MONTE VETTORE

Il 23 febbraio 2020, in condizioni primaverili per la mancanza di neve ed un fortissimo vento che ha aumentato di potenza durante la giornata, sono salito al Monte Vettore per l’itinerario classico di salita da Forca di Presta per il Rifugio Zilioli con l’intero tracciato senza neve quindi ho raggiunto la cima risalendo il Canale Sud giusto per calpestare un po di neve dura.

Come di consueto ho incontrato gente che saliva con scarponi estivi, tuta e zaino scolastico che pretendeva di scendere al Lago di Pilato credendolo con acqua e senza un minimo di attrezzatura e abbigliamento invernale e gente che alle 12.45 si trovava ancora al M. Vettoretto con l’intenzione di salire al M. Vettore con un vento che aumentava di potenza nonostante le mie raccomandazioni di desistere dalla salita.

Ormai non ho più parole e non mi meravigliano i tanti infortuni che stanno accadendo in questi ultimi anni.

Di seguito le immagini della giornata.

1- Dal Monte Vettoretto verso il Rifugio Zilioli senza calpestare neve.
2- La Punta di Prato Pulito e la Cima del lago dalla Forca delle Ciaole con la neve solo sui versanti Nord.
3- I versanti Sud delle altre cime dei Monti Sibillini praticamente senza neve.
4- La cima del M. vettore con neve solo nel canale Sud.
5- Lichene Rhizocarpon geographicum spicca tra i massi alla Forca delle Ciaole.
6- La via Maurizi, il canale tra il “Castello” e la Punta Maria al Pizzo del Diavolo in condizioni appena sufficienti per una salita invernale.
7- La Cima del Lago con le uscite dei canali della Nord anch’essi in condizioni minime per le salite invernali.
8- Il Pizzo del Diavolo e la Cime del Redentore viste dal canale Sud del M. Vettore.
9- La Punta di Prato Pulito e la Cima del Lago viste dal canale Sud del M. Vettore.
10- La Sella o Forca delle Ciaole con il Rifugio Zilioli a destra.
11- 12 Dettagli sul Pizzo del Diavolo dalla cima del M. Vettore.
12- Il Gran Gendarme con la conca del Lago di Pilato quasi senza neve.
13- Veduta d’insieme dalla cima del M. Vettore.
14- La cresta di Cima di Pretare anch’essa con pochissima neve.
15- Discesa verso la Forca delle Ciaole con vento in aumento che solleva neve dalla cresta della Punta di Prato Pulito.
16- Il Pizzo del Diavolo visto dalla Forca delle Ciaole illuminato dal sole di mezzogiorno.
17- Giunto al Rifugio Zilioli avevo difficoltà a stare in piedi dal forte vento, come ben visibile nella cresta di fronte.
18- L’alta temperatura, 8°C, ed il vento hanno trasformato il sentiero in un ruscello sciogliendo la poca neve laterale e aumentando l’erosione. eppure non ci vorrebbe molto a fare qualche solco di scolo laterale.
19- Alle 12,43 escursionisti sul pianoro del M. Vettoretto che, con un fortissimo vento, sono decisi raggiungere la cima del Monte Vettore nonostante i miei tentativi di farli rinunciare alla salita.
20- Ranunculus ficaria già in fiore a Forca di Presta

Poi al pomeriggio una sosta ai Piani di Castelluccio:

21- Il Monte Guaidone con due persone appena visibili a sinistra nel Piano Grande….come si è piccoli di fronte alle montagne.
22- La Cima del Redentore in versione “maggio” con centinaia di talpe nei prati già uscite dal letargo invernale.
23- laghetti del Piano Grande con, intorno, centinaia di buche di talpe.
24- Uno dei tanti laghetti primaverili del Piano Grande.



MONTE ARGENTELLA E MONTE PALAZZO BORGHESE Da S. Lorenzo per il canale Ovest.

Anello classico, il 15 febbraio con Federico abbiamo raggiunto in auto la zona del S.Lorenzo dalla Madonna della Cona di Castelluccio e siamo partiti a piedi dalla fonte omonima.

Abbiamo risalito in tratto di bosco in direzione del canale Ovest del Monte Argentella quindi, su neve gelata e continua (avevo visto il canale dal M. Cardosa che era l’unico con neve fino alla cima) abbiamo raggiunto l’antecima ovest del M. Argentella quindi la cima più alta e siamo scesi anche verso il versante Nord per affacciarci sulla ripida parete denominata l’Abbandonata che scende a picco verso il Piano della Gardosa.

Quindi siamo risaliti di nuovo in cima e proseguito la cresta in direzione del Sasso di Palazzo Borghese, abbiamo raggiunto la cima dello scoglio gemello.

Siamo quindi scesi al fianco nord dello scoglio gemello un centinaio di metri nel canale Est di Sasso di Palazzo Borghese, oggetto già di una nostra salita invernale inedita, per fare delle foto e far provare a Federico una breve ma impegnativa salita su ghiaccio, infatti siamo risaliti su un canalino di neve gelata piuttosto ripido fino alla Sella di M. Palazzo Borghese.

Abbiamo quindi salito la cima del Sasso e quindi del M. Palazzo Borghese quindi siamo scesi dalla cresta in direzione dello scoglio denominato “il cammello” da cui abbiamo preso la “strada imperiale” fino ad intercettare il canale di salita.

Dal canale di salita siamo scesi velocemente scivolando su neve ormai ammorbidita fino ai boschi di San Lorenzo quindi brevemente fino alla fonte omonima.

Di seguito le immagini della giornata.

1- Il canale Ovest del M. Argentella nel tratto iniziale poco sopra al bosco al mattino presto e con forte vento, al sole la zona di San Lorenzo
2- A metà canale, sullo sfondo il Monte Prata e il Monte Cardosa.
3- Uscita del canale nei pressi dell’antecima Ovest del M. Argentella, sullo sfondo Il M. Palazzo Borghese, il Sasso e il M. Porche
4- Innevamento scarso sul plateau sommitale del M. Argentella.
5- Salendo verso la cima del M. Argentella si scopre il gruppo del M. Vettore a sinistra e la Cima del Redentore a destra
6- Le nostre ombre verso il M. Palazzo Borghese e M.Porche.
7- Scendendo dalla cima del M. Argentella verso l’antecima Nord
8- La ripidissima parete Nord del M. Argentella con la neve solo nel lato Nord mentre il lato Est è completamente pulito, scherzi di questo strano inverno. Nel filo di cresta centrale e nel canalino sinistro sale la nostra via estiva descritta nel mio secondo libro
9- Dimostrazione della verticalità della parete Nord denominata anche “L’abbandonata”.
10- veduta verso Sud, il M. vettore e la conca del Lago di Pilato.
11- Forca Viola e la cresta da Quarto S. Lorenzo alla Cima del Redentore.
12- Veduta verso Nord, sullo sfondo il M. Porche e l’imponente Sasso di Palazzo Borghese con lo scoglio gemello più piccolo ed il canalino che costeggia la parete salito per la prima volta da noi e descritto nel sito.
13- La Cima Vallelunga e sullo sfondo Il Pizzo Berro e il Pizzo Regina.
14- Il M. Sibilla praticamente senza neve.
15- La cresta di discesa dal M. Argentella verso il M. Palazzo Borghese e i due scogli gemelli.
16- La cima dello scoglio gemello del sasso di Palazzo Borghese completamente squarciato dal terremoto del 206 con ancora un alto pericolo di crolli di massi, sullo sfondo il M. Argentella.
17- Il Sasso di Palazzo Borghese con il canalino alla base della parete Sud della nostra via invernale,.
17- Il ripido canalino ghiacciato tra i due scogli che abbiamo risalito dopo essere scesi un centinaio di metri nel canale Est di Sasso di Palazzo Borghese.
18- Il tratto più ripido del canalino.
19- L’uscita con alle spalle la parete Sud del Sasso di Palazzo Borghese.
20- Il tratto risalito delle foto 17-19 visto in verticale dalla cima di Sasso di Palazzo Borghese.
21- Il gruppo Sud del Monti Sibillini visto dalla cima di sasso di Palazzo Borghese.
22- La martoriata cima del Sasso di palazzo Borghese con massi ancora instabilissimi, sullo sfondo il M. Porche.
23- la cima del M. Palazzo Borghese.
24- La mia ombra si riflette su un masso della parete Nord di Sasso di Palazzo Borghese, sullo sfondo il sentiero che proviene dalla Fonte dell’Acero.
25- Facili roccette prima della cima di M. Palazzo Borghese, in fondo la sella tra il Sasso (a sinistra) e lo scoglio gemello (a destra)
26- Veduta verso Castelluccio ed il Piano Grande in condizioni autunnali o meglio primaverili.
27- La valletta tra il M. Argentella e il M. Palazzo Borghese.
28- Scogli alla forcella della “Strada imperiale”
29- Lo scoglio denominato “il cammello”
30- La rapida discesa in scivolata su neve ammorbidita nel canale Ovest risalito al mattino con neve ghiacciata.
31- 32 Steli di Verbascum e Digitalis nella Valle di San Lorenzo
32
33- Larva di insetti del genere Tricottero nell’acqua della Fonte di San Lorenzo racchiusa in un guscio di sassolini incollati tra loro.
34- Il percorso dell’escursione.



MONTE ACUTO da F. Bassete escursione pomeridiana

Non vorrei essere noioso riproponendo itinerari uguali a poca distanza di tempo ma con questa uscita voglio semplicemente dimostrare come anche lo stesso luogo, in momenti diversi, possa continuare a regalare immagini ed emozioni nuove.

L’escursione l’ho compiuta il pomeriggio del 12 febbraio, la notte successiva alla mia escursione è arrivata una veloce perturbazione da Nord che ha imbiancato i monti e la mattina un forte vento aveva trasformato un luogo autunnale in una fredda giornata invernale.

Da Camerino vedevo lunghi pennacchi di neve sollevata dal forte vento, la cosiddetta “refena”, in quei luoghi che neppure 12 ore prima mi avevano regalato un tiepido pomeriggio.

Di seguito le immagini delle due giornate.

1- Pomeriggio in versione autunnale a Forcella Bassete nel sentiero che sale verso M. Acuto, salgo in maniche di camicia.
2- Verso il Monte Acuto
3- I canaloni della Nord di Pizzo Regina in ombra anche verso il tramonto sono gli unici che riescono a mantenere la neve di questo strano inverno.
4- Zoom sulla cima di Pizzo Regina con la croce.
5- Un’ombra raffigurante una testa di un cane si forma al tramonto sul versante Nord di Pizzo Regina.
6- Il sole illumina di colori una nuvola di nebbia sulla cima del Monte Acuto
7- L’intero versante Nord di Pizzo Regina quasi senza neve.
8- Tramonto dietro ala cima di Monte Acuto.
9- Scendendo dal M. Acuto verso il tramonto la sua ombra è giunta a Forcella Bassete.
10- La Pescolletta si sta immergendo nell’ombra
11- Luci ed ombre alla Forcella Bassete, sullo sfondo il Pizzo ed il Poggio della Croce.
12- Cambiando posizione il sole è sceso sull’orizzonte lungo la cresta Nord del Monte Acuto.
13- Al tramonto già iniziano ad addensarsi minacciose nuvole, preludio di una notte di bufera.
14- Ultimo raggio di sole sugli ultimi faggi della Valle del Fargno.
15- Rami contorti di faggio sulla strada del ritorno.

13 febbraio 2020 veduta da Camerino dopo una notte di bufera di vento e neve in quota oltre i 1000 metri.

16- Il M Cacamillo in primo piano e il Pizzo Regina sullo sfondo con colonne di neve fresca sollevate dal vento alte anche 100 metri sulla cresta.
17- Il M. Rotondo sulla destra con una colonna di neve alta forse anche 200 metri.



ASCENSIONE N.1000 MONTE CARDOSA

Finalmente l’8 febbraio 2020 ho effettuato la mia millesima ascensione sui Monti Sibillini.

Molti mi hanno chiesto come ho fatto a ricordare che ho effettuato 1000 ascensioni solo sui Monti Sibillini, facile le ho scritte tutte, dal 1979 fino ad oggi e lo dimostro mettendo le pagine più significative del mio diario.

1- La prima pagina del mio diario delle escursioni
2- La pagina del 20° anno di attività (ridotta per motivi di lavoro e familiari)
3- La pagina del 40° anno di attività

SALITA:

Insieme ai miei amici abbiamo raggiunto in auto la frazione di Nocelleto (o più precisamente Cà Bartolo) di Castelsantangelo sul Nera o meglio quel che ne rimane essendo stato distrutto dal terremoto dell’Ottobre 2016 e siamo saliti per la Valle di Varogna che si innalza alla base del versante Sud di Monte Cardosa, dove si è verificato proprio l’epicentro del terremoto della sera del 26 ottobre 2016, seguendo il sentiero n. 255 (o n.24 in un’altra cartina del Parco dei Monti Sibillini ???) fino alla Fonte del Basto, da qui per strada sterrata fino a Poggio Cavolese dove poi liberamente senza tracciato per tratti alberati e per ripido pendio erboso abbiamo risalito il versante Sud-ovest di Monte Cardosa fino alla croce di cima a quota 1818 m.

La salita, compiuta tranquillamente in meno di 3 ore, è facile ed adatta a tutti anche se presenta comunque un dislivello totale da non sottovalutare di circa 1000 metri.

In cima, da cui si può splendidamente ammirare tutto il versante Ovest della catena dei Monti Sibillini, abbiamo ricordato il nostro amico Bruno prematuramente scomparso nel 2017 che era legato particolarmente a questa cima e anche per questo motivo è stata scelta per la millesima ascensione e quindi abbiamo brindato tutti con spumante.

Giornata calda, nei prati sommitali ad oltre 1500 metri già erano fioriti i Pie di gallo (Eranthis hyemalis), i bucaneve ai margini del bosco (galanthus nivalis) e tra le rocce girovagavano delle lucertole.

Per la discesa abbiamo ripercorso lo stesso itinerario.

I Monti Sibillini versano in una situazione davvero incredibile, mai vista, i versanti Sud sono praticamente puliti dalla neve.

L’innevamento è talmente irrilevante che non c’è un canalone che sia in condizioni da permettere una salita invernale totalmente su ghiaccio.

Al ritorno ci siamo fermati poi a pranzo dal nostro amico Tonino del Ristorante “la Filanda” di Visso dove abbiamo festeggiato con tanto di torta.

4- La Cà Bartolo e sullo sfondo la zona del Passo Cattivo.
5- Il pendio erboso sommitale del Monte Cardosa
6- Arrivati quasi in cima.
7- Rocce della cresta e sullo sfondo i Monti Sibillini dal Monte Bove Sud al M. Palazzo Borghese.
8- Veduta dalla cima di M. Cardosa verso Nord con Camerino e il M. San Vicino.
9- Foto di gruppo sulla croce di vetta.
10- La cima del M. Cardosa, nelle mani una foto di mio nonno, una foto di Bruno e le mie montagne alle spalle, da destra la Croce del M. Rotondo, il M. Rotondo, La Croce di M. Bove più in basso ed il M. Bove Nord nel margine.
11- L’altra parte della catena dei Monti Sibillini, il passo Cattivo a sinistra della croce, alla mia destra il M. Porche, M. Palazzo Borghese, M. Argentella quindi il gruppo della Cima del Redentore.
12- Si brinda a spumante.
13- Il riposo del guerriero (non sono io ubriaco !!!!).
14- Il Piè di Gallo fiorito ( Eranthis hyemalis)
15- Un bucaneve (galanthus nivalis) che sta facendo la sua parte, come dice il suo nome comune.
16- Pranzo al Ristorante “La Filanda” di Visso.
17- La torta delle 1000 ascensioni.
18- Il regalo alla carriera dei miei amici, la “piccozza nella roccia”

ALBUM DEI RICORDI

1000 ascensioni solo sul gruppo dei Monti Sibillini (e qualche altre centinaia in altri gruppi montuosi) sono davvero tante, in 40 anni ho trascorso quasi tre anni sulle mie montagne , ho girato il gruppo montuoso, lungo appena 30 chilometri, in lungo ed in largo ed in altezza, da tutti i versanti ed in tutte le stagioni e ho trascorso tantissimi momenti indimenticabili e per fortuna, pochi difficili e che comunque fanno parte del gioco e della statistica, mi sono accorto che la mia esperienza è rimasta in qualche modo nella storia del gruppo montuoso, due libri all’attivo e un sito internet dedicato con apertura di diverse decine di nuove vie alpinistiche e nuovi itinerari escursionistici inediti nella bibliografia dei Monti Sibillini, questa è la mia storia fino ad oggi.

Sfogliando dei vecchi album di fotografie ho trovato delle immagini di alcune delle mie prime ascensioni che allego anche se piuttosto scolorite

Alcune delle foto o diapositive più significative le avevo già pubblicate nel mio primo libro “I MIEI MONTI SIBILLINI” del 2011.

4 – 5 La prima escursione al Pizzo Regina e Pizzo Berro con mio fratello e mio padre (dietro alla fotocamera)
6 – 7 La prima escursione al Lago di Pilato e la prima arrampicata alla via Bafile al Pizzo del Diavolo
8- La prima invernale al M. Sibilla e Cima Vallelunga.
9- La prima arrampicata alla Punta Anna – M. Bove Nord
10- L’apertura della nostra via su roccia della cengia al Sasso di Palazzo Borghese.
11- La prima salita estiva alla via della Pera al M. Bove Nord.
12- La prima invernale per la cresta Est del Monte Acuto
13- La prima invernale all’imbuto Nord del Monte Vettore
14- La prima invernale al Canalino Primavera al M. Bove Sud.
15- La prima ascensione alla via del Canalino – Versante Sud-ovest del M. Vettore nel tratto attrezzato.
16- La prima invernale alla parete Nord del M. Acuto
17- La prima invernale al Canale Maurizi al M. Bicco
18- La prima escursione all’Infernaccetto dell’Ambro
19- La prima escursione al Laghetto di M.Palazzo Borghese.
20 – 21 La prima invernale al Pizzo Tre Vescovi e meritato riposo sulla testa del Gran Gendarme al Pizzo del Diavolo.
La nostra via invernale alla parete Nord di Cima Acquario – valle del Fargno.

E per concludere, un ricordo :

  • a mio nonno Angelo che mi ha fatto conoscere queste meravigliose montagne
  • al nostro amico Bruno.

Un saluto alle mie figlie Beatrice e Miriana, a mio padre Giancarlo e mio fratello Andrea che non hanno potuto partecipare alla festa.

Un grazie per la bellissima giornata a:

  • mia moglie Cristina

e ai miei fantastici amici:

  • Fausto
  • Stefano
  • Monica
  • Federico
  • Carlo
  • Marco
  • Veronica
  • Tony
  • Davide
  • Alicia
  • Angelo
  • Massimo



LA GOULOTTE-CASCATA DELLO SCOGLIO DEL MONTONE

ASCENSIONE N. 999 dal 1979

L’assenza di neve e le condizioni di freddo intenso di questo strano inverno 2019-2020 hanno contribuito a formare la, anche se breve, bellissima goulotte-cascata del canale destro orografico dello Scoglio del Montone al versante Nord-ovest del Monte Castel Manardo. Erano diversi anni che non si osservavano tutti i diversi saltini rocciosi dell’intero canale ricoperti di ghiaccio in quanto generalmente la neve che si accumula nel suo interno lascia scoperti solo i salti verticali più alti rivestiti di ghiaccio di colata.

Il primo salto in basso era praticamente scoperto dal ghiaccio per la carenza idrica delle sorgenti montane poi i salti successivi, alti 8-10 metri invece presentavano una buona copertura di ghiaccio di spessore di anche 30-50 centimetri, ottime condizioni per i cascatisti.

Il canale è stato già salito da noi molti anni fa e la descrizione è riportata nel mio libro “IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI” a pagina 86.

Il 16 gennaio 2020, di pomeriggio per avere maggiore luce nel versante, sono andato a vedere da vicino la bellissima, anche se breve, colata di ghiaccio.

Di seguito le immagini della mia 999′ ascensione nei Monti Sibillini.

1- Il canale destro dello Scoglio del Montone con la colata di ghiaccio interna.
2- La colata di ghiaccio con i due salti verticali.
3- La Valle di Bolognola vista dal bordo del canale.
4- Lingue di ripida neve permettono di addentrarsi nel canale, la cascata più in alto vista di lato.
5- La cascata più in alto vista dalla sua base.
6- La cascata mediana vista dalla sua base.
7- Il Monte Acuto ed il Pizzo Tre Vescovi a sinistra.
8- La colata di ghiaccio vista dalla base del canale.
9- La cascata più in alto vista da sopra la cascata mediana.
10- Il primo salto in fondo al canale, non ricoperto di ghiaccio.
11- Ghiaccioli a sinistra nella foto n.10
12- L’intera colata vista da sopra il primo salto.
13- Il canale con la colata di ghiaccio e le lingue di neve al lato destro che permettono di addentrarsi, visto dalla sua base, a destra lo Scoglio del Montone.
14- Lo scoglio del Montone ed l sole che stra tramontando dietro al Monte Acuto.
15- Cristalli di brina ricristallizzati sopra alla neve gelata.
16- Lo Scoglio del Montone , versante Nord, con una piccola cascatina gelata a sinistra e una piccola grotta a destra.
17- Il sole ormai è sceso dietro al Monte Acuto.



PIZZO TRE VESCOVI salita per i canali Nord, discesa per Forcella Angagnola.

ASCENSIONE N. 998 dal 1979

Il 12 gennaio 2020 con Stefano abbiamo percorso il classico anello Pintura di Bolognola – Strada del Fargno – Canale Nord di Pizzo Tre Vescovi – P. Tre Vescovi – Forcella Angagnola e ridiscesa per Rifugio del Fargno e la strada.

Anche in questa occasione ci siamo imbattuti in neve ormai trasformata in vetrato, durissima e pericolosa.

Ci siamo ancora imbattuti in gente che sale in montagna SENZA RAMPONI E PICCOZZE e con scarponcini da trekking estivo.

La salita del canale Nord di Pizzo Tre Vescovi ci ha impegnato, non certo per il dislivello e la pendenza ma per la consistenza della neve, nonostante la nostra esperienza, anche se non in cordata, siamo praticamente saliti frontalmente in piolet traction martellando di forza per far entrare le becche delle due piccozze e ramponi di punta sul ghiaccio anche su terreno che per la sua pendenza, massima di 40°, non lo avrebbe certamente richiesto.

Solo pochi centimetri di acciaio ci tenevano aggrappati al ghiaccio.

Se non avessimo affrontato in questo modo la salita, una eventuale scivolata ci avrebbe portato in pochi secondi fino alle sorgenti del Fiastrone poste 400 metri più in basso, senza immaginare le conseguenze.

La discesa verso Forcella Angagnola ci ha poi regalato la visione di immagini particolari con le nebbia che nel frattempo aveva riempito la valle dell’Ambro.

Di seguito le immagini della giornata.

1- Colata di ghiaccio sulle pareti della strada sotto a M. Acuto
2- salita del canale Nord di Pizzo Tre Vescovi.
3- Momento di riposo durante l’impegnativa salita, piccozze di becca e ramponi di punta, solo pochi centimetri di acciaio ti tengono aggrappati al ghiaccio.
4- Ormai raggiunta la cresta le difficoltà terminano, a sinistra il M. Acuto
5- Sulla cresta scopriamo la Valle dell’Ambro ricoperta di nebbia, sullo sfondo il Pizzo Regina.
6- Il M. Acuto e sullo sfondo il M. Castel Manardo parzialmente ricoperto di nebbia.
7- 8 Il sottoscritto durante la salita verso il Pizzo Tre Vescovi (ph. S. Ciocchetti)
8
9- Man mano che saliamo verso la cima di Pizzo Te Vescovi sale anche la nebbia
10- La nebbia che ha riempito la Valle dell’Ambro tracima verso la Val di Panico
11- Il Pizzo Regina ed il Pizzo Berro visti dalla Cima di Pizzo Tre Vescovi.
12- Cristalli di ghiaccio in cresta
13- Massi posti sulla cresta che scende dalla cima di Pizzo Tre vescovi verso Forcella Angagnola.
14- Ci immergiamo nella nebbia nella cresta di Forcella Angagnola, la poca neve è presente solo nel versante Nord-est.
16- Il Pizzo Tre vescovi con la cresta discesa visto da Forcella Angagnola.
17- L’antecima Nord di Pizzo Berro vista da Forcella Angagnola, abbiamo scavalcato la nebbia.
18- Il Pizzo Regina emerge maestoso dalla nebbia posta pochi metri sotto ai nostri piedi.
19- Gloria solare dalla cima che sovrasta Forcella Angagnola.
20- Stefano sulla cima che sovrasta Forcella Angagnola scoperta dalla nebbia per pochi metri.
21- Il sottoscritto nella stessa posizione della foto 20 (ph. S. Ciocchetti)
22- Riprendiamo il cammino verso il Rifugio del Fargno, Stefano contornato dalla nebbia che si riversa verso la Val di Panico.



GIRO DEL MONTE CASTEL MANARDO Da M. Berro per il canale Sud-est – discesa per Forcella Bassete.

ASCENSIONE N. 997 dal 1979

Il 31 dicembre 2019 con Carlo abbiamo compiuto una ascensione classica, dalla Pintura di Bolognola fino al Monte Berro per la strada sterrata quindi siamo saliti verso la costruzione della captazione dell’acquedotto a monte del Casale Grascette ed il canale Sud-est del Monte Castel Manardo fino alla sua cima.

Siamo infine discesi per la cresta dello Scoglio del Montone fino a Forcella Bassete quindi per la strada del Fargno fino alla Pintura.

Temperature superiori alla media del periodo in quota e la poca neve presente trasformata in ghiaccio a tratti vetroso caratterizzano questo anomalo inverno del 2019-2020.

Di seguito le immagini della giornata.

1- I prati leggermente imbiancati che salgono verso il M. Castel Manardo tra il M. Berro ed il M. Amandola
2- Filo d’erba glassato dalla galaverna.
3- L’inizio del canale che conduce alla captazione dell’acquedotto con la luce radente del mattino presto.
4- Le nostre ombre sulla sponda del canale
5- L’inizio del canale, in alto a destra il M. Amandola con la traccia della strada sterrata.
6- Salendo verso il M. Castel Manardo, iniziano ad apparire il Pizzo Regina a sinistra, il Pizzo Berro al centro ed il Pizzo Tre Vescovi a destra.
7- Veduta verso sud con il Corno Grande ed il gruppo del Gran Sasso, la Maiella sullo sfondo
8- Il canale sud-est del M. Castel Manardo che, dalla strada, mantiene una sottile striscia di neve che ci ha permesso di raggiungere facilmente la cima, alle spalle Il Pizzo e la valle dell”Ambro.
9- Da sinistra il Pizzo Regina, Pizzo Berro, Pizzo Tre Vescovi e M. Acuto.
10- Sulla cima del M. Castel Manardo, il M. Rotondo sullo sfondo a destra
11- Il plateau sommitale tra la cima del M. Castel Manardo e lo Scoglio del Montone con la neve talmente gelata che non riuscivano a lasciare traccia.
12- La cresta che scende dallo Scoglio del Montone verso Forcella Bassete (nascosta), sullo sfondo il Pizzo Tre Vescovi ed il M. Acuto. che sembrano collegati con la stessa cresta in primo piano.
13- La cresta che scende dallo Scoglio del Montone verso Forcella Bassete con una spruzzata di neve solo sul versante Nord, gli anni passati grosse cornici di neve rendevano impegnativa questa discesa.



VAL DI PANICO – FORCA CERVARA

ASCENSIONE N. 994 dal 1979

Il 14 Dicembre 2019, con Fausto, Stefano e Federico, partendo da Casali di Ussita che abbiamo raggiunto in auto richiedendo apposita autorizzazione, abbiamo risalito tutta la Val di Panico. Nella valle si alternavano tratti di neve fresca accumulata dal vento con tratti di neve precedente ghiacciata. Nel pendio sotto a Forca Cervara (o Forcella della neve) abbiamo trovato la odiosissima neve non compattata ma con crosta superficiale ghiacciata che si sfondava ad ogni passo. Per fortuna ci siamo alternati nella traccia e alla fine, con non poca fatica, siamo riusciti a raggiungere la Forcella ma poi per il forte vento abbiamo deciso di non proseguire per altra meta

Di seguito le immagini della bellissima giornata invernale.

1-La parete Nord del Monte Bove Nord.
2- La parete Est del Monte Bove Nord
3- La parete Est del Monte Bove Nord dove spicca la Punta Anna o Testa di Scimmia
4- Il versante Sud-Ovest del Monte Rotondo con alte colonne di neve fresca sollevata dal forte vento in quota.
5- La testata della Val di Panico con le pareti del Monte Bove Sud.
6- Fasi si salita in Val di Panico
7- Il versante Ovest del Pizzo Berro.
8- La poca neve lascia scoperte ancora piante secche di Gentiana lutea.
9- Il versante Ovest del Pizzo Tre Vescovi con l’ultimo lembo di bosco della Val di Panico.
10-. Giunti alla testata della Val di Panico il sole sta sorgendo adesso, ore 9,30.
11- La testata della Val di Panico con la cascata “Torre di Luna” ancora non in piena condizione invernale.
12- La cascata “Torre di luna”
13 – 14 – 15 Ci dirigiamo verso la Forca Cervara nella magia della neve fresca
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16 – 17 Salendo verso Forca Cervara ci confrontiamo anche con il forte vento di quota.
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18- Finalmente, con non poca fatica, arriviamo a Forca Cervara
19- Il versante Ovest del Pizzo Berro
20 – 21 Il versante Est del Monte Bove Sud.
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22 – 23 – 24 Le nostre ombre si riflettono sulla neve grazie al sole di metà dicembre molto basso sull’orizzonte durante la discesa in Val di Panico.
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FORCELLA ANGAGNOLA DALLA PINTURA DI BOLOGNOLA Osservazioni particolari

ASCENSIONE N. 993 dal 1979

La facile e banalissima escursione dalla Pintura di Bolognola alla Forcella Angagnola risalendo per il Rifugio del Fargno non è chiaramente oggetto di pubblicazione se non sarebbe per alcune particolarità che abbiamo osservato io e Carlo durante il cammino.

Anzitutto giunti al 5 dicembre praticamente non c’è neve in montagna se non fosse per una spruzzatina centimetrica modellata dal vento da 1800 metri in su e praticamente solo nei versanti Nord.

Mi era capitato un inverno di molti anni fa di giungere al Natale e non c’era praticamente neve in montagna ma poi si rifece successivamente, speriamo sia così anche quest’anno soprattutto per garantire il riempimento del Lago di Pilato che ormai è asciutto.

Poi abbiamo incontrato ancora insetti in piena attività in quanto di fatto le temperature in montagna non sono ancora mai scese di molti gradi sottozero per lunghi periodi anche se sulla strada si erano formate delle sottili colate di ghiaccio.

Infine ci siamo imbattuti in strane ed inspiegabili “palle di neve” compatta scese dal versante Nord della cresta Acquario sia sul pendio che fino alla strada dove praticamente a monte non c’erano accumuli di neve o cornici tali da poter giustificare possibili microslavine ne aveva tirato vento forte tale da poter fare rotolare neve di accumulo.

Non ho mai visto un fenomeno del genere in 40 anni di ascensioni in montagna.

Tutto ciò è documentato nelle immagini che seguono.

1- Vivace insettino sulla neve, sembra sia un Dittero della specie di Chionea con zampe simili ad un ragno ma ovviamente in numero inferiore, tra l’altro anche raro.
2- Le dimensioni dell’insetto
3- La Val di Panico vista dalla Forcella del Fargno
4- Il PIzzo Regina vista da Forcella Angagnola
5- La Forcella Angagnola con l’antecima Nord del Pizzo Berro,
6- Carlo con il Monte Bove Nord alle spalle.
7- La parte sommitale del versante Nord del Pizzo Regina
8- Il sottoscritto sulla cima di Forcella Angagnola, alle spalle il Pizzo Berro e il Pizzo Regina.
9- Il PIzzo Berro visto dalla Forcella del Fargno.
10 – 11 Erba glassata sulla strada per il Rifugio del Fargno
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12- Le prime sottili colate di ghiaccio sulle pareti della strada
13- L’acqua uscente da un tratto breccioso è gelata a contatto con la parete di roccia.
14- Piantina di Robertia taraxacoides glassata su parete di scaglia rossa.
15- La strada con le colate di ghiaccio, sullo sfondo i pendii della zona denominata “Acquario” con una spruzzata di neve tale da non poter giustificare la formazione di microslavine o distacchi di neve.
16 – 17 I pendii sopra strada della zona denominata “Acquario” con le “palle di neve” ben visibili tra l’erba secca, a monte praticamente non c’è neve !!!!.
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18- Le strane ed inspiegabili “palle di neve” compatta ritrovate anche sulla strada.



MONTE ACUTO Dalla Pintura di Bolognola. Ascensione pomeridiana

ASCENSIONE N. 991 dal 1979

Il 21 novembre 2019 di pomeriggio e da solo ho raggiunto la cima del Monte Acuto partendo direttamente dalla Pintura di Bolognola in quanto la strada per il Rifugio del Fargno era già chiusa.

Sono salito alla Forcella Bassete ed in soli 30 minuti dalla Forcella ho raggiunto la cima del Monte Acuto risalendo la ripida cresta nord-est con nebbia a tratti e una spruzzatina millimetrica di neve oltre i 2000 metri.

In altri tempi in questo periodo la neve era caduta già copiosa.

L’aspetto più particolare delle salite autunnali pomeridiane è che non si incontra nessuno, si è praticamente soli in uno spazio immenso, per decine di chilometri di raggio intorno a me non c’è nessuno, non si sente un rumore, una voce e mi sento un po padrone di tanto spazio, mi sento dominare la natura che mi circonda pur avendo sempre la consapevolezza dei rischi che comunque nasconde.

Se mi succedesse qualcosa, una semplice distorsione o slogatura o una caduta potrei mettermi in grossa difficoltà, potrei rischiare di farmi sorprendere dalla notte e avere difficoltà a ritornare all’auto se non addirittura di dover trascorrere la notte in montagna.

Per questo quando salgo da solo amplifico la mia attenzione sui miei passi e sulla montagna che mi circonda, nello stesso tempo mi sento ancora di più immerso nella montagna perché prestando maggiore attenzione a ciò che faccio necessariamente devo essere più concentrato e libero la mia mente dai pensieri quotidiani.

Delle volte sento proprio il bisogno di salire da solo in montagna.

Il secondo aspetto che rende piacevoli le salite pomeridiane è il tramonto, d’autunno si fa notte presto e questo fatto non è da sottovalutare perché ci si rischia di mettersi in difficoltà per il sopraggiungere veloce del buio quindi bisogna pianificare una facile discesa e ritorno all’auto.

Nello stesso tempo i colori di alcuni tramonti possono essere unici e spettacolari.

Di seguito le immagini della classica salita.

1- il Pizzo Regina visto da Forcella Bassete.
2- Il Pizzo Berro
3- La ripida cresta Est del Pizzo Tre Vescovi salita nel mese di Ottobre (vedi nuove ascensioni) parzialmente immersa nella nebbia.
4- La cima di Forcella Bassete (o cima Acquario) e il Monte Acuto coperto di nebbia.
5- Il Pizzo Tre Vescovi a sinistra ed il Monte Acuto a destra immersi in un alone rossastro di nebbia.
6- La cima del Pizzo Regina rivestita da una lieve spruzzata di neve.
7- Successione di pendii che emergono dalla nebbia visti dalla cresta Est del Monte Acuto.
8- La cima del Monte Acuto tra la nebbia.
9- La ripidissima cresta Nord del Monte Acuto.
10- La Pescolla vista dal Monte Acuto.
11- La cresta Est del Pizzo Tre Vescovi che sale dalla Forcella del Monte Acuto.
12- Il PIzzo Berro visto dalla Forcella del Fargno.
13- Le conoidi delle frane del Monte Bove Nord dopo il terremoto del 2016 emergono dal bosco ormai spoglio dalle foglie.
14- Il Monte Bove Sud.
15- Il sole coperto dalle nuvole verso la Croce di Monte Bove.