Escursione organizzata dalla sezione del Club Alpino di Fermo che ringrazio per avermi concesso di pubblicarla.
Partenza da Garulla (861 m.), preso il sentiero N4 fino a Casalicchio, risalita al Rifugio Città di Amandola quindi per il sentiero E6 (241) saliti fino al Monte Amandola (1707 m.) , ridiscesi per lo stesso sentiero, ritorno a Garulla per il Rifugio Casale di Vallecaprina (11 Km di sviluppo a/r, 850 m. di dislivello).
BALZO ROSSO – MONTE AMANDOLA
Itinerario inedito ed impegnativo, risale la cengia intermedia denominata Moje Montana, che separa il Balzo Rosso, spettacolare parete verticale di rosso calcare, dalla fascia rocciosa parallela superiore, formata invece da calcare di colore bianco, fino al Monte Amandola, con un dislivello di circa 1000 metri in poco più di 5 chilometri di sola salita.
Nella prima parte della salita si visita anche una grande caverna utilizzata da tempi storici dai pastori che hanno costruito intorno un imponente muro di pietre a secco protettivo denominata La Rotte de le Capre o Lu Rotto’ o Rotteranne, presente alla base della fascia rocciosa superiore del Balzo Rosso.
ACCESSO: Per effettuare la salita proposta si deve raggiungere la base dello spigolo Sud del Balzo Rosso (359557,3 E – 4757445,2 N; 1025 m.) che si può effettuare o da Capovalle o dal Santuario della Madonna dell’Ambro.
Da Capovalle si prende il tratturo 228 (non segnalato) che prosegue dal paese verso i campi sovrastanti verso la zona denominata Capo Ripa fino a Le Macchie quindi, dopo circa 2 chilometri si ignora la deviazione a destra che conduce al Rifugio Città di Amandola e prosegue in piano fin sotto alla imponente parete Est del Balzo Rosso fino ad intercettare il sentiero 226 che sale dal Santuario della Madonna dell’Ambro quindi si prosegue per un centinaio di metri fino alla base dello spigolo della parete (1 ora circa da Capovalle).
Dal Santuario della Madonna dell’Ambro si sale verso il Balzo Rosso per il sentiero 228 fino alla base dello scoglio fino ad intercettare il sentiero descritto sopra proveniente da Capovalle (40 minuti dal Santuario).
DESCRIZIONE: Dalla base dello spigolo Sud del Balzo Rosso (359557,3 E – 4757445,2 N; 1025 m.) si risale per un centinaio di metri ancora il sentiero 226 che conduce al Casale San Giovanni Gualberto fino a circa metà canalone che scende dalla fascia superiore del Balzo Rosso dove, alla sua base, in alto, già si può osservare la grande grotta (10 minuti).
Si risale il canalone fino alla fascia di rocce e, in 20 minuti, si raggiunge la grotta con il suo grande muro perimetrale (3595553,1 E – 4757646,7 N; 1190 m.) .
Visitata la grotta si continua a risalire la cengia in salita in direzione Est che conduce alla sommità del Balzo Rosso su traccia di sentiero che prosegue proprio oltre il termine della grotta.
Si risale faticosamente tra roccette, alberi e pendii rupestri ed in 30 minuti si raggiunge una forcella erbosa oltre la quale ci si affaccia dalla sommità del Balzo Rosso con una veduta verticale sul sentiero che si è percorso per l’avvicinamento (359928,8 E – 4557657,9 N; 1220 m.).
Dalla forcella erbosa si devia nettamente a sinistra, si aggira l’ultimo sperone roccioso che compone la fascia rocciosa superiore e ci si innalza sulla ripida cresta erbosa che prosegue in direzione Nord (359830,2 E – 4757708,6 N; 1355 m.).
La cresta è molto ripida e si consiglia l’utilizzo di una piccozza, raggiunte delle roccette (359763,5 E – 4757941 N; 1520 m., 30 minuti dalla sommità del Balzo Rosso) la cresta si assottiglia e si segue fedelmente il suo filo, meno ripido, fino alla cima del Monte Amandola a 1707 metri (359267.8 E – 4758566,1 N, altri 30 minuti).
DISCESA: Dalla cima del Monte Amandola si può discendere dallo stesso itinerario anche se impegnativo in particolare se si proviene dalla Madonna dell’Ambro oppure si prende il sentiero 241 che con un lungo tornante riporta verso il Balzo Rosso quindi scende, in circa 1,5 ore, fino al rifugio Città di Amandola da cui in meno di un’ora, si ritorna a Capovalle sempre per il sentiero 228 (anche se nessuno dei sentieri nominati sono indicati in loco).
BALZO ROSSO, al cospetto di una grande ma sconosciuta parete rocciosa.
Il 9 settembre 2020, con il mio amico botanico Sandro, abbiamo raggiunto la base di una delle più maestose pareti rocciose dei Monti Sibillini anche se meno conosciuta.
Il Balzo Rosso si eleva per oltre 250 metri di completa verticalità dalle pendici Sud-est del Monte Amandola, del gruppo del Monte Castel Manardo. La parete, essendo formata da friabile Scaglia Rossa, non è facilmente arrampicabile, non esistono vere e proprie vie alpinistiche ma solo tentativi e brevi salite e per questo non è frequentata e quindi nota agli arrampicatori.
Eppure la parete è verticalissima, al contrario delle altre pareti del Monte Bove o del Pizzo del Diavolo, caratterizzate da torrioni, canali, e cenge che ne interrompono la verticalità.
Per raggiungere la base della parete si può partire comodamente da Capo Valle raggiungibile in auto dalla strada per il Santuario della Madonna dell’Ambro.
Dalla parte superiore della frazione si prende un evidente tratturo indicato sulle carte con il n.228 che si inoltra per campi coltivati ed incolti in direzione del Balzo Rosso. Si tralasciano tutte le diverse deviazioni laterali meno evidenti, si supera un canalone roccioso con fonte e sorgente e ci si addentra in un bosco.
In circa 40 minuti si raggiunge un incrocio dove a destra si trova un sentiero (segnalato) che conduce verso Campolungo al Rifugio Città di Amandola ed un secondo che scende verso il Santuario, si prosegue nel meno frequentato e conosciuto sentiero centrale che si dirige verso le pareti che si raggiungono in altri 15 minuti.
Dal sentiero si può salire direttamente verso la base delle pareti oppure si può continuare per il sentiero n.226 verso il Casale S. Giovanni Gualberto.
Il sentiero è indicato in alcune guide e carte dei Monti Sibillini, per il ritorno si compie lo stesso itinerario.
LE FAGLIE DI CASALE RICCI
Girovagando su immagini satellitari attuali e vecchie dei Monti Sibillini mi sono imbattuto nella zona di Casale Ricci, sulle basse pendici Sud del Monte Castel Manardo, nella Valle dell’Ambro, ed avevo osservato delle spaccature del terreno, provocate dal sisma del 2016, visibili infatti nelle immagini successive a tale periodo. Il 14 novembre 2020, giusto il giorno prima del nuovo blocco per Covid19, mi sono recato nella zona per osservare gli effetti del terremoto in quanto erano diversi anni che non raggiungevo più la zona.
Sono partito dalla Pintura di Bolognola ed ho percorso la strada che raggiunge prima il Monte Berro poi il Casale Grascette situato nei pressi del Monte Amandola quindi, per prati per fare prima, sono sceso fino al Casale Ricci ed ho girovagato intorno ad esso fino a raggiungere la sommità di un panoramico torrione posto sopra Fonte Feletta e quindi sono risalito alla Forcella Bassete per ridiscendere alla strada Rifugio Fargno-Pintura di Bolognola compiendo tutto il giro del Monte Castel Manardo , di seguito le immagini della giornata.
Durante l’escursione ho trovato un guinzaglio con tanto di catena di acciaio per cani di grossa taglia, una chiave con telecomando di una auto Wolkswagen e due mascherine chirurgiche , a dimostrazione dell’elevato numero di apprendisti escursionisti che si avventurano, talvolta imprudentemente, sulle montagne, in particolare in quest’ultimo anno.
Ho fatto un elenco di tutti gli oggetti che ho trovato solo in questi ultimi 5 anni in montagna:
n.1 slitta condominiale nel bosco del versante Est del Monte Sassotetto, trasportata fino alla stazione ecologica del paese omonimo. (foto allegata)
n. 3 berretti invernali + 4 tra berretti estivi e bandane
n.1 Piccozza !!!!
n.1 vite da ghiaccio autofilettante in titanio !!!
ben 11 moschettoni vari con rinvio o senza !!!! (in un giorno 5 contemporaneamente)
n.5 chiodi da roccia e n.3 dadi (a terra, non infissi in parete)
n.2 caschi di cui uno con diversi segni di urti ma senza testa del proprietario dentro!!!
n.1 Zaino completo di dotazione da donna con tanto di cellulare corroso con scheda illeggibile, giacche, guanti, cibo, borraccia, maglia di ricambio e accessori prettamente femminili.
una macchina fotografica compatta ormai inutilizzabile con custodia.
n.3 sci spaiati tutti al di fuori di campi da sci
n. 2 (coppia integra) di bastoncini telescopici
n.2 (coppia integra) bastoncini fissi da sci
n.2 giacche di pile
n.1 giacca invernale
n.1 paio di ghette da neve
magliette varie in diverse taglie
guanti vari spaiati e in coppia
n.2 borracce
n.2 occhiali da sole
una pila ricaricabile a manovella
n.2 coltellini multiuso
n.1 pentola a pressione completa di coperchio lungo il torrente a valle di Capotenna !!!!!
alcuni scarponi spaiati !!!! e un numero indefinito di suole o porzioni di esse.
Solo in un giorno a Pizzo Regina ho trovato una maglietta, una pila ricaricabile, un coltello multiuso e un berretto.
Posso aprire un negozio di articoli da montagna usati !!!
GIRO DEL MONTE CASTEL MANARDO Da M. Berro per il canale Sud-est – discesa per Forcella Bassete.
ASCENSIONE N. 997 dal 1979
Il 31 dicembre 2019 con Carlo abbiamo compiuto una ascensione classica, dalla Pintura di Bolognola fino al Monte Berro per la strada sterrata quindi siamo saliti verso la costruzione della captazione dell’acquedotto a monte del Casale Grascette ed il canale Sud-est del Monte Castel Manardo fino alla sua cima.
Siamo infine discesi per la cresta dello Scoglio del Montone fino a Forcella Bassete quindi per la strada del Fargno fino alla Pintura.
Temperature superiori alla media del periodo in quota e la poca neve presente trasformata in ghiaccio a tratti vetroso caratterizzano questo anomalo inverno del 2019-2020.