MONTE PORCHE Cresta Nord e il Crepaccio sotto la cresta.
Itinerario non particolarmente lungo ma che richiede una certa pratica per l’attraversamento di terreni erbosi ripidi, permette di raggiungere la cima del Monte Porche attraversando la testata della Valle lunga e passando per il Crepaccio della cresta Nord.
L’itinerario non è riportato sulla bibliografia dei Monti Sibillini.
ACCESSO: Si raggiunge in auto il nuovissimo parcheggio del Monte Prata da cui si parte a piedi proseguendo la strada sterrata per la Fonte della Giumenta.
DESCRIZIONE: Raggiunta la Fonte della Giumenta si sale per il classico sentiero verso il Monte Porche. Giunti alla sella anziché proseguire in direzione Sud verso la sella del Monte Palazzo Borghese si sale in direzione della cima del Monte Porche su traccia di sentiero che devia verso sinistra.
Giunti alla sella Nord-ovest del Monte Porche (1 ora dall’auto, 355018 E – 4748967,7 N; 2035 m.) , si scende la valletta sottostante per risalire la sponda opposta a riprende la cresta Ovest del Monte Porche in direzione della Valle Lunga.(355458,2 E – 4749069,1 N; 2038 m.)
Giunti a scoprire la Valle Lunga si costeggiano delle rocce a destra della cresta e si entra nella testata della valle.
Qui si inizia una lunga traversata in quota su pendio molto ripido della testata della valle con tratti a 45 gradi su pendio a cotica erbosa chiusa molto scivolosa da percorrere con molta attenzione, passando sotto a rocce ed superando l’attacco dei canali di salita invernali del versante Nord del Monte Porche descritti a pagina 62 del mio libro “I MIEI MONTI SIBILLINI”.
Si continua in quota in direzione della rocciosa cresta Nord del Monte Porche fino ad intercettare una faglia più infossata rispetto al ripido piano erboso che scende verso la Valle Lunga, dove si apre il Crepaccio riportato sul Catasto delle Grotte della Regione Marche (1 ora, 355850,5 E – 4748823,8 N; 2100 m.).
Il crepaccio di faglia, prodotto sicuramente da antichi terremoti, risulta profondo una decina di metri ma ha subito ulteriori allargamenti e crolli con il terremoto del 2016 per cui risulta pericoloso entrare fino al fondo.
Dal crepaccio si risale la cresta rocciosa Nord sovrastante fino a raggiungere la cresta Cima Vallelunga – Monte Porche percorsa dal classico sentiero con cui si raggiungono le due cime.
DISCESA: Dalla cima del Monte Porche si scende per il classico sentiero di salita verso la Fonte della Giumenta.
Di seguito le immagini dell’itinerario proposto.
CIMA VALLELUNGA DA ISOLA SAN BIAGIO
Il 12 Dicembre 2020, con Federico e con tanta voglia di camminare sulla neve dopo il nuovo lookdown, siamo partiti all’alba da Isola San Biagio (932 m.) e abbiamo raggiunto Cima Vallelunga (2221 m.), percorrendo oltre 15 chilometri andata e ritorno e compiendo uno dei maggiori dislivelli dei Monti Sibillini. Il primo tratto di salita è poco conosciuto e non è riportato ne nella bibliografia ufficiale ne in alcune cartine dei Monti Sibillini per cui ho reso interessante descriverla, l’avevamo percorso alcuni anni fa in discesa in occasione della salita della cresta Nord-est del Monte Zampa a cui rimando all’itinerario riportato alla stessa sezione “nuovi itinerari”. La seconda parte si limita a risalire la strada del Monte Sibilla tagliando per prati innevati alcuni tornanti per evitare i grandi accumuli di neve formatisi sulla strada.
L’itinerario invernale non presenta difficoltà alpinistiche ma essendo molto lungo e con un dislivello di quasi 1300 metri è adatto solo ad escursionisti ben allenati soprattutto se si incontrano accumuli di neve fresca sulla strada che rendono faticosa l’andatura, come è capitato a noi. Consigliatissimo come allenamento estivo.
Chiaramente da evitare con il versante Est del Monte Sibilla sovraccarico di neve per l’elevato pericolo di slavine. Le slavine che scendono per il Fosso del Balzo giungono ad interrompere la strada per Foce !!!
Accesso: Si raggiunge Isola San Biagio da Montemonaco, al bivio della strada del Monte Sibilla si gira a destra e si raggiunge la frazione.
Salita: Da Isola S. Biagio si prende una stradina asfaltata che passa nelle case più in alto del paese dove al suo termine parte un tratturo sterrato in piano che si dirige verso Nord. (361841,3 E – 4752191,8 N; 950 m.). Il tratturo si snoda quindi in lieve salita sempre verso nord, dopo circa 650 metri m si superano due tornanti sempre in salita. Giunti ad una netta curva in un ripiano erboso (30 minuti; 361539,6 E – 4753102,7 N; 1130 m.) si lascia il tratturo principale che si dirige verso un edificio situato nei prati più in alto a destra. Si devia quindi a sinistra per un sentiero appena accennato ma recentemente segnalato con numerosissimi bolli rossi a terra che, passando vicino alla piccola Fonte di Pianamonte sotto a caratteristici evidentissimi massi denominati “i guardiani” (foto n.31; 361106 E – 4752613 N; 1300 m.), in circa 1,20 ore dal paese conduce al tornante della strada per il Monte Sibilla, poco prima del Rifugio omonimo (360653 E – 4752103,8 N; 1520 m.). Quindi abbiamo proseguito seguendo la strada e tagliando per prati alcuni tornanti, fino al termine della strada nella cresta tra il Monte Sibilla e Cima Vallelunga (ore 2 dal Rifugio).
Da qui, in altri 30 minuti per parte, si raggiungono le cime dei due monti poste una opposta all’altra rispetto al termine della strada.
Discesa: Obbligatoriamente si ripercorre lo stesso itinerario di salita.
ANELLO DI CIMA CANNAFUSTO E GROTTA DI VALLELUNGA.
Anche questo itinerario proposto
non è descritto in altre guide, permette di effettuare un giro ad anello
attorno a Cima Cannafusto, cima dimenticata dei Monti Sibillini, sia perché
posta nel cuore della catena lontano dai classici punti di partenza per
escursioni e quindi difficilmente raggiungibile sia perché essendo una cima al
di sotto dei 2000 metri
di altezza viene considerata come “cima minore”.
L’itinerario, percorso il 12 settembre 2015, attraversa, su resti di un vecchio tracciato, dapprima tutto il versante est di Cima Cannafusto su pendii piuttosto ripidi, per poi girare nel versante nord quindi nel versante ovest e risalire in cresta per la dimenticata “Valle Orteccia” ad una quota di traversata compresa tra 1600 e 1800 metri per poi raggiungere il punto più alto a 2100 m. di Cima di Vallinfante quindi, per cresta in lieve discesa, la Cima Cannafusto a 1975 m.
La prima parte della
traversata permette anche di raggiungere una ampia cavità posta nel versante
est di Cima Cannafusto che abbiamo battezzato la “Grotta di Vallelunga” in
quanto ben visibile solo nella parte finale dell’omonima valle risalendola da
Capotenna.
Il percorso è piuttosto lungo e faticoso ed è consigliato ad escursionisti allenati ed esperti che siano in grado di muoversi con sicurezza su terreni erbosi molto ripidi e che conoscono bene la montagna in quanto il tracciato è esile e in alcuni tratti non più visibile.
Accesso: L’itinerario ad anello prevede come
partenza il parcheggio di M. Prata.
E’ assolutamente
sconsigliato in inverno per la ripidezza dei pendii ed il rischio di slavine
che essi comportano.
Dal parcheggio si
prosegue a piedi per la strada sterrata fino a Fonte della Giumenta (354458,6 E
– 4748395,8 N ; 1790 m)
quindi si prende in salita il sentiero normale per il Monte Porche .
Dopo 20 minuti di salita,
giunti alla sella di quota 1980
m. (354858,7 E – 4748775,7 N) si lascia il sentiero che
si dirige verso destra nel versante ovest del M. Porche e si prende una esile
traccia verso sinistra (nord est) che attraversa ripidi pendii erbosi poi
sassosi e si dirige verso la sella posta tra il M. Porche e la Cima di
Vallinfante , a quota 2030 m.
(355021,7 E – 4749031,3 N) dove si scopre la Vallelunga (15 minuti).
Si scende liberamente in
circa 10 minuti la valletta erbosa sottostante fino alla sua confluenza con la
Vallelunga in prossimità di una strettoia rocciosa.
Appena terminata la
strettoia si presenta a destra, in direzione nord, una barriera rocciosa al di
sotto della quale, su un ripido ghiaione, parte in piano una lievissima traccia
di sentiero, punto di partenza della traversata proposta. (355355,9 E –
4749576,3 N; 1910 m.).
Descrizione itinerario: Dal ghiaione si prosegue in lieve
salita costeggiando le pareti rocciose sovrastanti seguendo sempre tracce di
sentiero.
Si attraversa così un ampio tratto
ghiaioso passando vicino a due caratteristiche piante isolate (vedi foto) fino
a raggiungere un tratto con più erba.
Percorrendo ancora il tratto erboso
in piano, alzando lo sguardo verso le sovrastanti pareti, si nota una ampia
cavità posta circa cinquanta metri più in alto (20 minuti).
La cavità, profonda una ventina di
metri e caratterizzata da una volta altissima, battezzata la “Grotta di
Vallelunga” può essere raggiunta risalendo faticosamente il ripido e scivoloso
pendio erboso sovrastante.
Dopo aver fatto la visita alla grotta
si riprende il tracciato scendendo lievemente, obbligati da pendii rocciosi.
Quindi si risale lievemente in
corrispondenza di un corridoio posto tra due fasce rocciose e caratterizzato da
una fascia ben visibile di alta e verdissima erba (falasco) e delimitato a
valle da arbusti e striscianti ginepri, (20
minuti dalla grotta).
Questo corridoio è la chiave della
traversata e permette di scavalcare diversi ripidi canali che scendono dal
versante est di Cima Cannafusto verso la Vallelunga.
Terminata la serie di canali si risale fino ad un dosso (foto
n.5, 30 minuti) per poi ridiscendere nel versante opposto fino a raggiungere il
bordo inferiore di un ampio, ma meno ripido, ghiaione.
Si supera il ghiaione nel suo bordo inferiore e si prosegue
sempre in piano sul corridoio erboso, qui la traccia si perde e bisogna fare
attenzione a non salire di quota.
Lentamente si aggira la montagna, traversando su pendio molto
ripido, affacciandosi nel versante nord di Cima Cannafusto (tratto più
difficile del percorso).
Vedrete sotto ai vostri piedi Capotenna e di fronte il
ripidissimo versante sud di Pizzo Berro.
Una fascia di rocce obbliga a scendere lievemente di quota man mano che si
cambia versante fino a raggiungere le prime propaggini della faggeta che caratterizza la parte bassa
del versante nord di Cima Cannafusto.
Arrivati alla vista dei primi isolati faggi si nota il sentiero, ora
netto, che scende verso la parte superiore del bosco (30 minuti dal ghiaione).
Con un po di fatica si entra nel bosco e dopo qualche
centinaio di metri di folta vegetazione il sentiero si trasforma in un ampio
tratturo che scende ed esce dal bosco, dopo 15 minuti di cammino, in
corrispondenza di un grande fontanile a monte di Capotenna, nei pressi di un
tornante della strada sterrata che sale fino a Passo Cattivo.
Dal
fontanile (354635,1 E – 4752703,8 N; 1475 m)
evitare di risalire per la evidente strada sterrata ma salire
direttamente il fondovalle per circa 200 metri dirigendosi a destra verso il
bosco che chiude la Valle Orteccia.
Nel fondovalle si nota un
ampio sentiero che si inoltra, sempre in salita, nella faggeta per uscire dopo
circa 500 metri (30 minuti dal fontanile) in una ampia radura al centro della
valle (354398 E – 4752108 N; 1645 m.)
Seguire sempre il
sentiero che risale tutta la valle Orteccia, si supera un passaggio ghiaioso
quindi il sentiero sale nettamente verso destra in direzione della Cima di
Vallinfante che si raggiunge in circa un’ora dall’uscita del bosco (354655 E –
4750442 N; 2110 m).
Dalla Cima di Vallinfante
è possibile raggiungere la Cima Cannafusto scendendo la lunga cresta a destra,
guardando verso al Valle Orteccia appena risalita, che collega le due cime
facendo attenzione a tratti rocciosi sommitali (354955,7 E – 4751965,7 N; 1975
m.).
Giunti a Cima Cannafusto è obbligatorio risalire di nuovo la cresta percorsa in discesa, considerare almeno un’ora in più di percorrenza.
Discesa:
Dalla Cima di Vallinfante scendere in direzione sud per l’ampia cresta
che si prolunga fino al M. Porche fino a raggiungere in circa 20 minuti la
sella di quota 1980 m.
(354858,7 E – 4748775,7 N) raggiunta in salita chiudendo così il lungo anello
di Cima Cannafusto.
Quindi dalla sella si riprende più in
basso il sentiero del M. Porche che scende a Fonte della Giumenta per il
percorso di raggiungimento descritto e da qui alla strada per il parcheggio di
M. Prata (2 ore).
GIANLUCA CARRADORINI – BARTOLAZZI BRUNO – FAUSTO SERRANI
12 settembre 2015
GIALLO: Percorso di avvicinamento
ROSSO: Percorso proposto
VERDE: Percorso di discesa
CIMA VALLELUNGA, RISALITA DELLA CRESTA NORD-OVEST E VARIANTI DI SALITA
Itinerario inedito ed impegnativo per la lunghezza del percorso, permette di salire la Cima Vallelunga dalla cresta nord-ovest che scende verso la Valle Lunga.
L’itinerario è stato aperto il 25 settembre 2016.
Essendo
l’itinerario più lungo per raggiungere tale cima non risulta tracciato, non
sono presenti ne sentieri di avvicinamento ne sentiero di salita in quanto al
di fuori dei normali percorsi escursionistici proposti dalle guide ufficiali
dei Monti Sibillini.
La cresta presenta
a circa 2/3 della salita un interessante tratto roccioso facilmente superabile
con passaggi di I° grado su roccia.
Inoltre sono state
proposte altre due impegnative varianti di salita effettuate anni fa ed
anch’esse interessanti perché risalgono il versante nord-ovest e nord di Cima
Vallelunga che rimangono i versanti più distanti da raggiungere e senza altri
itinerari descritti in bibliografia.
Accesso:
La salita alla cresta
nord-ovest di Cima Vallelunga e la variante I prevede come base di partenza Monte
Prata raggiungibile in auto e quindi a piedi per strada sterrata chiusa al
traffico veicolare si raggiunge la Fonte della Giumenta.
La variante II prevede un più lungo accesso con inizio dal parcheggio di Valleria, base di partenza per le escursioni all’Infernaccio e alla Valle del Tenna.
Avvicinamento per la cresta
nord-ovest e I° variante:
Dal parcheggio di Monte
Prata si prende la strada sterrata per Fonte della Giumenta (40 minuti).
Dalla fontana si prosegue
per il sentiero classico di salita al M. Porche, dopo circa 20 minuti, raggiunta
la prima sella erbosa (354895,8 E – 4748757 N; 1990 m.), si lascia il sentiero
che si dirige verso destra nel pendio del versante ovest sottostante la cima di
M. Porche e si prende una esile traccia dapprima in lieve salita che attraversa
ripidi pendii erbosi poi sassosi e poi si dirige in piano in direzione della
sella tra M. Porche e Cima di Vallinfante a quota 2030 m che si raggiunge in
15 minuti dove si scopre la Valle Lunga. (355021,7 E – 4749031,3 N; 2040 m.),
Dalla sella si scende
nella valletta sottostante fino alla confluenza con la Valle Lunga in
prossimità di una strettoia rocciosa (355335,8 E – 4749530 N: 1940 m.) da cui
parte l’itinerario n.9 già descritto.
Quindi si prosegue in
discesa su terreno ghiaioso fino a raggiungere il fondo della Valle Lunga.
Si prosegue sempre in
discesa per tutta la valle e in un’ora si raggiungere la base della cresta
nord-est di Cima Vallelunga in corrispondenza di alte formazioni rocciose sulla
destra al limite del bosco sottostante (355593,5 E – 4750941 N: 1550 m.; foto
n.14).
Descrizione salita per la cresta
nord-ovest :
Dalla
base del primo torrione che rappresenta la parte iniziale della cresta
nord-ovest di Cima di Vallelunga (foto n.. 14 – 16 ), ci si innalza su ripido
pendio erboso alla sua destra fino alla sua sommità.
Si
prosegue quindi sul filo di cresta superando la sommità rocciosa di un secondo
spuntone roccioso.
Si
continua in costante e ripida salita fino ad intercettare un tracciato in piano
che proviene dal Casale della Sibilla e si perde nei pendii alla vostra destra
verso la Valle Lunga (356137 E – 4750973 N; 1910 m.; foto n.2).
Proseguendo
in salita, in circa 45 minuti si raggiunge una sella erbosa che rappresenta la
sommità della prima parte di cresta oltre la quale il pendio si fa meno ripido
(foto n.3 -4).
Proseguendo
sempre si facile cresta erbosa (foto n. 16) in altri 20 minuti si raggiunge il
tratto più impegnativo della salita, caratterizzato da tre verticali salti
rocciosi (356358,3 E – 4750424,5 N; 2075 m.; foto n. 5)
Si
superano i tre salti direttamente sul filo di cresta con ripidi passaggi su roccia
di I° grado (foto n. 6 -9) quindi per facile cresta erbosa meno ripida, in
altri 30 minuti, si raggiunge la Cima Vallelunga a quota m. 2221.
Descrizione salita per la I° variante
:
Questa variante, salita molti anni fa, è più impegnativa del
primo itinerario descritto ed è consigliata solo ad escursionisti esperti.
Dalla base del primo
torrione che rappresenta la parte iniziale della cresta nord-ovest di Cima di Vallelunga
(foto n.. 14 – 16 ), ci si porta ancora a sinistra verso il bosco fino a
superare la sua base.
Qui si inizia una
ripidissima traversata in salita verso sinistra costeggiando il torrione e poi
dirigendosi verso una crestina rocciosa molto lunga che si scavalca (355939,5 E
– 4751089 N; 1735 m.).
Si continua sempre il salita verso
sinistra passando alla base di un tratto ghiaioso e quindi ci si innalza in
verticale verso delle rocce in alto situate sopra al ghiaione e che terminano a
sinistra con un ripido canalino erboso
molto scivoloso (356102 E- 4751085, 2 N; 1830 m.), in questo tratto, anche
d’estate, è utile una piccozza.
Si supera il canalino
erboso e si intercetta il sentiero che proviene dal Casale della Sibilla (356137 E – 4750973 N; 1910 m.; foto n.2)
quindi in un’ora di salita si raggiunge la sella erbosa che rappresenta la
sommità della prima parte di cresta raggiunta dal primo itinerario a cui si
rimanda per il completamento della salita (foto n.3 -4).
Discesa:
Dalla Cima Vallelunga si percorre la
bellissima cresta fino a M. Porche e quindi per cresta ovest si scende alla
sella raggiunta dal percorso in avvicinamento, quindi alla Fonte della
Giumenta, in tre ore di discesa si raggiunge l’auto a M. Prata.
Oppure giunti al tratto più basso della cresta tra Cima Vallelunga e M. Porche (356188,7 E – 4749243,3 N; 2075 m.) si può scendere in traversata senza tracciato fino alla testata della Valle Lunga caratterizzata da bellissime doline, attraversando il vasto ghiaione (foto n. 18) per andare a prendere una traccia ben visibile più in basso (355510 E – 4749317,8 N; 1955 m.) che scavalca la cresta centrale della valle per dirigersi alla base della cresta nord del M.Porche fino a raggiungere la valletta e la successiva sella tra il M. Porche e la Cima di Vallinfante quindi si raggiunge il M. Prata per l’itinerario di avvicinamento, considerare 2,5 ore di cammino per raggiungere l’auto.
GIANLUCA CARRADORINI – BRUNO BARTOLAZZI
25 SETTEMBRE 2016
Avvicinamento per la II° variante:
La seconda variante,
salita nel 1999 risale il lungo ed ampio canalone nord di Cima Vallelunga che
inizia praticamente a Capotenna e da cui è separato da un lunghissimo ed
impenetrabile tratto di boscaglia.
Per questo motivo la
salita lungo il canalone viene effettuata partendo dal parcheggio di Valleria
per l’Infernaccio, si raggiunge quindi Capotenna per il classico itinerario
n.10 quindi si prende il sentiero sulla destra fino a raggiungere il Casale
Rosi.
Dal Casale Rosi si
prosegue un tratturo a tornanti che sale i prati sovrastanti fino all’estremo
margine superiore dove inizia il fitto bosco (356278,8 E – 4752283,5 N; 1250 m.
; foto n. 17 itinerario giallo).
Qui si nota una traccia a
sinistra che si addentra nel bosco e poco dopo si fa più netta e che sale, a
tornanti, fino ai ruderi del Casale Lanza (considerare almeno 3 ore dall’auto),
punto di partenza della variante n.2 dell’itinerario proposto (356956,8 E –
4752071,9 N; 1580 m.).
Il sentiero poi prosegue
fino al Casale della Sibilla ed alla cima del monte Sibilla, questo tracciato
in realtà è descritto nelle guide ufficiali come l’itinerario n.32 del “Guerrin
Meschino” ma attualmente è di difficile ritrovamento per la totale assenza di
segnaletica.
Premetto che il tracciato
completo della variante n.2 è uno dei più lunghi itinerari dei Monti Sibillini,
con un tragitto totale di ben 18 chilometri e 1500 metri di dislivello
pertanto è riservato solo ed esclusivamente ad escursioni ben allenati !!!
Descrizione salita per la II°
variante :
Dal Casale
Lanza (356956,8 E – 4752071,9 N; 1580 m.) si prende una traccia di sentiero che
prosegue in piano verso destra, traversa
al di sotto di un ampio crestone roccioso che scende sopra al casale (foto n.17
itinerario rosso) quindi si addentra in un tratto di bosco ed esce al centro
del grande canalone nord di Cima Vallelunga.
Si risale il
canale mantenendosi al centro, a circa metà salita si supera una strettoia
verso destra (356475,3 E – 4750968,7 N; 1830 m.) quindi si intercetta il
sentiero in piano che proviene dal Casale della Sibilla (vedi primo itinerario)
ed in circa 2 ore si raggiunge una barriera rocciosa posta sotto alla cresta
sommitale che si supera spostandosi a destra salendo un canalino roccioso posto
sulla verticale della cima (356561,5 E – 4750478,3 N; 2105 m.).
Con facili
passaggi su ripide roccette si esce sulla cresta nei pressi della cima.
Discesa per la II° variante :
Da Cima
Vallelunga si scende per cresta alla sella del M. Sibilla quindi per tracce di
sentiero al sottostante Casale della Sibilla (357001,2 E – 4751426,1 N; 1890
m.) e per più evidente sentiero con ripidi tornanti al Casale Lanza per
itinerario descritto in bibliografia (foto n. 17 itinerario verde).
Quindi dal Casale Lanza si ritorna al parcheggio di Valleria per l’itinerario di avvicinamento, considerare almeno 4 ore per la discesa da Cima Vallelunga all’auto.
GIANLUCA CARRADORINI – GIANCARLO CARRADORINI LUGLIO 1999.
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