LA GROTTA DEL BEATO UGOLINO E LA GROTTA DI NICOLA – Valle del Fiastrone.

La Grotta del Beato Ugolino si apre nel versante Sud del Monte Fiegni, vicino alle Caverne I/II/III/IV del Lago del Fiastrone, descritte in un precedente articolo, è una piccola e leggendaria cavità situata in una zona selvaggia di cui se ne erano perse le tracce, esistevano indicazioni in vecchi libri ma piuttosto vaghe.

Per la sua riscoperta ringrazio il mio amico Sauro T. che ci ha fornito le indicazioni necessarie e ringrazio Federico, Manuel e Roberta per le loro ricerche storiche e per avermi accompagnato.

Il raggiungimento della Grotta del Beato Ugolino è facile ma su terreno scomodo e scivoloso che necessita di scarponi da montagna, insomma non ci si va con le calzature con cui, la maggior parte degli escursionisti della zona, raggiungono le Lame Rosse.

La Grotta di Nicola invece è conosciuta e facilmente raggiungibile, situata nei pressi della strada che conduce alle Lame Rosse.

Più a monte, partendo dalla Frazione di Fiegni di Fiastra si può raggiungere, tramite comodo tratturo, il Romitorio del Beato Ugolino, una piccola Cappellina cdi colore bianco costruita nel 1961 nei pressi della Fonte d’acqua, che si dice fece scaturire il Beato Ugolino nel luogo del suo eremitaggio.

ACCESSO: Si parcheggia l’auto nei pressi della Diga del Lago del Fiastrone.

DESCRIZIONE: Si attraversa a piedi la diga e si prende il tratturo per le Lame Rosse. Dopo circa 1000 metri, si attraversa il fosso (con acqua solo a primavera) della Val di Nicola, in corrispondenza di uno slargo con prati dove il tracciato cambia direzione (352520,3 E – 4769797 N; 620 m.).

Qui si lascia il tratturo e si prende una lieve traccia che risale il fosso passando per prati, dopo circa 200 metri il fosso si restringe e ci si addentra nel bosco seguendo il ramo sinistro (in salita).

Si prosegue per altri 300 metri circa seguendo il fondo roccioso del fosso fino a raggiungere delle pareti solcate da diversi colatoi. Dirigendosi verso il colatoio più alto verso destra si sale nel bosco il bordo destro del fosso in direzione delle pareti superiori e si è già in vista della cavità (352169 E – 4770027 N; 650 m.).

Visitata la cavità si scende per l’itinerario di salita oppure, poco sotto alla grotta, si intercetta una traccia di sentiero con vecchi bolli rossi sugli alberi che conduce in quota nell’altro fosso di sinistra della Val di Nicola dove, a primavera, è presente una cascata più alta (la cascata effimera).

Scendendo quindi per il fosso e poi per prati si ritorna al tratturo per le Lame Rosse nel punto di salita.

Per raggiungere la Grotta di Nicola, dal fosso della Val di Nicola si continua il tratturo in lieve salita per le Lame Rosse per 50 metri fino ad uno slargo dove si trova una deviazione a destra usata dai boscaioli e che scende al Fiume Fiastrone (interdetta alle escursioni più avanti a causa di un incidente accaduto nel Giugno 2022).

Dopo circa 200 metri di tratturo, in corrispondenza della deviazione di direzione (Est), si trova un cartello metallico su un albero a destra con l’indicazione per la Grotta di Nicola che si raggiunge in breve (352598 E – 4769682 N).

La Grotta di Nicola è formata da un alto tetto roccioso naturale, un muretto a secco ne chiude un lato, probabilmente era anche dotata di tettoia in legno anteriore in quanto al suo ingresso è presente a terra un grande vecchio trave.

Da Fiegni invece, mediante comodo sentiero, in circa un’ora si raggiunge la chiesina del Beato Ugolino con l’omonima fontana.

Di seguito le immagini dell’escursione.

LA GROTTA DEL BEATO UGOLINO

1- Il fosso della Val di Nicola.
2- Il fosso si restringe in prossimità delle pareti rocciose.
3- Il colatoio finale.
4- La sponda destra del Fosso con la Grotta del Beato Ugolino in alto.
5 – 9 -La Grotta del Beato Ugolino.
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10- Il fondo della Grotta è caratterizzato da una frattura aperta sul cielo.
11 – 12 -l colatoio più alto dove primavera scende la cascata effimera del Fosso di Nicola.
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13- Il colatoio si rispecchia nella pozza sottostante

LA GROTTA DI NICOLA

14- Il segnale nel bosco per la Grotta di Nicola.
15 – 19 – La Grotta di Nicola
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20 – Il muretto a secco anteriore.
21- Il grande trave a terra.

LA CHIESINA DEL BEATO UGOLINO Da Fiegni (foto gentilmente fornite da Manuel O.):

22 – 23 -La Fonte del Beato Ugolino.
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24- Lungo il sentiero sono presenti le stazioni della Via Crucis.
25 – 26 – La facciata della Chiesa del Beato Ugolino.
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27 – 28 – L’interno della chiesa.
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29- Pianta satellitare del percorso proposto.
GIALLO: Itinerario di avvicinamento.
ROSSO: itinerario proposto.



LAME ROSSE – l’evoluzione in oltre trenta anni di immagini.

Questo reportage comprende oltre trenta anni di immagini di uno dei luoghi più suggestivi dei Monti Sibillini, Le LAME ROSSE, spettacolari torrioni di conglomerato formato da brecce di colore rosa, situate nel versante Sud del Monte Fiegni, nei pressi del Lago del Fiastrone.

Nonostante l’escursione alle Lame Rosse, in genere effettuata partendo dalla Diga del Lago del Fiastrone, sia facile ed alla portata di tutti (massimo 40 minuti di cammino prevalentemente in piano e per la prima parte su strada sterrata) è uno dei luoghi dove il Soccorso Alpino ha effettuato più interventi in questi ultimi 10 anni, da quando sono giunte alla conoscenza della massa attraverso i social.

Se non è raro osservare d’estate “escursionisti” che raggiungono le Lame Rosse con le infradito o che d’inverno arrivano con gli stivaletti con tacco e suola liscia si capisce perché non è raro che qualcuno si sloghi una caviglia o si rompa una gamba per una caduta.

E’ sempre un luogo di montagna che, seppur facile, prevede l’utilizzo almeno di scarponcini da trekking.

Le seguenti immagini rispecchiano l’evoluzione subita dai torrioni di conglomerato nel corso di tre decenni e la mia evoluzione fotografica, le immagini riportate iniziano infatti da foto su pellicola in bianco/nero e diapositive fatte con fotocamera manuale, foto digitali con la prima compatta automatica, foto digitali con fotocamera reflex e foto digitali con fotocamera mirrorless.

In particolare ho messo in evidenza il cambiamento che alcuni torrioni caratteristici che compongono le Lame Rosse hanno subito negli anni.

1- La valle del Fiastrone con il profilo ad “V” e a “U” tipico delle valli Fluvioglaciali.

FOTO SU PELLICOLA BIANCO/NERO CON FOTOCAMERA MANUALE- ANNO 1985

2- Il torrione n.1 di ingresso alle Lame Rosse.
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4 – La guglia più alta con le guglie satelliti.
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6 – La guglia che diventerà con il tempo “la Giraffa”.

DIAPOSITIVE CON FOTOCAMERA MANUALE – ANNO 1992 con mio padre Giancarlo e mio fratello Andrea.

7- La guglia più alta e le guglie satelliti.
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11- La guglia più alta e la guglia diventata “la Giraffa”.
12 – Dettaglio della guglia a più alta con le guglie satelliti e la guglia “la Giraffa” in primo piano.

DIAPOSITIVE CON FOTOCAMERA AUTOMATICA CON INERIMENTO DATA – ANNO 1993 (13/07/1993).

13 – Il torrione n.1 di ingresso alle Lame Rosse.
14 – La guglia più alta e “La Giraffa”.
15 – Sotto alla Giraffa.
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DIAPOSITIVE CON FOTOCAMERA AUTOMATICA COMPATTA – ANNO 1998

18 – Il torrione n.1 di ingresso.
19 – La guglia più alta e le guglie satelliti
20 – La guglie della “Giraffa” con la sommità modificata ha già perso la sua forma
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FOTO DIGITALI CON FOTOCAMERA COMPATTA- ANNO 2013 (alcuni anni dopo una alluvione).

22 – 24 – I nuovi grandi accumuli di breccia alla base delle guglie.
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27 – La guglia ex “Giraffa”

FOTO DIGITALI CON FOTOCAMERA REFLEX – ANNO 2017 DOPO IL TERREMOTO DEL 2016, con Fausto.

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30 – 31 – Il torrione n.1 di ingresso.
31 – A sinistra innevato il Monte Rotondo, il Monte Pietralata ed il Monte Cacamillo.
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34- Un pioppo sta crescendo al riparo alla base delle Lame Rosse.
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37 – La guglia più alta e la (Ex) Giraffa
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41 – 43 – La guglia “Giraffa” ormai irriconoscibile.
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44 – 46 – Accumuli di neve ricoperti di breccia nei valloni alla base delle guglie.
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47 – La guglia più alta con il ripidissimo canalone sottostante.
48 – Il Canyon sotto all’ultima guglia.
49 – Ancora accumuli di neve primaverile
50 – E poi solo calcare.
51 – Il canale roccioso che separa le guglie in conglomerato dalle pareti di bianca roccia calcarea.

FOTO DIGITALI CON FOTOCAMERA MIRRORLESS – ANNO 2023.

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53 – 54- Il Torrione n.1 di ingresso alle Lame Rosse.
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55- la cima del torrione n.1 con una pianta di Dianthus virgineus (Garofano di monte)
56- Il Dianthus virgineus che vegeta sulle pareti verticali di breccia delle Lame Rosse.
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59 – Le ultime guglie con la guglia piccola in basso formata da pochi anni
60 – 61 – La guglia più piccola formata da pochi anni.
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62 – 63 – Il pioppo della foto n.34.
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65 – 66 -La Guglia più alta e la guglia (Ex) Giraffa
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67 – La guglia Giraffa vista dalla base.
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71- La Guglia più alta e le guglie satelliti molto più arrotondate.
72 – 73 -La Guglia più alta.
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74 – L’ultima guglia che forma il canyon nella parete opposta, riportato nelle foto seguenti.
75 – Lo spigolo dell’ultima guglia oltre il quale c’è il canyon.
76 – 78 – Il canyon dietro all’ultima guglia.
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LE CAVERNE I/II/III/IV DEL LAGO DEL FIASTRONE E FORRA DELLA VAL DI NICOLA.

Al di sopra del sentiero che dalla Diga del Lago del Fiastrone conduce verso le, ormai conosciutissime e frequentatissime Lame Rosse, si aprono ben quattro caverne molto particolari riportate sul Catasto delle Grotte e Caverne della Regione Marche.

Le caverne sembrano essere scavate dall’uomo in quanto tutte si presentano come una galleria uniforme e la porzione di pietre mancanti accumulate davanti allo stesso ingresso, eppure non ci sono minerali da ricercare nella zona ne credo mai nessuno si sia messo a scavare per fare qualche riparo di fortuna. L’unica che ha un aspetto naturale è la Caverna III in quanto presenta un pozzo finale con un possibile proseguimento in cunicoli molto bassi.

ACCESSO: Si parcheggia l’auto nei pressi della Diga del Lago del Fiastrone.

DESCRIZIONE: Si attraversa a piedi la diga e si prende il tratturo per le Lame Rosse. Dopo circa 500 metri, si incontra sulla destra un cartello di pericolo inondazioni posto poco dopo una rientranza della strada in corrispondenza di un canale roccioso. Si sale il pendio boscoso sovrastante il cartello salendo in verticale per circa 200 metri di dislivello seguendo le coordinate delle quattro caverne indicate sul Catasto delle Grotte della Regione Marche o su alcune App di navigazione satellitare (Outdooractive, Terra Map ecc.).

Non ho segnalato (omini di pietra o bolli di vernice) sul posto l’itinerario fatto per raggiungere le caverne in quanto toglierei il fascino dell’avventura ne ho potuto fare una traccia GPS da condividere in quanto il segnale nella zona è piuttosto ballerino, a volte mi indicava che ero in acqua dentro al Lago !!!

Pertanto per raggiungere le quattro caverne ci si deve affidare al navigatore satellitare e a un po’ di pazienza nel girare intorno a ciascun punto segnalato fino a che non si trovano le caverne, nel giro di due ore dall’auto le abbiamo visitate tutte e quattro e poi siamo scesi alla Forra della Val di Nicola quindi abbiamo raggiunto anche le Lame Rosse in quanto era presto.

Dopo aver trovato la Caverna IV, la più in alto, ho notato delle tracce di cinghiali che collegavano le altre tre caverne che ho trovato in breve tempo e che infatti vengono usate come ripari dagli animali selvatici.

L’itinerario di salita non è difficile ma molto scomodo a causa della fitta boscaglia di Leccio, intricata e ripida.

Il Catasto riporta poi anche la Caverna V proprio sopra il parcheggio della diga, nel versante opposto della valle ma la nostra ricerca è stata vana, sia per la maggiore vegetazione del pendio e forse perché è stata interrata poiché in prossimità della sua posizione abbiamo trovato sito analogo alle altre grotte visitate ma chiuso con terra e pietre.

La Caverna VI del Lago del Fiastrone, situata più distante dalla diga, sicuramente la più bella, è già stata visitata e descritta nell’articolo “IL BUCO DELL’ISTRICE E LA CAVERNA VI DEL LAGO DEL FIASTRONE” a cui rimando.

La piccola ma interessante Forra della Val di Nicola si trova poco sotto il sentiero delle Lame Rosse, prima che esso devia di direzione per addentrarsi nella omonima valle e superare il fosso stesso, in corrispondenza di una traccia che scende al fiume Fiastrone.

Di seguito le immagini dell’escursione.

1- Il cartello a circa 500 metri dalla diga che indica il punto dove salire nel bosco sovrastante.
2- la rientranza della strada in corrispondenza di un buio canalone roccioso, vista dal cartello.
3- L’ambiente di salita alle caverne, boscaglia fitta e ripida.
4- Uno dei punti più aperti della salita, sullo sfondo il Lago del Fiastrone e, la parete rocciosa a destra dove si trova la caverna VI
5 – In ordine cronologico: L’ingresso della Caverna I del Lago del Fiastrone, davanti, all’esterno, l’accumulo di pietre come se fosse stata scavata dall’uomo.
6 – 8 – L’interno della Caverna I.
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9 – 10 – Le tracce di cinghiali che ci hanno guidato alle altre caverne.
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11 – 12 – L’ingresso della Caverna II ed il solito accumulo di pietre esterno
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13 – 15 -L’interno della Caverna II.
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17 – L’ingresso della Caverna III, la più profonda ed interessante.
18 – 19 – L’interno della Caverna III.
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20 – 22 – Il pozzo finale della Caverna III.
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23 – Scendo nel pozzo ma prosegue su strette fenditure inpraticabili.
24 – 25 – Le fenditure finali troppo strette anche per me.
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26 – 27 – L’uscita dal pozzo della Caverna III.
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28 – L’ingresso della Caverna IV
29 – 30 – L’interno della Caverna IV
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LA PICCOLA FORRA DELLA VAL DI NICOLA

La forra, situata poco al di sotto del sentiero per le Lame Rosse, prima che esso attraversa la omonima valle, in corrispondenza di una deviazione in discesa che conduce al fiume Fiastrone riportata sulla cartografia, presenta dei brevi salti rocciosi al di sotto dei quali delle profonde Marmitte dei Giganti accumulano sempre acqua. La Forra può essere discesa con corde per poi riprendere a destra il sentiero che risale a quello per le Lame Rosse.

31 – La piccola Forra della Val di Nicola.
32 – Ci apprestiamo a scendere senza l’uso di corde.
33 – il primo salto.
34 – il secondo salto, ci vuole la corda.
35 – Le marmitte dei Giganti che contengono sempre una notevole quantità di acqua.
36 – la seconda Marmitta contiene ancora più acqua.
37 – 38 -Una particolarità botanica della zona: Leccio (tronco scuro) ed Orniello (tronco chiaro) fusi insieme nella stessa ceppaia come se fossero una unica specie, convivono in piena armonia.
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39 – La mappa satellitare della zona di una applicazione che riporta anche le coordinate delle quattro caverne.
40- La posizione delle quattro caverne nel dettaglio della zona.