LA GOULOTTE-CASCATA DELLO SCOGLIO DEL MONTONE

ASCENSIONE N. 999 dal 1979

L’assenza di neve e le condizioni di freddo intenso di questo strano inverno 2019-2020 hanno contribuito a formare la, anche se breve, bellissima goulotte-cascata del canale destro orografico dello Scoglio del Montone al versante Nord-ovest del Monte Castel Manardo. Erano diversi anni che non si osservavano tutti i diversi saltini rocciosi dell’intero canale ricoperti di ghiaccio in quanto generalmente la neve che si accumula nel suo interno lascia scoperti solo i salti verticali più alti rivestiti di ghiaccio di colata.

Il primo salto in basso era praticamente scoperto dal ghiaccio per la carenza idrica delle sorgenti montane poi i salti successivi, alti 8-10 metri invece presentavano una buona copertura di ghiaccio di spessore di anche 30-50 centimetri, ottime condizioni per i cascatisti.

Il canale è stato già salito da noi molti anni fa e la descrizione è riportata nel mio libro “IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI” a pagina 86.

Il 16 gennaio 2020, di pomeriggio per avere maggiore luce nel versante, sono andato a vedere da vicino la bellissima, anche se breve, colata di ghiaccio.

Di seguito le immagini della mia 999′ ascensione nei Monti Sibillini.

1- Il canale destro dello Scoglio del Montone con la colata di ghiaccio interna.
2- La colata di ghiaccio con i due salti verticali.
3- La Valle di Bolognola vista dal bordo del canale.
4- Lingue di ripida neve permettono di addentrarsi nel canale, la cascata più in alto vista di lato.
5- La cascata più in alto vista dalla sua base.
6- La cascata mediana vista dalla sua base.
7- Il Monte Acuto ed il Pizzo Tre Vescovi a sinistra.
8- La colata di ghiaccio vista dalla base del canale.
9- La cascata più in alto vista da sopra la cascata mediana.
10- Il primo salto in fondo al canale, non ricoperto di ghiaccio.
11- Ghiaccioli a sinistra nella foto n.10
12- L’intera colata vista da sopra il primo salto.
13- Il canale con la colata di ghiaccio e le lingue di neve al lato destro che permettono di addentrarsi, visto dalla sua base, a destra lo Scoglio del Montone.
14- Lo scoglio del Montone ed l sole che stra tramontando dietro al Monte Acuto.
15- Cristalli di brina ricristallizzati sopra alla neve gelata.
16- Lo Scoglio del Montone , versante Nord, con una piccola cascatina gelata a sinistra e una piccola grotta a destra.
17- Il sole ormai è sceso dietro al Monte Acuto.



PIZZO TRE VESCOVI salita per i canali Nord, discesa per Forcella Angagnola.

ASCENSIONE N. 998 dal 1979

Il 12 gennaio 2020 con Stefano abbiamo percorso il classico anello Pintura di Bolognola – Strada del Fargno – Canale Nord di Pizzo Tre Vescovi – P. Tre Vescovi – Forcella Angagnola e ridiscesa per Rifugio del Fargno e la strada.

Anche in questa occasione ci siamo imbattuti in neve ormai trasformata in vetrato, durissima e pericolosa.

Ci siamo ancora imbattuti in gente che sale in montagna SENZA RAMPONI E PICCOZZE e con scarponcini da trekking estivo.

La salita del canale Nord di Pizzo Tre Vescovi ci ha impegnato, non certo per il dislivello e la pendenza ma per la consistenza della neve, nonostante la nostra esperienza, anche se non in cordata, siamo praticamente saliti frontalmente in piolet traction martellando di forza per far entrare le becche delle due piccozze e ramponi di punta sul ghiaccio anche su terreno che per la sua pendenza, massima di 40°, non lo avrebbe certamente richiesto.

Solo pochi centimetri di acciaio ci tenevano aggrappati al ghiaccio.

Se non avessimo affrontato in questo modo la salita, una eventuale scivolata ci avrebbe portato in pochi secondi fino alle sorgenti del Fiastrone poste 400 metri più in basso, senza immaginare le conseguenze.

La discesa verso Forcella Angagnola ci ha poi regalato la visione di immagini particolari con le nebbia che nel frattempo aveva riempito la valle dell’Ambro.

Di seguito le immagini della giornata.

1- Colata di ghiaccio sulle pareti della strada sotto a M. Acuto
2- salita del canale Nord di Pizzo Tre Vescovi.
3- Momento di riposo durante l’impegnativa salita, piccozze di becca e ramponi di punta, solo pochi centimetri di acciaio ti tengono aggrappati al ghiaccio.
4- Ormai raggiunta la cresta le difficoltà terminano, a sinistra il M. Acuto
5- Sulla cresta scopriamo la Valle dell’Ambro ricoperta di nebbia, sullo sfondo il Pizzo Regina.
6- Il M. Acuto e sullo sfondo il M. Castel Manardo parzialmente ricoperto di nebbia.
7- 8 Il sottoscritto durante la salita verso il Pizzo Tre Vescovi (ph. S. Ciocchetti)
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9- Man mano che saliamo verso la cima di Pizzo Te Vescovi sale anche la nebbia
10- La nebbia che ha riempito la Valle dell’Ambro tracima verso la Val di Panico
11- Il Pizzo Regina ed il Pizzo Berro visti dalla Cima di Pizzo Tre Vescovi.
12- Cristalli di ghiaccio in cresta
13- Massi posti sulla cresta che scende dalla cima di Pizzo Tre vescovi verso Forcella Angagnola.
14- Ci immergiamo nella nebbia nella cresta di Forcella Angagnola, la poca neve è presente solo nel versante Nord-est.
16- Il Pizzo Tre vescovi con la cresta discesa visto da Forcella Angagnola.
17- L’antecima Nord di Pizzo Berro vista da Forcella Angagnola, abbiamo scavalcato la nebbia.
18- Il Pizzo Regina emerge maestoso dalla nebbia posta pochi metri sotto ai nostri piedi.
19- Gloria solare dalla cima che sovrasta Forcella Angagnola.
20- Stefano sulla cima che sovrasta Forcella Angagnola scoperta dalla nebbia per pochi metri.
21- Il sottoscritto nella stessa posizione della foto 20 (ph. S. Ciocchetti)
22- Riprendiamo il cammino verso il Rifugio del Fargno, Stefano contornato dalla nebbia che si riversa verso la Val di Panico.



GIRO DEL MONTE CASTEL MANARDO Da M. Berro per il canale Sud-est – discesa per Forcella Bassete.

ASCENSIONE N. 997 dal 1979

Il 31 dicembre 2019 con Carlo abbiamo compiuto una ascensione classica, dalla Pintura di Bolognola fino al Monte Berro per la strada sterrata quindi siamo saliti verso la costruzione della captazione dell’acquedotto a monte del Casale Grascette ed il canale Sud-est del Monte Castel Manardo fino alla sua cima.

Siamo infine discesi per la cresta dello Scoglio del Montone fino a Forcella Bassete quindi per la strada del Fargno fino alla Pintura.

Temperature superiori alla media del periodo in quota e la poca neve presente trasformata in ghiaccio a tratti vetroso caratterizzano questo anomalo inverno del 2019-2020.

Di seguito le immagini della giornata.

1- I prati leggermente imbiancati che salgono verso il M. Castel Manardo tra il M. Berro ed il M. Amandola
2- Filo d’erba glassato dalla galaverna.
3- L’inizio del canale che conduce alla captazione dell’acquedotto con la luce radente del mattino presto.
4- Le nostre ombre sulla sponda del canale
5- L’inizio del canale, in alto a destra il M. Amandola con la traccia della strada sterrata.
6- Salendo verso il M. Castel Manardo, iniziano ad apparire il Pizzo Regina a sinistra, il Pizzo Berro al centro ed il Pizzo Tre Vescovi a destra.
7- Veduta verso sud con il Corno Grande ed il gruppo del Gran Sasso, la Maiella sullo sfondo
8- Il canale sud-est del M. Castel Manardo che, dalla strada, mantiene una sottile striscia di neve che ci ha permesso di raggiungere facilmente la cima, alle spalle Il Pizzo e la valle dell”Ambro.
9- Da sinistra il Pizzo Regina, Pizzo Berro, Pizzo Tre Vescovi e M. Acuto.
10- Sulla cima del M. Castel Manardo, il M. Rotondo sullo sfondo a destra
11- Il plateau sommitale tra la cima del M. Castel Manardo e lo Scoglio del Montone con la neve talmente gelata che non riuscivano a lasciare traccia.
12- La cresta che scende dallo Scoglio del Montone verso Forcella Bassete (nascosta), sullo sfondo il Pizzo Tre Vescovi ed il M. Acuto. che sembrano collegati con la stessa cresta in primo piano.
13- La cresta che scende dallo Scoglio del Montone verso Forcella Bassete con una spruzzata di neve solo sul versante Nord, gli anni passati grosse cornici di neve rendevano impegnativa questa discesa.



VAL DI PANICO – FORCA CERVARA

ASCENSIONE N. 994 dal 1979

Il 14 Dicembre 2019, con Fausto, Stefano e Federico, partendo da Casali di Ussita che abbiamo raggiunto in auto richiedendo apposita autorizzazione, abbiamo risalito tutta la Val di Panico. Nella valle si alternavano tratti di neve fresca accumulata dal vento con tratti di neve precedente ghiacciata. Nel pendio sotto a Forca Cervara (o Forcella della neve) abbiamo trovato la odiosissima neve non compattata ma con crosta superficiale ghiacciata che si sfondava ad ogni passo. Per fortuna ci siamo alternati nella traccia e alla fine, con non poca fatica, siamo riusciti a raggiungere la Forcella ma poi per il forte vento abbiamo deciso di non proseguire per altra meta

Di seguito le immagini della bellissima giornata invernale.

1-La parete Nord del Monte Bove Nord.
2- La parete Est del Monte Bove Nord
3- La parete Est del Monte Bove Nord dove spicca la Punta Anna o Testa di Scimmia
4- Il versante Sud-Ovest del Monte Rotondo con alte colonne di neve fresca sollevata dal forte vento in quota.
5- La testata della Val di Panico con le pareti del Monte Bove Sud.
6- Fasi si salita in Val di Panico
7- Il versante Ovest del Pizzo Berro.
8- La poca neve lascia scoperte ancora piante secche di Gentiana lutea.
9- Il versante Ovest del Pizzo Tre Vescovi con l’ultimo lembo di bosco della Val di Panico.
10-. Giunti alla testata della Val di Panico il sole sta sorgendo adesso, ore 9,30.
11- La testata della Val di Panico con la cascata “Torre di Luna” ancora non in piena condizione invernale.
12- La cascata “Torre di luna”
13 – 14 – 15 Ci dirigiamo verso la Forca Cervara nella magia della neve fresca
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16 – 17 Salendo verso Forca Cervara ci confrontiamo anche con il forte vento di quota.
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18- Finalmente, con non poca fatica, arriviamo a Forca Cervara
19- Il versante Ovest del Pizzo Berro
20 – 21 Il versante Est del Monte Bove Sud.
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22 – 23 – 24 Le nostre ombre si riflettono sulla neve grazie al sole di metà dicembre molto basso sull’orizzonte durante la discesa in Val di Panico.
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FORCELLA ANGAGNOLA DALLA PINTURA DI BOLOGNOLA Osservazioni particolari

ASCENSIONE N. 993 dal 1979

La facile e banalissima escursione dalla Pintura di Bolognola alla Forcella Angagnola risalendo per il Rifugio del Fargno non è chiaramente oggetto di pubblicazione se non sarebbe per alcune particolarità che abbiamo osservato io e Carlo durante il cammino.

Anzitutto giunti al 5 dicembre praticamente non c’è neve in montagna se non fosse per una spruzzatina centimetrica modellata dal vento da 1800 metri in su e praticamente solo nei versanti Nord.

Mi era capitato un inverno di molti anni fa di giungere al Natale e non c’era praticamente neve in montagna ma poi si rifece successivamente, speriamo sia così anche quest’anno soprattutto per garantire il riempimento del Lago di Pilato che ormai è asciutto.

Poi abbiamo incontrato ancora insetti in piena attività in quanto di fatto le temperature in montagna non sono ancora mai scese di molti gradi sottozero per lunghi periodi anche se sulla strada si erano formate delle sottili colate di ghiaccio.

Infine ci siamo imbattuti in strane ed inspiegabili “palle di neve” compatta scese dal versante Nord della cresta Acquario sia sul pendio che fino alla strada dove praticamente a monte non c’erano accumuli di neve o cornici tali da poter giustificare possibili microslavine ne aveva tirato vento forte tale da poter fare rotolare neve di accumulo.

Non ho mai visto un fenomeno del genere in 40 anni di ascensioni in montagna.

Tutto ciò è documentato nelle immagini che seguono.

1- Vivace insettino sulla neve, sembra sia un Dittero della specie di Chionea con zampe simili ad un ragno ma ovviamente in numero inferiore, tra l’altro anche raro.
2- Le dimensioni dell’insetto
3- La Val di Panico vista dalla Forcella del Fargno
4- Il PIzzo Regina vista da Forcella Angagnola
5- La Forcella Angagnola con l’antecima Nord del Pizzo Berro,
6- Carlo con il Monte Bove Nord alle spalle.
7- La parte sommitale del versante Nord del Pizzo Regina
8- Il sottoscritto sulla cima di Forcella Angagnola, alle spalle il Pizzo Berro e il Pizzo Regina.
9- Il PIzzo Berro visto dalla Forcella del Fargno.
10 – 11 Erba glassata sulla strada per il Rifugio del Fargno
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12- Le prime sottili colate di ghiaccio sulle pareti della strada
13- L’acqua uscente da un tratto breccioso è gelata a contatto con la parete di roccia.
14- Piantina di Robertia taraxacoides glassata su parete di scaglia rossa.
15- La strada con le colate di ghiaccio, sullo sfondo i pendii della zona denominata “Acquario” con una spruzzata di neve tale da non poter giustificare la formazione di microslavine o distacchi di neve.
16 – 17 I pendii sopra strada della zona denominata “Acquario” con le “palle di neve” ben visibili tra l’erba secca, a monte praticamente non c’è neve !!!!.
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18- Le strane ed inspiegabili “palle di neve” compatta ritrovate anche sulla strada.



MONTE ACUTO Dalla Pintura di Bolognola. Ascensione pomeridiana

ASCENSIONE N. 991 dal 1979

Il 21 novembre 2019 di pomeriggio e da solo ho raggiunto la cima del Monte Acuto partendo direttamente dalla Pintura di Bolognola in quanto la strada per il Rifugio del Fargno era già chiusa.

Sono salito alla Forcella Bassete ed in soli 30 minuti dalla Forcella ho raggiunto la cima del Monte Acuto risalendo la ripida cresta nord-est con nebbia a tratti e una spruzzatina millimetrica di neve oltre i 2000 metri.

In altri tempi in questo periodo la neve era caduta già copiosa.

L’aspetto più particolare delle salite autunnali pomeridiane è che non si incontra nessuno, si è praticamente soli in uno spazio immenso, per decine di chilometri di raggio intorno a me non c’è nessuno, non si sente un rumore, una voce e mi sento un po padrone di tanto spazio, mi sento dominare la natura che mi circonda pur avendo sempre la consapevolezza dei rischi che comunque nasconde.

Se mi succedesse qualcosa, una semplice distorsione o slogatura o una caduta potrei mettermi in grossa difficoltà, potrei rischiare di farmi sorprendere dalla notte e avere difficoltà a ritornare all’auto se non addirittura di dover trascorrere la notte in montagna.

Per questo quando salgo da solo amplifico la mia attenzione sui miei passi e sulla montagna che mi circonda, nello stesso tempo mi sento ancora di più immerso nella montagna perché prestando maggiore attenzione a ciò che faccio necessariamente devo essere più concentrato e libero la mia mente dai pensieri quotidiani.

Delle volte sento proprio il bisogno di salire da solo in montagna.

Il secondo aspetto che rende piacevoli le salite pomeridiane è il tramonto, d’autunno si fa notte presto e questo fatto non è da sottovalutare perché ci si rischia di mettersi in difficoltà per il sopraggiungere veloce del buio quindi bisogna pianificare una facile discesa e ritorno all’auto.

Nello stesso tempo i colori di alcuni tramonti possono essere unici e spettacolari.

Di seguito le immagini della classica salita.

1- il Pizzo Regina visto da Forcella Bassete.
2- Il Pizzo Berro
3- La ripida cresta Est del Pizzo Tre Vescovi salita nel mese di Ottobre (vedi nuove ascensioni) parzialmente immersa nella nebbia.
4- La cima di Forcella Bassete (o cima Acquario) e il Monte Acuto coperto di nebbia.
5- Il Pizzo Tre Vescovi a sinistra ed il Monte Acuto a destra immersi in un alone rossastro di nebbia.
6- La cima del Pizzo Regina rivestita da una lieve spruzzata di neve.
7- Successione di pendii che emergono dalla nebbia visti dalla cresta Est del Monte Acuto.
8- La cima del Monte Acuto tra la nebbia.
9- La ripidissima cresta Nord del Monte Acuto.
10- La Pescolla vista dal Monte Acuto.
11- La cresta Est del Pizzo Tre Vescovi che sale dalla Forcella del Monte Acuto.
12- Il PIzzo Berro visto dalla Forcella del Fargno.
13- Le conoidi delle frane del Monte Bove Nord dopo il terremoto del 2016 emergono dal bosco ormai spoglio dalle foglie.
14- Il Monte Bove Sud.
15- Il sole coperto dalle nuvole verso la Croce di Monte Bove.




ASCENSIONI CLASSICHE DELL’ESTATE 2019

ASCENSIONI N. 981 – 985 dal 1979

Nell’estate 2019 a causa del gran caldo e disturbato dalla eccessiva quantità di “escursionisti” della domenica che affollano i sentieri non ho effettuato nuove ascensioni inedite ma mi sono limitato a percorrere pochi itinerari classici già decritti nella bibliografia ufficiale dei Monti Sibillini ed accompagnare amici della montagna.

In particolare, con diversi amici abbiamo effettuato le seguenti ascensioni:

25 luglio: Notturna dalla Pintura di Bolognola a Pizzo Tre Vescovi.

13 agosto: Giro con accompagnatore in auto da Vetice a Pizzo Regina – Pizzo Berro – ripresi al Rifugio del Fargno.

21 agosto: Monte Bove Sud

5 settembre: Monte Acuto – Pizzo Tre Vescovi.

17 settembre: Monte Castel Manardo.

Di seguito le immagini più significative di queste ascensioni.

1- Ragnatela illuminata dal sole al tramonto nella Valle del Fargno.
2- Tramonto verso Costa Vetiche
3- Il profilo notturno del Monte Acuto
4- Il Monte Acuto ed il Monte Rotondo in notturna con passaggio di aereo
5 – La cresta dallo Scoglio del Montone al Monte Acuto in notturna con lo sfondo della Via Lattea e auto nella strada per il Rifugio del Fargno.
6- Alba sulla cresta Il PIzzo – Pizzo Regina (M. Priora.
7- Il sole si riflette sul Mare Adriatico
8- La lunga cresta da Il Pizzo (in basso) a Pizzo Regina
9- La cresta finale del Monte Priora o Pizzo Regina, a destra il Pizzo Berro.
10- L’ultimo tratto di cresta rocciosa prima della cima del Pizzo Regina.
11- La cresta di salita vista dall’ultimo tratto prima della cima con il caratteristico torrione di scaglia rossa, sullo sfondo il Monte Castel Manardo.
12- I ripidi canali rocciosi che scendono verso le Roccacce nel versante Nord del Pizzo Regina
13- Particolare cresta rocciosa quasi tagliente al termine dei canali della foto n. 12
14- Veduta verticale del versante Nord del Pizzo Regina dalla sommità del torrione roccioso della foto n.11.
15- La croce di vetta del Pizzo Regina, sullo sfondo il Pizzo Berro ed il Monte Bove Nord.
16- Lycaena virgaureae nel versante Est del Pizzo Berro.
17- 3 agosto 2013, nei pressi del caratteristico masso isolato (denominato masso Esner Ida per la scritta a vernice presente)sulla cresta Ovest del Pizzo Berro, salendo dalla Forcella Angagnola.
18- 13 agosto 2019, il masso Esner Ida, o quello che ne rimane (solo la base) dopo il terremoto dell’Ottobre 2016.
19- Il masso visto da valle, si nota la parte del distacco più bianca.
20- Il ripido versante Nord del Pizzo Berro sopra al Casale Rinaldi, al centro c’è un Camoscio.
21- Zoom sul camoscio della foto n.20 , ma non c’è erba più comoda da mangiare nei pendii circostanti ?
22- Il Monte Acuto emerge dalla nebbia il 5 settembre salendo verso il Pizzo Tre Vescovi,
23- La nebbia riempie la’alta valle dell’Ambro, emerge la cima del Pizzo Berro.
24- Zoom della foto precedente.
25- La nebbia contorna perfettamente il profilo del Pizzo Berro.
26- Monica al Monte Acuto, sullo sfondo la cresta Nord-Est del Pizzo Tre Vescovi.
27- E dulcis in fondo, una fantastica Gloria Solare con la mia ombra che produce il cosiddetto Spettro di Broken sulla cresta che da Pizzo Tre Vescovi scende verso Forcella Angagnola.



A CACCIA DI MICROMETEORITI Nei canyon dei Monti Sibillini

ASCENSIONI N. 972-974/980 dal 1979.

Anni fa trovai un interessante articolo sulla Rivista Mineralogia Italiana n.3 del 2011 sulle Micrometeoriti.

In particolare l’articolo indicava come si identificano, la loro forma e come cercarle.

Le micrometeoriti sono particelle di materiale cosmico con dimensioni inferiori al millimetro che cadono numerose sulla superficie terrestre e molto spesso fungono da nuclei di aggregazione di particelle di ghiaccio presenti nell’atmosfera ricadendo poi sotto forma di fiocchi di neve o pioggia.

Le micrometeoriti quindi possono essere ritrovate con una certa facilità dopo lo scioglimento di grandi accumuli di neve come quelli che si formano dopo l’inverno nei numerosi canyon dei Monti Sibillini.

Ma come cercarle? Essendo per la maggior parte costituite da ferro presentano la capacità di essere attratte da un magnete.

Quindi ponendo un forte magnete all’interno di un barattolino in plastica con fondo piatto e facendolo scorrere legato ad un filo sopra al fondo di una valle dove c’è stato un accumulo di neve sciolto da poco le micrometeoriti magnetiche si attaccheranno al fondo esterno del barattolo.

Ponendo quindi un contenitore trasparente di plastica sotto al fondo del barattolo ed avvicinando un secondo magnete al fondo, contemporaneamente allontanando il magnete posto all’interno del barattolo si trasferiranno le micrometeoriti dal barattolo al contenitore trasparente.

Quindi osservando il contenitore trasparente con un microscopio per uso mineralogico con almeno 100 X di ingrandimenti si potranno vedere le sferule di materiale magnetico raccolte.

1- Micrometeoriti osservate al microscopio (Da Rivista Mineralogica n.3 – 2011)
2- Una parte dell’articolo sulle micrometeoriti tratto dalla Rivista Mineralogica n.3 – 2011
3- Attrezzatura per la raccolta delle micrometeoriti: un barattolo in plastica a fondo piatto munito di cordino per farlo scorrere sopra al terreno di ricerca contenente un potente magnete.

In particolare con una serie di uscite nei Monti Sibillini abbiamo perlustrato il fondo di alcuni canali della Valle del Fargno, dal Monte Castel Manardo fino al Monte Acuto, il fondo del Fosso di Buggero, alla base dell’imbuto del versante Nord di Monte Cacamillo e la base della Valle delle Cascate dell’Acquasanta dove, anche questo inverno, si erano formati accumuli di diversi metri di neve.

Di seguito le immagini anche storiche dei luoghi visitati e soprattutto ciò che abbiamo trovato sul fondo.

Mi scuso per la qualità non elevata delle foto fatte alle micrometeoriti ponendo la fotocamera sopra all’obiettivo del microscopio ma non dispongo di microscopio con fotocamera incorporata.

4- Uno dei vari canali di ricerca nella Valle del Fargno, qui in versione primaverile, alla base della parete Nord di M. Acuto
5- Il secondo luogo di perlustrazione, il versante Nord del Monte Cacamillo con il suo imbuto che ogni inverno può raccogliere anche 30 metri di neve.
6- Aprile 2017, il fondo dell’imbuto del versante Nord di Monte Cacamillo, localmente chiamato “Buggero” riempito dalle slavine del “nevone” del gennaio 2017 con circa 30 metri di neve, la cascata al centro era quasi completamente coperta.
7- Aprile 2018, Imbuto di “Buggero”, molta meno neve rispetto all’anno prima.
8- Giugno 2007, imbuto di “Buggero”, la cascata creando una corrente di aria ha scavato una galleria nell’accumulo di neve.
9- Giugno 2007, imbuto di “Buggero”, passaggio sotto l’accumulo di neve.
10- Giugno 2007, imbuto di “Buggero”, vista da sotto l’accumulo di neve.
11- Il terzo luogo perlustrato, qui in versione invernale, la Valle dell’Acquasanta con una delle sue tante cascate.
12- L’autore alla ricerca di micrometeoriti nel canalone nord del Monte Acuto

E CIO’ CHE ABBIAMO OSSERVATO AL MICROSCOPIO DOPO LA RICERCA CON I MAGNETI:

13- Frammenti magnetici attribuibili forse a minerali ferrosi in un canale della Valle del Fargno.
14- Frammenti magnetici non ben definiti, forse micrometeoriti o di natura antropica in un canale della Valle del Fargno.

Finalmente probabilissime micrometeoriti:

15- Probabili micrometeoriti in confronto con un righello millimetrato raccolte a Buggero.
16- Probabili micrometeoriti della foto 14 ingrandite (paragonarle con le immagini delle foto n.1-2)
17- Probabili micrometeoriti del Monte Acuto
18-Probabili micrometeoriti
19- Altra probabile micrometeorite della Valle dell’Acquasanta.
20- Frammento magnetici vari di dubbia natura, forse minerali di ferro.
21- Sferule di netta provenienza antropica raccolte all’esterno di una industria, a poche decine di metri dalla bocca di uscita di un impianto di aspirazione da un reparto di saldatura articoli metallici, molto differenti dalle possibili micrometeoriti riportate sopra.

Altri potenziali luoghi di ricerca per micrometeoriti, ovviamente dopo lo scioglimento della neve :

22-23-24 – Fosso di Casale – imbuto nord del Monte Vettore.
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25- Le Pisciarelle – Infernaccio
26- Le Pisciarelle, maggio 2015 c’era ancora il ponte.
27- Fosso de “Le Vene” – Monte Sibilla, Maggio 2015
28- Fosso de “Le Vene” – Monte Sibilla, Luglio 2015, il torrente con il movimento di aria che crea ha sciolto l’accumulo di neve della foto n.24 che si è sfondato creando questo spaventoso buco.



VALLE DELLE FONTI Escursione con gli amici della Banca dei Sibillini

ASCENSIONE N. 975 dal 1979.

Il 22 Giugno 2019 con gli amici della Banca dei Sibillini – Credito Cooperativo di Casavecchia abbiamo organizzato un’escursione sui Monti Sibillini.

La meta era il gruppo del Monte Bove ma il maltempo ci ha fatto rinunciare ed abbiamo optato per un percorso più breve.

Abbiamo raggiunto la Valle delle Fonti da Castelluccio e quindi abbiamo effettuato un giro nei Colli Alti e Bassi per visitare la scarpata cosismica apertasi a seguito del terremoto dell’Ottobre 2016.

Quindi siamo scesi a Nottoria di Norcia a visitare la Grande Quercia secolare ed infine giro turistico-gastronomico a Norcia.

Nonostante il maltempo abbiamo trascorso una bellissima giornata tra amici con la solita allegria che caratterizza gli appassionati della montagna delle varie filiali della Banca.

Di seguito le, purtroppo poche, immagini della giornata a seguito di un problema tecnico che ho avuto con la fotocamera.

1- Il gruppo di escursionisti ai piedi della scarpata cosismica dei Colli Alti e Bassi.
2- L’abbassamento del terreno a seguito del terremoto contrassegnato dalla fascia bianca nella parete rocciosa in quanto la roccia sotto terra non essendo esposta agli agenti atmosferici è rimasta pulita da licheni e quindi si presenta bianca .
Notare la forma della pianta di Globularia meridionalis scesa più in basso di circa 50 centimetri.
3- La grande Quercia secolare di Nottoria di Norcia
4- Sosta per il pranzo sotto alla grande quercia.



LA FIORITURA PRIMAVERILE SPONTANEA A CASTELLUCCIO

ASCENSIONE N. 971 dal 1979.

Il 1 giugno, nonostante il tempo non sia stato dei migliori, sono stato a fare una escursione botanica nella zona di Castelluccio ed a fotografare la flora spontanea, nel Piano Grande e nei prati circostanti la piana di Castelluccio, che a primavera produce una fioritura poco conosciuta ma non meno bella della invece più conosciuta fioritura estiva pilotata dalla mano dell’uomo di papaveri e fiordalisi nei campi coltivati a lenticchia e farro.

Di seguito le immagini della fioritura spontanea.

1- Fioritura di Acinos alpinus nelle pendici dei Colli Alti e Bassi visibile da lontano, nel pendio in secondo piano si vede la frattura prodotta dal sisma dell’Ottobre 2016.
2- la fioritura di Acinos alpinus vista da vicino
3- Orchis ustulata ai Colli Alti e Bassi
l- Il tulipanetto giallo del Piano Grande: “tulipa australis”
5- Narcissus poeticus e tulipa australis che sembrano quasi dialogare tra loro
6 – 7 Il sole si riflette nei vari stagni del Fosso Mergani al Piano Grande
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8- La fioritura spontanea del Piano Grande, a sinistra il “cumulo di macerie” di Castelluccio.
Sullo sfondo il M. Porche a sinistra e il M. Argentella a destra, nei Colli Alti e Bassi si nota la fioritura delle foto n.1-2.
9-10 Fioritura in serie di Narcisi dei poeti bianchi, ranuncoli e tulipani gialli, milioni di fiori spontanei tutti insieme. Sullo sfondo la parete rocciosa dell’Inghiottitoio del Fosso Mergani.
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11 e di seguito- Fioritura a Linum alpinum a Costa i Collicelli.
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