Verso la metà di Maggio i prati del Piano Grande di Castelluccio, nella zona verso il Fosso Mergani, si colorano di strisce di giallo e bianco grazie alla fioritura primaverile e pressoché sconosciuta della flora spontanea, costituita principalmente da Ranuncoli, Tulipani gialli (Tulipa australis) e Narcisi (Narcissus poeticus).
Questa fioritura non ha nulla a che fare con la più conosciuta ed appariscente fioritura estiva dei campi coltivati intorno alla collina di Castelluccio, che si sviluppa intorno ai primi di luglio, costituita principalmente da Senape selvatica (gialla), Papaveri rossi, Fiordalisi blu e margherite bianche, specie legate esclusivamente alle coltivazioni, e che ormai, essendo troppo fotografata, sta perdendo il suo fascino, ricordo che la famosa Lenticchia di Castelluccio ha fiori bianchi piccolissimi e non porta alcun contributo alla fioritura estiva.
Non troverete mai infatti alcun Fiordaliso o Papavero fiorito verso il Piano Grande dove si effettua solo lo sfalcio dell’erba ma nessuna coltivazione.
Poi se arrivate al mattino presto quando ancora non si è dissolta la nebbia che si forma spesso nel Piano Grande, si possono osservare le meravigliose opere d’arte della natura, le ragnatele, trasformate in altrettante meravigliose collane di rugiada.
Di seguito le immagini dell’escursione.
I PANTANI – L’INGHIOTTITOIO E LA GROTTA DELL’ITALIA IN MINIATURA.
In qualsiasi stagione i laghetti dei Pantani di Accumuli regalano sempre fantastiche visioni, come riportato anche in una precedente escursione del 25 luglio 2023 a cui rimando.
L’unica nota stonata è la lunga palizzata che circonda i laghi.
Mi sono sempre domandato a cosa servisse quella orribile e costosa palizzata intorno ai laghetti: ad impedire che le mucche e i cavalli vadano a bere e farsi il bagno nei laghi per non deturpare il loro naturale ambiente ? ma se le palizzate sono state da sempre mantenute aperte in diversi punti e sprovviste di chiusure e quindi gli animali transitano dentro e fuori i laghi sporcandoli ed inquinandoli con le loro deiezioni……….rimane il dilemma di questo bruttissimo spreco di soldi.
Ricordo che nelle acque dei laghetti vivono contemporaneamente due specie di crostacei rari, il Chirocephalus diaphanus e il Tanimastix stagnalis che in altri laghi dell’Italia centrale vivono in acque separate in quanto vanno in competizione alimentare, entrambe parenti stretti degli esclusivi Chiorocephalus sibyllae del laghetto di Palazzo Borghese e del Chirocephalus marchesonii del lago di Pilato, come ho descritto da pagina 76 in poi nel mio libro I MIEI MONTI SIBILLINI.
Inoltre le acque dei Pantani d’estate si colorano di rosso a causa di proliferazioni algali, ormai divenute rarissime in tutta Italia.
Fino ad una decina di anni fa esisteva un laghetto al Pian Perduto che diventava rosso sangue a causa della imponente fioritura algale ma ormai da anni, con la vicinanza di uno stazzo di pecore nel periodo estivo, non diventa più rosso ma forse nessuno se ne rende conto che abbiamo perso anche questa rarità e meraviglia della natura.
Dopo aver visitato i Pantani abbiamo portato i nostri amici a visitare l’Inghiottitoio del Fosso Mergani che raccoglie le acque del Piano Grande e poi alla Grotta presso il boschetto a forma di Italia che è registrata presso il Catasto Speleologico Umbro con la sigla 599 U PG e il nome di Grotta dell’Italia in Miniatura, un profondo pozzo di oltre 20 metri, situata nel pendio a mezza costa a sinistra del Rimboschimento a forma di Italia.
Di seguito le immagini dell’escursione.
L’INGHIOTTITOIO DEL FOSSO MERGANI DEL PIANO GRANDE.
Il Fosso Mergani raccoglie le acque del Piano Grande e si trova nella parte finale verso il Monte Serrone e Monte Cappelletta, sotto al tratto di strada che sale dal Piano Grande in direzione di Norcia.
Lo si raggiunge parcheggiando proprio prima che inizia la salita della strada e proseguendo a piedi su un sentiero in direzione Sud che costeggia il pendio del Monte Castello.
LA GROTTA DI PIANO GRANDE O DEL RIMBOSCHIMENTO ITALIA
La Grotta si raggiunge facilmente parcheggiando di fronte al Rimboschimento a forma di Italia e raggiungendo a piedi il pendio alla sua sinistra, dove, a mezza costa e nei pressi di un fosso, si apre la voragine, come visibile nella foto n.56.
MERAVIGLIOSA GALAVERNA AI PIANI GRA E MACCHIA TONDA
La galaverna (o calaverna) è una forma di precipitazione atmosferica consistente in un deposito di ghiaccio in forma di aghi o scaglie, su superficie continua ghiacciata o su oggetti esterni che può prodursi in presenza di nebbia quando la temperatura dell’aria è nettamente inferiore a 0°C.
Lo spettacolo della galaverna, ormai ogni inverno sempre più raro, deve essere ammirato velocemente in quanto effimero, basta un lieve aumento di temperatura, vento e sole che la glassatura che crea negli alberi e negli oggetti esterni cade rapidamente al suolo.
Il 12 gennaio 2024, dopo diversi giorni di copertura di nebbia soprattutto nella parte adriatica dei Monti Sibillini, ci ha regalato uno spettacolo che erano anni che non vedevo così imponente.
Ai Piani Gra e alla Macchia Tonda della Pintura di Bolognola c’era una copertura decimetrica di Galaverna davvero spettacolare.
Di seguito le immagini, con notevole imbarazzo della scelta, della splendida giornata.
MACCHIA TONDA
PIANI GRA
FAGGETA DI PIANI GRA : Il peso della elevata ricopertura di Galaverna ha rotto numerosi rami e alberi nella faggeta disboscata di recente, il diradamento degli alberi ha indebolito il bosco in quanto ha permesso alla nebbia di entrare nella faggeta glassando di galaverna i rami appesantendoli fino alla rottura.
IL LAGHETTO E LA GROTTA DI MONTE PALAZZO BORGHESE – Magie dell’inverno.
Il 17 dicembre, con Gilberto, Elia, Paolo e Romolo, siamo saliti da Foce per il Canale fino al Laghetto quindi abbiamo proseguito, nonostante la neve fresca alta che rende la salita faticosa, fino alla Grotta di Monte Palazzo Borghese.
L’ambiente del Laghetto invernale è splendido e sicuramente uno dei più spettacolari dei Monti Sibillini.
Di seguito le immagini della bellissima giornata.
LAME ROSSE – l’evoluzione in oltre trenta anni di immagini.
Questo reportage comprende oltre trenta anni di immagini di uno dei luoghi più suggestivi dei Monti Sibillini, Le LAME ROSSE, spettacolari torrioni di conglomerato formato da brecce di colore rosa, situate nel versante Sud del Monte Fiegni, nei pressi del Lago del Fiastrone.
Nonostante l’escursione alle Lame Rosse, in genere effettuata partendo dalla Diga del Lago del Fiastrone, sia facile ed alla portata di tutti (massimo 40 minuti di cammino prevalentemente in piano e per la prima parte su strada sterrata) è uno dei luoghi dove il Soccorso Alpino ha effettuato più interventi in questi ultimi 10 anni, da quando sono giunte alla conoscenza della massa attraverso i social.
Se non è raro osservare d’estate “escursionisti” che raggiungono le Lame Rosse con le infradito o che d’inverno arrivano con gli stivaletti con tacco e suola liscia si capisce perché non è raro che qualcuno si sloghi una caviglia o si rompa una gamba per una caduta.
E’ sempre un luogo di montagna che, seppur facile, prevede l’utilizzo almeno di scarponcini da trekking.
Le seguenti immagini rispecchiano l’evoluzione subita dai torrioni di conglomerato nel corso di tre decenni e la mia evoluzione fotografica, le immagini riportate iniziano infatti da foto su pellicola in bianco/nero e diapositive fatte con fotocamera manuale, foto digitali con la prima compatta automatica, foto digitali con fotocamera reflex e foto digitali con fotocamera mirrorless.
In particolare ho messo in evidenza il cambiamento che alcuni torrioni caratteristici che compongono le Lame Rosse hanno subito negli anni.
FOTO SU PELLICOLA BIANCO/NERO CON FOTOCAMERA MANUALE- ANNO 1985
DIAPOSITIVE CON FOTOCAMERA MANUALE – ANNO 1992 con mio padre Giancarlo e mio fratello Andrea.
DIAPOSITIVE CON FOTOCAMERA AUTOMATICA CON INERIMENTO DATA – ANNO 1993 (13/07/1993).
DIAPOSITIVE CON FOTOCAMERA AUTOMATICA COMPATTA – ANNO 1998
FOTO DIGITALI CON FOTOCAMERA COMPATTA- ANNO 2013 (alcuni anni dopo una alluvione).
FOTO DIGITALI CON FOTOCAMERA REFLEX – ANNO 2017 DOPO IL TERREMOTO DEL 2016, con Fausto.
FOTO DIGITALI CON FOTOCAMERA MIRRORLESS – ANNO 2023.
OMAGGIO A FAUSTO
Il 28 Settembre 2023 ci ha lasciato anche il nostro caro amico Fausto Serrani.
Ho conosciuto Fausto il 29 Dicembre 2011 in montagna, fu un incontro casuale al M.Porche, io ero con Bruno, l’altro nostro amico scomparso nel 2017.
Da quel giorno con Fausto ho condiviso grandi giorni, giorni di avventure, giorni di esplorazione, anche giorni dove la montagna ci ha messo a dura prova ma, grazie alla sua tenacia, alla sua forza, al suo senso pratico, ce l’abbiamo sempre fatta.
Insieme abbiamo fatto decine di nuove vie su roccia e su ghiaccio, abbiamo messo piede in luoghi dove nessuno era passato prima , abbiamo esplorato un piccolo pezzetto del nostro meraviglioso pianeta.
Ricordo un giorno per tutti, il 18 Ottobre 2014 salimmo al Gran Sasso per la Direttissima, non c’erano più neppure le corde e catene fisse di una volta, nei manuali la indica per 2,5-3 ore di salita da Campo Imperatore, noi ci mettemmo 1,45 ore, tutta di un tiro, senza corde, senza soste.
Arrivammo in cima per primi, era una giornata limpida, meravigliosa, si vedeva il Mare Adriatico e il Tirreno.
Ci godemmo per più di un’ora la cima che era tutta nostra poi, come iniziò ad arrivare gente iniziammo la discesa.
Scendendo lungo la via normale, prima della Sella dei Grilli, incontrammo un ragazzo con entrambe gli scarponi aperti, gli si erano scollati e faceva fatica a scendere, visto che ormai non sarebbe potuto più proseguire verso la cima.
Allora Fausto tirò fuori dallo zaino il nastro telato, dei cordini, delle fascette e gli richiuse gli scarponi come solo lui sapeva fare e gli permise di scendere fino a Campo Imperatore senza difficoltà.
Ecco chi era Fausto, un uomo tenace, forte, pieno di inventiva e di capacità manuali, pieno di vita e di voglia di esplorare questo mondo, un compagno di cordata su cui potevi contare in qualsiasi situazione.
Aveva sconfitto il cancro ma un infarto lo ha tradito.
Mi vengono in mente le ultime frasi che scrisse Fausto nel mio secondo libro “IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI”:
Con la speranza che la carica non si esaurisca, le gambe ci sorreggano, la curiosità rimanga e la sorte ci sorrida, “sempre avanti” ancora per mille e più di queste avventure.
Ciao Fausto, sarai per sempre con noi e con Bruno sui nostri monti.
LAGO DI PILATO – GROTTE DI FORCA DI PALA Monitoraggio degli arbusti intorno al Lago.
Il 14 Settembre 2023, passando per la Valle delle Fonti e Forca Viola, siamo ritornati al Lago di Pilato, come ogni estate, per monitorare, da ormai una quindicina di anni, la crescita di alcuni arbusti di Salix apennina e Salix caprae che stanno vegetando sulle sue sponde e che, credo presto, forniranno ombra ai tanti, forse troppi, escursionisti che visitano la valle.
Si veda anche l’articolo “C’ERA UNA VOLTA IL LAGO DI PILATO” in occasione del prosciugamento del Lago del 11 ottobre 2022.
Con l’occasione riporto anche un breve itinerario da fare al ritorno per visitare alcune grotte sotto a Forca di Pala.
GROTTE DI FORCA DI PALA.
Al ritorno dal Lago di Pilato, una volta superata Forca di Pala il sentiero continua verso Forca Viola attraversando il versante Nord di Cima di Forca Viola.
Arrivati a circa metà tragitto si scende liberamente dal sentiero e ci si dirige nel ghiaione sottostante ritornando indietro verso le rocce situate sotto al sentiero dove, già da lontano, si osservano le cavità che si aprono in una lunga cengia rocciosa.
Ringrazio Patrizio R. per le immagini.
MONTE RAGNOLO in notturna.
Questa non è una escursione per appassionati camminatori ma un idea per una semplice uscita in notturna con pernotto al fresco per gli amanti della fotografia.
Di seguito le migliori immagini della notte:
PIZZO REGINA (M.PRIORA) dalla Pintura di Bolognola.
Percorso estivo classico, dalla Pintura di Bolognola si percorre a piedi la strada (chiusa agli autoveicoli) che conduce al Rifugio del Fargno quindi si prosegue a sinistra per ampio sentiero fino alla Forcella Angagnola.
Da qui si inizia la salita per il sentiero che conduce al Pizzo Berro, ormai diventato praticamente un fossato, quindi raggiunta la cima si scende per la cresta Est fino alla sella e si raggiunge il Pizzo Regina risalendo la sua lunga cresta Ovest, ritorno per lo stesso itinerario per un totale di 25 Km e 1000 metri di dislivello.
Il 15 luglio 2023, di ritorno alla Pintura di Bolognola per questo itinerario, ormai con cielo coperto, un fastidioso e continuo rumore di passaggi di aerei militari mi ha fatto alzare gli occhi al cielo e, tra le nuvole, ho osservato una esercitazione di rifornimento aereo in volo (foto n. 27-28), chiaramente sopra una zona montuosa e Parco Nazionale, non sopra zone abitate, così se si verifica una perdita di carburante o un incidente aereo non cade sopra alla testa della gente !!!!.
Immagini ingrandite dell’esercitazione aeronautica militare con rifornimento in volo sopra i cieli di Bolognola, una esercitazione analoga l’avevo già osservata nel gennaio 2023 ma non avevo con me la fotocamera.
CASTELLUCCIO E I PANTANI DI FORCA CANAPINE due luoghi sempre affascinanti per una uscita fotografica.
I Piani di Castelluccio, nel mese di luglio, non regalano solo la classica ed ormai anche banale fioritura, quest’anno anche sotto tono a causa delle condizioni climatiche, ma la nebbia del mattino presto, poco dopo l’alba, permette di vedere una gloria solare a metà e la rugiada, prima che il sole la faccia evaporare, mette in evidenza il vasto mondo degli aracnidi altrimenti invisibile.
I Laghetti dei Pantani invece, specialmente nelle giornate nuvolose, regalano spettacoli di riflessioni di luce.
Luoghi sempre affascinanti soprattutto da punto di vista fotografico.