LAGO DI PILATO dalla Valle delle Fonti per Forca Viola.

Escursione del 25 maggio 2022 con Silvia, Diego, Laura e Riccardo dalla Valle delle Fonti per Forca Viola al Lago di Pilato per osservare le condizioni dell’invaso, purtroppo i due laghi sono già a meno della metà della massima capienza.

Il 2 giugno 2022 i miei amici Valerio, Gilberto e Silvia sono ritornati al Lago di Pilato e già le condizioni dell’innevamento, a distanza di 8 giorni, erano cambiate a causa delle alte temperature degli ultimi giorni,

Di seguito le immagini dell’escursione del 25 Maggio:

1- Isatis apennina nei ghiaioni della Valle di Pilato.
2- Il ghiaione dopo Forca di Pala., in alto le rocce del versante Nord del Quarto San Lorenzo.
3- La rara Orchis pallens nei prati di Forca di Pala.
4- Lingue di neve nei ghiaioni di Quarto San Lorenzo.
5- Il Pizzo del Diavolo con il Gran Gendarme e le conoidi detritiche prodotte dalle frane del terremoto del 2016.
6- Il primo lago a metà riempimento.
7- Il secondo lago ancora parzialmente gelato.
8- Un masso caduto dopo il terremoto del 2016 immerso nelle acque.
9- 10- Massi caduti con il terremoto dalle pareti del Pizzo del Diavolo fino al Lago.
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11- 13- Immagini del Lago di Pilato
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14- 15- I Salix caprae che stanno colonizzando le sponde del Lago di Pilato da circa un decennio, probabilmente a causa dell’innalzamento delle temperature.
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16 – 20- Altre immagini del Lago di Pilato
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20- La Cima del Lago domina la conca.
21- La parete Est del Pizzo del Diavolo con il Gran Gendarme sulla destra.
22- La parete Est del Pizzo del Diavolo con il torrione denominato “il pulpito” in alto a sinistra al termine della lingua di neve, uno dei posti più belli della valle ma attualmente uno dei più pericolosi, mentre stavamo girovagando intorno al lago ogni tanto si sentivano scariche di massi cadere dalle pareti.

Di seguito le immagini dell’escursione del 2 Giugno:




CIMA DI FORCA VIOLA Per la cresta Est da Forca di Pala.

La Cima di Forca Viola non viene riportata neppure in alcune carte e non è contemplata nella bibliografia ufficiale dei Monti Sibillini, una cima dimenticata senza nessun itinerario di raggiungimento. Eppure è la prima cima che delimita a destra, salendo, la Valle del Lago di Pilato e da cui si gode di un panorama aereo su tutta la valle.

Il sentiero che sale da Forca Viola verso le creste della Cima del Redentore non tocca questa panoramicissima cima, sale a mezza costa nel versante ovest per salire in cresta solo in corrispondenza della Cima dell’Osservatorio, scavalcando la Cima di Forca Viola e il Quarto S. Lorenzo, togliendo all’escursionista il piacere di una cavalcata su una sottile cresta aerea a cavallo tra due delle zone più belle dei Monti Sibillini, la Valle del Lago di Pilato e i Piani di Castelluccio.

La salita, effettuata il 21 luglio in solitaria, si propone come il primo itinerario estivo specifico per raggiungere questa cima. Un itinerario invernale aperto da noi anni fa (descritto di seguito) sale il canale Ovest che si innalza 200 metri prima di Forca Viola, salendo sempre dalla Valle delle Fonti, per uscire proprio sulla cima, di cui le foto n.18-19 sono la testimonianza della salita.

Come molti dei miei itinerari, anche questo è consigliato solo ed esclusivamente a persone esperte che si sanno muovere su terreni erbosi molto ripidi, è consigliato l’uso di una piccozza nei due tratti più ripidi ed impegnativi.

ACCESSO: Per effettuare l’ascensione si deve raggiungere in auto il paese di Castelluccio quindi si scende dalla collina e appena terminata la discesa si gira a sinistra e si parcheggia nello spiazzo erboso. Dal parcheggio parte la strada sterrata che conduce allo spiazzo di raccolta delle macerie del paese per poi dividersi. A Sinistra si va per Capanna Ghezzi che non è consigliabile prendere in quanto più lunga.

DESCRIZIONE: Dall’area di raccolta delle macerie proseguendo invece verso destra, (addirittura anche in auto in quanto non ci sono divieti ed il fondo della strada è ottimo), si raggiunge in circa 20 minuti a piedi la fontana dell’imbocco della Valle delle Fonti (355313,2 E – 4743932,5 N; 1415 m.) . Si scende il pendio oltre la fontana che si addentra nella Valle delle Fonti e si percorre tutta la valle su comodo sentiero. Giunti, in altri 25 minuti, nei pressi di una vecchia fonte (355772,6 E – 45184,5 N; 1610 m.) si devia a destra per risalire la valletta sottostante Forca Viola. Qui si nota nel pendio di sinistra una traccia di sentiero che si raggiunge risalendo 50 metri di pendio erboso. Preso il sentiero lo si segue dapprima su tratto ghiaioso poi esso attraversa il canale che scende da Forca Viola e prosegue a destra su pendio erboso ripido nel versante opposto. Si segue la traccia fino a delle rocce di conglomerato ( 356540,5 E – 4745330,3 N; 1915 m.) ben visibili da valle oltre le quali si apre il pendio erboso della sella di Forca Viola che si raggiunge in 30 minuti dal fondovalle (1,15 ore dall’auto; 356540,5 E – 4745330,3 N; 1915 m.).

Dal ripiano di Forca Viola si scende nel versante Est opposto per il sentiero che conduce al Lago di Pilato, in altri 20 minuti si raggiunge uno spiazzo posto superiormente allo Scoglio del Miracolo (357282,3 E – 4745423 N; 1880 m.) e si prosegue per altri 300 metri fermandosi in una ansa del sentiero (357473,8 E – 4745132,7 N; 1905 m.) prima di raggiungere Forca di Pala da cui si scopre tutta la Valle di Pilato. Da qui si inizia a salire la cresta erbosa sovrastante il sentiero che sale in direzione della Cima di Forca Viola non visibile dal basso. Il primo tratto è erboso e piuttosto facile poi la cresta si impenna, si può percorrere la cresta mai affacciandosi verso il Lago di Pilato per la presenza di pareti franate oppure e si devia 50 metri a destra per scavalcare questa prima barriera rocciosa per un canalino erboso molto ripido ed impegnativo, tenendosi sempre nel versante Nord da dove si vede il Monte Argentella (20 minuti) . Quindi salita la barriera rocciosa ci si riporta verso la cresta di sinistra e da questo punto si scopre già tutta la Valle di Pilato. Si prosegue in cresta di nuovo erbosa con alcuni tratti rupestri ma non eccessivamente ripida fino a raggiungere il secondo tratto roccioso che impenna nettamente e che richiede molta attenzione (30 minuti).

Si risale il secondo tratto rupestre scalettato sovrastante sul filo di cresta, su pendenze di 50-60° dove si consiglia di utilizzare una piccozza, questo è il secondo tratto più impegnativo della salita. Al termine la cresta si addolcisce e si è in vista della Cima di Forca Viola che si raggiunge in altri 20 minuti (1,30 ore da Forca Viola).

La entusiasmante e impegnativa salita non ha finito di stupire, a circa 200 metri dalla cima ci si trova la cresta tagliata da una trincea prodotta dal terremoto del 2016, (357119,8 E – 4744930,1 N; 2155 m.) lunga una decina di metri, larga circa circa un metro e profonda anche due metri in un punto, che si aggiunge ai tanti luoghi dei Monti Sibillini devastati che abbiamo visitato dopo il sisma.

Si raggiunge quindi la Cima di Forca Viola(356995,6 E – 4744823,4 N; 2230 m.) indicata da una semplice pietra traballante scritta a pennarello……..ormai non mi meraviglio più dello stato di degrado in cui versano i sentieri dei Monti Sibillini.

Dalla Cima di Forca Viola è doveroso proseguire l’aerea cresta verso il Quarto S. Lorenzo, Cima dell’Osservatorio per raggiungere la Cima del Redentore percorrendo cosi’ tutta la lunga cresta che delimita la sinistra orografica della valle di Pilato.

DISCESA: Dalla Cima di Forca viola se non si vuole proseguire la cresta si scende liberamente nel versante Ovest fino ad intercettare il classico sentiero di salita che in 30 minuti scende a Forca Viola. Se si prosegue fino alla Cima dell’Osservatorio si scende prendendo lo stesso sentiero che, dalla cresta, scende e costeggia la cresta nel versante Ovest della montagna da cui si gode il bellissimo panorama aereo dei Piani di Castelluccio per scendere in circa un’ora a Forca Viola da cui si riprende l’itinerario di raggiungimento.

PERCORSO INVERNALE: Con l’occasione riporto anche la salita invernale alla Cima di Forca Viola per il Canale Ovest effettuata alcuni anni fa e non pubblicata.

Dalla fontana dell’imbocco della valle delle Fonti Si segue il percorso estivo fino a 200 metri prima delle rocce di conglomerato ( 356540,5 E – 4745330,3 N; 1915 m.) situate nel canale di salita a Forca Viola. Qui a destra parte un canale diretto con pendenze dapprima di 35° per poi impennare a 45° nel tratto finale, che si risale interamente senza particolari difficoltà fino alla Cima di Forca Viola, con 1,3 ore dall’attacco.

Discesa: Stesso itinerario estivo o più direttamente dal Canale Ovest di Quarto San Lorenzo che vi porta direttamente in Valle delle Fonti.

1- Il tratto iniziale della cresta a monte di Forca di Pala con il primo risalto roccioso. Sullo sfondo il Monte Vettore.
2- L’altro tratto di cresta di salita con il secondo risalto roccioso e la cresta finale prima della Cima di Forca Viola non visibile.
3- Il primo tratto erboso della cresta di salita domina tutto il Piano della Gardosa con la Ripa Grande, sullo sfondo il Monte Sibilla e Cima Vallelunga a sinistra
4- La pendenza ancora non eccessiva del primo tratto erboso con vista verso il Monte Argentella.
5- il primo tratto roccioso superato tramite un canalino erboso posto alla sua destra
6- Attimo di pausa sotto al secondo tratto ripido, prendo la piccozza.
7- Veduta verticale da sopra il primo tratto roccioso verso il sentiero per il Lago di Pilato, a destra l’ansa del sentiero da cui si sale per l’itinerario proposto.
8- Veduta verticale dal secondo risalto da cui si scopre la Valle del Lago di Pilato, a destra si vede il sentiero che sale dalle Svolte.
9- Superato il secondo risalto rimane la comoda cresta finale da cui si scopre la Cima di Forca Viola.
10- Veduta aerea sulla Valle del Lago di Pilato.
11- La Cima di Forca Viola con la cresta che la collega al Quarto San Lorenzo.
12- Da destra, il Quarto S. Lorenzo, Cima dell’Osservatorio, Cima del Redentore ed il Pizzo del Diavolo con la Sella delle Ciaole a sinistra.
13 – 14 L’impressionante trincea profonda anche 2 metri aperta sulla cresta poco prima della Ccima di Forca Viola dal sisma dell’Ottobre 2016.
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15- La trincea vista dal tratto di cresta superiore.
16- La cresta finale con la Cima delle Prata, Monte Banditello, Sasso D’Andrè e il Monte Torrone a destra.
17- La Cima di Forca Viola, per fortuna qualche volenteroso ha scritto il nome e quota della cima su una traballante pietra con uno scolorito pennarello….una targa di metallo come in tutte le altre montagne d’Italia è troppo ? Solo nei Monti Sibillini si vedono certe penose cose.
18- Immagini della salita invernale alla Cima di Forca Viola per il canale Ovest, sullo sfondo il Monte Sibilla e Cima Vallelunga a sinistra.
19- La cresta che collega Cima di Forca Viola al Quarto San Lorenzo.
20- La cresta della foto n.19 in versione estiva ripresa quasi dallo stesso punto.
21- La Cima di Forca Viola con la cresta Est di salita vista dirigendosi verso Quarto San Lorenzo.
22 – 23 Veduta aerea dalla cresta verso i piani di Castelluccio ancora in fiore.
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24- La bellissima Scutellaria alpina sulla cresta di Quarto San Lorenzo
25- la cima di Quarto San Lorenzo o Cima Castelluccio con la solita pietra di indicazione.
26- La cresta di salita tutta illuminata dal sole, vista da Quarto San Lorenzo con il sentiero che scende da Forca di Pala per il Lago di Pilato visibile nel ghiaione a destra.
27- Piena fioritura sulla cresta per la Cima dell’Osservatorio
28- Castelluccio visto dalla cresta.
29- La Cima dell’Osservatorio con i due suoi canaloni Nord, a destra la Cima del Redentore.
30. La sottile cresta Est della Cima dell’Osservatorio che precipita verso la Valle di Pilato, con la zona franata, in corrispondenza del dente da cui emerge dietro il Gran Gendarme.
31- La parte finale della cresta della foto precedente.
32. Il punto da dove ho scattato la foto n.30
33- Altra cima (Cima dell’Osservatorio) ….altra traballante pietra che sicuramente cadrà con le prime bufere invernali.
34- La rara Saxifraga sedoides nel versante Nord della Cima dell’Osservatorio.
35- Il raro Cerastium thomasii nel versante Nord della Cima dell’Osservatorio.
36- Fringuello alpino colto in volo.
37- La cresta Est della Cima di Forca Viola descritta nel presente itinerario con l’intaglio della trincea sismica delle foto 13-14 visibile anche dalla Cima dell’Osservatorio.
38- Il Gran Gendarme e “la Conca” del Pizzo del Diavolo con i ghiaioni sottostanti riempiti dai detriti delle frane dell’Ottobre 2016.
39- Le cenge sopra “la Conca” riempite dai detriti delle frane dell’Ottobre 2016.
40- Il versante Nord del Pizzo del Diavolo con la grande frana (roccia più chiara) prodotta dal sisma dell’Ottobre 2016.
41- Il versante Nord del Pizzo del Diavolo sconvolto dal sisma del 2016 con ancora grandi massi in bilico, sullo fondo escursionisti alla Sella delle Ciaole.
42- Luci ed ombre verso le cime del gruppo Nord dei Monti Sibillini. In primo piano la Cima di Forca Viola, a destra Il M. Argentella in ombra, il Sasso di Palazzo Borghese illuminato, il M. Porche in ombra a sinistra quindi il Pizzo Berro a destra , il M.Rotondo al centro e sullo sfondo appena visibile il lontano M. San Vicino.
43- Squarcio di luce sui campi di Castelluccio.
44- Durante la discesa mi imbatto in un cerchio delle fate con grandi Psalliota macrospora.
45- E per concludere, giunto nei pressi di Forca Viola attraverso una rigogliosa stazione di Leontopodium nivale a quota relativamente bassa per la specie.

Foto dei versanti e Piante satellitari del percorso proposto.
Giallo: Itinerario di avvicinamento.
Rosso: Salita estiva proposta. Celeste: salita invernale proposta.
Verde: itinerario di discesa estivo e invernale

46- La Cima di Forca Viola con il percorso estivo, versante Est vista dal Monte Torrone.
47- La Cima di Forca Viola, versante Nord vista dal Monte Argentella
48- La Cima di Forca Viola con il percorso invernale, versante Ovest vista dal Casale dell’Argentella.
49- La Cima di Forca Viola con il percorso invernale, versante Ovest vista da Castelluccio.
50- Pianta satellitare dei percorsi proposti.
51- Dettaglio