MONTE PORCHE – PIANO GRANDE

Escursione invernale classica dal parcheggio di Monte Prata al Monte Porche per la Fonte della Giumenta.

Al mattino presto le condizioni perfette della neve mi hanno permesso di salire in 1,30 ore dall’auto alla cima.

Itinerario che non espone al pericolo di slavine vista la grande quantità di neve nei pendii oltre i 1800 metri e temperature primaverili.

Nel pomeriggio mi sono recato al Piano Grande di Castelluccio a fare foto nei dintorni dei laghetti temporanei che si formano a primavera

Di seguito le immagini dell’escursione.

1- Il versante Ovest con i canali invernali saliti molte volte del Monte Porche, visto dai pressi della Fonte della Giumenta, situata al margine sinistro poco oltre il muretto della strada.
2- I versanti Ovest del M. Palazzo Borghese fino alla Cima del Redentore.
3- Castelluccio ed il Piano Grande ricoperto di nebbia.
4- L’elevato innevamento nel versante Ovest del M.Porche.
5- Veduta verso Nord con la Cima di Vallinfante al centro, il M.Bove Sud a sinistra, il Pizzo Berro e Pizzo Regina a destra.
6- Il poggio sotto alla cima del Monte Porche.
7- Cima Vallelunga e la valle omonima.
8- Il Pizzo Berro a sinistra e il Pizzo Regina a destra.
9- La cresta fino alla Cima di Vallinfante
10- Il Monte Bove Sud con il Passo Cattivo.
11- La cresta finale del Monte Porche con la Cima Vallelunga in fondo.
12- Sulla cresta finale con il poggio sotto alla cima.
13- I canalini Nord del Monte Porche (canalino del gendarmino).
14- La Vallelunga con la cresta tra Cima Vallelunga e Monte Porche.
15- La Vallelunga con le cime circostanti, il Pizzo Berro a sinistra, il Pizzo Regina al centro, Cima Vallelunga a sinistra e il M. Sibilla che emerge nel margine destro.
16- Dune di neve nel versante Ovest di Cima Vallelunga.
17- La cresta del Monte Porche.
18- Veduta verso Sud da Monte Porche.
19- Lo splendido versante Nord di Sasso di Palazzo Borghese con il canale Nord salito da me e Stefano tra ombre e luce.
20- Il M. Argentella al centro, il M. Vettore a sinistra, il Pizzo del Diavolo e la Cima del Redentore a destra.
21- La cresta dal M. Torrone a M. Vettore.
22- Il M. Sibilla.
23 – 24 – La Cima Vallelunga ed il M. Sibilla.
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25- La Vallelunga vista dalla cima del M. Porche
26- Un escursionista piccolissimo al centro della foto, sta attraversando, a mezzogiorno, il versante Ovest del M. Porche, un posto dove io non vorrei essere a questa ora, infatti sto già scendendo.
27- I primi fiori della primavera, la Draba aizoides nelle rocce del poggio sotto alla cima del M. Porche.
28- La Scilla bifolia alla Fonte della Giumenta
29- Crochi (Crocus vernus) alla Fonte della Giumenta.
30- Salix caprae in fiore, l’ultimo albero ad alto fusto sulla strada M. Prata-Fonte della Giumenta.
31- Il versante Sudovest del M. Argentella visto dal Piano Grande.
32- Il versante Ovest del M. Porche e M. Palazzo Borghese
33- Le talpe già stanno salendo verso la superficie dei prati e stanno scavando tutto il Piano Grande.
34 – 35 – Riflessi della Cima del Redentore sui laghetti temporanei del Piano Grande.
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36- Riflessi dal M.Porche al M. Argentella.
37- Lo Scoglio dell’Aquila.
38- Viola eugeniae al Piano Grande.



EVENTO

Siete invitati




SERATA EVENTO




MONTE BICCO PER IL CANALE OVEST – MONTE BOVE SUD

Salita classica poco difficile PD ma poco frequentata già salita anni fa da me e descritta in questo blog come “Direttissima al versante Ovest del Monte Bicco” è sicuramente più ripida ed impegnativa del frequentatissimo “Canale Maurizi” che alcuni salitori recentemente sui social lo hanno erroneamente valutato addirittura D+ anzichè PD.

La Direttissima si raggiunge dal Piazzale dell’ex Hotel Felicita salendo per il canalone della pista da sci fino ai Jacci di Bicco (Cristo delle Nevi) quindi si prende un tratto della strada per la Forcella Passaiola ed arrivati sulla verticale della cima ci si innalza nel pendio sovrastante mantenendosi verso sinistra per costeggiare dei torrioni rocciosi, fino al tratto finale più ripido (45-50°) per poi uscire in cima.

Dal Monte Bicco abbiamo proseguito poi per cresta fino al Monte Bove Sud.

Di seguito le immagini della salita effettuata su fantastica neve marmorea, con Silvia, Romolo e Valerio.

1- Il tratto finale del canalone della pista da sci poco prima del Cristo delle Nevi.
2- Il tratto iniziale della Direttissima Ovest al Monte BIcco, il pendio non è ancora elevato.
3 – 4 -Ci spostiamo verso sinistra costeggiando degli alti torrioni rocciosi
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5- Un camoscio di vedetta sulla sommità dei torrioni.
6- Di fronte gli impianti sciistici dei Jacci di Bicco
7- Ci dirigiamo verso un restringimento del versante dove il pendio si impenna.
8- La solita vedetta ci controlla dall’alto.
9- Saliamo su, purtroppo, poca neve ma dura come il marmo.
10- Il Monte Cardosa alle spalle.
11 – 12 – Il pendio di salita sulla nostra sinistra, paragonato all’orizzonte, non esalto le pendenze come fanno molti escursionisti sui social, non tenendo conto che la linea dell’orizzonte, per definizione, è in piano.
12- il pendio di destra, sullo sfondo la Cima del Redentore ed il Monte Vettore.
13 – 18 – Fasi di salita dell’ultimo tratto del pendio.
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17- Notare che nella neve si notano solo le tracce delle punte dei ramponi a testimonianza della durissima neve presente.
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19- Il Monte Bove Sud visto dalla cima del Monte Bicco.
20- Il Monte Bove Nord e, a sinistra, la più bassa Croce praticamente senza neve, anche quest’anno l’innevamento è scarsissimo.
21-Il Monte Bove Sud con l’orribile stazione della funivia ormai abbandonata da decenni, al centro spicca la cresta sommitale del Pizzo Berro.
22- I canalini Nord del Monte Bove Sud.
23- La discesa dal Monte Bicco alla forcella del Canale Maurizi.
24- Il Canale Maurizi, Valerio scende per fare la variante di cresta, noi proseguiamo verso il Monte Bove Sud..
25-La cima del Monte Bicco.
26 – 30- La cresta verso il Monte Bove Sud.
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31- Cornice di uscita nel Canalino ad “Y”.
32- L’uscita del Canalino “Primavera”
33 – 34- La cima del Monte Bove Sud.
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35- Il Pizzo Berro e il Pizzo Regina.
36- Il Monte Sibilla e la Cima Vallelunga.
37- Veduta verso sud fino alla Cima del Redentore e il Monte Vettore.
38 – 39 – Le nostre ombre sulla cresta del Monte Bove Sud.
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40- La Val di Bove
41- Prendiamo la strada del ritorno.



CANALE SINISTRO DELLO SCOGLIO DEL MONTONE – Per allenamento e per chi non ha molto tempo di andare in montagna.

La salita del Canale destro dello Scoglio del Montone (M.Castel Manardo) è una facile classica salita invernale già descritta nella mia bibliografia, è fattibile in poche ore ed è quindi adatta per allenamento su pendii ripidi innevati e per chi non ha molto tempo per andare in montagna.

Il 24 Gennaio 2024, ho salito il canale con i seguenti tempi:

  • Camerino – Pintura di Bolognola in auto : 30 minuti
  • Pintura di Bolognola – Attacco del Canale : 30 minuti
  • Salita del canale fino alla cresta dello Scoglio del Montone, 350 metri di dislivello su pendii di 35 – 45 gradi di pendenza : 40 minuti
  • Discesa per M. Castel Manardo o per Forcella Bassete – Pintura di Bolognola : 1,20 ore
  • Pintura di Bolognola – Camerino in auto : 30 minuti.

Unica nota stonata la temperatura che al mattino presto era di 5 Gradi e quindi neve che, nel canale, affondava una scarpa e soprattutto i rifiuti trovati in prossimità della Pintura di Bolognola:

– escrementi di animali domestici raccolti in visibilissimi sacchetti poi abbandonati di fianco alla strada come se qualcuno li raccogliesse prima o poi, cosa che non sopporto, almeno se i padroni lasciassero gli escrementi sul posto, senza sacchetto, prima o poi si degraderebbero ma nel sacchetto sono visibili e rimangono per anni !!!!

-N.8 bottiglie di Vodka, Gin e altri superalcolici abbandonate nei prati e debitamente raccolte da me e smaltite nei contenitori per rifiuti PRESENTI ALLA PINTURA, lasciati molto probabilmente da educatissimi giovani, le nuove leve di questa maleducatissima Italia.

Di seguito le immagini della salita

1- Il Monte Acuto visto dalla Pintura di Bolognola.
2- La neve era ricoperta di migliaia di Pulci delle Nevi (Hypogastrura nivicola : Collemboli).
3- Il Monte Acuto visto dalla strada del Fargno, nei pressi dell’attacco del canale di salita.
4- Il Canale di salita.
5- Lo Scoglio del Montone e, a destra, il canale di salita.
6- Il primo tratto di salita, su pendii di 35 Gradi.
7 – 13- Il Monte Rotondo visto dal canale, man mano che si sale il pendio si impenna fono ai 45 gradi di pendenza.
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14- Il pendio opposto, verso lo Scoglio del Montone.
15- L’ultimo tratto di salita.
16 – 17 -L’uscita sulla cresta che dal M.Castel Manardo scende verso Forcella Bassete.
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18- Il Pizzo e la Valle dell’Ambro.
19 – 20- La cresta con il M. Rotondo a destra ed il M. Acuto e Pizzo Tre Vescovi a sinistra
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21- Il pendio verso la Valle del Fargno.
22- La mia lunga ombra si proietta verso Bolognola con Camerino in alto a sinistra.
23- Lo Scoglio del Montone.
24- L’ultimo tratto di cresta prima della discesa per Forcella Bassete.
25- Il Pizzo Regina a sinistra e il Pizzo Berro a destra.
26- Il Pizzo Berro.
27 – ll Monte Acuto ed il Pizzo Tre Vescovi visti dalla cresta di discesa.
28- ll Monte Acuto ed il Pizzo Tre Vescovi visti dalla Forcella Bassete.
29- Il Monte Rotondo visto da Forcella Bassete.
30- Lo Scoglio del Montone visto da Forcella Bassete.
31- Il canale destro dello Scoglio del Montone visto dalla Pintura di Bolognola.
32- Il Monte Castel Manardo con il canale di salita, visto da Camerino.
33- Sacchetti di escrementi di animali domestici lasciati di fianco alla strada nei pressi della Pintura di Bolognola.
34- Bottiglie di superalcolici vuote abbandonate nei pressi della Pintura di Bolognola.



SANTA MARIA IN PANTANO – MONTE OIALONA – Ciaspolata da Colle

In occasione della seconda nevicata della stagione abbiamo raggiunto con le ciaspole la Chiesa crollata di Santa Maria in Pantano e il Monte Oialona, partendo da Colle di Montegallo.

Come ci è accaduto pochi giorni fa al Monte Valvasseto, abbiamo assistito ad un aumento esponenziale del vento in quota nel giro di alcune ore.

Di seguito le immagini dell’escursione.

1 – 2 – Il sentiero che da Colle di Montegallo sale verso Santa Maria in Pantano
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3- La Fonte Santa, poco prima della chiesa.
4- Grande faggio nel bosco intorno alla chiesa.
5- I ruderi della chiesa di Santa Maria in Pantano, crollata con il terremoto del 2016, protetta con una tettoia metallica.
6- L’imbuto del Monte Vettore, la Cima di Pretare e Sasso Spaccato a sinistra ed il Sassone a destra.
7- La Cima di Pretare al mattino presto, vento debole.
8- Dopo un’ora, vento medio.
9- Dopo due ore, vento forte.
10- Nuvola circolare modellata dal vento sopra la cima del Monte Vettore.
11 – 12 – La nuvola circolare in pochi minuti ha raggiunto la Cima di Pretare.
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13- Il vento dopo più di due ore è arrivato anche a fondo valle ed in quota è fortissimo.
14- Il Sasso Spaccato rivestito di neve trascinata dal vento.
15- Il Sassone al mattino presto.
16- Il Sassone dopo due ore.
17- L’imbuto del Monte Vettore con i canali di salita invernali.
18- Zoom nell’imbuto nel tratto più ripido.
19- Forte vento anche nei Monti della Laga.
20 – La zona della Fonte del Pastore.
21- La rocciosa cresta Est del Monte Torrone già oggetto di una nostra salita.
22- Il Monte Banditello e il pianoro sopra al bosco dove sorge il Casale de Le Pozze.
23- Le rocce sopra al Casale de Le Pozze.
24- Il Casale Iachini, nel pianoro verso il Monte Oialona.
25- La cresta dell’Anticima Nord del Monte Vettore, battuta dal vento.
26- Forti folate di vento tra i due imbuti del Vettore.
27- Il Monte Sibilla visto dal Monte Oialona.
28- 30 – Raggiunto il Monte Oialona ritorniamo verso Santa Maria in Pantano.
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31- Lunghe ombre con il sole invernale.



MONTE VALVASSETO – COME LE CONDIZIONI CAMBIANO IN POCHE ORE

Questa giornata è la prova di come le condizioni meteo possano cambiare ormai addirittura nel giro di qualche ora nella stessa giornata, cosa molto sottovalutata specialmente leggendo i post sui social tipo facebook di escursionisti meravigliati che si trovano in difficoltà ripetendo percorsi fatti da amici qualche giorno prima dove invece avevano trovando ottime condizioni meteo e di neve.

Siamo saliti al mattino presto dalla Pintura di Bolognola in assenza di brezza e poi, dopo le 10, si è scatenato l’inferno, raffiche di vento fortissime, per fortuna eravamo al Monte Valvasseto a fare foto con la neve fresca quindi relativamente bassi ma non oso immaginare se fossimo saliti in quota e dovevamo scendere dalle creste del Monte Castel Manardo, visibile nel video, il rientro sarebbe stato davvero critico da qualsiasi parte.

1- La situazione sulle cresta del Monte Castel Manardo alle 11,30 della mattina.
2- L’uscita con mia figlia Miriana era dedicata a fare delle foto con la neve fresca.
3- La faggeta dei Piani Gra.
4 – 5- La pista da fondo era già battura.
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6 – 8 – Leggera Galaverna ai Piani Gra.
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9 – 11 – La temperatura è gradevole e non c’è vento, si sta in maniche di camicia per cui decidiamo di salire verso il Monte Valvasseto.
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12- Incroci di volpe e capriolo.
13 – 14 – Verso la sommità del Monte Valvasseto
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15- Ci soffermiamo a fare delle foto.
16 – 17- Questa piccola roccia ci sembra una Civetta delle Nevi da lontano.
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18- Veduta dal Monte Valvasseto verso il Mare Adriatico.
19- La lunga cresta del Monte Sassotetto.
20- Veduta verso Ovest con il Monte Rotondo, sulla cima circa 20 centimetri di neve.
21- Miriana sul Monte Valvasseto.
22 – 23 -Poi inizia a levarsi il vento, sempre più forte in pochi minuti.
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24 – 25 -Il vento monta di intensità come si vede sulla cresta Est del Monte Castel Manardo dove già solleva neve, iniziamo a scendere.
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26- Faggi “siamesi” nella faggeta dei Piani di Pao.
27- Durante la discesa osserviamo il vento salire di forza nelle creste di fronte a noi, qui lo Scoglio del Montone e il Pizzo Regina sullo sfondo.
28- Il versante Est del Pizzo Berro con grandi turbinii di neve, i cosiddetti “Diavoli di neve” o Snownado.
29- Monte Acuto e Pizzo Tre Vescovi al mattino presto.
30- Monte Acuto e Pizzo Tre Vescovi dopo neppure due ore.
31- La Forcella del Fargno con il Rifugio omonimo e il Monte Bove Nord.
32- E dopo circa due ore.
33- La cresta Est del Monte Castel Manardo sopra all’ intaglio della Porta di Berro (Campi da sci di Bolognola), verso le 9, lieve brezza in cresta.
34- Verso le 9,30.
35- Ore 10
36- Ore 10,30
37- Ore 11.
38- Ore 11,30
39- Ore 12.
40- Situazione vista dai pressi della Pintura di Bolognola, tutto il monte è rivestito di neve sollevata dal vento.
41- La bellissima cresta che dalla Costa Vetiche sale verso Forcella Cucciolara (Cima di Costa Vetiche), al mattino verso le 9,30.
42- La stessa cresta verso le 11.
43- Punta Bambucerta a destra e Monte Rotondo sullo sfondo verso le 9.
44- Ore 10.
45- Ore 11.
46- Zoom sulla stessa cresta, ore 10.
47- Stessa inquadratura della foto 48 alle ore 11.
48- La Madonnina della Pintura di Bolognola alle ore 12.



CASTELLUCCIO – PRIMA NEVE DELLA STAGIONE E LA GROTTA DI QUOTA 900.

I Piani di Castelluccio e i monti circostanti regalano meraviglie in ogni stagione dell’anno, la magia della leggera imbiancata a vento della prima neve della stagione esalta tutte le curve dei pendii e le suddivisioni dei campi coltivati quasi fosse una diversa fioritura.

Scendendo in auto da Castelluccio verso Norcia abbiamo anche visitato la piccola Grotta di Quota 900 che si apre nel conglomerato proprio sul bordo della strada.

Di seguito le immagini della giornata.

1 – 3 – Monte Porche
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4- Monte Palazzo Borghese
5- Monte Argentella.
6- I canali del versante Ovest della Cima del Redentore.
7- La Cima di Forca Viola.
8- La Cima del Redentore e il canale “la Virgola”.
9- Escursionisti appena visibili sulla “strada imperiale” nel tratto del versante Ovest del Monte Argentella.
10- Pian Perduto, i Colli Alti e Bassi e la Cima del Redentore
11- Incroci di curve intorno alla faggeta dei Colli Alti e Bassi.
12 – 16 – I campi coltivati di Castelluccio dove d’estate avviene la fioritura, adesso sembrano pennellate di biacca su una tavolozza scura.
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17 – 18 – La Valle delle Fonti.
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19- I Colli Alti e Bassi.
20 – 22 – Lo scoglio dell’Aquila.
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23 – 24 -I Colli Alti e Bassi visti da Sudovest .
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25 – 26 – L’ultimo campo coltivato sul pendio sotto al Cordone del Vettore.
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27 – 28 – I canali della Cima del Redentore visti da Sudovest.
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29- Il Monte Argentella con il passaggio di un aereo.
30- Steli di Verbascum spp.
31 – 33- Cinorroidi di Rosa canina, l’unico colore rosso di questa stagione.
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34- Steli di farro falciato emergono dalla poca neve.
35 – 40 – La piccola Grotta di Quota 900 nella strada che da Castelluccio scende a Norcia.
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41- Felci Falso Capelvenere (Asplenium trichomanes) crescono nel fondo della Grotta dove arriva la luca.
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MONTE SIBILLA – PRIMA NEVE DELLA STAGIONE

Il 24 Novembre 2024, con Romina, Lucia, Gilberto, Elia, Paolo e TIziana siamo saliti al Monte Sibilla dal Rifugio omonimo per la cresta del Monte Zampa con la prima spruzzata di neve della stagione.

Di seguito le immagini della limpida giornata.

1- Iniziamo la salita a monte del Rifugio Monte sibilla visibile a destra.
2- La sella del Monte Zampa.
3- Ci dirigiamo verso la cima del Monte Zampa.
4- In cima al Monte Zampa.
5- Riprendiamo la cresta per il Monte Sibilla.
6- Il Monte Zampa con il sentiero che scende nel versante Nord per gli imbuti di Meta-Le Vene.
7- Il Romitorio di San Leonardo appena illuminato dal sole con il Fosso del Rio a monte.
8 – 14 – Fasi di salita verso la “Corona” della Sibilla.
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15- Il Monte Argentella e il Sasso di Palazzo Borghese.
16- Il Monte Vettore a sinistra, la valle di Pilato e la Cima del Redentore a destra.
17- Giunti in prossimità della “Corona” dove è presente il tratto attrezzato con catene.
18- Veduta verso il Mare Adriatico.
19- Con Paolo rimasto indietro.
20- Il Casale della Banditella.
21- Colate di ghiaccio nel versante Est del Monte Sibilla.
22- Il plateau sommitale del Monte Sibilla.
23 – 28- Nelle due cime del Monte Sibilla.
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29- L’imbuto del Fosso de Le Vene.
30- Il pendio Nord del Casale della Sibilla.
31- Il Monte Bove Sud e Cima Cannafusto più in basso.
32- Il Pizzo Berro a sinistra, La Priora al centro e Il PIzzo a destra.
33 – 34- La cengia delle Ammoniti sopra ai Grottoni e la Cengia delle Capre alla base dei Grottoni.
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35- Il Pizzo Berro.
36- Il Monte Zampa con i Torrioni di Meta.
37- La Grotta della Sibilla o delle Fate.
38- Le Grotticelle della Corona.
39- Stalattiti di ghiaccio nelle grotticelle della Corona.
40- Il versante Est de Il Pizzo.
41- Noi 7 al ritorno.



MONTE LIETO Per il canale Est.

L’11 ottobre 2024, da solo, sono salito al Monte Lieto per un nuovo tracciato, il canale Est che inizia dalla discesa della strada Forca di Gualdo-Castelluccio poco prima che spiana in corrispondenza del Pian Perduto.

La salita è facile anche se ripida, presenta un dislivello di circa 550 metri, si parte da 1395 metri della strada per arrivare alla cima di Monte Lieto a 1940 metri, in poco più di un’ora di salita.

Il Monte Lieto è caratterizzato da ripidi pendii nei versanti Nord, Est e Sud con incisi canali, già ho descritto in questo blog la salita per il canale Sud, la cosiddetta “direttissima” dalla Valle Canatra e la salita invernale della cresta Nord dalla Forca di Gualdo.

SALITA: Il canale Est si presenta con un tratto iniziale piuttosto ripido ed inciso e con alcuni saltini rocciosi che rendono interessante la salita. Poi il canale si allarga, costeggia a destra il rimboschimento a conifere, prosegue verso delle rocce ai lati del canale per poi scemare nei pendii sovrastanti che si fanno però più ripidi e fino alla cresta di uscita.

All’interno del canale ho ritrovato due carcasse di Bovini che vengono lasciati pascolare nella zona e una forse di capriolo, a dimostrazione della ripidità dei pendii laterali.

Inoltre, cosa molto interessante, a monte del rimboschimento a conifere sono stati piantati anche numerosi esemplari di Pino Mugo che addirittura si sta riproducendo in modo notevole, creando così un orizzonte di arbusti contorti spontanei oltre il limite del bosco.

Nei Monti Sibillini in poche località è stato introdotto il Pino Mugo, ad esempio nel versante Est del Monte Castelmanardo ma in questo luogo riesce a stento a vivere e riprodursi.

Il Pino Mugo spontaneo è molto raro nell’Appennino, vegeta abbondantemente solo nel massiccio della Majella.

La discesa può essere effettuata nel pendio destro del canale.

Di seguito le immagini della salita proposta.

1- Il grande faggio di Pian Perduto e il canale di salita a sinistra, inciso nella parte iniziale e poi delimitato dal rimboschimento.
2- Zoom sul intuitivo canale di salita.
3- la prima parte del canale molto inciso e con dei saltini rocciosi.
4- L’attacco del canale visto dalla strada Forca di Gualdo-Castelluccio.
5- L’ingresso del canale nella sua prima parte incisa e con dei saltini rocciosi.
6- Una vecchia carcassa di bovino all’interno del canale.
7- Il Monte Porche visto dall’interno del canale, in fondo la strada da cui si parte
8- La Forca di Gualdo e la strada per Castelluccio.
9- In corrispondenza dei saltini rocciosi vegetano arbusti di Ramno alpino, sullo sfondo il Monte Argentella.
10- Un grande Acero delimita la parte più incisa del canale.
11- Una ulteriore carcassa, sembra di capriolo ma manca la testa.
12- L’acero della foto n.10 e le prime conifere del rimboschimento a destra.
13- Le sponde del canale sono caratterizzate da numerosi tratti dissestati causati dall’eccessivo transito di bovini lasciati al pascolo nella zona e che, a causa della ripidità del pendio, ogni tanto qualcuna rimane vittima di scivolamenti.
14- La Cima del Redentore e i Colli Alti e Bassi.
15- Raggiunto il rimboschimento la vista si apre anche sul Pian Perduto.
16 – 17 – Suillus gravillei detto anche laricino o pinarolo, porcino che abbonda nel sottobosco a conifere.
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18- Il canale è delimitato alla sua destra orografica dal rimboschimento a conifere.
19- Terminato il rimboschimento ad alto fusto iniziano i grandi arbusti di Pino Mugo.
20- Oltre il rimboschimento il pendio si fa anche più ripido.
21- I Mughi vegetano bene in questo pendio.
22- L’ultima parte del canale appena accennato, si trasforma in un semplice ma ripido pendio fino alla cresta di uscita.
23- Veduta verso il Monte Porche e Monte Palazzo Borghese dai pressi della cresta.
24- Veduta verso il Monte Argentella e la Cima del Redentore dai pressi della cresta.
25- Castelluccio e il Piano Grande, sullo sfondo i Monti della Laga.
26- Grossa cavalletta si è affezionata ai miei pantaloni.
27- la cima di Monte Lieto vista dalla cresta di uscita.
28- Veduta dalla cima del Monte Lieto verso il gruppo Nord dei Monti Sibillini.
29- Veduta dalla cima del Monte Lieto verso Sud con Castelluccio
30 – 32- Le rocce presenti ai lati dell’ultima parte del canale.
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33- Il Pian Perduto e, a destra, quello che una volta era chiamato “Il Laghetto Rosso” ma che ormai, da anni, non si colora più con la fioritura di alghe rosse a causa di uno stazzo di pecore realizzato a pochi metri che lo sta devastando ed inquinando, ma forse questo non importa a nessuno.
34- Il Pizzo Berro e il Pizzo Regina emergono ai lati della Cima di Passo Cattivo, a destra la Cima di Vallinfante.
35- Il Monte Porche e il Monte Palazzo Borghese.
36- Il Monte Argentella e i boschi del San Lorenzo.
37- La Cima del Redentore ed i Colli Alti e Bassi.
38 – 39- Il Corone del Vettore, la faglia del terremoto del 2016, ancora si vede, anche da lontano, l’abbassamento del terreno.
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40- Mantide religiosa che si sta cibando di una cavalletta.
41- Il rimboschimento attraversato, formato da diverse essenze di conifere caratterizzate da sfumature di verde differenti.
42- Piccoli Mughi crescono nel pendio sopra al rimboschimento
43- La ripida discesa verso la strada da dove si parte.
44- la continua linea del canale visto dal pendio di discesa di destra.
45- Altri tratti di sponda del canale dissestati dal passaggio di bovini.
46- La mia fedele compagna di salite, anche se rimane sempre nel parcheggio.
47- Bellissime Mazze da tamburo (Macrolepiota procera) nei prati di discesa.
48- E buonissimo Prataiolo (Agaricus macrospora).
49- Ed infine anche un bel ragno, la Argiope.