MONTE CASTEL MANARDO – FANTASTICA GLORIA SOLARE

Il 15 dicembre 2021, la classica salita pomeridiana al Monte Castel Manardo dalla Pintura di Bolognola mi ha regalato uno dei più belli spettacoli della natura, la Gloria Solare con lo spettro di Broken al centro (la mia stessa ombra).

Questo fenomeno si produce quando si combina il sole basso sull’orizzonte con la nebbia nella vallata sottostante, l’ombra di chi fotografa proiettata sulla nebbia produce questo particolare e raro effetto ottico.

Di seguito le immagini della salita.

1- Il Monte Acuto emerge dalla nebbia, nei pressi dei campi da sci di Bolognola.
2- La vallata di Bolognola con, a sinistra, il Monte Pietralata ed il Monte Cacamillo
3- Le pendici Nord di Monte Castel Manardo ricoperte dalla nebbia.
4- La cresta Nord del Monte Castel Manardo, in prossimità della cosiddetta “Porta di Berro”.
5- La cresta Nord del Monte Castel Manardo
6- Emergono il Pizzo Tre Vescovi ed il Monte Acuto.
7- Il Monte Rotondo.
8 – 14- Varie immagini della Gloria Solare vista in posizioni diverse della cresta Nord.
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15- Il piccolo Cervino dei Monti Sibillini, la parete Nord del Monte Acuto.



MONTE PALAZZO BORGHESE-MONTE PORCHE variante diretta dal Fosso Zappacenere per la Fonte dell’Acero.

Il Monte Palazzo Borghese e/o il Monte Porche possono essere raggiunti da Foce di Montemonaco per il classico sentiero per il Fosso Zappacenere che conduce, verso il Monte Lieto, dapprima alla Fonte di S.Maria quindi prosegue per la Fonte dell’Acero per poi girare versante verso i Pianelli fino alla forcella tra il Monte Porche ed il Monte Palazzo Borghese.

Oppure si può salire alle due cime per un itinerario meno conosciuto ma molto interessante che si distacca dal classico sentiero del Fosso Zappacenere che qui propongo.

Il sentiero del Fosso Zappacenere in realtà può essere preso da due punti diversi, o dal più comune parcheggio, alla base del Fosso del Balzo, in corrispondenza della Madonnina e del Casale della Comunanza, situato circa 700 metri prima del paese di Foce oppure a destra, in ripida salita a monte dell’area pic-nic realizzata da pochi anni in corrispondenza dell’imbocco del “Canale”, 400 metri prima del paese sempre sulla destra.

I due sentieri viaggiano nella stessa direzione per incontrarsi nel fondo del Fosso Zappacenere, 250 metri prima di un netto tornante (357937 E – 4749319 N; 1160 m.) in salita verso destra che sale ripido nel bosco (verso la Fonte di S.Maria) per cui possono essere presi entrambe anche se risulta più comodo quello classico dal parcheggio della Madonnina.

Dopo l’incrocio, anziché prendere il tornante in netta salita, si continua il tratturo nel fondo ghiaioso del Fosso verso il bosco sovrastante. Raggiunto il bosco, in corrispondenza di un colatoio roccioso del fosso, il sentiero inizia a salire e si trasforma in una comoda ma poco conosciuta carrareccia che con diversi tornanti all’interno del bosco della Frondosa con grandi abeti da rimboschimento piantati intorno al 1950 mentre sembra che lo stesso bosco fu stato tagliato intorno al 1930 e era costituito per la maggior parte da faggi secolari di cui non è rimasta traccia, raggiunge la cresta erbosa (357674 E – 4748820,8 N; 1485 m.) della “Frondosa” che divide il “Canale” dal Fosso Zappacenere per proseguire in netta salita fino allo stazzo nei pressi della Fonte dell’Acero.

Quindi, sopra la Fonte, raggiunta in circa 1,5 ore, (356881 E – 4748962 N; 1655 m.), per il classico sentiero segnato si prosegue verso i Pianelli e quindi, per creste, si può raggiungere una dopo l’altra, entrambe le cime dei due monti (altre 1,5 ore per ciascuna cima) .

Per la discesa si può percorrere lo stesso itinerario oppure scendere dalla sella tra il M.Porche e il M. Palazzo Borghese al sottostante Laghetto quindi per il Canale velocemente di nuovo a Foce.

20 OTTOBRE 2021 Gianluca Carradorini – Carlo Angelini

1- Il colatoio roccioso posto nel bosco alla base del Fosso Zappacenere dove inizia la salita.
2 – 3- Due grandi abeti ? da probabile antico rimboschimento presenti nel primo tratto del bosco, sicuramente gli abeti più grandi dei Monti Sibillini.
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4- Il sentiero nell’ultimo tratto prima della cresta erbosa sopra la Frondosa.
5- La cresta erbosa sopra al bosco con il Monte Sibilla di fronte.
6- Veduta verso Ovest dalla cresta con il Sasso di Palazzo Borghese, il laghetto sottostante e la zona del Canale a sinistra.
7- La cresta dei Tre Faggi sovrasta il Canale sottostante.
8- La ripida cresta erbosa, in salita verso la Fonte dell’Acero, a sinistra il Fosso Zappacenere, a destra il Canale.
9- Lo stazzo e la sporcizia nei pressi della Fonte dell’Acero.
10- Grande faggio nei pressi dello stazzo.
11- La Fonte dell’Acero e la zona del Ramatico sovrastante, nei ghiaioni del versante Est di Cima Vallelunga.
12- Sempre in salita prima del cambio di versante con il M. Sibilla sullo sfondo.
13- Il sentiero che da Fonte dell’Acero prosegue nella zona denominata “I Pianetti” sul versante Est del M. Porche
14- Dal cambio di versante riappare la maestosa parete Est del Sasso di Palazzo Borghese e il M. Argentella a sinistra.
15 – 16- Zoom sulla parete Est e Nord, in ombra, del Sasso di Palazzo Borghese
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17- Il versante Sud del Monte Porche con il lungo canale innevato.
18- Salita verso il Monte Palazzo Borghese.
19- Il gruppo Sud dei Monti Sibillini con il M. Argentella in primo piano , il M.Vettore a sinistra e la Cima del Redentore a destra.
20-Il Sasso di Palazzo Borghese e il M. Banditello e la Cima delle Prata a a destra.
21- Discesa veloce su neve verso il Laghetto.
22- Mucche al riposo nei pressi del Laghetto.
23- 24 – La parete Est del Sasso di Palazzo Borghese vista dal Laghetto con le ferite provocate dal terremoto del 2016.
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25- La faggeta in veste autunnale nella parte iniziale del Canale.



PIZZO TRE VESCOVI – Prima ascensione invernale 2021-2022

In occasione della prima abbondante nevicata in quota dell’inverno 2021-2022, con Carlo e Federico abbiamo effettuato l’ascensione classica dalla Pintura di Bolognola per la strada del Fargno, chiusa al traffico veicolare, fino al Rifugio omonimo quindi siamo saliti alla cima di Pizzo Tre Vescovi per il versante Nord su neve a tratti anche gelata. Bellissima la croce di vetta completamente glassata dalla galaverna. Siamo infine discesi per il versante Est fino alla Pescolla e poi alla strada per Forcella Bassete.

Di seguito le immagini della bellissima giornata.

1- Il versante Est del Monte Rotondo e la Forcella Cucciolara visti dalla strada del Fargno.
2- Prime colate di ghiaccio sulle pareti della strada.
3- Il versante Nord del Pizzo Tre Vescovi.
4- La Forcella del Fargno con l’omonimo rifugio.
5- Tratto gelatissimo verso la Forcella Angagnola, alle spalle il versante Sud del Monte Rotondo..
6- L’ombra del Pizzo Tre Vescovi e del Monte Acuto si stagliano verso il Monte Rotondo.
7- Girando nl versante Nord del Pizzo Tre Vescovi con il Monte Bove Nord alle spalle.
8- Il Rifugio del Fargno sovrastato da una nuvola di nebbia modellata dal vento.
9- Sul versante Nord del Pizzo Tre Vescovi.
10- Il Monte Rotondo visto dalla sella del Monte Acuto
11 – 12- La cresta Nord-est del Pizzo Tre Vescovi con la croce di vetta.
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13- 14 – Il Monte Acuto durante la salita al Pizzo Tre Vescovi.
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15- Il versante Nord del Pizzo Regina .
16- Eccoci in prossimità della croce di cima al Pizzo Tre Vescovi.
17- 18- Arriva la nebbia ma per fortuna il forte vento la spazza in breve.
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19 – 20- 21- 22- Ed ecco la croce di cima nel suo splendore invernale vista dal tutti i lati, glassata dalla galaverna.
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23 – 24- Discesa dal versante Est del Pizzo Tre Vescovi con il maestoso Pizzo Regina (M. Priora) di lato.
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25- La traversata sopra alla Pescolla
26- Il versante Est del Monte Acuto con il suo grande profilo umano.
27- Infine scendiamo alla strada , a destra Cima Bassete, al centro Cima Acquario e sullo fondo la parete Nord del Monte Acuto.



MONTE ACUTO – PIZZO TRE VESCOVI Per le creste Nord-est.

Salita classica, con Davide e Virginia, dalla Pintura di Bolognola per Forcella Bassete quindi dalla Cima Bassete per cresta Est nella zona denominata Acquario quindi alla cima di Monte Acuto e successivamente al Pizzo Tre Vescovi per scendere al Rifugio del Fargno per la diretta cresta Ovest meno frequentata per la sua ripidezza. Ritorno alla Pintura per la strada del Fargno ancora chiusa al traffico veicolare.

Lungo la strada del ritorno che collega il Rifugio del Fargno alla Pintura di Bolognola c’è la possibilità di effettuare interessanti osservazioni naturalistiche, in particolare nel primo tratto di bosco sottostrada, dove sono presenti grandi e particolari Faggi.

Il 10 aprile, in occasione della medesima salita in versione invernale, avevo indicato al “segnalatore seriale” delle cime dei Monti Sibillini che mancava sulla solita pietra di cima, il nome e la quota del Monte Acuto scritte con un semplice pennarello.

Ho visto con soddisfazione che tale impegno è stato compiuto ma vorrei segnalare che, forse dalla stessa mano, sono state segnalate due cime con NOMI NON RIPORTATI IN ALCUNA GUIDA O CARTINA DEI MONTI SIBILLINI per cui sono tenuto a pensare che sono stati attribuiti IMPROPRIAMENTE nomi di fantasia senza nessun riferimento storico o toponomastico o perlomeno è quello che risulta a me.

Invito pertanto chi di dovere o chi ha segnalato impropriamente le due cime, riportate nelle immagini n.15 e 16 che seguono, a rimuovere tali nomi di fantasia oppure a documentare la veridicità delle sue affermazioni.

Nel mio sito è indicato anche l’indirizzo mail per ricevere eventuali commenti.

Di seguito le immagini della salita.

1- La cresta che da Forcella Bassete sale verso la Cima omonima quindi prosegue verso il Monte Acuto e, dietro, al Pizzo Tre Vescovi,
2- Sosta sulla cima della zona denominata “Acquario”, a picco sulla sottostante strada del Fargno.
3- La cresta Est del Monte Acuto.
4- La aerea cresta già percorsa che sale da Cima Bassete, sullo sfondo il Monte Castel Manardo.
5- Un Camoscio solitario ci ha seguito per tutta la cresta fino alla base del Monte Acuto.
6- Il caratteristico scoglio con il “naso” sulla prima parte della cresta Est del Monte Acuto.
7- La cima del torrione della foto n.6.
8- Il Pizzo Regina a sinistra ed il Pizzo Berro a destra visti dalla cima del Monte Acuto.
9- Il Monte Rotondo con la ripidissima cresta Nord del Monte Acuto in primo piano.
10- LInaria purpurea colora la cima del Monte Acuto.
11- In Cima alla strettissima cima del Monte Acuto, a destra il Pizzo Tre Vescovi, a destra il Pizzo Berro.
12- Finalmente anche a Monte Acuto la pietra riportante il nome e quota della cima.
13- Discesi da Monte Acuto si prosegue per il Pizzo Tre Vescovi.
14- Anche al Pizzo Tre Vescovi l’immancabile pietra riportante il nome e quota della cima.
15- L’inesistente Pizzo Pae segnato tra Cima di Vallinfante e Cima Cannafusto.
16- L’inesistente Cima Felix segnata tra il Monte Vettore ed il Monte Torrone riportata invece sulle carte come Antecima Nord del M.Vettore.
17- Il Monte Bove Nord visto dal Pizzo Tre Vescovi.
18- Il curioso torrione di roccia che caratterizza la ripida, ma per fortuna poco conosciuta, cresta Ovest del Pizzo Tre Vescovi da cui siamo scesi, sullo sfondo il Monte Rotondo.
19- Il poggio erboso posto poco sopra il Rifugio del Fargno con il Monte Rotondo di fronte.
20- Brassica gravinae, endemismo dell’Appennino, vegeta direttamente sulla carreggiata della strada del Fargno
21- Le pareti della strada tappezzate di Trifolium thalii in piena fioritura.
22- Trifolium thalii
23- Chenopodium bonus-henricus sul bordo della strada, in altre parole lo spinacio selvatico detto anche Olabri, Orapi o Olibri, ottima pianta commestibile.
24- Frutti di Pulsatilla alpina subsp. millefoliata dai candidi fiori bianchi primaverili.
25- Una Sfinge colibri (Macroglossum stellatarum) si ciba in volo con la sua lunga spiritromba dai fiori della Brassica gravinae.
26- Rosa pendulina.
27- Rosa canina spp.
28 – 29 – Dactylorizha sambucina, orchidea a fiori gialli e rossi, una particolarità di questa pianta.
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30- Verbascum longifolium.
31- Vecchio faggio appoggiato su due giovani faggi cresciuti alla sua base, particolarità sconosciuta del primo tratto di bosco sotto alla strada del ritorno che collega il Rifugio del Fargno alla Pintura di Bolognola..
32- Veduta dal basso dei tre faggi della foto n.31
33- Grande Faggio cresciuto però senza l’adeguato sostegno del faggio delle foto n. 31 e 32.
34- Grandi Faggi “gemelli” nello stesso tratto di bosco.
35- Fomes fomentarius, fungo legnoso su vecchio tronco di Faggio.
36- Controluce di due galle su foglia di Faggio.
37- Rosalia alpina su un vecchio tronco di Faggio
38- 39 – 40- Parnassius apollo sui cardi nel versante Est del Pizzo Tre Vescovi
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41 – Verme filiforme della classe Nematomorpha alla Fonte Bassete
42- Verme filiforme e sanguisuga nella vasca di abbeveramento per le pecore alla Fonte Bassete



FOSSO LA FOCE o Cengia dei Fiumarelli

La traversata mediana del Fosso La Foce, nominato anche erroneamente, Cengia dei Fiumarelli che in realtà è una traversata più in quota, entrambe descritte a pagina 42 del mio libro I MIEI MONTI SIBILLINI, ogni tanto la ripercorro per la sua bellezza mozzafiato.

Questa volta ho effettuato la traversata con i miei amici Monica, Virginia new entry nel nostro gruppo, Davide e Stefano, l’unico che l’aveva già percorsa.

Di seguito le incredibili immagini dell’itinerario che percorre in quota tutte le pieghe del versante Ovest del Monte Rotondo.

1 – 2 I primi torrioni del fosso dopo i prati di Casali.
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3- Il primo sperone del ramo destro orografico
4- Il ripido imbuto del ramo destro secco, ha portato acqua fino a 10 anni fa poi si è asciugato.
5- Di fronte la dolomitica parete Nord del Monte Bove Nord con l’intaglio nel bosco prodotto dalle frane causate dal terremoto del 2016.
6- La finestra che si affaccia sul ramo sinistro molto più articolato e portante acqua.
7 – 8 – Il ramo sinistro visto dalla finestra.
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9- In basso si nota il tracciato del sentierino che attraversa il ramo sinistro del Fosso della Foce.
10- Il ramo sinistro con le due cascate che confluiscono proprio dove passa il tracciato, la seconda si scopre solo quando si è sotto.
11- Lo sperone centrale che divide il ramo sinistro in due ulteriori rami formanti cascate distinte (Ph. Monica Capretti)
12- 13 – L’interno del ramo sinistro (Ph. Monica Capretti) .
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14 – 15- Il tratto di traversata più esposto prima di raggiungere le due cascate.
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16 – 17- La prima cascata che si vede solo quando si è sotto, con regime idrico maggiore anche se non più come tanti anni fa.
17 (Ph. Virginia)
18- La seconda cascata ridotta ormai ad una parete stillicidiosa.
19 – 20- Tutte e due le cascate del ramo sinistro.
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21- La finestra delle foto n.6-7-8-9.
22- La parte inferiore del Fosso La Foce vista dallo sperone sinistro, in basso la grande cascata alta più di 70 metri.
24- Io, Stefano e Davide sopra allo sperone sinistro, alle spalle la parete Nord del Monte Bove Nord martoriata dalle frane prodotte dal terremoto del 2016..
25 – 26- La strada che da Casali conduce alle Sorgenti del Torrente Ussita, oggetto di recente ripristino e interventi di messa in sicurezza posto-sisma l’hanno inspiegabilmente trasformata in una “superstrada” a due e tre corsie eppure è chiusa al traffico veicolare pubblico, non è una valle particolarmente frequentata da turisti o escursionisti come ad esempio l’Infernaccio, d’estate è pochissimo frequentata, d’inverno è coperta di neve e l’unico sito importante sono alcune captazioni di acquedotti che non necessitano di continui interventi, ci vengono spontanee alcune domande : chi ci dovrà circolare, quanti e con che mezzi ? Carriarmati, TIR, Bus di linea ? Non sarà stato fatto un intervento un po’ esagerato che ha portato inevitabilmente anche al taglio di diversi alberi e piante nelle scarpate?



GIRO IN VALLE ORTECCIA da Passo Cattivo.

Escursione classica con partenza dalla strada del Cornaccione fino al Passo Cattivo, siamo scesi al laghetto de Le Fosse ancora gelato per poi, aggirando la cresta rocciosa che separa Le Fosse da Valle Orteccia, proseguire in Valle Orteccia per andare ad esplorare un canalino nascosto nel versante Ovest di Cima Cannafusto, possibile oggetto di salita invernale su ghiaccio.

Nel bosco di Valle Orteccia abbiamo fatto interessanti scoperte quali dei grandi faggi secolari e delle vecchie carbonaie.

Al ritorno, a causa del forte vento che si era levato, abbiamo preferito non percorrere tutta la Valle Orteccia per salire fino a Cima di Vallinfante e percorrere la cresta fino al Passo Cattivo ma siamo risaliti da Le Fosse per il Passo Cattivo per riprendere la strada del ritorno.

1- Nonostante le centinaia di volte che sono passato sulla strada che conduce dal parcheggio de Le Saliere fino al Passo Cattivo non avevo mai notato questa strana forma nelle rocce del fondo stradale, un buco con dei solchi a raggiera, un piccolo impatto meteoritico o una più probabile esplosione di una mina usata per aprire la strada?
2- Nel bordo della strada strati di roccia di diversi colori.
3- L’edicola di Passo Cattivo
4- Discesa verso Le Fosse, di fronte il versante Ovest di Cima Cannafusto dove si apre un canalino nascosto oggetto della nostra esplorazione.
5- Il Pizzo Berro ed il Pizzo Regina visti dalla strada che scende da Passo Cattivo verso Capotenna.
6- Le Fosse
7- Fioritura di Crochi a Le Fosse.
8- Discesa veloce su neve ammorbidita.
9 – 10- Il laghetto de Le Fosse (ph. Monica Capretti) .
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11- Da Le Fosse aggiriamo la cresta rocciosa per dirigerci verso la Valle Orteccia.
12 – 13- Il bosco sinistro orografico di Valle Orteccia con i faggi piegati dal peso della neve.
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14- Il grande vecchio Faggio di Valle Orteccia., un monumento della natura.
15- L’eredità del grande Faggio continua, dalle sue radici un “piccolo” faggio cresce.
16- Un altro grande faggio di cui metà caduto a terra nel bosco di Valle Orteccia.
17- Nella faggeta abbiamo ritrovato ben tre piattaforme di antiche carbonaie con ancora residui di carbone sul terreno.
18- Grande faggio abbattuto da una frana prodotta nella cresta sovrastante dal terremoto del 2016.
19- Un vecchio nido fatto con dei licheni che crescono sui rami.
20- Il Pizzo Berro emerge dal bosco di Valle Orteccia.
21- Dal bosco ci dirigiamo nel versante Ovest di Cima Cannafusto per poter esplorare un canalino nascosto possibile oggetto di salita invernale.
22- La grande frana di Valle Orteccia staccata dal versante Nord di Cima di Passo Cattivo.
23- Il versante Ovest di Cima Cannafusto che nasconde un interessante canalino roccioso poso visibile.
24- Il canalino roccioso esplorato, ritorneremo d’inverno per salirlo con ghiaccio.
25- Ritorniamo verso Valle Orteccia (ph. Monica Capretti) .
26- Il bosco sinistro orografico di Valle Orteccia che abbiamo attraversato, posto sotto alla cresta rocciosa che divide la Valle dalla zona denominata Le Fosse.
27- Proseguiamo nella valle.
28- E giungiamo sotto alla grande frana prodotta dal terremoto del 2016 che avevamo già visitato qualche anno fa (vedi Reportage post terremoto).
29- Quindi, a causa del forte vento che si è levato, non percorriamo la valle fino alla cima di Vallinfante per proseguire per cresta fino a Passo Cattivo ma ritorniamo al Passo Cattivo scavalcando la cresta de Le Fosse passando per la piccola grotticella di Valle Orteccia.
30- Lobaria pulmonata, grande e raro lichene che cresce nei tronchi di vecchi Faggi.
31- Puledrini appena nati sulla strada del ritorno.



IL LAGHETTO DI MONTE PALAZZO BORGHESE

1 Maggio 2021, visita al Laghetto di Monte Palazzo Borghese da Foce per Il Canale per osservare il livello idrico .

Quest’anno lo scioglimento delle relativamente abbondanti precipitazioni nevose ha già riempito la conca dove si forma il laghetto temporaneo garantendo lo sviluppo del Chirocefalo della Sibilla, specie di crostaceo Endemica dei Monti Sibillini insieme al cugino più conosciuto Chirocefalo del Marchesoni che vive nelle acque del Lago di Pilato.

L’anno scorso la scarsità delle precipitazioni nevose non erano riuscite a far formare il laghetto.

Di seguito le immagini dell’escursione, anche se non ottime per la giornata con cielo velato che poi si è trasformato in copertura nuvolosa con pioggia al pomeriggio

1- La parete Est del Sasso di Palazzo Borghese vista dal “Canale” a monte di Foce.
2 – 3 Il Laghetto ancora parzialmente gelato
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4- La parete Est del Sasso di Palazzo Borghese incombe sulla conca del Laghetto.
5- Al mio arrivo, poco prima delle 9, ero da solo.
6- Verso le 10 il primo arrivo.

6 – 11 – Immagini del Laghetto da diversi punti di vista:

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12- Il Laghetto con il Monte Sibilla sullo sfondo.
13 – 14- – 15- Fioritura di Crochi nei prati della meravigliosa conca del Laghetto.
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16- Scilla bifolia in fioritura.
17- Lo scoglio a sinistra della parete Est di Sasso di Palazzo Borghese.
18- Riflessi sul Laghetto.
19- Roditori subacquei hanno scavato anche sotto l’acqua……. come avranno fatto senza affogare
20- Una scilla emerge dall’acqua del Laghetto, di lato una ha fiorito anche sottacqua.
21- Salita verso la base della parete di Sasso di Palazzo Borghese
22- Il Laghetto visto dalla base della parete.
23- Le mie orme durante la salita verso la parete.
24- La parete ed il canale Est oggetto di nostra salita già riportata nel sito.
25 – 26- Grandi massi staccati dal terremoto del 2016 continuano a cadere dalla parete
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27- Masso caduto in tempi immemorabili è stato circondato da arbusti.
28- Aperitivo delle ore 12 al Laghetto con 15 persone.
29 – 30- Bolle di aria o gas ? salgono di continuo dal fondo del Laghetto nella parte verso valle.
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31- Poi dopo le 12 il tempo cambia repentinamente e si leva un forte vento.



MONTE ACUTO Salita classica per la cresta Est.

Salita dalla Pintura di Bolognola in una giornata lavorativa in cui ho incontrato un solo altro appassionato di montagna ma caratterizzato da primo strano incontro sulla strada del Fargno, all’altezza del primo bosco, 50 metri sotto la strada, in un tratto di bosco tagliato da diverso tempo e ancora con grandi tronchi a terra, i resti di un scooter senza manubrio ne motore di colore azzurro visibilissimo mi salta subito agli occhi e mi pongo una serie di domande:

1- Perché hanno abbandonato i resti di uno scooter in quel posto?

2- Lo hanno portato li con il motore e poi lo hanno smontato e portato via (ipotesi meno probabile in quanto la più faticosa) ?

3- Lo hanno portato li già smontato (ipotesi più probabile in quanto la meno faticosa) ?

4- Perché chi ha tagliato il bosco non ha portato via i grandi tronchi, visibili nella foto, che si stanno già decomponendo, dopo tutta la fatica che ha fatto per tagliarli ?

5- Le vedo solo io certe cose? E perché chi vigila non le vede ?

6-Perché la gente fa certe stupidaggini ?

Ma ormai in questi ultimi anni in montagna ne sto vedendo di tutti i colori e non mi stupisce più niente, alcuni anni fa trovammo perfino i resti di due auto nel vallone sotto a Forca di Presta.

Inoltre vorrei sollecitare il “segnalatore seriale” delle cime dei Monti Sibillini a riportare, sulla solita pietra di cima, il nome e la quota del Monte Acuto con il solito pennarello in quanto ancora mancante e soprattutto perché ormai, in mancanza di meglio, è diventata una caratteristica dei Monti Sibillini e forse unica al mondo !!!!.

1- La carrozzeria dello scooter tra i tronchi tagliati e lasciati li da diverso tempo nel bosco sotto la strada.
2- Lo scooter e in alto il bordo della strada sovrastante che collega la Pintura di Bolognola al Rifugio del Fargno.
3- Il Monte Acuto e il Pizzo Tre Vescovi visti da Forcella Bassete.
4- Avvicinamento alla cresta Est del Monte Acuto con il suo grande profilo umano che guarda verso Nord.
5- La cresta del Monte Acuto che scende verso Forcella Bassete e prosegue verso il Monte Castel Manardo.
6- Il primo tratto di cresta del Monte Acuto con la caratteristica roccia sporgente, denominata “il naso”.
7- La parete Nord del Monte Acuto con tracce di salitori e il Monte Rotondo sullo sfondo.
8- La cima del Monte Acuto con il cumulo di sassi ma senza la consueta scritta con il pennarello del nome e quota della cima, forse il “segnalatore seriale” delle cime dei Sibillini non è mai giunto in questa cima.
9- Il Pizzo Regina a sinistra ed il Pizzo Berro a destra.
10 – 11- Neve modellata dal vento nel versante Nord del Pizzo Regina.
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12 – 13- Neve modellata dal vento nei pressi della cima del Pizzo Tre Vescovi.
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14- L’inviolata parete Nord dell’anticima di Pizzo Berro, solo le creste a destra (salita classica) e sinistra (salita descritta nel mio sito) sono state salite ma il centro della parete ancora no.
15- Il Pizzo Tre Vescovi visto dalla cima del Monte Acuto
16- La cresta della ripida zona denominata “Acquario” con innevamento solo nel versante Nord.
17- Verso mezzogiorno si leva un forte vento che anticipa il maltempo che arriverà il giorno dopo, sopra le cime (Pizzo Regina) si formano le caratteristiche nubi denominate “banderuole”.
18- La cresta Est del Monte Acuto con il profilo umano ancora più
visibile e tratti di scivolosissimo “falasco” in primo piano pressato dalla neve.
19- Scendendo arrivano le “banderuole” anche sopra Monte Acuto.
20- Luci ed ombre nella faggeta sulla strada del ritorno.
21- Tracce di roditori che girovagano intorno ai faggi
22- E finalmente ne scovo uno tra le radici di un faggio.
23 – 24- Residui di blocchi di slavine cadute circa un mese prima sulla strada.
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25 -Il blocco della foto n.24 fotografato ai primi di marzo.
26- I blocchi caduti un mese fa.
27- Tracce di cinghiali riempite dalle foglie secche.



MONTE VETTORE ed il nuovo Rifugio Zilioli.

Il 22 Febbraio 2021, in giorno lavorativo per evitare affollamenti, con Monica e Davide siamo saliti da Forca di Presta al Monte Vettore principalmente per andare a vedere il nuovo Rifugio Zilioli installato nell’autunno del 2020 in quanto ancora non avevamo avuto occasione di visitarlo. Salita effettuata in condizioni praticamente primaverili, con foschia nelle vallate, poca neve marcia e caldo anche in quota. Di seguito le immagini della salita.

1- Il tratto prima della Croce Zilioli, di fronte il M. Vettoretto
2- Il tratto prima della croce Zilioli.
3- La Valle Santa con il Pino Grande praticamente sgombro di neve.
4- Il pianoro del M. Vettoretto pieno di orme, sullo sfondo il Rifugio Zilioli ed il Monte Vettore.
5- Per camminare meglio saliamo nel pendio sopra al sentiero trasformato in un fosso.
6 – 7 – Il tratto nevoso prima del rifugio trasformato in un fosso dalla marea di escursionisti che anche d’inverno salgono al Monte Vettore.
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8- La cresta della Punta di Prato Pulito vista dalla Forca delle Ciaole.
9- Da sinistra la Cima del Lago, la Cima del Redentore ed il Pizzo del Diavolo.
10- Il versante Est del Pizzo del Diavolo.
11- La cima del Monte Vettore da Forca delle Ciaole.
12 – Il nuovo moderno Rifugio Zilioli alla Forca delle Ciaole.
13 – Il nuovo Rifugio Zilioli e la cima del Monte Vettore sulla sinistra..
14 – Il nuovo Rifugio Zilioli con la Punta di Prato Pulito e la Cima del Lago sulla destra.
15- Il bivacco di emergenza laterale sempre aperto con la necessaria pala per togliere la neve dalla porta, sperando che non rimane sommersa anch’essa.

FOTO STORICHE :

16- Il Rifugio Zilioli nel Giugno 1972 (Ph. Giorgio Micarelli)
17- Il Rifugio Zilioli nel Febbraio 2019 , – 21°C.



MONTE VALVASSETO E MACCHIA TONDA

Il 15 febbraio 2021 abbiamo raggiunto la Pintura di Bolognola quindi ci siamo diretti verso il Monte Valvasseto soprastante e successivamente alla faggeta di Macchia Tonda che avevo già descritto in una escursione il 4 Novembre 2020.

Questa volta siamo andati a vedere e soprattutto a fotografare il meraviglioso spettacolo che aveva formato la neve fresca caduta fino al giorno prima in presenza di una fitta nebbia che aveva rivestito gli alberi di galaverna.

La Galaverna è uno spettacolo effimero della natura dura pochi giorni, delle volte poche ore per cui bisogna approfittare.

Ho visto delle immagini dello stesso luogo il giorno dopo e già la glassatura degli alberi era cambiata e in parte caduta a causa del vento e del sole.

Di seguito le immagini, ormai da qualche anno più uniche che rare, della splendida giornata

MONTE VALVASSETO

(Ph. Monica Capretti)
(Ph. Monica Capretti)
(Ph. Monica Capretti)
Sullo sfondo il Monte Rotondo
A sinistra il Monte Acuto e a destra il Monte Rotondo
Il Monte Rotondo emerge dai rami.
Al primo sole le prime cadute di galaverna
Sullo sfondo il Monte Acuto ed il Pizzo Tre Vescovi

LA FAGGETA DI MACCHIA TONDA ED IL GRANDE FAGGIO SECOLARE

Il grande Faggio di Macchia Tonda