RIO SACRO – VAL DI FIBBIA

Itinerario proposto da Manuel e Federico, è indicato (come sentiero secondario) anche sulla cartografia ufficiale del Parco dei Monti Sibillini, ma versa in stato di abbandono da molti anni ed è totalmente privo di segnaletica in loco.

PER RAGGIUNGERE IL PUNTO DI PARTENZA: Si percorre la Strada Provinciale n.47 che dal Lago di Fiastra sale verso Bolognola. Si raggiunge il comune di Acquacanina con le sue varie frazioni quindi dopo la frazione di Oppio si supera il fontanile presente al lato sinistro della strada e la frazione di Vallecanto, dopo circa 300 metri in una diretta si incontra il tratturo chiuso con sbarra che scende a destra con indicazione per la Valle di Rio Sacro dove si parcheggia (351965,6 E – 4764318,5 N; 770 m.).

Si oltrepassa la sbarra e si scende per la strada sterrata, proseguendo su di essa e percorrendo la Valle del Rio Sacro fino ad oltrepassare la zona denominata “I Cascinali”.

Una ventina di minuti dopo aver oltrepassato la zona dei cascinali, e poco prima di intercettare sulla sinistra il più conosciuto sentiero che sale verso il Casale Gasparri (sentiero CAI , si incontra sulla destra del tratturo un ponticello in cemento, che permette di oltrepassare il Rio Sacro e raggiungere il sentiero in oggetto.

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Dopo il ponticello l’inizio del sentiero è ben evidente

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Tuttavia dopo pochi metri ci troviamo nel fitto del bosco senza riferimenti. Inizialmente ci si ritrova su un tratto abbastanza pianeggiante, dove sono presenti alcuni faggi contrassegnati con vernice. Non sono indicazioni sentieristiche ma riferimenti sulla crescita degli alberi che venivano utilizzate dai boscaioli. Sulla sinistra si avrà una depressione che è il letto asciutto del fosso, colmo di vegetazione, che ci sarà di aiuto in quanto basterà costeggiarlo per procedere nella giusta direzione. Appena passato questo iniziale tratto pianeggiante, il letto del torrente disegna una “S”, facendo una curva a destra subito seguita da un’altra curva a sinistra. In questo punto, dove il fondo del fosso è caratterizzato da un ghiaione, è meglio attraversare in quanto dall’altra parte si ritrova subito la traccia del vecchio sentiero. Abbiamo anche incontrato alcuni omini in pietra, messi di recente da qualcuno, che ci hanno aiutato. Appena prima dell’attraversamento sopra indicato, si incontra sulla destra una lieve traccia di sentiero che però va evitata. In effetti, osservando la carta dei sentieri, subito dopo l’attraversamento del Rio Sacro è segnato con linea tratteggiata un sentiero che sale sulla destra portandosi sopra la zona dei cascinali (potrebbe essere uno spunto per future “esplorazioni”).

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Dopo aver ritrovato la traccia giusta e costeggiato per un pò il greto (sempre asciutto) del torrente si arriva all’unico punto dove il sentiero si discosta leggermente (bivio segnalato con omino in pietra), il sentiero a questo punto procede su tratti erbosi facendo qualche curva ma diventando allo stesso tempo più evidente. Poi più in alto si riprende a costeggiare il fosso.

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In questo tratto abbiamo trovato anche i resti di un  muretto a secco.
Salendo ancora, si raggiunge l’unico tratto un po’ difficoltoso a causa delle numerose piante abbattute dalle piene, che ostacolano il passaggio.

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In questo tratto, risalendo faticosamente su un piccolo canale sulla destra, ho rinvenuto quella che sembra una vecchia sorgente, non segnalata sulle carte ma comunque completamente in secca.

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Dopo aver oltrepassato il tratto più disagevole, si arriva finalmente in una zona più aperta con la traccia del torrente che piega verso destra. Si deve salire ancora un poco prima di piegare anche noi verso destra, si arriverà così al fontanile senza nome segnato sulla carta.

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Purtroppo insieme al fontanile ci si trova davanti a tre enormi orribili serbatoi, davvero brutti anche se sicuramente utili in periodi di siccità. Durante la nostra visita autunnale, l’acqua sgorgava però naturalmente da una piccola sorgente posta poco sopra la fonte.

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Foto del fontanile.

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La sorgente e la cascatella poco sopra il fontanile

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Nei pressi della fontana abbiamo anche trovato una pietra sulla quale è stata raffigurata curiosamente un muso di lupo

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Sulla sinistra rispetto alla fonte, l’imbocco sulle rocce della traccia che prosegue verso il Casale Piscini

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Si prosegue su un tratturo abbastanza evidente dentro al bosco, risalendo il versante opposto al Monte Valdifibbia.

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Si esce infine per l’ultimo tratto sui prati, basta seguire l’evidente tratturo fino alle rovine del casale Piscini, che è crollato in seguito al sisma del 2016.

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Un’unica parete è rimasta in piedi del vecchio Casale Piscini, quella dov’era la porta di ingresso. Sulla porta sono incise delle vecchie scritte simili a quelle che troviamo sulle porte dei vecchi cascinali del Rio Sacro.

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Un foto scattata dal Monte ValdiFibbia dove si vede ben evidente l’ultima parte del tratturo sui prati sotto al Casale Piscini.

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Dal Casale si prende un sentiero che procede in direzione della carrareccia che passa sul Pian del Capriolo, raggiungendo un casaletto con annesso fontanile denominato rifugio di Edro.

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Il rifugio di Edro recentemente ristrutturato da un’azienda che in questa zona porta la pascolo le proprie mucche, è stato denominato “rifugio Monte Coglia”. In realtà sulle cartine troviamo ancora, con questo nome, il vecchio rifugio di Monte Coglia che è poco lontano all’imbocco della Valle Trocca. Quest’ultimo è però ormai in abbandono da parecchi anni.

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Per il ritorno, dal rifugio di Edro si può tornare al fontanile passando per il vallone sotto alla cime del Monte Valdifibbia. Si scende inizialmente su prato poi nel bosco si segue una conduttura dell’acqua su una traccia di sentiero che non è segnata sulle carte, fino ad arrivare di nuovo al fontanile e poi riscendere al Rio Sacro tornando verso l’autovettura.

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Vista del precorso proposto

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Il percorso sulla carta dei sentieri dei Monti Sibillini, scala 1:25000

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Infine, un confronto tra la vista satellitare attuale ed una vista aerea del 2000 (foto 21 e 22), dove si vede come il sentiero risultasse ancora ben evidente una ventina di anni fa. Gli eventi alluvionali del 2007 e del 2013 che hanno reso inaccessibile la zona per molto tempo, hanno portato ad un abbandono della zona ed al conseguente degrado dei sentieri.

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