MONTE LIETO per la cresta Nord dalla Forca di Gualdo.
Salita classica adatta a tutti dalla Forca di Gualdo (1496 m.) al Monte Lieto (1944 m.) per la cresta Nord passando per il rimboschimento a monte della casetta di pastori.
Di seguito le immagini della giornata.
Castelluccio non è solo fioritura estiva ma anche d’inverno regala immagini sensazionali in bianco e nero naturale.
VALLE DI RIO SACRO e IMBUTO DEL MONTE CACAMILLO
Tra Lookdown, neve fresca e vento forte, non siamo riusciti a fare delle uscite in quota ma ci siamo limitati a fare qualche giro classico in vallate riparate.
La prima escursione si è svolta nella Valle di Rio sacro dove abbiamo percorso con le ciaspole tutta la valle e visitato la zona dei Cascinali con i ruderi della vecchia Badia di Rio Sacro e la Grotta dello Scortico.
Vorrei sottolineare che, come anche indicato nel mio libro IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI, i Cascinali sono delle piccole costruzioni che costituiscono un villaggio realizzato ed usato anticamente d’estate dai pastori di Acquacanina e non è l’unico nel suo genere perché un villaggio simile fu realizzato anche a Prato Porfidia nella Valle dell’Ambro.
Altri colleghi indicano invece erroneamente, nella bibliografia ufficiale, che il villaggio di pastori di Prato Porfidi è l’unico del suo genere dei Monti Sibillini.
La seconda escursione si è svolta nella parte mediana del Monte Cacamillo dove, dalla Centrale idroelettrica di Bolognola, siamo saliti per un comodo sentiero a tornanti poco conosciuto che costeggia la condotta forzata fino al canale di alimentazione della centrale (Casetta Piemà) e all’imbuto del versante Nord del Monte, denominato localmente “Buggero” ad osservare il grande accumulo di neve che si è formato a causa delle numerose slavine distaccate dal rialzo delle temperature provocato dal forte vento.
La terza escursione l’ho effettuata dopo diversi mesi, a Maggio per osservare la trasformazione che subisce con il tempo l’accumulo di neve nell’imbuto Nord del Monte Cacamillo visitato tra un Lookdown e l’altro.
RIO SACRO (Si veda anche il reportage fatto nella primavera del 2020)
IMBUTO DI MONTE CACAMILLO DALLA CENTRALE DI BOLOGNOLA
Sono ritornato nell’imbuto del Monte Cacamillo (Buggero) nel mese di Maggio a vedere lo strano fenomeno di trasformazione che subisce il nevaio con il tempo dove emerge lentamente in superficie tutta l’erba, foglie, rami e tronchi, aventi meno densità della neve compatta, trascinati d’inverno, dalle numerose slavine fino a ricoprire totalmente l’accumulo di neve. Scavando sotto lo strato di erba secca superficiale è presente neve pura totalmente bianca senza alcuna traccia di erba o foglie secche.
VAL DI PANICO Ciaspolata da Casali.
Ciaspolata con Carlo, Monica e Stefano del 7 gennaio 2020 in Val di Panico da Casali fino alla confluenza della valle con la valletta che si snoda sotto a Pizzo Berro denominata Valle della Vipera dopodichè ci siamo fermati a causa della elevata quantità di neve fresca che, nonostante le ciaspole, rendeva difficoltosa la camminata. Di seguito le immagini della giornata purtroppo senza sole.
Nella foto 15 ho specificato che il Rifugio del Fargno è chiuso d’inverno e ricordo che non dispone neppure di locale invernale a seguito dei numerosi incontri che ho fatto di recente nella zona di Bolognola di gente che , senza adeguata attrezzatura o in tardo pomeriggio, si avventurava nella strada per andare a fare pranzo !!!! o andare a pernottare nel Rifugio senza avere informazioni sulla sua apertura e soprattutto senza rendersi conto della pericolosità invernale della strada percorribile d’estate in auto.
CANALE DESTRO SCOGLIO DEL MONTONE
11 Dicembre 2020, prima uscita post lookdown finalmente con buon innevamento e in mattinata, all’alba, dalla Pintura di Bolognola sono salito per il canale destro dello scoglio del Montone al Monte Castel Manardo per poi discendere a Forcella Bassete quindi alla strada del Fargno per continuare la ricerca della Chionea che avevamo già trovato esattamente un anno fa (vedi itinerario del 7 dicembre 2019).
In breve inserirò una scheda descrittiva della rara specie di insetto, sto aspettando notizie più accurate da parte di un esperto che abbiamo contattato.
Salita classica già descritta nel mio secondo libro “IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI” . La bellissima recente nevicata e la limpida mattinata mi hanno regalato le seguenti immagini.
MONTE PIETRALATA E MONTE ROTONDO PER LA VAL DI TELA.
Il 7 novembre 2020 con Stefano e Monica siamo partiti a piedi dalla Pintura di Bolognola, abbiamo raggiunto il Rifugio del Fargno e proseguito per la cresta Sud del Monte Rotondo quindi all’inizio della cresta abbiamo traversato in quota su traccia di sentiero il ripidissimo versante Est del Monte Rotondo in direzione di Forcella Cucciolara. Tale traversata è consigliata solo ad escursionisti esperti in quanto di svolge su un terreno scosceso e con pendenze di 45 – 60 gradi. Altrimenti dal Rifugio si scende in direzione delle sorgenti del Fiastrone sottostanti nel versante Est, giunti sulla verticale del canalone della Forcella Cucciolara si sale per evidente sentiero riportato sulla bibliografia ufficiale dei Monti Sibillini.
Quindi siamo scesi nella bellissima e selvaggia Val di Tela e abbiamo risalito per il sentiero che sale e attraversa tutto il versante Est del Monte Rotondo fino alla sella a monte del cosiddetto Orto della Regina, sulla verticale della Valle dell’Acquasanta, il sentiero è segnato su carte e riportato sulla bibliografia ufficiale anche se, essendo poco frequentato, in alcuni tratti poco visibile e assolutamente, come spesso accade sui Monti Sibillini, privo di segnaletica.
Dall’uscita del pendio del versante Est del Monte Rotondo abbiamo proseguito in cresta verso il Monte Pietralata. All’inizio della salita della cresta rocciosa che conduce alla cima del Monte Pietralata abbiamo ritrovato un cippo di confine in pietra recante due iniziali “G” e “B” scolpite in due facce, pur essendo passato molte altre volte non l’avevo mai visto perché si trova sulla cresta alcune decine di metri sopra al normale sentiero che conduce alla cima. Le due iniziali potrebbero essere il confine della proprietà di “Gasparri”, famiglia di Ussita e “Bentivoglio”, famiglia di Bolognola, o semplicemente le iniziali del padre del Cardinale Gasparri, proprietario dell’omonimo Casale sottostante, di nome Bernardino Gasparri di cui le iniziali B e G.
Raggiunta quindi la cima del Monte Pietralata siamo ritornati indietro e saliti fino alla cima del Monte Rotondo per la rocciosa cresta Nord. Quindi siamo ridiscesi al Rifugio del Fargno per la cresta Sud ed infine ritornati alla Pintura dopo circa 22 chilometri di camminata in una splendida e limpida giornata autunnale.
IL FAGGIO DI MACCHIA TONDA – PINTURA DI BOLOGNOLA
Nei pressi della Pintura di Bolognola è presente una bellissima faggeta di alto fusto per fortuna poco conosciuta dalla massa di frequentatori della montagna ma nello stesso tempo purtroppo dimenticata da chi invece se ne dovrebbe interessare invece di pensare solo alla fauna selvatica come se nei Monti Sibillini esistono solo animali da proteggere e salvaguardare (anche se delle volte, con risultati molto discutibili) e non piante che sono comunque sempre esseri viventi anche se non si muovono.
Con questo articolo non descrivo l’itinerario per visitare questo ennesimo meraviglioso luogo, come faccio di solito, ma una grave situazione di dissesto idrogeologico che sta compromettendo un essere vivente che da oltre 3 secoli vive in questo luogo dei Monti Sibillini.
Nella faggeta è presente un faggio plurisecolare, con un tronco della circonferenza di oltre 6 metri, inserito nell’elenco degli alberi monumentali delle Marche che purtroppo vegeta in una zona che versa in una grave situazione di dissesto ed abbandono.
La situazione in cui versa la zona dove cresce l’albero mi fu segnalata agli inizi di settembre 2020 dal mio amico Sandro Polzinetti, noto per le sue famose foto dei Monti Sibillini pubblicate in molti calendari , scomparso poco tempo fa a cui mando un caro saluto.
Diversi giorni fa sono andato a visitare l’albero ed ho trovato una situazione di degrado del terreno della faggeta prodotta sia dalla presenza di bestiame al pascolo allo stato brado sia dall’incuria e dissesto idrogeologico a causa delle precipitazioni piovose che ha scavato grossi canali intorno al grande faggio mettendo a nudo le radici compromettendo la sopravvivenza del secolare albero.
Nella faggeta sono presenti recinzioni metalliche divelte e parziali zone recintate con reti elettrificate che non riescono a tenere lontano il bestiame dal bosco e il loro calpestio crea un ulteriore degrado del terreno contribuendo ancora di più al dissesto idrogeologico della zona.
Per motivi di salvaguardia non indico neppure la zona precisa dove è presente il Faggio secolare anche se si trovano numerose indicazioni sul WEB e la zona è stata inserita nei luoghi del cuore del FAI ma chi deve intervenire spero che sappia della sua esistenza e l’esatta ubicazione e che, oltre agli animali, esistono anche delle piante da salvaguardare.
Credo che sia in grado di intervenire al più presto per la salvaguardia dell’albero e dell’intera zona.
GALLERIA DI IMMAGINI STORICHE
Galleria di immagini storiche dei Monti Sibillini gentilmente fornite dal mio amico Giorgio Micarelli di Camerino.
MONTE VETTORE – CIMA DEL REDENTORE Giugno – Luglio 1972
LAGO DI PILATO Giugno e Agosto 1972
CASTELLUCCIO – MADONNA DELLA CONA Primi accenni di fioritura, Agosto 1973
MONTE BICCO Aprile 1974
Grazie Giorgio per la collaborazione.
ESCURSIONI BOTANICHE IN APPENNINO.
Nei mesi di Maggio e Giugno, periodo massimo di fioritura, ho effettuato diverse escursioni nell’Appennino Centrale, tra Marche ed Umbria, a sfondo botanico, alla ricerca di piante rare.
1- DINTORNI DI FANO, alla ricerca della Polygala pisaurensis, endemismo esclusivamente Marchigiano, delle Provincia di Pesaro e Ancona, ritrovata in garighe ed incolti a poca distanza dal mare, in luogo di cui non posso fornire indicazione al fine di salvaguardare tale specie unica al mondo ed a rischio per la distruzione delle zone incolte della costa Pesarese.
2- GOLA DELLA ROSSA E FRASASSI – Preappennino Fabrianese. Nelle pareti rocciose verticali della Gola della Rossa e della Gola di Frasassi cresce la Moehringia papulosa, un’altro endemismo unico al mondo, tutto Marchigiano, (analogo alla Polygala pisaurense descritta sopra), la stessa si ritrova anche nella Gola del Furlo.
Inoltre nelle pareti si ritrova anche la vistosa Campanula tanfanii, endemismo dell’Italia centrale.
3-GOLA DI PIORACO: In questa gola sono stato alla ricerca della Cardamine monteluccii, altro endemismo Italiano, pianta rara alta circa 20-30 centimetri con piccoli fiori bianchi che non la rendono affatto appariscente, cresce nei boschi a ovest appena fuori l’abitato di Pioraco, lungo la strada per Sefro.
La pianta si distingue dalla più comune Cardamine graeca (che cresce anche nel mio giardino) che presenta silique provviste di alette e cresce invece nei boschi a nord lungo la strada per la frazione di Seppio, esattamente nel versante opposto del Monte Primo.
4- VETICE – SAMARA Per l’itinerario classico nel versante Est de Il Pizzo da Vetice.
5- MONTE BICCO Dal Parcheggio del M. Cornaccione per l’itinerario classico dalla Forcella Passaiola per la cresta Nord, per osservare la tipica fioritura primaverile di alta quota.
-6 MONTE RAGNOLO. Escursione classica per osservare la fioritura nei prati di media quota.
7- PIAN PICCOLODI CASTELLUCCIO: Dalla strada Castelluccio – Forca di Presta , scesi per tratturo che percorre il tratto finale del Pian Piccolo fino al Laghetto omonimo, in una zona pochissimo frequentata dai turisti, fioritura dei campi coltivati molto particolare e poco vista.
Con l’occasione abbiamo scoperto la seconda stazione per l’Umbria di una specie esotica, laCalystegia hederacea (o Convolvulus wallichianus) , una pianta alloctona di origine asiatica ritrovata in Italia solo al Pian Perduto (Marche) e Piano Grande (Umbria) , pianta infestante con portamento rampicante, si differenzia dai nostri convolvolus per le foglie simili all’edera (da cui il nome), cresce ai margini dei campi coltivati, principalmente di legumi, e non è ben chiara la sua presenza a Castelluccio.
Non è da ipotizzare che sia giunta fino in Italia trasportata da uccelli migratori in quanto le rotte migratorie dalla Cina e Giappone dove cresce la pianta, non si sviluppano lungo i paralleli ma solo lungo i meridiani.
Mentre è ipotizzabile che sia giunta con qualche carico di sementi di origine non proprio autoctona, il che la direbbe lunga sulla qualità dei prodotti tipici del territorio.
Dopo una settimana, sempre con il mio amico botanico Sandro e altri appassionati siamo andati invece nella parte iniziale della vallata del Pian Piccolo passando dalla parte opposta rispetto alla prima escursione e cioè dal Valico di Castelluccio, abbiamo visitato le varie zone umide del Piano e siamo arrivati fino al Laghetto, di seguito le immagini dell’escursione.
Ed al ritorno ci siamo fermati in Valnerina per fotografare un arbusto monumentale, una pianta di Ephedra nebrodensis vecchia di alcune centinaia di anni.
8- MONTE CARESCHIO – MACERETO: escursione da Macereto al Monte Careschio, una immersione in prati pieni di colori e di profumi.
9- COLLI DEI CASTELLI DI JESI: Strada che sale da Pozzetto di Moie per Montecarotto (AN), a circa 2 km da Pozzetto in corrispondenza di una frana che rende la strada ad una sola corsia, nel bordo superiore della strada ho ritrovato una stazione del rarissimo Dracunculus vulgaris, una Aracea insolita con un spata fiorifera molto grande, anche fino a 50 centimetri, di colore rosso scuro e che emana odore di carne marcia per attirare le mosche impollinatrici.
MONTE CASTEL MANARDO
Ascensione classica pomeridiana del 5 marzo 2020 con partenza dalla Pintura di Bolognola.
Montagne appena imbiancate oltre i 1700 metri e praticamente solo sui versanti Nord, come consuetudine di questo anomalo inverno.
Iniziato la salita con il sole ed in maniche di camicia, una spessa barriera di nuvole avanzava da Ovest, giunto in cima in 45 minuti di cammino è iniziato a montare un vento sempre più forte, durante la discesa addirittura è anche iniziato a nevicare.
Questa è la montagna, anche in una banalissima ascensione di alcune ore.
Di seguito le immagini della ascensione.
SORGENTI DEL FIASTRONE Uscita fotografica
Il 22 febbraio 2020 ho effettuato una uscita prettamente fotografica nella Valle del Fargno, dall’Area Pic-nic poco più a monte di Bolognola fino alle Sorgenti del Fiastrone passando per i faggi secolari della zona della Grotta dell’Orso, in una meravigliosa giornata primaverile.
Unica nota negativa il greto del torrente Fiastrone asciutto per la mancanza di acqua e parzialmente ostruito da piante abbattute dall’uomo e dalle slavine degli anni precedenti, quale migliore occasione adesso per fare la pulizia dell’alveo, dopo non ci lamentiamo se avvengono inondazioni e disastri idrogeologici.
Ma ci sarà qualche ente o istituzione che ha l’obbligo di occuparsi di questi problemi ?