FORCELLA ANGAGNOLA DALLA PINTURA DI BOLOGNOLA Osservazioni particolari

ASCENSIONE N. 993 dal 1979

La facile e banalissima escursione dalla Pintura di Bolognola alla Forcella Angagnola risalendo per il Rifugio del Fargno non è chiaramente oggetto di pubblicazione se non sarebbe per alcune particolarità che abbiamo osservato io e Carlo durante il cammino.

Anzitutto giunti al 5 dicembre praticamente non c’è neve in montagna se non fosse per una spruzzatina centimetrica modellata dal vento da 1800 metri in su e praticamente solo nei versanti Nord.

Mi era capitato un inverno di molti anni fa di giungere al Natale e non c’era praticamente neve in montagna ma poi si rifece successivamente, speriamo sia così anche quest’anno soprattutto per garantire il riempimento del Lago di Pilato che ormai è asciutto.

Poi abbiamo incontrato ancora insetti in piena attività in quanto di fatto le temperature in montagna non sono ancora mai scese di molti gradi sottozero per lunghi periodi anche se sulla strada si erano formate delle sottili colate di ghiaccio.

Infine ci siamo imbattuti in strane ed inspiegabili “palle di neve” compatta scese dal versante Nord della cresta Acquario sia sul pendio che fino alla strada dove praticamente a monte non c’erano accumuli di neve o cornici tali da poter giustificare possibili microslavine ne aveva tirato vento forte tale da poter fare rotolare neve di accumulo.

Non ho mai visto un fenomeno del genere in 40 anni di ascensioni in montagna.

Tutto ciò è documentato nelle immagini che seguono.

1- Vivace insettino sulla neve, sembra sia un Dittero della specie di Chionea con zampe simili ad un ragno ma ovviamente in numero inferiore, tra l’altro anche raro.
2- Le dimensioni dell’insetto
3- La Val di Panico vista dalla Forcella del Fargno
4- Il PIzzo Regina vista da Forcella Angagnola
5- La Forcella Angagnola con l’antecima Nord del Pizzo Berro,
6- Carlo con il Monte Bove Nord alle spalle.
7- La parte sommitale del versante Nord del Pizzo Regina
8- Il sottoscritto sulla cima di Forcella Angagnola, alle spalle il Pizzo Berro e il Pizzo Regina.
9- Il PIzzo Berro visto dalla Forcella del Fargno.
10 – 11 Erba glassata sulla strada per il Rifugio del Fargno
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12- Le prime sottili colate di ghiaccio sulle pareti della strada
13- L’acqua uscente da un tratto breccioso è gelata a contatto con la parete di roccia.
14- Piantina di Robertia taraxacoides glassata su parete di scaglia rossa.
15- La strada con le colate di ghiaccio, sullo sfondo i pendii della zona denominata “Acquario” con una spruzzata di neve tale da non poter giustificare la formazione di microslavine o distacchi di neve.
16 – 17 I pendii sopra strada della zona denominata “Acquario” con le “palle di neve” ben visibili tra l’erba secca, a monte praticamente non c’è neve !!!!.
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18- Le strane ed inspiegabili “palle di neve” compatta ritrovate anche sulla strada.



LA GRANDE FRANA DI VALLE ORTECCIA – CIMA DI VALLINFANTE Per il canale Nord

ASCENSIONE N. 992 dal 1979

A tre anni dal terremoto del 2016 ancora ci ritroviamo a visitare luoghi di distruzione.

Dopo averla vista dal Pizzo Regina e dal Monte Bove Sud finalmente abbiamo raggiunto la grande frana che si è staccata nelle pareti del versante sinistro orografico della Valle Orteccia, sul versante Nord di Cima di Passo Cattivo, in una zona pochissimo frequentata in quanto piuttosto lunga da raggiungere e non percorsa da itinerari classici.

Il 1 dicembre 2019 con Fausto e Federico, salendo per il Passo Cattivo, abbiamo traversato in quota la valletta de “Le Fosse” quindi raggiunta la stretta crestina che la separa dalla adiacente Valle Orteccia siamo scesi in essa ed abbiamo raggiunto la base della frana.

La frana è gigantesca, ci ha lasciato senza fiato, sicuramente è la più grande che si è formata sui Monti Sibillini dopo il terremoto dell’Ottobre 2016, anche più grande di quella dello Scoglio del Miracolo nella Valle del Lago di Pilato.

Abbiamo quindi risalito la Valle Orteccia leggermente imbiancata dalla prima neve della stagione e abbiamo raggiunto al Cima di Vallinfante risalendo per un breve ma ripido canalino innevato, con uscita in cresta su pendenza di 45 -50°,compiendo così anche la nostra prima salita invernale della stagione.

La salita nel canalino che si apre nel versante Nord di Cima di Vallinfante non è documentata nella bibliografia ufficiale dei Monti Sibillini per cui, pur essendo facile e senza alcuna difficoltà, può essere considerata una prima salita ed è interessante in quanto la zona non offre nulla di particolare dal punto di vista alpinistico.

Durante la discesa da Cima di Vallinfante verso Passo Cattivo ci siamo imbattuti in orme di escursionisti che ci hanno preceduto che indossavano scarpe con suole da parquets tipo calcetto o pallacanestro, come visibile nella foto n.28.

Tali suole ovviamente non sono affatto adatte per escursioni in montagna specialmente su sentieri e pendii innevati in quanto non possono garantire una sicura aderenza.

Dopo non ci lamentiamo se accadono incidenti in montagna, lo stesso giorno della nostra ascensione sono morti due ragazzi alla Maiella per scivolamento su un canale innevato per mancanza di attrezzatura adeguata.

Di seguito le immagini dell’ascensione.

1- La Valle Orteccia con l’evidente frana vista dalla cima del Pizzo Regina a luglio del 2019.
La frana da lontano sembra di modeste dimensioni ma ci siamo ricreduti dopo averla raggiunta. A sinistra Cima Cannafusto e a destra la Cima di Passo Cattivo, sulla testata della valle la Cima di Vallinfante.
2- Il Pizzo Berro e il Pizzo Regina visti dalla zona “Le Fosse”, a valle di Passo Cattivo.
3- La cresta che separa Le fosse dalla Valle Orteccia ed il Pizzo Berro sullo sfondo..
4- Il versante ovest di Cima Cannafusto nella Valle Orteccia.
5- Il versante Sud-est del Monte Bove Sud
6- Il Pizzo Berro, versante sud con la lunga cresta già oggetto di nostra salita (Vedi Nuovi itinerari)
7- La ripida discesa dalla cresta de Le Fosse alla Valle Orteccia, sul prato di fronte le tracce
dei crolli della parete sovrastante.
8- La discesa dalla cresta de Le Fosse a Valle Orteccia.
9- La Valle Orteccia con il Pizzo Berro e Pizzo Regina sullo sfondo.
10-11-12-13-14 La grande frana di Valle Orteccia con l’accumulo di roccia sottostante, notate le dimensioni rispetto a Fausto vestito di rosso e Federico vestito di scuro.
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13- Come si può vedere le dimensioni sono davvero gigantesche
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15- L’accumulo di pietre cadute alla base della grande frana, si riesce a vedere Federico al margine a destra della foto.
16 Il sottoscritto alla base dell’accumulo di frana.
17- La frana e l’accumulo di massi alla sua base vista di lato salendo in Valle Orteccia.
18 – 19 Leggero innevamento nell’alta Valle Orteccia.
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20- L’alta valle Orteccia con la Cima di Passo Cattivo a sinistra ed il Monte Bove Sud sullo sfondo.
21- L’imbocco del canalino Nord di Cima di Vallinfante con le nostre orme di salita.
22- 23 Il canalino di salita invernale al versante Nord di Cima di Vallinfante.
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24- Il ripido tratto finale del facile canalino di salita, visto dalla cresta Nord di Cima di Vallinfante.
25- La cima del Monte Sibilla a sinistra e Cima Vallelunga a destra con la cresta Ovest che sale dalla Vallelunga già oggetto di nostra salita (Vedi Nuovi itinerari)
26- Il Monte Porche e la Cima del Redentore a destra.
27- La cresta che scende da Cima di Vallinfante verso la Cima di Passo Cattivo.
28. L’impronta di scarpa da parquets praticamente liscia confrontata con lo scarpone da ghiaccio di Fausto, c’è una bella differenza.
29- La Cima di Vallinfante con, a sinistra in ombra, il canalino di salita invernale.




MONTE ACUTO Dalla Pintura di Bolognola. Ascensione pomeridiana

ASCENSIONE N. 991 dal 1979

Il 21 novembre 2019 di pomeriggio e da solo ho raggiunto la cima del Monte Acuto partendo direttamente dalla Pintura di Bolognola in quanto la strada per il Rifugio del Fargno era già chiusa.

Sono salito alla Forcella Bassete ed in soli 30 minuti dalla Forcella ho raggiunto la cima del Monte Acuto risalendo la ripida cresta nord-est con nebbia a tratti e una spruzzatina millimetrica di neve oltre i 2000 metri.

In altri tempi in questo periodo la neve era caduta già copiosa.

L’aspetto più particolare delle salite autunnali pomeridiane è che non si incontra nessuno, si è praticamente soli in uno spazio immenso, per decine di chilometri di raggio intorno a me non c’è nessuno, non si sente un rumore, una voce e mi sento un po padrone di tanto spazio, mi sento dominare la natura che mi circonda pur avendo sempre la consapevolezza dei rischi che comunque nasconde.

Se mi succedesse qualcosa, una semplice distorsione o slogatura o una caduta potrei mettermi in grossa difficoltà, potrei rischiare di farmi sorprendere dalla notte e avere difficoltà a ritornare all’auto se non addirittura di dover trascorrere la notte in montagna.

Per questo quando salgo da solo amplifico la mia attenzione sui miei passi e sulla montagna che mi circonda, nello stesso tempo mi sento ancora di più immerso nella montagna perché prestando maggiore attenzione a ciò che faccio necessariamente devo essere più concentrato e libero la mia mente dai pensieri quotidiani.

Delle volte sento proprio il bisogno di salire da solo in montagna.

Il secondo aspetto che rende piacevoli le salite pomeridiane è il tramonto, d’autunno si fa notte presto e questo fatto non è da sottovalutare perché ci si rischia di mettersi in difficoltà per il sopraggiungere veloce del buio quindi bisogna pianificare una facile discesa e ritorno all’auto.

Nello stesso tempo i colori di alcuni tramonti possono essere unici e spettacolari.

Di seguito le immagini della classica salita.

1- il Pizzo Regina visto da Forcella Bassete.
2- Il Pizzo Berro
3- La ripida cresta Est del Pizzo Tre Vescovi salita nel mese di Ottobre (vedi nuove ascensioni) parzialmente immersa nella nebbia.
4- La cima di Forcella Bassete (o cima Acquario) e il Monte Acuto coperto di nebbia.
5- Il Pizzo Tre Vescovi a sinistra ed il Monte Acuto a destra immersi in un alone rossastro di nebbia.
6- La cima del Pizzo Regina rivestita da una lieve spruzzata di neve.
7- Successione di pendii che emergono dalla nebbia visti dalla cresta Est del Monte Acuto.
8- La cima del Monte Acuto tra la nebbia.
9- La ripidissima cresta Nord del Monte Acuto.
10- La Pescolla vista dal Monte Acuto.
11- La cresta Est del Pizzo Tre Vescovi che sale dalla Forcella del Monte Acuto.
12- Il PIzzo Berro visto dalla Forcella del Fargno.
13- Le conoidi delle frane del Monte Bove Nord dopo il terremoto del 2016 emergono dal bosco ormai spoglio dalle foglie.
14- Il Monte Bove Sud.
15- Il sole coperto dalle nuvole verso la Croce di Monte Bove.




MONTE BICCO Per la cresta Nord- MONTE BOVE SUD – PASSO CATTIVO. CIMA VALLINFANTE Ascensione successiva.

ASCENSIONE N. 989 dal 1979

Il 2 novembre 2019 con Fausto, con un tempo non proprio ottimale, abbiamo ripercorso la cresta Nord del Monte Bicco dalla Forcella Passaiola dapprima prendendo una crestina rocciosa più bassa e più impegnativa posta sulla destra del filo di cresta classica per ritornare su di essa in corrispondenza della zona fratturata per osservare gli effetti del terremoto di 3 anni fa.

Avevo ripercorso la cresta in inverno ma la neve nascondeva per gran parte la distruzione effettuata dal sisma.

In questa ascensione ho potuto vedere gli effetti sul tratto di cresta in corrispondenza della faglia che, provenendo da Passo Cattivo, attraversa la parte alta dei campi da sci di Jacci di Bicco per proseguire per tutto il versante Ovest del Monte Bicco e poi per immettersi nella Val di Bove.

Avevamo già documentato alcuni di questi tratti il 17 giugno 2017 (vedere itinerario nella categoria : Reportage post sisma) ed ho inserito alcune immagini per confronto.

L’itinerario di salita dal Parcheggio del Monte Cornaccione al Monte Bicco per la Forcella Passaiola per proseguire poi per Monte Bove Sud e ridiscendere a Passo Cattivo è un classico ed è descritto nella bibliografia dei Monti Sibillini a cui rimando.

Attualmente la strada per Passo Cattivo è di nuovo aperta alle escursioni.

Di seguito le immagini della giornata.

1- La Val di Bove dalla Forcella Passaiola.
2- Camoscio di guardia sotto alla Forcella Passaiola.
3- La cresta Nord del Monte Bicco parzialmente coperta dalla nebbia.
4- La crestina più bassa e più impegnativa della cresta di salita classica.
5- La cresta Nord del Monte Bicco e a destra la Croce di Monte Bove.
6- I primi scogli fratturati dal terremoto.
7- Massi spaccati dal terremoto incombono sulla Val di Bove.
8- La zona della cresta fortemente fratturata, a circa metà salita, in alto la cima del Monte Bicco.
9 – 10 -11 La zona dove passa la scarpata cosismica, si nota perfettamente lo spostamento del terreno.
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12- La zona fratturata vista dall’alto.
13- Altri enormi massi pericolosamente in bilico verso la Val di Bove
14 – 15 L’ultimo ripido tratto della cresta Nord del Monte Bicco prima della cima.
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16- la Val di Bove con uno spiraglio di sole, in alto la Croce di Monte Bove e sullo sfondo la Croce di Monte Rotondo.
17- Il Monte Cardosa emerge dal mare di nebbia.
18- Escursionisti sulla cresta che collega il Monte Bove Sud con la cima Nord.
19- I pendii del Monte Porche e della Cima del Redentore rivestiti di nebbia discendente.
20- Camosci sul versante Ovest del Monte Bicco
21- La vedetta
22- Le rocce del versante Ovest del Monte Bicco ed il mare di nebbia all’orizzonte.
23- Il versante Ovest del Monte Bove Nord
24 – 25 Camosci sulla cresta per il Monte Bove Sud.
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26- I versanti Sud del Pizzo Berro e del Pizzo Regina visti da Passo Cattivo.
27- 28 Le grandi frane sopra Passo Cattivo
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29- I torrioni di Passo Cattivo o quel che ne rimane dopo il terremoto del 2016.
30 – 31 Gli stessi torrioni fotografati nel giugno 2017.
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32- 33 Situazione attuale di Passo Cattivo
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34- Situazione del giugno 2017.
35 – 36 La PENOSA situazione della segnaletica dei Monti Sibillini. Vedere gli ultimi itinerari (Appennino Tosco Emiliano, Gran Sasso, Terminillo) nella categoria “Oltre i Monti Sibillini”
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ASCENSIONE N. 990 DAL 1979

PARCHEGGIO CORNACCIONE – PASSO CATTIVO – CIMA VALLINFANTE

13 Novembre 2019 con Stefano, nebbia continua dall’auto fino alla cima e galaverna con una spruzzata millimetrica di neve da 1800 di quota in su.

1 – 2 Passo cattivo
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3- Stefano infreddolito sotto la Cima di Vallinfante
4- Erba glassata di galaverna
5- Un lupo ci ha preceduto di poco…….. sicuramente è senza radiocollare……..e’ ancora vivo !!!



CRESTA EST DEL PIZZO TRE VESCOVI DALLA VALLE DELL’AMBRO.

ASCENSIONE N. 986 dal 1979

Anche in questo caso dopo 40 anni di salite nei Monti Sibillini il Pizzo Tre Vescovi, all’apparenza una cima piuttosto banale e facilmente raggiungibile da tutti i versanti, nascondeva la ripida cresta Est che sale dall’alta Valle dell’Ambro, visibile solo da questa valle, ci ha regalato una ascensione impegnativa ed entusiasmante per lunghezza e ripidità.

La cresta Est del Pizzo Tre Vescovi che invece sale dalla valle denominata “Pescolletta” è una salita classica invernale (vedi ASCENSIONI CLASSICHE dal 2018 ad oggi; N.965).

Il 12 ottobre 2019, con Fausto, Stefano ed i nostri due nuovi amici Carlo e Federico, abbiamo risalito la cresta Est, l’itinerario è consigliato solo ad escursionisti esperti in quanto ci sono due passaggi su erba e roccette molto ripidi, che rasentano la verticalità ed è consigliato l’utilizzo della piccozza. Noi addirittura, per maggiore sicurezza con i nostri nuovi compagni, siamo saliti in cordata nei tratti più impegnativi.

Come di consueto anche questa ascensione è inedita e non è descritta nella bibliografia ufficiale dei Monti Sibillini.

Accesso:

Dalla Pintura di Bolognola in auto si prosegue per la strada del Fargno fino allo slargo di Fonte Bassete, ormai asciutta dopo il sisma, sulla verticale dell’omonima Forcella (355611 E – 4758267 N; 1570 m.).

Si parcheggia quindi si risale il canalone della Fonte e per tracce di sentiero in 20 minuti si raggiunge la Forcella Bassete (355966,4 E – 4758145,7 N; 1710 m.).

Qui si scende nel versante opposto in direzione dei tornanti della strada che scende dal Casale Bassete verso le sorgenti dell’Ambro e del Casale Rinaldi posto sulla testata della valle.

Si percorre la strada sterrata per circa 2 Km , fino a raggiungere la base dell’ampio canalone Est del Pizzo Tre Vescovi il cui ripido e roccioso bordo destro orografico (cresta sinistra vista da valle) rappresenta la cresta oggetto della nostra salita, a circa 1 Km dal Casale Rinaldi visibile sulla sinistra (1 ora da F. Bassete; 355510 E – 4756590 N; 1445 m.).

Descrizione:

Dalla base della cresta Est si risale il pendio sopra strada che dopo circa 250 metri di sviluppo si impenna, in corrispondenza di una fascia di roccette alternate ad erba, in questo punto si rasenta la verticalità su terreno misto e poco stabile (355247 E- 4756570,5 N; 1610 m.).

Si prosegue in verticalità per 100 metri quindi si continua altri 100 metri su terreno meno ripido.

Si raggiunge il secondo ripido passaggio al di sopra del quale, per altri 150 metri, la cresta si fa sottile e caratterizzata da strette guglie rocciose molto caratteristiche che regalano una salita aerea e sempre sostenuta.

Dopo altri 200 metri la cresta si fa meno ripida ed erbosa per poi impennare di nuovo in corrispondenza di altri pinnacoli rocciosi (354846,2 E – 4756560,5 N; 1910 m.).

Infine la cresta si addolcisce e in ulteriori 300 metri di facile salita si raggiunge la cresta Sud del Pizzo Tre Vescovi, che scende verso Forcella Angagnola, in corrispondenza dell’inizio dell’ampio canalone Est oggetto di discesa invernale per gli amanti dello scialpinismo (1 ora e 30 minuti dalla base della cresta; 354549 E – 4756581 N; 2050 m.).

Discesa: Dalla cresta Sud si sale a destra per raggiungere la croce di cima del Pizzo Tre Vescovi quindi si scende per la cresta Nord-est fino alla sella del Monte Acuto.

Qui o si scende per evidente sentiero al Rifugio del Fargno e quindi per strada fino a Fonte Bassete oppure, più consigliata per la sua panoramicità, si sale alla cima del Monte Acuto e si scende a Forcella Bassete per la sua ripida cresta Est.

Da Forcella Bassete si riprende il sentiero fatto in salita per il raggiungimento della base della cresta, scendendo fino alla Fonte dove si lasciata l’auto.

Di seguito le immagini in successione cronologica della salita descritta.

1- La cresta di salita vista dalla strada della alta Valle dell’Ambro già in veste autunnale.
2- La cresta di salita vista dalla base del canalone Est del Pizzo Tre Vescovi.
3- Il primo tratto della cresta, in alto la parte più ripida.
4- Federico nel tratto più ripido quasi verticale.
5- La cresta di salita vista da sopra il tratto più ripido, in fondo la strada che da Casale Bassete raggiunge il Casale Rinaldi, le sorgenti dell’Ambro sono ancora in ombra.
6- Arriva Carlo nel primo tratto più ripido della cresta.
7 – L’ampio ma ripido canalone Est del Pizzo Tre Vescovi visto dalla cresta di salita.
8- Il secondo tratto ripido della cresta.
9- Le nostre ombre sulla sommità delle guglie rocciose che caratterizzano la cresta di salita.
10- Arriva Fausto e Carlo
11- 12 Il secondo ripido tratto
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13- I miei quattro compagni di salita in un momento di riposo, alle spalle la Valle dell’Ambro.
14- Stefano sullo sfondo del versante Est del Pizzo Tre Vescovi.
15- Il Pizzo Berro e il Casale Rinaldi al centro a sinistra.
16- Stefano e Federico In cima ad una delle diverse guglie che caratterizzano la cresta di salita, a destra Forcella Bassete.
17- Fausto a Carlo nella stessa guglia.
18- L’ombra della guglia delle foto 16-17
19- Il tratto terminale della cresta.
20- La cresta di salita vista dalla cresta Sud del Pizzo Tre Vescovi con le ombre delle varie guglie.
21- Dettaglio della prima parte più ripida della cresta di salita, vista, chiaramente in occasione di un’altra ascensione, dal M. Castel Manardo.
22- La parte centrale della cresta di salita
23- La parte terminale della cresta con la seconda parte ripida prima del facile pendio sommitale.
24- veduta di insieme del versante Est del Pizzo Tre Vescovi, le frecce rosse indicano il tracciato di salita descritto, le frecce azzurre quelle del classico itinerario estivo (Vedi ascensione N.965)
25- Pianta satellitare del percorso proposto.
Giallo: Itinerario di avvicinamento.
Rosso: Salita proposta.
Verde: itinerario di discesa



APPENNINO TOSCO EMILIANO LAGO NERO E LAGO PIATTO dalla Riserva Naturale Campolino – Orto Botanico Forestale e la Casetta dei Pastori.

14 SETTEMBRE 2019

L’itinerario classico (sentiero n. 104) è dettagliatamente descritto nella bibliografia e siti web dell’Appennino Tosco Emiliano.

Anche questo itinerario è segnalato in modo esemplare ed a prova di errore, in alcuni tratti le segnalazioni non distano più di 50 metri.

Di seguito le migliori immagini della giornata.

1- Il sentiero di salita nella faggeta prima dei prati sommitali, impossibile perdersi.
2- Uscita dalla faggeta, i vasti mirtilleti in versione autunnale intorno al Bivacco Lago Nero.
3- Il Bivacco Lago Nero.
4 – 5 Il Lago Nero, a quota 1730 m.
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6- Tritoni alpini nelle acque del lago.
7- Il ventre giallo dei tritoni alpini
8 – 9 Le rocce silicee circostanti si rispecchiano nelle acque del Lago Nero.
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10- Il Lago Nero visto dal sentiero che proviene da Le Regine – Abetone.
11 – 12 Il Lago Piatto, situato a 1828 metri.
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13- Il Monte Gomito, situato tra i due laghi, sopra ai campi da sci ad Ovest dell’Abetone
14- Felce isolata nel bosco della Riserva Orientata Campolino, nei pressi dell’Orto Botanico della Forestale.




APPENNINO TOSCO EMILIANO MONTE LIBRO APERTO Dall’Abetone per la Verginetta e il Monte Belvedere.

13 SETTEMBRE 2019

L’itinerario classico (sentiero n. 00) è dettagliatamente descritto nella bibliografia e siti web dell’Appennino Tosco Emiliano.

Segnalato in modo esemplare ed a prova di errore, in alcuni tratti le segnalazioni non distano più di 50 metri.

Di seguito le migliori immagini della giornata.

1- Il sentiero per il Monte Libro Aperto perfettamente segnalato, sullo sfondo a sinistra l’abitato dell’Abetone con le piste da sci tracciate nel bosco e a destra l’abitato di Fiumalbo sovrastato in lontananza dalle Alpi Apuane .
2- Le due cime del Monte Libro Aperto, il nome deriva proprio dalla forma di un libro aperto che esse producono.
3- Mi domando chi avrà scolpito questo cippo in pietra che indica il sentiero a due ore dall’Abetone, si nota l’altro segnale bianco/rosso nel tratto di sentiero sullo sfondo a destra, tra l’altro visibilissimo, a neppure 100 metri di distanza.
4- Una bellissima felce di alta quota la Cryptogramma crispa.
5- Veduta dalla cima del Monte Libro Aperto verso Sud, Sullo sfondo a destra il Corno alle Scale.
In primo piano i vastissimi mirtilleti della zona, i più estesi dell’Appennino, in veste autunnale.
6- dettaglio dei mirtilleti in veste autunnale
7- Veduta dalla cima del Monte Libro Aperto verso Nord, Sullo sfondo a destra il Monte Cimone già salito diversi anni fa, a sinistra la seconda cima.
8- La prima cima del Monte Libro Aperto (più alta, 1937 m.) nel tratto attrezzato con catena metallica.
9- La prima cima del Monte Libro Aperto vista dalla seconda cima.
10- Le due cime del Monte Libro Aperto viste da Nord
11- Mirtilli in veste autunnale
12- Prataiolo con grillo
13- Monte Belvedere, il suo versante Ovest precipita ripido verso la valle del Torrente Lima.
14- Il terrazzo di cima del Monte Belvedere, sullo sfondo il Corno alle Scale e la cresta Monte Spigolino – Monte Cupolino.
15- Gentianella columnae nei pascoli altitudinali.
16- Cespugli di bellissime felci tra le rocce del Monte Belvedere.
17- Calunna vulgaris in piena fioritura di fine estate nei mirtilleti di media quota.
18- Gentiana asclepiadea nelle faggete intorno all’Abetone



MONTE TERMINILLO Anello dal Rifugio Angelo Sebastiani per la cima e la cresta Sassetelli.

28 SETTEMBRE 2019

L’itinerario classico è dettagliatamente descritto nella bibliografia e siti web del Monte Terminillo.

Di seguito le migliori immagini della giornata.

1- Un Codirosso spazzacamino saltella tra i massi del versante Est del Monte Terminillo
2- Versante Est del Monte Terminillo
3- I torrioni del versante Est del Monte Terminillo.
4- La cima del Monte Terminillo vista da sopra il Rifugio Sebastiani.
5- La croce di vetta
6- Il Monte Terminilletto e la conca di Rieti parzialmente coperta dalla nebbia mattutina.
7- Veduta verso Est con il Gran Sasso sullo sfondo.
8- Zoom sul Monte Terminilletto e Rieti
9- I Monti Sibillini visti dalla cima del Monte Terminillo.
10- Zoom sui Monti Sibillini, da sinistra il PIzzo Berro, Pizzo Regina, Monte Porche e Monte Argentella.
11- Zoom sulla Cima del Redentore e Monte Vettore.
12- Il Valico di Leonessa e il Monte Elefante.
13- La cresta Sassetelli che scende dalla cima.
14- La cresta che sale verso il Monte Terminilletto.
15- La cima del Monte Terminillo vista dalla cresta Sassetelli.
16- La parte finale della cresta Sassetelli con il sentiero che scende verso il Rifugio Sebastiani.
17- La conca sotto alla cresta Sassetelli, ben visibili i mirtilleti in versione autunnale.
18- Particolare dei mirtilleti della foto n.17.
19- Anche sul Terminillo ottima segnaletica metallica.
20- ILa parete Nord del Monte Terminillo



ROCCA CALASCIO – VALLE DELLA MACINA

22 SETTEMBRE 2019

La giornata di maltempo mi ha impedito di fare una terza escursione nei giorni 20-21-22 settembre di permanenza nel gruppo del Gran Sasso e ho ripiegato per una uscita turistica in due straordinari luoghi ai piedi di Campo Imperatore che, per la loro particolarità, sono stati anche oggetto di location di famosi film .

Il Castello di Rocca Calascio, dove è stato girato il film “Lady Hawke”

E la Valle della Macina che scende dal versante Ovest del Monte Camicia dal vallone della Miniera di Bitume dove è stato girato un famoso film con Bud Spencer e Terence Hill.

1- 2 – 3 Il castello di Rocca Calascio.
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4 -12- La rarissima Campanula fragilis subsp.cavolini cresce sulle pareti del castello di Rocca Calascio. (fotografata nel Giugno 2021)
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13- 17- Le suggestive immagini di Rocca Calascio by night.
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18- Il cartello all’imbocco della Valle della Macina a Campo Imperatore
19- La Valle della Macina sul versante sud-ovest del Monte Camicia – Campo Imperatore
20- Ononis cristata subsp.apennina ai lati del sentiero della Valle delle Macine.
21- 23- Frammenti di scisto bituminoso provenienti dalla Miniera del Monte Camicia.
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GRUPPO DEL GRAN SASSO Da Campo Imperatore a Monte Portella, Pizzo Cefalone e ritorno per il Monte Aquila.

21 SETTEMBRE 2019

L’itinerario è dettagliatamente descritto nella bibliografia e siti web del Parco del Gran Sasso – Monti della Laga.

Di seguito le migliori immagini della giornata.

1- Il Corno Grande si riflette sul Lago Pietranzoni – Campo Imperatore.
2- Mucche al pascolo a Campo Imperatore, sullo sfondo il Vado di Corno a destra e il Corno Grande.
3- Il Corno Grande e Campo Pericoli visto dal Monte Portella
4- Pizzo Intermesoli visto dal M. Portella, a destra sullo sfondo i Monti Sibillini.
5- Il Pizzo Cefalone visto dal Monte Portella.
6- La conca de L’Aquila immersa nella nebbia e Assergi con il tracciato dell’autostrada.
7- La cima del Pizzo Cefalone.
8- Le pendici del Corno Piccolo visto dal Pizzo Cefalone
9- In primo piano le pendici dei Monti della Laga mentre al centro il Monte Sibilla con la orribile strada visibile anche dal Pizzo Cefalone.
10- Il Monte Portella e la cresta che lo collega al Rifugio Duca degli Abruzzi.
11- Balestrucci su una roccia al Pizzo Cefalone
12- Il Corno Piccolo visto dal Pizzo Cefalone.
13- L’ottima segnaletica metallica del Parco Nazionale Gran Sasso – Monti della Laga.
14- L’ultimo tratto della cresta per il Pizzo Cefalone prima del pendiopiù impegnativo
15- Le roccette sotto alla cima del Pizzo Cefalone.
16- In cima al Pizzo Cefalone, a destra il Pizzo di Intermesoli, a sinistra il Monte Corvo.
17- Veduta verso Sud da Pizzo Cefalone, in fondo il Monte Prena.
18- Il Pizzo di Intermesoli a destra ed il Pizzo Cefalone a sinistra visti dalla cresta per il Monte Aquila.
19- Il Bivacco Bafile sul versante Sud del Corno Grande.
20- La croce di vetta del Monte Aquila, sullo sfondo il Corno Grande
21- La Valle dell’Inferno si inabissa dalla cima del Monte Aquila.
22- Le pendici sud-ovest del Monte Aquila e la strada per Vado di Corno. Sullo sfondo emerge il Corno Grande.