MONTE VETTORE PER IL CANALE SINISTRO DIRETTO ALLA VETTA – Versante Sud.

In una afosissima giornata che a malapena ci faceva osservare i vicinissimi Monti della Laga e mi ha limitato il numero delle immagini che avrei potuto allegare nella descrizione dell’itinerario, abbiamo risalito un canale più a sinistra del canale diretto alla vetta del Monte Vettore, (o anche il canale compreso tra il canale del Santuario e il Canale Diretto alla Vetta) come definito nel libro “GUIDA DEI MONTI SIBILLINI” del CAI Ascoli Piceno del 1983, già oggetto di nostra salita invernale di diversi anni fa di cui ho riportato alcune immagini nel mio libro “IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI” del 2014.

Osservando successivamente le descrizioni e relative immagini delle vie del versante Sud-est del Monte Vettore di alcuni libri in commercio (commentati al termine della descrizione della via), mi sono accorto che la via invernale che abbiamo percorso e la successiva ripetizione estiva, è una nuova via alpinistica del versante, compresa tra il canale del Santuario e il Canale Diretto alla Vetta.

Il canale è caratterizzato nella prima parte a monte del sentiero della Costa la Monna da un ripido scivolo ghiaioso che si sale sul lato erboso e a circa 1900 metri da un restringimento in corrispondenza di una fascia rocciosa che richiede una maggiore attenzione nel suo superamento. Oltre la fascia rocciosa prosegue su pendio erboso meno ripido fino ad intercettare, a quota 2100 metri, il sentiero che dalla Fonte delle Ciaole conduce alla captazione all’interno del canale diretto e quindi alla croce del Monte Vettore, già oggetto di nostra salita descritta nel presente sito.

ACCESSO: L’itinerario prevede come base di partenza la località Piè Vettore, da dove inizia il Sentiero dei Mietitori, che si raggiunge in auto dopo 500 metri da Forca di Presta scendendo verso Pretare – Montegallo. Trecento metri prima del primo tornante si nota sulla sinistra un primo nucleo boschivo e sulla destra un ampio piazzale dove si parcheggia. Nel prato pianeggiante sopra strada una volta erano presenti dei pali che segnavano l’inizio del “Sentiero dei mietitori” (358827 E – 4739979 N, 1380 m.).

DESCRIZIONE: Si percorre il sentiero dei Mietitori per circa 200 metri quindi, senza percorso, si risale per altri 200 metri di dislivello il pendio verso nord-ovest caratterizzato da arbusti nani di ginepro e uva orsina in direzione del Canalone del Mezzi Litri che scende dal pendio sottostante la Forca delle Ciaole. L’imbocco del canalone è caratterizzato da ghiaioni di breccia rossastra e blocchi di conglomerato posti a strati nella sponda sinistra (358801 E – 4740792 N, 1560 m.) . Proprio alla base di tali blocchi inizia verso destra in direzione nord in salita una traccia di sentiero indicato con frequenti omini di pietra che man mano si fa più evidente (25 minuti dall’auto).
            Il sentiero diventa pianeggiante ed inizia ad attraversare una bellissima zona caratterizzata da spuntoni rocciosi sparsi a valle e a monte, si continua sempre il quota superando in successione alcuni dossi e creste erbose. Dopo circa 1000 metri dall’inizio del sentiero nel Canale dei Mezzi Litri, si raggiunge un ampio ripido canale (60 minuti dall’auto, 359334,1 E – 4741567,8 N; 1740 m.), caratterizzato da uno scivolo ghiaioso nel suo fondo e da una barriera rocciosa in alto. Si inizia a salire verso la barriera rocciosa passando nel lato erboso destro fino a raggiungere, in circa 30 minuti, il restringimento roccioso. Ci si addentra nel canale dove si nota, sulla destra di due torrioni rocciosi, una rampa erbosa (359233,3 E – 4741801,4 N; 1935 m.) che permette di risalire il canale fino al termine della barriera rocciosa, tenendosi sempre sulla sponda destra più erbosa. Questo tratto è il più impegnativo e richiede attenzione in quanto ripido e caratterizzato da roccette ed erba. La parte superiore del canale è caratterizzato invece da pendii erbosi non eccessivamente ripidi che in circa 200 metri di dislivello permettono di intercettare, in altri 30 minuti, il sentiero (359040,1 E – 4742013,2 N; 2150 m.) che dal Casale – Fonte delle Ciaole verso destra, conduce alla captazione (359238,2 E – 4742197,7 N; 2200 m.) all’interno del canale diretto alla Vetta da cui, in circa 40 minuti di ripida salita si raggiunge la cima del Monte Vettore in corrispondenza della croce, (vedere itinerario MONTE VETTORE DALLA FONTE DELLE CIAOLE PER IL CANALE SUD). Il giorno della salita, per motivi di tempo, non siamo saliti fino alla cima del M.Vettore per il sentiero per la Fonte delle Ciaole ma il pendio sovrastante era stato già da noi esplorato e addirittura siamo ridiscesi per lo stesso canale di salita.

RITORNO: Se si raggiunge la cima del Monte Vettore, in 2,5 ore si può scendere dal sentiero classico per Forca di Presta e da qui per strada asfaltata si scende a Piè Vettore dove si è lasciata l’auto. Oppure una volta raggiunto il Rifugio Zilioli alla Forca delle Ciaole si scende liberamente il pendio sottostante in direzione della piattaforma erbosa dove sorge il visibile Casale delle Ciaole (358548,7 E – 4741644,5 N; 2060 m.) . Continuando in discesa il pendio si restringere per formare, più a valle, il Canale dei Mezzi Litri (358624,2 E – 4742197,7 N; 1840 m.) che riporta esattamente nel punto di inizio del Sentiero della Costa La Monna da cui si è partiti. Questo itinerario di discesa è sicuramente più breve (2 ore) ma più impegnativo per la presenza di tratti erbosi e rupestri ripidi nella parte iniziale del Canale dei Mezzi Litri. E’ possibile anche scendere direttamente dal canale di salita per riprendere il sentiero della Costa La Monna ma è consigliato solo ad escursionisti esperti in quanto il tratto roccioso all’interno del canale è piuttosto ripido.

1- Il sentiero della Costa La Monna si snoda in quota su un pendio molto ripido.
2- Il canale compreso tra il canale del Santuario e il Canale Diretto alla Vetta con la barriera rocciosa in alto ed il suo caratteristico scivolo ghiaioso al suo interno, si risale la sponda erbosa destra .
3- La salita del primo tratto del canale, su pendio erboso di circa 40-45 gradi.
4- La cima della Piramide visibile sulla destra del canale.
5 – 6- La barriera rocciosa a quota 1900 metri chiude il canale, a prima vista non si vede la possibilità di risalita.
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7- Poi, entrando al suo interno si nota che il canale prosegue.
8- Risalita del restringimento del canale.
9- Al centro del canale si notano due torrioni rocciosi e la rampa erbosa che permette di aggirarli sulla destra.
10-11-12- Avvicinamento alla rampa erbosa ancora più visibile.
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13- Il restringimento del canale visto dalla rampa erbosa
14- 15- Il pendio parallelo, più roccioso e degradato, del Canale Diretto alla Vetta.
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16- Il ripidissimo pendio oltre il quale si apre l’Aia della Regina, in alto è visibile la cima della Piramide..
17- Ononis cristata Mill. subsp. apennina nel pendio del canale di salita.
18- Gypsophila repens sul sentiero della Costa La Monna.

COMMENTO ALLA BIBLIOGRAFIA PUBBLICATA:

Nel libro “GUIDA DEI MONTI SIBILLINI” del CAI Ascoli Piceno del 1983 viene indicato il tracciato e descrizione della via invernale del “Canale del Santuario” n.3.15 e del “Canale Diretto alla Vetta” n.3.14, ho riportato il tracciato della nostra via indicata in rosso e, come visibile, passa tra le due in un canale non indicato.

Nel libro “GHIACCIO D’APPENNINO” di C. Iurisci del 2012 nella immagine di pagina 104 vengono indicati il tracciato della via invernale n.27 senza inserire la descrizione e del “Canale Diretto alla Vetta” n.28 con relativa descrizione, secondo questa immagine la nostra via passa in corrispondenza della via n.27.

Ma successivamente nella immagine a pagina 106 dello stesso versante vengono riportate entrambe le vie n.27 e 28 ma il tracciato della via n.27 è spostato più a sinistra dove in realtà passa la via “Canale del Santuario”, come giustamente indicato nel libro “GUIDA DEI MONTI SIBILLINI” del CAI Ascoli Piceno del 1983 , nella immagine ho riportato la nostra via indicata in giallo e passa tra le due, n.27 e n.28, in un canale non indicato.

E come visibile non viene riportata la descrizione della via n.27 indicata nelle foto di pagina 104 e 106 (canale del Santuario) ma viene riportata al n.27 la descrizione della via “Canalone Nord” al Pizzo del Diavolo con relativo numero nella immagine a pagina 103 che non ha nulla a che fare con la via n.27 indicata nelle immagini del Versante Sud-est del Monte Vettore di cui pertanto non si ha descrizione e sovrapposizione di numerazione.




LE GROTTE DELLA COSTA LA MONNA – VERSANTE SUD EST DEL MONTE VETTORE.

Il 21 giugno 2018 abbiamo
esplorato due cavità presenti nel selvaggio versante sud-est del Monte Vettore,
oltre alla ben più conosciuta Grotta delle Fate presente nella zona denominata
Aia della Regina il cui itinerario di raggiungimento è descritto unicamente nel
mio libro “IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI” (Anno 2014), sebbene viene indicata
sulle principali carte topografiche dei Monti Sibillini in commercio.

Come di consueto anche
questo itinerario per raggiungere le due cavità esplorate non è descritto in
alcuna guida dei Monti Sibillini in commercio.

L’itinerario proposto è adatto
ad esperti escursionisti in quanto presenta qualche difficoltà tecnica dovuta
ai ripidi pendii erbosi che bisogna percorrere per il loro raggiungimento.

Accesso: L’itinerario prevede come base di partenza
la località Piè Vettore, da dove inizia il Sentiero dei Mietitori, che si
raggiunge in auto dopo 500 metri da Forca di Presta scendendo verso Pretare –
Montegallo con attenzione per la strada ancora dissestata dal terremoto
dell’ottobre 2016, infatti  proprio in
questo tratto la faglia attraversa la strada in corrispondenza del canale est
del Monte Vettoretto. (vedi scheda itinerario n.24 M. Vettore per il canale
della Faglia).

Trecento metri prima del
primo tornante si nota sulla sinistra un primo nucleo boschivo e sulla destra
un ampio piazzale dove si parcheggia.

Nel prato pianeggiante
sopra strada una volta erano presenti dei pali che segnavano l’inizio del
“Sentiero dei mietitori” (358827 E – 4739979 N, 1380 m.).

Descrizione: Si percorre il sentiero dei
Mietitori per circa 200
metri quindi, senza percorso, si risale per altri 200 metri di dislivello
il pendio verso nord-ovest caratterizzato da arbusti nani di ginepro e uva
orsina in direzione del Canalone del Mezzi Litri che scende dal pendio
sottostante la Forca delle Ciaole.

L’imbocco del canalone è
caratterizzato da ghiaioni di breccia rossastra e blocchi di conglomerato posti
a strati nella sponda sinistra (358801 E – 4740792 N, 1560 m.) .

Proprio alla base di tali blocchi inizia verso destra in direzione nord in salita una traccia di sentiero indicato con frequenti omini di pietra che man mano si fa più evidente (25 minuti dall’auto).
            Il sentiero diventa pianeggiante ed inizia ad attraversare una bellissima zona caratterizzata da spuntoni rocciosi sparsi a valle e a monte.

            Dopo circa 400
metri dall’inizio del sentiero nel Canale dei Mezzi Litri, si raggiunge un ampio
canale (40 minuti dall’auto), caratterizzato da due grossi alberi (i più grandi
della zona, 358992 E – 474107 N, 1615 m.) posti quasi alla stessa quota,  uno sopra e l’altro sotto al sentiero, oltre
il quale gli alberi finiscono.

1– Il tratto iniziale del Sentiero della Costa la Monna
2- Il tratto centrale del Sentiero della Costa la Monna con il doppio tracciato per raggiungere la prima grotta.
3– Il particolare del Sentiero della Costa la Monna da dove si sale per raggiungere la prima grotta esplorata.

Superati i due alberi si
incontra un canalino con fondo ghiaioso che si risale fin quasi al termine
della barriera rocciosa sovrastante caratterizzata da un torrione franato dal
terremoto (foto n.2-3).

In corrispondenza di un
alto torrione sulla destra si traversa sotto di esso  fino ad intercettare l’ingresso della prima
grotta esplorata (vedi foto n.3, 359001,6 E – 4741246,5 N; 1725 m.).

La grotta, profonda pochi
metri, si può raggiungere anche oltrepassando i due alberi fino al canale
successivo dove finiscono le formazioni arboree quindi risalendo il ripido
pendio erboso della sponda destra del canale per poi deviare nettamente verso
sinistra verso l’alto torrione che forma la grotta da visitare (vedi foto n.2).

Questo secondo percorso
si può utilizzare per ridiscendere dalla grotta al sentiero della Costa la
Monna.

Raggiunta la traccia di
sentiero si prosegue in lieve salita al di sopra del rimboschimento di pini che
caratterizza la parte bassa della montagna, fino a raggiungere, in altri 30
minuti, un ampio canalone roccioso, caratterizzato da immense placche rocciose
coricate tra cui si snoda il sentiero, denominato “canale diretto alla vetta”
(359470 E – 4741669 N; 1735 m.)  in
quanto percorso da una via invernale che raggiunge la cima del Monte Vettore.

In questo tratto il
sentiero si snoda su terreno molto ripido e insidioso per gli accumuli di frana
formatisi dopo il terremoto dell’Ottobre 2016.

Si esce dal canale e si
traversa un ampio prato in forte pendenza 
con vista sulla Piramide fino a raggiungere, sopra al sentiero, un
caratteristico masso isolato che funge da riparo per una pianta (foto n.6).

Oltrepassato  il masso, si prosegue fino a raggiungere un
piccolo pino isolato.

Poco prima del pino (359601,5
E – 4741724,2 N; 1710 m.) si lascia il sentiero che prosegue per l’Aia della
Regina e si scende liberamente nel prato sottostante facendo molta attenzione.

Si devia dapprima verso
destra poi, in corrispondenza di alcune rocce, si devia verso sinistra per aggirare
il torrione che forma la grotta.

Quindi costeggiando il
torrione si raggiunge la grotta di cui si vede prima il tetto di rocce che la
forma (vedi foto n.4-5, 359667 E – 4741673 N; 1645 m.).

Questa grotta è più
ampia, profonda diversi metri e alta almeno sei, fornisce un ottimo riparo per
gli animali della zona.

Visitata la grotta si
risale faticosamente il pendio erboso disceso per ritornare sul soprastante
sentiero quindi o si prosegue verso l’Aia della Regina dove abbiamo costatato
elevate difficoltà e pericoli oggettivi per raggiungere la più grande cavità
della zona,  la Grotta delle Fate
(descritta nel mio secondo libro) per le numerose frane prodotte dal terremoto
dell’Ottobre 2016 (in questo tratto consigliata una corda e chiodi da roccia
per scendere verso la placconata dell’Aia della Regina) oppure si ritorna
indietro verso l’auto per lo stesso itinerario.

Ritorno: Si ripercorre il Sentiero della
Costa la Monna fino all’auto.

4– Il tratto finale del Sentiero della Costa la Monna compreso tra il Canale diretto alla Vetta e l’Aia della Regina ed il tracciato per raggiungere la seconda grotta esplorata.
5– Il particolare del Sentiero della Costa la Monna da dove si scende per raggiungere la seconda grotta esplorata
6– Il masso con alberello oltre il quale si scende per raggiungere la seconda grotta esplorata, il alto a sinistra la cima della Piramide.

7– Il torrione che forma la prima grotta esplorata.
8– L’ingresso della prima grotta esplorata.
9– L’ingresso della seconda grotta esplorata.
10– Le dimensioni dell’ingresso della seconda grotta esplorata.
11– Il paese di Pretare, o quel che ne rimane dopo il sisma dell’Ottobre 2016,  visto dall’interno della seconda grotta esplorata.
11– Due delle numerose grandi frane prodotte dal sisma dell’Ottobre 2016 nel versante Sud-est del Monte Vettore, sullo sfondo in alto la strada di Forca di Presta. 2

CURIOSITA’  BOTANICA.

Nel tratto di sentiero prima del  “Canale diretto alla Vetta”, su un ripido
pendio detritico ad una quota di circa 1700 metri, abbiamo ritrovato una rigogliosa
stazione (molto probabilmente la seconda) di una rarissima pianta dai
graziosissimi fiori rosa, la Ononis cristata Mill. subsp. apennina (Fabaceae).

La specie, endemica delle montagne di
Marche ed Abruzzo, era stata segnalata nel 1987 per il basso versante sud-est
del Monte Vettoretto, a circa 2 chilometri di distanza da questa stazione, ed
in seguito mai più ritrovata.

Pertanto la scoperta di questa
stazione conferma la presenza della specie nei Monti Sibillini.

GIANLUCA CARRADORINI, ANDREA CARRADORINI, STEFANO CIOCCHETTI.

21 giugno 2018

13– Il ripido pendio detritico prima del Canale Diretto alla Vetta, a destra, caratterizzato da grandi placche rocciose appoggiate, dove è stata ritrovata la Ononis cristata.
14- Il ripido pendio detritico prima del Canale Diretto alla Vetta dove è stata ritrovata la Ononis cristata, a sinistra sullo sfondo i Monti della Laga.
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15- 16 – La graziosissima Ononis cristata Mill. subsp. apennina.

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