Escursione classica con partenza dalla strada del Cornaccione fino al Passo Cattivo, siamo scesi al laghetto de Le Fosse ancora gelato per poi, aggirando la cresta rocciosa che separa Le Fosse da Valle Orteccia, proseguire in Valle Orteccia per andare ad esplorare un canalino nascosto nel versante Ovest di Cima Cannafusto, possibile oggetto di salita invernale su ghiaccio.
Nel bosco di Valle Orteccia abbiamo fatto interessanti scoperte quali dei grandi faggi secolari e delle vecchie carbonaie.
Al ritorno, a causa del forte vento che si era levato, abbiamo preferito non percorrere tutta la Valle Orteccia per salire fino a Cima di Vallinfante e percorrere la cresta fino al Passo Cattivo ma siamo risaliti da Le Fosse per il Passo Cattivo per riprendere la strada del ritorno.
LE GROTTE DEL VERSANTE SUD DI FORCA CERVARA.
Il 17 ottobre 2020, insieme a Federico, accompagnati dalla presenza di molti animali selvatici e domestici, abbiamo raggiunto alcune grotte presenti nel versante Sud-est tra Monte Bove Sud e Forca Cervara, nei dintorni del Casale del Berro, che avevamo individuato da tempo dai versanti opposti della montagna. Le grotte si raggiungono a piedi da Passo Cattivo.
ACCESSO: Per raggiungere Passo Cattivo si sale in auto a Frontignano quindi giunti al bivio per Nocria attualmente chiuso, si prosegue per 200 metri quindi si gira a destra, si passa nel piazzale dell’ex palazzetto dello sport, si prosegue verso il gigantesco albergo danneggiato dal terremoto e si prosegue fino raggiugere la strada sterrata che in circa 4 chilometri arriva fino al parcheggio del Monte Cornaccione, alla stazione degli impianti di risalita di Pian dell’Arco. Assurdamente non si può parcheggiare nell’ampio parcheggio posto nei pressi della stazione della seggiovia in base ad una delibera comunale ma occorre lasciare l’auto lungo la strada, intasata d’estate, per evitare sanzioni.
DESCRIZIONE : Dal parcheggio (351010,4 E – 4752610,7 N; 1640 m.) si prosegue a piedi per la strada sterrata che conduce al Cristo delle Nevi – impianti di risalita di Jacci di Bicco, giunti al bivio che conduce agli impianti si prosegue in piano e in circa un’ora dall’auto si raggiunge il disastrato Passo Cattivo. Appena ci si affaccia nella Valle del Tenna sottostante il Passo Cattivo si nota a sinistra, nel pendio che sale verso Monte Bove Sud, una traccia di sentiero in quota (353339,2 E – 4751949,4 N; 1890 m.) che si dirige verso Nord-est in direzione di Pizzo Berro. Si prosegue per il sentiero dapprima ben visibile che poi si trasforma in una traccia appena percettibile ed in circa 30 minuti dal Passo Cattivo raggiunge la parte superiore di una particolare cresta rocciosa (foto n. 7-8) in pendio aperto che scende verso valle (353702,7 E – 4753051 N; 1890 m.). Si lascia quindi il sentiero e si scende per circa 100 metri lungo la cresta rocciosa costeggiandola nel lato sud-ovest a metà della quale si apre la prima grotta raggiunta profonda neppure una decina di metri ma con una bella visuale sulla valle Orteccia posta di fronte (353753,7 E – 4753012,2 N; 1850 m.; foto n.11-12)
Visitata la prima cavità si risale il pendio per riprendere la traccia di sentiero lasciata prima e la si segue dapprima sempre in quota poi in leggera e costante salita fino alle rocce della Forca Cervara.
Poco prima di raggiungere la Sella della Forca Cervara (354345,2 E – 4753708,1 N; 1950 m.) si notano nella stessa quota a destra verso la cresta Sud del Pizzo Berro, dei contrafforti rocciosi (foto n.16 e 22)ed una traccia di sentiero che scende a tornanti verso valle per poi raggirare il primo contrafforte e risalire verso il contrafforte successivo dove, in alto, si notano le altre due cavità presenti. Si risale faticosamente il ripido pendio per circa 100 metri e si raggiunge la prima grotta posta alla base dello sperone roccioso (354515,6 E – 4753794,7 N; 1950 m.). Sopra di essa, in parete, è presente una seconda cavità (foto n.17-18-19-20-21) che si raggiunge in arrampicata risalendo una paretina rocciosa a destra di circa 15 metri. Per la discesa è consigliato portarsi qualche chiodo da lasciare in loco per effettuare una più sicura discesa in corda doppia. Entrambe le cavità sono anch’esse profonde circa una decina di metri ma offrono un sicuro riparo in caso di maltempo.
Visitate queste due grotte si ridiscende il pendio dirigendosi in diagonale verso valle in direzione del Casale del Berro che si nota sulla sinistra sotto ad una zona rocciosa. Si costeggiano le rocce e si attraversa obbligatoriamente sotto a delle alte pareti (354335,4 E – 4753175,8 N; 1700 m.) oltre le quali si apre un grande anfiteatro roccioso (foto n.24-25-26 e 32) posto sulla verticale del Casale. Si risale il pendio erboso entrando nell’anfiteatro dove le pareti rocciose poste a semicerchio creano un caratteristico eco sonoro e lo si costeggia passando sotto ad una alta parete grigia stillicidiosa (foto n.27-28), si prosegue sotto alle pareti e al termine della barriera rocciosa, in prossimità di un canale erboso, si raggiunge la Fonte Vissana (foto n. 29-30-31) più particolare dei Monti Sibillini, costruita nel 1800 e costituita da un muro roccioso artificiale sopra la quale è presente una vasca interrata di circa 1 metro cubo da cui partono ben due tubi metallici da cui sgorga acqua. La fonte, (354236,7 E – 4753163,7 N; 1705 m.) non ha alcun nome, non è riportata sulle carte e non è neppure censita nel catasto delle fonti del Parco Nazionale dei Monti Sibillini effettuato dal CAI nel 2011.
Superato l’anfiteatro, con una lunga diagonale in leggera salita su pendii erbosi, ci si dirige verso la strada di fondovalle che sale verso il Passo Cattivo che si raggiunge in circa 30 minuti passando per la zona denominata “le Fosse” dove è presente un laghetto di abbeveramento per il bestiame ( foto n.36)
DISCESA: Da Passo Cattivo si prosegue la strada sterrata per il Monte Cornaccione ed in circa 40 minuti si raggiunge l’auto.
LA GRANDE FRANA DI VALLE ORTECCIA – CIMA DI VALLINFANTE Per il canale Nord
ASCENSIONE N. 992 dal 1979
A tre anni dal terremoto del 2016 ancora ci ritroviamo a visitare luoghi di distruzione.
Dopo averla vista dal Pizzo Regina e dal Monte Bove Sud finalmente abbiamo raggiunto la grande frana che si è staccata nelle pareti del versante sinistro orografico della Valle Orteccia, sul versante Nord di Cima di Passo Cattivo, in una zona pochissimo frequentata in quanto piuttosto lunga da raggiungere e non percorsa da itinerari classici.
Il 1 dicembre 2019 con Fausto e Federico, salendo per il Passo Cattivo, abbiamo traversato in quota la valletta de “Le Fosse” quindi raggiunta la stretta crestina che la separa dalla adiacente Valle Orteccia siamo scesi in essa ed abbiamo raggiunto la base della frana.
La frana è gigantesca, ci ha lasciato senza fiato, sicuramente è la più grande che si è formata sui Monti Sibillini dopo il terremoto dell’Ottobre 2016, anche più grande di quella dello Scoglio del Miracolo nella Valle del Lago di Pilato.
Abbiamo quindi risalito la Valle Orteccia leggermente imbiancata dalla prima neve della stagione e abbiamo raggiunto al Cima di Vallinfante risalendo per un breve ma ripido canalino innevato, con uscita in cresta su pendenza di 45 -50°,compiendo così anche la nostra prima salita invernale della stagione.
La salita nel canalino che si apre nel versante Nord di Cima di Vallinfante non è documentata nella bibliografia ufficiale dei Monti Sibillini per cui, pur essendo facile e senza alcuna difficoltà, può essere considerata una prima salita ed è interessante in quanto la zona non offre nulla di particolare dal punto di vista alpinistico.
Durante la discesa da Cima di Vallinfante verso Passo Cattivo ci siamo imbattuti in orme di escursionisti che ci hanno preceduto che indossavano scarpe con suole da parquets tipo calcetto o pallacanestro, come visibile nella foto n.28.
Tali suole ovviamente non sono affatto adatte per escursioni in montagna specialmente su sentieri e pendii innevati in quanto non possono garantire una sicura aderenza.
Dopo non ci lamentiamo se accadono incidenti in montagna, lo stesso giorno della nostra ascensione sono morti due ragazzi alla Maiella per scivolamento su un canale innevato per mancanza di attrezzatura adeguata.