IL SENTIERO DELLE ACQUE – PIEVETORINA

Il sentiero delle acque è un percorso che si snoda praticamente in piano lungo un torrente, da Pievetorina fino alla frazione di Fiume, con visita al ponte romano, l’Eremo dei Santi e il Mulino ad acqua, oltre alle cascate, molto conosciuto di recente anche se non particolarmente entusiasmante.

E’ adatto alle famiglie con bambini in quanto presenta dei percorsi sensoriali mentre l’interesse naturalistico si concentra solo nella parte finale in corrispondenza delle cascate e delle vasche termali anche se di termale non hanno nulla in quanto non ci sono sorgenti calde o di acque saline ma sono semplicemente delle cascate di acqua molto calcarea che, tramite la presenza di muschi del genere Eucladium e Palustriella, formano delle colate travertinose, come in molti altri luoghi dell’Appennino.

Infatti, al contrario di conosciuti siti termali quali Saturnia e Bagni San Filippo, dove le vasche termali, per l’alta temperatura e salinità, sono senza alcuna vegetazione, queste cascate sono ricoperte dei sopraddetti muschi.

Raggiunto il ponte romano si può abbinare la visita all’Eremo dei Santi o di Sant’Angelo di Prefoglio, del XII secolo, situato oltre il ponte, più a monte e dopo aver oltrepassato la strada che collega Pievetorina con Fiume.

Il sito è stato lesionato dal terremoto del 2016, completamente abbandonato a se stesso, è possibile entrare in quanto le porte dell’eremo e dei locali adiacenti sono tutte aperte e con finestre rotte e con totale assenza di segnaletica di divieto o di pericolo.

Forse qualcuno dovrebbe intervenire per la protezione del sito, abbiamo cercato di bloccare la chiusura della porta della chiesa per evitare l’ingresso ai visitatori meno esperti (bambini).

L’eremo è stato costruito inglobando una grotta, non censita nel Catasto delle Grotte della Regione Marche, lunga oltre 30 metri che si apre sulla parete a ridosso dell’eremo.

Interessante è che all’interno della grotta abbiamo trovato la presenza di una coppia di Geotritoni (Speleomantes italicus), anfibio alquanto raro e che ormai, vista la non più frequentazione religiosa dell’eremo, si sta appropriando del suo ambiente.

Di seguito le immagini dell’escursione.

1 – 2 -La maggio parte dell’itinerario costeggia un torrente di scarso interesse.
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3 – 4 -Uno strano pioppo che trasuda acqua da una lesione della corteccia.
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5- Una piccola cicalina
6- Il Ponte Romano e l’Eremo in alto.
7 – L’Eremo di Sant’Angelo in Prefoglio, con porte aperte e finestre rotte ed assenza di segnaletica di divieto o pericolo.
8- La lapide posta sulla parete anteriore dell’Eremo.
9- La descrizione della storia dell’Eremo.
10 – L’interno dell’Eremo.
11 – La statua dell’Arcangelo Michele
11- La Grotta si apre sul fondo della chiesa, oltre l’altare
13- L’altare
14- La grotta si apre oltre il muro dell’altare
15 – 18 – L’interno della lunga grotta
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19 – 20 – la coppia di Geotritoni scoperti dentro la grotta.
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21 – 27 – Poi ci siamo divertiti a fotografare le Damigelle (Calopteryx) in volo sopra al torrente
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28- Felci nella sponda Nord del torrente
29 – 32 -Le cosiddette “vasche termali” di travertino ricoperte di muschi del genere Eucladium e Palustriella.
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33 – 36 -Le cascate di Sant’Angelo di Prefoglio
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37 – Un curioso torrione nei pressi della deviazione cascate – Fiume.
38- 39 -Il Mulino ad acqua di Fiume.
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LE MARMITTE DEI GIGANTI E LA GOLA DEL FURLO

Facile gita per osservare le meraviglie naturalistiche delle montagne del Nostro Appennino, caratterizzate da profonde gole e forre rocciose.

MARMITTE DEI GIGANTI:

Si raggiunge in auto il paese di Fossombrone (PU) e si prosegue prendendo le indicazioni per la Via Marmitte dei Giganti, raggiunto il ponte si parcheggia oltre e si prosegue a piedi la via e quindi il sentiero in discesa di deviazione per scendere al fiume Metauro.

Le Marmitte dei Giganti sono profonde depressioni a forma di pozzo nelle rocce, che nascono dall’erosione fluviale nelle località che erano ricoperte da ghiacciaio. Molto più ampie di quelle che ho già segnalato nel torrente Fluvione nell’Ascolano nell’articolo “Torrente Fluvione – Forre e Mulini”, sono davvero spettacolari.

GOLA DEL FURLO:

Dopo questa breve escursione consiglio di fare una passeggiata nella Gola del Furlo, distante pochi chilometri dalle Marmitte in direzione Acqualagna, formata dal fiume Candigliano, affluente del Metauro, percorrendo a piedi la strada che costeggia il lago per vedere la stretta gola, il Chiavicotto di epoca Romana e la Grotta del Grano.

Per gli appassionati di botanica, oltre alle particolarità paesaggistiche della zona, nelle pareti verticali della Gola del Furlo si può anche ammirare la Moehringia papulosa, specie endemica delle gole calcaree dell’Appennino marchigiano. È stata rinvenuta per la prima volta nella Gola del Furlo e successivamente nella Gola di Frasassi e in quella della Rossa; sono queste le uniche località ove cresce la specie, non solo delle Marche ma di tutto il mondo.

Ho riportato, nel Giugno del 2020, nell’articolo:

ESCURSIONI BOTANICHE IN APPENNINO.

ASCENSIONI CLASSICHE DAL 2018 AD OGGI GIUGNO 14, 2020

Le indicazioni per osservare la Moehringia papulosa anche nella Gola della Rossa e di Frasassi, gli altri due siti Marchigiani dove cresce.

Di seguito le immagini dell’escursione.

1- 3 – Le Marmitte dei Giganti viste dal ponte sul fiume Metauro
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4- Il ponte sul Fiume Metauro
5- Un facile sentiero permette di scendere alle Marmitte
6 – 7 -Le profonde Marmitte
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8 – La pianta alloctona invasiva Amorpha fruticosa o falso indaco originaria del Nordamerica che sta colonizzando anche l’entroterra delle Marche
9 – 12 – Si prosegue fino al greto del fiume, facendo attenzione ai passaggi scivolosi
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13- Una Marmitta profonda solo qualche metro
14- Nella Gola del Furlo è possibile ammirare, sulle pareti verticali della strada, la Moehringia papulose, pianta endemica delle Marche, la si ritrova solo nelle Gole di Furlo, Frasassi e della Rossa.
15- Campanula tanfanii, endemismo dell’Appennino Centrale.
16- Il Muscari tenuiflorum, altra pianta rara che si può osservare nei pendii rupestri della Gola del Furlo.
17- Il Lago del Furlo con le sue pareti verticali
18- Il cosiddetto “Chiavicotto”, forra laterale della gola convogliata nl fiume tramite un’opera idraulica di epoca Romana.
19- Un tranquillo Airone Cinerino nelle acque del Lago del Furlo.



MONTE NERONE: FONDARCA MONTE CATRIA: MADONNA DEL GROTTONE

Due escursioni in giornata nei monti della Provincia di Pesaro-Urbino: anche se con una giornata non molto luminosa, abbiamo raggiunto due siti di particolare interesse naturalistico situati a pochi chilometri tra di loro per cui effettuabili in successione.

Le due escursioni sono facili e adatte a tutti, sono raccomandate calzature adatte per ambienti umidi e scivolosi.

GRUPPO DEL MONTE NERONE: FONDARCA: Si raggiunge in auto il paese di Cagli quindi si prosegue in direzione di Secchiano e successivamente si raggiunge il paese di Pianello. Nel paese si prende la deviazione per Pieia che si raggiunge dopo una tortuosa e strettissima strada facendo molta attenzione ai veicoli che si possono incontrare. Raggiunto Pieia si parcheggia all’ingresso della piccola frazione dove si trovano le indicazioni per Fondarca che si raggiunge in venti minuti con comodo sentiero e ultima ripida salita.

Fondarca è un grande arco di roccia naturale rimasto dopo il crollo di una grande grotta di cui rimangono solo le pareti laterali.

Nella zona sono presenti altri numerosi sentieri riportati sulla cartografia della zona.

1- La frazione di Pieia da dove si parte per raggiungere Fondarca
2- L’ingresso della Grotta delle Nottole, così chiamata per la secolare presenza di una numerosa colonia di pipistrelli di diverse specie, l’ingresso è vietato proprio per la salvaguardia delle specie.
3 – 7- Il grande arco di roccia denominato “Fondarca” rimasto dopo il crollo della volta di una grande roccia.
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8- Le pareti laterali della grotta crollata.
9 -14 – La grotta rimasta intatta nella parte finale della vallata.
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15 – 16 -L’arco di Fondarca visto dalla parte terminale della grotta
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GRUPPO DEL MONTE CATRIA: MADONNA DEL GROTTONE: Si raggiunge in auto il paese di Cagli quindi si prosegue in direzione di Frontone per continuare in direzione di Serra S. Abbondio, dopo circa 2 chilometri dal paese si incontra a destra una deviazione per la frazione di Petrara. Si prosegue su strada sterrata fino al termine oltre il qual si prosegue a piedi su un sentiero risistemato dopo la recente alluvione del 2022. Dopo circa 30 minuti di sentiero si raggiunge la grande Grotta contenente una statua della Madonna, denominata “Madonna del Grottone”. Proseguendo ancora si raggiunge il fondo della forra dove due cascate in successione chiudono la selvaggia valle.

1- La prima parte della strada sterrata per la Madonna del Grottone è stata distrutta dall’alluvione del 2022 ma il sentiero è stato ripristinato.
2- Le condizioni del fosso dopo l’alluvione del 2022.
3- La prima cascatina della forra.
4 – 5 -Il Grottone
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6- La storia della Madonna del grottone
7 – 10 – Veduta dall’interno del Grottone
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11 – 14 – Le cascate che chiudono la valle in una stretta forra.
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CAMPO IMPERATORE – La fioritura di primavera.

A primavera, a seconda dell’innevamento, Campo Imperatore, nel gruppo del Gran Sasso, offre una vasta e coloratissima fioritura di diverse specie botaniche.

Saliti in auto da Fonte Cerreto fino all’incrocio Campo Imperatore – Castel del Monte, abbiamo proseguito a piedi fino allo splendido lago Pietranzoni dove si riflette il Corno Grande.

Per concludere la giornata nel pomeriggio abbiamo visitato Castel del Monte, Rocca Calascio e Santo Stefano di Sessanio, splendidi paesini del meraviglioso Abruzzo.

Di seguito le immagini dell’escursione del 7 aprile 2024.

1 – 4 – Fioritura di Crocus vernus subsp.vernus a Campo Imperatore
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5- Il Lago Pietranzoni, quest’anno in carenza d’acqua vista la scarsità di neve.
6 – 10 – Il Corno Grande si specchia nel Lago Pietranzoni.
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11- Zoom sul Corno Grande, versante Sud.
12- Draba aizoides.
13- Viola eugeniae
14- Scilla bifolia
15- Estesa fioritura di Scilla bifoliae
16- Gagea lutea
17- Ranunculus ficaria
18- Crocus vernus subsp. vernus
19- Viola eugeniae
20- Il Monte Brancastello
21- Le Torri di Casanova
22- Il versante Ovest del Monte Prena
23- Il versante Sud del Monte Prena.
24 – Il versante Sudovest del Monte Camicia.
25- Il versante Nordovest del Monte Camicia.
26- Il Corno Grande visto dal Canyon di Campo Imperatore
27- Il Monte Bolza a sinistra ed il Corno Grande sullo sfondo.
28- Il Monte Bolza visto da Castel del Monte.
29- Rocca Calascio visto da una piccola grotta nei pressi della strada da Castel del Monte.
30- Rocca Calascio.

Vedute dalle finestre di Rocca Calascio

31- Il Corno Grande
32- Il Monte Bolza
33- La Majella
34- Il Monte Camicia
35- Il Monte Prena.
36- La Vetta Orientale del Corno Grande.
37 – 38 – Il Monte Camicia ed il Monte Bolza.
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39- Castel del Monte
40- Monte Brancastello – Torri di Casanova – Monte Prena.
41- Rocca Calascio



PENNADOMO: Cascata, Placche dell’Oasi e arrampicata.

Avevamo scoperto l’incredibile paese di Pennadomo, in Provincia di Chieti, a Novembre del 2023 ma ci ha colpito così tanto che siamo ritornati in 21, tutti appassionati delle bellezze di questo pianeta, ed abbiamo raggiunto prima la forra e la cascata poi siamo saliti alle Placche dell’Oasi quindi ci siamo cimentati in una arrampicata al tiepido sole di inizio primavera.

Infine al ritorno abbiamo fatto una visita anche a Roccascalegna ed al suo castello.

Di seguito le immagini della splendida giornata in compagnia di tanti amici (foto di Elia, Gilberto, Romina).

LA FORRA E LA CASCATA

LE PLACCHE DELL’OASI

ARRAMPICATA A CIMA FUMOSA: Vie: “MAMMINA”: 5a – “PAPINO”: 5b

GIANLUCA (Il sottoscritto con scarpette da trekking)

LORENZO

GILBERTO

GIULIA

Giulia in arrampicata e i fotografi in azione: Elia e Romina.

MICHELE (anche lui in scarpette da trekking)

PAOLO

Roccascalegna



VALLE SCAPPUCCIA – Genga

La Valle Scappuccia è situata a Nord di Genga, è compresa all’interno del Parco Naturale Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi in provincia di Ancona, l’area è delimitata dal Monte Picco, dal Monte Termine e dal Monte Piano.

Oltrepassato il borgo di Genga in direzione Arcevia (SP15) si incrocia prima la frazione Capolavilla, poi all’incirca al km.18 della SP15 si arriva ad un tornante a destra dove è presente della segnaletica CAI e cartellonistica del Parco della Gola della Rossa. Si parcheggia di lato alla strada.

E’ anche possibile arrivare alla Valla Scappuccia passando per la frazione Capolavilla oppure, anche direttamente dal borgo di Genga prendendo il sentiero del Papa quindi superando la frazione Monticelli e proseguendo su sentiero ben segnalato.

La valle è attraversata dal torrente Scappuccia che forma una forra piuttosto stretta e sinuosa ed è caratterizzata da una molteplice varietà di ambienti e quindi aspetti vegetazionali condizionati dal substrato, dall’esposizione, dall’altitudine e dalla presenza dell’acqua.

Nelle pareti rocciose della valle si ritrova la rara Ephedra nebrodensis e nidificano diverse specie di Falchi.

L’escursione è facilissima, si percorre la piccola forra entrando nella maestosa grotta di ingresso e si prosegue poi su ampi boschi.

Di seguito le immagini dell’escursione:

1 – 2 -L’ingresso della grotta-forra.
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3- L’ingresso con la strada di raggiungimento.
4 – 5- La parte iniziale della forra con il torrente.
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6 – 13 – Quindi la forra si trasforma in una grande caverna-tetto.
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14 – 15- L’uscita della forra vista dall’alto
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16- L’ingresso della forra da monte
17 – 18 – I torrioni di roccia della valle dove nidificano diverse specie di falchi.
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MONTE DI PALE Per la Direttissima o Via Macaco – GROTTA DELLE CASCATE DI PALE.

Il 28 gennaio 2024, con clima primaverile e con altri 13 fantastici e simpaticissimi amici siamo saliti al Monte di Pale per la Direttissima alla vetta.

Partiti da Pale, frazione di Foligno, abbiamo preso il sentiero per le falesia di arrampicata quindi alla prima deviazione indicata con cartello recante la scritta “Macaco – direttissima alla vetta” e con bolli verdi continui sulla roccia siamo saliti, in circa 2 ore, in direzione della cresta rocciosa Sud fino in vetta.

La Direttissima è indicata come percorso EEA quindi adatta solo per persone esperte in quanto implica brevi passaggi su roccia, un tratto verticale da oltre 10 metri è aggirabile, e tratti rocciosi molto ripidi attrezzati con corde.

Dalla cima siamo scesi quindi per il versante Ovest per ripido sentiero nel bosco, anch’esso attrezzato in alcuni tratti più ripidi e scivolosi con corde, fino all’Eremo di Santa Maria Giacobbe quindi siamo scesi anche alla Grotta della Cascata.

Infine siamo risaliti alle altre cascate superiori fino alla frazione di Pale dove ci siamo rifocillati in una locanda del paese.

Di seguito le immagini della bellissima escursione.

1- Il sentiero che da Pale conduce alle falesia di arrampicata e all’attacco della via direttissima.
2- Le prime pareti.
3- 9- La lunghissima cresta rocciosa trasversale.
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10 – 13 -Le successive pareti sempre più verticali.
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14 – 23 – La verticale paretina finale di una decina di metri, aggirabile a destra.
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24- L’uscita della parete verticale con la valle umbra intorno a Foligno sottostante, sul lontano sfondo il Monte Amiata.
25 – 29 – a crestina finale prima della grande croce e ripetitore di vetta.
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29- in fondovalle la frazione di Pale da dove siamo partiti.
30- Foto di gruppo sulla croce di vetta.
31- Panorama dalla cima verso Ovest con la vallata umbra intorno a Foligno
32- Panorama dalla cima verso est con i Monti Sibillini.

DISCESA DAL MONTE DI PALE

33 – 35- Fasi della ripida discesa anch’essa attrezzata con tratti di corde.
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36 -In discesa si costeggiano le falesie di arrampicata di Pale.
37 – L’Eremo di Santa Maria Giacobbe
38- La discesa dall’Eremo attrezzata con comodi scalini e corrimani, in alto a destra il paese di Pale.

LA CASCATA DELLE GROTTE DI PALE

39- Continuiamo la discesa per visitare la Grotta della Cascata e le altre cascate più in alto.
40- L’imbocco della grotta di lato alla cascata.
42- Il soffitto stillicidioso della grotta della cascata
43- Laghetto interno alla grotta.
44 – La finestra al lato opposto alla cascata.
45 – La finestra al lato della cascata
46- La base della cascata
47- Folta vegetazione a Lingua cervina lungo il fosso.
48- L’acqua in questo punto esce da una fessura che ha scavato nella tenera pietra spugna.
49- La cascata situata sotto al paese di Pale.
50- Enormi pioppi caratterizzano il fosso.
51- Meritata merenda finale ad una locanda di Pale.



MARMOLADA – CASCATE DI BAREZZE – MALGA BOSCH BRUSE’ – SENTIERO GEOLOGICO.

Il 4 gennaio 2024, dall’abitato di Marmolada abbiamo preso il sentiero geologico che conduce alle Cascate di Barezze formate dal torrente Gavon e quindi proseguito con una interminabile salita fino alla isolata Malga Bosch Brusà, nel gruppo delle Marmolade, con un percorso di 13 chilometri e 1100 metri di dislivello.

L’itinerario è riportato sul web a cui rimando.

Di seguito le foto dell’escursione.

1- Il tabellone del percorso geologico delle Marmolade.
2- Il bosco di Abeti nella prima parte del percorso.
3- Giochi di neve su un piccolo abete.
4- Ricristallizzazione della brina su uno stelo d’erba.
5- Abeti imbiancati dalla recente nevicata.
6- Il tratto attrezzato poco prima delle Cascate di Barezze.
7- La prima cascata di Barezze.
8 – 11 -a seconda cascata di Barezze si apre sotto al ponte del sentiero geologico e forma una ampia caverna.
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12- Veduta verticale verso il ponte della cascata
13- Si prosegue nel bosco che si fa man mano più ripido.
14- Erica fiorita, normalmente fiorisce a Marzo.
15- Tra gli alberi si apre la vista verso il Monte Vallesella.
16 – 22- Finalmente, dopo una ripidissima e lunga salita raggiungiamo la Malga Bosch Brusà a 1860 m.
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23- la Cima la Banca a 2875 m. assomigli molto alla mia più familiare Punta Anna del Monte Bove Nord, nei Monti Sibillini.
24- Intorno alla Malga solo tracce di animali, siamo i primi ad averla raggiunta nel 2024.
25- veduta verso il Monte Agner dalla Malga.

IMMAGINI DALLE DOLOMITI, durante i nostri spostamenti in auto.

26 – 28 – I tre versanti del Monte Pelmo.
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29 – 30 – Il Monte Averau.
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31- Incantevole Malga ai piedi del gruppo dell’Averau.
32 – 33- Tracce di fuoripista.
34 – 35 -l Ra Gusela dal Passo Giau.
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36- La Marmolada vista dal Passo Giau.
37 – 38- La Tofana di Rozes.
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39 – La Tofana di Mezzo.
40 – La Tofana di Mezzo vista da Cortina.
41- La Tofana di Dentro.
42- Il Monte Civetta, versante Nord.
43- Il gruppo del Sella.
44 – Il Gran Vernel e la Ponta de Cornates al tramonto.
45- Dettaglio sulla Ponta de Cornates.
46- Lo splendido Hotel “Il Cirmolo” che ci ha ospitato questi giorni, foto del 31 dicembre 2023.



PERCORSO CIASPAMOON A LASTE

Laste è una frazione del comune italiano di Rocca Pietore in provincia di Belluno, come specificato nello statuto comunale, la stessa frazione è costituita da tredici abitati distinti, arroccati in posizione sopraelevata alla destra del torrente Cordevole:

Savinèr di Laste (Savinèi)È il principale villaggio della frazione, con 136 abitanti[1]. Sorge a 1.017 m d’altitudine alla confluenza del torrente Pettorina nel Cordevole. Quest’ultimo la divide da Caprile di Alleghe, si trova su un pianoro che domina la riva destra del Cordevole, a 1.191 m. Conta 60 abitanti.

Digonera (Digonèra)A 1.157 m di altitudine, è l’abitato più settentrionale del comune, trovandosi di fronte a Salesei di Livinallongo del Col di Lana. Vi abitano 92 persone.

Laste di Sotto (Laste de Sot)Minuscolo agglomerato con 15 residenti, a 1.362 m d’altitudine.

Laste di Sopra (Laste de Sora)Conta 18 abitanti e si trova a 1.405 m.

Soppera (Sopièra), Dagai (Daghèi), Val (Val)Tre borgate contigue lungo la provinciale di Laste, con 68 abitanti e a 1.451 m d’altitudine. L’abitato più elevato di tutto il comune: 1.537 m. 8 i residenti.

Col di Laste (Còl de Laste)Villaggio posto tra Val e Moè, a 1.477 m.Moè (Muiéi)Sorge a 1.500 m e conta 50 abitanti. Notevole è la vista panoramica che offre, rivolta in particolare verso Civetta, Pelmo Tofana e Lagazuoi.

Coste (le Còste)Pochi edifici subito a sud di Val.Ronch (Ronch), agglomerato con 5 residenti posto a sud di Val (1.508 m).

Per fortuna la zona presentava una più abbondante copertura nevosa che ci ha permesso di percorrere in ciaspole il bellissimo tracciato perfettamente segnalato “Ciaspamoon” che costeggia degli altissimi e verticali torrioni denominati Sass de la Murada , in totale abbiamo percorso 8 chilometri con 400 metri di dislivello per terminare la giornata in un piccolo Bar realizzato in splendida baita di legno degustando Bombardino e dolci tipici.

L’itinerario è riportato sul web a cui rimando.

Di seguito le immagini dell’escursione.

1- Il tratto iniziale del percorso Ciaspamoon con la chiesta di Laste di sopra.
2- Sullo sfondo il M. Pelmo
3- La perfetta segnaletica
4- Il secondo tratto dentro boschi di altissimi abeti e larici (senza aghi).
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13- Una piccola Baita nel bosco.
14- Il Rifugio Migon con il Pelmo.
15- e con la Tofana di Rozes.
16- la Chiesetta degli Alpini
17- Il Belvedere con il M.Pelmo
18- e con il M. Civetta
19- Il tratto verso i torrioni rocciosi.
20 – 26 -I verticalissimi torrioni del Sass de la Murada.
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27- Tra due torrioni si vede una Malga del versante opposto della valle .
28- Il Sass de la Murada visto da Laste di sopra.
29- Il Sass de la Murada con il M. Civetta sul lato destro
30- Il M. Pelmo
31- Nella zona ancora sono visibili nei boschi gli effetti della tempesta Vaia.
32- Il campanile della chiesa di Laste di sopra sembra sommerso dalla neve.
33- Gli splendidi masi di legno della zona.
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35- Il Bar che ci ha accolto a fine ciaspolata.



MARMOLADA – PUNTA ROCCA

Il 1 gennaio 20124, con un tempo splendido, dopo la nevicata notturna del 31 dicembre che, anche se non abbondante, ha trasformato l’immenso panorama in un mare bianco, da Malga Ciapela siamo saliti in funivia fino alla Terrazza della Marmolada quindi proseguito fino a Punta Penia con una temperatura di -14°C

Di seguito le immagini dell’ascensione.

1- I contrafforti del versante Nord della Marmolada.
2- Passiamo sotto alla funivia.
3- Il pendio innevato che conduce a Pun ta Penia.
4 – 5 -La Punta Penia
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6- A destra il gruppo del Sassolungo.
7 – 10- Le pareti del versante Sud della Marmolada, in basso a destra la Valle d’Ombretta raggiunta il giorno prima.
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11- 14 -Le incredibili verticali pareti del versante Sud della Marmolada e il canalone innevato della Forcella d’Ombretta.
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14- Veduta verticale dalle pareti con i massi caduti nei millenni alla base della parete.
15 – 16 -La Punta Rocca e Gran Vernel che la sovrasta dietro.
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17- Panorama verso le Dolomiti Ampezzane.
18- Panorama verso Nord con il Lago di Fedaia gelato in basso.
19- Il gruppo del Sassolungo
20- Il lunghissimo gruppo del Sella.
21 – Il Monte Civetta, sopra ad Alleghe.
22- Il Monte Pelmo.
25- La stazione della Funivia inferiore e la pista da sci della Marmolada.
26 – 29 -Piz Serauta
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30- Si rientra alla funivia.
31- Il Monte Civetta visto dalla finestra della funivia.
32- Discesa in funivia da Piz Serauta a Malga Ciapela.
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34 – 35- La strada che da Malga Ciapela conduce al Passo Fedaia.
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