MONTE CANFAITO – PARCO REGIONALE MONTE SAN VICINO.

Il Monte Canfaito è un monte del gruppo del Monte San Vicino caratterizzato da faggete secolari famose in tutte le Marche soprattutto d’autunno per il foliage, come va di moda adesso chiamare la colorazione autunnale delle foglie degli alberi caducifoglie.

Si consiglia di visitare questi boschi in giorni lavorativi per evitare il caos dei fine settimana dove centinaia di persone si riversano nei boschi a fare selfie.

Canfaito si raggiunge sia da Matelica salendo da Braccano per il Monte San Vicino e seguendo le indicazioni per il sito oppure da San Severino Marche salendo per Elcito e anche qui seguendo le indicazioni fino all’ampio parcheggio presente nella radura tra i boschi.

Il giorno che lo abbiamo visitato quest’anno purtroppo era nuvolo e soprattutto il foliage non era ancora al massimo della colorazione.

Di seguito le immagini dei boschi e dei funghi presenti.

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27- Fotoritocco al PC di un faggio secolare.



CIMA TOGNAZZA E CAVALLAZZA DA PASSO ROLLE – TRENTINO ALTO ADIGE

A causa della chiusura autunnale degli impianti di risalita in quota sulle Pale di San Martino abbiamo dovuto ripiegare per itinerari di media quota raggiungibili da Passo Rolle.

In particolare siamo saliti alla Cima Tognazza e Cavallazza partendo dal parcheggio sottostante la Chiesina della Madonna Assunta di Passo Rolle per un percorso storico della Grande Guerra (foto n.16).

Da qui si sale in direzione della cresta Est della Tognazza evitando la pista d sci e prendendo direttamente la cresta rocciosa che presenta facili passaggi di I° grado fino alla cima a 2207 m.

Sulla cresta di vetta della Tognazza (1 ora) si trovano numerosi spit che segnano il termine delle difficilissime vie di roccia della vertice parete Est come visibile nelle foto n.22-23-24.

Dalla Tognazza si prosegue per tracciato di cresta scendendo un centinaio di metri per poi risalire su roccette e per sentiero attrezzato con cavi di acciaio fino alla Cavallazza piccola a 2303 metri (1,5 ore).

La cima della Cavallazza piccola è traforata da numerose gallerie e aperture di vedetta scavate durante la Prima Guerra Mondiale.

In cima è possibile visitare diverse gallerie e finestre che permettono vedute inusuali delle cime dolomitiche circostanti.

Dalla cima si scende alla forcella a 2230 metri per poi risalire ripidamente in un’altra ora alla Cavallazza a 2326 metri.

Nella discesa, una volta ritornati alla forcella tra le due cime della Cavallazza scendere al sottostante Lago di Cavallazza per poi risalire nel sentiero in quota che raggiunge il Biotopo dei Laghi Tognazza. (1 ora)

Da qui con un’altra ora si ritorna a Passo Rolle.

Si allega percorso GPS.

1- Passo Rolle visto da una prima galleria della Grande Guerra della Tognazza.
2- Le prime roccette della cresta Nord della Tognazza.
3- Il Cimon della Pala proprio di fronte a noi con un vecchio Pino Mugo in primo piano.
4 – I facili passaggi di I° grado della cresta della Tognazza
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8 – 9 – Già ci siamo innalzati rispetto a Passo Rolle.
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10 – 11 – Veduta verso la verticale parete Est della Tognazza.
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12- Il Cimo della Pala sembra quasi di toccarlo.
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14- La cima Tognazza in primo piano, la Cavallazza piccola a sinistra e la Cavallazza a destra.
15- Il Col Bricon.
16- La targa ricordativa delle vicende della Prima Guerra Mondiale sulla Cavallazza.
17- Una prima fortificazione scavata nella roccia alla Tognazza.
18- Veduta dalla finestra sul Cimon della Pala.
19- la Tognazza vista dalla forcella per la Cavallazza.
20 – 21- Vista verso le Pale di San Martino dalla Cavallazza piccola.
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22- Veduta laterale della parete Est della Tognazza.
23 – 24- Pagina della Rivista “Montagne” che riporta un articolo con foto delle salite di Manolo sulla Tognazza.
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25- I Laghi Tognazza
26- Veduta di San Martino di Castrozza dalla Cavallazza piccola.
27 – 28- La parete Sud della Marmolada vista dalla Cavallazza piccola.
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29- Il Lago Cavallazza.
30- La Tognazza con la sua verticale parete Est vista dalla Cavallazza piccola.
31 – 32 -La cima della Cavallazza piccola traforata dalle gallerie scavate durante la Grande Guerra.
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33- L’inizio del sentiero attrezzato che sale nel versante Est della Cavallazza piccola.
34 – 39 – Il sentiero attrezzato.
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40- La prima galleria da visitare.
41- Altra targa descrittiva delle vicende della Prima Guerra mondiale.
42 – 49- Entriamo nella prima galleria che permette le prime visioni particolari.
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50- Scendiamo dalle gallerie per proseguire l’escursione.
51 – 52- Il sentiero attrezzato continua verso la seconda cima della Cavallazza piccola.
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53- Anche qui altre profonde gallerie.
54 – E altre visioni contornate da roccia, verso il Cimon della Pala.
55- Verso la cima più alta della Cavallazza Piccola.
56- Verso la Marmolada.
57- Escursionisti salgono verso la Cavallazza piccola mentre noi scendiamo.
58- Il Colbricon ed il Lago di Cavallazza con una isoletta.
59 – 60- Il Cimon della Pala si rispecchia sui Laghi Tognazza.
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61 – 63- I Laghi Tognazza si aprono tra le placche di Porfido, per la loro particolarità sono un Biotopo protetto per la loro Flora e Fauna rara che custodiscono.
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64- Le placche della Tognazza con il Cimon della Pala sullo sfondo.
65- La Cima Rolle in primo piano, raggiunta il giorno prima, e la Cima Venegiotta sullo sfondo.
66- La chiesina di Passo Rolle da cui si parte per l’escursione proposta.
67 – 70 – I famosi boschi di Paneveggio, resi famosi per il legno utilizzato dal liutaio Stradivari per la realizzazione dei sui famosi violini, purtroppo recentemente devastati dalla Tempesta Vaia e in parte seccati dall’azione del parassita Bostrico.
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IN GIRO INTORNO ALLE PALE DI SAN MARTINO: PRATI FOSNE – BAITA SEGANTINI E CIMA ROLLE- LAGO DI CALAITA.

PRATI FOSNE: I Prati Fosne sono situati in una meravigliosa Malga, caratterizzata da un enorme masso staccatosi del sovrastante Monte Cimerlo, è situata nel margine Sud del Gruppo delle Pale di San Martino, si accede da Fiera di Primiero per Tonadico (TN) risalendo in auto la Val Canali, si supera la Villa Welsperg e si continua per 1,5 chilometri fino ad una deviazione a sinistra che sale il versante opposto. Dopo circa un chilometro di salita su strettissima strada si parcheggia in apposita area in quanto le successive strade sono vietate quindi si prosegue a piedi, è bene ricercare il luogo con GPS. Questo luogo lo avevo visto più volte nelle riviste di montagna ma non ero riuscito mai a sapere dove si trovava, poi riconoscendo la montagna sullo sfondo l’ho trovato su Google Earth e mi ero riproposto di raggiungerlo per la sua bellezza, in effetti è proprio così, semplicemente un luogo da sogno.

Di seguito le immagini dell’incantevole luogo, vi ricordo che i prati sono privati ed è vietato raggiungere i Masi e le Baite.

1 – 8 -I Prati Fosne, sullo sfondo il Monte Cimerlo 2503 m.
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BAITA SEGANTINI E CIMA ROLLE DA PASSO ROLLE: Da Passo Rolle si raggiunge a piedi in circa 40 minuti la Baita Segantini, posta di fronte al gruppo Nord delle Pale di San Martino ed in particolare del Cimon della Pala. Dalla baita si prosegue per cresta a destra in 30 minuti fino a raggiungere la Cima Rolle (2221 m.)

9- La Baita Segantini e la Cima della Vezzana (3192 m.)
10- Il Cimon della Pala (3184 m.)
11- Strani escursionisti alla Baita Segantini.
12 – 18 – Le cime delle Pale di San Martino si rispecchiano sulle acque del Laghetto della Baita Segantini.
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19- Cima Rolle
20- La parete Sud della Marmolada vista da Cima Rolle.
21- 26 – Si avvicina il tramonto sulle Pale di San Martino che man mano si colorano di rosso.
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LAGO DI CALAITA: Il Lago di Calaita si raggiunge in auto da Canal San Bovo quindi proseguendo la valle a a piedi si raggiunge la Forcella Calaita, un meraviglioso terrazzo panoramico sul versante Ovest delle Pale di San Martino.

Il tempo perfetto, limpido e senza vento, in cinque giorni di escursioni non abbiamo mai visto neppure una nuvola, cosa davvero particolare nelle Dolomiti, ci ha permesso di fare delle foto splendide in quanto il lago era un vero specchio, le acque, al mattino presto, erano immobili.

27- Il Lago di Calaita.
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37- Le laricete perdendo gli aghi in autunno si colorano di giallo, i pochi abeti rimangono sempreverdi.
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43- La Forcella Calaita.
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ITINERARIO ETNOGRAFICO A CAORIA – CANAL SAN BOVO – TRENTINO ALTO ADIGE

Bellissimo itinerario storico a monte dell’abitato di Caoria, dove avevamo affittato una meravigliosa baita con vista sul paese.

Dalla frazione di Caoria, nel comune di Canal San Bovo (TN), si sale in auto per la strada di Scalon verso la vecchia segheria fino a Ponte Stel dove è presente un ampio parcheggio.

Da qui diparte un sentiero sulla destra che sale nel bosco con l’indicazione “Anello dei Pradi”, come visibile nella foto n.1.

Il sentiero, perfettamente segnalato e provvisto di numerosi cartelli indicanti le tradizioni storiche della valle (foto n.7), attraversa bellissimi e verdissimi boschi e conduce ad alcuni Masi fino a raggiungere i meravigliosi Masi Tognola.

Dai Masi Tognola il sentiero continua per chiudere l’anello e scendere al Ponte Stel nei pressi della vecchia segheria.

Si allega tracciato GPS di discesa dai Masi Tognola al Ponte Stel che può essere percorso anche in salita.

1- Il cartello indicante i vari sentieri percorribili nella Valle Tognola.
2- La Cima d’Asta di fronte all’abitato di Caoria.
3- Uno dei primi masi.
4- Lepiota procera nelle radure dei Masi.
5- Amanita muscaria nel bosco.
6- Il sottobosco pieno di muschio è sempreverde, anche d’autunno.
7- Uno dei cartelli narranti le tradizioni della valle Tognola.
8 – 9 – Nei boschi sono presenti abeti giganteschi, per fortuna preservati dall’attacco del bostrico.
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10 – 12- La ripidissima Malga Tognola con i relativi Masi, visti dal versante opposto della valle.
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13 – 15 – Raggiungiamo i meravigliosi Masi Tognola in una giornata limpidissima.
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16- La planimetria della disposizione ed uso dei Masi Tognola.
17 – 23 – Gli altri Masi, alcuni dei quali possono essere presi in affitto.
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19- Il fienile
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24- L’indicazione delle cime visibili da Malga Tognola
25- E la relativa immagine
26 – 30- Suggestive immagini del fantastico scenario dei Masi Tognola.
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31- Veduta dal versante opposto della Malga della foto n.3
32- La vecchia segheria di Ponte Stel ancora in funzione per dimostrazioni turistiche.
33- Bosco sopra l’abitato di Caoria attaccato dal Bostrico.



FERRATA VAL DI SCALA – CANAL SAN BOVO – TRENTINO ALTO ADIGE

Nella strada che collega Canal San Bovo (TN) alla sua frazione, Caoria, scende un fosso che forma una serie di cascate dove, ai suoi lati, è stata realizzata una ferrata didattica in quanto contempla tutti i possibili passaggi classici delle ferrate, scale su pareti verticali e con tratti strapiombanti, ponte tibetano, tratti attrezzati con cavi a progressione su roccia, tratti bagnati molto impegnativi.

La ferrata presenta un dislivello di 250 metri con due lunghi tratti verticali su placche rocciose da 30 e 70 metri, si sale in poco più di un’ora, è comodissima in quanto si parcheggia l’auto alla sua base e si ridiscende su sentiero nel bosco laterale, chiaramente per la salita necessita della normale attrezzatura per ferrata.

Di seguito le immagini della salita.

1- Il cartello presente nel parcheggio alla base della ferrata
2- La cascata finale con la parete destra dove inizia la ferrata visibile tra ombra e luce.
3- 5- Il primo tratto verticale di 30 metri e strapiombante nella parte superiore.
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6 – 7- Il passaggio impegnativo sul tratto strapiombante
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8- Il piccolo tetto che forma il tratto strapiombante
9- Veduta del primo tratto verticale con l’auto nel parcheggio sottostante, ci seguono altri escursionisti.
10- Il ponte tibetano permette di attraversare il fosso.
11- 13- Il tratto bagnato che costeggia la cascata
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14- Progressione laterale su pioli.
15- la cascata di 70 metri.
16- Nella parete di destra in ombra sale la parte verticale di ferrata di 70 metri.
17- arcobaleno nella cascata
18- Il tratto verticale più lungo
19 – 20 – Deviazione laterale oltre uno spigolo
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21- 22 -Il lungo tratto verticale di fianco alla cascata.
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23- Particolare in primo piano del mio set di assicurazione da Ferrata poi utilizzavo una longe regolabile per mantenere la posizione in modo da lasciare libere le mani per scattare le foto.
24- L’ultimo tratto
25- L’uscita dal tratto verticale di 70 metri.
26- Una ultima breve scaletta segna il termine della ferrata.
27- La cascata vista dalla parte finale della ferrata.
28 – 29- Si prosegue poi con brevi passaggi su roccia dove sono presenti solo cavi di assicurazione .
30- La parte superiore del fosso dove è presente un’altra cascata.



MONTE SAN VICINO E LA GROTTA DI SAN FRANCESCO

La salita al Monte San Vicino, 1483 metri, permette di godere di un panorama ampissimo grazie al fatto che questo monte si trova isolato e distante dai principali gruppi montuosi dell’Appennino Centrale che pertanto non coprono la visuale. La salita alla cima può essere abbinata alla visita della Grotta di San Francesco presente nel versante Sud.

ACCESSO: In auto si raggiungono i Prati di San Vicino mediante la strada Provinciale n.90 Matelica-Pian dell’Elmo.

DESCRIZIONE: Dal pianoro erboso a 1187 metri, si prende il sentiero segnalato per la cima del M. San Vicino, dopo circa 100 metri si devia a destra per la Grotta di San Francesco che si raggiunge in circa 20 minuti. generalmente per raggiungere la cima del M. San Vicino si ritorna indietro a prendere il sentiero normale, piuttosto banale, noi invece, per rendere più entusiasmante la salita, abbiamo aggirato lo spigolo roccioso della Grotta e siamo saliti dapprima per un ripido e ampio canalone erboso poi ci siamo spostati verso sinistra e siamo andati a prendere il filo della cresta rocciosa che prosegue sopra al torrione dove si apre la grotta, dove, con passaggi di I° grado, in 40 minuti dalla grotta, abbiamo raggiunto il bosco sommitale della cima del M. San Vicino.

Da qui in altri 15 minuti verso sinistra abbiamo raggiunto la cima caratterizzata dalla grande croce e da numerosi ripetitori (purtroppo).

La discesa viene fatta per il sentiero normale che riconduce ai Piani del San Vicino.

Di seguito le immagini dell’escursione.

1- 8 – La Grotta di San Francesco, sul versante Sud del Monte San Vicino.
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9- Dalla Grotta proseguiamo verso lo spigolo roccioso
10- Superiamo lo spigolo, di fronte si vedono i Prati di San Vicino con le nostre auto.
11- Iniziamo a salire il ripido canalone erboso.
12- Il Monte San Vicinello, oggetto di escursione riportata su questo blog “Il Fosso del Crino e le Grotte del San Vicinello”
13- 14 -Il canalone erboso che sale nel versante Sudest del Monte San Vicino.
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15- Con Paolo mi dirigo verso la cresta rocciosa di destra che sale dalla grotta.
16- Iniziamo la salita della ripida cresta.
17- 18 -I nostri amici salgono nel canalone di fronte a noi
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19 – 24 -Arriva Paolo
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25- 27 -Romina ci fotografa dal canalone
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28- L’ultima parte della cresta
29- La cresta di salita proposta.
30- Ci dirigiamo verso la cima del M. San Vicino caratterizzata da grandi cespugli di Genista radiata.
31- Il nostro gruppo in cima.
32 – 34 -La grande croce di vetta.
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35- I ripetitori che rovinano la cima del M. an Vicino.
36- Veduta verso Fabriano e il Monte Cucco e Catria.
37_ Veduta verso il Lago di Cingoli e il Monte Conero.
38- In attesa dell’autunno.
39- Pianta satellitare del percorso proposto: GIALLO : Percorso di salita proposto- ROSSO: Percorso di discesa (o salita normale)



LAGO FONTANA BIANCA – RIFUGIO CANZIANI – LAGO VERDE – LAGO LUNGO. Parco dello Stelvio – Trentino Alto Adige.

Salendo in auto la Val d’Ultimo da Lana si raggiunge, con un ultimo tratto strettissimo, il Lago Fontana Bianca. Dal Lago si sale a piedi verso il Lago Verde e Rifugio Canziani, anche se dotato di impianto di risalita privato.

Quindi si scende verso il Lago Lungo per poi ridiscendere, con un percorso ad anello, al Lago Fontana Bianca.

Il giro, effettuato il 16 agosto 2024, è adatto a tutti, presenta una lunghezza di circa 14 chilometri e oltre 600 metri di dislivello.

In totale in sei giorni di soggiorno nella zona di Merano, in Trentino Alto Adige, da solo ho percorso circa 70 chilometri e salito oltre 4000 metri di dislivello.

Di seguito le immagini dell’escursione in Val d’Ultimo.

1- Il sentiero di salita dal lago Fontana Bianca al Rifugio Canziani e Lago Verde.
2- Ho raggiunto il limite del bosco.
3- La Cima Sternai e i primi cespugli di Uva ursina segnano il limite del bosco.
4-La Cima Sternai e una cascata a valle del Lago Verde.
5 – 6 – I nevai residui del versante Nord di Cima Sternai e, in primo piano, il terrapieno del Lago Verde.
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7- Anche qui i cartelli non mancano…….come nei Monti Sibillini !!!!!
8- Il Rifugio Canziani, provvisto di impianto di risalita privato dal Lago Fontana Bianca.
9- Residui di una grandinata del giorno prima.
10- Il Lago Verde e i nevai della Cima Sternai.
11- La Cima Sternai e la vedretta Fontana Bianca che ancora mantiene neve.
12- La diga del Lago Verde, decido di andare nella riva di fronte e salire la valletta con i nevai.
13 – 15 -Il Gioveretto (3439 m.)
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16- Il Lago Verde e la Cima Fontana Bianca sulla sinistra.
17- Una cascata sulla testata della valle del lago Verde.
18- Attraverso la diga e inizio a salire sui nevai di Cima Sternai.
19- Salix herbacea nei pressi dei nevai.
20- Il Rifugio Canziani visto dalla riva opposta.
21 – 22 – Le vallette nivali ai piedi dei nevai ricoperte di muschi.
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23 – 24 – Inizio a salire sui nevai.
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25- Il Lago Verde e il Rifugio Canziani visti dai nevai.
26 – 27 – Arrivo alla Forcella a 2900 metri.
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28- Cadute di pietre quasi continue dal versante Nord mi spingono a scendere.
29- Una delle tante pietre sopra alla neve.
30- Linaria alpina nei ghiaioni di quota.
31- Cerastium uniflorum
32- Ripercorro la sponda opposta del Lago Verde per scendere verso il Lago Lungo.
33- Sul sentiero per il Lago Lungo con alcuni passaggi delicati e il Rifugio Canziani ormai lontano.
34- Il Lago Fontana Bianca nel fondo valle da cui sono partito.
35- Il Lago Lungo e il Lago Lungo Inferiore.
36- Il Lago Lungo.
37- Eriophorum latifolium sulle sponde dei vari laghetti che circondano il Lago Lungo.
38- Le cime della zona si specchiano sul Lago Lungo.
39- Sfagni nelle torbiere della zona.
40 – 41 – Aconitum napellus, pianta velenosissima.
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42 – 44 -Il Lago Lungo.
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45- Il Rifugio Canziani e il Monte Gioveretto a destra e la Cima Fontana Bianca a sinistra, visti dal rilievo che sovrasta il Lago Lungo.
46- Un altro piccolo laghetto nel sentiero di discesa verso il Lago Fontana Bianca, sopra la valle che nasconde il Lago Verde.
47 – 48- Case di alpeggio nel sentiero di discesa.
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49- Larici secolari sopra al Lago Fontana Bianca.
50- Mucche e cavalli al pascolo negli alpeggi intorno ai laghi.
51- La Campanula barbata.
52- e una simpatica capra che mi saluta.



CIMA GIOVO DAL PASSO DI MONTE GIOVO – TRENTINO ALTO ADIGE

Il 13 agosto 2024 da solo, da Tirolo ho raggiunto in auto il Passo di Monte Giovo a 2094 metri, tra la Val Passiria e l’Alta Valle dell’Isarco.

Dal Passo sono salito a piedi per la lunghissima cresta rocciosa prima raggiungendo l’Antecima Nord poi proseguendo sempre su ripidissima cresta, attrezzata nell’ultimo tratto sulla verticale placca Nord con una ferrata, fino a Cima Giovo a 2481 metri (2 ore).

Dalla cima si può proseguire per alcune centinaia di metri fino all’Antecima Est per poi ritornare indietro.

La discesa viene effettuata per lo stesso itinerario di salita con particolare attenzione nel tratto di ferrata praticamente verticale, ovviamente più difficile in discesa.

Anche questo itinerario è lungo ed impegnativo, è riportato nella bibliografia della zona e si può seguire la traccia GPS allegata di seguito.

Al ritorno consiglio di visitare anche i Laghetti Rinnersattel a 2035 metri presenti nei pressi del Passo.

Di seguito le immagini dell’escursione.

1- La Cima Giovo vista dal Passo di Monte Giovo.
2- Inizia la salita alla Antecima Ovest di Cima Giovo.
3- Avvicinandosi alla Cima Giovo si vede anche la croce di vetta.
4- Passo di Monte Giovo visto dall’antecima Ovest..
5- Inizia la ferrata della cresta Nord.
6- La parete iniziale prima della grande placca.
7- La grande placca Nord.
8 – 10- Altri salitori mi precedono.
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11- Ed altri mi seguono.
12-Il tratto verticale sotto alla cima.
13- L’ultimo tratto, i due salitori che mi precedono, si vede la croce di vetta.
14- Gloria solare alla Cima Giovo.
15- La croce di vetta di Cima Giovo.
16- Veduta verso Est con la Lasta Alta
17- Veduta verso Nord al Passo di Monte Giovo.
18 – 19 – Dalla cima si prosegue ancora verso l’Antecima Est.
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20 – 21 – Verso l’Antecima Est di Cima Giovo con la cresta attrezzata con cavi.
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22- Cima Giovo vista dall’Antecima Est poco più bassa.
23- Saxifraga stellaris nei pressi dei laghetti di Passo di Monte Giovo.
24- Tana di Marmotta nei mirtilleti di Passo di Monte Giovo.
25- Mirtilli in piena fruttificazione.
26- Eriophorum latifolium nelle torbiere del Passo.
27- Una torbiera
28- I vari laghetti Rinnersattel nei pressi di Passo di Monte Giovo.
29 – 31- I laghetti con la Cima Giovo sullo sfondo.
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32- L’imponente versante Ovest di Cima Giovo con la cresta di salita a sinistra.
33-Libellula in volo sopra ai laghetti
34- Macro su ali di libellula.
35 – 38 – Sparganium angustifolium sulle acque del laghetti.
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39 – 41 – Il versante Nord di Cima Giovo.
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42- Il versante Ovest di Cima Giovo con la cresta di salita a sinistra.
43. Giochi di luce scendendo in auto dal Passo di Monte Giovo.



PUNTA DEL RE-PUNTA CERVINA – TRENTINO ALTO ADIGE

Il 12 agosto 2024 da solo, da Tirolo ho raggiunto in auto il paese di Saltusio in Val Passiria quindi con la funivia Hirzer-Punta Cervinia sono salito fino al Giardino Alpino di Punta Cervinia, a quasi 2000 metri.

Da qui sono salito a piedi per la lunghissima cresta rocciosa, con diversi tratti attrezzati con cavi d’acciaio, della Punta del Re a 2698 metri (2 ore).

Ho proseguito ancora per cresta rocciosa, anche questa con tratti attrezzati e in tratti davvero sottilissima tanto da non poterla percorrere in piedi, fino alla sella del Giogo Piatto (2640 m.) quindi con una ultima ripida salita ho raggiunto la Punta Cervina a 2781 m. (2 ore).

Per il ritorno alla funivia Hirzer-Punta Cervina sono ridisceso alla sella del Giogo Piatto e ho preso il sentiero attrezzato che scende verso il ghiaione del versante Ovest fino al Rifugio Punta Cervina, tagliando per meravigliosi rododendreti e costeggiando il Rio Sag ho raggiunto la stazione della funivia (2,5 ore).

Anche questo itinerario è lungo ed impegnativo, è riportato nella bibliografia della zona e si può seguire la traccia GPS allegata di seguito.

Di seguito le immagini dell’escursione:

1- La stazione della funivia Hirzer-Punta Cervina vista dalla cresta per la Punta del Re.
2- Ho superato i primi spalti rocciosi.
3- La cresta rocciosa che sale verso la Punta del Re a sinistra.
4- Mi avvicino sempre di più alla Punta del Re inconfondibile con la sua croce di vetta.
5 – 6 -La Punta Cervina vista dalla Punta del Re.
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7- La stazione della funivia Hirzer-Punta Cervina a sinistra e il Rifugio Punta Cervina al centro nella valle.
8 – 10 – I tratti attrezzati sotto alla Punta del Re.
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11- La valle del versante Ovest di Punta Cervina da dove si ridiscende.
12- La Punta del Re
13- La cresta oltre la Punta del Re che ho percorso per raggiungere la Punta Cervina a sinistra.
14- Altro tratto attrezzato sono alla cima.
15- In cima alla Punta del Re.
16- La croce di vetta della Punta del Re.
17- La Punta del Re vista dalla sottile cresta che prosegue verso il Giogo Piatto.
18- 20- La cresta verso il Giogo Piatto.
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21- Il Giogo Piatto, a sinistra scende il sentiero attrezzato di ritorno.
22- 23 – La sottilissima cresta dal Giogo Piato alla Punta Cervina.
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24- L’ultima ripida salita per la vetta della Punta Cervina.
25- Veduta verso Est dalla Punta Cervina
26- La croce di vetta di Punta Cervina.
27- Veduta verso Nord
28- Veduta verso Sud con la cresta che ho percorso in salita.
29 – 30 -L’inizio del sentiero di discesa dal Giogo Piatto, sullo sfondo Punta Cervina.
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31 – 32 -Il tratto attrezzato del sentiero di discesa.
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33- Il grande ghiaione del versante Ovest di Punta Cervina.
34- I vasti pendii a Rododendro sottostanti il ghiaione.
35- A primavera con i Rododendri i fiore qui dovrebbe essere una meraviglia.
36- I cespugli di rododendri sono migliaia.
37- Le cime raggiunte viste dalla stazione della funivia.
38- La cresta iniziale e la Punta del Re a sinistra.
39- La Punta del Re a destra, il Giogo Piatto è la sella al centro e la Punta Cervina a sinistra.
40- Zoom sulla Punta Cervina dove si vede anche la croce.



CIMA MUTA da Tirolo – TRENTINO ALTO ADIGE

L’11 agosto 2024 da solo, da Tirolo, paese a monte di Merano, ho raggiunto la Cima Muta (2291 m.) che sovrasta il paese.

Da Tirolo si sale in funivia fino alla Malga Hocmuth (1330 m.) quindi si prosegue a piedi per boschi fino al Maso Mutkopf (40 minuti)

Qui parte un lungo e ripido sentiero che in 2 ore conduce alla Cima Muta.

Volendo si può proseguire per aerea cresta fino al Giogo di Quaira da dove si può scendere verso i Laghi di Sopranes o salire alla Cima Rosa di Sopranes.

L’itinerario è lungo ed impegnativo, è riportato nella bibliografia della zona e si può seguire la ttraccia GPS allegata di seguito.

Di seguito le immagini dell’impegnativa escursione.

1 – La Cima Muta domina l’abitato di Tirolo.
2- Al tramonto si notano le luci dei Masi della Muta.
3 – 4- Salendo con la funivia da Tirolo verso la Malga Hocmuth, base di partenza per raggiungere Cima Muta, si superano le Piramidi di Terra di Tirolo.
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5- salendo in funivia da Tirolo verso Malga Hocmuth si superano i Masi della Muta ricavati su pendii ripidissimi.
6- Il sentiero che da Malga Hocmuth conduce verso il Maso Mutkof.
7- L’accogliente Maso Mutkopf.
8- Il sentiero attrezzato che dal Maso Mutkopf sale verso Cima Muta.
9- Erica carnea già in fiore.
10 – 12- La lunga salita per Cima Muta.
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13- Merano visto dalla cresta sommitale di Cima Muta.
14- Cima MJuta, 2291 metri.
15- Veduta verso Ovest con le montagne del gruppo dell’Ortles.
16- Merano si scopre tra la nebbia.
17- Bruco variopinto su Silene vulgaris.
18- Veduta verso la lunghissima cresta dello Spitzhorn.
19- Veduta verso la Cima Rosa di Sopranes.
20- Monte Gigot a sinistra e la Cima Rosa di Sopranes che emerge a destra.
21- La Cima Muta vista dalla cresta del Giogo di Quaira.
22- Il Giogo di Quaira, 2230 metri.
23- Veduta verso la Val Venosta.
24- Saxifraga bryoides
25- La grande placca del Giogo di Quaira.
26- La Cima Muta dalla placca del Giogo di Quaira.
27- Dal Giogo di Quaira scende il sentiero che conduce ai Laghi di Sopranes.
28- Veduta verticale sulla Valle di Sopranes sottostante
29 – 30 – Il sentiero per Cima Muta è attrezzato con scale in pietra e in ferro.
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31 – 32 -La mia ombra si riflette sul verticale versante Ovest della Cima Muta.
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33- Tutti i versanti di Cima Muta sono molto ripidi.
34- L’ultimo tratto scalettato prima della cima.
35- Rientro verso Cima Muta dopo una lunga cavalcata della cresta che va verso Cima Rosa di Sopranes.
36- Già inizio ad incontrare gente, stamattina invece ero stato il primo della giornata a raggiungere la cima.
37- Alle 13 a Cima Muta è difficile trovare una pietra per sedersi, tutti Tedeschi ovviamente.
38- Scendo immediatamente
39- I numerosi tornanti scalettati saliti al mattino.
40- Le ripidissime pendici del Monte Pfitshkopf situato nella vallata a Nord della Cima Muta, se guardate esattamente al centro dell’immagine si nota il piccolo Maso della foto n.41.
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42- Una bellissima pianta in piena fioritura di Stella Alpina (Leontopodium alpinum).