CASCATA KOFLERTAL O CASCATA DI TRET -TORRENTE NOVELLA – TRENTINO ALTO DIGE
La cascata Koflertal o Cascata di Tret in Italiano è una delle più alte (70 metri) e spettacolari cascate del Trentino Alto Adige anche per il motivo che alla sua base si apre una grande caverna da cui è possibile vedere il getto di acqua che passa di fronte al suo ingresso, anche se è d’obbligo bagnarsi per entrare.
La base della cascata si raggiunge facilmente in circa 20 minuti a piedi con un percorso ben segnalato dal paese di Tret (frazione di Borgo d’Anaunia nella Val di Non) raggiungibile in auto dalla Strada Statale 238 del Passo Palade, dopo aver percorso circa 6 chilometri dal paese di Fondo verso il Passo.
Al ritorno è possibile raggiungere un belvedere sulla sommità della cascata per osservarla da sopra.
Di seguito le immagini della breve ma imperdibile escursione se passate per l’alta Val di Non, si raccomanda di fare attenzione alla salita nella grotta a causa delle rocce bagnate scivolosissime.
ALPE TRE POTENZE Dalla Val di Luce – Appennino Toscoemiliano.
Questo percorso permette di raggiungere altri due laghi, il Lago Nero e il Lago Piatto e una delle cime più alte dell’Appennino Tosco Emiliano, l’Alpe Tre Potenze partendo dalla Val di Luce, una nota zona sciistica dell’Appennino Toscoemiliano anche se con ambiente piuttosto modificato e degradato dall’impatto turistico.
Un altro percorso a quota boschiva per raggiungere i due laghi dall’Abetone l’ho riportato nell’articolo “APPENNINO TOSCO EMILIANO LAGO NERO E LAGO PIATTO dalla Riserva Naturale Campolino – Orto Botanico Forestale e la Casetta dei Pastori”.
Per effettuare il percorso descritto si percorre la strada Statale 12 Abetone-Brennero, si devia a Faidello e si prosegue fino al grande parcheggio della Val di Luce.
Qui si hanno due possibilità, si parte a piedi per una sterrata in netta salita che costeggia gli impianti di risalita in direzione del Passo di Annibale oppure si può prendere la Seggiovia fino al Passo quindi si sale per cresta al Monte Femminamorta sovrastante (20 minuti con gli impianti, 2 ore a piedi).
Da Femminamorta (1878 m.) si prosegue per cresta e in poco più di un chilometro si raggiunge l’Alpe Tre Potenze (40 minuti, 1935 m.)
Dalla cima si scende dalla cresta Est fino al Passo della Vecchia, qui si hanno diverse possibilità. in 30 minuti si raggiunge il Lago Nero, in 20 minuti il Lago Piatto e in 20 minuti il Dente della Vecchia da cui si può proseguire, con un’altra ora e mezza fino al Monte Gomito.
Per la discesa in Val di Luce si consiglia di raggiungere il Lago Piatto da cui, per comodo sentiero, si raggiunge il Passo di Annibale da cui si è arrivati.
Anche questo itinerario è indicato nella cartografia della zona e ben segnalato in loco, si può anche utilizzare la traccia GPS allegata di seguito.
Di seguito le immagini dell’escursione effettuata il 28 luglio 2024.
ANELLO MONTE RONDINAIO E MONTE GIOVO – LAGO TURCHINO E LAGO TORBIDO Dal Lago Santo – Appennino Toscoemiliano.
Percorso molto aereo, permette di raggiungere due laghi, il Lago Turchino e il Lago Torbido e due delle cime più alte dell’Appennino Tosco Emiliano, il Monte Rondinaio e il Monte Giovo, con questo itinerario ho concluso la salita di tutte le cime oltre i 1900 metri dell’Appennino Tosco Emiliano.
Partenza dal parcheggio del Lago Santo, si segue l’itinerario indicato nella cartografia della zona e ben segnalato in loco, si può anche utilizzare la traccia GPS allegata, poco prima di arrivare al Lago si prende la deviazione nel bosco sulla sinistra per il Lago Baccio (già descritto nell’articolo “APPENNINO TOSCO EMILIANO. LAGO SANTO E LAGO BACCIO Da Pievepelago.”) dopo circa 400 metri ad una deviazione si prosegue a sinistra lasciando il sentiero per il Lago Baccio a destra.
Si prosegue su comodo sentiero per oltre due chilometri tra prati e mirtilleti e, in circa un’ora dal parcheggio, si raggiunge prima il Lago Turchino, quindi proseguendo per altri 300 metri, il Lago Torbido, quest’anno in secca, poi il sentiero sale nettamente verso la cresta ed in circa 40 minuti si sale al Monte Rondinaio (1963 m.), si prosegue la cresta per il ripido Altaretto (1922 m.) quindi alla Grotta Rosa (1952 m.) fino al Monte Giovo (1,5 ore dal M.Rondinaio; 1991 m.) con ripida discesa finale di 1 ora, al Lago Santo.
Il percorso completo ha una lunghezza di oltre 11 chilometri con 900 metri di dislivello, si compie in 4-5 ore ed è adatto ad escursionisti allenati.
Di seguito le immagini dell’escursione effettuata il 27 luglio 2024.
LE CASCATE DI MACCHIA TORNELLA – MONTI DELLA LAGA.
Macchiatornella è una frazione di Cortino (TE), situata nel cuore dei Monti della Laga, all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, nei suoi dintorni si trovano ben tre cascate facilmente raggiungibili, altre invece risultano più distanti dal paese.
Le cascate visitabili in una unica giornata sono solo tre delle quasi cento cascate presenti nei Monti della Laga.
Per l’accesso a Macchiatornella si sale da Montorio al Vomano percorrendo la Strada Statale 80 fino a Nerito quindi si prende la strada Provinciale n.47 per Crognaleto e si prosegue in direzione di Cortino, dopo il paese si prosegue la lunga e tortuosa strada, posta in condizioni spaventose, da percorrere con moltissima prudenza, fino a Macchiatornella dove si parcheggia in uno slargo in corrispondenza di una curva prima di arrivare al paese. Di fronte inizia il sentiero per le cascate Cantagalli e Posaturo segnalato e riportato nei navigatori GPS.
Scendendo invece nel sentiero posto proprio sotto al parcheggio si raggiunge la Cascata del Fosso Malvese posta nei pressi del paese di Padula sottostante in corrispondenza di un attrezzato parco fluviale.
Di seguito le immagini dell’escursione.
IL CANYON DI CAMPO IMPERATORE, LA GROTTA E LA TESTA DELL’AQUILA.
Il Vallone della Valianara, più conosciuto come il Canyon di Campo Imperatore, è un luogo quasi magico, è diverso da tutto l’ambiente che lo circonda fatto da prati aridi e quasi pianeggianti, non ci si rende conto finché non ci addentra, si apre nella parte meridionale del vasto altipiano, tra le pendici del Monte Bolza a Sud, cima secondaria poco conosciuta, e il Monte Camicia a Nord, non è percorso da corsi d’acqua ma si riempie a primavera o in caso di forti piogge creando un lungo lago temporaneo, il fondo non presenta vegetazione ne formazioni algali in quanto è costituito da sedimenti finissimi di origine glaciale quasi polverulenti che si compattano diventando impermeabili ma non trattengono a lungo le acque.
Nella parte finale è riempito invece di detriti più grossolani provenienti dalla grande fiumana che scende dalle pendici Sud del Monte Camicia e che si immette nel canyon in corrispondenza di un piccolo ponte sulla strada di Campo Imperatore.
Racchiude inoltre delle particolarità poco conosciute, una ampia grotta, non comuni nella zona, e soprattutto una grande roccia a forma di testa di Aquila di cui avevo sentito parlare ma che non ero ancora riuscito a trovare.
Non a caso in zona hanno girato scene del film “Lo chiamavano Trinità” con Bud Spencer e Terence Hill come ricorda il cartello posto sulla strada sovrastante il canyon in corrispondenza del ponte sulla fiumana e del sentiero che conduce alla Vecchia Miniera di Bitume del Monte Camicia.
Il primo settembre 2024 ho avuto la fortuna di trovare il canyon riempito di acqua grazie alle abbondanti piogge dei giorni precedenti e soprattutto sono riuscito a trovare la grande roccia a forma di testa di Aquila. Poi ho capito perché non avevo mai visto questa particolare formazione rocciosa, le altre volte avevo percorso il canyon partendo dalla strada dove c’è il ponte ed il cartello che ricorda il sito dove è stato girato il film menzionato sopra ed ero sceso verso valle.
Stavolta sono sceso nel canyon dalla parte iniziale a monte parcheggiando in corrispondenza di uno slargo della strada e scendendo all’imbocco del canyon, ho trovato cosi la roccia posta sulla sinistra orografica del canyon e la grotta posta sulla destra quindi poi sono sceso fino alla confluenza della fiumana del Monte Camicia da dove di solito scendevo.
Di seguito le immagini del particolarissimo sito.
LA GROTTA DEL BEATO BERNARDO – GROTTE DI MONTELAGO DI CAMERINO.
I Piani carsici di Montelago, superiore e inferiore, sono uno dei tanti altipiani dell’Appennino, si elevano ad una quota media di 940 metri il primo e 900 metri il secondo, delimitati da Monte Igno a sud e Monte di Mistrano a Nord, tra i Comuni di Serravalle, Camerino e Sefro.
I Piani sono caratterizzati da un lago temporaneo primaverile nel piano inferiore e una delle poche torbiere dell’Appennino nel piano superiore, questi ambienti sono popolati da una flora specifica molto interessante composta da diverse specie di orchidee e altre piante rare.
Consiglio di fare questa escursione a primavera dove è possibile ammirare una delle più belle fioriture di Orchidee dell’Appennino con decine di specie e di poter osservare il lago temporaneo colmo di acqua.
L’accesso ai piani può essere effettuato in auto da Serravalle del Chienti salendo alla frazione di Copogna per poi proseguire su strada asfaltata fino alla chiesa della Madonna di Montelago con punto di ristoro limitrofo oppure da Camerino per strada imbrecciata che sale dalla frazione di S.Erasmo verso Nibbiano infine da Sefro alla frazione di Agolla per proseguire poi su strada imbrecciata.
Nei dintorni dei Piani di Montelago si aprono delle cavità visitabili, la Grotta del Beato Bernardo e di San Bartolomeo delle Carpenese e altre due cavità nei pressi della chiesa della Madonna di Montelago: la Grotta Bocalume e il Buco del Sasso Freddo che avendo carattere di pozzo verticale abbiamo esplorato per una piccola parte con lo speleodrone.
Di seguito la descrizione per raggiungere le quattro grotte.
LA GROTTA DEL BEATO BERNARDO
Per raggiungere invece la Grotta del Beato Bernardo, una volta raggiunto il Piano Inferiore per la strada asfaltata, nei pressi del lago, si prende la deviazione di breccia per Sefro-Agolla con indicazione anche per la grotta, si percorrono circa 2 chilometri fino al Passo del Trebbio dove si parcheggia in corrispondenza di una pensilina con pannelli solari, di fronte inizia il breve sentiero per la Grotta. addirittura provvisto di illuminazione notturna e perfettamente segnalato. In circa 15 minuti si raggiunge a piedi la Grotta del Beato Bernardo, al ritorno, a circa metà sentiero, si sale a sinistra su una lieve traccia nel bosco che sale verso le pareti sovrastanti e, costeggiando le pareti, si può raggiungere una seconda cavità, la Grotta di San Bartolomeo delle Carpenese. Non fidatevi della geolocalizzazione del Catasto delle Cavità della Regione Marche in quanto la indica sotto il sentiero anziché sopra.
LE GROTTE DI MONTELAGO: IL BUCO DI SASSO FREDDO
Le due cavità, il Buco di Sasso Freddo e la GRotta Bocalume, sono situate nei pressi della Chiesa della Madonna di Montelago, si raggiungono facilmente seguendo le tracce GPS del Catasto delle Cavità della Regione Marche. Esse si trovano a terra protette da recinto e grata all’interno di un bosco come visibile nella foto n.49, a poche centinaia di metri dalla chiesa.
LA GROTTA BOCALUME
LE GROTTE DI S.ANGELO TRA UMBRIA ED ABRUZZO.
Tra Umbria ed Abruzzo si trovano due grotte dedicate allo stesso Santo.
Se non fosse per la distanza stradale di oltre 250 chilometri che le separa entrambe le grotte sarebbero raggiungibili con brevi escursioni in giornata ma possono essere abbinate ad altre escursioni nelle due zone dove sorgono per chiudere la giornata.
UMBRIA: LA GROTTA DI S.ANGELO – M.PENNINO
La Grotta di S.Angelo del Monte Pennino si trova in Umbria, per visitarla si raggiunge in auto il paese di Annifo, nelle vicinanze di Colfiorito, in provincia di Perugia, dal paese si continua la strada asfaltata in direzione di Bagnara per poco più di 2 chilometri fino raggiungere il paese di Collecroce. Si lascia la strada asfaltata e si scende dal paese per una strada di breccia che conduce al Monte Pennino, ad un bivio si continua a destra e dopo circa 400 metri si raggiunge il primo tornante che sale al monte.
Si parcheggia al lato del tornante e si prosegue a piedi prendendo il tratturo che prosegue in piano con cartello indicante la direzione di Bagnara.
Strada facendo si incontrano tre deviazioni senza segnaletica dove si prosegue sempre a sinistra, alla quarta deviazione finalmente un cartello indica di salire a destra in direzione della Grotta di S.Angelo.
Dopo alcune centinaia di metri di salita si raggiunge una stretta strada sterrata nel bosco di recente ampliamento che in breve conduce all’ingresso della grotta, in poco più di un’ora di salita.
L’ingresso della grotta è stato chiuso con un muro che ne impedisce l’accesso inoltre l’unica apertura nel muro che ne permetterebbe l’ingresso è chiusa a sua volta con una grata metallica fissata con viti.
ABRUZZO: LA GROTTA DI S.ANGELO DI PALOMBARO – PARCO NAZIONALE DELLA MAJELLA
La Grotta di S.Angelo di Palombaro si trova in Abruzzo, nel Parco Nazionale della Majella, si raggiunge in auto il paese di Palombaro in provincia di Chieti, si prosegue in auto la SP214 in direzione di Pennapiedimonte, dopo circa 1,5 km si incontra una deviazione a sinistra per l’Area Picnic – Grotta di S.Angelo con tanto di segnaletica, si prosegue la stradina stretta e in netta salita per quasi 3 chilometri fino al parcheggio dell’area picnic quindi si prosegue a piedi per 15 minuti sempre accompagnati da ottima segnaletica fino alla Grotta.
GIRO DEL MONTE CONERO VIA MARE.
Da Marchigiano consiglio a tutti di fare un giro del promontorio del Monte Conero via mare in barca, anche se non sono un “Lupo di Mare! ma più “Lupo di Montagna”, per osservare la bellezza e la grandezza di tale montagna, che spicca da tutta la costa marchigiana con la sua altezza di 572 metri.
Il Monte Conero, in alcune parti, con le sue bellissime placche di calcare, precipita letteralmente nelle acque sottostanti e non ha nulla da invidiare rispetto ad altre zone costiere d’Italia più famose.
Il Monte Conero presenta anche una fitta serie di sentieri tra cui alcuni impegnativi e molto spettacolari come il sentiero che da Passo del Lupo scende alla Baia delle Due Sorelle, ma che attualmente SONO INTERDETTI ALLE ESCURSIONI.
Pertanto chi volesse effettuare delle escursioni nella zona deve informarsi sulla percorribilità dei sentieri direttamente dal sito istituzionale del Parco.
IL PASSO DEL LUPO
Il Passo del Lupo si raggiunge da Ancona, prendendo in auto la Via Monte Conero in direzione Sirolo quindi via Mortarolo fino al termine della strada sterrata.
Si prosegue il sentiero prendendo le indicazioni per il punto panoramico del Passo del Lupo, attualmente ci si ferma qui in quanto oltre questo punto il sentiero è interdetto.
Il sentiero di discesa alla Baia delle due Sorella era in tratti attrezzato con corde e destinato solo ad escursionisti esperti con pratica di alpinismo, ATTUALMENTE E’ INTERDETTO alle escursioni poiché ha fatto registrare numerosi infortuni negli anni passati.
SENTIERO PASSO DEL LUPO – BAIA DELLE DUE SORELLE
Dopo aver effettuato il giro del Monte Conero in barca mi sono ricordato che moltissimi anni fa, quando il sentiero non era interdetto, scesi dal Passo del Lupo fino alla Baia delle Due Sorelle, in una giornata nebbiosa che rendeva l’ambiente molto più spettacolare ed intenso, quasi da alta montagna.
RICORDO AI LETTORI CHE ATTUALMENTE TALE SENTIERO CHE SCENDE ALLA BAIA DELLE DUE SORELLE E’ VIETATO ALLE ESCURSIONI.
Di seguito le immagini di repertorio di quasi venti anni fa ritrovate nel mio vastissimo archivio.
IL FOSSO DEL CRINO E LE GROTTE DI M. SAN VICINELLO.
L’Appennino nasconde luoghi meravigliosi ed inaspettati, nella Riserva Regionale del Monte San Vicino e Monte Canfaito, nella valle del Crino, coperta da boschi dall’aspetto tranquillo si apre una forra di rara bellezza che è possibile percorrere in discesa e salita solo ed esclusivamente da ESCURSIONISTI CON ESPERIENZA ALPINISTICA E DI TORRENTISMO in particolare se si intende scendere il salto più alto in corda doppia invece che aggirarlo.
Inoltre, partendo dallo stesso punto, si possono raggiungere anche delle particolari grotte nel versante Est del Monte San Vicinello.
ACCESSO: In auto si raggiunge Elcito, una frazione del Comune di San Severino Marche, quindi si prosegue la strada a monte per poco più di un chilometro fino ad un incrocio di quattro strade di cui due sterrate a quota 903 metri dove si parcheggia.
DESCRIZIONE PER LE GROTTE DEL M.SAN VICINELLO: Nel punto di parcheggio partono tre sentieri, si prende il n.209 che entra nel bosco in direzione Sud che conduce ai Trocchi di San Vicino – Grotta di San Francesco e cima del M. San Vicino. Si percorre per circa un chilometro nel bosco fino ad uscire sul prato sottostante i Trocchi. Qui si rientra nel bosco a sinistra in netta salita senza traccia dirigendosi, con l’aiuto di un navigatore GPS che riporta le Grotte elencate nel Catasto della Regione Marche, verso le Grotte poco distanti fra loro, il Foro del San Vicinello e la Grotta di San Vicinello, che si aprono nel versante Est del M. San Vicinello a circa 1150 metri di quota. Qui purtroppo non posso fornire una descrizione precisa della posizione in quanto le grotte sono poco visibili dal bosco ma in ogni caso si aprono proprio all’inizio della barriera rocciosa presente sotto la cima del monte, basta girovagare a destra o a sinistra con l’aiuto del GPS.
DESCRIZIONE PER IL FOSSO DEL CRINO: Nel punto di parcheggio si prende il sentiero n.173 che scende in una strada sterrata completamente degradata in direzione di uno scarno maneggio posto in una radura nel bosco a valle. Superato il maneggio si scende in direzione del fosso fino ad entrare nel suo alveo. Si superano in discesa alcuni salti rocciosi in arrampicata e alcuni attrezzati con corde fino al grande salto. Qui si può superarlo salendo a destra alcune roccette su difficoltà di secondo grado per poi ridiscendere dalla parte opposta per un ripidissimo canale con rocce e breccia oppure più facilmente in corda doppia usando come ancoraggi due Spit posti sulla parete di sinistra, in questo caso la discesa è solo per esperti in quanto si scende nel vuoto per diversi metri. Si scendono ancora due salti usando sempre la stessa corda doppia quindi si arriva al termine della forra.
RITORNO: Si ripercorre il fosso, giunti sotto al salto più alto si risale a sinistra un ripidissimo canale con rocce e breccia e passaggi di secondo grado finali per aggirare il salto (che può essere usato per discendere il fosso come indicato sopra), giunti alla sommità si scendono alcune roccette in direzione del canale facendo molta attenzione oppure usare una corda doppia facendola passare su albero per riprendere il fondo del fosso e risalirlo fino al maneggio.
FOSSO DEL CRINO
MONTI DELLA LAGA – Traversata da San Paolo di Acquasanta a Colle di Arquata per la Macera della Morte.
Escursione del 11 luglio 2024 con Virginia, Nello e Domenico, percorsi 23 chilometri e 1200 metri di dislivello, riportata sulla bibliografia dei Monti della Laga.
Partenza da San Paolo, frazione di Acquasanta Terme, si raggiunge Montecalvo a 1075 m., Colle dell’Araglione a 1092 m., Monte Libretti a 1216 m., Colle Pidocchi 1469 m., Monte Cesarotta 1800 m., Cima Fonteguidone 1863 m., Monte Li Quarti 1954 m., Macera della Morte a 2073 m., quindi si scende a Passo il Chino 1581 m. passando alle falde del Monte Comunitore si arriva a Colle di Arquata del Tronto dove abbiamo lasciato la seconda auto.