini.
PICO DEL TEIDE – TENERIFE
Raccontando ad un mio amico l’esperienza avuta nell’Aprile 2018 a Tenerife della salita al vulcano più alto d’Europa (l’Etna è alto 3350 metri), chiedendomi di vedere alcune foto ho colto l’occasione per inserirle nella rubrica “Oltre i Monti Sibillini” dedicata a salite in altre catene montuose.
Il Teide è un vulcano che si trova sull’isola di Tenerife nell’arcipelago delle Canarie. Con i suoi 3718 metri di altezza sul livello del mare (e circa 7.000 metri sopra la piattaforma oceanica) è la vetta più alta della Spagna e anche la montagna più alta delle isole dell’Oceano Atlantico. È il terzo vulcano del mondo per altitudine dalla sua base dopo il Mauna Loa e il Mauna Kea alle Isole Hawaii.
La sua particolare altezza in un contesto di totale assenza di montagne nelle vicinanze (è l’unica cima dell’isola) conferisce al Pico del Teide (la punta del vulcano) un grande fascino per gli escursionisti che da qui possono godere di una vista a 360°.
Di seguito le immagini della settimana di escursioni nei dintorni del Teide , nei vari Barranco ed arrampicate effettuate con il mio Amico Davide.
BALZO ROSSO, al cospetto di una grande ma sconosciuta parete rocciosa.
Il 9 settembre 2020, con il mio amico botanico Sandro, abbiamo raggiunto la base di una delle più maestose pareti rocciose dei Monti Sibillini anche se meno conosciuta.
Il Balzo Rosso si eleva per oltre 250 metri di completa verticalità dalle pendici Sud-est del Monte Amandola, del gruppo del Monte Castel Manardo. La parete, essendo formata da friabile Scaglia Rossa, non è facilmente arrampicabile, non esistono vere e proprie vie alpinistiche ma solo tentativi e brevi salite e per questo non è frequentata e quindi nota agli arrampicatori.
Eppure la parete è verticalissima, al contrario delle altre pareti del Monte Bove o del Pizzo del Diavolo, caratterizzate da torrioni, canali, e cenge che ne interrompono la verticalità.
Per raggiungere la base della parete si può partire comodamente da Capo Valle raggiungibile in auto dalla strada per il Santuario della Madonna dell’Ambro.
Dalla parte superiore della frazione si prende un evidente tratturo indicato sulle carte con il n.228 che si inoltra per campi coltivati ed incolti in direzione del Balzo Rosso. Si tralasciano tutte le diverse deviazioni laterali meno evidenti, si supera un canalone roccioso con fonte e sorgente e ci si addentra in un bosco.
In circa 40 minuti si raggiunge un incrocio dove a destra si trova un sentiero (segnalato) che conduce verso Campolungo al Rifugio Città di Amandola ed un secondo che scende verso il Santuario, si prosegue nel meno frequentato e conosciuto sentiero centrale che si dirige verso le pareti che si raggiungono in altri 15 minuti.
Dal sentiero si può salire direttamente verso la base delle pareti oppure si può continuare per il sentiero n.226 verso il Casale S. Giovanni Gualberto.
Il sentiero è indicato in alcune guide e carte dei Monti Sibillini, per il ritorno si compie lo stesso itinerario.
MONTE LETEGGE: In attesa di tempi migliori.
Il 23 Novembre 2020, per l’impossibilità di uscire dal comune di residenza senza valido motivo a causa delle imposizioni del Governo e della Regione Marche per limitare l’epidemia da COVID19, mi accontento di uscire nelle montagne del comprensorio del comune di Camerino.
Escursione pomeridiana, partendo a piedi dall’incrocio della strada per Monte D’Aria – Serrapetrona – Camerino, per comoda strada sterrata e prati ho raggiunto la sommità del Monte Letegge da cui si gode di un bel panorama a Sud verso i Monti Sibillini e a Nord verso le montagne della vallata che va da Camerino fino a Fabriano.
In questi giorni sui social (principalmente facebook) molti frequentatori di montagna residenti in comuni (Fabriano, Civitanova, Macerata ecc.) al di fuori del comprensorio dei Monti Sibillini stanno mettendo immagini di escursioni effettuate con i monti innevati senza alcuna vergogna pur sapendo che non possono uscire dal proprio comune senza un valido motivo.
A che serviranno poi le regole se tanto non c’è nessuno che controlla.
Tanto si sa, se aspettiamo che gli Italiani abbiano, senso civico, dovere e rispetto per il prossimo e per il mondo che li circonda allora siamo a posto !
APPENNINO TOSCO EMILIANO. LAGO SANTO E LAGO BACCIO Da Pievepelago. VALLE DELL’ORSIGNA e l’albero con gli occhi di Tiziano Terzani.
Come già fatto nel Settembre 2019, ho continuato le escursioni per visitare i laghi dell’Appennino Tosco Emiliano. Quest’anno, il 4 settembre, ho raggiunto il Lago Santo, raggiungibile praticamente in auto da Pievepelago risalendo la Valle delle Tagliole, si parcheggia infatti a poche centinaia di metri dal Rifugio Marchetti sitato sulle sponde del bellissimo lago di montagna. Quindi per comodo sentiero, in circa 30 minuti si raggiunge l’altro lago limitrofo, il Lago Baccio posto in un caratteristico ambiente di alta quota. L’itinerario classico è dettagliatamente descritto nella bibliografia e siti web dell’Appennino Tosco Emiliano. Anche questo itinerario è segnalato in modo esemplare ed a prova di errore, unica raccomandazione, da non percorrere in piena estate per la presenza di troppi escursionisti essendo un percorso adatto e raggiungibile da tutti.
Il 5 settembre invece ho effettuato una escursione in una boscosissima e poco conosciuta valle, la Valle del torrente Orsigna, in particolare siamo stati a visitare il cosiddetto “albero degli occhi” in memoria dello scrittore Tiziano Terzani nativo della valle. La Valle dell’Orsigna si raggiunge percorrendo la SS 632 Porrettana da Porretta (BO) in direzione di Pracchia (PI), poco prima del paese si devia a destra per una stradina strettissima da percorrere con molta cautela. Oppure se si sale da Pistoia in direzione di San Marcello Pistoiese, al paese di Pontepetri si devia per la Porrettana in direzione di Pracchia quindi incrocio a sinistra poco dopo il paese.
LE FAGLIE DI CASALE RICCI
Girovagando su immagini satellitari attuali e vecchie dei Monti Sibillini mi sono imbattuto nella zona di Casale Ricci, sulle basse pendici Sud del Monte Castel Manardo, nella Valle dell’Ambro, ed avevo osservato delle spaccature del terreno, provocate dal sisma del 2016, visibili infatti nelle immagini successive a tale periodo. Il 14 novembre 2020, giusto il giorno prima del nuovo blocco per Covid19, mi sono recato nella zona per osservare gli effetti del terremoto in quanto erano diversi anni che non raggiungevo più la zona.
Sono partito dalla Pintura di Bolognola ed ho percorso la strada che raggiunge prima il Monte Berro poi il Casale Grascette situato nei pressi del Monte Amandola quindi, per prati per fare prima, sono sceso fino al Casale Ricci ed ho girovagato intorno ad esso fino a raggiungere la sommità di un panoramico torrione posto sopra Fonte Feletta e quindi sono risalito alla Forcella Bassete per ridiscendere alla strada Rifugio Fargno-Pintura di Bolognola compiendo tutto il giro del Monte Castel Manardo , di seguito le immagini della giornata.
Durante l’escursione ho trovato un guinzaglio con tanto di catena di acciaio per cani di grossa taglia, una chiave con telecomando di una auto Wolkswagen e due mascherine chirurgiche , a dimostrazione dell’elevato numero di apprendisti escursionisti che si avventurano, talvolta imprudentemente, sulle montagne, in particolare in quest’ultimo anno.
Ho fatto un elenco di tutti gli oggetti che ho trovato solo in questi ultimi 5 anni in montagna:
n.1 slitta condominiale nel bosco del versante Est del Monte Sassotetto, trasportata fino alla stazione ecologica del paese omonimo. (foto allegata)
n. 3 berretti invernali + 4 tra berretti estivi e bandane
n.1 Piccozza !!!!
n.1 vite da ghiaccio autofilettante in titanio !!!
ben 11 moschettoni vari con rinvio o senza !!!! (in un giorno 5 contemporaneamente)
n.5 chiodi da roccia e n.3 dadi (a terra, non infissi in parete)
n.2 caschi di cui uno con diversi segni di urti ma senza testa del proprietario dentro!!!
n.1 Zaino completo di dotazione da donna con tanto di cellulare corroso con scheda illeggibile, giacche, guanti, cibo, borraccia, maglia di ricambio e accessori prettamente femminili.
una macchina fotografica compatta ormai inutilizzabile con custodia.
n.3 sci spaiati tutti al di fuori di campi da sci
n. 2 (coppia integra) di bastoncini telescopici
n.2 (coppia integra) bastoncini fissi da sci
n.2 giacche di pile
n.1 giacca invernale
n.1 paio di ghette da neve
magliette varie in diverse taglie
guanti vari spaiati e in coppia
n.2 borracce
n.2 occhiali da sole
una pila ricaricabile a manovella
n.2 coltellini multiuso
n.1 pentola a pressione completa di coperchio lungo il torrente a valle di Capotenna !!!!!
alcuni scarponi spaiati !!!! e un numero indefinito di suole o porzioni di esse.
Solo in un giorno a Pizzo Regina ho trovato una maglietta, una pila ricaricabile, un coltello multiuso e un berretto.
Posso aprire un negozio di articoli da montagna usati !!!
APPENNINO UMBRO-MARCHIGIANO: MONTE CATRIA E MONTE ACUTO
Il Monte Catria con i suoi 1701 metri ed il vicino Monte Acuto 1666 metri, rappresentano le cime più alte del settore Nord dell’Appennino Umbro Marchigiano e del tratto compreso tra la catena dei Monti Sibillini a sud e l’alto Appennino bolognese con il corno alle Scale (1945 m), a nord, a cavallo tra le Provincie di Pesaro-Urbino e Perugia, in particolare nel territorio dei comuni di Cagli, Cantiano, Frontone e Serra Sant’Abbondio (provincia di Pesaro e Urbino) e del comune di Scheggia e Pascelupo (provincia di Perugia) .
La sua cima svetta rispetto alle montagne circostanti regalando uno dei più ampi panorami delle nostre montagne. La salita, effettuata l’11 novembre 2020 mi ha regalato una giornata indimenticabile per la presenza di un fantastico mare di nebbia che ricopriva Umbria e Marche.
La salita più facile alla cima può essere effettuata partendo a piedi dalla Madonna degli Scout.
La Madonna degli Scout si può raggiungere da Frontone ma per una strada stretta e piena di tornanti o più facilmente da Chiaserna, Frazione di Cantiano.
Chiaserna si raggiunge da Sassoferrato (AN) per la strada Provinciale Arceviese n.360 in direzione di Isola Fossara. Quindi si prosegue in direzione di Cantiano attraversando la suggestiva Gola del Corno, posta alla base della bastionata rocciosa del Corno del Catria, si raggiunge Valdorbia proseguendo per la Strada Statale n. 50 fino a Chiaserna. Dal paesino si sale per la comoda strada asfaltata del Monte Catria chiusa nel periodo dal 30 novembre al 30 marzo fino all’incrocio (tre strade) dalla Sella dell’Infilatoio – Madonna degli Scout, punto di partenza per l’escursione a piedi, attraversando in auto bellissime faggete.
Giunti al bivio si parcheggia e si sale il pendio erboso in direzione della cima fino a raggiungere il Rifugio della Vernosa con l’omonima fonte, dal rifugio si prosegue nel bosco fino a raggiungere la cresta Est da cui si può salire direttamente (più panoramica) oppure proseguire il sentiero sottostante fino ai prati di cima in cui svetta la gigantesca croce (foto n.24).
Il Monte Acuto può essere salito partendo sempre dalla Madonna degli Scout oppure proseguendo per poche centinaia di metri in auto verso gli impianti sciistici per parcheggiare alla sella successiva dove si prende un sentiero che dapprima sale nel bosco poi prende la cresta Est che conduce direttamente in cima senza difficoltà (foto n.25).
Purtroppo anche queste montagne sono fortemente degradate, sia dal turismo selvaggio, basta guardare gli assurdi impianti sciistici che saranno aperti solo per pochi giorni l’anno, vista la quota e le scarse precipitazioni nevose degli ultimi anni, dalle gigantesche croci e misteriose costruzioni di vetta (foto n.10) e, per finire anche all’allevamento allo stato brado indiscriminato e senza regole e presenza di animali selvatici in sovrannumero che nessun ente riesce a dare autorizzazioni per fare abbattimenti selettivi.
MONTE PIETRALATA E MONTE ROTONDO PER LA VAL DI TELA.
Il 7 novembre 2020 con Stefano e Monica siamo partiti a piedi dalla Pintura di Bolognola, abbiamo raggiunto il Rifugio del Fargno e proseguito per la cresta Sud del Monte Rotondo quindi all’inizio della cresta abbiamo traversato in quota su traccia di sentiero il ripidissimo versante Est del Monte Rotondo in direzione di Forcella Cucciolara. Tale traversata è consigliata solo ad escursionisti esperti in quanto di svolge su un terreno scosceso e con pendenze di 45 – 60 gradi. Altrimenti dal Rifugio si scende in direzione delle sorgenti del Fiastrone sottostanti nel versante Est, giunti sulla verticale del canalone della Forcella Cucciolara si sale per evidente sentiero riportato sulla bibliografia ufficiale dei Monti Sibillini.
Quindi siamo scesi nella bellissima e selvaggia Val di Tela e abbiamo risalito per il sentiero che sale e attraversa tutto il versante Est del Monte Rotondo fino alla sella a monte del cosiddetto Orto della Regina, sulla verticale della Valle dell’Acquasanta, il sentiero è segnato su carte e riportato sulla bibliografia ufficiale anche se, essendo poco frequentato, in alcuni tratti poco visibile e assolutamente, come spesso accade sui Monti Sibillini, privo di segnaletica.
Dall’uscita del pendio del versante Est del Monte Rotondo abbiamo proseguito in cresta verso il Monte Pietralata. All’inizio della salita della cresta rocciosa che conduce alla cima del Monte Pietralata abbiamo ritrovato un cippo di confine in pietra recante due iniziali “G” e “B” scolpite in due facce, pur essendo passato molte altre volte non l’avevo mai visto perché si trova sulla cresta alcune decine di metri sopra al normale sentiero che conduce alla cima. Le due iniziali potrebbero essere il confine della proprietà di “Gasparri”, famiglia di Ussita e “Bentivoglio”, famiglia di Bolognola, o semplicemente le iniziali del padre del Cardinale Gasparri, proprietario dell’omonimo Casale sottostante, di nome Bernardino Gasparri di cui le iniziali B e G.
Raggiunta quindi la cima del Monte Pietralata siamo ritornati indietro e saliti fino alla cima del Monte Rotondo per la rocciosa cresta Nord. Quindi siamo ridiscesi al Rifugio del Fargno per la cresta Sud ed infine ritornati alla Pintura dopo circa 22 chilometri di camminata in una splendida e limpida giornata autunnale.
LA MINIERA DI PECORILE
Itinerario diverso da quelli che normalmente descrivo, non è un itinerario escursionistico di montagna ma è consigliato ad appassionati di grotte e mineralogia, permette di esplorare antiche gallerie di coltivazione di minerali ferrosi eseguite agli inizi del 1900 ma coltivate per un breve tempo per la scarsità del minerale ferroso presente. Le Marche sono scarse di luoghi mineralogici, grandi miniere di zolfo erano attive nel Pesarese fino agli anni 50 dello scorso secolo ma per il resto questa è una delle rare miniere aperte della nostra regione.
La miniera si trova nella parte settentrionale del gruppo montuoso del Monte San Vicino, si raggiunge praticamente in auto, basta poi camminare neppure 100 metri nel bosco per arrivare all’ingresso delle due antiche gallerie.
ACCESSO: Si raggiunge in auto il paese di Serra S. Quirico (AN) mediante la superstrada SS 76 da Ancona o da Fabriano. All’uscita della superstrada si prende la SP 14 in direzione Sant’Elia – Domo. Si inizia a salire di quota con diversi tornanti verso le propaggini del gruppo del Monte San Vicino, si raggiunge il paese di Sant’Elia e si prosegue in direzione di Domo. Dopo circa 1,5 km si prende la deviazione verso destra in direzione di Pecorile -Precicchie. Si supera in salita su strada strettissima il paesino di Pecorile (frazione di Fabriano) e si continua salendo in un vallone boscoso per altri 500 metri fino ad un cambio di versante della strada dove si parcheggia (foto n.1). Quindi ci si addentra nel bosco per traccia di sentiero e dopo circa 100 metri si individua nel versante sinistro (destro orografico) due aperture nelle pareti rocciose. La prima galleria è in discesa per poche decine di metri, le altre due successive sono percorribili con attenzione, muniti di casco e lampada frontale, per quasi un centinaio di metri. Nelle pareti e nel fondo si possono trovare frammenti di minerali di ferro riconoscibili per il loro caratteristico color ruggine. Molti frammenti di minerale estratto sono presenti nel più sicuro terreno antistante le due gallerie, basta scavare tra le foglie e il terreno. I minerali presenti sono ossidi di ferro quali limonite e goethite dal classico colore giallo e marrone ruggine, calcite in grandi cristalli bianchi o rossastri per la presenza di ferro oppure in masse cristalline bianche di notevole spessore, se si è fortunati si possono trovare spalmature di minerali di rame quali azzurrite di colore azzurro e malachite di colore verde sopra gli stessi minerali di ferro e rarissime incrostazioni di fluorite in sferette bianche anch’esse sopra croste di minerali di ferro. Ovviamente, essendo Parco del Monte San Vicino è vietato raccogliere i minerali, solo fotografie.
E’ vivamente consigliata anche una visita alla frazione di Precicchie con il suo piccolo ma bellissimo castello.