LAGO DI PILATO – GROTTE DI FORCA DI PALA Monitoraggio degli arbusti intorno al Lago.
Il 14 Settembre 2023, passando per la Valle delle Fonti e Forca Viola, siamo ritornati al Lago di Pilato, come ogni estate, per monitorare, da ormai una quindicina di anni, la crescita di alcuni arbusti di Salix apennina e Salix caprae che stanno vegetando sulle sue sponde e che, credo presto, forniranno ombra ai tanti, forse troppi, escursionisti che visitano la valle.
Si veda anche l’articolo “C’ERA UNA VOLTA IL LAGO DI PILATO” in occasione del prosciugamento del Lago del 11 ottobre 2022.
Con l’occasione riporto anche un breve itinerario da fare al ritorno per visitare alcune grotte sotto a Forca di Pala.
GROTTE DI FORCA DI PALA.
Al ritorno dal Lago di Pilato, una volta superata Forca di Pala il sentiero continua verso Forca Viola attraversando il versante Nord di Cima di Forca Viola.
Arrivati a circa metà tragitto si scende liberamente dal sentiero e ci si dirige nel ghiaione sottostante ritornando indietro verso le rocce situate sotto al sentiero dove, già da lontano, si osservano le cavità che si aprono in una lunga cengia rocciosa.
Ringrazio Patrizio R. per le immagini.
C’ERA UNA VOLTA IL LAGO DI PILATO……
I Monti Sibillini sono ricchi di leggende, la Sibilla, il Guerrin Meschino, ormai ci sono anche delle favole, e come tutte le favole iniziano con.. C’era una volta…….
Si è cosi, ormai dovremo dire ogni estate che nei Monti Sibillini c’era una volta il Lago di Pilato.
E presto avremo anche delle sponde boscose intorno al Lago, alcune specie di alberi tra cui Salix caprea, Salix apennina e Atadinus alpina (o Rhamnus alpina), già indicate in una mia precedente escursione e tenute sotto controllo da circa dieci anni a questa parte, stanno crescendo di anno in anno e presto arriveranno a fare ombra intorno al Lago.
Di seguito le toccanti immagini della escursione del 6 ottobre 2022 confrontate con le immagini del 30 ottobre 2010.
COME SONO LONTANE LE IMMAGINI DEL LAGO DI PILATO GELATO DEL 30 OTTOBRE 2010 ACCOMPAGNATO DAL NOSTRO AMICO BRUNO E CON LA PRIMA NEVE DELLA STAGIONE
MONTE VETTORE – ANTICIMA NORD
Salita classica dalla Valle Santa, per evitare l’orribile e degradato sentiero che sale da Forca di Presta, alla cima massima dei Monti Sibillini quindi successiva discesa fino all’anticima Nord del Monte Vettore e ritorno per lo stesso itinerario.
Di seguito le immagini della giornata.
LAGO DI PILATO dalla Valle delle Fonti per Forca Viola.
Escursione del 25 maggio 2022 con Silvia, Diego, Laura e Riccardo dalla Valle delle Fonti per Forca Viola al Lago di Pilato per osservare le condizioni dell’invaso, purtroppo i due laghi sono già a meno della metà della massima capienza.
Il 2 giugno 2022 i miei amici Valerio, Gilberto e Silvia sono ritornati al Lago di Pilato e già le condizioni dell’innevamento, a distanza di 8 giorni, erano cambiate a causa delle alte temperature degli ultimi giorni,
Di seguito le immagini dell’escursione del 25 Maggio:
Di seguito le immagini dell’escursione del 2 Giugno:
CIMA DEL LAGO Cresta Est dalle “Roccette”.
ASCENSIONE N. 979 dal 1979.
Il 21 Luglio 2019 abbiamo risalito direttamente dalle “Roccette” la ripida cesta Est della Cima del Lago che incombe sulla Conca del Lago di Pilato.
La cresta non presenta particolari difficoltà con ultimo tratto piuttosto ripido e dislivello complessivo (sola cresta est) di circa 400 metri, non è percorsa da alcun sentiero ne è segnalata sulle guide in commercio e si propone come alternativa alla solita cresta Rifugio Zilioli – Punta di Prato Pulito – Cima del Lago, che ormai ho percorso una cinquantina di volte in tutte le stagioni.
Sicuramente risulta molto più panoramica del percorso classico perché si sale quasi in verticale sopra alla conca del Lago di Pilato e sul bordo roccioso della verticale parete Nord della Cima del Lago percorsa da diverse vie invernali.
Per la salita si raggiunge il Rifugio Zilioli alla Forca delle Ciaole partendo da Forca di Presta per il classico sentiero, diventato ormai uno stradone, che conduce al Monte Vettore.
Al Rifugio si scende per prati verso il Lago di Pilato quindi giunti in prossimità del passaggio roccioso denominato “le roccette” si devia nettamente a sinistra per prendere la cresta che diventa più ripida man mano che ci si innalza.
Dalla Cima del Lago abbiamo raggiunto poi la Cima del Redentore ed abbiamo così osservato gli ennesimi effetti del terremoto dell’Ottobre 2016 nelle creste con vari sdoppiamenti e fenditure. La maggior parte degli escursionisti che abbiamo incontrato erano totalmente ignari dei visibili effetti provocati dal terremoto.
Infine al ritorno abbiamo documentato anche il curioso mistero geologico presente nel pianoro di cresta tra la Cima del Lago e la Punta di Prato Pulito descritto di seguito e di cui ancora i geologi non sanno dare spiegazione certa.
Di seguito le immagini della salita.
VALLE DEL LAGO DI PILATO
ASCENSIONE N. 967 dal 1979
Il 30 marzo 2019 ho percorso la Valle del Lago di Pilato da Foce, di seguito le immagini dell’escursione.
Nella Valle del Lago di Pilato la neve è davvero poca, la siccità sta creando una situazione di rischio.
Alle 9 del mattino nonostante il sole arriva tardi nella conca del Lago la temperatura era già di 13°C per arrivare a 18 °C alle ore 11 anche per assenza di vento in fondovalle.
Le sponde e molti tratti di pendio sia sotto il M. Vettore che sotto il Pizzo del Diavolo sono già libere dalla neve e nella conca intorno non ci sono più di due metri di neve come visibile dalle foto di confronto con gli anni passati.
Gli anni passati ho documentato accumuli anche di 6 metri di neve.
Quando si scioglierà la neve sicuramente non sarà
sufficiente a riempire completamente il lago che quindi sarà già in crisi
idrica fin dalla primavera.
Si spera in future piogge ma è la neve accumulata nella
conca del lago che contribuisce maggiormente al suo riempimento.
La sopravvivenza del Chirocefalo del Marchesoni si fa ogni
anno sempre più a rischio.
Anche oggi strani incontri, sono arrivato alle sponde del lago per primo, intorno alle 10, verso le 11 è arrivato un gruppo di escursionisti con un maledetto cane che ha abbaiato di seguito per due ore senza capirne il motivo, non c’erano pecore o altra gente, non si trova più pace neppure in montagna !!!
Nei pressi del M. Rotondo alle ore 9 del mattino salgo in maglietta e senza ramponi.Il versante nord del Pizzo del Diavolo con le grandi frane prodotte dal sisma dell’Ottobre 2016Il versante nord del Gran GendarmeL’intero versante nord del Pizzo del DiavoloLa Valle del Lago di Pilato con innevamento scarso, emerge a destra la morena del M. Rotondo, sullo sfondo il M.Sibilla.Il maestoso Gran Gendarme visto dal ghiaione sottostanteLa Cima del Lago con scarso innevamento.Ore 11, il mio orologio lasciato all’aria e all’ombra segna 18°C !!!Particolare nella Nord di Cima del Lago con i canaloni di salita invernale, in basso due alpinisti si dirigono verso il ghiaione sud della Cime del Redentore, come si è piccoli al cospetto delle montagneEscursionisti sotto al ghiaione del Gran Gendarme praticamente già senza neve !!!Alpinisti si dirigono nel canale della Cima del Lago, tra poco scenderanno per le condizioni di neve non idonee per la salita.Il Castello ed il Canale Maurizi alla sua destraLa sponda ovest del Lago di Pilato già scoperta dalla neve.Le condizioni di innevamento intorno ai massi a sud del Lago di Pilato il 13 aprile 2013Le condizioni di innevamento intorno ai massi a sud del Lago di Pilato il 30 marzo 2019, un vero disastro !!La conca del Lago di Pilato con le sponde già scoperte della neve, si noti il confronto con l’escursionista al centro.Il ghiaione est del Pizzo del Diavolo, anch’esso praticamente senza neve.la sponda ovest del primo laghetto, al centro del lago neppure due metri di neve.Il lago di Pilato il 15 maggio 2017, si noti il masso grigio in primo piano a sinistra, alto circa 1,5 metri ed il mio amico Fausto sopra al masso alto anch’esso circa 1,5 metri caduto con il terremoto dell’Ottobre 2016 al centro del Lago Il lago di Pilato il 30 marzo 2019, si noti il masso grigio al centro in primo piano e nella stessa direzione più in alto al centro del Lago il masso caduto con il terremoto dell’Ottobre 2016 (poco più che un puntino) della foto precedente, entrambe scoperti dalla neve.Ore 13.30 il sole già tramonta oltre il Gran Gendarme. Ore 13.30 il sole già tramonta oltre il Gran Gendarme. Lo sfiato di pressione dell’acquedotto di Foce, simile ad un geyser, produce un singolare arcobaleno nel pomeriggio quando il sole si abbassa sull’orizzonte, con il freddo della notte invece produce il cumulo di ghiaccio e curiose strutture visibili fino al sopraggiungere del sole.Arbusto glassato dal “geyser” con il freddo della notte.
I TERRAZZI DA BRIVIDO DEI MONTI SIBILLINI – Parte 2.
ITINERARIO N.4: IL TERRAZZO DELLA CIMA DELLA “PIRAMIDE” –
VERSANTE SUD-EST DEL MONTE VETTORE
Sicuramente questo
itinerario, insieme ai N.1 e 2 descritti per il gruppo nord, permette di
raggiungere uno dei più spettacolari terrazzi da brivido sospesi nel vuoto del
gruppo sud dei Monti Sibillini.
Dalla cima della “Piramide” è
possibile affacciarsi con una verticale di più di 300 metri sopra alla “Aia
della Regina”, la grande placconata posta nel versante Sud-est del M. Vettore e
con oltre mille metri sopra al paese di Pretare e Arquata del Tronto ancora più
in basso, con una visione aerea che corre fino ai Monti della Laga e al Gran
Sasso.
L’itinerario è consigliato ad
escursionisti allenati ed esperti che siano in grado di muoversi con sicurezza
su terreni aspri e molto ripidi, che conoscono bene la montagna in quanto nel
tratto finale di raggiungimento del terrazzo proposto non esistono sentieri ne
segnalazioni e che soprattutto non soffrono di vertigini.
Accesso: Da Forca di Presta si sale al M. Vettore
per l’itinerario classico (sentiero n. 1 – 1/A), passando per il Rifugio
Zilioli (ore 2).
Dalla cima del M. Vettore ci
si sposta verso la croce che si incontra prima della vetta, si scende poco più avanti,
in corrispondenza di un omino di pietre, verso la lunga cresta che collega la
cima del M. Vettore alla Cima di Pretare o il Pizzo.
Scesi alcuni metri ci si
trova sul grande crestone che, in costante discesa, permette di raggiungere in
circa 15 minuti uno scoglio. Si supera lo scoglio e si prosegue in cresta
sempre in discesa.
Dopo circa 100 metri, prima di scoprire verso sud-est, il grande imbuto del “canalino”, si inizia a notare sotto alla cresta, sulla destra, una crestina che si stacca e, in netta discesa, porta alla visibile cima della “Piramide” posta circa 200 metri più in basso (foto n.1). Si inizia a scendere la cresta ghiaiosa intervallata da alcuni saltini rocciosi di pochi metri che si aggirano a sinistra e gli ultimi a destra, fino a raggiungere, sempre a destra, il termine di un ampio e ripido canale erboso, è la parte terminale del “canale del santuario” (via alpinistica invernale). S
1– La discesa verso la cima della “Piramide” vista dalla cresta M- Vettore – Cima di Pretare, in alto il paese di Pretare, in ombra la parte finale del “canale del Santuario”, via invernale di salita.
Seguendo sempre la cresta in
discesa che in questo punto si fa molto sottile si raggiunge la cima della
“piramide” (30 minuti).
Si consiglia di avvicinarsi
ed affacciarsi alla cima con prudenza perché di colpo ci si trova sospesi sopra
ad un impressionante vuoto.
La cresta della “piramide” è
inoltre molto friabile, fare attenzione a non staccare massi.
Ritornati sulla cresta che
collega il M. Vettore alla Cima di Pretare (foto n.2) si consiglia di scendere
ulteriormente, con attenzione, raggiungendo questa ultima cima, anch’essa molto
panoramica in quanto sospesa da verticali pareti sopra al Passo Galluccio, Sasso Spaccato
(vedi itinerario dell’autore pubblicato nel novembre 2014) e a Montegallo con tutte le sue frazioni.
Ritorno: Stesso itinerario
2- La salita verso la cresta M- Vettore – Cima di Pretare, vista dalla cima della “Piramide”. (foto inversa della n.1), con i vari saltini rocciosi da superare. 3- Veduta in verticale dalla cima della “Piramide” con l’Aia della Regina sotto ai vostri piedi, sullo spigolo in alto a sinistra il paese di Pretare. 4- La meravigliosa e rarissima Campanula alpestris che cresce nella zona. 5- Il versante Sud-est del Monte Vettore e la cima della “Piramide”. 6- L’immenso ed aereo panorama visto dalla cima della “Piramide” spazia fino ai Monti della Laga ed al gruppo del Gran Sasso.
ITINERARIO N.5: I TERRAZZI DEL PIZZO DEL DIAVOLO A PICCO
SUL LAGO DI PILATO.
Questi tre terrazzi proposti
di seguito permettono di godere da diverse posizioni la magica veduta aerea di
uno dei luoghi più belli dei Monti Sibillini ma forse anche d’Italia, il Lago
di Pilato. Il
primo terrazzo descritto, ossia la cima del Pizzo del Diavolo, è raggiungibile da
escursionisti che siano in grado di muoversi con sicurezza su terreni ripidi, il
secondo (il castello) ed terzo (gran gendarme) sono esclusivamente riservati ad
escursionisti esperti di pratiche alpinistiche in particolare per la salita al
Gran Gendarme in quanto occorre risalire e soprattutto ridiscendere in libera
una parete di roccia di circa 8
metri con passaggi di secondo grado nella speranza che prima
o poi qualcuno posizioni in loco una catena fissa, per questi ultimi due
itinerari è consigliabile anche l’utilizzo di un casco per il pericolo di
caduta di sassi dalle pareti del Pizzo del Diavolo.
Accesso al primo terrazzo: Pizzo del Diavolo: Per raggiungere il primo terrazzo proposto, cioè la panoramica cima del Pizzo del Diavolo, si sale da Forca di Presta verso il M. Vettore, per l’itinerario classico (sentiero n. 1 – 1/A), raggiunto il Rifugio Zilioli (ore 2) si sale la cresta a sinistra raggiungendo in successione, Punta di Prato Pulito, la Cima del Lago, quindi si ridiscende lievemente e si raggiunge la Cima del Redentore, quindi per aerea cresta si arriva alla cima del Pizzo del Diavolo (foto N. 8). Qui con moltissima attenzione, scendere una ventina di metri verso il lago per poter osservare la sua visione da brivido, con circa 500 metri di verticalità, fare molta attenzione al terreno ghiaioso e alle rocce instabili della vetta.
7- Il Pizzo del Diavolo visto dal M. Vettore e i tre terrazzini proposti, da destra: Gran Gendarme, Cima del Pizzo del Diavolo, il Castello; in basso a sinistra un lembo del Lago di Pilato. 8- La cresta che collega la Cima del Redentore al Pizzo del Diavolo, sullo sfondo il Monte Vettore. 9- Il Lago di Pilato visto in verticale dalla cima del Pizzo del Diavolo.
Accesso al secondo
terrazzo: Il Castello: Il Castello è il grande torrione che si
stacca dalla parete del Pizzo del Diavolo in direzione sud e sovrasta la parte
terminale del Lago di Pilato, di fronte alle cosiddette “roccette”.
Per raggiungere il secondo terrazzo
proposto, si deve arrivare al Lago di Pilato per uno dei tre itinerari
classici, o partendo da Forca di Presta per la Sella delle Ciaole e scendendo
per le “roccette” o da Foce per la Valle del Lago o da Capanna Ghezzi o meglio
dalla Valle delle Fonti passando per Forca Viola e proseguendo per i ghiaioni
della Valle del Lago.
Giunti al Lago di Pilato si risale la
sponda nord-ovest per tracce di sentiero che conducono al cosiddetto “Portico”,
caratteristico torrione di roccia appoggiato alle pareti del Pizzo del Diavolo
che si consiglia di raggiungere passando al di sotto di esso in quanto forma un
passaggio nascosto e dove, sulla parete interna di roccia del torrione si può
osservare una curiosa figura di una donna velata, (vedi foto N. 236-237 del mio
libro “IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI”) quindi si devia nettamente verso
sinistra costeggiando le pareti del
Pizzo del Diavolo fino alla base del “Castello” che si stacca con tutta la sua
imponenza dopo un ripido e strettissimo canale (via invernale del Canalone
Maurizi).
Quindi con molta fatica si inizia a
risalire le ghiaie ripidissime e molto instabili costeggiando la parete del
“Castello” fino ad affacciarsi nell’immenso ghiaione che scende dalla Cima del
Redentore (foto N.10). Da qui, facendo
sempre molta attenzione a non scivolare, si traversa verso destra tra ghiaie ed
erba e si risale l’ultimo ripido pendio che permette di affacciarsi sulla
sommità del grande torrione denominato “Il Castello” godendo di un bellissimo
panorama aereo a circa 300
metri a picco sul Lago di Pilato.
10- Il Pizzo del Diavolo visto dalla Forca delle Ciaole ed il “Castello” in primo piano con il percorso di salita 11- Il fantastico torrione denominato “Il Castello”, a destra il ripidissimo Canalone Maurizi (via invernale).
Accesso al terzo terrazzo: Il Gran Gendarme:
Il Gran Gendarme è il grande torrione che si stacca dalla parete del
Pizzo del Diavolo in direzione nord e sovrasta Valle del Lago di Pilato salendo
da Foce o arrivando da Forca Viola, è posto sulla verticale della Grotta
Bivacco.
Per raggiungere il terzo terrazzo
proposto, denominato la Testa del Gran Gendarme, conviene raggiungere il Lago
di Pilato o da Foce per la Valle del Lago o da Capanna Ghezzi o meglio dalla
Valle delle Fonti passando per Forca Viola e proseguendo per i ghiaioni della
Valle del Lago.
Giunti al Lago di Pilato si risale la
sponda nord-ovest per tracce di sentiero quindi deviando nettamente verso
destra per evidente sentiero che taglia un ghiaione, si raggiunge la Grotta
Bivacco, posta proprio alla base del Gran Gendarme. Si continua la traccia di
sentiero che sale ancora verso destra per iniziare a scoprire la grande parete
nord del Pizzo del Diavolo. Si continua sempre
in ripida salita su ghiaie instabili fino a raggiungere a sinistra un ampio
corridoio erboso che percorre la base della parete nord. (Foto N. 13). Si
percorre l’ampia cengia erbosa in piano superando, dopo circa 30 metri, un ripido
canalino, si prosegue e si raggiunge un secondo canalino roccioso, il punto di
salita alla vasta cengia centrale denominata “la conca” che da accesso successivamente
alla cosiddetta “testa” del Gran Gendarme.
Si sale il canalino su roccia verticale per circa otto metri con passaggi di secondo grado fino a raggiungere un ampio imbuto erboso sovrastante, la cosiddetta “conca”, attenzione alle discesa di questo tratto !!!. Quindi si traversa in lieve salita verso sinistra tra rocce ed erba fino a raggiungere la “testa “ del Gran Gendarme caratterizzata da levigatissime placche di roccia scavate da solchi prodotti dalle acque meteoriche, come visibile nella foto N.12, qui avrete una visione aerea ed unica del Lago di Pilato. Ritorno: Stessi itinerari di salita, con molta attenzione per l’itinerario N. 3 al Gran Gendarme.
12- Il Lago di Pilato con la prima neve autunnale visto dalla cosiddetta “testa” del Gran Gendarme. 13- La parete nord del Pizzo del Diavolo con l’itinerario per la “testa” del Gran Gendarme.
ITINERARIO N.6: IL TERRAZZO DELLO SCOGLIO DELL’AQUILA A
PICCO SUL PIANO GRANDE DI CASTELLUCCIO.
Questo terrazzo proposto,
presente anch’esso nel gruppo sud, M.
Vettore –Cima del Redentore, dei Monti Sibillini permette invece di godere
della magica veduta aerea di un altro dei luoghi più belli e più conosciuti dei
Monti Sibillini, i Piani di Castelluccio, praticamente la veduta del versante
opposto dei terrazzi descritti nell’itinerario N. 5.
Tale itinerario può essere
percorso insieme alla prima parte dell’itinerario N.5 e cioè al raggiungimento
del terrazzo della cima del Pizzo del Diavolo, anch’esso è consigliato ad escursionisti
esperti che siano in grado di muoversi con sicurezza su terreni ripidi e di
percorrerlo nel mese di luglio per godere così della visione aerea della
“fioritura” del Piano Grande di Castelluccio, cosa che non capita tutti i
giorni.
Accesso: Per raggiungere il
terrazzo proposto si sale da Forca di Presta verso il M. Vettore, per l’itinerario
classico (sentiero n. 1 – 1/A), raggiunto il Rifugio Zilioli (ore 2) si sale la cresta a
sinistra raggiungendo in successione, Punta di Prato Pulito e la Cima del Lago
(ore 1).
Dalla Cima del Lago si scende lievemente verso la cresta che raggiunge la Cima del Redentore e si raggiunge la Forcella del Lago.
14- Lo Scoglio dell’Aquila con la cresta di discesa, visto dalla Cima del Lago, sullo sfondo Castelluccio ed il Piano Grande, mese di settembre
Sotto alla forcella si nota una cresta
che scende verso sinistra (foto N. 14) nel versante ovest, si scende dapprima
facilmente poi con molta cautela tale cresta in costante discesa fino a
raggiungere la cima dello Scoglio dell’Aquila, (30 minuti) che domina con la
sua mole i Piani di Castelluccio, posti circa mille metri sotto ai vostri
piedi.
Fare
molta attenzione all’ultimo tratto da brivido di cresta in quanto sottile e con
rocce instabili.
Ritorno: Si consiglia di concatenare tale
itinerario con la prima parte dell’itinerario N.5 alla cima del Pizzo del
Diavolo (ore 1,5 dalla Forcella del Lago).
Una volta raggiunta in salita di nuovo la
Forcella del Lago proseguire la cresta in direzione nord su evidente sentiero fino a raggiungere la
Cima del Redentore quindi si prosegue verso destra per la sottile cresta fino
alla cima del Pizzo del Diavolo (primo terrazzo dell’itinerario N. 5).
Per il ritorno all’auto (Forca di Presta)
si percorre lo stesso itinerario di salita.
15- La cima dello Scoglio dell’Aquila , sotto ai vostri piedi Castelluccio ed il Piano Grande, fine giugno con i primi campi fioriti.
ALTRI ITINERARI PER IL
RAGGIUNGIMENTO DI TERRAZZI SOSPESI:
Nei
Monti Sibillini sono presenti altri terrazzi da brivido che permettono
visioni aeree e mozzafiato, forse con meno intensità di quelli qui descritti ma
sicuramente sempre entusiasmanti da raggiungere.
Alcuni sono raggiunti da sentieri
classici descritti nella bibliografia ufficiale, altri sono riportati nelle mie
pubblicazioni:
– SASSO SPACCATO PER
L’IMBUTO DEL M. VETTORE: Vedi mia pubblicazione del Novembre 2014.
– SASSO DI PALAZZO
BORGHESE: A picco sul “Laghetto”, salita per il sentiero classico n. 5 dalla
Capanna Ghezzi o N. 6 da M. Prata – Fonte della Giumenta.
– CIMA DEI TORRIONI DI VALLERIA – VERSANTE NORD M. ZAMPA :
vedi itinerario N. 8 del mio libro “IL
FASCINO DEI MONTI SIBILLINI”. CONSIGLIATO.
– CENGIA DELLE AMMONITI – CIME DEI GROTTONI : vedi itinerario
N. 4 del mio libro “IL FASCINO DEI MONTI
SIBILLINI”. CONSIGLIATO.
– CENGIA DEL TORRIONE SINISTRO DE “LE VENE” – VERSANTE NORD
M.- SIBILLA: vedi itinerario N. 9 del mio
libro “I MIEI MONTI SIBILLINI” CONSIGLIATO.
– CIMA DI RIPA GRANDE – M. ARGENTELLA: vedi itinerario N.
9 del mio libro “IL FASCINO DEI MONTI
SIBILLINI”. Una volta raggiunta la
cresta est anziché salire alla cima del M. Argentella scendere tutta la cresta
fino alla sommità dell’enorme contrafforte di roccia che domina il Piano della
Gardosa denominato la “Ripa Grande”. CONSIGLIATO.
– POGGIO DELLA CROCE –IL PIZZO: A picco sul Santuario della
Madonna dell’Ambro, descritto in modo poco chiaro e di difficile ritrovamento in
una guida a distribuzione limitata, di prossima mia pubblicazione in modo più
dettagliato.
GIANLUCA CARRADORINI NOVEMBRE 2015
Pianta satellitare con i percorsi proposti: GIALLO E CELESTE: ITINERARI DI RAGGIUNGIMENTO ROSSO: PERCORSI PROPOSTI
LAGO DI PILATO DA FOCE PER IL FOSSO DELLA TAGLIOLA (Evitando Le Svolte).
Il presente itinerario è proposto per raggiungere il Lago di Pilato partendo da Foce di Montemonaco risalendo per un vecchio sentiero per il Fosso della Tagliola al fine di evitare le pericolosissime Svolte che a causa del terremoto dell’ottobre 2016 sono interdette alle escursioni in quanto sono state interessate da frane e smottamenti che hanno fortemente danneggiato il classico sentiero di accesso alla Valle del Lago di Pilato rendendo molto pericolosa la risalita.
Ricordo che la il Lago di Pilato può essere raggiunto facilmente sempre evitando le Svolte per l’itinerario Foce – Fonte della Cerasa – Fonte Fredda – Fonte Matta, riportato nella bibliografia ufficiale.
L’itinerario proposto, percorso il 27 maggio 2017, descritto di seguito invece non è riportato nella bibliografia ufficiale, la variante di salita per la cresta nord-ovest del Monte Torrone e la traversata del versante ovest fino al Lago di Pilato senza scendere nella valle è consigliata solo ad escursionisti esperti.
Le successive immagini testimoniano ciò che abbiamo osservato nella valle dopo il sisma dell’ottobre 2016, abbiamo assistito ad un cambio epocale del paesaggio dei Monti Sibillini.
Premetto che il Lago di Pilato non è asciutto, come visibile nelle foto seguenti, nonostante le forti nevicate invernali, come invece affermato da degli idioti sul web (vedi cronache maceratesi del 16/05/2017) seppure almeno 4 -5 metri sotto al livello massimo dell’invaso, anche se negli anni ’90 la situazione fu molto più grave con addirittura il prosciugamento estivo dello specchio d’acqua.
E neppure il Pizzo del Diavolo si è sbriciolato, anche se presenta numerose frane, come affermato da chi non è mai andato in montagna e non sa che ai piedi delle sue pareti i ghiaioni di erosione sono presenti da millenni.
Anche le voci della possibile estinzione del Chirocefalo del Marchesoni (il crostaceo endemico del Lago di Pilato) sono false in quanto chi ha divulgato tali notizie ha visitato il Lago nel periodo in cui il crostaceo non è ancora nato, il periodo vitale annuale inizia verso metà giugno per terminare con i primi freddi, ho visto dei Chirocefali nuotare ancora a metà ottobre con la superficie del lago ricoperta di ghiaccio.
Accesso:
Si raggiunge in auto la frazione di Foce di Montemonaco quindi si parcheggia al termine del paesino a causa di una grossa valanga che ha bloccato la strada per il Piano della Gardosa con una quantità enorme di tronchi di alberi abbattuti.
Descrizione salita percorso integrale:
Si risale a piedi per 2,5 km la strada del Piano della Gardosa fino a raggiungere (30 minuti) sulla sinistra l’ampio canalone che scende dal Monte Torrone, 300 metri prima di iniziare la salita per Le Svolte (358073,2 E – 4746426,8 N; 1140 m.).
Si risale il canalone detritico (Fosso della tagliola) senza itinerario poi per tracce di sentiero a tornanti fino a delimitare completamente il bosco situato alla vostra destra.
Si raggiunge in circa 30 minuti uno slargo detritico (358668,5 E – 4746284,5 N; 1390 m.) dove confluiscono due fossi, risalendo ancora per 100 metri si raggiunge una cascata alla base del Fosso della Tagliola, deviando invece verso destra alla base di una scarpata, si individua una traccia di sentiero che inizia una traversata in salita tra bosco e scarpata. Dopo circa 100 metri la traccia si biforca, la più bassa entra nel bosco, l’altra risale ancora il margine superiore del bosco.
Si consiglia di prendere la traccia superiore in quanto, essendo il sentiero non più frequentato da anni, la traccia nel bosco si perde e si individua difficilmente l’uscita.
La traccia in salita porta brevemente ad un grande faggio isolato (cerchiato con (1) nella foto n. 1) tra il bosco sottostante e la scarpata a monte (358574,5 E – 4746084,7 N; 1465 m.).
Si risale la ripida scarpata a monte del faggio senza traccia fino a portarsi nei prati sommitali.
Dai prati si traversa in salita verso destra, si scavalca un canale e ci si dirige verso un faggio isolato (358482,1 E – 4745899, 8 N; 1545 m.; 30 minuti) nel prato sopra al bosco (cerchiato con (2) nella foto n. 1).
Sotto al faggio, nei pressi di un tratto detritico, si nota la traccia di sentiero a tornanti che sale dal bosco, (traccia più bassa sconsigliata) e si ricollega al sentiero raggiunto.
Si continua in salita per altri 50 metri e si raggiunge il comodo sentiero che proviene da Fonte Fredda e si addentra nella Valle del Lago di Pilato.
Per chi vuole raggiungere il Lago di Pilato più facilmente e comodamente si segue il sentiero che scende da Fonte Fredda, scavalca la cresta nord-ovest del Monte Torrone e si collega al sentiero che sale dalle Svolte nei pressi di Fonte Matta (1560 m).
Per gli escursionisti esperti si consiglia di risalire la ripida cresta nord-ovest del Monte Torrone in corrispondenza di un canalone detritico posto sulla verticale del punto di incontro con il sentiero che scende da Fonte Fredda.
Raggiunta la cresta (358502, 6 E – 4745740 N; 1630 m. foto n.10-11) si risale per circa 200 metri per il suo ripido filo roccioso fino a quota 1770 m. (358657,8 E – 4745595,5 N) dove si intercetta una lieve traccia proveniente sempre dal sentiero di Fonte Fredda.
La salita integrale della cresta nord-ovest del Monte Torrone dal Piano della Gardosa è stata effettuata da Serrani Fausto nel 2015.
La traccia scavalca a destra la cresta e traversa in quota il ripidissimo versante ovest del Monte Torrone in direzione della Valle del Lago di Pilato, questo è il tratto più impegnativo della salita (foto n.4).
Traversando in piano per circa 250 metri (foto n. 12-13) si superano alcuni canali con tratti rocciosi su terreno molto ripido per dirigersi sempre in piano verso i meno ripidi pendii erbosi di Costa Bella, nel versante ovest dell’Anticima Nord del Monte Vettore (45 minuti).
Raggiunti i prati a cotica erbosa chiusa di Costa Bella si continua una lunga ma comoda traversata in quota, in lieve salita, della sponda destra orografica della Valle del Lago di Pilato evitando due tracce che scendono, la prima verso il diroccato casaletto di Monte Rotondo e la seconda a metà valle.
Dopo circa 1 ora si raggiunge la sommità una fascia rocciosa che incombe sulla sponda sinistra (salendo) del Lago di Pilato da cui si gode di una imponente ed insolita visione del Pizzo del Diavolo.
Al centro della fascia rocciosa un corridoio ( 358368,1 E – 4743599,7 N; 1965 m. foto n. 17-18) con tracce di sentiero porta, in breve ma ripida discesa, direttamente alla conca del lago di Pilato.
Discesa:
Dal Lago di Pilato si consiglia di scendere per l’itinerario che conduce da Fonte Matta a Fonte Fredda – Fonte della Cerasa e quindi scende a Foce riprendendo in parte in sentiero usato per la salita a monte delle Svolte. E’ vietato ed assolutamente sconsigliato percorrere il sentiero di discesa che attraversa Le Svolte per l’elevato pericolo di caduta massi.
GIANLUCA CARRADORINI – FAUSTO SERRANI 27 MAGGIO 2017
1-Il versante nord-est del M. Torrone visto dalla base del Fosso della Tagliola con il bosco e la cresta di risalita, individuati dai cerchi il grande faggio (1) ed il faggio isolato nel prato (2). 2-L’itinerario di salita Fosso della Tagliola – Cresta nord-ovest Monte Torrone visto da Forca Viola. 3- Immagine satellitare della parte di itinerario nel Fosso della Tagliola 4- L’itinerario di salita della Cresta nord-ovest del Monte Torrone e la successiva traversata con la traccia appena accennata (frecce rosse) verso Costa Bella visto da Forca Viola. 5
5 – 6- L’itinerario di salita e la traversata fino al Lago di Pilato.
67- Lo Scoglio del Miracolo con una frana con la sottostante conoide di detriti che ha distrutto il “sentiero del Frate” (frecce), a sinistra la grande frana del Fosso del Miracolo. 8- Le frane dello Scoglio del Miracolo (destra) e del Fosso del Miracolo (sinistra) viste dall’itinerario di salita all’ombra del faggio (n.2) isolato nella traccia di sentiero fuori del bosco. 9- L’imponenza delle frane dello Scoglio del Miracolo (destra) e del Fosso del Miracolo (sinistra). 10- Verso la cresta nord-ovest del Monte Torrone (di fronte in ombra) si scopre già la Valle di Pilato con il Pizzo del Diavolo. 11- Risalita della cresta nord-ovest del Monte Torrone. 12- Inizio della traversata su terreno molto ripido del versante ovest del Monte Torrone su tracce di sentiero, alle spalle il Monte Sibilla. 13- Il termine del tratto più ripido della traversata, in basso a sinistra il paese di Foce, punto di partenza dell’itinerario. 14- Il versante est del Quarto S. Lorenzo che incombe sulla Valle di Pilato anche qui con grandi frane. 15- La facile traversata della Costa Bella con il Pizzo del Diavolo sulla destra. 16- Giunti nei pressi del Lago di Pilato nel tratto di discesa dove si nota la traccia di sentiero, di lato l’imponente parete est del Pizzo del Diavolo vista da una posizione insolita. 17
17 – 18- Il ripido tratto di discesa da Costa Bella al Lago di Pilato.
1819- Il Lago di Pilato il 27 maggio 2017, (primo laghetto) 4-5 metri sotto il livello massimo ma almeno c’è acqua. 20 Il Lago di Pilato il 30 maggio 2015 al massimo dell’invaso (foto inedite dell’autore dopo la pubblicazione del secondo libro “IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI” Anno 2014). 21- Il Lago di Pilato il 27 maggio 2017 con la superficie ancora parzialmente gelata dal freddo della notte. 22- Il Lago di Pilato il 30 maggio 2015, si notino le dimensioni con le persone sopra la sponda opposta. 23- Il Lago di Pilato il 30 maggio 2015, rivedremo questa quantità di acqua e questi colori ? 24- Il Lago di Pilato il 27 maggio 2017 25- Il Lago di Pilato il 30 maggio 2015 26 – Il lago di Pilato il 27 maggio 2017 ancora parzialmente gelato 27 – Il lago di Pilato il 27 maggio 2017 (secondo laghetto) ancora quasi completamente gelato, si notino nella sponda destra i massi più chiari caduti dal Pizzo del Diavolo con il sisma dell’Ottobre 2016. 28- Un grande masso caduto dal Pizzo del Diavolo ed arrivato, dopo vari salti (cerchi) fino all’isoletta centrale del Lago. 29- La sponda destra del secondo laghetto con i nuovi massi caduti a seguito del terremoto. 30- I Pizzo del Diavolo con i segni bianchi delle cadute di massi nel “Fiasco” , nel “Portico” e nella Punta Cichetti e con le alte conoidi detritiche fresche sottostanti (più chiare). 31- La Punta Cichetti con una grande frana ed un masso arrivato fino alle sponde del Lago, 27 maggio 2017. 32- La Punta Cichetti al centro ed il Castello a sinistra, 30 maggio 2015. 33 La sponda meridionale del Lago di Pilato il 27 maggio 2017 con i nuovi massi caduti dal Pizzo del Diavolo in confronto con Fausto e, più in alto (cerchio rosso) i vecchi massi del bordo massimo dell’invaso. 34- La sponda meridionale del Lago di Pilato il 30 maggio 2015 con il lago che lambiva il masso della foto 33. 35- Il Lago di Pilato il 30 maggio 2015 con il masso delle foto 33-34. 36- Il Lago di Pilato il 27 maggio 2017 con i nuovi massi caduti dopo il sisma. 37- Il Lago di Pilato il 27 maggio 2017 con il masso( in primo piano a sinistra) delle foto 33-34-35 e quello della foto n.27 caduto con il terremoto al centro del lago con Fausto sopra. 38- Il Lago di Pilato il 30 maggio 2015, in primo piano il masso delle foto 33-34-35-37 lambito dalle acque. 39- Il Lago di Pilato il 30 maggio 2015 sempre con il masso delle foto 33-34-35-36-37. 40- Gentiana verna nei rilievi erbosi attorno alla parte meridionale del Lago di Pilato. 41- La parete nord del Pizzo del Diavolo con grandi frane e grandi conoidi detritiche fresche (più chiare) alla base delle pareti dove è presente una delle due stazioni dei Monti Sibillini del rarissimo Papaver alpinum subsp. ernesti-mayeri. 42- La parete nord del Pizzo del Diavolo il 30 maggio 2015. 43- La parete nord del Pizzo del Diavolo il 27 maggio 2017 con ancora più visibile le grandi frane (chiazze bianche sulla parete) e le nuove conoidi detritiche anch’esse più chiare alla base delle pareti. 44- La grande frana del Fosso del Miracolo vista dal pianoro sopra Le Svolte. 45- La discesa de Le Svolte è stata sempre scomoda ma attualmente è vietata e pericolosissima ed implica di non sbagliare assolutamente a mettere un piede per non far rotolare i grandi massi a valle che hanno coperto completamente il sentiero. 46- Grandi massi franati anche nel tratto iniziale del Piano della Gardosa. 47- Infine per non farsi mancare niente, una grande valanga ha chiuso la strada per il Piano della Gardosa subito dopo il paese di Foce portando a valle centinaia di alberi. 48- E per chiudere con un po’ di colore : Gentiana utriculosa nel Piano della Gardosa