Nell’estate 2019 a causa del gran caldo e disturbato dalla eccessiva quantità di “escursionisti” della domenica che affollano i sentieri non ho effettuato nuove ascensioni inedite ma mi sono limitato a percorrere pochi itinerari classici già decritti nella bibliografia ufficiale dei Monti Sibillini ed accompagnare amici della montagna.
In particolare, con diversi amici abbiamo effettuato le seguenti ascensioni:
25 luglio: Notturna dalla Pintura di Bolognola a Pizzo Tre Vescovi.
13 agosto: Giro con accompagnatore in auto da Vetice a Pizzo Regina – Pizzo Berro – ripresi al Rifugio del Fargno.
21 agosto: Monte Bove Sud
5 settembre: Monte Acuto – Pizzo Tre Vescovi.
17 settembre: Monte Castel Manardo.
Di seguito le immagini più significative di queste ascensioni.
A CACCIA DI MICROMETEORITI Nei canyon dei Monti Sibillini
ASCENSIONI N. 972-974/980 dal 1979.
Anni fa trovai un interessante articolo sulla Rivista Mineralogia Italiana n.3 del 2011 sulle Micrometeoriti.
In particolare l’articolo indicava come si identificano, la loro forma e come cercarle.
Le micrometeoriti sono particelle di materiale cosmico con dimensioni inferiori al millimetro che cadono numerose sulla superficie terrestre e molto spesso fungono da nuclei di aggregazione di particelle di ghiaccio presenti nell’atmosfera ricadendo poi sotto forma di fiocchi di neve o pioggia.
Le micrometeoriti quindi possono essere ritrovate con una certa facilità dopo lo scioglimento di grandi accumuli di neve come quelli che si formano dopo l’inverno nei numerosi canyon dei Monti Sibillini.
Ma come cercarle? Essendo per la maggior parte costituite da ferro presentano la capacità di essere attratte da un magnete.
Quindi ponendo un forte magnete all’interno di un barattolino in plastica con fondo piatto e facendolo scorrere legato ad un filo sopra al fondo di una valle dove c’è stato un accumulo di neve sciolto da poco le micrometeoriti magnetiche si attaccheranno al fondo esterno del barattolo.
Ponendo quindi un contenitore trasparente di plastica sotto al fondo del barattolo ed avvicinando un secondo magnete al fondo, contemporaneamente allontanando il magnete posto all’interno del barattolo si trasferiranno le micrometeoriti dal barattolo al contenitore trasparente.
Quindi osservando il contenitore trasparente con un microscopio per uso mineralogico con almeno 100 X di ingrandimenti si potranno vedere le sferule di materiale magnetico raccolte.
In particolare con una serie di uscite nei Monti Sibillini abbiamo perlustrato il fondo di alcuni canali della Valle del Fargno, dal Monte Castel Manardo fino al Monte Acuto, il fondo del Fosso di Buggero, alla base dell’imbuto del versante Nord di Monte Cacamillo e la base della Valle delle Cascate dell’Acquasanta dove, anche questo inverno, si erano formati accumuli di diversi metri di neve.
Di seguito le immagini anche storiche dei luoghi visitati e soprattutto ciò che abbiamo trovato sul fondo.
Mi scuso per la qualità non elevata delle foto fatte alle micrometeoriti ponendo la fotocamera sopra all’obiettivo del microscopio ma non dispongo di microscopio con fotocamera incorporata.
E CIO’ CHE ABBIAMO OSSERVATO AL MICROSCOPIO DOPO LA RICERCA CON I MAGNETI:
Finalmente probabilissime micrometeoriti:
Altri potenziali luoghi di ricerca per micrometeoriti, ovviamente dopo lo scioglimento della neve :
VALLE DELLE FONTI Escursione con gli amici della Banca dei Sibillini
ASCENSIONE N. 975 dal 1979.
Il 22 Giugno 2019 con gli amici della Banca dei Sibillini – Credito Cooperativo di Casavecchia abbiamo organizzato un’escursione sui Monti Sibillini.
La meta era il gruppo del Monte Bove ma il maltempo ci ha fatto rinunciare ed abbiamo optato per un percorso più breve.
Abbiamo raggiunto la Valle delle Fonti da Castelluccio e quindi abbiamo effettuato un giro nei Colli Alti e Bassi per visitare la scarpata cosismica apertasi a seguito del terremoto dell’Ottobre 2016.
Quindi siamo scesi a Nottoria di Norcia a visitare la Grande Quercia secolare ed infine giro turistico-gastronomico a Norcia.
Nonostante il maltempo abbiamo trascorso una bellissima giornata tra amici con la solita allegria che caratterizza gli appassionati della montagna delle varie filiali della Banca.
Di seguito le, purtroppo poche, immagini della giornata a seguito di un problema tecnico che ho avuto con la fotocamera.
LA FIORITURA PRIMAVERILE SPONTANEA A CASTELLUCCIO
ASCENSIONE N. 971 dal 1979.
Il 1 giugno, nonostante il tempo non sia stato dei migliori, sono stato a fare una escursione botanica nella zona di Castelluccio ed a fotografare la flora spontanea, nel Piano Grande e nei prati circostanti la piana di Castelluccio, che a primavera produce una fioritura poco conosciuta ma non meno bella della invece più conosciuta fioritura estiva pilotata dalla mano dell’uomo di papaveri e fiordalisi nei campi coltivati a lenticchia e farro.
Di seguito le immagini della fioritura spontanea.
CIMA ACQUARIO Condizioni invernali il 17 Maggio 2019
ASCENSIONE N. 970 dal 1979
Il 17 Maggio dalla Pintura di Bolognola ho raggiunto dapprima Forcella Bassete quindi la cresta di Cima Acquario in condizioni nettamente invernali, con almeno 20 centimetri di neve fresca oltre i 1400 metri e una temperatura di -2°C., vento forte e due lupi sulla strada per il Rifugio del Fargno fuggiti da lontano senza poterli fotografare.
Di seguito le immagini della salita.
LE GROTTE DEL VERSANTE SINISTRO OROGRAFICO DEL PIANO DELLA GARDOSA ED IL “MISTERO” DEL MASSO FORATO.
ASCENSIONE N. 969 dal 1979
L’11 maggio 2019 ho effettuato un giro intorno al Piano della Gardosa da Foce alla scoperta di grotte e cavità.
In particolare ho raggiunto cinque cavità poste sotto alle pareti che delimitano il versante orografico destro del Piano, situate tra il Fosso delle Tagliole e Fossa Medica di cui la più grande e più alta è ben visibile dal Piano della Gardosa.
Dopodichè mi sono spostato nel versante opposto sotto allo Scoglio del Miracolo dove ho osservato la distruzione effettuata dalle scosse sismiche dell’Ottobre 2016 ed infine ho raggiunto la palestra di arrampicata della Ripa Grande nel versante nord-est del Monte Argentella dove, oltre ad effettuare qualche salita piuttosto impegnativa, mi sono imbattuto in un mistero di cui vorrei aver spiegazione ma che, per adesso, neppure a Foce hanno saputo darmi.
Nella bella ed alta faggeta posta in una conca sotto alla Ripa Grande, dove è presente la palestra di arrampicata, sono presenti molti massi, alcuni dei quali completamente rivestiti di muschi, caduti nei secoli dalle alte pareti della Ripa Grande ma uno in particolare ha destato il mio interesse.
Il grande masso, delle dimensioni quasi cubiche di 8 metri per lato, presenta dal lato a valle una serie di fori di trapano da cava lunghi anche 3 metri eseguiti per spaccarlo in due pezzi, il secondo pezzo infatti giace a terra coricato di lato con la stessa serie di fori.
Ora la domanda che mi è sorta spontanea è:
perché si deve aver fatto tanta fatica per salire sopra al masso alto circa 8 metri, forarlo con tanto di compressore con motore a combustione di una discreta potenza portato in loco quando il masso sta lontano dal centro abitato almeno 2 chilometri, sta lontano almeno 500 metri dalla strada sterrata che risale il Piano e non è ne a pericolo di crollo ne incombe su sentieri o comunque desta alcuna forma di pericolo.
E’ una pura e semplice curiosità sapere chi ha fatto ciò e perché.
Di seguito le immagini della giornata.
VALLE DEL LAGO DI PILATO
ASCENSIONE N. 967 dal 1979
Il 30 marzo 2019 ho percorso la Valle del Lago di Pilato da Foce, di seguito le immagini dell’escursione.
Nella Valle del Lago di Pilato la neve è davvero poca, la siccità sta creando una situazione di rischio.
Alle 9 del mattino nonostante il sole arriva tardi nella conca del Lago la temperatura era già di 13°C per arrivare a 18 °C alle ore 11 anche per assenza di vento in fondovalle.
Le sponde e molti tratti di pendio sia sotto il M. Vettore che sotto il Pizzo del Diavolo sono già libere dalla neve e nella conca intorno non ci sono più di due metri di neve come visibile dalle foto di confronto con gli anni passati.
Gli anni passati ho documentato accumuli anche di 6 metri di neve.
Quando si scioglierà la neve sicuramente non sarà
sufficiente a riempire completamente il lago che quindi sarà già in crisi
idrica fin dalla primavera.
Si spera in future piogge ma è la neve accumulata nella
conca del lago che contribuisce maggiormente al suo riempimento.
La sopravvivenza del Chirocefalo del Marchesoni si fa ogni
anno sempre più a rischio.
Anche oggi strani incontri, sono arrivato alle sponde del lago per primo, intorno alle 10, verso le 11 è arrivato un gruppo di escursionisti con un maledetto cane che ha abbaiato di seguito per due ore senza capirne il motivo, non c’erano pecore o altra gente, non si trova più pace neppure in montagna !!!
Nei pressi del M. Rotondo alle ore 9 del mattino salgo in maglietta e senza ramponi.Il versante nord del Pizzo del Diavolo con le grandi frane prodotte dal sisma dell’Ottobre 2016Il versante nord del Gran GendarmeL’intero versante nord del Pizzo del DiavoloLa Valle del Lago di Pilato con innevamento scarso, emerge a destra la morena del M. Rotondo, sullo sfondo il M.Sibilla.Il maestoso Gran Gendarme visto dal ghiaione sottostanteLa Cima del Lago con scarso innevamento.Ore 11, il mio orologio lasciato all’aria e all’ombra segna 18°C !!!Particolare nella Nord di Cima del Lago con i canaloni di salita invernale, in basso due alpinisti si dirigono verso il ghiaione sud della Cime del Redentore, come si è piccoli al cospetto delle montagneEscursionisti sotto al ghiaione del Gran Gendarme praticamente già senza neve !!!Alpinisti si dirigono nel canale della Cima del Lago, tra poco scenderanno per le condizioni di neve non idonee per la salita.Il Castello ed il Canale Maurizi alla sua destraLa sponda ovest del Lago di Pilato già scoperta dalla neve.Le condizioni di innevamento intorno ai massi a sud del Lago di Pilato il 13 aprile 2013Le condizioni di innevamento intorno ai massi a sud del Lago di Pilato il 30 marzo 2019, un vero disastro !!La conca del Lago di Pilato con le sponde già scoperte della neve, si noti il confronto con l’escursionista al centro.Il ghiaione est del Pizzo del Diavolo, anch’esso praticamente senza neve.la sponda ovest del primo laghetto, al centro del lago neppure due metri di neve.Il lago di Pilato il 15 maggio 2017, si noti il masso grigio in primo piano a sinistra, alto circa 1,5 metri ed il mio amico Fausto sopra al masso alto anch’esso circa 1,5 metri caduto con il terremoto dell’Ottobre 2016 al centro del Lago Il lago di Pilato il 30 marzo 2019, si noti il masso grigio al centro in primo piano e nella stessa direzione più in alto al centro del Lago il masso caduto con il terremoto dell’Ottobre 2016 (poco più che un puntino) della foto precedente, entrambe scoperti dalla neve.Ore 13.30 il sole già tramonta oltre il Gran Gendarme. Ore 13.30 il sole già tramonta oltre il Gran Gendarme. Lo sfiato di pressione dell’acquedotto di Foce, simile ad un geyser, produce un singolare arcobaleno nel pomeriggio quando il sole si abbassa sull’orizzonte, con il freddo della notte invece produce il cumulo di ghiaccio e curiose strutture visibili fino al sopraggiungere del sole.Arbusto glassato dal “geyser” con il freddo della notte.
MONTE BOVE SUD DAL CANALE DEL PILONE
ASCENSIONE N. 966 dal 1979
Il 23 marzo 2019 dal parcheggio del Monte Cornaccione, a monte di Frontignano, ho raggiunto la cima del Monte Bove Sud risalendo su ottimo ghiaccio in solitaria il Canale del Pilone in Val di Bove già descritto nel mio secondo libro “IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI”.
Sulla cima del Monte Bove Sud, oltre ad un nutrito gruppo di camosci alla cosiddetta “merigghia” su prato ho incontrato strana gente. Ormai la montagna non è più un posto tranquillo.
Il primo personaggio, salito da solo con gli sci dalla cresta del Passo Cattivo tra l’altro interdetto alle escursioni, è arrivato a pochi metri dalla cima e a 50 metri dal gruppo di camosci a riposo che non ha neppure visto, non mi ha neppure risposto al mio educato saluto, è stato esattamente 30 minuti a giocare con il cellulare senza guardare il panorama e poi è ridisceso con gli sci.
Il secondo incontro è stato un gruppo di 4 ragazzi che giunti alla cima del M. Bove Sud hanno piazzato su un palo portato da loro una bandiera di circa 1,5 x 1 metri, di colore rosso con strisce blu, l’hanno fatta sventolare per 30 minuti anche loro e poi hanno smontato il tutto e se ne sono andati.
Il terzo incontro sono stati due ragazzi che erano discesi dalla cima verso Forca Cervara ma poi, probabilmente trovandosi in difficoltà, sono risaliti in cima, si sono messi seduti appoggiati al muro della stazione della funivia, non si sono detti mai una parola, forse avevano litigato, si sono addormentati e dopo circa un’ora se ne sono andati senza parlare.
Il quarto incontro è stato un ragazzo giunto in cima per primo staccandosi da altri suoi compagni. Senza ramponi e piccozza si stava affacciando nel ripido pendio nord del M. Bove Sud nei pressi della stazione della funivia e io, vedendolo, l’ho avvertito che la neve del pendio era gelatissima, appena ha messo piede sulla neve è scivolato e l’ho preso giusto in tempo per lo zaino bloccando la sua scivolata, non so dove sarebbe arrivato !!!.
Il quinto incontro è stato un gruppo di scialpinisti tutti imbracati con tanto di rinvii, corde e casco, tutti sudati, che, alle 15 del pomeriggio, stavano facendo una esercitazione antivalanga con ARVA e aste cercapersone sul canale che scende tra il versante ovest del M. Bicco ed i campi da sci Jacci di Bicco dove a malapena ci saranno stati due metri di neve.
Dopo questi sconvolgenti incontri riporto di seguito le immagini della salita.
Il tratto terminale del canale del Pilone la cui base è visibile in alto a destra. Sullo sfondo il M. Bove Sud con l’orribile stazione della ex funivia Il primo sole quasi al termine del canale, in fondo la Val di Bove.Il versante nord del Monte Bove Sud con la cresta praticamente in condizioni di neve da fine maggio, pendii quasi puliti e assenza di cornici.Una grande frana prodotta dal sisma dell’Ottobre 2016 sotto alla cresta che collega M. Bicco al M. Bove Sud, a destra il versante ovest del M. Bove Nord praticamente già senza neve.Il Passo Cattivo con le frane e le conoidi di frana sottostanti prodotte dal sisma dell’Ottobre 2016.Una parte del folto gruppo di circa 25 camosci al riposo 50 metri sotto alla cresta del M. Bove Sud.L’uscita del canale Y , sullo sfondo la cresta fino al M. Bicco. L’uscita del canale Y La mia ombra e l’ombra della cima del Monte Bove Sud proiettate nella Val di Bove, a destra l’uscita del canale Primavera.Il ripido versante nord con la orribile stazione della funivia vista dalla cima del Monte Bove Sud. In primo piano il canale Primavera.Veduta panoramica verso sud del gruppo dei Monti Sibillini.Veduta panoramica verso Nord, da destra il Pizzo Tre Vescovi, M., Rotondo e Monte Bove NordVeduta verso Est, il Pizzo Berro e, a destra, il versante sud del M. Priora praticamente senza neve !!!!Uno dei cavi di acciaio della vecchia funivia si perde nel vuoto della Val di Bove.Il Pizzo Tre Vescovi visto dalla finestra a nord della casetta vicino alla stazione della ex funivia.Il M. Rotondo con il Fosso La Foce sulla direttiva della cimaLa cima del M. Bove Nord con il torrione della Punta Anna o Testa di Scimmia. Da destra la Cima del Redentore, il Pizzo del Diavolo, il M. Porche ed il M. Vettore visti dalla finestra a sud della casetta vicino alla stazione della ex funivia Il penoso stato in cui versa la segnaletica dei Monti Sibillini.
CRESTA EST DELLA PESCOLLETTA AL PIZZO TRE VESCOVI
Il 16 febbraio 2019 dalla Pintura di Bolognola abbiamo raggiunto la cima del Pizzo Tre Vescovi salendo per Forcella Bassete e la cresta Est che sovrasta la valle denominata “Pescolletta”, di seguito le immagini della salita.
ASCENSIONE N. 965 dal 1979
Forcella Bassete: il M. Acuto ed il Pizzo Tre Vescovi ed i miei amici di Fermo, la cresta di salita è quella a sinistraIl versante Est del Monte AcutoIl Pizzo Berro e , in primo piano, la cresta sud-est del Pizzo Tre Vescovi.La forcella sotto al Monte Acuto, sullo sfondo la Valle dell’Ambro e il Monte dell’AscensioneIl tratto roccioso della forcella, a destra la cresta est del Pizzo Tre VescoviIl Monte Priora (Pizzo Regina) ed il Pizzo Berro visti dalla cresta est. Superata la forcella rocciosa si scopre la “Pescolla” e “Pescolletta” ed il Monte Castel Manardo L’ardita cima del Monte Acuto, versante sud.Il M. Priora con la figura denominata “la testa della Regina” Il ripido canalone Est del Pizzo Tre Vescovi. Il ripido versante est del Pizzo Tre Vescovi, poco conosciutoIl m: Acuto a sinistra ed il M. Castel Manardo a destra, al centro la Pintura di Bolognola da dove siamo partiti.La croce di Pizzo Tre VescoviIl Pizzo Berro emerge dalla cornice di cresta.Il Pizzo Regina emerge da una frastagliata cornice di neve.La lunga traversata di ritorno verso Forcella Bassete.Sulla strada che collega la Pintura di Bolognola al Rifugio del Fargno, scomparsa sotto la neve.Lunghe ombre all’interno del bosco della Valle del Fargno.
IL FAGGIO DI SASSOTETTO
Il 26 gennaio 2019 viste le condizioni di innevamento particolari con molta galaverna, dopo un lungo giro con le ciaspole ho raggiunto il grande faggio di Pizzo di Meta di fronte a Sassotetto, di seguito le immagini della giornata