APPENNINO TOSCO EMILIANO MONTE LIBRO APERTO Dall’Abetone per la Verginetta e il Monte Belvedere.

13 SETTEMBRE 2019

L’itinerario classico (sentiero n. 00) è dettagliatamente descritto nella bibliografia e siti web dell’Appennino Tosco Emiliano.

Segnalato in modo esemplare ed a prova di errore, in alcuni tratti le segnalazioni non distano più di 50 metri.

Di seguito le migliori immagini della giornata.

1- Il sentiero per il Monte Libro Aperto perfettamente segnalato, sullo sfondo a sinistra l’abitato dell’Abetone con le piste da sci tracciate nel bosco e a destra l’abitato di Fiumalbo sovrastato in lontananza dalle Alpi Apuane .
2- Le due cime del Monte Libro Aperto, il nome deriva proprio dalla forma di un libro aperto che esse producono.
3- Mi domando chi avrà scolpito questo cippo in pietra che indica il sentiero a due ore dall’Abetone, si nota l’altro segnale bianco/rosso nel tratto di sentiero sullo sfondo a destra, tra l’altro visibilissimo, a neppure 100 metri di distanza.
4- Una bellissima felce di alta quota la Cryptogramma crispa.
5- Veduta dalla cima del Monte Libro Aperto verso Sud, Sullo sfondo a destra il Corno alle Scale.
In primo piano i vastissimi mirtilleti della zona, i più estesi dell’Appennino, in veste autunnale.
6- dettaglio dei mirtilleti in veste autunnale
7- Veduta dalla cima del Monte Libro Aperto verso Nord, Sullo sfondo a destra il Monte Cimone già salito diversi anni fa, a sinistra la seconda cima.
8- La prima cima del Monte Libro Aperto (più alta, 1937 m.) nel tratto attrezzato con catena metallica.
9- La prima cima del Monte Libro Aperto vista dalla seconda cima.
10- Le due cime del Monte Libro Aperto viste da Nord
11- Mirtilli in veste autunnale
12- Prataiolo con grillo
13- Monte Belvedere, il suo versante Ovest precipita ripido verso la valle del Torrente Lima.
14- Il terrazzo di cima del Monte Belvedere, sullo sfondo il Corno alle Scale e la cresta Monte Spigolino – Monte Cupolino.
15- Gentianella columnae nei pascoli altitudinali.
16- Cespugli di bellissime felci tra le rocce del Monte Belvedere.
17- Calunna vulgaris in piena fioritura di fine estate nei mirtilleti di media quota.
18- Gentiana asclepiadea nelle faggete intorno all’Abetone



MONTE TERMINILLO Anello dal Rifugio Angelo Sebastiani per la cima e la cresta Sassetelli.

28 SETTEMBRE 2019

L’itinerario classico è dettagliatamente descritto nella bibliografia e siti web del Monte Terminillo.

Di seguito le migliori immagini della giornata.

1- Un Codirosso spazzacamino saltella tra i massi del versante Est del Monte Terminillo
2- Versante Est del Monte Terminillo
3- I torrioni del versante Est del Monte Terminillo.
4- La cima del Monte Terminillo vista da sopra il Rifugio Sebastiani.
5- La croce di vetta
6- Il Monte Terminilletto e la conca di Rieti parzialmente coperta dalla nebbia mattutina.
7- Veduta verso Est con il Gran Sasso sullo sfondo.
8- Zoom sul Monte Terminilletto e Rieti
9- I Monti Sibillini visti dalla cima del Monte Terminillo.
10- Zoom sui Monti Sibillini, da sinistra il PIzzo Berro, Pizzo Regina, Monte Porche e Monte Argentella.
11- Zoom sulla Cima del Redentore e Monte Vettore.
12- Il Valico di Leonessa e il Monte Elefante.
13- La cresta Sassetelli che scende dalla cima.
14- La cresta che sale verso il Monte Terminilletto.
15- La cima del Monte Terminillo vista dalla cresta Sassetelli.
16- La parte finale della cresta Sassetelli con il sentiero che scende verso il Rifugio Sebastiani.
17- La conca sotto alla cresta Sassetelli, ben visibili i mirtilleti in versione autunnale.
18- Particolare dei mirtilleti della foto n.17.
19- Anche sul Terminillo ottima segnaletica metallica.
20- ILa parete Nord del Monte Terminillo



ROCCA CALASCIO – VALLE DELLA MACINA

22 SETTEMBRE 2019

La giornata di maltempo mi ha impedito di fare una terza escursione nei giorni 20-21-22 settembre di permanenza nel gruppo del Gran Sasso e ho ripiegato per una uscita turistica in due straordinari luoghi ai piedi di Campo Imperatore che, per la loro particolarità, sono stati anche oggetto di location di famosi film .

Il Castello di Rocca Calascio, dove è stato girato il film “Lady Hawke”

E la Valle della Macina che scende dal versante Ovest del Monte Camicia dal vallone della Miniera di Bitume dove è stato girato un famoso film con Bud Spencer e Terence Hill.

1- 2 – 3 Il castello di Rocca Calascio.
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4 -12- La rarissima Campanula fragilis subsp.cavolini cresce sulle pareti del castello di Rocca Calascio. (fotografata nel Giugno 2021)
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13- 17- Le suggestive immagini di Rocca Calascio by night.
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18- Il cartello all’imbocco della Valle della Macina a Campo Imperatore
19- La Valle della Macina sul versante sud-ovest del Monte Camicia – Campo Imperatore
20- Ononis cristata subsp.apennina ai lati del sentiero della Valle delle Macine.
21- 23- Frammenti di scisto bituminoso provenienti dalla Miniera del Monte Camicia.
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GRUPPO DEL GRAN SASSO Da Campo Imperatore a Monte Portella, Pizzo Cefalone e ritorno per il Monte Aquila.

21 SETTEMBRE 2019

L’itinerario è dettagliatamente descritto nella bibliografia e siti web del Parco del Gran Sasso – Monti della Laga.

Di seguito le migliori immagini della giornata.

1- Il Corno Grande si riflette sul Lago Pietranzoni – Campo Imperatore.
2- Mucche al pascolo a Campo Imperatore, sullo sfondo il Vado di Corno a destra e il Corno Grande.
3- Il Corno Grande e Campo Pericoli visto dal Monte Portella
4- Pizzo Intermesoli visto dal M. Portella, a destra sullo sfondo i Monti Sibillini.
5- Il Pizzo Cefalone visto dal Monte Portella.
6- La conca de L’Aquila immersa nella nebbia e Assergi con il tracciato dell’autostrada.
7- La cima del Pizzo Cefalone.
8- Le pendici del Corno Piccolo visto dal Pizzo Cefalone
9- In primo piano le pendici dei Monti della Laga mentre al centro il Monte Sibilla con la orribile strada visibile anche dal Pizzo Cefalone.
10- Il Monte Portella e la cresta che lo collega al Rifugio Duca degli Abruzzi.
11- Balestrucci su una roccia al Pizzo Cefalone
12- Il Corno Piccolo visto dal Pizzo Cefalone.
13- L’ottima segnaletica metallica del Parco Nazionale Gran Sasso – Monti della Laga.
14- L’ultimo tratto della cresta per il Pizzo Cefalone prima del pendiopiù impegnativo
15- Le roccette sotto alla cima del Pizzo Cefalone.
16- In cima al Pizzo Cefalone, a destra il Pizzo di Intermesoli, a sinistra il Monte Corvo.
17- Veduta verso Sud da Pizzo Cefalone, in fondo il Monte Prena.
18- Il Pizzo di Intermesoli a destra ed il Pizzo Cefalone a sinistra visti dalla cresta per il Monte Aquila.
19- Il Bivacco Bafile sul versante Sud del Corno Grande.
20- La croce di vetta del Monte Aquila, sullo sfondo il Corno Grande
21- La Valle dell’Inferno si inabissa dalla cima del Monte Aquila.
22- Le pendici sud-ovest del Monte Aquila e la strada per Vado di Corno. Sullo sfondo emerge il Corno Grande.



GRUPPO DEL GRAN SASSO Da Vado di Corno alle Torri di Casanova. Via del Centenario

20 SETTEMBRE 2019

L’itinerario è dettagliatamente descritto nella bibliografia e siti web del Parco del Gran Sasso – Monti della Laga.

Di seguito le migliori immagini della giornata.

1- Il Corno Grande emerge dalla nebbia al Vado di Corno.
2- Il Corno Grande dalla salita verso il M. Brancastello.
3- Giunti in prossimità della cima del M. Brancastello.
– La cima del M. Brancastello
5- Il M. Prena e le Torri di Casanova.
6- Il M. Vettore a destra e la Cima del Redentore nei Monti Sibillini a sinistra visti dal M. Brancastello
7- Il M. Aquila sovrasta il Vado di Corno sommerso dalla nebbia. Sullo sfondo a sinistra il Pizzo Cefalone.
8- Il Corno Grande, vetta orientale e centrale, emerge maestoso dalla nebbia.
9- La cresta dal M. Brancastello alle Torri di Casanova.
10- Le Torri di Casanova.
11- La ferrata della prima Torre di Casanova
12- Veduta verticale dalla prima Torre di Casanova sulla cresta che proviene dal M. Brancastello.
13- Vipera dell’Orsini sul sentiero da Campo Imperatore a Vado di Corno.
14- Il sentiero per il Vado di Corno, sullo sfondo svetta il Corno Grande.
15- Pomeriggio al lago Pietranzoni. – Campo Imperatore.



ASCENSIONI CLASSICHE DELL’ESTATE 2019

ASCENSIONI N. 981 – 985 dal 1979

Nell’estate 2019 a causa del gran caldo e disturbato dalla eccessiva quantità di “escursionisti” della domenica che affollano i sentieri non ho effettuato nuove ascensioni inedite ma mi sono limitato a percorrere pochi itinerari classici già decritti nella bibliografia ufficiale dei Monti Sibillini ed accompagnare amici della montagna.

In particolare, con diversi amici abbiamo effettuato le seguenti ascensioni:

25 luglio: Notturna dalla Pintura di Bolognola a Pizzo Tre Vescovi.

13 agosto: Giro con accompagnatore in auto da Vetice a Pizzo Regina – Pizzo Berro – ripresi al Rifugio del Fargno.

21 agosto: Monte Bove Sud

5 settembre: Monte Acuto – Pizzo Tre Vescovi.

17 settembre: Monte Castel Manardo.

Di seguito le immagini più significative di queste ascensioni.

1- Ragnatela illuminata dal sole al tramonto nella Valle del Fargno.
2- Tramonto verso Costa Vetiche
3- Il profilo notturno del Monte Acuto
4- Il Monte Acuto ed il Monte Rotondo in notturna con passaggio di aereo
5 – La cresta dallo Scoglio del Montone al Monte Acuto in notturna con lo sfondo della Via Lattea e auto nella strada per il Rifugio del Fargno.
6- Alba sulla cresta Il PIzzo – Pizzo Regina (M. Priora.
7- Il sole si riflette sul Mare Adriatico
8- La lunga cresta da Il Pizzo (in basso) a Pizzo Regina
9- La cresta finale del Monte Priora o Pizzo Regina, a destra il Pizzo Berro.
10- L’ultimo tratto di cresta rocciosa prima della cima del Pizzo Regina.
11- La cresta di salita vista dall’ultimo tratto prima della cima con il caratteristico torrione di scaglia rossa, sullo sfondo il Monte Castel Manardo.
12- I ripidi canali rocciosi che scendono verso le Roccacce nel versante Nord del Pizzo Regina
13- Particolare cresta rocciosa quasi tagliente al termine dei canali della foto n. 12
14- Veduta verticale del versante Nord del Pizzo Regina dalla sommità del torrione roccioso della foto n.11.
15- La croce di vetta del Pizzo Regina, sullo sfondo il Pizzo Berro ed il Monte Bove Nord.
16- Lycaena virgaureae nel versante Est del Pizzo Berro.
17- 3 agosto 2013, nei pressi del caratteristico masso isolato (denominato masso Esner Ida per la scritta a vernice presente)sulla cresta Ovest del Pizzo Berro, salendo dalla Forcella Angagnola.
18- 13 agosto 2019, il masso Esner Ida, o quello che ne rimane (solo la base) dopo il terremoto dell’Ottobre 2016.
19- Il masso visto da valle, si nota la parte del distacco più bianca.
20- Il ripido versante Nord del Pizzo Berro sopra al Casale Rinaldi, al centro c’è un Camoscio.
21- Zoom sul camoscio della foto n.20 , ma non c’è erba più comoda da mangiare nei pendii circostanti ?
22- Il Monte Acuto emerge dalla nebbia il 5 settembre salendo verso il Pizzo Tre Vescovi,
23- La nebbia riempie la’alta valle dell’Ambro, emerge la cima del Pizzo Berro.
24- Zoom della foto precedente.
25- La nebbia contorna perfettamente il profilo del Pizzo Berro.
26- Monica al Monte Acuto, sullo sfondo la cresta Nord-Est del Pizzo Tre Vescovi.
27- E dulcis in fondo, una fantastica Gloria Solare con la mia ombra che produce il cosiddetto Spettro di Broken sulla cresta che da Pizzo Tre Vescovi scende verso Forcella Angagnola.



GRUPPO DEL GRAN SASSO Monte Camicia dal Rifugio Fonte Vetica per la cresta della parete Nord.

LUGLIO 2017

L’itinerario è dettagliatamente descritto nella bibliografia e siti web del Parco del Gran Sasso – Monti della Laga.

Per rendere più spettacolare questo classico itinerario anziché percorrere il sentiero che taglia il versante ovest della montagna siamo saliti direttamente sulla aerea cresta del Monte Camicia che delimita la più alta e incredibile parete Nord della montagna.

Di seguito le migliori immagini della giornata.

1- Il Vallone di Vradda con la vetta del Monte Camicia a sinistra e la cresta della parete Nord a destra.
2- Astrantia pauciflora subsp. tenorei
3- La cresta che delimita la parete Nord del Monte Camicia.
4- La vetta del Monte Camicia vista dalla cresta Nord.
4- La frastagliata cresta che delimita la parete Nord del Monte Camicia.
6- Edraianthus graminifolius e Leontopodium nivale
7- La verticale e spaventosa parete Nord del Monte Camicia precipita verso il Fondo della Salsa, 1400 metri più in basso.
8- Incredibili placche sulla Nord del Monte Camicia, sullo sfondo a destra il Corno Grande.
9 – 10 Le dimensioni delle cime della cresta in confronto con Davide.
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11- Le dimensioni delle cime della cresta in confronto con Fausto.
12- Il sentiero normale sale nel Vallone di Vradda evitando le spettacolari visioni sulla parete Nord
13- 14 Immagini della cresta che delimita la parete Nord del Monte Camicia.
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15- Fausto, Stefano e Adriano si affacciano con cautela dalla cresta.
16- L’ultimo tratto di salita prima della vetta del Monte Camicia, sullo sfondo la cresta che delimita la parete Nord ed il sentiero che passa più in basso.
17- Viola magellensis
18- Gentiana brachiphylla
19- Cerastium thomasii
20- La vetta del Monte Camicia, di fronte il Monte Prena e sullo sfondo il Corno Grande del Gran Sasso.
21- Veduta del Vallone di Vradda dove si snoda il sentiero di salita ed il bosco del Rifugio Fonte Vetica.
22- Discesa dalla vetta.



CIMA DEL LAGO Cresta Est dalle “Roccette”.

ASCENSIONE N. 979 dal 1979.

Il 21 Luglio 2019 abbiamo risalito direttamente dalle “Roccette” la ripida cesta Est della Cima del Lago che incombe sulla Conca del Lago di Pilato.

La cresta non presenta particolari difficoltà con ultimo tratto piuttosto ripido e dislivello complessivo (sola cresta est) di circa 400 metri, non è percorsa da alcun sentiero ne è segnalata sulle guide in commercio e si propone come alternativa alla solita cresta Rifugio Zilioli – Punta di Prato Pulito – Cima del Lago, che ormai ho percorso una cinquantina di volte in tutte le stagioni.

Sicuramente risulta molto più panoramica del percorso classico perché si sale quasi in verticale sopra alla conca del Lago di Pilato e sul bordo roccioso della verticale parete Nord della Cima del Lago percorsa da diverse vie invernali.

Per la salita si raggiunge il Rifugio Zilioli alla Forca delle Ciaole partendo da Forca di Presta per il classico sentiero, diventato ormai uno stradone, che conduce al Monte Vettore.

Al Rifugio si scende per prati verso il Lago di Pilato quindi giunti in prossimità del passaggio roccioso denominato “le roccette” si devia nettamente a sinistra per prendere la cresta che diventa più ripida man mano che ci si innalza.

Dalla Cima del Lago abbiamo raggiunto poi la Cima del Redentore ed abbiamo così osservato gli ennesimi effetti del terremoto dell’Ottobre 2016 nelle creste con vari sdoppiamenti e fenditure. La maggior parte degli escursionisti che abbiamo incontrato erano totalmente ignari dei visibili effetti provocati dal terremoto.

Infine al ritorno abbiamo documentato anche il curioso mistero geologico presente nel pianoro di cresta tra la Cima del Lago e la Punta di Prato Pulito descritto di seguito e di cui ancora i geologi non sanno dare spiegazione certa.

Di seguito le immagini della salita.

1- A sinistra la Punta di Prato Pulito, al centro la Cima del Lago con la erbosa cresta di salita che scende verso le “roccette”, a destra invece il tratto di cresta che va dalla Cima del Lago verso la Cima del Redentore, visti dalla Forca delle Ciaole.

2- Veduta verticale sulla conca del Lago di Pilato in evidente crisi idrica, a destra è visibile il sentiero che scende dalle “roccette” verso il Lago.
3- L’inizio del tratto più ripido, si notano le uscite dei canaloni di salita invernale e a destra la cresta che dalla Cima del Lago va verso la Cima del Redentore.
4- La cresta di salita dalle “roccette” e sullo sfondo la cima del Monte Vettore.
5- Voragine aperta dal terremoto sulla sommità della Cima del Lago.
6- Lunghe fenditure nella cresta.
7- Sdoppiamento di cresta alla Cima del Lago, sullo sfondo la cima del Monte Vettore.
8- Tratto di cresta sconvolto e parzialmente in franamento, sullo sfondo la Cima del Redentore.
9- Profonda fenditura in cresta.
10- Tratto di cresta in franamento verso la Valle del Lago con ignari escursionisti che non immaginavano che ciò era stato provocato dal terremoto del 2016.
11- Placca rocciosa franata verso la Valle del Lago.
12- Altro tratto di cresta completamente smosso dal terremoto.
13 Altra lunga fenditura in prossimità della Cima del Redentore visibile a destra.
14- Bellissima Scutellaria alpina nel ghiaione del versante est della Cima del Redentore.
15- La rara Gentiana pumila nel versante Nord della Cima del Redentore.
16- Il versante Nord della Cima del Lago con la lunga cresta est di salita (a sinistra) e sopra la piccola Punta di Prato Pulito in ombra.
17- Castelluccio con la parte superiore del paese ridotta ad un cumulo di macerie e i vari campi della fioritura ormai secchi.
18- Bellissimo gruppo di Aster alpinus.
19- La particolare infiorescenza del Phyteuma orbicularis
20- Il “mistero” geologico della Sella tra la Cima del Lago e la Punta di Prato Pulito posta di fronte: come sono giunti i massi di roccia diversa da quella del pendio sul prato a destra e sinistra del sentiero se non ci sono pareti più alte da cui si possono essere staccati????
21- Articolo sul “mistero” dei massi preso dal volume: “Appennino Umbro Marchigiano” Guide geologiche Regionali – Be-Ma Editrice.
22- Alcuni dei misteriosi massi appoggiati sul terreno nei pressi della cresta della Punta di Prato Pulito sullo sfondo.
23- Gli stessi massi della foto n.22 visti verso la Cima del Lago sullo sfondo, come si nota non ci sono pareti rocciose più in alto da cui possono provenire.
24- Ricca stazione di Antennaria dioica nel versante Nord della Punta di Prato Pulito
25- Particolare dell’infiorescenza di Antennaria dioica
26- Sulle placche della cresta Sud della Punta di Prato Pulito, in successione dall’alto cuscinetti di : Silene acaulis, Leontopodium nivalis (stella alpina dell’Appennino) e Potentilla apennina.
27- La cresta Sud della Punta di Prato Pulito da cui siamo scesi fino al Monte Vettoretto per evitare l’orribile tratto di sentiero che scende dal Rifugio Zilioli tra l’altro pieno di gente che scendeva e soprattutto che risaliva nonostante erano le 14.30 con circa 30 gradi di temperatura !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
A destra invece la cresta est che scende verso il Rifugio Zilioli.



A CACCIA DI MICROMETEORITI Nei canyon dei Monti Sibillini

ASCENSIONI N. 972-974/980 dal 1979.

Anni fa trovai un interessante articolo sulla Rivista Mineralogia Italiana n.3 del 2011 sulle Micrometeoriti.

In particolare l’articolo indicava come si identificano, la loro forma e come cercarle.

Le micrometeoriti sono particelle di materiale cosmico con dimensioni inferiori al millimetro che cadono numerose sulla superficie terrestre e molto spesso fungono da nuclei di aggregazione di particelle di ghiaccio presenti nell’atmosfera ricadendo poi sotto forma di fiocchi di neve o pioggia.

Le micrometeoriti quindi possono essere ritrovate con una certa facilità dopo lo scioglimento di grandi accumuli di neve come quelli che si formano dopo l’inverno nei numerosi canyon dei Monti Sibillini.

Ma come cercarle? Essendo per la maggior parte costituite da ferro presentano la capacità di essere attratte da un magnete.

Quindi ponendo un forte magnete all’interno di un barattolino in plastica con fondo piatto e facendolo scorrere legato ad un filo sopra al fondo di una valle dove c’è stato un accumulo di neve sciolto da poco le micrometeoriti magnetiche si attaccheranno al fondo esterno del barattolo.

Ponendo quindi un contenitore trasparente di plastica sotto al fondo del barattolo ed avvicinando un secondo magnete al fondo, contemporaneamente allontanando il magnete posto all’interno del barattolo si trasferiranno le micrometeoriti dal barattolo al contenitore trasparente.

Quindi osservando il contenitore trasparente con un microscopio per uso mineralogico con almeno 100 X di ingrandimenti si potranno vedere le sferule di materiale magnetico raccolte.

1- Micrometeoriti osservate al microscopio (Da Rivista Mineralogica n.3 – 2011)
2- Una parte dell’articolo sulle micrometeoriti tratto dalla Rivista Mineralogica n.3 – 2011
3- Attrezzatura per la raccolta delle micrometeoriti: un barattolo in plastica a fondo piatto munito di cordino per farlo scorrere sopra al terreno di ricerca contenente un potente magnete.

In particolare con una serie di uscite nei Monti Sibillini abbiamo perlustrato il fondo di alcuni canali della Valle del Fargno, dal Monte Castel Manardo fino al Monte Acuto, il fondo del Fosso di Buggero, alla base dell’imbuto del versante Nord di Monte Cacamillo e la base della Valle delle Cascate dell’Acquasanta dove, anche questo inverno, si erano formati accumuli di diversi metri di neve.

Di seguito le immagini anche storiche dei luoghi visitati e soprattutto ciò che abbiamo trovato sul fondo.

Mi scuso per la qualità non elevata delle foto fatte alle micrometeoriti ponendo la fotocamera sopra all’obiettivo del microscopio ma non dispongo di microscopio con fotocamera incorporata.

4- Uno dei vari canali di ricerca nella Valle del Fargno, qui in versione primaverile, alla base della parete Nord di M. Acuto
5- Il secondo luogo di perlustrazione, il versante Nord del Monte Cacamillo con il suo imbuto che ogni inverno può raccogliere anche 30 metri di neve.
6- Aprile 2017, il fondo dell’imbuto del versante Nord di Monte Cacamillo, localmente chiamato “Buggero” riempito dalle slavine del “nevone” del gennaio 2017 con circa 30 metri di neve, la cascata al centro era quasi completamente coperta.
7- Aprile 2018, Imbuto di “Buggero”, molta meno neve rispetto all’anno prima.
8- Giugno 2007, imbuto di “Buggero”, la cascata creando una corrente di aria ha scavato una galleria nell’accumulo di neve.
9- Giugno 2007, imbuto di “Buggero”, passaggio sotto l’accumulo di neve.
10- Giugno 2007, imbuto di “Buggero”, vista da sotto l’accumulo di neve.
11- Il terzo luogo perlustrato, qui in versione invernale, la Valle dell’Acquasanta con una delle sue tante cascate.
12- L’autore alla ricerca di micrometeoriti nel canalone nord del Monte Acuto

E CIO’ CHE ABBIAMO OSSERVATO AL MICROSCOPIO DOPO LA RICERCA CON I MAGNETI:

13- Frammenti magnetici attribuibili forse a minerali ferrosi in un canale della Valle del Fargno.
14- Frammenti magnetici non ben definiti, forse micrometeoriti o di natura antropica in un canale della Valle del Fargno.

Finalmente probabilissime micrometeoriti:

15- Probabili micrometeoriti in confronto con un righello millimetrato raccolte a Buggero.
16- Probabili micrometeoriti della foto 14 ingrandite (paragonarle con le immagini delle foto n.1-2)
17- Probabili micrometeoriti del Monte Acuto
18-Probabili micrometeoriti
19- Altra probabile micrometeorite della Valle dell’Acquasanta.
20- Frammento magnetici vari di dubbia natura, forse minerali di ferro.
21- Sferule di netta provenienza antropica raccolte all’esterno di una industria, a poche decine di metri dalla bocca di uscita di un impianto di aspirazione da un reparto di saldatura articoli metallici, molto differenti dalle possibili micrometeoriti riportate sopra.

Altri potenziali luoghi di ricerca per micrometeoriti, ovviamente dopo lo scioglimento della neve :

22-23-24 – Fosso di Casale – imbuto nord del Monte Vettore.
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25- Le Pisciarelle – Infernaccio
26- Le Pisciarelle, maggio 2015 c’era ancora il ponte.
27- Fosso de “Le Vene” – Monte Sibilla, Maggio 2015
28- Fosso de “Le Vene” – Monte Sibilla, Luglio 2015, il torrente con il movimento di aria che crea ha sciolto l’accumulo di neve della foto n.24 che si è sfondato creando questo spaventoso buco.



VALLE DELLE FONTI Escursione con gli amici della Banca dei Sibillini

ASCENSIONE N. 975 dal 1979.

Il 22 Giugno 2019 con gli amici della Banca dei Sibillini – Credito Cooperativo di Casavecchia abbiamo organizzato un’escursione sui Monti Sibillini.

La meta era il gruppo del Monte Bove ma il maltempo ci ha fatto rinunciare ed abbiamo optato per un percorso più breve.

Abbiamo raggiunto la Valle delle Fonti da Castelluccio e quindi abbiamo effettuato un giro nei Colli Alti e Bassi per visitare la scarpata cosismica apertasi a seguito del terremoto dell’Ottobre 2016.

Quindi siamo scesi a Nottoria di Norcia a visitare la Grande Quercia secolare ed infine giro turistico-gastronomico a Norcia.

Nonostante il maltempo abbiamo trascorso una bellissima giornata tra amici con la solita allegria che caratterizza gli appassionati della montagna delle varie filiali della Banca.

Di seguito le, purtroppo poche, immagini della giornata a seguito di un problema tecnico che ho avuto con la fotocamera.

1- Il gruppo di escursionisti ai piedi della scarpata cosismica dei Colli Alti e Bassi.
2- L’abbassamento del terreno a seguito del terremoto contrassegnato dalla fascia bianca nella parete rocciosa in quanto la roccia sotto terra non essendo esposta agli agenti atmosferici è rimasta pulita da licheni e quindi si presenta bianca .
Notare la forma della pianta di Globularia meridionalis scesa più in basso di circa 50 centimetri.
3- La grande Quercia secolare di Nottoria di Norcia
4- Sosta per il pranzo sotto alla grande quercia.