LA CAMOSCIARA Parco Nazionale ALM alla ricerca dell’orchidea Scarpetta di Venere (Cypripedium calceolus).
Il 5 giugno, con mia moglie Cristina e insieme ai nostri amici Catia e Pietropaolo, anche loro appassionati di montagna, fotografia e di orchidee, abbiamo raggiunto il paese di Villetta Barrea nel Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise dove abbiamo pernottato in un bellissimo B&B a 2 chilometri dalla nostra mèta per poi effettuare il giorno dopo una bellissima escursione, nonostante la minaccia di pioggia, nella valle della Camosciara alla ricerca della rarissima orchidea Cypripedium calceolus detta anche Scarpetta di Venere.
La Camosciara conserva una delle pochissime stazioni dell’orchidea dell’Italia Centrale .
Le singole piante che abbiamo avuto la fortuna di osservare sono protette da gabbie metalliche dall’incoscienza degli escursionisti e nonostante ciò, abbiamo trovato una pianta fiorita raccolta e lasciata vicino al greto del torrente.
L’orchidea è vistosa ed è la più grande della flora Italiana, è rarissima e per questo va assolutamente protetta, si può liberamente fotografare (avevo chiesto alla direzione del Parco la possibilità di fotografarla e mi avevano risposto che la visita alla stazione è libera anche se con le dovute cautele e divieti da rispettare) ma non deve essere assolutamente raccolta.
Di seguito le immagini dell’escursione.
LA BUCA DEL TERREMOTO di Monte d’Aria
Su richiesta di alcuni amici interessati a visitare questo insolito luogo situato al di fuori dei Monti Sibillini riporto la descrizione dell’itinerario di raggiungimento della Buca del Terremoto.
La Buca del Terremoto aperta dal sisma del 1799 tra il Monte di Colleluce (861 m.) e il Monte San Pacifico (760 m.) nella zona montuosa compresa tra San Severino Marche, Serrapetrona e Camerino è una voragine di forma pressoché circolare, larga circa 50 metri e profonda 20 formata probabilmente a causa del crollo della volta di una grotta presente nel sottosuolo.
ACCESSO: Si raggiunge in auto la frazione di Villa d’Aria nel comune di Serrapetrona, passando per il capoluogo (che si può raggiungere da San Severino Marche, da Tolentino e da Caldarola) per proseguire per 6 km in direzione di Castel San Venanzo e proseguendo in direzione di Camerino fino all’abitato di Villa d’Aria. Oppure da Camerino si prende la Strada Provinciale n.22 per la frazione di Torrone, si prosegue ed al bivio per Crispiero si devia a destra in direzione di Serrapetrona, si ignora a destra il bivio per Letegge – Pozzuolo – Statte proseguendo per la strada principale. Si prosegue per circa 3 km e si raggiunge la frazione di Villa d’Aria sempre su strada asfaltata.
DESCRIZIONE ITINERARIO: Da Villa d’Aria si può proseguire in auto su strada sterrata con fondo sconnesso in salita che inizia dalla parte superiore del paese oppure si parcheggia nel paese e si prosegue a piedi. Si sale nella strada sterrata, passando alla base delle grandi pale eoliche del Monte d’Aria, visibili da tutta la provincia di Macerata, ed in circa 1,5 km si raggiunge la Chiesina denominata “Madonna della Neve” nascosta dentro una piccola pineta (350355,7 E – 4783532,9 N; 790 m.; foto n.3) . Qui se si è giunti in auto si parcheggia e si prosegue a piedi. Dalla chiesina si prosegue a piedi la strada sterrata in lieve discesa per 200 metri fino al primo bivio dove si prende a sinistra (foton.2, cartello “buca”). Dopo 500 metri si scende in un vallone (foto n.4) per poi risalire e raggiungere dei prati con molti arbusti di ginepri in direzione di una vasta pineta. Dopo circa 300 metri si nota una sterrata che si avvicina dalla destra e che si incrocia in corrispondenza del cambio di direzione del vertice della pineta (foto n. 7-8) dove si trova un secondo cartello che indica l’imbocco del sentiero che entra nella pineta e che, in 150 metri, conduce alla voragine (351199,7 E – 4784530,2 N; 790 m.).
RITORNO: Stesso itinerario. Dopo aver superato per 100 metri la chiesa della Madonna della Neve è possibile prendere la sterrata a destra in netta salita e raggiungere la base delle grandi pale eoliche ed arrivare fino alla sommità del Monte d’Aria caratterizzata da numerosi ripetitori.
PICO DEL TEIDE – TENERIFE
Raccontando ad un mio amico l’esperienza avuta nell’Aprile 2018 a Tenerife della salita al vulcano più alto d’Europa (l’Etna è alto 3350 metri), chiedendomi di vedere alcune foto ho colto l’occasione per inserirle nella rubrica “Oltre i Monti Sibillini” dedicata a salite in altre catene montuose.
Il Teide è un vulcano che si trova sull’isola di Tenerife nell’arcipelago delle Canarie. Con i suoi 3718 metri di altezza sul livello del mare (e circa 7.000 metri sopra la piattaforma oceanica) è la vetta più alta della Spagna e anche la montagna più alta delle isole dell’Oceano Atlantico. È il terzo vulcano del mondo per altitudine dalla sua base dopo il Mauna Loa e il Mauna Kea alle Isole Hawaii.
La sua particolare altezza in un contesto di totale assenza di montagne nelle vicinanze (è l’unica cima dell’isola) conferisce al Pico del Teide (la punta del vulcano) un grande fascino per gli escursionisti che da qui possono godere di una vista a 360°.
Di seguito le immagini della settimana di escursioni nei dintorni del Teide , nei vari Barranco ed arrampicate effettuate con il mio Amico Davide.
MONTE LETEGGE: In attesa di tempi migliori.
Il 23 Novembre 2020, per l’impossibilità di uscire dal comune di residenza senza valido motivo a causa delle imposizioni del Governo e della Regione Marche per limitare l’epidemia da COVID19, mi accontento di uscire nelle montagne del comprensorio del comune di Camerino.
Escursione pomeridiana, partendo a piedi dall’incrocio della strada per Monte D’Aria – Serrapetrona – Camerino, per comoda strada sterrata e prati ho raggiunto la sommità del Monte Letegge da cui si gode di un bel panorama a Sud verso i Monti Sibillini e a Nord verso le montagne della vallata che va da Camerino fino a Fabriano.
In questi giorni sui social (principalmente facebook) molti frequentatori di montagna residenti in comuni (Fabriano, Civitanova, Macerata ecc.) al di fuori del comprensorio dei Monti Sibillini stanno mettendo immagini di escursioni effettuate con i monti innevati senza alcuna vergogna pur sapendo che non possono uscire dal proprio comune senza un valido motivo.
A che serviranno poi le regole se tanto non c’è nessuno che controlla.
Tanto si sa, se aspettiamo che gli Italiani abbiano, senso civico, dovere e rispetto per il prossimo e per il mondo che li circonda allora siamo a posto !
APPENNINO TOSCO EMILIANO. LAGO SANTO E LAGO BACCIO Da Pievepelago. VALLE DELL’ORSIGNA e l’albero con gli occhi di Tiziano Terzani.
Come già fatto nel Settembre 2019, ho continuato le escursioni per visitare i laghi dell’Appennino Tosco Emiliano. Quest’anno, il 4 settembre, ho raggiunto il Lago Santo, raggiungibile praticamente in auto da Pievepelago risalendo la Valle delle Tagliole, si parcheggia infatti a poche centinaia di metri dal Rifugio Marchetti sitato sulle sponde del bellissimo lago di montagna. Quindi per comodo sentiero, in circa 30 minuti si raggiunge l’altro lago limitrofo, il Lago Baccio posto in un caratteristico ambiente di alta quota. L’itinerario classico è dettagliatamente descritto nella bibliografia e siti web dell’Appennino Tosco Emiliano. Anche questo itinerario è segnalato in modo esemplare ed a prova di errore, unica raccomandazione, da non percorrere in piena estate per la presenza di troppi escursionisti essendo un percorso adatto e raggiungibile da tutti.
Il 5 settembre invece ho effettuato una escursione in una boscosissima e poco conosciuta valle, la Valle del torrente Orsigna, in particolare siamo stati a visitare il cosiddetto “albero degli occhi” in memoria dello scrittore Tiziano Terzani nativo della valle. La Valle dell’Orsigna si raggiunge percorrendo la SS 632 Porrettana da Porretta (BO) in direzione di Pracchia (PI), poco prima del paese si devia a destra per una stradina strettissima da percorrere con molta cautela. Oppure se si sale da Pistoia in direzione di San Marcello Pistoiese, al paese di Pontepetri si devia per la Porrettana in direzione di Pracchia quindi incrocio a sinistra poco dopo il paese.
APPENNINO UMBRO-MARCHIGIANO: MONTE CATRIA E MONTE ACUTO
Il Monte Catria con i suoi 1701 metri ed il vicino Monte Acuto 1666 metri, rappresentano le cime più alte del settore Nord dell’Appennino Umbro Marchigiano e del tratto compreso tra la catena dei Monti Sibillini a sud e l’alto Appennino bolognese con il corno alle Scale (1945 m), a nord, a cavallo tra le Provincie di Pesaro-Urbino e Perugia, in particolare nel territorio dei comuni di Cagli, Cantiano, Frontone e Serra Sant’Abbondio (provincia di Pesaro e Urbino) e del comune di Scheggia e Pascelupo (provincia di Perugia) .
La sua cima svetta rispetto alle montagne circostanti regalando uno dei più ampi panorami delle nostre montagne. La salita, effettuata l’11 novembre 2020 mi ha regalato una giornata indimenticabile per la presenza di un fantastico mare di nebbia che ricopriva Umbria e Marche.
La salita più facile alla cima può essere effettuata partendo a piedi dalla Madonna degli Scout.
La Madonna degli Scout si può raggiungere da Frontone ma per una strada stretta e piena di tornanti o più facilmente da Chiaserna, Frazione di Cantiano.
Chiaserna si raggiunge da Sassoferrato (AN) per la strada Provinciale Arceviese n.360 in direzione di Isola Fossara. Quindi si prosegue in direzione di Cantiano attraversando la suggestiva Gola del Corno, posta alla base della bastionata rocciosa del Corno del Catria, si raggiunge Valdorbia proseguendo per la Strada Statale n. 50 fino a Chiaserna. Dal paesino si sale per la comoda strada asfaltata del Monte Catria chiusa nel periodo dal 30 novembre al 30 marzo fino all’incrocio (tre strade) dalla Sella dell’Infilatoio – Madonna degli Scout, punto di partenza per l’escursione a piedi, attraversando in auto bellissime faggete.
Giunti al bivio si parcheggia e si sale il pendio erboso in direzione della cima fino a raggiungere il Rifugio della Vernosa con l’omonima fonte, dal rifugio si prosegue nel bosco fino a raggiungere la cresta Est da cui si può salire direttamente (più panoramica) oppure proseguire il sentiero sottostante fino ai prati di cima in cui svetta la gigantesca croce (foto n.24).
Il Monte Acuto può essere salito partendo sempre dalla Madonna degli Scout oppure proseguendo per poche centinaia di metri in auto verso gli impianti sciistici per parcheggiare alla sella successiva dove si prende un sentiero che dapprima sale nel bosco poi prende la cresta Est che conduce direttamente in cima senza difficoltà (foto n.25).
Purtroppo anche queste montagne sono fortemente degradate, sia dal turismo selvaggio, basta guardare gli assurdi impianti sciistici che saranno aperti solo per pochi giorni l’anno, vista la quota e le scarse precipitazioni nevose degli ultimi anni, dalle gigantesche croci e misteriose costruzioni di vetta (foto n.10) e, per finire anche all’allevamento allo stato brado indiscriminato e senza regole e presenza di animali selvatici in sovrannumero che nessun ente riesce a dare autorizzazioni per fare abbattimenti selettivi.
LA MINIERA DI PECORILE
Itinerario diverso da quelli che normalmente descrivo, non è un itinerario escursionistico di montagna ma è consigliato ad appassionati di grotte e mineralogia, permette di esplorare antiche gallerie di coltivazione di minerali ferrosi eseguite agli inizi del 1900 ma coltivate per un breve tempo per la scarsità del minerale ferroso presente. Le Marche sono scarse di luoghi mineralogici, grandi miniere di zolfo erano attive nel Pesarese fino agli anni 50 dello scorso secolo ma per il resto questa è una delle rare miniere aperte della nostra regione.
La miniera si trova nella parte settentrionale del gruppo montuoso del Monte San Vicino, si raggiunge praticamente in auto, basta poi camminare neppure 100 metri nel bosco per arrivare all’ingresso delle due antiche gallerie.
ACCESSO: Si raggiunge in auto il paese di Serra S. Quirico (AN) mediante la superstrada SS 76 da Ancona o da Fabriano. All’uscita della superstrada si prende la SP 14 in direzione Sant’Elia – Domo. Si inizia a salire di quota con diversi tornanti verso le propaggini del gruppo del Monte San Vicino, si raggiunge il paese di Sant’Elia e si prosegue in direzione di Domo. Dopo circa 1,5 km si prende la deviazione verso destra in direzione di Pecorile -Precicchie. Si supera in salita su strada strettissima il paesino di Pecorile (frazione di Fabriano) e si continua salendo in un vallone boscoso per altri 500 metri fino ad un cambio di versante della strada dove si parcheggia (foto n.1). Quindi ci si addentra nel bosco per traccia di sentiero e dopo circa 100 metri si individua nel versante sinistro (destro orografico) due aperture nelle pareti rocciose. La prima galleria è in discesa per poche decine di metri, le altre due successive sono percorribili con attenzione, muniti di casco e lampada frontale, per quasi un centinaio di metri. Nelle pareti e nel fondo si possono trovare frammenti di minerali di ferro riconoscibili per il loro caratteristico color ruggine. Molti frammenti di minerale estratto sono presenti nel più sicuro terreno antistante le due gallerie, basta scavare tra le foglie e il terreno. I minerali presenti sono ossidi di ferro quali limonite e goethite dal classico colore giallo e marrone ruggine, calcite in grandi cristalli bianchi o rossastri per la presenza di ferro oppure in masse cristalline bianche di notevole spessore, se si è fortunati si possono trovare spalmature di minerali di rame quali azzurrite di colore azzurro e malachite di colore verde sopra gli stessi minerali di ferro e rarissime incrostazioni di fluorite in sferette bianche anch’esse sopra croste di minerali di ferro. Ovviamente, essendo Parco del Monte San Vicino è vietato raccogliere i minerali, solo fotografie.
E’ vivamente consigliata anche una visita alla frazione di Precicchie con il suo piccolo ma bellissimo castello.
APPENNINO TOSCO EMILIANO LAGO NERO E LAGO PIATTO dalla Riserva Naturale Campolino – Orto Botanico Forestale e la Casetta dei Pastori.
14 SETTEMBRE 2019
L’itinerario classico (sentiero n. 104) è dettagliatamente descritto nella bibliografia e siti web dell’Appennino Tosco Emiliano.
Anche questo itinerario è segnalato in modo esemplare ed a prova di errore, in alcuni tratti le segnalazioni non distano più di 50 metri.
Di seguito le migliori immagini della giornata.
APPENNINO TOSCO EMILIANO MONTE LIBRO APERTO Dall’Abetone per la Verginetta e il Monte Belvedere.
13 SETTEMBRE 2019
L’itinerario classico (sentiero n. 00) è dettagliatamente descritto nella bibliografia e siti web dell’Appennino Tosco Emiliano.
Segnalato in modo esemplare ed a prova di errore, in alcuni tratti le segnalazioni non distano più di 50 metri.
Di seguito le migliori immagini della giornata.
MONTE TERMINILLO Anello dal Rifugio Angelo Sebastiani per la cima e la cresta Sassetelli.
28 SETTEMBRE 2019
L’itinerario classico è dettagliatamente descritto nella bibliografia e siti web del Monte Terminillo.