Il 23 febbraio 2020, in condizioni primaverili per la mancanza di neve ed un fortissimo vento che ha aumentato di potenza durante la giornata, sono salito al Monte Vettore per l’itinerario classico di salita da Forca di Presta per il Rifugio Zilioli con l’intero tracciato senza neve quindi ho raggiunto la cima risalendo il Canale Sud giusto per calpestare un po di neve dura.
Come di consueto ho incontrato gente che saliva con scarponi estivi, tuta e zaino scolastico che pretendeva di scendere al Lago di Pilato credendolo con acqua e senza un minimo di attrezzatura e abbigliamento invernale e gente che alle 12.45 si trovava ancora al M. Vettoretto con l’intenzione di salire al M. Vettore con un vento che aumentava di potenza nonostante le mie raccomandazioni di desistere dalla salita.
Ormai non ho più parole e non mi meravigliano i tanti infortuni che stanno accadendo in questi ultimi anni.
Di seguito le immagini della giornata.
Poi al pomeriggio una sosta ai Piani di Castelluccio:
MONTE ARGENTELLA E MONTE PALAZZO BORGHESE Da S. Lorenzo per il canale Ovest.
Anello classico, il 15 febbraio con Federico abbiamo raggiunto in auto la zona del S.Lorenzo dalla Madonna della Cona di Castelluccio e siamo partiti a piedi dalla fonte omonima.
Abbiamo risalito in tratto di bosco in direzione del canale Ovest del Monte Argentella quindi, su neve gelata e continua (avevo visto il canale dal M. Cardosa che era l’unico con neve fino alla cima) abbiamo raggiunto l’antecima ovest del M. Argentella quindi la cima più alta e siamo scesi anche verso il versante Nord per affacciarci sulla ripida parete denominata l’Abbandonata che scende a picco verso il Piano della Gardosa.
Quindi siamo risaliti di nuovo in cima e proseguito la cresta in direzione del Sasso di Palazzo Borghese, abbiamo raggiunto la cima dello scoglio gemello.
Siamo quindi scesi al fianco nord dello scoglio gemello un centinaio di metri nel canale Est di Sasso di Palazzo Borghese, oggetto già di una nostra salita invernale inedita, per fare delle foto e far provare a Federico una breve ma impegnativa salita su ghiaccio, infatti siamo risaliti su un canalino di neve gelata piuttosto ripido fino alla Sella di M. Palazzo Borghese.
Abbiamo quindi salito la cima del Sasso e quindi del M. Palazzo Borghese quindi siamo scesi dalla cresta in direzione dello scoglio denominato “il cammello” da cui abbiamo preso la “strada imperiale” fino ad intercettare il canale di salita.
Dal canale di salita siamo scesi velocemente scivolando su neve ormai ammorbidita fino ai boschi di San Lorenzo quindi brevemente fino alla fonte omonima.
Di seguito le immagini della giornata.
MONTE ACUTO da F. Bassete escursione pomeridiana
Non vorrei essere noioso riproponendo itinerari uguali a poca distanza di tempo ma con questa uscita voglio semplicemente dimostrare come anche lo stesso luogo, in momenti diversi, possa continuare a regalare immagini ed emozioni nuove.
L’escursione l’ho compiuta il pomeriggio del 12 febbraio, la notte successiva alla mia escursione è arrivata una veloce perturbazione da Nord che ha imbiancato i monti e la mattina un forte vento aveva trasformato un luogo autunnale in una fredda giornata invernale.
Da Camerino vedevo lunghi pennacchi di neve sollevata dal forte vento, la cosiddetta “refena”, in quei luoghi che neppure 12 ore prima mi avevano regalato un tiepido pomeriggio.
Di seguito le immagini delle due giornate.
13 febbraio 2020 veduta da Camerino dopo una notte di bufera di vento e neve in quota oltre i 1000 metri.
ASCENSIONE N.1000 MONTE CARDOSA
Finalmente l’8 febbraio 2020 ho effettuato la mia millesima ascensione sui Monti Sibillini.
Molti mi hanno chiesto come ho fatto a ricordare che ho effettuato 1000 ascensioni solo sui Monti Sibillini, facile le ho scritte tutte, dal 1979 fino ad oggi e lo dimostro mettendo le pagine più significative del mio diario.
SALITA:
Insieme ai miei amici abbiamo raggiunto in auto la frazione di Nocelleto (o più precisamente Cà Bartolo) di Castelsantangelo sul Nera o meglio quel che ne rimane essendo stato distrutto dal terremoto dell’Ottobre 2016 e siamo saliti per la Valle di Varogna che si innalza alla base del versante Sud di Monte Cardosa, dove si è verificato proprio l’epicentro del terremoto della sera del 26 ottobre 2016, seguendo il sentiero n. 255 (o n.24 in un’altra cartina del Parco dei Monti Sibillini ???) fino alla Fonte del Basto, da qui per strada sterrata fino a Poggio Cavolese dove poi liberamente senza tracciato per tratti alberati e per ripido pendio erboso abbiamo risalito il versante Sud-ovest di Monte Cardosa fino alla croce di cima a quota 1818 m.
La salita, compiuta tranquillamente in meno di 3 ore, è facile ed adatta a tutti anche se presenta comunque un dislivello totale da non sottovalutare di circa 1000 metri.
In cima, da cui si può splendidamente ammirare tutto il versante Ovest della catena dei Monti Sibillini, abbiamo ricordato il nostro amico Bruno prematuramente scomparso nel 2017 che era legato particolarmente a questa cima e anche per questo motivo è stata scelta per la millesima ascensione e quindi abbiamo brindato tutti con spumante.
Giornata calda, nei prati sommitali ad oltre 1500 metri già erano fioriti i Pie di gallo (Eranthis hyemalis), i bucaneve ai margini del bosco (galanthus nivalis) e tra le rocce girovagavano delle lucertole.
Per la discesa abbiamo ripercorso lo stesso itinerario.
I Monti Sibillini versano in una situazione davvero incredibile, mai vista, i versanti Sud sono praticamente puliti dalla neve.
L’innevamento è talmente irrilevante che non c’è un canalone che sia in condizioni da permettere una salita invernale totalmente su ghiaccio.
Al ritorno ci siamo fermati poi a pranzo dal nostro amico Tonino del Ristorante “la Filanda” di Visso dove abbiamo festeggiato con tanto di torta.
ALBUM DEI RICORDI
1000 ascensioni solo sul gruppo dei Monti Sibillini (e qualche altre centinaia in altri gruppi montuosi) sono davvero tante, in 40 anni ho trascorso quasi tre anni sulle mie montagne , ho girato il gruppo montuoso, lungo appena 30 chilometri, in lungo ed in largo ed in altezza, da tutti i versanti ed in tutte le stagioni e ho trascorso tantissimi momenti indimenticabili e per fortuna, pochi difficili e che comunque fanno parte del gioco e della statistica, mi sono accorto che la mia esperienza è rimasta in qualche modo nella storia del gruppo montuoso, due libri all’attivo e un sito internet dedicato con apertura di diverse decine di nuove vie alpinistiche e nuovi itinerari escursionistici inediti nella bibliografia dei Monti Sibillini, questa è la mia storia fino ad oggi.
Sfogliando dei vecchi album di fotografie ho trovato delle immagini di alcune delle mie prime ascensioni che allego anche se piuttosto scolorite
Alcune delle foto o diapositive più significative le avevo già pubblicate nel mio primo libro “I MIEI MONTI SIBILLINI” del 2011.
E per concludere, un ricordo :
a mio nonno Angelo che mi ha fatto conoscere queste meravigliose montagne
al nostro amico Bruno.
Un saluto alle mie figlie Beatrice e Miriana, a mio padre Giancarlo e mio fratello Andrea che non hanno potuto partecipare alla festa.
Un grazie per la bellissima giornata a:
mia moglie Cristina
e ai miei fantastici amici:
Fausto
Stefano
Monica
Federico
Carlo
Marco
Veronica
Tony
Davide
Alicia
Angelo
Massimo
LA GOULOTTE-CASCATA DELLO SCOGLIO DEL MONTONE
ASCENSIONE N. 999 dal 1979
L’assenza di neve e le condizioni di freddo intenso di questo strano inverno 2019-2020 hanno contribuito a formare la, anche se breve, bellissima goulotte-cascata del canale destro orografico dello Scoglio del Montone al versante Nord-ovest del Monte Castel Manardo. Erano diversi anni che non si osservavano tutti i diversi saltini rocciosi dell’intero canale ricoperti di ghiaccio in quanto generalmente la neve che si accumula nel suo interno lascia scoperti solo i salti verticali più alti rivestiti di ghiaccio di colata.
Il primo salto in basso era praticamente scoperto dal ghiaccio per la carenza idrica delle sorgenti montane poi i salti successivi, alti 8-10 metri invece presentavano una buona copertura di ghiaccio di spessore di anche 30-50 centimetri, ottime condizioni per i cascatisti.
Il canale è stato già salito da noi molti anni fa e la descrizione è riportata nel mio libro “IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI” a pagina 86.
Il 16 gennaio 2020, di pomeriggio per avere maggiore luce nel versante, sono andato a vedere da vicino la bellissima, anche se breve, colata di ghiaccio.
Di seguito le immagini della mia 999′ ascensione nei Monti Sibillini.
PIZZO TRE VESCOVI salita per i canali Nord, discesa per Forcella Angagnola.
ASCENSIONE N. 998 dal 1979
Il 12 gennaio 2020 con Stefano abbiamo percorso il classico anello Pintura di Bolognola – Strada del Fargno – Canale Nord di Pizzo Tre Vescovi – P. Tre Vescovi – Forcella Angagnola e ridiscesa per Rifugio del Fargno e la strada.
Anche in questa occasione ci siamo imbattuti in neve ormai trasformata in vetrato, durissima e pericolosa.
Ci siamo ancora imbattuti in gente che sale in montagna SENZA RAMPONI E PICCOZZE e con scarponcini da trekking estivo.
La salita del canale Nord di Pizzo Tre Vescovi ci ha impegnato, non certo per il dislivello e la pendenza ma per la consistenza della neve, nonostante la nostra esperienza, anche se non in cordata, siamo praticamente saliti frontalmente in piolet traction martellando di forza per far entrare le becche delle due piccozze e ramponi di punta sul ghiaccio anche su terreno che per la sua pendenza, massima di 40°, non lo avrebbe certamente richiesto.
Solo pochi centimetri di acciaio ci tenevano aggrappati al ghiaccio.
Se non avessimo affrontato in questo modo la salita, una eventuale scivolata ci avrebbe portato in pochi secondi fino alle sorgenti del Fiastrone poste 400 metri più in basso, senza immaginare le conseguenze.
La discesa verso Forcella Angagnola ci ha poi regalato la visione di immagini particolari con le nebbia che nel frattempo aveva riempito la valle dell’Ambro.
Di seguito le immagini della giornata.
GIRO DEL MONTE CASTEL MANARDO Da M. Berro per il canale Sud-est – discesa per Forcella Bassete.
ASCENSIONE N. 997 dal 1979
Il 31 dicembre 2019 con Carlo abbiamo compiuto una ascensione classica, dalla Pintura di Bolognola fino al Monte Berro per la strada sterrata quindi siamo saliti verso la costruzione della captazione dell’acquedotto a monte del Casale Grascette ed il canale Sud-est del Monte Castel Manardo fino alla sua cima.
Siamo infine discesi per la cresta dello Scoglio del Montone fino a Forcella Bassete quindi per la strada del Fargno fino alla Pintura.
Temperature superiori alla media del periodo in quota e la poca neve presente trasformata in ghiaccio a tratti vetroso caratterizzano questo anomalo inverno del 2019-2020.
Di seguito le immagini della giornata.
VAL DI PANICO – FORCA CERVARA
ASCENSIONE N. 994 dal 1979
Il 14 Dicembre 2019, con Fausto, Stefano e Federico, partendo da Casali di Ussita che abbiamo raggiunto in auto richiedendo apposita autorizzazione, abbiamo risalito tutta la Val di Panico. Nella valle si alternavano tratti di neve fresca accumulata dal vento con tratti di neve precedente ghiacciata. Nel pendio sotto a Forca Cervara (o Forcella della neve) abbiamo trovato la odiosissima neve non compattata ma con crosta superficiale ghiacciata che si sfondava ad ogni passo. Per fortuna ci siamo alternati nella traccia e alla fine, con non poca fatica, siamo riusciti a raggiungere la Forcella ma poi per il forte vento abbiamo deciso di non proseguire per altra meta
Di seguito le immagini della bellissima giornata invernale.
FORCELLA ANGAGNOLA DALLA PINTURA DI BOLOGNOLA Osservazioni particolari
ASCENSIONE N. 993 dal 1979
La facile e banalissima escursione dalla Pintura di Bolognola alla Forcella Angagnola risalendo per il Rifugio del Fargno non è chiaramente oggetto di pubblicazione se non sarebbe per alcune particolarità che abbiamo osservato io e Carlo durante il cammino.
Anzitutto giunti al 5 dicembre praticamente non c’è neve in montagna se non fosse per una spruzzatina centimetrica modellata dal vento da 1800 metri in su e praticamente solo nei versanti Nord.
Mi era capitato un inverno di molti anni fa di giungere al Natale e non c’era praticamente neve in montagna ma poi si rifece successivamente, speriamo sia così anche quest’anno soprattutto per garantire il riempimento del Lago di Pilato che ormai è asciutto.
Poi abbiamo incontrato ancora insetti in piena attività in quanto di fatto le temperature in montagna non sono ancora mai scese di molti gradi sottozero per lunghi periodi anche se sulla strada si erano formate delle sottili colate di ghiaccio.
Infine ci siamo imbattuti in strane ed inspiegabili “palle di neve” compatta scese dal versante Nord della cresta Acquario sia sul pendio che fino alla strada dove praticamente a monte non c’erano accumuli di neve o cornici tali da poter giustificare possibili microslavine ne aveva tirato vento forte tale da poter fare rotolare neve di accumulo.
Non ho mai visto un fenomeno del genere in 40 anni di ascensioni in montagna.
Tutto ciò è documentato nelle immagini che seguono.
MONTE ACUTO Dalla Pintura di Bolognola. Ascensione pomeridiana
ASCENSIONE N. 991 dal 1979
Il 21 novembre 2019 di pomeriggio e da solo ho raggiunto la cima del Monte Acuto partendo direttamente dalla Pintura di Bolognola in quanto la strada per il Rifugio del Fargno era già chiusa.
Sono salito alla Forcella Bassete ed in soli 30 minuti dalla Forcella ho raggiunto la cima del Monte Acuto risalendo la ripida cresta nord-est con nebbia a tratti e una spruzzatina millimetrica di neve oltre i 2000 metri.
In altri tempi in questo periodo la neve era caduta già copiosa.
L’aspetto più particolare delle salite autunnali pomeridiane è che non si incontra nessuno, si è praticamente soli in uno spazio immenso, per decine di chilometri di raggio intorno a me non c’è nessuno, non si sente un rumore, una voce e mi sento un po padrone di tanto spazio, mi sento dominare la natura che mi circonda pur avendo sempre la consapevolezza dei rischi che comunque nasconde.
Se mi succedesse qualcosa, una semplice distorsione o slogatura o una caduta potrei mettermi in grossa difficoltà, potrei rischiare di farmi sorprendere dalla notte e avere difficoltà a ritornare all’auto se non addirittura di dover trascorrere la notte in montagna.
Per questo quando salgo da solo amplifico la mia attenzione sui miei passi e sulla montagna che mi circonda, nello stesso tempo mi sento ancora di più immerso nella montagna perché prestando maggiore attenzione a ciò che faccio necessariamente devo essere più concentrato e libero la mia mente dai pensieri quotidiani.
Delle volte sento proprio il bisogno di salire da solo in montagna.
Il secondo aspetto che rende piacevoli le salite pomeridiane è il tramonto, d’autunno si fa notte presto e questo fatto non è da sottovalutare perché ci si rischia di mettersi in difficoltà per il sopraggiungere veloce del buio quindi bisogna pianificare una facile discesa e ritorno all’auto.
Nello stesso tempo i colori di alcuni tramonti possono essere unici e spettacolari.