MONTE TORRONE E SASSO D’ANDRE’ da Foce per la cresta Ovest.

In compagnia di Paolo, Tiziana, Gilberto, Elia e Francesco, il 25 agosto 2024 abbiamo ripetuto la salita al Monte Torrone e Sasso d’Andre’ per la cresta Ovest, già descritta in questo blog.

Partiti da Foce di Montemonaco abbiamo percorso il Piano della Gardosa e siamo saliti per le Svolte.

Appena usciti dal bosco abbiamo lasciato il sentiero di fondovalle che sale al Lago di Pilato e abbiamo deviato a sinistra, con una ripida salita siamo andati a prendere la sottile cresta rocciosa Ovest che sale verso il Monte Torrone.

Saliti i primi torrioni abbiamo poi deviato a sinistra per il sentiero che gira nel versante Nord e abbiamo ripreso la cresta Ovest più in alto evitando così il punto mediano più ripido.

Dalla cima del Monte Torrone abbiamo proseguito per il Sasso d’Andre’ e siamo ridiscesi a Foce per il sentiero classico della Forcella del Banditello.

Di seguito le immagini della bellissima giornata in compagnia di fantastici amici.

1- La ripida salita erbosa appena usciti da Le Svolte per andare a prendere la cresta Ovest del M.Torrone
2- Il primo torrione della cresta, sullo sfondo il M.Argentella.
3- E il Piano della Gardosa con Foce in fondo
4 – 5 -Saliamo verso il secondo torrione
5
6- Su pendio sempre molto ripido
7- Il primo torrione alle spalle
8 – 9 – Ed eccoci sul secondo torrione
9
10- Già alti rispetto a Le Svolte andiamo a prendere il sentiero che gir nel versante Nord. alle spalle la grande frana del Fosso del Miracolo prodotta dal terremoto del 2016.
11- Nel sentiero del versante Nord
12- Il versante Est e Nord del monte Argentella.
13- Forca Viola e l’omonima cima.
14- Lasciamo il sentiero (in basso) e ripieghiamo di nuovo verso la cresta Ovest.
15 – 16 -L’ultimo tratto della cresta Ovest.
16
17- La parte iniziale della Valle del Lago di Pilato
18- La parte finale della Valle del Lago di Pilato.
19- Il cima al Monte Torrone ed il sentiero di cresta verso l’Antecima Nord del Monte Vettore.
20- Sul Sasso d’Andre’.
21- Veduta verticale sul versante Est del Sasso d’Andre’.
22 – 24 -la cresta che scende verso il Monte Banditello.
23
24
25- Lichene Rizhocarpon geographicum che si sviluppa solo ed esclusivamente su selce e non su calcare.
26 – 27 – La bellissima ed alta faggeta sopra Foce sul sentiero di discesa dalla Sella del Banditello.
27
28 – 29- Tronco morto decorato in modo fantastico da Blastofagi, coleotteri che depositano le uova sotto alla corteccia dei tronchi morti, le larve alla schiusa si nutrono del legno e scavano delle galleria perfettamente parallele tra loro che si allargano di diametro man mano che la larva cresce di dimensioni. Alla fine del ciclo la larva si trasforma il adulto ed esce dalla corteccia.



DIRETTISSIMA AL MONTE TORRONE PER LA CRESTA NORD-OVEST

Il 28 luglio 2018 abbiamo
risalito (e descritto) una delle ultime creste dirette alle cime dei Monti
Sibillini, forse già percorsa da altri ma come al solito, non descritta nella
bibliografia ufficiale.

L’itinerario, percorso da
Fausto Serrani in solitaria nel 2015 e parzialmente risalito dal nostro itinerario
n.32 proposto nel 2017, è stato con l’occasione completato, fotografato e
descritto per chi volesse ripeterlo.

La cresta nord-ovest diretta,
nascosta e non facilmente osservabile,  è
forse una delle più belle ed impegnative dell’intero gruppo dei Monti Sibillini
sia come sviluppo, 1200 metri di dislivello (da Foce a 945 m. fino al M.
Torrone 2187 m.), che come difficoltà, infatti se si segue rigorosamente il
filo di cresta rocciosa da Le Svolte alla cima del Monte Torrone  si risalgono alcuni tratti su roccia con
passaggi di I° grado e su terreno molto ripido, come visibile dalle immagini.

Inoltre permette il più rapido
raggiungimento, con sole 3 ore, alla cima del Monte Torrone che rimane una cima
poco frequentata proprio per la sua distanza dai percorsi classici.

E’ infatti raggiungibile da Foce per
la Fonte Fredda (3,5 ore), da Altino per la cresta M. delle Prata – M.
Banditello – Sasso d’Andrè (neppure riportato su tutte le carte) (3,5 ore) oppure
dalla cima del M. Vettore scendendo per l’Antecima Nord (1,5 ore dal M.Vettore
) ma comunque tutti percorsi di cresta lunghi e relativamente interessanti.

E’ pertanto consigliata ad
escursionisti esperti ed allenati.

Accesso:

Si raggiunge in auto la
frazione di Foce di Montemonaco quindi si parcheggia al termine del paesino in
corrispondenza della fontana e area pic-nic.

Il Piano della Gardosa è
percorribile dalle auto fino quasi all’inizio della salita de Le Svolte in
quanto la strada è stata adeguatamente sistemata dopo il terremoto e slavine
dell’inverno 2016-2017 ma è necessario munirsi di permesso chiedendo, alla Taverna
della Montagna di Foce o alla Polizia Municipale di Montemonaco, esclusivamente
per poter fare camping nel Piano della Gardosa prima de Le Svolte.

Non risalite
assolutamente con l’auto il Piano della Gardosa senza permesso in quanto c’è il
divieto di transito ai non autorizzati e al mattino presto gli organi di
vigilanza si appostano poco prima de Le Svolte per fare le multe.

Descrizione salita:

            Si
risale a piedi per 2,5 km la strada del Piano della Gardosa fino a raggiungere (30
minuti) un tratto alberato adibito a campeggio 100 metri prima della salita per
Le Svolte .

            Si
risale il canalone detritico de Le Svolte per l’accidentato e frequentatissimo sentiero
a tornanti per il Lago di Pilato.

Usciti dal bosco de Le
Svolte, al termine della ripida salita, si devia a sinistra direttamente su
prato alternato a grandi massi in direzione della cresta rocciosa  che sale verso il Monte Torrone (358147,6 E –
4745742,3 N; 1420 m.).

Si risale la cresta rocciosa
direttamente sul filo che si impenna subito formando un  torrione fino a richiedere l’uso delle mani
per superare alcuni ripidi passaggi .

Quindi si devia
leggermente a sinistra impegnandosi su un secondo tratto roccioso con passaggi
di I° grado.

Usciti da questa seconda
cresta rocciosa si intercetta il  più comodo
sentiero (1 ora, 358352,3 E – 4745688,7 N; 1545 m)  che proviene da Fonte Fredda (a sinistra) e
si addentra nella Valle del Lago di Pilato verso il Monte Rotondo (Fonte Matta).

Raggiunto il sentiero ben
visibile dirigersi nettamente a sinistra per prati verso un terzo spuntone
roccioso che si risale ancora con passaggi su roccia di I° grado.

Si continua in verticale
su tratti erbosi alternati a tratti rocciosi facili ma comunque sempre ripidi.

Dopo altri 200 metri di
salita sul ripido filo roccioso di cresta si intercetta a destra la traccia
descritta nel nostro itinerario n.32 del 2017 a quota 1770 m. (30 minuti, 358657,8
E – 4745595,5 N).

Si continua sempre in
verticale raggiungendo la cima di un quarto sperone roccioso anche qui
aiutandosi con le mani (foto n.10).

Si sale quindi su cresta
erbosa in direzione di una caratteristica stretta forcella visibile nella foto
n.12 (358766,1 E – 4745503,1 N; 1855 m.) oltre la quale diminuiscono le
difficoltà ma non la pendenza che rimane sempre piuttosto alta, non inferiore
ai 45 °.

Con altri 45 minuti di
cresta erbosa che si fa man mano più coricata si raggiunge la cima del Monte
Torrone a 2187 m.

Discesa:

Dal Monte Torrone si consiglia di
scendere per prati nel versante nord fino a raggiungere il sentiero verso
destra che conduce da Fonte Matta a Fonte Fredda – Fonte della Cerasa e quindi
scende a Foce oppure, una volta intercettato il sentiero, girando a sinistra
verso la Valle del Lago di Pilato scendendo quindi per Le Svolte fino al Piano
della Gardosa e a Foce per l’itinerario di avvicinamento.

GIANLUCA CARRADORINI  – FAUSTO SERRANI                     28 LUGLIO 2018

1-L’itinerario di salita della cresta nord-ovest Monte Torrone visto da Forca Viola (foto dell’it. n.32).
2- L’itinerario di salita della cresta nord-ovest Monte Torrone visto da Forca di Pala (foto dell’it. n.32).
3- Dettaglio dell’itinerario di salita della cresta nord-ovest Monte Torrone visto da Forca Viola. (foto dell’it. n.32).
4- In ombra la cresta nord-ovest di salita del Monte Torrone (foto dell’it. n.32 Maggio 2017)
5- Il primo torrione roccioso della cresta nord-ovest di salita del Monte Torrone, al centro a sinistra il prato di uscita de Le Svolte con il sentiero per il Lago di Pilato ben visibile, sullo sfondo le frane del sisma del 2016 nello Scoglio del Miracolo.
6- la cresta di salita tra il primo ed il secondo risalto roccioso con le nostre lunghe ombre a dimostrazione della ripidità del terreno, in basso il prato di uscita da Le Svolte con il sentiero
7- Salita al secondo torrione della cresta nord-ovest del Monte Torrone sotto al sentiero Fonte Fredda – M. Rotondo, sotto alle rocce visibili in alto corre il nostrro itinerario n.32 del 2017.
8- La sommità del secondo torrione della cresta nord-ovest del Monte Torrone, sullo sfondo la Ripa Grande
9- La sommità del terzo torrione della cresta nord-ovest del Monte Torrone, sullo sfondo la Ripa Grande e la cima del Monte Argentella tra la nebbia.
10- Un ulteriore tratto roccioso sotto il quale inizia il nostro itinerario n.32 del 2017.
11- Ancora roccette salendo verso la forcella, si notano i due torrioni delle foto 8 e 9 d il passaggio con roccette in ombra della foto precedente n.10
12- la cresta di salita dopo i tratti rocciosi più impegnativi, in alto a destra la caratteristica forcella di passaggio
13- L’ultimo passaggio su roccia nella caratteristica forcella di salita, sullo sfondo il Piano della Gardosa con la strada di raggiungimento.
14- Al termine delle difficoltà, si osserva l’intera e bellissima cresta nord-ovest di salita al Monte Torrone a partire dal prato di uscita de Le Svolte al centro del lato sinistro.

15- In vista ormai della cima del Monte Torrone si osserva l’Antecima Nord del Monte Vettore a sinistra e la Valle del Lago a destra di Pilato con la Cima del Redentore, il Pizzo del Diavolo e la Cima del Lago.

CARTA
SATELLITARI DEL PERCORSO CON:

GIALLO: Percorso di avvicinamento

ROSSO: Percorso proposto

VERDE: Percorso di discesa




LAGO DI PILATO DA FOCE PER IL FOSSO DELLA TAGLIOLA (Evitando Le Svolte). 

Il presente itinerario è proposto per raggiungere il Lago di Pilato partendo da Foce di Montemonaco risalendo per un vecchio sentiero per il Fosso della Tagliola al fine di evitare le pericolosissime Svolte che a causa del terremoto dell’ottobre 2016 sono interdette alle escursioni in quanto sono state interessate da frane e smottamenti che hanno fortemente danneggiato il classico sentiero di accesso alla Valle del Lago di Pilato rendendo molto pericolosa la risalita. 

Ricordo che la il Lago di Pilato può essere raggiunto facilmente sempre evitando le Svolte per l’itinerario Foce – Fonte della Cerasa – Fonte Fredda – Fonte Matta, riportato nella bibliografia ufficiale.

L’itinerario proposto, percorso il 27 maggio 2017, descritto di seguito invece non è riportato nella bibliografia ufficiale, la variante di salita per la cresta nord-ovest del Monte Torrone e la traversata del versante ovest fino al Lago di Pilato senza scendere nella valle è consigliata solo ad escursionisti esperti.

Le successive immagini testimoniano ciò che abbiamo osservato nella valle dopo il sisma dell’ottobre 2016, abbiamo assistito ad un cambio epocale del paesaggio dei Monti Sibillini. 

Premetto che il Lago di Pilato non è asciutto, come visibile nelle foto seguenti,  nonostante le forti nevicate invernali, come invece affermato da degli idioti sul web (vedi cronache maceratesi del 16/05/2017) seppure almeno 4 -5 metri sotto al livello massimo dell’invaso, anche se negli anni ’90 la situazione fu molto più grave con addirittura il prosciugamento estivo dello specchio d’acqua.

E neppure il Pizzo del Diavolo si è sbriciolato, anche se presenta numerose frane, come affermato da chi non è mai andato in montagna e non sa che ai piedi delle sue pareti i ghiaioni di erosione sono presenti da millenni.

Anche le voci della possibile estinzione del Chirocefalo del Marchesoni (il crostaceo endemico del Lago di Pilato) sono false in quanto chi ha divulgato tali notizie ha visitato il Lago nel periodo in cui il crostaceo non è ancora nato, il periodo vitale annuale inizia verso metà giugno per terminare con i primi freddi, ho visto dei Chirocefali nuotare ancora a metà ottobre con la superficie del lago ricoperta di ghiaccio.

Accesso: 

Si raggiunge in auto la frazione di Foce di Montemonaco quindi si parcheggia al termine del paesino a causa di una grossa valanga che ha bloccato la strada per il Piano della Gardosa con una quantità enorme di tronchi di alberi abbattuti.

Descrizione salita percorso integrale:

Si risale a piedi per 2,5 km la strada del Piano della Gardosa fino a raggiungere (30 minuti) sulla sinistra l’ampio canalone che scende dal Monte Torrone, 300 metri prima di iniziare la salita per Le Svolte (358073,2 E – 4746426,8 N; 1140 m.).

Si risale il canalone detritico (Fosso della tagliola) senza itinerario poi per tracce di sentiero a tornanti fino a delimitare completamente il bosco situato alla vostra destra.

Si raggiunge in circa 30 minuti uno slargo detritico (358668,5 E – 4746284,5 N; 1390 m.) dove confluiscono due fossi, risalendo ancora per 100 metri si raggiunge una cascata alla base del Fosso della Tagliola, deviando invece verso destra alla base di una scarpata, si individua una traccia di sentiero che inizia una traversata in salita tra bosco e scarpata. Dopo circa 100 metri la traccia si biforca, la più bassa entra nel bosco, l’altra risale ancora il margine superiore del bosco.

Si consiglia di prendere la traccia superiore in quanto, essendo il sentiero non più frequentato da anni, la traccia nel bosco si perde e si individua difficilmente l’uscita.

La traccia in salita porta brevemente ad un grande faggio isolato (cerchiato con (1) nella foto n. 1) tra il bosco sottostante e la scarpata a monte (358574,5 E – 4746084,7 N; 1465 m.).

Si risale la ripida scarpata a monte del faggio senza traccia fino a portarsi nei prati sommitali.

 Dai prati si traversa in salita verso destra, si scavalca un canale e ci si dirige verso un faggio isolato (358482,1 E – 4745899, 8 N; 1545 m.; 30 minuti) nel prato sopra al bosco (cerchiato con (2) nella foto n. 1).

Sotto al  faggio, nei pressi di un tratto detritico, si nota la traccia di sentiero a tornanti che sale dal bosco, (traccia più bassa sconsigliata) e si ricollega al sentiero raggiunto.

Si continua in salita per altri 50 metri e si raggiunge il comodo sentiero che proviene da Fonte Fredda e si addentra nella Valle del Lago di Pilato.

Per chi vuole raggiungere il Lago di Pilato più facilmente e comodamente si segue il sentiero che scende da Fonte Fredda, scavalca la cresta nord-ovest del Monte Torrone e si collega al sentiero che sale dalle Svolte nei pressi di Fonte Matta (1560 m).

Per gli escursionisti esperti si consiglia di risalire la ripida cresta nord-ovest del Monte Torrone in corrispondenza di un canalone detritico posto sulla verticale del punto di incontro con il sentiero che scende da Fonte Fredda.

Raggiunta la cresta (358502, 6 E – 4745740 N; 1630 m. foto n.10-11) si risale per circa 200 metri per il suo ripido filo roccioso fino a quota 1770 m. (358657,8 E – 4745595,5 N) dove si intercetta una lieve traccia proveniente sempre dal sentiero di Fonte Fredda.

La salita integrale della cresta nord-ovest del Monte Torrone dal Piano della Gardosa è stata effettuata da Serrani Fausto nel 2015. 

La traccia scavalca a destra la cresta e traversa in quota il ripidissimo versante ovest del Monte Torrone in direzione della Valle del Lago di Pilato, questo è il tratto più impegnativo della salita (foto n.4).

Traversando in piano per circa 250 metri (foto n. 12-13) si superano alcuni canali con tratti rocciosi su terreno molto ripido per dirigersi sempre in piano verso i meno ripidi pendii erbosi di Costa Bella, nel versante ovest dell’Anticima Nord del Monte Vettore (45 minuti).

Raggiunti i prati a cotica erbosa chiusa di Costa Bella si continua una lunga ma comoda traversata in quota, in lieve salita, della sponda destra orografica della Valle del Lago di Pilato evitando due tracce che scendono, la prima verso il diroccato casaletto di Monte Rotondo e la seconda a metà valle.

Dopo circa 1 ora si raggiunge la sommità una fascia rocciosa che incombe sulla sponda sinistra (salendo) del Lago di Pilato da cui si gode di una imponente ed insolita visione del Pizzo del Diavolo.

Al centro della fascia rocciosa un corridoio ( 358368,1 E – 4743599,7 N; 1965 m. foto n. 17-18) con tracce di sentiero porta, in breve ma ripida discesa, direttamente alla conca del lago di Pilato.

Discesa:

Dal Lago di Pilato si consiglia di scendere per l’itinerario che conduce da Fonte Matta a Fonte Fredda – Fonte della Cerasa e quindi scende a Foce riprendendo in parte in sentiero usato per la salita a monte delle Svolte.  E’ vietato ed assolutamente sconsigliato percorrere il sentiero di discesa che attraversa Le Svolte per l’elevato pericolo di caduta massi.

GIANLUCA CARRADORINI – FAUSTO SERRANI 27 MAGGIO 2017 

1-Il versante nord-est del M. Torrone visto dalla base del Fosso della Tagliola con il bosco e la cresta di risalita, individuati dai cerchi il grande faggio (1) ed il faggio isolato nel prato (2).
2-L’itinerario di salita Fosso della Tagliola – Cresta nord-ovest Monte Torrone visto da Forca Viola.
3- Immagine satellitare della parte di itinerario nel Fosso della Tagliola 
4- L’itinerario di salita della Cresta nord-ovest del Monte Torrone e la successiva traversata con la traccia  appena accennata (frecce rosse) verso Costa Bella visto da Forca Viola.
5

5 – 6- L’itinerario di salita e la traversata fino al Lago di Pilato.

6
7- Lo Scoglio del Miracolo con una frana con la sottostante conoide di detriti che ha distrutto il “sentiero del Frate” (frecce), a sinistra la grande frana del Fosso del Miracolo.
8- Le frane dello Scoglio del Miracolo (destra) e del Fosso del Miracolo (sinistra) viste dall’itinerario di salita all’ombra del faggio (n.2) isolato nella traccia di sentiero fuori del bosco. 
9- L’imponenza delle frane dello Scoglio del Miracolo (destra) e del Fosso del Miracolo (sinistra).
10- Verso la cresta nord-ovest del Monte Torrone (di fronte in ombra)  si scopre già la Valle di Pilato con il Pizzo del Diavolo.
11- Risalita della cresta nord-ovest del Monte Torrone.
12- Inizio della traversata su terreno molto ripido del versante ovest del Monte Torrone su tracce di sentiero, alle spalle il Monte Sibilla. 
13- Il termine del tratto più ripido della traversata, in basso a sinistra il paese di Foce, punto di partenza dell’itinerario.
14- Il versante est del Quarto S. Lorenzo che incombe sulla Valle di Pilato anche qui con grandi frane.
15- La facile traversata della Costa Bella con il Pizzo del Diavolo sulla destra.
16- Giunti nei pressi del Lago di Pilato nel tratto di discesa dove si nota la traccia di sentiero, di lato l’imponente parete est del Pizzo del Diavolo vista da una posizione insolita.
17

17 – 18- Il ripido tratto di discesa da Costa Bella al Lago di Pilato.

18
19- Il Lago di Pilato il 27 maggio 2017, (primo laghetto) 4-5 metri sotto il livello massimo ma almeno c’è acqua.
20 Il Lago di Pilato il 30 maggio 2015 al massimo dell’invaso (foto inedite dell’autore dopo la pubblicazione del secondo libro “IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI” Anno 2014). 
21- Il Lago di Pilato il 27 maggio 2017 con la superficie ancora parzialmente gelata dal freddo della notte.
22- Il Lago di Pilato il 30 maggio 2015, si notino le dimensioni con le persone sopra la sponda opposta.
23- Il Lago di Pilato il 30 maggio 2015, rivedremo questa quantità di acqua e questi colori ?
24- Il Lago di Pilato il 27 maggio 2017
25- Il Lago di Pilato il 30 maggio 2015
26 – Il lago di Pilato il 27 maggio 2017 ancora parzialmente gelato
27 – Il lago di Pilato il 27 maggio 2017 (secondo laghetto) ancora quasi completamente gelato, si notino nella sponda destra i massi più chiari caduti dal Pizzo del Diavolo con il sisma dell’Ottobre 2016.
28- Un grande masso caduto dal Pizzo del Diavolo ed arrivato, dopo vari salti (cerchi) fino all’isoletta centrale del Lago.
29- La sponda destra del secondo laghetto con i nuovi massi caduti a seguito del terremoto.
30- I Pizzo del Diavolo con i segni bianchi delle cadute di massi nel “Fiasco” , nel “Portico” e nella Punta Cichetti e con le alte conoidi detritiche fresche sottostanti (più chiare).
31- La Punta Cichetti con una grande frana ed un masso arrivato fino alle sponde del Lago, 27 maggio 2017.
32- La Punta Cichetti al centro ed il Castello a sinistra, 30 maggio 2015.
33 La sponda meridionale del Lago di Pilato il 27 maggio 2017 con i nuovi massi caduti dal Pizzo del Diavolo in confronto con Fausto e, più in alto (cerchio rosso) i vecchi massi del bordo massimo dell’invaso. 
34- La sponda meridionale del Lago di Pilato il 30 maggio 2015 con il lago che lambiva il masso della foto 33.
35- Il Lago di Pilato il 30 maggio 2015 con il masso delle foto 33-34.
36- Il Lago di Pilato il 27 maggio 2017 con i nuovi massi caduti dopo il sisma.
37- Il Lago di Pilato il 27 maggio      2017 con il masso( in primo piano a sinistra) delle foto 33-34-35 e quello della foto n.27 caduto con il terremoto al centro del lago con Fausto sopra.
38- Il Lago di Pilato il 30 maggio 2015, in primo piano il masso delle foto 33-34-35-37 lambito dalle acque.
39- Il Lago di Pilato il 30 maggio 2015 sempre con il masso delle foto 33-34-35-36-37.
40- Gentiana verna nei rilievi erbosi attorno alla parte meridionale del Lago di Pilato. 
41- La parete nord del Pizzo del Diavolo con grandi frane e grandi conoidi detritiche fresche (più chiare) alla base delle pareti dove è presente una delle due stazioni dei Monti Sibillini del rarissimo Papaver alpinum subsp. ernesti-mayeri.
42- La parete nord del Pizzo del Diavolo il 30 maggio 2015.
43- La parete nord del Pizzo del Diavolo il 27 maggio 2017 con ancora più visibile le grandi frane (chiazze bianche sulla parete) e le nuove conoidi detritiche anch’esse più chiare alla base delle pareti.
44- La grande frana del Fosso del Miracolo vista dal pianoro sopra Le Svolte.
45- La discesa de Le Svolte è stata sempre scomoda ma attualmente è vietata e pericolosissima ed implica di non sbagliare assolutamente a mettere un piede per non far rotolare i grandi massi a valle che hanno coperto completamente il sentiero.
46- Grandi massi franati anche nel tratto iniziale del Piano della Gardosa.
47- Infine per non farsi mancare niente, una grande valanga ha chiuso la strada per il Piano della Gardosa subito dopo il paese di Foce portando a valle centinaia di alberi.
48- E per chiudere con un po’ di colore : Gentiana utriculosa nel Piano della Gardosa

CARTE SATELLITARI DEL PERCORSO CON:

GIALLO: Percorso di avvicinamento 

ROSSO: Percorso proposto 

VERDE: Percorso di discesa