Molti amici mi hanno chiesto di mettere nel mio blog almeno le immagini, prese dal mio repertorio di più di 20.000 foto dei Monti Sibillini, scattate anni fa di una delle più belle forre Appenniniche, la Forra del Fiastrone, in quanto attualmente interdetta alle escursioni per l’ordinanza del Comune di Cessapalombo n.15 del 29/06/2020 che ne vieta il transito a seguito di costatazione di pericoli oggettivi incombenti sulla valle del Fiastrone.
Non essendo pertanto possibile effettuare escursioni nella Forra del Fiastrone riporto le immagini, scattate nel 2019, anche se di bassa qualità in quanto fatte con una vecchia fotocamera compatta ma almeno danno una idea della bellezza della Forra Sibillina.
La Grotta dei Frati, molto conosciuta ormai da anni al pari delle Lame Rosse presenti nella stessa valle, è invece attualmente raggiungibile senza problemi dal parcheggio Caprareccia della strada di Montalto di Cessapalombo in circa 30 minuti per comodo sentiero e per sentiero più lungo anche dalle stesse Lame Rosse – Diga del Lago Fiastrone.
La Forra, suddivisa in tre parti di larghezza differente, era facilmente raggiungibile prendendo il sentiero dal parcheggio Caprareccia per la Grotta dei Frati, dopo circa 300 metri al primo bivio si scendeva a sinistra fino al fiume quindi anziché guadare il Fiastrone si proseguiva per sentiero nel bosco sulla destra (sinistra orografica) per entrare nel torrente circa 500 metri dopo e proseguire risalendo il fiume su acqua per tutta la lunghezza della forra.
Addirittura molti anni fa ho percorso una difficile e faticosa cengia in salita che si apre sulla sinistra orografica all’altezza della seconda parte della Forra (foto n.14) e che, con un passaggio aereo su una esposta parete rocciosa a suo tempo attrezzato con una corda fissa, conduceva pochi metri sotto alla Grotta dei Frati.
Chiaramente anche questo itinerario non è possibile percorrerlo e non so in che condizioni sia la corda fissa presente.
Di seguito le immagini di repertorio dell’escursione.
LA PRIMA PARTE DELLA FORRA.
LA SECONDA PARTE DELLA FORRA
LA TERZA PARTE DELLA FORRA
LA GROTTA DEI FRATI E DEI PARTIGIANI
MONTE VETTORE E CIMA DI PRETARE
Il 2 agosto 2024 ho effettuato la mia 85esima salita, in 46 anni di salite in montagna tutte documentate nel mio quaderno dal 1978, alle cime del gruppo del Monte Vettore.
Dopo aver raggiunto la cima, anziché scendere al Lago di Pilato come programmato, visto che quest’anno il lago è purtroppo completamente asciutto, abbiamo proseguito la cresta Est verso Cima di Pretare, la cima meno frequentata dell’intero gruppo.
Di seguito le immagini dell’escursione.
LA CASCATA DE LU CUGNUNTU E LE GROTTE DI TRIPONZO – VALNERINA
Il percorso proposto, effettuato con Patrizio, può essere effettuato in giornata in quanto la cascata e le grotte descritte si trovano tutte in Valnerina a pochi chilometri di distanza fra di loro.
LA CASCATA DE “LU CUGNUNTU”: Bella cascata che si apre in ambiente quasi ipogeo nel Fosso di San Lazzaro, nella Valnerina, escursione adatta a tutti, a primavera è consigliabile portare scarpe di ricambio.
ACCESSO: Si percorre in auto la S.S. 209 della Valnerina da Visso fino alla frazione di San Lazzaro (km. 58+800, con segnale turistico del Lebbrosario di San Lazzaro), dal paese si prosegue in auto per altri 700 metri fino ad un bivio con segnale per la cascata dove si parcheggia.
Si prosegue a piedi per circa 20 minuti risalendo la valle che si fa sempre più stretta e con diversi guadi fino alla stretta e breve forra dove si apre la cascata.
LE CINQUE GROTTE DEI BAGNI DI TRIPONZO: Triponzo, una frazione del Comune di Cerreto di Spoleto, sorge su uno sperone di Travertino e nei suoi dintorni si aprono numerose ed interessanti grotte.
Alla base della grande parete rocciosa posta proprio di fronte alle Terme o Bagni di Triponzo si aprono ben 5 interessanti cavità anche se di breve ma difficile accesso a causa della folta vegetazione e del terreno impervio.
ACCESSO: Si continua in auto la S.S. 209 della Valnerina da San Lazzaro in direzione Terni e si raggiungono in auto le Terme di Triponzo, si lascia l’auto nel parcheggio superiore non custodito, dal piazzale parte una traccia di sentiero che attraversa un tratturo e prosegue verso la base della parete rocciosa dove si aprono le cinque grotte.
Non è possibile descrivere dettagliatamente l’accesso alle 5 cavità ma sono tutte vicine e si ritrovano seguendo le tracce GPS in quanto sono inserite nel Catasto delle Grotte della Regione Umbria (www.catasto.fugs.it).
In zona, ad un chilometro circa prima delle Terme di Triponzo, venendo da Visso, sul versante destro orografico, si aprono anche la Grotta 6 dei Bagni di Triponzo e la Grotta del Grugnale descritte di seguito.
Inoltre nel Catasto è riportata anche la Caverna di Triponzo, indicata sopra alle terme stesse ma, secondo le indicazioni riportate, è stata trovata a seguito degli scavi per una condotta idrica e non presenta accessi esterni.
Inoltre, proprio di fianco alla strada S.S. 209 poco prima del paese di Triponzo è indicata anche la Grotta del km.49, è visitabile con attenzione per la strada stretta ma si presenta come una piccola cavità senza interesse.
LA GROTTA N.2 DEI BAGNI DI TRIPONZO
LA GROTTA N.3 DEI BAGNI DI TRIPONZO
LA GROTTA N.4 DEI BAGNI DI TRIPONZO
LA GROTTA N.5 DEI BAGNI DI TRIPONZO
LA GROTTA N.6 DEI BAGNI DI TRIPONZO E LA GROTTA DEL GRUGNALE: In zona, ad un chilometro circa prima delle Terme di Triponzo, venendo da Visso, sul versante destro orografico, si aprono anche la Grotta 6 dei Bagni di Triponzo e la Grotta del Grugnale, a poca distanza fra loro.
ACCESSO: Si continua in auto la S.S. 209 della Valnerina da San Lazzaro in direzione Terni, si supera l’abitato di Casali Belforte e si prosegue per circa 1,5 chilometri fino ad una diretta con una serie di cartelli indicata nella foto n. 34 dove si parcheggia di fianco alla strada, guardando, meglio con un binocolo, in alto sopra strada si osservano delle rocce dove si nota il grande arco dell’ingresso della Grotta del Grugnale (da grugnale: nome comune dell’arbusto Corniolo (Cornus mas)), foto n.35.
DESCRIZIONE: Entrando nel bosco attraverso uno spazio tra le reti parasassi si risale faticosamente il ripido bosco in direzione dell’antro della grotta osservato dalla strada.
Giunti alla base dei torrioni rocciosi è presente una rete di protezione che bisogna risalire con molta attenzione in direzione dell’antro di ingresso della grotta anch’esso parzialmente protetto dalla rete, in circa 15 minuti si raggiunge la grotta.
Per raggiungere la Grotta dei Bagni di Triponzo n.6, anche in questo caso non è possibile descrivere dettagliatamente l’accesso ma si trova a circa 200 metri più a sinistra ed alcune decine di metri più in alto della Grotta del Grugnale seguendo le tracce GPS in quanto entrambe le cavità sono inserite nel Catasto delle Grotte della Regione Umbria (www.catasto.fugs.it).
LA GROTTA N.6 DEI BAGNI DI TRIPONZO
LA GROTTA DEL LAGO DI TRIPONZO: La grotta è situata nei pressi dell’abitato di Triponzo.
ACCESSO: Si continua in auto la S.S. 209 della Valnerina dalle Terme per circa 2 chilometri fino al nucleo abitato di Triponzo, poco prima della galleria della strada si sale a destra fino ad un parcheggio all’interno del paese.
Dal parcheggio si prosegue a piedi per il sentiero della Salute, che conduce fino alle Terme o Bagni di Triponzo, situate a circa 2 chilometri prima del paese.
Dopo circa 200 metri si passa sotto a delle alte pareti rocciose e si intercetta un ingresso di una grotta chiusa con cancello, sopra, a circa 8 metri, si apre il secondo ingresso della Grotta del Lago, l’accesso è riservato solo a speleologi.
Nei pressi della grotta sono presenti spettacolari concrezioni carbonatiche sul substrato roccioso, che si sono formate nell’Olocene. Scavi archeologici nella grotta hanno permesso di rinvenire all’interno dello strato basale due scheletri umani con corredi funerari di età neolitica.
GROTTA AL Km 5,3 PER CASCIA: piccola grotticella non riportata nel Catasto delle Grotte della Regione Umbria, trovata per caso mentre percorrevo d’inverno la strada, si può abbinare alla cascata e alle grotte di Triponzo.
ACCESSO: Si continua in auto la S.S. 209 della Valnerina da Triponzo in direzione Terni , dopo neppure un chilometro si gira a sinistra per Norcia fino a Serravalle. Si gira a destra in direzione Cascia e dopo 5 km si raggiunge l’incrocio per CERASOLA, si prosegue per Cascia, si supera una casa Cantoniera e, dopo una curva si prosegue 100 metri quindi si parcheggia al alto della strada (attenzione). Nel bosco sulla sinistra si apre la grotticella.
LE GROTTE DEL MONTE SIBILLA
Il Monte Sibilla da il nome all’intero gruppo dei Monti Sibillini e l’antro della sua grotta ha ispirato leggende note a tutti come quella del Guerrin Meschino.
La montagna è nota per la Grotta riportata nella cartografia come Grotta delle Fate o della Sibilla inoltre presenta le meno note Grotte Nere e alcune grotticelle sul versante Est della cosiddetta “Corona della Sibilla”, un bancone roccioso calciruditico di colore rosso alto oltre 5 metri che circonda la cima ad una quota di circa 2000 metri.
La Grotta delle Fate o della Sibilla si raggiunge direttamente dalla cima scendendo su traccia di sentiero nel prato verso Est prima di raggiungere le pareti della “Corona”.
Nei Monti Sibillini esiste poi un’altra Grotta delle Fate, ma si trova nel versante Sudest del M. Vettore, sopra la cosiddetta “Aia della Regina” il cui itinerario di raggiungimento è riportato a pagina 56 nel mio libro IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI.
Le Grotte Nere si aprono direttamente sulla strada che raggiunge il Rifugio della Sibilla, a quota 1190 metri proprio prima che la strada entra nel rimboschimento di conifere, ben visibili in salita.
Le Grotticelle della Corona si aprono direttamente alla base della bastionata rocciosa che circonda la cima, nel versante Est. Esse si raggiungono salendo dal Rifugio M. Sibilla per la cresta normale in direzione Ovest fino alla catena presente nella “corona” e che permette di salire fino alla cima. Dalla catena anziché salire le roccette si costeggia la bastionata rocciosa della “Corona” a sinistra, facendo attenzione in alcuni punti ripidi. Si visitano le grotticelle presenti e si continua fino allo spigolo Est per proseguire ancora un po’ nel versante Sud dove c’è una ulteriore grotticella, ancora avanti la barriera rocciosa si trasforma in un ripidissimo pendio rupestre dove non conviene proseguire.
Poi ritornando indietro per lo stesso itinerario si incontra un canale roccioso che volendo si può risalire anziché ritornare alla catena per salire proprio sulla verticale della Grotta della Sibilla.
Nel versante Nord della “Corona”, già visitato in precedenza, non si aprono cavità da visitare ed inoltre il pendio alla sua base è molto più ripido del versante Est.
LA GRANDE CASCATA DEL RIO E IL SENTIERO DIRETTO PISCIARELLE-SAN LEONARDO
Il Fosso Il Rio, che scende dal versante Est del Monte Priora, forma ben 4 cascate visitabili. Le due cascate superiori, la Cascata della Rota (detta anche la Cascata Dimenticata) e la Cascata Nascosta, sono facilmente raggiungibili da tutti, la prima dal sentiero che conduce al Casale del Rio (vedi pagina 37 IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI) e la seconda direttamente da San Leonardo, sono entrambe riportate nella bibliografia di Monti Sibillini.
Le altre due inferiori sono più difficilmente raggiungibili e i percorsi sono consigliati solo ad escursionisti esperti. La terza cascata scende nei pressi della zona denominata “Lu Cartofene” e potrebbe riportare questo nome, sicuramente è la più alta de Il Rio mentre la quarta, denominata “Casco del Rio” è l’ultima cascata che forma il fosso prima di congiungersi con il Tenna, è la cascata che si vede bene di fronte dalla strada Valleria-Pisciarelle e si raggiunge prendendo la traccia di sentiero che scende subito verso il Fiume Tenna.
Entrambe possono essere raggiunte con lo stesso itinerario.
L’itinerario di accesso alla terza cascata è anche indicato nel libro “FIGLIE DELL’ACQUA E DEL TEMPO” come via di fuga per chi pratica torrentismo e si cimenta con la discesa integrale del Fosso Il Rio.
ACCESSO: Si raggiunge in auto la frazione di Rubbiano e si prosegue in direzione dell’Infernaccio fino al parcheggio di Valleria, si prosegue quindi a piedi fino alle Pisciarelle e al piazzale di ingresso della galleria artificiale.
LA GRANDE CASCATA
DESCRIZIONE: Dal piazzale della galleria si individua una traccia di sentiero che si dirige verso il Fosso del Rio. Si inizia a percorrere in quota il ripido versante, dopo circa 400 metri la traccia effettua un tornate in salita (foto n.5), si prosegue per altri 150 metri raggiungendo una grotticella e proseguendo fino ad un secondo tornante dove poco visibile e nascosto da alti alberi abbattuti, è presente un incrocio, per la cascata si prosegue dritti (Nord) mentre se si prosegue verso sinistra (Sud ovest) si prende il sentiero de Le Volte che conduce al Romitorio di San Leonardo. Proseguendo quindi dritti per la cascata Grande si traversa sotto a pareti rocciose fino ad un grande canalone boscoso molto ripido dove si è già in vista delle alte pareti del Fosso il Rio e si sente il rumore dell’acqua. Si scende con attenzione il ripido canale su traccia di sentiero che costeggia alte pareti a sinistra e in breve si raggiunge la base della grande Cascata di 50 metri, risalendo la parete del fosso verso sinistra.
Visitata la meravigliosa cascata si può scendere un centinaio di metri il fosso fino ad un ulteriore salto, ritornando verso la cascata si nota sulla destra una traccia che risale il ripido versante in direzione di alte rocce dove si apre una ampia Grotta senza nome.
DIRETTA PISCIARELLE-SAN LEONARDO:
DESCRIZIONE: Dalla cascata si ritorna sulla traccia di sentiero di raggiungimento fino alla deviazione del sentiero de Le Volte per risalire al San Leonardo oppure, molto più interessante, nel bosco dove si apre una finestra tra gli alti faggi verso la strada Valleria-Pisciarelle, si scende sotto ad alte pareti per prendere la Valle Sassata, una cengia che gira tutto il versante Nord del poggio dove sorge il Romitorio di San Leonardo e entra nel bosco di San Leonardo per congiungersi con il sentiero che sale dall’Infernaccio. In questo caso, per chi volesse percorrere questa cengia non è possibile fornire una descrizione dettagliata in quanto non ci sono punti di riferimento ne segnaletica ma solo una lievissima traccia di sentiero pertanto ho allegato la traccia GPS.
All’ingresso della Val di Bove, nella cresta della Passaiola si aprono alcune grotte riportate nel Catasto delle Grotte della Regione Marche, denominate “Grotticella I e II alle creste del Bicco”, nei pressi della grotticella I in realtà è presente una seconda cavità più piccola non censita.
Mentre nel versante Ovest della Croce di Monte Bove. alle falde delle pareti rocciose che caratterizzano la cima, si apre la Grotte della Minciurla.
Le cavità possono essere visitate compiendo un unico giro.
Ringrazio il grande conoscitore di Forre e Grotte dei Monti Sibillini, Patrizio R. per avermi accompagnato.
Altre cavità più piccole e non censite e una bella finestra sono poste più in basso e sono state precedentemente descritte nell’articolo “I TERRAZZI DA BRIVIDO DEI MONTI SIBILLINI Parte 1”.
LE GROTTICELLE I e II DELLE CRESTE DEL BICCO: Le due cavità si raggiungono da Frontignano di Ussita parcheggiando nel Piazzale dell’ex Hotel Felicita scendendo a piedi a sinistra nel bosco e risalendo la Val di Bove fino ad uscire dal bosco, poco prima che si apre l’ampia valle erbosa. Qui si traversa verso destra in direzione della cresta boscosa in questo tratto e si segue l’indicazione della grotticella I tramite il segnale del navigatore GPS che riporta le coordinate in quanto sarebbe impossibile descrivere dettagliatamente il percorso di raggiungimento nel bosco senza alcun riferimento e nell’impossibilità di lasciare segnaletica o ometti di pietre. La grotticella è nascosta e non si trova immediatamente ma si prende come riferimento un masso isolato con arco di roccia, si traversa in quota sopra al masso in direzione Nord poi si girovaga tra i diversi torrioni rocciosi fino a trovare la piccola cavità non censita quindi poco distante, risalendo un nascosto e ripido canalino rupestre, si raggiunge la Grotticella I alle creste del Bicco.
La grotticella II si raggiunge riprendendo la cresta verso la Forcella Passaiola e la si trova, dopo il bosco, poco sotto la cresta stessa seguendo sempre le indicazioni GPS del catasto delle Grotte.
GROTTA DELLA MINCIURLA: Una volta visitate le due grotticelle delle creste del Bicco si ridiscende la Val di Bove, si riprende in discesa il sentiero di salita superando le falde de Le Quinte e poco dopo, nel bosco, intorno alla quota di 1250 metri, si intercetta a destra una traccia che dapprima sale un po’ poi inizia a traversare in quota i ghiaioni e le pareti basali del versante Ovest della Croce di Monte Bove dirigendosi alla base dei vari torrioni rocciosi tra cui, per chi l’ha frequentata, la Torre Scuola del CAI Macerata e si prosegue sulla lieve traccia per circa un chilometro con ripidi saliscendi tra roccette e ghiaioni aggirando, faticosamente, tutto il versante Ovest ma passando sempre alla base delle varie pareti basali che si incontrano, anche in questo caso seguendo l’indicazione GPS della Grotta.
Raggiunto un ampio ghiaione caratterizzato da diversi grandi Pini che crescono direttamente sulla ghiaia si risale a destra alla base della parete sovrastante dove, su una cengia nascosta da un nucleo boschivo, si apre la Grotta della Minciurla.
Per facilitare la ricerca delle grotte indicate fornisco anche la traccia GPS altrimenti si rischia di girovagare a vuoto perché il segnale GPS rimbalza tra le pareti.
IL FOSSO DEL CRINO E LE GROTTE DI M. SAN VICINELLO.
L’Appennino nasconde luoghi meravigliosi ed inaspettati, nella Riserva Regionale del Monte San Vicino e Monte Canfaito, nella valle del Crino, coperta da boschi dall’aspetto tranquillo si apre una forra di rara bellezza che è possibile percorrere in discesa e salita solo ed esclusivamente da ESCURSIONISTI CON ESPERIENZA ALPINISTICA E DI TORRENTISMO in particolare se si intende scendere il salto più alto in corda doppia invece che aggirarlo.
Inoltre, partendo dallo stesso punto, si possono raggiungere anche delle particolari grotte nel versante Est del Monte San Vicinello.
ACCESSO: In auto si raggiunge Elcito, una frazione del Comune di San Severino Marche, quindi si prosegue la strada a monte per poco più di un chilometro fino ad un incrocio di quattro strade di cui due sterrate a quota 903 metri dove si parcheggia.
DESCRIZIONE PER LE GROTTE DEL M.SAN VICINELLO: Nel punto di parcheggio partono tre sentieri, si prende il n.209 che entra nel bosco in direzione Sud che conduce ai Trocchi di San Vicino – Grotta di San Francesco e cima del M. San Vicino. Si percorre per circa un chilometro nel bosco fino ad uscire sul prato sottostante i Trocchi. Qui si rientra nel bosco a sinistra in netta salita senza traccia dirigendosi, con l’aiuto di un navigatore GPS che riporta le Grotte elencate nel Catasto della Regione Marche, verso le Grotte poco distanti fra loro, il Foro del San Vicinello e la Grotta di San Vicinello, che si aprono nel versante Est del M. San Vicinello a circa 1150 metri di quota. Qui purtroppo non posso fornire una descrizione precisa della posizione in quanto le grotte sono poco visibili dal bosco ma in ogni caso si aprono proprio all’inizio della barriera rocciosa presente sotto la cima del monte, basta girovagare a destra o a sinistra con l’aiuto del GPS.
DESCRIZIONE PER IL FOSSO DEL CRINO: Nel punto di parcheggio si prende il sentiero n.173 che scende in una strada sterrata completamente degradata in direzione di uno scarno maneggio posto in una radura nel bosco a valle. Superato il maneggio si scende in direzione del fosso fino ad entrare nel suo alveo. Si superano in discesa alcuni salti rocciosi in arrampicata e alcuni attrezzati con corde fino al grande salto. Qui si può superarlo salendo a destra alcune roccette su difficoltà di secondo grado per poi ridiscendere dalla parte opposta per un ripidissimo canale con rocce e breccia oppure più facilmente in corda doppia usando come ancoraggi due Spit posti sulla parete di sinistra, in questo caso la discesa è solo per esperti in quanto si scende nel vuoto per diversi metri. Si scendono ancora due salti usando sempre la stessa corda doppia quindi si arriva al termine della forra.
RITORNO: Si ripercorre il fosso, giunti sotto al salto più alto si risale a sinistra un ripidissimo canale con rocce e breccia e passaggi di secondo grado finali per aggirare il salto (che può essere usato per discendere il fosso come indicato sopra), giunti alla sommità si scendono alcune roccette in direzione del canale facendo molta attenzione oppure usare una corda doppia facendola passare su albero per riprendere il fondo del fosso e risalirlo fino al maneggio.
FOSSO DEL CRINO
MONTI DELLA LAGA – Traversata da San Paolo di Acquasanta a Colle di Arquata per la Macera della Morte.
Escursione del 11 luglio 2024 con Virginia, Nello e Domenico, percorsi 23 chilometri e 1200 metri di dislivello, riportata sulla bibliografia dei Monti della Laga.
Partenza da San Paolo, frazione di Acquasanta Terme, si raggiunge Montecalvo a 1075 m., Colle dell’Araglione a 1092 m., Monte Libretti a 1216 m., Colle Pidocchi 1469 m., Monte Cesarotta 1800 m., Cima Fonteguidone 1863 m., Monte Li Quarti 1954 m., Macera della Morte a 2073 m., quindi si scende a Passo il Chino 1581 m. passando alle falde del Monte Comunitore si arriva a Colle di Arquata del Tronto dove abbiamo lasciato la seconda auto.
Di seguito le immagini della giornata.
MONTE ROTONDO E MONTE ACUTO dalla Pintura di Bolognola.
Il 14 luglio 2024, con una giornata di fresca brezza in quota e monti ancora verdi, dalla Pintura di Bolognola con Elia e Gilberto abbiamo risalito la strada fino al Rifugio del Fargno quindi al Monte Rotondo per la cresta Sud, ridiscesi per la stessa cresta siamo poi saliti dalla Forcella del Fargno al Monte Acuto e ridiscesi per la cresta Est fino a Forcella Bassete, quindi ripreso la strada per la Pintura, con 17 chilometri e 900 metri di dislivello totale.
Di seguito le immagini della giornata.
L’INFERNACCETTO DELL’AMBRO E LA SALA DEL TRONO – LE MERAVIGLIE DI ROCCIA DEI MONTI SIBILLINI.
Uno dei luoghi più spettacolari dei Monti Sibillini ma sicuramente anche dell’intero Appennino centrale è l’Infernaccetto dell’Ambro e la Sala del Trono, situate nel tratto della Valle dell’Ambro posta tra i bastioni rocciosi delle Roccacce e della Travertina, un chilometro circa più a valle delle sorgenti dell’Ambro, qui la natura ha creato una forra davvero spettacolare ed incredibile difficile da descrivere finché non si entra nel suo interno. Una immensa sala tra pareti altissime e una vera e propria fessura tra le rocce formata dall’acqua quasi inaccessibile caratterizzano queste forre.
L’itinerario fino all’ingresso dell’Infernaccetto dell’Ambro è relativamente facile ed adatto ad escursionisti che si sanno muovere su terreno sconnesso, con calzature adatte a terreni scivolosi e caschetto ma poi il proseguimento fino alla sala del Trono è adatto SOLO ED ESCLUSIVAMENTE AD ESCURSIONISTI ESPERTI in quanto bisogna attraversare pendii molto ripidi e risalire e scendere tratti su roccia.
ACCESSO: Da Montefortino si raggiuge in auto il Santuario della Madonna dell’Ambro e si parcheggia nell’ampio piazzale.
DESCRIZIONE: dal piazzale si prende il tratturo in salita dietro al Santuario (Sentiero 226), si prosegue in salita si raggiunge una zona in frana quindi una captazione di acquedotto recintata oltre la quale si raggiunge una deviazione a sinistra in netta discesa che in breve riporta al torrente a tratti asciutto (la deviazione a destra conduce verso il Casale S.Giovanni Gualberto) . Si segue il greto del torrente su traccia di sentiero ed in circa due ore di cammino tra i massi si raggiunge la strettoia rocciosa dell’Infernaccetto dell’Ambro. A seconda dell’altezza delle pozze d’acqua presenti si può entrare nella fessura fino a trovare un salto roccioso che si può superare facendo scaletta a mano al primo salitore, si consiglia di portarsi poi una scaletta di corda con nodo finale da incastrare sulla roccia per agevolare la salita e la discesa dei compagni, la discesa dell’ultimo verrà fatta da questo abbracciando il masso e scivolando in modo controllato verso valle mentre i compagni sotto lo tengono per i piedi.
PARTE CONSIGLIATA SOLO AD ESCURSIONISTI ESPERTI: Visitata la strettissima forra dell’Infernaccetto dell’Ambro si ritorna al suo ingresso fuori delle pareti (foto n.1) dove si nota a destra una traccia di sentiero che sale subito molto ripida nel bosco, (foto n.11) dopo circa 100 metri la traccia devia con un tornante (foto n.12) ed inizia a traversare il bosco in quota in direzione Ovest, passa sopra ad una fascia rocciosa (non prendere la deviazione in piano ma la traccia che risale ancora) fino a scavalcare lo spigolo ed entrare in un ripido vallone che, con una delicata discesa, riporta nel greto del torrente (foto n.13), in un tratto più ampio a monte dell’infernaccetto (foto n.14). Raggiunto questo tratto si può scendere verso valle nella forra che va restringendosi fino a passare sotto ad un grande masso incastrato per affacciarsi sul punto di calata (catena a destra) sopra alla fessura dell’Infernaccetto (punto davvero spettacolare ma da fare con molta attenzione, foto n.5-19).
Quindi si ritorna indietro e si risale obbligatoriamente il greto del torrente (foto n.20-21) che aumenta di pendenza, si risalgono massi e due paretine attrezzate con corda (foto n.22) e catena (foto n.26) e la forra si va restringendosi sempre di più fino ad arrivare alla grande Sala del Trono dove le altissime pareti chiudono la prosecuzione. Godetevi questo luogo magico perché veramente non è facile trovare eguali in Appennino (40 minuti dall’Infernaccetto).
RITORNO; Stesso itinerario oppure se si vuole fare un anello, molto consigliato, dalla Sala del Trono si ridiscende il greto del torrente fino a raggiungere l’ampio canalone da cui si è discesi, qui, a sinistra sopra il greto, si notano degli ometti di pietra che indicano una traccia di sentiero che risale la sponda sinistra orografica anche qui su pendio piuttosto ripido e con alcuni tornanti ma che, in breve, conduce al bosco sovrastante dove un sentiero ben tracciato prosegue, con ulteriori tornanti in salita, fino a Fonte Feletta ricongiungendosi con il sentiero n.226. Da qui facilmente per sentiero ben evidente si arriva al Casale S. Giovanni Gualberto, si prosegue passando sotto le pareti del Balzo Rosso e si ridiscende al Santuario della Madonna dell’Ambro per sentiero ben segnalato (ritorno ore 2) .
Per facilitare l’escursione ho riportato anche il tracciato GPS anche se nei tratti più stretti della forra ci sono stati inevitabili echi di segnale ed è difficile indicare le coordinate e quote giuste.