FOSSO LA FOCE o Cengia dei Fiumarelli

La traversata mediana del Fosso La Foce, nominato anche erroneamente, Cengia dei Fiumarelli che in realtà è una traversata più in quota, entrambe descritte a pagina 42 del mio libro I MIEI MONTI SIBILLINI, ogni tanto la ripercorro per la sua bellezza mozzafiato.

Questa volta ho effettuato la traversata con i miei amici Monica, Virginia new entry nel nostro gruppo, Davide e Stefano, l’unico che l’aveva già percorsa.

Di seguito le incredibili immagini dell’itinerario che percorre in quota tutte le pieghe del versante Ovest del Monte Rotondo.

1 – 2 I primi torrioni del fosso dopo i prati di Casali.
2
3- Il primo sperone del ramo destro orografico
4- Il ripido imbuto del ramo destro secco, ha portato acqua fino a 10 anni fa poi si è asciugato.
5- Di fronte la dolomitica parete Nord del Monte Bove Nord con l’intaglio nel bosco prodotto dalle frane causate dal terremoto del 2016.
6- La finestra che si affaccia sul ramo sinistro molto più articolato e portante acqua.
7 – 8 – Il ramo sinistro visto dalla finestra.
8
9- In basso si nota il tracciato del sentierino che attraversa il ramo sinistro del Fosso della Foce.
10- Il ramo sinistro con le due cascate che confluiscono proprio dove passa il tracciato, la seconda si scopre solo quando si è sotto.
11- Lo sperone centrale che divide il ramo sinistro in due ulteriori rami formanti cascate distinte (Ph. Monica Capretti)
12- 13 – L’interno del ramo sinistro (Ph. Monica Capretti) .
13
14 – 15- Il tratto di traversata più esposto prima di raggiungere le due cascate.
15
16 – 17- La prima cascata che si vede solo quando si è sotto, con regime idrico maggiore anche se non più come tanti anni fa.
17 (Ph. Virginia)
18- La seconda cascata ridotta ormai ad una parete stillicidiosa.
19 – 20- Tutte e due le cascate del ramo sinistro.
20
21- La finestra delle foto n.6-7-8-9.
22- La parte inferiore del Fosso La Foce vista dallo sperone sinistro, in basso la grande cascata alta più di 70 metri.
24- Io, Stefano e Davide sopra allo sperone sinistro, alle spalle la parete Nord del Monte Bove Nord martoriata dalle frane prodotte dal terremoto del 2016..
25 – 26- La strada che da Casali conduce alle Sorgenti del Torrente Ussita, oggetto di recente ripristino e interventi di messa in sicurezza posto-sisma l’hanno inspiegabilmente trasformata in una “superstrada” a due e tre corsie eppure è chiusa al traffico veicolare pubblico, non è una valle particolarmente frequentata da turisti o escursionisti come ad esempio l’Infernaccio, d’estate è pochissimo frequentata, d’inverno è coperta di neve e l’unico sito importante sono alcune captazioni di acquedotti che non necessitano di continui interventi, ci vengono spontanee alcune domande : chi ci dovrà circolare, quanti e con che mezzi ? Carriarmati, TIR, Bus di linea ? Non sarà stato fatto un intervento un po’ esagerato che ha portato inevitabilmente anche al taglio di diversi alberi e piante nelle scarpate?



GIRO IN VALLE ORTECCIA da Passo Cattivo.

Escursione classica con partenza dalla strada del Cornaccione fino al Passo Cattivo, siamo scesi al laghetto de Le Fosse ancora gelato per poi, aggirando la cresta rocciosa che separa Le Fosse da Valle Orteccia, proseguire in Valle Orteccia per andare ad esplorare un canalino nascosto nel versante Ovest di Cima Cannafusto, possibile oggetto di salita invernale su ghiaccio.

Nel bosco di Valle Orteccia abbiamo fatto interessanti scoperte quali dei grandi faggi secolari e delle vecchie carbonaie.

Al ritorno, a causa del forte vento che si era levato, abbiamo preferito non percorrere tutta la Valle Orteccia per salire fino a Cima di Vallinfante e percorrere la cresta fino al Passo Cattivo ma siamo risaliti da Le Fosse per il Passo Cattivo per riprendere la strada del ritorno.

1- Nonostante le centinaia di volte che sono passato sulla strada che conduce dal parcheggio de Le Saliere fino al Passo Cattivo non avevo mai notato questa strana forma nelle rocce del fondo stradale, un buco con dei solchi a raggiera, un piccolo impatto meteoritico o una più probabile esplosione di una mina usata per aprire la strada?
2- Nel bordo della strada strati di roccia di diversi colori.
3- L’edicola di Passo Cattivo
4- Discesa verso Le Fosse, di fronte il versante Ovest di Cima Cannafusto dove si apre un canalino nascosto oggetto della nostra esplorazione.
5- Il Pizzo Berro ed il Pizzo Regina visti dalla strada che scende da Passo Cattivo verso Capotenna.
6- Le Fosse
7- Fioritura di Crochi a Le Fosse.
8- Discesa veloce su neve ammorbidita.
9 – 10- Il laghetto de Le Fosse (ph. Monica Capretti) .
10
11- Da Le Fosse aggiriamo la cresta rocciosa per dirigerci verso la Valle Orteccia.
12 – 13- Il bosco sinistro orografico di Valle Orteccia con i faggi piegati dal peso della neve.
13
14- Il grande vecchio Faggio di Valle Orteccia., un monumento della natura.
15- L’eredità del grande Faggio continua, dalle sue radici un “piccolo” faggio cresce.
16- Un altro grande faggio di cui metà caduto a terra nel bosco di Valle Orteccia.
17- Nella faggeta abbiamo ritrovato ben tre piattaforme di antiche carbonaie con ancora residui di carbone sul terreno.
18- Grande faggio abbattuto da una frana prodotta nella cresta sovrastante dal terremoto del 2016.
19- Un vecchio nido fatto con dei licheni che crescono sui rami.
20- Il Pizzo Berro emerge dal bosco di Valle Orteccia.
21- Dal bosco ci dirigiamo nel versante Ovest di Cima Cannafusto per poter esplorare un canalino nascosto possibile oggetto di salita invernale.
22- La grande frana di Valle Orteccia staccata dal versante Nord di Cima di Passo Cattivo.
23- Il versante Ovest di Cima Cannafusto che nasconde un interessante canalino roccioso poso visibile.
24- Il canalino roccioso esplorato, ritorneremo d’inverno per salirlo con ghiaccio.
25- Ritorniamo verso Valle Orteccia (ph. Monica Capretti) .
26- Il bosco sinistro orografico di Valle Orteccia che abbiamo attraversato, posto sotto alla cresta rocciosa che divide la Valle dalla zona denominata Le Fosse.
27- Proseguiamo nella valle.
28- E giungiamo sotto alla grande frana prodotta dal terremoto del 2016 che avevamo già visitato qualche anno fa (vedi Reportage post terremoto).
29- Quindi, a causa del forte vento che si è levato, non percorriamo la valle fino alla cima di Vallinfante per proseguire per cresta fino a Passo Cattivo ma ritorniamo al Passo Cattivo scavalcando la cresta de Le Fosse passando per la piccola grotticella di Valle Orteccia.
30- Lobaria pulmonata, grande e raro lichene che cresce nei tronchi di vecchi Faggi.
31- Puledrini appena nati sulla strada del ritorno.



IL LAGHETTO DI MONTE PALAZZO BORGHESE

1 Maggio 2021, visita al Laghetto di Monte Palazzo Borghese da Foce per Il Canale per osservare il livello idrico .

Quest’anno lo scioglimento delle relativamente abbondanti precipitazioni nevose ha già riempito la conca dove si forma il laghetto temporaneo garantendo lo sviluppo del Chirocefalo della Sibilla, specie di crostaceo Endemica dei Monti Sibillini insieme al cugino più conosciuto Chirocefalo del Marchesoni che vive nelle acque del Lago di Pilato.

L’anno scorso la scarsità delle precipitazioni nevose non erano riuscite a far formare il laghetto.

Di seguito le immagini dell’escursione, anche se non ottime per la giornata con cielo velato che poi si è trasformato in copertura nuvolosa con pioggia al pomeriggio

1- La parete Est del Sasso di Palazzo Borghese vista dal “Canale” a monte di Foce.
2 – 3 Il Laghetto ancora parzialmente gelato
3
4- La parete Est del Sasso di Palazzo Borghese incombe sulla conca del Laghetto.
5- Al mio arrivo, poco prima delle 9, ero da solo.
6- Verso le 10 il primo arrivo.

6 – 11 – Immagini del Laghetto da diversi punti di vista:

7
8
9
10
11
12- Il Laghetto con il Monte Sibilla sullo sfondo.
13 – 14- – 15- Fioritura di Crochi nei prati della meravigliosa conca del Laghetto.
14
15
16- Scilla bifolia in fioritura.
17- Lo scoglio a sinistra della parete Est di Sasso di Palazzo Borghese.
18- Riflessi sul Laghetto.
19- Roditori subacquei hanno scavato anche sotto l’acqua……. come avranno fatto senza affogare
20- Una scilla emerge dall’acqua del Laghetto, di lato una ha fiorito anche sottacqua.
21- Salita verso la base della parete di Sasso di Palazzo Borghese
22- Il Laghetto visto dalla base della parete.
23- Le mie orme durante la salita verso la parete.
24- La parete ed il canale Est oggetto di nostra salita già riportata nel sito.
25 – 26- Grandi massi staccati dal terremoto del 2016 continuano a cadere dalla parete
26
27- Masso caduto in tempi immemorabili è stato circondato da arbusti.
28- Aperitivo delle ore 12 al Laghetto con 15 persone.
29 – 30- Bolle di aria o gas ? salgono di continuo dal fondo del Laghetto nella parte verso valle.
30
31- Poi dopo le 12 il tempo cambia repentinamente e si leva un forte vento.



MONTE ACUTO Salita classica per la cresta Est.

Salita dalla Pintura di Bolognola in una giornata lavorativa in cui ho incontrato un solo altro appassionato di montagna ma caratterizzato da primo strano incontro sulla strada del Fargno, all’altezza del primo bosco, 50 metri sotto la strada, in un tratto di bosco tagliato da diverso tempo e ancora con grandi tronchi a terra, i resti di un scooter senza manubrio ne motore di colore azzurro visibilissimo mi salta subito agli occhi e mi pongo una serie di domande:

1- Perché hanno abbandonato i resti di uno scooter in quel posto?

2- Lo hanno portato li con il motore e poi lo hanno smontato e portato via (ipotesi meno probabile in quanto la più faticosa) ?

3- Lo hanno portato li già smontato (ipotesi più probabile in quanto la meno faticosa) ?

4- Perché chi ha tagliato il bosco non ha portato via i grandi tronchi, visibili nella foto, che si stanno già decomponendo, dopo tutta la fatica che ha fatto per tagliarli ?

5- Le vedo solo io certe cose? E perché chi vigila non le vede ?

6-Perché la gente fa certe stupidaggini ?

Ma ormai in questi ultimi anni in montagna ne sto vedendo di tutti i colori e non mi stupisce più niente, alcuni anni fa trovammo perfino i resti di due auto nel vallone sotto a Forca di Presta.

Inoltre vorrei sollecitare il “segnalatore seriale” delle cime dei Monti Sibillini a riportare, sulla solita pietra di cima, il nome e la quota del Monte Acuto con il solito pennarello in quanto ancora mancante e soprattutto perché ormai, in mancanza di meglio, è diventata una caratteristica dei Monti Sibillini e forse unica al mondo !!!!.

1- La carrozzeria dello scooter tra i tronchi tagliati e lasciati li da diverso tempo nel bosco sotto la strada.
2- Lo scooter e in alto il bordo della strada sovrastante che collega la Pintura di Bolognola al Rifugio del Fargno.
3- Il Monte Acuto e il Pizzo Tre Vescovi visti da Forcella Bassete.
4- Avvicinamento alla cresta Est del Monte Acuto con il suo grande profilo umano che guarda verso Nord.
5- La cresta del Monte Acuto che scende verso Forcella Bassete e prosegue verso il Monte Castel Manardo.
6- Il primo tratto di cresta del Monte Acuto con la caratteristica roccia sporgente, denominata “il naso”.
7- La parete Nord del Monte Acuto con tracce di salitori e il Monte Rotondo sullo sfondo.
8- La cima del Monte Acuto con il cumulo di sassi ma senza la consueta scritta con il pennarello del nome e quota della cima, forse il “segnalatore seriale” delle cime dei Sibillini non è mai giunto in questa cima.
9- Il Pizzo Regina a sinistra ed il Pizzo Berro a destra.
10 – 11- Neve modellata dal vento nel versante Nord del Pizzo Regina.
11
12 – 13- Neve modellata dal vento nei pressi della cima del Pizzo Tre Vescovi.
13
14- L’inviolata parete Nord dell’anticima di Pizzo Berro, solo le creste a destra (salita classica) e sinistra (salita descritta nel mio sito) sono state salite ma il centro della parete ancora no.
15- Il Pizzo Tre Vescovi visto dalla cima del Monte Acuto
16- La cresta della ripida zona denominata “Acquario” con innevamento solo nel versante Nord.
17- Verso mezzogiorno si leva un forte vento che anticipa il maltempo che arriverà il giorno dopo, sopra le cime (Pizzo Regina) si formano le caratteristiche nubi denominate “banderuole”.
18- La cresta Est del Monte Acuto con il profilo umano ancora più
visibile e tratti di scivolosissimo “falasco” in primo piano pressato dalla neve.
19- Scendendo arrivano le “banderuole” anche sopra Monte Acuto.
20- Luci ed ombre nella faggeta sulla strada del ritorno.
21- Tracce di roditori che girovagano intorno ai faggi
22- E finalmente ne scovo uno tra le radici di un faggio.
23 – 24- Residui di blocchi di slavine cadute circa un mese prima sulla strada.
24
25 -Il blocco della foto n.24 fotografato ai primi di marzo.
26- I blocchi caduti un mese fa.
27- Tracce di cinghiali riempite dalle foglie secche.



MONTE VETTORE ed il nuovo Rifugio Zilioli.

Il 22 Febbraio 2021, in giorno lavorativo per evitare affollamenti, con Monica e Davide siamo saliti da Forca di Presta al Monte Vettore principalmente per andare a vedere il nuovo Rifugio Zilioli installato nell’autunno del 2020 in quanto ancora non avevamo avuto occasione di visitarlo. Salita effettuata in condizioni praticamente primaverili, con foschia nelle vallate, poca neve marcia e caldo anche in quota. Di seguito le immagini della salita.

1- Il tratto prima della Croce Zilioli, di fronte il M. Vettoretto
2- Il tratto prima della croce Zilioli.
3- La Valle Santa con il Pino Grande praticamente sgombro di neve.
4- Il pianoro del M. Vettoretto pieno di orme, sullo sfondo il Rifugio Zilioli ed il Monte Vettore.
5- Per camminare meglio saliamo nel pendio sopra al sentiero trasformato in un fosso.
6 – 7 – Il tratto nevoso prima del rifugio trasformato in un fosso dalla marea di escursionisti che anche d’inverno salgono al Monte Vettore.
7
8- La cresta della Punta di Prato Pulito vista dalla Forca delle Ciaole.
9- Da sinistra la Cima del Lago, la Cima del Redentore ed il Pizzo del Diavolo.
10- Il versante Est del Pizzo del Diavolo.
11- La cima del Monte Vettore da Forca delle Ciaole.
12 – Il nuovo moderno Rifugio Zilioli alla Forca delle Ciaole.
13 – Il nuovo Rifugio Zilioli e la cima del Monte Vettore sulla sinistra..
14 – Il nuovo Rifugio Zilioli con la Punta di Prato Pulito e la Cima del Lago sulla destra.
15- Il bivacco di emergenza laterale sempre aperto con la necessaria pala per togliere la neve dalla porta, sperando che non rimane sommersa anch’essa.

FOTO STORICHE :

16- Il Rifugio Zilioli nel Giugno 1972 (Ph. Giorgio Micarelli)
17- Il Rifugio Zilioli nel Febbraio 2019 , – 21°C.



MONTE VALVASSETO E MACCHIA TONDA

Il 15 febbraio 2021 abbiamo raggiunto la Pintura di Bolognola quindi ci siamo diretti verso il Monte Valvasseto soprastante e successivamente alla faggeta di Macchia Tonda che avevo già descritto in una escursione il 4 Novembre 2020.

Questa volta siamo andati a vedere e soprattutto a fotografare il meraviglioso spettacolo che aveva formato la neve fresca caduta fino al giorno prima in presenza di una fitta nebbia che aveva rivestito gli alberi di galaverna.

La Galaverna è uno spettacolo effimero della natura dura pochi giorni, delle volte poche ore per cui bisogna approfittare.

Ho visto delle immagini dello stesso luogo il giorno dopo e già la glassatura degli alberi era cambiata e in parte caduta a causa del vento e del sole.

Di seguito le immagini, ormai da qualche anno più uniche che rare, della splendida giornata

MONTE VALVASSETO

(Ph. Monica Capretti)
(Ph. Monica Capretti)
(Ph. Monica Capretti)
Sullo sfondo il Monte Rotondo
A sinistra il Monte Acuto e a destra il Monte Rotondo
Il Monte Rotondo emerge dai rami.
Al primo sole le prime cadute di galaverna
Sullo sfondo il Monte Acuto ed il Pizzo Tre Vescovi

LA FAGGETA DI MACCHIA TONDA ED IL GRANDE FAGGIO SECOLARE

Il grande Faggio di Macchia Tonda



MONTE LIETO per la cresta Nord dalla Forca di Gualdo.

Salita classica adatta a tutti dalla Forca di Gualdo (1496 m.) al Monte Lieto (1944 m.) per la cresta Nord passando per il rimboschimento a monte della casetta di pastori.

Di seguito le immagini della giornata.

1 – 2- La cresta Nord di Monte Lieto con il primo tratto di rimboschimento vista dalla stazione di rilevamento sismico a monte della casetta di pastori.
2- (Ph. Monica Capretti)
3- Nuvole arcobalenanti verso il Monte Cardosa.
4 – 5 – Neve fresca all’interno del rimboschimento
5
6 – Finalmente usciti dl bosco iniziamo a trovare neve più consistente, alle spalle il Monte Porche.
7- La Cima del Redentore ed il Pian Perduto
8 – 9- Gli ultimi larici isolati prima della cresta.
9
10- Finalmente neve ottima sulla cresta, sullo sfondo il Monte Bove Sud ed il Monte Bicco.
11- Il Pian Falcone visto dalla cresta.
12 – 13- Il tratto più ripido della cresta Nord, alle spalle la Forca di Gualdo con la Madonna della Cona dove si dividono le strade per il Monte Prata (sopra) e per Castelluccio (sotto).
13
14 – 15- Verso la cima (Ph. Monica Capretti)
15
16- Il Pian Perduto, il Monte Argentella e la Cima del Redentore visti dalla cima di Monte Lieto.
17- La cresta che scende dal Monte Lieto al Pian Falcone e la valletta di Valloprare sottostante.
18- In cima al Monte Lieto.
19- Il versante Ovest del Monte Porche (a sinistra) ed il Monte Palazzo Borghese (a destra).
20- I canali Ovest della cima di Forca Viola e del Quarto San Lorenzo
21- Castelluccio ed io Piano Grande con la strada per Forca di Presta.
22- La Cima del Redentore vista dal Monte Lieto.
23- Veduta verso Nord con Camerino che emerge al centro della vallata a sinistra del Monte Careschio ed il Monte San Vicino a destra sullo sfondo.
24- Veduta aerea del Pian Perduto e della conca del San Lorenzo.
25- la cima del Monte Lieto.
26- Strane tracce lasciate da porzioni di neve scivolate a valle dopo il nostro passaggio.
27 – 28 – 29-La Cima del Redentore in tempi diversi con diverse illuminazioni.
28
29
30- Zoom sullo scoglio dell’Aquila glassato da Alpine ice.

Castelluccio non è solo fioritura estiva ma anche d’inverno regala immagini sensazionali in bianco e nero naturale.




VALLE DI RIO SACRO e IMBUTO DEL MONTE CACAMILLO

Tra Lookdown, neve fresca e vento forte, non siamo riusciti a fare delle uscite in quota ma ci siamo limitati a fare qualche giro classico in vallate riparate.

La prima escursione si è svolta nella Valle di Rio sacro dove abbiamo percorso con le ciaspole tutta la valle e visitato la zona dei Cascinali con i ruderi della vecchia Badia di Rio Sacro e la Grotta dello Scortico.

Vorrei sottolineare che, come anche indicato nel mio libro IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI, i Cascinali sono delle piccole costruzioni che costituiscono un villaggio realizzato ed usato anticamente d’estate dai pastori di Acquacanina e non è l’unico nel suo genere perché un villaggio simile fu realizzato anche a Prato Porfidia nella Valle dell’Ambro.

Altri colleghi indicano invece erroneamente, nella bibliografia ufficiale, che il villaggio di pastori di Prato Porfidi è l’unico del suo genere dei Monti Sibillini.

La seconda escursione si è svolta nella parte mediana del Monte Cacamillo dove, dalla Centrale idroelettrica di Bolognola, siamo saliti per un comodo sentiero a tornanti poco conosciuto che costeggia la condotta forzata fino al canale di alimentazione della centrale (Casetta Piemà) e all’imbuto del versante Nord del Monte, denominato localmente “Buggero” ad osservare il grande accumulo di neve che si è formato a causa delle numerose slavine distaccate dal rialzo delle temperature provocato dal forte vento.

La terza escursione l’ho effettuata dopo diversi mesi, a Maggio per osservare la trasformazione che subisce con il tempo l’accumulo di neve nell’imbuto Nord del Monte Cacamillo visitato tra un Lookdown e l’altro.

RIO SACRO (Si veda anche il reportage fatto nella primavera del 2020)

1- La Grotta dello Scortico con il grande muro a secco di cinta.
2- Foto di gruppo davanti alla Grotta dello Scortico
3- Finalmente si è riformata la sorgente dentro alla grotta, erano anni che era asciutta.
4- E anche la sorgente situata all’esterno della grotta, nei pressi del suo ingresso.
5- L’ingresso della grotta posto di lato al grande muro a secco di cinta esterno costruito nei secoli dai pastori che frequentavano la grotta.
6 – 7- Senza le sterpaglie che crescono d’estate abbiamo anche ritrovato due cascinali ancora integri.
7
8- I ruderi di un cascinale sopra al poggio costruito sui ruderi della millenaria Badia di Rio Sacro.
9- La porta del cascinale della foto n.8, liberato dai rovi, reca ancora, a sinistra, il ricordo della chiesa di Rio Sacro.
10- La parte più stretta della Valle di Rio Sacro, poco dopo i Cascinali.
11- In alto il caratteristico scoglio denominato La Balza dell’Aquila.
12- Lo slargo del tratto finale della strada di fondovalle prima della deviazione per il Poggiolo ed il Casale Gasparri.

IMBUTO DI MONTE CACAMILLO DALLA CENTRALE DI BOLOGNOLA

1- La centrale idroelettrica di Bolognola e la condotta forzata, al lato sinistro sale il sentiero per Buggero.
2- Il sentiero oltre la Centrale.
3- Il primo tratto gelato del canale di alimentazione della centrale.
4- Il tratto mediano del canale più assolato e libero dal ghiaccio
5- L’ultimo tratto scoperto di canale, oltre questo punto passa sotto terra.
6- Prime slavine nel canale del versante Nord di Monte Cacamillo.
7- Ramarro (Lacerta viridis) congelato
8 – 9- L’imbuto di Buggero con un enorme accumulo di oltre 30 metri di neve.
9
10- Anche la cascata di oltre 20 metri che si trova proprio dentro all’imbuto è coperta dalle slavine, erano diversi anni che non si vedeva un accumulo simile.
11- Alcune delle slavine che si sono staccate dal versante Nord di Monte Cacamillo.
12- Il Monte Coglia, versante del Rio Sacro, visto dal canale della centrale.

Sono ritornato nell’imbuto del Monte Cacamillo (Buggero) nel mese di Maggio a vedere lo strano fenomeno di trasformazione che subisce il nevaio con il tempo dove emerge lentamente in superficie tutta l’erba, foglie, rami e tronchi, aventi meno densità della neve compatta, trascinati d’inverno, dalle numerose slavine fino a ricoprire totalmente l’accumulo di neve. Scavando sotto lo strato di erba secca superficiale è presente neve pura totalmente bianca senza alcuna traccia di erba o foglie secche.

13- Il nevaio di Buggero a Maggio nel suo completo visto dal canale della centrale.
14- Il canale della centrale visto dal nevaio
15 – 16- Sulla sommità del nevaio è emerse la cascata.
16
17 – 18 – 19- La parte mediana del nevaio
18
19
20 – Sotto l’erba neve bianchissima.
21- Dettaglio dell’accumulo superficiale di erba secca.
22 – 23- La parte superiore della cascata si inabissa in un pauroso crepaccio dentro al grande nevaio.
23



VAL DI PANICO Ciaspolata da Casali.

Ciaspolata con Carlo, Monica e Stefano del 7 gennaio 2020 in Val di Panico da Casali fino alla confluenza della valle con la valletta che si snoda sotto a Pizzo Berro denominata Valle della Vipera dopodichè ci siamo fermati a causa della elevata quantità di neve fresca che, nonostante le ciaspole, rendeva difficoltosa la camminata. Di seguito le immagini della giornata purtroppo senza sole.

Nella foto 15 ho specificato che il Rifugio del Fargno è chiuso d’inverno e ricordo che non dispone neppure di locale invernale a seguito dei numerosi incontri che ho fatto di recente nella zona di Bolognola di gente che , senza adeguata attrezzatura o in tardo pomeriggio, si avventurava nella strada per andare a fare pranzo !!!! o andare a pernottare nel Rifugio senza avere informazioni sulla sua apertura e soprattutto senza rendersi conto della pericolosità invernale della strada percorribile d’estate in auto.

1- Il Pizzo Tre Vescovi con la cresta praticamente pulita dal vento.
2- La strada per la Val di Panico con il Monte Bove Nord alle spalle.
3- Il Monte Bove Nord, nel bosco si nota evidente il taglio provocato dalle frane del terremoto dell’Ottobre 2016.
4- Buchi e impronte di roditore.
5- Più ci addentriamo nella valle e più è alta la neve.
6- Oltre le sorgenti del torrente Ussita.
7- Momento di sole sotto al canale di Fonte Angagnola.
8- L’ultimo lembo di bosco prima della confluenza della Val di panico con la Valle della Vipera che scende dal versante Ovest del Pizzo Berro.
9 – 10 La maestosa parete Est del Monte Bove Nord colma di neve dove svetta la Punta Anna.
10
11- Il Monte Rotondo a destra e la Croce di Monte Rotondo a sinistra.
12 – 13 – La testata della Val di Panico con le pareti del Monte Bove Sud. il sole si è già coperto
13
14- La cascata “Torre di Luna” al centro della parete.
15- Proseguiamo faticosamente ancora verso la testata della valle, alle spalle la Forcella del Fargno spazzata dal vento, si nota infatti l’erba secca, con l’omonimo rifugio CHIUSO D’INVERNO !!!!.
16- Accumuli metrici di neve farinosa rendono faticoso il proseguimento.
17- Giunti alla confluenza delle due valli abbandoniamo la salita.
18- La parete Nord del Monte Bove Nord
19- Rivediamo il cerchio del sole al ritorno dietro alla Scoglio della Grotta del Diavolo.



CANALE DESTRO SCOGLIO DEL MONTONE

11 Dicembre 2020, prima uscita post lookdown finalmente con buon innevamento e in mattinata, all’alba, dalla Pintura di Bolognola sono salito per il canale destro dello scoglio del Montone al Monte Castel Manardo per poi discendere a Forcella Bassete quindi alla strada del Fargno per continuare la ricerca della Chionea che avevamo già trovato esattamente un anno fa (vedi itinerario del 7 dicembre 2019).

In breve inserirò una scheda descrittiva della rara specie di insetto, sto aspettando notizie più accurate da parte di un esperto che abbiamo contattato.

Salita classica già descritta nel mio secondo libro “IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI” . La bellissima recente nevicata e la limpida mattinata mi hanno regalato le seguenti immagini.

1- Prime slavine sulla strada per il Rifugio del Fargno.
2- Il canale destro dello Scoglio del Montone visto dalla strada.
3 – 4- Il Monte Acuto visto dal canale man mano che mi innalzo .
4
5- L’uscita sulla cresta dello Scoglio del Montone.
6- La cresta di discesa dallo Scoglio del Montone verso Forcella Bassete.
7- Semi di Bardana (Arctium lappa) ricoperti di neve.
8- Geometrie triangolari a Forcella Bassete, la neve è poca e non riesce a ricoprire le piante ormai secche.
9- La Valle di Bolognola in parte immersa nella nebbia.
10- Un grosso lupo mi ha preceduto da poco a Forcella Bassete.
11- Forcella Bassete con vista verso il Monte Acuto immerso nella nebbia.
12 – 13- La Pescolletta
13
14-Il versante Ovest del Monte Castel Manardo.
15- Veduta verso Nord con la Costa Vetiche in primo piano, il Monte Cacamillo a sinistra e il Monte Cucco ed il Monte Catria (a destra) sullo sfondo.
16- Il Monte Catria emerge dalla nebbia.
17- Il versante Est del Monte Rotondo.
18- Erba gelata a Forcella Bassete.
19- Finalmente il Pizzo Regina è emerso dalla nebbia.
20- Anche il Pizzo Tre Vescovi (a sinistra) ed il Monte Acuto emergono dalla nebbia che si va diradando man mano che si scalda l’aria.
21-Si vede anche la croce di Pizzo Tre Vescovi piena di galaverna.
22 – 23 -La bellissima cresta Est del Pizzo Tre Vescovi salita nell’Ottobre del 2019 (vedi itinerario).
23
24- Il Versante Nord-est del Pizzo Berro.
25 – 26- Già i primi distacchi di slavine nel versante Nord del Pizzo Regina.
26
27- Scendendo da Forcella Bassete verso la strada che riporta alla Pintura di Bolognola con un mare di nebbia verso la cosiddetta “marca”.
28- Il Sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia) sembra già addobbato per Natale.
29- Disco solare nella strada nei pressi della Pintura di Bolognola.
30 – 31- Esemplare di Chionea spp. ritrovato nella strada del Fargno più a valle rispetto al ritrovamento dello stesso periodo del 2019.
31