I TERRAZZI DA BRIVIDO DEI MONTI SIBILLINI – Parte 2.

ITINERARIO N.4:  IL TERRAZZO DELLA CIMA DELLA “PIRAMIDE” –
VERSANTE SUD-EST DEL MONTE VETTORE

Sicuramente questo
itinerario, insieme ai N.1 e 2 descritti per il gruppo nord, permette di
raggiungere uno dei più spettacolari terrazzi da brivido sospesi nel vuoto del
gruppo sud dei Monti Sibillini.

Dalla cima della “Piramide” è
possibile affacciarsi con una verticale di più di 300 metri sopra alla “Aia
della Regina”, la grande placconata posta nel versante Sud-est del M. Vettore e
con oltre mille metri sopra al paese di Pretare e Arquata del Tronto ancora più
in basso, con una visione aerea che corre fino ai Monti della Laga e al Gran
Sasso.

L’itinerario è consigliato ad
escursionisti allenati ed esperti che siano in grado di muoversi con sicurezza
su terreni aspri e molto ripidi, che conoscono bene la montagna in quanto nel
tratto finale di raggiungimento del terrazzo proposto non esistono sentieri ne
segnalazioni e che soprattutto non soffrono di vertigini.

Accesso: Da Forca di Presta si sale al M. Vettore
per l’itinerario classico (sentiero n. 1 – 1/A), passando per il Rifugio
Zilioli (ore 2).

Dalla cima del M. Vettore ci
si sposta verso la croce che si incontra prima della vetta, si scende poco più avanti,
in corrispondenza di un omino di pietre, verso la lunga cresta che collega la
cima del M. Vettore alla Cima di Pretare o il Pizzo.

Scesi alcuni metri ci si
trova sul grande crestone che, in costante discesa, permette di raggiungere in
circa 15 minuti uno scoglio. Si supera lo scoglio e si prosegue in cresta
sempre in discesa.

  Dopo circa 100 metri, prima di scoprire verso sud-est, il grande imbuto del “canalino”,  si inizia a notare sotto alla cresta, sulla destra, una crestina che si stacca e, in netta discesa, porta alla visibile cima della “Piramide” posta circa 200 metri più in basso (foto n.1).   Si inizia a scendere la cresta ghiaiosa intervallata da alcuni saltini rocciosi di pochi metri che si aggirano a sinistra e gli ultimi a destra, fino a raggiungere, sempre a destra, il termine di un ampio e ripido canale erboso, è la parte terminale del “canale del santuario” (via alpinistica invernale). S

1– La  discesa verso la cima della “Piramide” vista dalla cresta M- Vettore – Cima di Pretare, in alto il paese di Pretare, in ombra la parte finale del “canale del Santuario”, via invernale di salita.

Seguendo sempre la cresta in
discesa che in questo punto si fa molto sottile si raggiunge la cima della
“piramide” (30 minuti).

Si consiglia di avvicinarsi
ed affacciarsi alla cima con prudenza perché di colpo ci si trova sospesi sopra
ad un impressionante vuoto.

La cresta della “piramide” è
inoltre molto friabile, fare attenzione a non staccare massi.

Ritornati sulla cresta che
collega il M. Vettore alla Cima di Pretare (foto n.2) si consiglia di scendere
ulteriormente, con attenzione, raggiungendo questa ultima cima, anch’essa molto
panoramica in quanto sospesa da verticali pareti  sopra al Passo Galluccio, Sasso Spaccato
(vedi itinerario dell’autore pubblicato nel novembre 2014)  e a Montegallo con tutte le sue frazioni.

Ritorno: Stesso itinerario

2- La  salita  verso la cresta M- Vettore – Cima di Pretare, vista dalla cima della “Piramide”. (foto inversa della n.1), con i vari saltini rocciosi da superare.
3- Veduta in verticale dalla cima della “Piramide” con l’Aia della Regina sotto ai vostri piedi, sullo spigolo in alto a sinistra il paese di Pretare.
4- La meravigliosa e rarissima Campanula alpestris che cresce nella zona.
5- Il versante Sud-est del Monte Vettore e la cima della “Piramide”.
6- L’immenso ed aereo panorama visto dalla cima della “Piramide” spazia fino ai Monti della Laga ed al gruppo del Gran Sasso.

ITINERARIO N.5:  I TERRAZZI DEL PIZZO DEL DIAVOLO A PICCO
SUL LAGO DI PILATO.

Questi tre terrazzi proposti
di seguito permettono di godere da diverse posizioni la magica veduta aerea di
uno dei luoghi più belli dei Monti Sibillini ma forse anche d’Italia, il Lago
di Pilato.                         Il
primo terrazzo descritto, ossia la cima del Pizzo del Diavolo, è raggiungibile da
escursionisti che siano in grado di muoversi con sicurezza su terreni ripidi, il
secondo (il castello) ed terzo (gran gendarme) sono esclusivamente riservati ad
escursionisti esperti di pratiche alpinistiche in particolare per la salita al
Gran Gendarme in quanto occorre risalire e soprattutto ridiscendere in libera
una parete di roccia di circa 8
metri con passaggi di secondo grado nella speranza che prima
o poi qualcuno posizioni in loco una catena fissa, per questi ultimi due
itinerari è consigliabile anche l’utilizzo di un casco per il pericolo di
caduta di sassi dalle pareti del Pizzo del Diavolo.

Accesso al primo terrazzo: Pizzo del Diavolo: Per raggiungere il primo terrazzo proposto, cioè la panoramica cima del Pizzo del Diavolo, si sale da Forca di Presta verso il M. Vettore, per l’itinerario classico (sentiero n. 1 – 1/A), raggiunto il  Rifugio Zilioli (ore 2) si sale la cresta a sinistra raggiungendo in successione, Punta di Prato Pulito, la Cima del Lago, quindi si ridiscende lievemente e si raggiunge la Cima del Redentore, quindi per aerea cresta si arriva alla cima del Pizzo del Diavolo (foto N. 8).  Qui con moltissima attenzione, scendere una ventina di metri verso il lago per poter osservare la sua visione da brivido, con circa 500 metri di verticalità, fare molta attenzione al terreno ghiaioso e alle rocce instabili della vetta.

7- Il Pizzo del Diavolo visto dal M. Vettore e i tre terrazzini proposti, da destra: Gran Gendarme, Cima del Pizzo del Diavolo, il Castello; in basso a sinistra un lembo del Lago di Pilato.
8- La cresta che collega la Cima del Redentore al Pizzo del Diavolo, sullo sfondo il Monte Vettore.
9- Il Lago di Pilato visto in verticale dalla cima del  Pizzo del Diavolo.

Accesso al secondo
terrazzo: Il Castello:
  Il Castello è il grande torrione che si
stacca dalla parete del Pizzo del Diavolo in direzione sud e sovrasta la parte
terminale del Lago di Pilato, di fronte alle cosiddette “roccette”.

Per raggiungere il secondo terrazzo
proposto, si deve arrivare al Lago di Pilato per uno dei tre itinerari
classici, o partendo da Forca di Presta per la Sella delle Ciaole e scendendo
per le “roccette” o da Foce per la Valle del Lago o da Capanna Ghezzi o meglio
dalla Valle delle Fonti passando per Forca Viola e proseguendo per i ghiaioni
della Valle del Lago.

Giunti al Lago di Pilato si risale la
sponda nord-ovest per tracce di sentiero che conducono al cosiddetto “Portico”,
caratteristico torrione di roccia appoggiato alle pareti del Pizzo del Diavolo
che si consiglia di raggiungere passando al di sotto di esso in quanto forma un
passaggio nascosto e dove, sulla parete interna di roccia del torrione si può
osservare una curiosa figura di una donna velata, (vedi foto N. 236-237 del mio
libro “IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI”) quindi si devia nettamente verso
sinistra costeggiando le pareti  del
Pizzo del Diavolo fino alla base del “Castello” che si stacca con tutta la sua
imponenza dopo un ripido e strettissimo canale (via invernale del Canalone
Maurizi).

Quindi con molta fatica si inizia a
risalire le ghiaie ripidissime e molto instabili costeggiando la parete del
“Castello” fino ad affacciarsi nell’immenso ghiaione che scende dalla Cima del
Redentore (foto N.10).  Da qui, facendo
sempre molta attenzione a non scivolare, si traversa verso destra tra ghiaie ed
erba e si risale l’ultimo ripido pendio che permette di affacciarsi sulla
sommità del grande torrione denominato “Il Castello” godendo di un bellissimo
panorama aereo a circa 300
metri a picco sul Lago di Pilato.

10- Il Pizzo del Diavolo visto dalla Forca delle Ciaole ed il “Castello” in primo piano con il percorso di salita
11- Il fantastico torrione denominato “Il Castello”, a destra il ripidissimo Canalone Maurizi (via invernale).

Accesso al terzo  terrazzo: Il Gran Gendarme: 
Il Gran Gendarme è il grande torrione che si stacca dalla parete del
Pizzo del Diavolo in direzione nord e sovrasta Valle del Lago di Pilato salendo
da Foce o arrivando da Forca Viola, è posto sulla verticale della Grotta
Bivacco.

Per raggiungere il terzo terrazzo
proposto, denominato la Testa del Gran Gendarme, conviene raggiungere il Lago
di Pilato o da Foce per la Valle del Lago o da Capanna Ghezzi o meglio dalla
Valle delle Fonti passando per Forca Viola e proseguendo per i ghiaioni della
Valle del Lago.

Giunti al Lago di Pilato si risale la
sponda nord-ovest per tracce di sentiero quindi deviando nettamente verso
destra per evidente sentiero che taglia un ghiaione, si raggiunge la Grotta
Bivacco, posta proprio alla base del Gran Gendarme. Si continua la traccia di
sentiero che sale ancora verso destra per iniziare a scoprire la grande parete
nord del Pizzo del Diavolo. Si continua sempre
in ripida salita su ghiaie instabili fino a raggiungere a sinistra un ampio
corridoio erboso che percorre la base della parete nord. (Foto N. 13). Si
percorre l’ampia cengia erbosa in piano superando, dopo circa 30 metri, un ripido
canalino, si prosegue e si raggiunge un secondo canalino roccioso, il punto di
salita alla vasta cengia centrale denominata “la conca” che da accesso successivamente
alla cosiddetta “testa” del Gran Gendarme.

Si sale il canalino su roccia verticale per circa otto metri con passaggi di secondo grado fino a raggiungere un ampio imbuto erboso sovrastante, la cosiddetta “conca”, attenzione alle discesa  di questo tratto !!!.  Quindi si traversa in lieve salita verso sinistra tra rocce ed erba fino a raggiungere la “testa “ del Gran Gendarme caratterizzata da levigatissime placche di roccia scavate da solchi prodotti dalle acque meteoriche, come visibile nella foto N.12, qui avrete una visione aerea ed unica del Lago di Pilato.  Ritorno: Stessi itinerari di salita, con molta attenzione per l’itinerario N. 3 al Gran Gendarme.

12- Il Lago di Pilato con la prima neve autunnale visto dalla cosiddetta “testa” del Gran Gendarme.
13-  La parete nord del Pizzo del Diavolo con l’itinerario per la “testa” del Gran Gendarme.

ITINERARIO N.6:  IL TERRAZZO DELLO SCOGLIO DELL’AQUILA A
PICCO SUL PIANO GRANDE DI CASTELLUCCIO.

Questo terrazzo proposto,
presente anch’esso nel gruppo sud,  M.
Vettore –Cima del Redentore, dei Monti Sibillini permette invece di godere
della magica veduta aerea di un altro dei luoghi più belli e più conosciuti dei
Monti Sibillini, i Piani di Castelluccio, praticamente la veduta del versante
opposto dei terrazzi descritti nell’itinerario N. 5.

Tale itinerario può essere
percorso insieme alla prima parte dell’itinerario N.5 e cioè al raggiungimento
del terrazzo della cima del Pizzo del Diavolo, anch’esso è consigliato ad escursionisti
esperti che siano in grado di muoversi con sicurezza su terreni ripidi e di
percorrerlo nel mese di luglio per godere così della visione aerea della
“fioritura” del Piano Grande di Castelluccio, cosa che non capita tutti i
giorni.

Accesso:
Per raggiungere il
terrazzo proposto si sale da Forca di Presta verso il M. Vettore, per l’itinerario
classico (sentiero n. 1 – 1/A), raggiunto il  Rifugio Zilioli (ore 2) si sale la cresta a
sinistra raggiungendo in successione, Punta di Prato Pulito e la Cima del Lago
(ore 1).

Dalla Cima del Lago  si scende lievemente verso la cresta che raggiunge la Cima del Redentore e si raggiunge la Forcella del Lago.

14-  Lo Scoglio dell’Aquila con la cresta di discesa, visto dalla Cima del Lago, sullo sfondo Castelluccio ed il Piano Grande, mese di settembre

Sotto alla forcella si nota una cresta
che scende verso sinistra (foto N. 14) nel versante ovest, si scende dapprima
facilmente poi con molta cautela tale cresta in costante discesa fino a
raggiungere la cima dello Scoglio dell’Aquila, (30 minuti) che domina con la
sua mole i Piani di Castelluccio, posti circa mille metri sotto ai vostri
piedi.

 Fare
molta attenzione all’ultimo tratto da brivido di cresta in quanto sottile e con
rocce instabili.

Ritorno: Si consiglia di concatenare tale
itinerario con la prima parte dell’itinerario N.5 alla cima del Pizzo del
Diavolo (ore 1,5 dalla Forcella del Lago).

Una volta raggiunta in salita di nuovo la
Forcella del Lago proseguire la cresta in direzione nord  su evidente sentiero fino a raggiungere la
Cima del Redentore quindi si prosegue verso destra per la sottile cresta fino
alla cima del Pizzo del Diavolo (primo terrazzo dell’itinerario N. 5).

Per il ritorno all’auto (Forca di Presta)
si percorre lo stesso itinerario di salita.

15-  La cima dello Scoglio dell’Aquila , sotto ai vostri piedi Castelluccio ed il Piano Grande, fine giugno con i primi campi fioriti.

ALTRI ITINERARI PER IL
RAGGIUNGIMENTO DI TERRAZZI SOSPESI:

Nei 
Monti Sibillini sono presenti altri terrazzi da brivido che permettono
visioni aeree e mozzafiato, forse con meno intensità di quelli qui descritti ma
sicuramente sempre entusiasmanti da raggiungere.

Alcuni sono raggiunti da sentieri
classici descritti nella bibliografia ufficiale, altri sono riportati nelle mie
pubblicazioni:

–  SASSO SPACCATO PER
L’IMBUTO DEL M. VETTORE: Vedi mia pubblicazione del Novembre 2014.

–  SASSO DI PALAZZO
BORGHESE: A picco sul “Laghetto”, salita per il sentiero classico n. 5 dalla
Capanna Ghezzi o N. 6 da M. Prata – Fonte della Giumenta.

– CIMA DEI TORRIONI DI VALLERIA – VERSANTE NORD M. ZAMPA :
vedi itinerario N. 8  del mio libro “IL
FASCINO DEI MONTI SIBILLINI”.  CONSIGLIATO.

– CENGIA DELLE AMMONITI – CIME DEI GROTTONI : vedi itinerario
N. 4  del mio libro “IL FASCINO DEI MONTI
SIBILLINI”.  CONSIGLIATO.

– CENGIA DEL TORRIONE SINISTRO DE “LE VENE” – VERSANTE NORD
M.- SIBILLA: vedi itinerario N. 9  del mio
libro “I  MIEI MONTI SIBILLINI” CONSIGLIATO.

– CIMA DI RIPA GRANDE – M. ARGENTELLA: vedi itinerario N.
9  del mio libro “IL FASCINO DEI MONTI
SIBILLINI”.  Una volta raggiunta la
cresta est anziché salire alla cima del M. Argentella scendere tutta la cresta
fino alla sommità dell’enorme contrafforte di roccia che domina il Piano della
Gardosa denominato la “Ripa Grande”. CONSIGLIATO.

– POGGIO DELLA CROCE –IL PIZZO: A picco sul Santuario della
Madonna dell’Ambro, descritto in modo poco chiaro e di difficile ritrovamento in
una guida a distribuzione limitata, di prossima mia pubblicazione in modo più
dettagliato.

GIANLUCA CARRADORINI                                               NOVEMBRE 2015

Pianta satellitare con i percorsi proposti:
GIALLO E CELESTE: ITINERARI DI RAGGIUNGIMENTO
ROSSO: PERCORSI PROPOSTI



LE GROTTE DELLA COSTA LA MONNA – VERSANTE SUD EST DEL MONTE VETTORE.

Il 21 giugno 2018 abbiamo
esplorato due cavità presenti nel selvaggio versante sud-est del Monte Vettore,
oltre alla ben più conosciuta Grotta delle Fate presente nella zona denominata
Aia della Regina il cui itinerario di raggiungimento è descritto unicamente nel
mio libro “IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI” (Anno 2014), sebbene viene indicata
sulle principali carte topografiche dei Monti Sibillini in commercio.

Come di consueto anche
questo itinerario per raggiungere le due cavità esplorate non è descritto in
alcuna guida dei Monti Sibillini in commercio.

L’itinerario proposto è adatto
ad esperti escursionisti in quanto presenta qualche difficoltà tecnica dovuta
ai ripidi pendii erbosi che bisogna percorrere per il loro raggiungimento.

Accesso: L’itinerario prevede come base di partenza
la località Piè Vettore, da dove inizia il Sentiero dei Mietitori, che si
raggiunge in auto dopo 500 metri da Forca di Presta scendendo verso Pretare –
Montegallo con attenzione per la strada ancora dissestata dal terremoto
dell’ottobre 2016, infatti  proprio in
questo tratto la faglia attraversa la strada in corrispondenza del canale est
del Monte Vettoretto. (vedi scheda itinerario n.24 M. Vettore per il canale
della Faglia).

Trecento metri prima del
primo tornante si nota sulla sinistra un primo nucleo boschivo e sulla destra
un ampio piazzale dove si parcheggia.

Nel prato pianeggiante
sopra strada una volta erano presenti dei pali che segnavano l’inizio del
“Sentiero dei mietitori” (358827 E – 4739979 N, 1380 m.).

Descrizione: Si percorre il sentiero dei
Mietitori per circa 200
metri quindi, senza percorso, si risale per altri 200 metri di dislivello
il pendio verso nord-ovest caratterizzato da arbusti nani di ginepro e uva
orsina in direzione del Canalone del Mezzi Litri che scende dal pendio
sottostante la Forca delle Ciaole.

L’imbocco del canalone è
caratterizzato da ghiaioni di breccia rossastra e blocchi di conglomerato posti
a strati nella sponda sinistra (358801 E – 4740792 N, 1560 m.) .

Proprio alla base di tali blocchi inizia verso destra in direzione nord in salita una traccia di sentiero indicato con frequenti omini di pietra che man mano si fa più evidente (25 minuti dall’auto).
            Il sentiero diventa pianeggiante ed inizia ad attraversare una bellissima zona caratterizzata da spuntoni rocciosi sparsi a valle e a monte.

            Dopo circa 400
metri dall’inizio del sentiero nel Canale dei Mezzi Litri, si raggiunge un ampio
canale (40 minuti dall’auto), caratterizzato da due grossi alberi (i più grandi
della zona, 358992 E – 474107 N, 1615 m.) posti quasi alla stessa quota,  uno sopra e l’altro sotto al sentiero, oltre
il quale gli alberi finiscono.

1– Il tratto iniziale del Sentiero della Costa la Monna
2- Il tratto centrale del Sentiero della Costa la Monna con il doppio tracciato per raggiungere la prima grotta.
3– Il particolare del Sentiero della Costa la Monna da dove si sale per raggiungere la prima grotta esplorata.

Superati i due alberi si
incontra un canalino con fondo ghiaioso che si risale fin quasi al termine
della barriera rocciosa sovrastante caratterizzata da un torrione franato dal
terremoto (foto n.2-3).

In corrispondenza di un
alto torrione sulla destra si traversa sotto di esso  fino ad intercettare l’ingresso della prima
grotta esplorata (vedi foto n.3, 359001,6 E – 4741246,5 N; 1725 m.).

La grotta, profonda pochi
metri, si può raggiungere anche oltrepassando i due alberi fino al canale
successivo dove finiscono le formazioni arboree quindi risalendo il ripido
pendio erboso della sponda destra del canale per poi deviare nettamente verso
sinistra verso l’alto torrione che forma la grotta da visitare (vedi foto n.2).

Questo secondo percorso
si può utilizzare per ridiscendere dalla grotta al sentiero della Costa la
Monna.

Raggiunta la traccia di
sentiero si prosegue in lieve salita al di sopra del rimboschimento di pini che
caratterizza la parte bassa della montagna, fino a raggiungere, in altri 30
minuti, un ampio canalone roccioso, caratterizzato da immense placche rocciose
coricate tra cui si snoda il sentiero, denominato “canale diretto alla vetta”
(359470 E – 4741669 N; 1735 m.)  in
quanto percorso da una via invernale che raggiunge la cima del Monte Vettore.

In questo tratto il
sentiero si snoda su terreno molto ripido e insidioso per gli accumuli di frana
formatisi dopo il terremoto dell’Ottobre 2016.

Si esce dal canale e si
traversa un ampio prato in forte pendenza 
con vista sulla Piramide fino a raggiungere, sopra al sentiero, un
caratteristico masso isolato che funge da riparo per una pianta (foto n.6).

Oltrepassato  il masso, si prosegue fino a raggiungere un
piccolo pino isolato.

Poco prima del pino (359601,5
E – 4741724,2 N; 1710 m.) si lascia il sentiero che prosegue per l’Aia della
Regina e si scende liberamente nel prato sottostante facendo molta attenzione.

Si devia dapprima verso
destra poi, in corrispondenza di alcune rocce, si devia verso sinistra per aggirare
il torrione che forma la grotta.

Quindi costeggiando il
torrione si raggiunge la grotta di cui si vede prima il tetto di rocce che la
forma (vedi foto n.4-5, 359667 E – 4741673 N; 1645 m.).

Questa grotta è più
ampia, profonda diversi metri e alta almeno sei, fornisce un ottimo riparo per
gli animali della zona.

Visitata la grotta si
risale faticosamente il pendio erboso disceso per ritornare sul soprastante
sentiero quindi o si prosegue verso l’Aia della Regina dove abbiamo costatato
elevate difficoltà e pericoli oggettivi per raggiungere la più grande cavità
della zona,  la Grotta delle Fate
(descritta nel mio secondo libro) per le numerose frane prodotte dal terremoto
dell’Ottobre 2016 (in questo tratto consigliata una corda e chiodi da roccia
per scendere verso la placconata dell’Aia della Regina) oppure si ritorna
indietro verso l’auto per lo stesso itinerario.

Ritorno: Si ripercorre il Sentiero della
Costa la Monna fino all’auto.

4– Il tratto finale del Sentiero della Costa la Monna compreso tra il Canale diretto alla Vetta e l’Aia della Regina ed il tracciato per raggiungere la seconda grotta esplorata.
5– Il particolare del Sentiero della Costa la Monna da dove si scende per raggiungere la seconda grotta esplorata
6– Il masso con alberello oltre il quale si scende per raggiungere la seconda grotta esplorata, il alto a sinistra la cima della Piramide.

7– Il torrione che forma la prima grotta esplorata.
8– L’ingresso della prima grotta esplorata.
9– L’ingresso della seconda grotta esplorata.
10– Le dimensioni dell’ingresso della seconda grotta esplorata.
11– Il paese di Pretare, o quel che ne rimane dopo il sisma dell’Ottobre 2016,  visto dall’interno della seconda grotta esplorata.
11– Due delle numerose grandi frane prodotte dal sisma dell’Ottobre 2016 nel versante Sud-est del Monte Vettore, sullo sfondo in alto la strada di Forca di Presta. 2

CURIOSITA’  BOTANICA.

Nel tratto di sentiero prima del  “Canale diretto alla Vetta”, su un ripido
pendio detritico ad una quota di circa 1700 metri, abbiamo ritrovato una rigogliosa
stazione (molto probabilmente la seconda) di una rarissima pianta dai
graziosissimi fiori rosa, la Ononis cristata Mill. subsp. apennina (Fabaceae).

La specie, endemica delle montagne di
Marche ed Abruzzo, era stata segnalata nel 1987 per il basso versante sud-est
del Monte Vettoretto, a circa 2 chilometri di distanza da questa stazione, ed
in seguito mai più ritrovata.

Pertanto la scoperta di questa
stazione conferma la presenza della specie nei Monti Sibillini.

GIANLUCA CARRADORINI, ANDREA CARRADORINI, STEFANO CIOCCHETTI.

21 giugno 2018

13– Il ripido pendio detritico prima del Canale Diretto alla Vetta, a destra, caratterizzato da grandi placche rocciose appoggiate, dove è stata ritrovata la Ononis cristata.
14- Il ripido pendio detritico prima del Canale Diretto alla Vetta dove è stata ritrovata la Ononis cristata, a sinistra sullo sfondo i Monti della Laga.
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15- 16 – La graziosissima Ononis cristata Mill. subsp. apennina.

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