MONTI SIBILLINI POST SISMA. VAL DI PANICO: FOSSO DI S. SIMONE – AI PIEDI DELLE PARETI DEL MONTE BOVE NORD

Il 16 ottobre 2017 abbiano finalmente raggiunto in auto la frazione di Casali di Ussita completamente abbandonata, ci hanno accolto “solo” ben 9 cani da pastore.

Da Casali siamo saliti per il Fosso di San Simone descritto nel mio itinerario n.13(itinerario del ferro intorno a Casali di Ussita) per andare a vedere gli effetti post-sisma in quanto il canale è formato nel lato sinistro da Scaglia Rossa frantumata in appoggio per faglia diretta sulla Maiolica e sul Calcare Massiccio de “Le Cute”,  che, da notizie ricevute, si era mossa a seguito del terremoto del 26 ottobre 2016.

Il Fosso di San Simone è completamente stravolto dall’ultima volta che lo avevo visto, nel 2015.

Quindi siamo saliti ai Campi di Casali per osservare più da vicino le ferite della parete nord del Monte Bove.

Qui, nel bosco alla base delle pareti e precisamente sotto allo spigolo nord-est, abbiamo notato un grande e ben visibile intaglio, ciò lasciava presumere che qualche grossa frana era arrivata fino allo stradone che sale da Calcara di Ussita per Poggio Paradiso e si era aperta un varco nel bosco.

Abbiamo quindi deciso di dirigerci alla base dello spigolo nord-est da dove parte la via di roccia Alletto-Consiglio per osservare cosa era successo.

Dalla strada che sale verso la Val di Panico, prima della fonte omonima, abbiamo seguito il tratturo che scende verso Poggio Paradiso – Calcara, dopo circa 500 metri degli enormi massi bianchissimi , grandi come un’auto, giunti fino alla strada posta 250 metri di dislivello più in basso dello spigolo, ci hanno indicato la posizione dell’intaglio che avevamo visto.

Siamo quindi saliti nel bosco in direzione delle pareti lungo la striscia di alberi abbattuti e grandi crateri di impatto intervallati, segno del rotolamento dei massi osservati.

L’immagine dell’intaglio nel bosco è anche ben visibile su Google Earth  in quanto acquisita il 07/08/2017 quindi dopo il terremoto del 26-30 ottobre 2017 che ha provocato le grandi frane del Monte Bove. 

Siamo giunti quindi fino all’attacco della via Alletto-Consiglio alla base dello spigolo nord-est del Monte Bove Nord, purtroppo le immagini sono scure perché il sole, a metà ottobre, non arriva più ad illuminare la base della parete nord ma la distruzione che abbiamo visto è evidente ed impressionante.

GIANLUCA CARRADORINI, ANDREA CARRADORINI, 16 OTTOBRE 2017.

1-L’accoglienza a Casali di Ussita, che non si dica che non è rimasto un cane dopo il terremoto !!!!!
2-Il fosso di San Simone nel maggio 2015.
3- Il Fosso di San Simone il 16 Ottobre 2017, il fosso è pieno di detriti di frana, qui è ben visibile la friabile Scaglia Rossa a sinistra e la Maiolica e le grandi placche di Calcare Massiccio molto più compatti a destra, la faglia in appoggio al centro del fosso è creata dal contatto dei due tipi di rocce.
4-La faglia in appoggio, ben visibile, formava una caratteristica strettoia al centro del fosso di San Simone (maggio 2015, foto storica). 
5-Ora la caratteristica strettoia non c’è più, completamente sommersa da metri di detriti caduti dalla friabilissima parete di scaglia rossa di sinistra
6- Le grandi placche di calcare massiccio ed al centro a sinistra la strettoia del fosso della foto n.4
7- Stessa immagine della foto n. 6 ma scattata il 16 ottobre 2017 dopo il sisma.
8- Il Monte Bove Nord con i suoi tre Spalti, maggio 2015
9- Il Monte Bove Nord con i suoi tre Spalti e le sue grandi “ferite” del terremoto, 16 ottobre 2017
10- Ingrandimento dello Spalto Orientale (sinistra) e centrale (destra) con le grandi frane.
11- Lo spigolo Nord-Est con grandi frane ed il visibile intaglio nel bosco sottostante. 
12- Il netto intaglio all’interno del bosco, sullo sfondo lo Spalto Orientale del Monte Bove Nord.
13- Grandi faggi abbattuti e crateri di impatto lungo il percorso dei massi caduti a valle.
14- Uno dei primi grandi massi incontrati salendo verso le pareti rocciose dello Spigolo Nord Est.
15- Giunti ormai in prossimità delle pareti la distruzione si fa indescrivibile.
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16 – 17-Giunti sotto alla parete dello Spigolo Nord-Est ci sono massi ovunque e di tutte le dimensioni

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18 – Alla base del colatoio della Via della Pera un enorme ghiaione, sulla destra, si è formato dopo il 26 e 30 ottobre 2016. 
19- Ancora enormi massi alla base della parete.
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20 -21 – massi enormi sparsi alla base dell’intaglio nel bosco, a più di 250 metri di dislivello più in basso della base delle pareti rocciose.

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22- Uno dei grandi massi scesi più a valle, sopra si nota il netto intaglio nel bosco provocato dalla caduta di questi massi.
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23 – 24- I massi scesi più a valle, in quello sopra si nota una faccia grigia (a sinistra dei bastoncini) che era quella esterna esposta agli agenti atmosferici, il masso sotto da un calcolo approssimativo (dalle dimensioni e peso del calcare) pesa più di 15 tonnellate !!!.

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25- Ormai giunti al fronte della frana, alle spalle l’intaglio nel bosco, netto e lunghissimo.
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26 – 27-Lo stradone che dalle Sorgenti di Panico scende verso Poggio Paradiso – Calcara con i grandi massi arrivati fino lì.

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28- Immagine satellitare da Google Earth acquisita il 07/08/2017 dove si nota in netto intaglio dalla base delle pareti all’interno del bosco provocato dai massi franati.

29- La chiesina di Casali distrutta. 



PRIMA USCITA POST TERREMOTO – IMMAGINI PRIMA E DOPO

A più di un mese di distanza dalle terribili scosse che hanno sconvolto le nostre zone abbiamo fatto una prima timida uscita in montagna fino al Pizzo Tre Vescovi per vedere un po’quanto è successo.

Questo che vi propongo non è, come al solito, un nuovo itinerario, ma è una raccolta di immagini prima e dopo sisma e contemporaneamente una riflessione di come 60 secondi possono cambiare la vita di noi abitanti delle zone montane e l’aspetto dei nostri monti.

Sui Monti Sibillini ho scritto tante avventure di giorni memorabili, felici e spensierati.

Sapevo ormai da 40 anni della pericolosità delle montagne, sono passato più volte vicino a luoghi di morte come nella strada del Fargno dove sono presenti due lapidi di sventurati che hanno trovato lassù la fine dei loro giorni, nell’alta Val di Panico nel luogo dove è morto Giancarlo Grassi, uno degli alpinisti più famosi d’Italia,  ma mai avrei pensato un giorno di vivere una esperienza di  distruzione di popoli e paesi così ampia a causa delle forze di sollevamento delle montagne.

Guardo le montagne con il solito timore e rispetto di luoghi impervi e pericolosi ma ora anche con il timore di luoghi spaventosamente distruttivi.

Personalmente ho pagato anche io il prezzo di vivere vicino alle montagne, il mio ufficio e laboratorio chimico distrutti e la mia casa, seppure ancora integra per fortuna, ma tra una desolazione di palazzi distrutti e disabitati. Quando ripercorrerò i miei monti li guarderò con occhi diversi, di chi li ha tanto amati ma di chi li teme ancor di più.

Nonostante le mie più di 900 uscite nei Monti Sibillini, sembra strano ma avevo tanti altri itinerari da inventare, scoprire e da far scoprire agli appassionati di montagna, ora sarà molto difficile anche immaginarli, lassù tutto è cambiato e non sarà più come prima.

Pensavo già al mio terzo libro: “1000 giorni nei Monti Sibillini” ; comunque, con lo spirito di chi va in montagna, sempre avanti senza mai fermarsi.

Vi avevo lasciato con le foto della scarpata di faglia cosismica prodotta con il terremoto del 24 agosto 2016  (foto n.1) nel canale sud del Monte Vettoretto, purtroppo quella spaccatura descritta e documentata in un mio itinerario non era che un piccolo graffio sulla crosta terrestre.

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Dopo il 26 ottobre la scarpata si è ulteriormente abbassata ed una seconda si è aperta anche 200 metri più a valle della prima che corre sotto al cosiddetto “cordone del Vettore” alla base dello Scoglio dell’Aquila e ben più profonda ma ancora non siamo riusciti a raggiungerla e documentarla.

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2 – 3 Grandi frane si sono formate un po’ dappertutto nei Monti Sibillini; qui siamo sulla strada che collega la Pintura di Bolognola al Rifugio del Fargno in corrispondenza dell’ultima faggeta.

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4- Una volta da questo punto venivano giù solo grandi slavine !!

5- La Croce di Pizzo Tre Vescovi, che spettacolo che era con la prima nevicata autunnale !!!

6- Smossa dal sisma e terminata l’opera dal vento ormai è ridotta così
7- Il Fosso di San Simone il 22 aprile 2016, nei pressi di Casali, con il contatto di faglia tra le placche di calcare massiccio a destra e la scaglia rossa a sinistra, epicentro del sisma di Ussita.
8- Adesso il Fosso è completamente riempito da detriti di frane, il canale trasversale tra le due pareti non esiste più, è stato riempito di pietre. 
9- Il Monte Bove Nord visto dalla cima di Pizzo Tre Vescovi, estate del 2016.
10- La parete est del Monte Bove Nord con le conoidi di detriti, alla base dei colatoi, formati dalle numerose frane (chiazze bianche) che si sono staccate dalla parete e, a destra, la grande frana dello spalto Centrale.
11- La grande frana nello Spalto Centrale del Monte Bove Nord
12- La sommità dello Spalto Centrale, novembre 2015, di fronte lo Spalto Orientale e sullo sfondo il Pizzo Tre Vescovi  ed il Rifugio del Fargno.
13 Immagine del novembre 2015 della cima di Monte Bove Nord proprio dalla sommità dello Spalto Centrale attualmente franata (la cresta in primo piano è quella franata visibile nella foto n.12).
14 – La base del canale della via Moretti-Mainini alla est del Monte Bove con le grandi conoidi di detriti in confronto con i faggi del margine del bosco.
15- La base degli spalti nel versante nord del Monte Bove, anche qui grandi conoidi di detriti, in alto, indicato dalla freccia, il canale della via Maurizi-Taddei, dove c’è la famosa “finestra” (Vedi il mio libro “I Miei Monti Sibillini”) completamente riempito di detriti, chissà se la finestra ha tenuto o è crollata. Nel margine sinistro il camino di attacco dello spigolo nord della via “Aletto-Consiglio” ormai irripetibile a causa dei massi instabili che ancora dovranno cadere dalla parete.
16- Masso di diverse tonnellate staccato dalla sua sede e capovolto di lato a Pescolletta.
17- Dopo la visione di tanta distruzione un po’ di meritato relax; pattinaggio su ghiaccio sul laghetto di Pescolla !!!!; sullo sfondo il Pizzo Tre Vescovi e a destra il Monte Acuto.

Alla fine di questa terribile esperienza spero di poterci risentire in tempi migliori e magari con qualche bel nuovo itinerario.

Una ultima riflessione che ho trovato nella reception di un albergo di Alba Adriatica che ospitava terremotati senza casa di Marche e Lazio:

PIANGI, MEDITA, VIVI

UN DI’ LONTANO QUANDO SARAI DEL TUO FUTURO IN VETTA

QUESTO FIERO URAGANO SEMBRERA’ UNA NUVOLETTA

Gianluca Carradorini – Bruno Bartolazzi – Fausto Serrani   Dicembre 2016