PIAN PERDUTO – COLLI ALTI E BASSI – CAPANNA GHEZZI – SAN LORENZO – PIAN PERDUTO Ciaspolata di 11 chilometri con molta neve fresca.

Di seguito le immagini della meravigliosa giornata, finalmente con molta neve e con un numeroso gruppo di amici.

1- La partenza da Pian Perduto, sullo sfondo il Monte Argentella da cui tracima la nebbia dal versante Est.
2- Il boschetto dei Colli Alti e Bassi che abbiamo raggiunto per la valletta Ovest.
3- Il Boschetto dei Colli Alti e Bassi con il Monte Porche sullo fondo.
4 – 5-Le pendici Ovest della Cima del Redentore tra la nebbia.
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6 – 9-Dai Colli Alti e Bassi scendiamo verso la valle che conduce alla Capanna Ghezzi.
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10 – 13- La valletta che conduce verso Capanna Ghezzi.
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14 – 15- I nuclei di Faggio nei pressi della Capanna Ghezzi.
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16- La Capanna Ghezzi, alle falde del versante Ovest del Monte Argentella.
17- La Macchia del San Lorenzo
18- La conca del San Lorenzo.
19- Il Monte Palazzo Borghese visto da San Lorenzo.
20 – 21- La Portella del Vao, la strettoia rocciosa che mette in comunicazione San Lorenzo con il Pian Perduto.
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22 – 23- Il Monte Porche ed il Monte Palazzo Borghese dominano la conca del San Lorenzo.
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24- I Colli Alti e Bassi chiudono a Sud il Pian Perduto.
25- Attraversando il Pian Perduto
26- Ripassiamo di fronte al boschetto del Pian Perduto chiudendo il percorso della giornata.
27- Il Monte Lieto, situato di fronte al Pian Perduto, sulla strada una lunga fila di auto di escursionisti..
28- Siamo ormai giunti anche noi all’auto concludendo la splendida ciaspolata.
29- Pianta satellitare del percorso della ciaspolata



MONTE BICCO – Cresta Nord

Dopo la prima, scarsa, nevicata della stagione, il 15 Gennaio 2023, con un numeroso gruppo di amici abbiamo effettuato una escursione in Val di Bove quindi siamo saliti con nebbia al Monte Bicco per la cresta Nord.

Di seguito le immagini della giornata.

1- Le Quinte con la grande frana prodotta dal terremoto del 2016 viste dalla Val di Bove
2- La Val di Bove e la parete Nord del Monte Bicco.
3- Il versante Ovest del Monte Bove Nord. nei pressi della Fonte di Val di Bove, con scarsissimo innevamento
4- Sul sentiero per la Forcella Passaiola, sotto alla grande frana del Monte Bicco.
5- Verso la Forcella Passaiola.
6- Foto di gruppo alla Forcella Passaiola.
7 – 15- Momenti di salita della cresta Nord del Monte Bicco.
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16- Veduta della parete Nord dalla cima al Monte Bicco con nebbia.
17- La cresta verso il Monte Bove Sud.
18- Il versante Est del Monte Bicco.
19- Il Monte Bove Nord in un momento di diradamento della nebbia.



QUARTO SAN LORENZO Salita per il canale Ovest.

Il 20 dicembre, nonostante il penoso innevamento, abbiamo risalito su ottima neve gelata con amici che non avevano mai messo ramponi, il canale Ovest di Quarto San Lorenzo per poi ridiscendere per il canale Ovest di Cima di Forca Viola, meno ripido.

Il canale Ovest di Quarto San Lorenzo è facile, essendo in ombra fino in tarda mattinata mantiene a lungo la neve dura, adatto per chi affronta per le prime volte la montagna invernale, si innalza per oltre 800 metri di dislivello su pendenze di 35 gradi per toccare i 45 gradi poco prima della cresta finale.

Si accede all’imbocco del canale partendo dal parcheggio nella curva sottostante la collina di Castelluccio (strada per Capanna Ghezzi) per poi prendere il tratturo a destra che conduce alla Valle delle Fonti.

Giunti al pianoro dove una volta sorgeva una fontana si scende nella valle delle Fonti fino all’imbocco del canale situato subito sulla destra dopo un ripido pendio rupestre.

1- L’avvicinamento al canale Ovest, a destra.
2- Castelluccio e il Piano Grande visto dall’imbocco del canale di salita.
3- La Valle delle Fonti ed il Monte Argentella.
4- L’imbocco del canale di salita con una sottile e penosa striscia di neve per fortuna ottimamente gelata.
5- La parte iniziale del canale, meno ripida.
6 – 9 -Poi la pendenza va aumentando man mano che si sale.
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10 – 11- Giunti qualche centinaio di metri dalla cima il pendio si impenna raggiungendo i 45 gradi di pendenza.
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12- La cresta che collega Quarto San Lorenzo alla Cima dell’Osservatorio.
13- La Cima dell’Osservatorio
14- Il Pizzo del Diavolo
15 – 16- Il Monte Vettore
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17- Accenno di cornici sulla cima di Quarto San Lorenzo.
18 – 19- La cima di Quarto San Lorenzo
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20- Veduta aerea del Piano Grande.
21- Veduta aerea di Castelluccio
22- Il canale di salita visto dalla cima di Quarto San Lorenzo.
23- Il sole a mezzogiorno a dicembre è molto basso sull’orizzonte e regala ombre quasi aliene.
24- Il canale Ovest di Cima di Forca Viola da cui siamo ridiscesi.
25- Il versante Sud del Monte Argentella con i Canali Gemelli visto dalla Valle delle Fonti, senza innevamento.
26- Foto n.1 in versione pomeridiana illuminata dal sole
27- L’itinerario di salita in rosso e quello di discesa in giallo.



MONTE AMANDOLA da Garulla

Escursione organizzata dalla sezione del Club Alpino di Fermo che ringrazio per avermi concesso di pubblicarla.

Partenza da Garulla (861 m.), preso il sentiero N4 fino a Casalicchio, risalita al Rifugio Città di Amandola quindi per il sentiero E6 (241) saliti fino al Monte Amandola (1707 m.) , ridiscesi per lo stesso sentiero, ritorno a Garulla per il Rifugio Casale di Vallecaprina (11 Km di sviluppo a/r, 850 m. di dislivello).

1- 2- Nebbia mattutina nelle valli intorno ad Amandola
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3- Il sentiero N4
4- Vecchio muretto a secco nel sentiero N4
5 – 6- La frazione di Casalicchio, sullo sfondo a destra il Balzo Rosso, a sinistra Il Pizzo quindi, ancora più a sinistra, coperto dalla nebbia, il Monte Zampa.
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7 – 8- Risalita verso il Rifugio Città di Amandola
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9- Il Rifugio Città di Amandola
10- Il panorama a monte del Rifugio
11 – 16-Fasi di risalita per il sentiero E6 (241) verso il Monte Amandola
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17- La croce di cima del Monte Amandola
18- Il Monte Acuto ed il Pizzo Tre Vescovi visti dal Monte Amandola
19- Il Pizzo Regina.
20- Il Monte Castel Manardo ed il Casale Grascette.
21- Foto di gruppo sulla cima del Monte Amandola
22 – 23-Discesa per lo stesso itinerario.
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24- Campolungo, nei pressi del Rifugio Città di Amandola
25- Le pendici Est del Monte Amandola con, in alto, il sentiero percorso.
26- Il Rifugio Casale di Vallecaprina, ormai con il sole tramontato.
Pianta del percorso



MONTE CASTEL MANARDO Prima neve a distanza di 4 giorni.

4 Dicembre 2022, maltempo e vento.

1- Sulla strada per il Rifugio del Fargno, nei pressi di Fonte Bassete.
2- Il Monte Rotondo visto salendo verso Forcella Bassete.
3- Lo Scoglio del Montone da Forcella Bassete.
4- Forcella Bassete con il Monte Priora immerso nella nebbia.
5- Il Monte Acuto da Forcella Bassete.
6- Salendo verso il Monte Castel Manardo.
7- Lo Scoglio del Montone.
8- La cresta che scende verso Forcella Bassete.
9- In cima a Monte Castel Manardo.
10-11- Discesa verso Casale Grascette.
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12-13- Il Casale Grascette con ancora le mucche al pascolo.
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14- La strada che ritorna alla Pintura di Bolognola da Monte Berro.

8 Dicembre 2022, mare di nebbia nelle vallate e sprazzi di sole ma alte temperature, neve in dissolvimento.

1- Il Monte Acuto ed il Pizzo Tre Vescovi visti dai campi di sci di Bolognola.
2- 3- Il mare di nebbia verso “la Marca” visto dalla Porta di Berro.
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4- La Pintura di Bolognola.
5- Le pendici Nordest del Monte Castel Manardo.
6- In cima a Monte Castel Manardo, sullo sfondo al centro la città di Camerino illuminata.
7- Veduta verso Nord dalla cima del Monte Castel Manardo.
8- Il Pizzo Regina ed il Pizzo Berro.
9- La cresta che scende dallo Scoglio del Montone verso Forcella Bassete.
10-11- La cima del Monte Castel Manardo vista dallo scoglio del Montone con la neve solo nei versanti Nord.
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12- Lo Scoglio del Montone.
13- Il Monte Acuto visto da Cima Acquario.
14- I versanti Est e Nord del Monte Acuto.
15- Il versante Nord del Pizzo Regina.



CASCATE E FORRA DELL’ACQUASANTA

Escursione classica riportata nella bibliografia ufficiale dei Monti Sibillini, con partenza da Villa da Capo di Bolognola seguendo l’attuale sentiero di recente sistemazione ma già franato che aggira le pendici del Balzo della Croce, attraversa il Fosso Sacraro e si insinua nella Valle dell’Acquasanta seguendo il percorso del canale di adduzione della Centrale di Bolognola fino alla diga dell’Acquasanta che chiude la forra omonima.

Il sentiero sembra in piano in realtà presenta una pendenza in discesa (verso la centrale di Bolognola) del 2 % che consente all’acqua raccolta di defluire verso Casetta Piema’ dove scende la condotta forzata.

Attualmente, a causa di una grande frana, il canale di adduzione è in parte vuoto, acquista acqua solo in prossimità delle cascate dell’Acquasanta.

Una volta giunti sotto alle cascate si prosegue con attenzione (cavi di acciaio in loco) e si raggiunge la diga. Si risale la diga al suo lato e ci si immerge nella incredibile forra per diverse centinaia di metri fino a raggiungere il punto più stretto, largo neppure un metro, da cui è possibile solo scendere dalla Val di Tela per chi pratica torrentismo.

Di seguito le immagini dell’escursione.

Purtroppo essendo una valle ad esposizione verso Nord-est, dall’autunno alla primavera il sole non riesce ad entrare nella forra per cui la qualità delle immagini non è delle migliori .

1 – Grandi aceri a Villa da Capo di Bolognola.
2- Un moscardino o topo delle nocciole (Muscardinua avellanarius)
3- Il sentiero sotto al Balzo della Croce
4- Il tratto con il canale in cemento
5- Il tratto con il canale metallico
6- La grande frana che ha interrotto il canale, visibile a destra.
7- Il Monte Cacamillo e la Valle dell’Acquasanta a sinistra.
8- Un capanno lungo il sentiero, forse per osservazioni fanistiche.
9- Il sentiero nella Valle dell’Acquasanta
10- Particolari pieghe delle rocce lungo il sentiero.
11- Nel bosco della Valle dell’Acquasanta è presente una notevole stazione di alberi di Tasso (Taxus baccata).
12 – 13- Le cascate dell’Acquasanta, la cascata più alta.
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14 – 15 – La cascata con maggior afflusso di acqua, paragonata ad un grande tronco di faggio abbattuto dalle slavine..
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16- La Grotta dell’Orso, situata nei pressi della diga ma poco conosciuta e soprattutto chiusa da un muretto !!!!
17- Pipistrello a riposo nella grotta, è il puntino nero in alto leggermente a destra della foto precedente.
18- Risalita della scaletta della diga
19- Scutellaria columnae ancora fiorita a fine Ottobre all’imbocco della Forra dell’Acquasanta, visibile sullo sfondo.
20 – 24 – L’ingresso della forra a monte della diga, man mano che si va avanti diventa sempre più stretta.
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CENGIA DEI FIUMARELLI E GROTTE DE LE CUTE Sempre meravigliose e con nuove scoperte

Una escursione da Casali di Ussita alla Cengia dei Fiumarelli, pur avendola percorsa decine e decine di volte, mi regala sempre forti emozioni.

La successiva visita alle Grotte de Le Cute, ed in particolare alla Grotta Nascosta, non riportata sul Catasto Grotte della Regione Marche, già descritta sul presente sito, stavolta ci ha fatto scoprire dei reperti ossei non osservati nella prima visita e il ritrovamento anche del raro Geotritone Italiano (Speleomanteus italicus).

Di seguito le immagini delle due escursioni effettuate nella stessa giornata.

Ringrazio Manuel e Romolo per avermi concesso alcune delle loro foto.

1- Un camoscio all’ingresso del Fosso La Foce, mai osservato prima a quote così basse.
2- Foliage nel Fosso La Foce
3 – 4- 5 – La prima parte della Cengia dei Fiumarelli che attraversa la destra orografica del Fosso La Foce.
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6- 7L’ultimo tratto della Cengia dei Fiumarelli visto dalla parte centrale, a destra lo scoglio della foto n. 20.
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8 – 9 -La finestra della Cengia dei Fiumarelli
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10- Il tratto più stretto della Cengia dei Fiumarelli
11- La cascata più piccola del lato sinistro orografico del Fosso La Foce.
12- La cascata più alta
13- Veduta quasi verticale verso la Val di Panico
14 – 15 – La parte terminale del Fosso La Foce vista in verticale dalla Cengia dei Fiumarelli
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1 6-17 – Il ramo sinistro orografico del Fosso La Foce dove confluiscono le due cascate delle foto n. 11 e 12.
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18- L’intero Fosso La Foce ed In alto il Monte Rotondo visto dallo scoglio della foto n.20
19- La cascata più alta del Fosso La Foce.
20- Lo spettacolare scoglio (foto n. 6 e 7) dell’uscita della Cengia dei Fiumarelli con il Monte Bove Nord alle spalle.
21- Il Monte Bove Nord con Acero in versione autunnale in primo piano.

LE GROTTE DE LE CUTE

22- La Grotta Grande alle Cute conserva un vecchio secchio per la raccolta delle acque di stillicidio.
23- L’ingresso della Grotta Nascosta.
24- Concrezioni ormai asciugate dalla torrida estate all’interno della Grotta Nascosta
25 – 26 – Un Geotritone italiano (Speleomanteus italicus) se ne va in giro all’interno della Grotta Nascosta
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27- 28 – Ritrovamento di varie ossa all’interno della Grotta Nascosta.
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29- Casali di Ussita, ormai un paese fantasma.



C’ERA UNA VOLTA IL LAGO DI PILATO……

I Monti Sibillini sono ricchi di leggende, la Sibilla, il Guerrin Meschino, ormai ci sono anche delle favole, e come tutte le favole iniziano con.. C’era una volta…….

Si è cosi, ormai dovremo dire ogni estate che nei Monti Sibillini c’era una volta il Lago di Pilato.

E presto avremo anche delle sponde boscose intorno al Lago, alcune specie di alberi tra cui Salix caprea, Salix apennina e Atadinus alpina (o Rhamnus alpina), già indicate in una mia precedente escursione e tenute sotto controllo da circa dieci anni a questa parte, stanno crescendo di anno in anno e presto arriveranno a fare ombra intorno al Lago.

Di seguito le toccanti immagini della escursione del 6 ottobre 2022 confrontate con le immagini del 30 ottobre 2010.

1- Castelluccio emerge dalla nebbia visto da Forca Viola
2- Il versante Est del Monte Argentella visto da Forca di Pala.
3- I ghiaioni del versante Est di Quarto San Lorenzo
4- 5- Il Pizzo del Diavolo
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6 – 9 – In questa conca c’era una volta il Lago di Pilato
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10- 11 – Il Salix caprea più grande, ha circa 10 anni ed è alto più di due metri, è cresciuto molto in questi tre ultimi anni
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12- L’Atadinus alpina o Rhamnus alpina
13- Altro Salx caprae sotto al Pizzo del Diavolo
14- Salix caprae e Salix apennina con lo sfondo del Castello.
14-15- Il secondo Lago anch’esso prosciugato con i molti massi caduti dal Pizzo del Diavolo dopo il terremoto del 2016
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16- Il Castello visto dai grandi massi a Sud del Lago di Pilato.
17- Il Lago o i laghi di Pilato visti dalla sommità del masso più grande a Sud della conca.
18- La parete Nord della Cima del Lago
19- Tracce ancora visibili lasciate da un masso caduto dalle pareti dopo il terremoto del 2016
20- La conca del Lago di Pilato
21- Salix retusa in frutto, questo salice strisciante è tipico delle alte quote ed è sempre stato presente intorno al Lago, al contrario degli altri salici delle foto 10-14.
22- Notevole stazione di Salix retusa di diversi metri quadri di superficie con le foglie già in versione autunnale.
23- La stazione di Salix retusa della foto n.22 ed il grande masso dalla cui sommità sono state scattate le foto n.16-20.
24-25- La grotta situata alla base del grande masso della foto n.23
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26- Il Pizzo del Diavolo visto dalla grotta del grande masso a Sud del Lago di Pilato.
27- Luce pomeridiana sul Gran Gendarme.
28- La Valle del Lago di Pilato con il Monte Sibilla sullo sfondo
29-30 -Atadinus pumilus (o Rhamnus pumila) anch’esso in versione autunnale vive abbarbicato sulle rocce..

COME SONO LONTANE LE IMMAGINI DEL LAGO DI PILATO GELATO DEL 30 OTTOBRE 2010 ACCOMPAGNATO DAL NOSTRO AMICO BRUNO E CON LA PRIMA NEVE DELLA STAGIONE

Il sito della foto n.13 dove attualmente è presente il grande arbusto di Salx caprea, nel 2010 era invisibile perché alto qualche decina di centimetri.



LE MONTAGNE ISPIRANO

Le montagne non sono solo ascensioni, libertà, impegno fisico, panorami, piante, animali, minerali, tradizioni, cultura, storie, persone, suoni, profumi (che però non si possono riprodurre nel web) ma anche poesia.

Mi è stata inviata questa poesia sui Monti Sibillini che ho trovato fatta con il cuore da una persona che ha captato in pieno lo spirito dell’andare in montagna e voglio proporla ai frequentatori del mio sito.

Grazie a Romina Vittori.

Ai Sibillini

Oh miei amati Monti Sibillini,

padre e madre della Marca.

A pochi passi da questa vetta,

vi dev’essere la porta del paradiso.

Verde pace tutt’intorno,

silenzio ed eternità.

Profumo semplice del creato.

Fiori d’ogni specie e insetti laboriosi.

Come nell’Eden,

abbandono i dolori della terra,

per rifugiarmi nell’assoluto incontro

della beatitudine.




MONTE VETTORE – ANTICIMA NORD

Salita classica dalla Valle Santa, per evitare l’orribile e degradato sentiero che sale da Forca di Presta, alla cima massima dei Monti Sibillini quindi successiva discesa fino all’anticima Nord del Monte Vettore e ritorno per lo stesso itinerario.

Di seguito le immagini della giornata.

1- Il versante sud della Cima del Lago e della Punta di Prato Pulito visto dalla Valle Santa.
2- Inutile ometto di pietre sulla “strada” per il Rifugio Zilioli, come se non fosse sufficientemente visibile.
3- La Punta di Prato Pulito a sinistra e la Cima del Lago a destra, viste dalla cima del Monte Vettore.
4- La Cima del Redentore ed il Pizzo del Diavolo, a sinistra la Cima del Lago e a destra la Cima dell’Osservatorio.
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5- La cresta da Quarto San Lorenzo alla Cima di Forca Viola., a destra il Monte Argentella.
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6 – 7 – Veduta verso Sud con foschia nelle valli ed il Gran Sasso che emerge imponente.
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8- Il Monte Camicia ed il Monte Prena.
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9- I Monti Gemelli.
10- Il versante Nord della Cima del Lago
11- I ghiaioni tra Forca di Pala e Quarto San Lorenzo
12- La Valle del Lago di Pilato vita dall’Antecima Nord del Monte Vettore.
13- L’imponenza del Pizzo del Diavolo con i segni delle frane sulle pareti e nei ghiaioni alla base prodotte dal terremoto del 2016.
14- Il torrione del “Portico”, uno dei luoghi più particolari della Valle ma anche uno dei più pericolosi.
15- Le pareti Nord del Pizzo del Diavolo
16- Zoom della foto n.15 con i massi ancora in bilico mossi dal terremoto del 2016
17- La cima del Pizzo del Diavolo con escursionista sulla cresta tra la Cima del Lago e la Cima del Redentore.
18- Zoom della foto n.1 con i massi ancora in bilico mossi dal terremoto del 2016
19- 20- La cresta che scende dall’Anticima Nord del Monte Vettore al Monte Torrone.
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21- La cresta tra il Monte Torrone ed il Monte Banditello.
22- La cima del Monte Vettore vista dall’Anticima Nord.
23- La ripidissima cresta che sale tra il Fosso di Casale ed il Fosso di Colleluce con il Sassone e, dietro, il Sasso Spaccato.
24- Zoom sul Sassone e, dietro, sul Sasso Spaccato
25- La Cima di Pretare con la catena del Gran Sasso sullo fondo.
26- Escursionisti sulla Cima di Pretare
27- Escursionisti sulla Cima del Redentore.
28- Il Lago di Pilato visto dalla cima del Monte Vettore con gli arbusti di Salix caprae che, da diversi anni, stanno crescendo nelle sue sponde.
29- Veduta verso Nord della catena dei Monti Sibillini con, da sinistra, La Cima Vallelunga che si confonde con il PIzzo Berro, il Pizzo Regina e il Monte Sibilla con l’orribile strada.
30- Il canale Nord di Quarto San Lorenzo, usato per divertenti salite invernali.
31 – 32- Sfinge colibrì (Macroglossa stellatarum) in volo su Garofano (Dianthus Sylvestris)
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33- La Stella alpina dell’appennino (Leontopodium nivale)
34- Armeria magellensis
35- Saxifraga exarata subsp. ampullacea su cuscino di Silene acaulis
36- Cuscinetto di Saxifraga exarata subsp. ampullacea
37 – 38 – 39-Campanula tanfanii.
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