Escursione invernale classica dal parcheggio di Monte Prata al Monte Porche per la Fonte della Giumenta.
Al mattino presto le condizioni perfette della neve mi hanno permesso di salire in 1,30 ore dall’auto alla cima.
Itinerario che non espone al pericolo di slavine vista la grande quantità di neve nei pendii oltre i 1800 metri e temperature primaverili.
Nel pomeriggio mi sono recato al Piano Grande di Castelluccio a fare foto nei dintorni dei laghetti temporanei che si formano a primavera
Di seguito le immagini dell’escursione.
1- Il versante Ovest con i canali invernali saliti molte volte del Monte Porche, visto dai pressi della Fonte della Giumenta, situata al margine sinistro poco oltre il muretto della strada.2- I versanti Ovest del M. Palazzo Borghese fino alla Cima del Redentore.3- Castelluccio ed il Piano Grande ricoperto di nebbia.4- L’elevato innevamento nel versante Ovest del M.Porche.5- Veduta verso Nord con la Cima di Vallinfante al centro, il M.Bove Sud a sinistra, il Pizzo Berro e Pizzo Regina a destra.6- Il poggio sotto alla cima del Monte Porche.7- Cima Vallelunga e la valle omonima.8- Il Pizzo Berro a sinistra e il Pizzo Regina a destra.9- La cresta fino alla Cima di Vallinfante10- Il Monte Bove Sud con il Passo Cattivo.11- La cresta finale del Monte Porche con la Cima Vallelunga in fondo.12- Sulla cresta finale con il poggio sotto alla cima.13- I canalini Nord del Monte Porche (canalino del gendarmino).14- La Vallelunga con la cresta tra Cima Vallelunga e Monte Porche.15- La Vallelunga con le cime circostanti, il Pizzo Berro a sinistra, il Pizzo Regina al centro, Cima Vallelunga a sinistra e il M. Sibilla che emerge nel margine destro.16- Dune di neve nel versante Ovest di Cima Vallelunga.17- La cresta del Monte Porche.18- Veduta verso Sud da Monte Porche.19- Lo splendido versante Nord di Sasso di Palazzo Borghese con il canale Nord salito da me e Stefano tra ombre e luce.20- Il M. Argentella al centro, il M. Vettore a sinistra, il Pizzo del Diavolo e la Cima del Redentore a destra.21- La cresta dal M. Torrone a M. Vettore.22- Il M. Sibilla.23 – 24 – La Cima Vallelunga ed il M. Sibilla.2425- La Vallelunga vista dalla cima del M. Porche26- Un escursionista piccolissimo al centro della foto, sta attraversando, a mezzogiorno, il versante Ovest del M. Porche, un posto dove io non vorrei essere a questa ora, infatti sto già scendendo.27- I primi fiori della primavera, la Draba aizoides nelle rocce del poggio sotto alla cima del M. Porche.28- La Scilla bifolia alla Fonte della Giumenta29- Crochi (Crocus vernus) alla Fonte della Giumenta.30- Salix caprae in fiore, l’ultimo albero ad alto fusto sulla strada M. Prata-Fonte della Giumenta.31- Il versante Sudovest del M. Argentella visto dal Piano Grande.32- Il versante Ovest del M. Porche e M. Palazzo Borghese33- Le talpe già stanno salendo verso la superficie dei prati e stanno scavando tutto il Piano Grande.34 – 35 – Riflessi della Cima del Redentore sui laghetti temporanei del Piano Grande.3536- Riflessi dal M.Porche al M. Argentella.37- Lo Scoglio dell’Aquila.38- Viola eugeniae al Piano Grande.
CASTELLUCCIO – PRIMA NEVE DELLA STAGIONE E LA GROTTA DI QUOTA 900.
I Piani di Castelluccio e i monti circostanti regalano meraviglie in ogni stagione dell’anno, la magia della leggera imbiancata a vento della prima neve della stagione esalta tutte le curve dei pendii e le suddivisioni dei campi coltivati quasi fosse una diversa fioritura.
Scendendo in auto da Castelluccio verso Norcia abbiamo anche visitato la piccola Grotta di Quota 900 che si apre nel conglomerato proprio sul bordo della strada.
Di seguito le immagini della giornata.
1 – 3 – Monte Porche234- Monte Palazzo Borghese5- Monte Argentella.6- I canali del versante Ovest della Cima del Redentore.7- La Cima di Forca Viola.8- La Cima del Redentore e il canale “la Virgola”.9- Escursionisti appena visibili sulla “strada imperiale” nel tratto del versante Ovest del Monte Argentella.10- Pian Perduto, i Colli Alti e Bassi e la Cima del Redentore11- Incroci di curve intorno alla faggeta dei Colli Alti e Bassi.12 – 16 – I campi coltivati di Castelluccio dove d’estate avviene la fioritura, adesso sembrano pennellate di biacca su una tavolozza scura.1314151617 – 18 – La Valle delle Fonti.18- 19- I Colli Alti e Bassi.20 – 22 – Lo scoglio dell’Aquila.2122 23 – 24 -I Colli Alti e Bassi visti da Sudovest .2425 – 26 – L’ultimo campo coltivato sul pendio sotto al Cordone del Vettore.2627 – 28 – I canali della Cima del Redentore visti da Sudovest.2829- Il Monte Argentella con il passaggio di un aereo.30- Steli di Verbascum spp.31 – 33- Cinorroidi di Rosa canina, l’unico colore rosso di questa stagione.323334- Steli di farro falciato emergono dalla poca neve.35 – 40 – La piccola Grotta di Quota 900 nella strada che da Castelluccio scende a Norcia.363738394041- Felci Falso Capelvenere (Asplenium trichomanes) crescono nel fondo della Grotta dove arriva la luca.42
MONTE LIETO Per il canale Est.
L’11 ottobre 2024, da solo, sono salito al Monte Lieto per un nuovo tracciato, il canale Est che inizia dalla discesa della strada Forca di Gualdo-Castelluccio poco prima che spiana in corrispondenza del Pian Perduto.
La salita è facile anche se ripida, presenta un dislivello di circa 550 metri, si parte da 1395 metri della strada per arrivare alla cima di Monte Lieto a 1940 metri, in poco più di un’ora di salita.
Il Monte Lieto è caratterizzato da ripidi pendii nei versanti Nord, Est e Sud con incisi canali, già ho descritto in questo blog la salita per il canale Sud, la cosiddetta “direttissima” dalla Valle Canatra e la salita invernale della cresta Nord dalla Forca di Gualdo.
SALITA: Il canale Est si presenta con un tratto iniziale piuttosto ripido ed inciso e con alcuni saltini rocciosi che rendono interessante la salita. Poi il canale si allarga, costeggia a destra il rimboschimento a conifere, prosegue verso delle rocce ai lati del canale per poi scemare nei pendii sovrastanti che si fanno però più ripidi e fino alla cresta di uscita.
All’interno del canale ho ritrovato due carcasse di Bovini che vengono lasciati pascolare nella zona e una forse di capriolo, a dimostrazione della ripidità dei pendii laterali.
Inoltre, cosa molto interessante, a monte del rimboschimento a conifere sono stati piantati anche numerosi esemplari di Pino Mugo che addirittura si sta riproducendo in modo notevole, creando così un orizzonte di arbusti contorti spontanei oltre il limite del bosco.
Nei Monti Sibillini in poche località è stato introdotto il Pino Mugo, ad esempio nel versante Est del Monte Castelmanardo ma in questo luogo riesce a stento a vivere e riprodursi.
Il Pino Mugo spontaneo è molto raro nell’Appennino, vegeta abbondantemente solo nel massiccio della Majella.
La discesa può essere effettuata nel pendio destro del canale.
Di seguito le immagini della salita proposta.
1- Il grande faggio di Pian Perduto e il canale di salita a sinistra, inciso nella parte iniziale e poi delimitato dal rimboschimento.2- Zoom sul intuitivo canale di salita.3- la prima parte del canale molto inciso e con dei saltini rocciosi.4- L’attacco del canale visto dalla strada Forca di Gualdo-Castelluccio.5- L’ingresso del canale nella sua prima parte incisa e con dei saltini rocciosi.6- Una vecchia carcassa di bovino all’interno del canale.7- Il Monte Porche visto dall’interno del canale, in fondo la strada da cui si parte8- La Forca di Gualdo e la strada per Castelluccio.9- In corrispondenza dei saltini rocciosi vegetano arbusti di Ramno alpino, sullo sfondo il Monte Argentella.10- Un grande Acero delimita la parte più incisa del canale.11- Una ulteriore carcassa, sembra di capriolo ma manca la testa.12- L’acero della foto n.10 e le prime conifere del rimboschimento a destra.13- Le sponde del canale sono caratterizzate da numerosi tratti dissestati causati dall’eccessivo transito di bovini lasciati al pascolo nella zona e che, a causa della ripidità del pendio, ogni tanto qualcuna rimane vittima di scivolamenti.14- La Cima del Redentore e i Colli Alti e Bassi.15- Raggiunto il rimboschimento la vista si apre anche sul Pian Perduto.16 – 17 – Suillus gravillei detto anche laricino o pinarolo, porcino che abbonda nel sottobosco a conifere.1718- Il canale è delimitato alla sua destra orografica dal rimboschimento a conifere.19- Terminato il rimboschimento ad alto fusto iniziano i grandi arbusti di Pino Mugo.20- Oltre il rimboschimento il pendio si fa anche più ripido.21- I Mughi vegetano bene in questo pendio.22- L’ultima parte del canale appena accennato, si trasforma in un semplice ma ripido pendio fino alla cresta di uscita.23- Veduta verso il Monte Porche e Monte Palazzo Borghese dai pressi della cresta.24- Veduta verso il Monte Argentella e la Cima del Redentore dai pressi della cresta.25- Castelluccio e il Piano Grande, sullo sfondo i Monti della Laga.26- Grossa cavalletta si è affezionata ai miei pantaloni.27- la cima di Monte Lieto vista dalla cresta di uscita.28- Veduta dalla cima del Monte Lieto verso il gruppo Nord dei Monti Sibillini.29- Veduta dalla cima del Monte Lieto verso Sud con Castelluccio30 – 32- Le rocce presenti ai lati dell’ultima parte del canale.313233- Il Pian Perduto e, a destra, quello che una volta era chiamato “Il Laghetto Rosso” ma che ormai, da anni, non si colora più con la fioritura di alghe rosse a causa di uno stazzo di pecore realizzato a pochi metri che lo sta devastando ed inquinando, ma forse questo non importa a nessuno.34- Il Pizzo Berro e il Pizzo Regina emergono ai lati della Cima di Passo Cattivo, a destra la Cima di Vallinfante.35- Il Monte Porche e il Monte Palazzo Borghese.36- Il Monte Argentella e i boschi del San Lorenzo.37- La Cima del Redentore ed i Colli Alti e Bassi.38 – 39- Il Corone del Vettore, la faglia del terremoto del 2016, ancora si vede, anche da lontano, l’abbassamento del terreno.3940- Mantide religiosa che si sta cibando di una cavalletta.41- Il rimboschimento attraversato, formato da diverse essenze di conifere caratterizzate da sfumature di verde differenti.42- Piccoli Mughi crescono nel pendio sopra al rimboschimento43- La ripida discesa verso la strada da dove si parte.44- la continua linea del canale visto dal pendio di discesa di destra. 45- Altri tratti di sponda del canale dissestati dal passaggio di bovini.46- La mia fedele compagna di salite, anche se rimane sempre nel parcheggio.47- Bellissime Mazze da tamburo (Macrolepiota procera) nei prati di discesa.48- E buonissimo Prataiolo (Agaricus macrospora).49- Ed infine anche un bel ragno, la Argiope.
MONTE ARGENTELLA – Canale Ovest da Pian Perduto per San Lorenzo.
Nonostante l’inverno avaro di neve, il 20 aprile 2024, in condizioni pienamente invernali con tanto di nevicata a tratti, abbiamo completato le salite delle creste e canali del Monte Argentella salendo il canale Ovest partendo dal Pian Perduto passando per il San Lorenzo, con un percorso di circa 10 chilometri andata e ritorno e 900 metri di dislivello.
La salita del canale Ovest è facile, prettamente invernale, anche questa non è riportata in bibliografia ed è consigliata a chi ha superato la fase propedeutica con la montagna invernale e vuole iniziare ad approcciarsi con salite più ripide.
Il canale, oltre il bosco di San Lorenzo, nella prima parte è caratterizzato da una strettoia con una parete rocciosa laterale molto liscia per poi allargarsi di più man mano che si sale fino a diventare un ripido pendio con pendenze costanti tra i 40 e i 45°.
ACCESSO: Si raggiunge in auto il Pian Perduto di Gualdo di Castelsantangelo e si parcheggia in una delle aree di sosta di lato alla strada.
DESCRIZIONE: Dalla strada si attraversa a piedi tutto il Pian Perduto in direzione Nordest verso la Portella del Vao che permette di immettersi nella Valle di San Lorenzo, dopo circa 40 minuti e 3 chilometri di prati si raggiunge la Fonte di San Lorenzo.
Dalla Fonte si prosegue il vallone erboso a monte in lieve ma costante salita in direzione dell’evidente canale Ovest del Monte Argentella fino alla strettoia rocciosa caratterizzata da un’alta parete verticale a destra. Si prosegue nel canale che subito si impenna, la prima parte del canale è caratterizzato da sponde rocciose che si allargano man mano che ci si innalza.
Si supera il sentiero che taglia il pendio, in piano, proveniente dalla Capanna Ghezzi, e si prosegue sempre dritti nel canale che diventa meno inciso per trasformarsi in un ripido pendio con pendenze costanti di 40-45 gradi fino a raggiungere l’Antecima Ovest del Monte Argentella.
Dall’Antecima si discende un po’ per poi risalire e con altri 400 metri si raggiunge la cima del Monte Argentella, a 2175 m.
DISCESA: Dalla cima del Monte Argentella si può scendere rapidamente dirigendosi in direzione del Monte Palazzo Borghese per prendere il Canale di San Lorenzo situato verso Nordovest sotto alla Anticima Ovest.
Di seguito le immagini della salita.
1- Il Laghetto del Pian Perduto.2- Superata la Portella del Vao ci si immette nella valle di San Lorenzo, in alto il canale Ovest del Monte Argentella.3 – L’inizio del canale a monte della Fonte di San Lorenzo ed inizia a nevicare.4 – 5 – La strettoia del canale con la caratteristica verticale parete laterale.56 – 11 -Superata la strettoia si prosegue nella prima parte del canale caratterizzato da sponde rocciose.789101112- Quindi si raggiunge il sentiero che proviene in piano da Capanna Ghezzi.13- E si continua nel canale che si allarga man mano si sale.14- Il Monte Prata sullo sfondo al centro.15- Il pendio canale con l’uscita ancora molto in alto.16- Troviamo anche neve dura per un buon tratto.17 – 18 -Si prosegue su pendio costante a 45 gradi.1819- Il Piano Grande e Castelluccio20- Riprende a nevicare21 – 24 -L’ultimo tratto di ripida salita prima dell’anticima Ovest.22232425- L’uscita sull’anticima Ovest del Monte Argentella.26- Proseguiamo verso la cima del Monte Argentella.27- Il Monte Palazzo Borghese ed il Sasso di Palazzo Borghese si intravedono tra la nebbia.28- In cima.29 – 30 – La rapida e facile discesa nel canale di San Lorenzo3031- I boschi di faggio del San Lorenzo con le foglie, un forte contrasto.32 – 33 – I pendii ovest del Monte Palazzo Borghese 3334- Il ritorno verso il Pian Perduto per la Portella del Vao.35- L’itinerario proposto visto dalla Fonte di San Lorenzo36- Tuti gli itinerari estivi ed invernali della conca del San Lorenzo.
MONTE ARGENTELLA – Nel cuore della grande e selvaggia parete Est – Grotte del Fosso dell’Argentella.
Un giorno il nostro amico Paolo Petrini, recentemente scomparso, definì il nostro modo di realizzare alcuni nuovi itinerari estivi (come molti riportati nelle mie pubblicazioni e nel presente sito) come un Escursionismo Estremo Esplorativo che può essere definito dalla sigla EEE in quanto non si effettua una vera e propria salita alpinistica ma non può essere neppure paragonato ad una escursione impegnativa e con difficoltà alpinistiche come definita dalla sigla EEA.
E’ un modo diverso, alternativo di vivere la montagna che si pone tra queste due forme di attività sportiva ma che ovviamente è destinato esclusivamente a persone esperte che sappiano affrontare itinerari EEA e che, lentamente e con cautela, si spingono oltre questo limite delle escursioni e che hanno anche le basi dell’alpinismo classico per saper affrontare salite o discese su roccia applicando tecniche alpinistiche.
Questo itinerario è uno di quelli che si possono definire EEE perché si svolge in un ambiente grandioso, selvaggio, senza alcun sentiero, su terreno ripidissimo e senza alcuna indicazione su bibliografia, dove abbiamo applicato conoscenze di alpinismo nella progressione e su calate in corda doppia, neppure gli anziani della zona sono riusciti a darci indicazioni precise e non sapevano dell’esistenza di tre grotte menzionate invece in modo impreciso nel Catasto delle Grotte della Regione Marche forse a causa delle difficoltà di ricezione del segnale GPS all’interno del Fosso, per questo motivo anche io non ho potuto inserire le coordinate precise delle cavità .
Siamo quindi saliti in esplorazione, abbiamo trovato le tre grotte indicate ed un passaggio per esplorare e salire la grande e selvaggia parete Est del Monte Argentella.
Il canale dell’Argentella che esce poco più a destra della cima, d’inverno, è invece una impegnativa e lunga salita alpinistica su ghiaccio menzionata nel libro GHIACCIO D’APPENNINO di Cristiano Iurisci (Canale d’Argento, già salito nel 1983 e addirittura disceso con gli sci nel 2000).
La cresta Nord posta tra il Canale dell’Argentella ed il Fosso Mozzacarne è risalita da un itinerario EEA già riportato in bibliografia che inizia dal Piano della Gardosa e raggiunge la cima del M.Argentella.
Mentre la cresta Est è stata risalita da noi in un itinerario anch’esso EEA descritto a pagina 72 del mio libro “IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI”.
ACCESSO: Il versante Est del Monte Argentella si raggiunge da Foce di Montemonaco. Si parcheggia l’auto alla fine del paesino (il proseguimento con auto verso il Piano della Gardosa è vietato !!!) e si continua la strada sterrata a piedi che conduce verso il Lago di Pilato.
DESCRIZIONE: Si percorre tutto il Piano della Gardosa (20 minuti) fino ad arrivare sulla verticale del Fosso dell’Argentella. Nel prato a destra della strada si nota un tratturo (358040,3 E – 4746606,4 N; 1120 m.) che sale dritto verso il fosso e che veniva usato per prelevare gli alberi abbattuti dalle slavine invernali. Si prende il tratturo e si risale faticosamente il ripido pendio che attualmente presenta numerosi arbusti che obbligano molte deviazioni. Dopo circa 30 minuti di salita dalla strada si raggiunge, sulla sinistra, un alto sperone roccioso oltre il quale il canale si biforca.
Si traversa verso sinistra per raggiungere la base del torrione dove si apre una prima cavità poco profonda ma caratterizzata da una volta perfettamente circolare, che, secondo il Catasto delle Grotte della Regione Marche dovrebbe essere identificata come la “Caverna nel Fosso dell’Argentella” (foto n. 2-3; 357587,7 E – 4746807,3 N; 1350 m.).
Si prosegue la cengia di sinistra che corre alla base dei torrioni rocciosi e che prosegue dalla prima grotta, dopo 100 metri si risale un po’ e si raggiunge una grande caverna, alta almeno 4 metri e profonda una decina che secondo il Catasto delle Grotte della Regione Marche dovrebbe essere identificata come la “Caverna presso il Fosso dell’Argentella” (foto n. 4-5-6-7, coordinate imprecise).
Si ritorna indietro e si riprende il Fosso dell’Argentella che, poco più a monte dello sperone roccioso si divide in due rami. Il ramo sinistro (in salita) si presenta ripidissimo e caratterizzato da saltini rocciosi e massi instabili (foto n.10) che non permettono la sua risalita. Il ramo destro (in salita) si presenta caratterizzato da un fondo erboso anche se molto ripido (foto n.11).
Qui abbiamo salito in esplorazione questo ramo del canale dove la sponda destra rappresenta la cresta che si percorre nell’itinerario EEA già riportato in bibliografia che dal Piano della Gardosa raggiunge la cima del M.Argentella risalendo appunto la cresta Nord dell’Abbandonata posta tra il Canale dell’Argentella ed il Fosso Mozzacarne (indicato nella pianta satellitare n. 47 e 49, foto n. 1A-17A ).
Si risale il canale fino al suo termine (357545 E – 4746947,5 N; 1435 m.) dove delle rocce obbligano a deviare verso sinistra risalendo un ripido pendio erboso e dirigendosi sempre verso sinistra in direzione dell’altro ramo parallelo del canale traversando su terreno molto ripido dove è consigliato l’uso di una piccozza (30 minuti; foto n.13-14-16).
Si superano due valloni erbosi con isolati alberi fino a raggiungere la sponda del ramo sinistro del Fosso (foto n. 19-20-21-22).
Qui dapprima la ripidità del Fosso e le incombenti stratificazioni di rocce sovrastanti sembrano precludere il proseguimento invece salendo in verticale la sponda destra (in salita) del Fosso fino alla base delle rocce ( 357311,6 E – 4746822,1 N; 1550 m.) si nota, con estremo stupore, una lieve traccia di un vecchio passaggio che taglia in quota il ripidissimo pendio destro del Fosso per entrare in esso e raggiungere così il cuore della parete Est del M. Argentella (foto n.28-29-30-31).
Si entra quindi nel canale caratterizzato da un fondo detritico e pareti rocciose laterali fino ad una grande stratificazione oltre la quale le sovrastanti pareti verticali impediscono la risalita (20 minuti).
Secondo anziani della zona il tracciato dovrebbe proseguire verso la sommità della Ripa Grande situata sulla sinistra del Fosso ma non abbiamo trovato traccia ne possibilità di traversata nonostante le nostre ricerche.
Dal cuore della grande parete Est del M. Argentella abbiamo visto però la possibilità di raggiungere la sovrastante zona denominata “l’Abbandonata” risalendo in diagonale verso destra i ripidissimi prati alternati da caratteristiche lunghe fasce rocciose affioranti facilmente superabili fino ad uscire sulla cresta Nord del Monte Argentella posta appunto tra il Fosso dell’Argentella ed il Fosso Mozzacarne e raggiungere la cima seguendo l’itinerario già menzionato riportato in bibliografia e che abbiamo percorso anni fa.
Per motivi di tempo e per la minaccia di temporali pomeridiani la nostra esplorazione è proseguita ancora per un centinaio di metri di quota ma poi si è fermata qui ma ciò non toglie che la porteremo a termine in altra occasione.
Durante la discesa effettuata per lo stesso itinerario di salita siamo ritornati di nuovo alla confluenza dei due rami del Fosso dell’Argentella e abbiamo quindi ricercato la terza cavità indicata nella zona, costeggiando il bosco alla destra del canale (in discesa, a valle delle prime grotte raggiunte) siamo passati sotto ad una grande parete franata quindi costeggiato in discesa uno sperone roccioso ed infine abbiamo risalito in cordata un ripidissimo canale boscoso devastato dalle frane del terremoto del 2016 fino al suo termine dove, sotto alla parete rocciosa, abbiamo ritrovato la terza piccola cavità che secondo il Catasto delle Grotte della Regione Marche dovrebbe essere identificata come il “Buco del Fosso dell’Argentella” (foto n.38-39-40-41-42; 357707,6 E – 4746626,7 N approssimate per difficoltà di ricezione GPS, 1295 m:).
Dalla cavità, per facilitare la discesa su questo tratto ripidissimo e pieno di ostacoli (massi, arbusti e alberi abbattuti) siamo scesi in corda doppia facendo sosta su alberi per poi raggiungere il tratto boscoso iniziale del canale fino al prato da dove siamo risaliti e ritornare quindi a Foce per il Piano della Gardosa (foto n. 45-46).
1- Il primo tratto del Fosso dell’Argentella prima del suo sdoppiamento, in basso la strada del Piano della Gardosa2- Lo sperone roccioso oltre il quale il canale si sdoppia, a sinistra la prima cavità raggiunta (Ph. Valerio).3- La prima cavità che secondo il Catasto delle Grotte della Regione Marche dovrebbe essere identificata come la “Caverna nel Fosso dell’Argentella”, poco profonda ma caratterizzata da una perfetta volta circolare.4-5 – La seconda grotta più a sinistra della prima e più ampia che secondo il Catasto delle Grotte della Regione Marche dovrebbe essere identificata come la “Caverna presso il Fosso dell’Argentella”56-7 – veduta dall’interno della grotta.78- Lasciamo la cengia che forma le due grotte per proseguire la salita del Fosso dell’Argentella.9- Al lato sinistro della cengia domina la parete Est della Ripa Grande. 10- Il ramo sinistro (in salita) del Fosso dell’Argentella caratterizzato da salti rocciosi e massi instabili che impediscono la salita in sicurezza.11- Proseguiamo per il ramo destro (in salita) erboso anche se molto ripido, di fronte la cresta Ovest del Monte Torrone (già oggetto di salita descritta nel mio sito) e la zona de Le Svolte sul sentiero per il Lago di Pilato.12- Risaliamo ancora nel canale mantenendoci sulla sinistra.13- Siamo giunti al termine del ramo destro, ormai si devono risalire i ripidissimi pendii erbosi con roccette affioranti che si vedono di fronte, in alto a sinistra la cima del M. Argentella.14- Foto n. 13 vista dall’albero sovrastante nello spigolo destro.15- La Ripa Grande in primo piano ed il M.Torrone e l’Antecima Nord del M. Vettore sullo sfondo (Ph. Valerio). 16- Il pendio di risalita sopra al ramo destro del Fosso dell’Argentella.18- Bellissima immagine di Valerio che racchiude il senso dell’amicizia e della passione per la montagna che ci accomuna.19- Fasi di risalita del primo vallone verso il cuore della parete Est (Ph. Valerio).20- In alto la cima del M.Argentella (Ph. Valerio).21- Grandi placche rocciose caratterizzano il Fosso dell’Argentella.22- Ci apprestiamo ad affrontare il secondo vallone per raggiungere il cuore della parete.23- Sopra le nostre teste la zona denominata “L’abbandonata” che dice tutto, con le lunghe fasce rocciose affioranti e dove è possibile una risalita a destra dello spuntone, fino alla cresta sovrastante già risalita anni fa.24- La ripidità del pendio a 45° costanti e, di fronte, la cresta Est che risale tra il Fosso dell’Argentella ed il Fosso Mozzacarne, situato oltre la cresta,25- Raggiungiamo così la sponda destra 8in salita del Fosso dell’Argentella.26- Il Monte Banditello e la Cima delle Prata visti dal Fosso dell’Argentella.27- Guardiamo titubanti il pendio sovrastante che, all’apparenza, non offre possibilità di proseguimento poi, raggiungendo il ginepro a destra, si scopre una vecchia lieve traccia che entra nel fosso.28-29-30-31- Iniziamo la traversata su terreno ripidissimo che ci ricorda il Fosso La Foce.2930 – (Ph. Valerio).3132-33 – Ed entriamo nel Fosso, in un luogo magico nel cuore della grande Parete (Ph. Valerio).33- In alto la cima del M. Argentella (Ph. Valerio).34- Le sovrastanti pareti impediscono dentro al Fosso una sicura prosecuzione estiva.35- Per cui decidiamo di ridiscendere, anche per il sopraggiungere della nebbia in quota che poi alle 14 scenderà fino a circa 1300 metri di quota.36- La sommità della Ripa Grande che, secondo un anziano della zona, si può raggiungere da questo versante, ritorneremo !!!.37- Le condizioni di traversata nel bosco della parte destra (in discesa) del Fosso dell’Argentella per ricercare l’ultima cavità di cui abbiamo notizia, in questo tratto le frane prodotte dal terremoto del 2016 hanno devastato il bosco lasciando integro questo altissimo Faggio.38-39 – Quindi con una arrampicata di sicurezza in un tratto di bosco distrutto dalle frane raggiungiamo la terza cavità.3940- La friabilissima parete che forma la terza cavità che secondo il Catasto delle Grotte della Regione Marche dovrebbe essere identificata come il “Buco del Fosso dell’Argentella”41-42 – La piccola e bassa ma profonda cavità raggiunta (Ph. Valerio).4243- Veduta dall’interno del “Buco”.44- Il Piano della Gardosa con tende di Scout visto dalla terza cavità.45-46 – Approntiamo una serie di corde doppie per agevolare la discesa su terreno sconnesso.46
IMMAGINI DELLA SALITA DELLA CRESTA NORD DAL PIANO DELLA GARDOSA Luglio 2013 insieme al nostro amico Bruno (Itinerario riportato in altra bibliografia).
1A2A3A4A5A6A7A8A9A10A11A12A13A14A15A16A17A- Fausto e Bruno nei pressi della cima del M. Argentella.Il Fosso dell’Argentella in versione invernale.47- Pianta satellitare del percorso proposto.48- Dettaglio satellitare delle cavità visitate.49- Posizione delle cavità secondo il Catasto delle Grotte della Regione Marche.49- Il percorso proposto visto dalla Cima delle Prata.50- Dettaglio delle cavità visitate.51- Il Canale d’Argento, percorso invernale di salita al Fosso dell’Argentella.
MONTE PALAZZO BORGHESE da San Lorenzo per la faglia del terremoto del 2016.
L’itinerario è particolare ed inedito, adatto a tutti coloro che sono in grado di muoversi su terreni sconnessi senza sentiero, permette di raggiungere la cima del Monte Palazzo Borghese dalla conca di San Lorenzo costeggiando la faglia che si è attivata nel 2016 e che corre in lieve salita nel versante Ovest proprio sopra alla conca stessa, anziché salire per la più comoda, conosciuta e frequentata “strada imperiale” che sale dal Colle Abieri.
La faglia è visibile sia dal salto di pendenza del pendio sia dalla differente vegetazione, più rigogliosa a valle.
ACCESSO: In auto si deve raggiungere la Madonna della Cona da Castelsantangelo sul Nera per la strada Provinciale n.136 che sale per Castelluccio. Raggiunto il valico dove è presente l’omonima chiesina con la fontana si scende ancora in direzione di Castelluccio e dopo il muraglione di cemento (352219,5 E – 4746665 N; 1495 m) si scende a sinistra per una comoda strada sterrata che si inoltra verso la conca del san Lorenzo. In 10 minuti si raggiunge la Fonte di San Lorenzo (354392,7 E – 4746413,7 N; 1405 m.) dove si parcheggia.
DESCRIZIONE: Dalla Fonte di San Lorenzo si si continua la strada sterrata verso il bosco soprastante che conduce ad una ampia radura nel bosco al margine superiore dell’ultimo campo coltivato della zona (355075,5 E – 4746967,3 N; 1610 m.). Qui si sale verso il bosco prendendo come riferimento il Canale di San Lorenzo situato verso sinistra (foto n.1, a destra si sale invece verso il canale Ovest del M. Argentella), si supera faticosamente l’ultimo lembo del bosco presente nell’inizio del canale e si esce su ripidi prati. Un centinaio di metri sopra al bosco si individua la linea di faglia che sale in diagonale verso sinistra e che divide in due zone distinte il versante della montagna. In corrispondenza di essa si notano dei singolari torrioni rocciosi isolati (foto n.2, 355327,4 E – 4747208,6 N; 1810 m.) e grandi e levigatissime placche rocciose (foto n.3-4) che si raggiungono facilmente (45 minuti dall’auto). Ora si segue fedelmente la base della faglia che crea anche un sentiero naturale in costante ma lieve salita in direzione Nord incontrando man mano altre placche alternate da pendii ghiaiosi (foto n.6), in questa zona la levigatezza delle placche rocciose è davvero impressionante. Giunti sulla verticale Ovest della cima di M. Palazzo Borghese si incontrano degli alti torrioni rocciosi che si superano salendo facili roccette con passaggi di I° grado (1 ora, foto n.17-18, 355164,8 E – 4747848,5 N; 18935 m.) fino a svalicare il versante Ovest raggiungendo la cresta erbosa che scende dal M. Porche (foto n. 19-20) e da qui, a destra, facilmente, in 10 minuti, si raggiunge la cima del M. Palazzo Borghese.
Dalla cima è d’obbligo salire anche al Sasso di Palazzo Borghese, molto più panoramico, con veduta verticale sul sottostante “laghetto” (foto n.25-26) e volendo, si può proseguire in direzione Nord fino al M.Porche o in direzione Sud fino al M. Argentella.
DISCESA: Dalla cima del M. Palazzo Borghese si scende per sentiero nella conca sottostante verso il M. Argentella, la cosiddetta “strada imperiale” che conduce alla forcella tra i due monti dove è presente la curiosa struttura rocciosa denominata “il cammello” o “la pecora” (foto n.32) e prosegue nel versante opposto in diagonale verso il canale Ovest del M. Argentella dove si può velocemente scendere fino ai boschi di San Lorenzo sottostanti, specie se c’è ancora neve come abbiamo trovato noi il giorno dell’escursione. Oppure si segue fedelmente il sentiero fino al Colle Abieri dove si scende alla Capanna Ghezzi sottostante, da questa per comodo sentiero verso Nord si ritorna alla Fonte di San Lorenzo (1,5 ore).
1- Il canale di San Lorenzo dove passa la “strada imperiale” da cui si accede alla conca tra M.Palazzo Borghese e il M. Argentella (vedi anche foto n.32), 2- I particolari torrioni presenti a circa metà del canale di San Lorenzo, in corrispondenza della faglia che corre nel versante ovest del M. Palazzo Borghese.3 -4- Le liscissime placche della faglia con il lieve abbassamento del terreno visibile come linea bianca in corrispondenza del terreno 45- Una piccola piantina di Iberis saxatilis nata dopo il 2016 in corrispondenza di una fessura nelle placche rocciose nella parte inferiore (più bianca in quanto stava sotto terra) scoperta dal terremoto.6- La faglia è ben visibile dalla continuità di lisce placche rocciose e dal salto di pendenza del versante.7 – 8 – 9- 10- La levigatura effettuata nei millenni dallo scorrimento delle due placche geologiche che qui si incontrano è impressionante.8- Sullo sfondo il canale Ovest e l’anticima del M. Argentella.910 10 – 11- La faglia incombe sulla conca del San Lorenzo.11- In alto al centro della foto il Pian Perduto e nel margine a sinistra il paese di Castelluccio12- Dettaglio dell’abbassamento del terreno che si è verificato in questo tratto di faglia.13- Ai piedi della faglia si è formato un sentiero naturale che permette di costeggiarla agevolmente.14- Su un tratto di roccia scoperta dall’abbassamento del terreno qualche geologo ha staccato un provino per studio.15- L’abbassamento del terreno è limitato rispetto ad altri siti che ho documentato (Cordone del Vettore, M.Porche, Valle delle Fonti ecc.) ma comunque nettamente visibile.16- Giunti sulla verticale della cima del M. Palazzo Borghese sono presenti dei torrioni di roccia.17 – 18- Saliamo per facili roccette verso la cresta soprastante sempre al cospetto di grandi placche.1819- Un breve tratto innevato prima della cresta, sullo sfondo il Monte Prata a sinistra e strada che conduce alla Fonte della Giumenta a destra.20- Il versante Sud del Monte Porche con la faglia ben visibile che prosegue sul pendio sotto la cima.21- Un consistente accumulo di neve forma anche un piccolo laghetto sotto alla cima del Monte Porche.22- La cima del sasso di Palazzo Borghese.23- Il ripidissimo canale Est del Sasso di Palazzo Borghese, la cui salita è già descritta in questo sito.24- La parete Sud del Sasso di Palazzo Borghese.25 – 26- Veduta verticale dalla cima di Sasso di Palazzo Borghese sul “laghetto” sottostante2627- La cima del Monte Palazzo Borghese vista dal Sasso.28- La ripida uscita del canale della parete Nord del Sasso di Palazzo Borghese salita in prima assoluta con Stefano questo inverno. (SASSO DI PALAZZO BORGHESE Diretta Nord invernale)29- salendo al M.Palazzo Borghese con alle spalle il sasso salito poco prima.30- Sulla cima del M. Palazzo Borghese ancora effetti del terremoto, grossi blocchi di roccia sollevati e spezzati.31- Scendendo per la “strada imperiale” poco prima del “cammello” incontriamo un lupo solitario.32- Il caratteristico scoglio denominato “il cammello” o “la pecora” ai piedi del quale passa la “strada imperiale” e, nel versante Ovest, scende il Canale di San Lorenzo, conosciuto itinerario di salita invernale.33- Discesa rapida scivolando sulla neve nella parte terminale del canale Ovest del. M.Argentella ci riporta brevemente alla conca del San Lorenzo.34- Daphne mezereum profumatissima nel bosco di San Lorenzo.35- L’itinerario di salita proposto, visto da M. Veletta36- Pianta satellitare del percorso proposto. ROSSO :Itinerario di salita GIALLO: Itinerario di discesa.
SASSO DI PALAZZO BORGHESE Diretta Nord invernale.
Il Sasso di Palazzo Borghese è ben noto per la sua imponente parete Est che domina tutta la conca del Laghetto mentre la parete Nord è poco conosciuta.
Stretta, articolata ma ripidissima, la parete Nord di Sasso Borghese la si osserva sulla sinistra se dal Laghetto si sale per il sentiero verso la Sella tra il Monte Porche ed il Monte Palazzo Borghese ma, a quanto mi risulta dalla bibliografia, non è percorsa da alcuna via ne invernale se tantomeno su roccia.
Il 27 gennaio 2022, con Stefano, abbiamo risalito la parete Nord per il ripido canale innevato che delimita la parete Nord sulla destra, con una probabile via nuova invernale.
ACCESSO: Per salire la via si deve raggiungere il Laghetto di Palazzo Borghese partendo da Foce di Montemonaco e risalendo l’ormai conosciutissimo “canale”.
DESCRIZIONE: Giunti alla conca del Laghetto (almeno 1,5 ore dal Foce) si prosegue in direzione della parete Est piegando in netta salita verso destra fino a raggiungere la base dello spigolo Nord dove si innalza un ripido canalino innevato (foto n.1, 20 minuti).
Questo canalino è stato già salito da noi più volte in precedenza, il giorno della salita questo tratto era riempito di 30-40 cm di neve fresca accumulata dal vento che ci ha costretto a risalire il pendio ancora più a destra dove sale il sentiero estivo per poi traversare verso sinistra a riprendere il canale alla base della parete Nord.
Giunti alla base della parete si costeggiano a sinistra dei torrioni di roccia dove il canale gira ed inizia ad impennare. Si prosegue in netta salita e si continua nel canale che si stringe.
In circa 150 metri si raggiunge l’uscita del canale in corrispondenza del sentiero estivo che, dalla sella del Monte Palazzo Borghese, raggiunge la cima rocciosa del Sasso di Palazzo Borghese, poco prima del tornante dove è presente la lapide in ricordo degli alpinisti che nel 1976 precipitarono dalla parete Est durante il tentativo di scalarla (foto n.2, altri 40 minuti) .
Il canale presenta una pendenza di 45-50 nell’ultimo tratto in uscita, è facile ma chiaramente richiede attrezzatura alpinistica invernale, è interessante perché completa il panorama delle salite al Sasso di Palazzo Borghese, alcune delle quali da me effettuate e già descritte in questo sito, quale la via su roccia della cengia e cresta Est, già ripetuta da un’altra cordata, e il canale Est invernale, già diventata una salita classica ripetuta da diversi alpinisti.
La parete Nord potrebbe riservare anche una variante di salita ancora più a sinistra del canale, risalendo un canale-camino ed il sovrastante imbuto presente tra i torrioni di roccia superati ma le condizioni di scarso innevamento trovate nel giorno della salita non ce lo hanno permesso.
DISCESA: Dalla sella tra Il Monte Palazzo Borghese ed il Sasso dove si scende una volta raggiunta la cima dell’ardita parete rocciosa, si scende nel sottostante pendio-canale di destra situato alle falde delle pendici Est del Monte Porche che, in 45 minuti, riporta velocemente al Laghetto
1- Il tratto iniziale del canale che dal Laghetto costeggia la parete Nord, in alto si vede l’intaglio del canale oggetto della salita effettuata.2- La parete Nord del Sasso di Palazzo Borghese vista dal Monte Porche con il tracciato della nostra via invernale.3- La parete Nord del Sasso di Palazzo Borghese vista dal sentiero di salita per la Sella del Monte Porche con il tracciato della nostra via invernale 4- La parete Est del Sasso di Palazzo Borghese illuminata dalla luce del primo mattino.5-6- Lo spigolo Nord con il canalino innevato che consente, in caso di neve buona, di raggiungere l’attacco della via proposta.67-8- L’imbocco del canale di salita con, a sinistra i torrioni rocciosi che lo caratterizzano (ph. Stefano Ciocchetti).89- Partiamo con il primo tiro di corda per affrontare il tratto più ripido del canale (ph. Stefano Ciocchetti) .10- Sulla sinistra è visibile un camino-canale che , in caso di buon innevamento, potrebbe consentire una variante di salita parallela (ph. Stefano Ciocchetti) .11 – 18- Momenti di salita nel tratto più ripido1213141516 (ph. Stefano Ciocchetti) 17 (ph. Stefano Ciocchetti) 18- Sullo sfondo il Monte Sibilla (ph. Stefano Ciocchetti) .19- 20- L’uscita del canale sui ripidi pendii sotto alla cima di Sasso di Palazzo Borghese.2122- La cima di Sasso di Palazzo Borghese, a sinistra il M.Palazzo Borghese, a destra il M. Porche (ph. Stefano Ciocchetti) .23- Castelluccio emerge dalla nebbia del Pian Grande24- I Monti Gemelli sullo sfondo a sinistra e la cresta del Torrone dietro alle spalle di Stefano.25- Veduta verticale dalla cima di Sasso di Palazzo Borghese sulla sottostante conca del Laghetto, 250 metri più in basso di salto verticale.26- Veduta verso Sud, il Monte Argentella al centro, la cima del Redentore a destra ed il Monte Vettore a sinistra. 27- I ripidi scivoli della parete Nord del Sasso di Palazzo Borghese con il Monte Porche sullo fondo.28- L’ombra della stretta ma ripidissima parete Nord di Sasso di Palazzo Borghese.29- Veduta verso Nord, il Monte Sibilla a destra e Cima Vallelunga al centro.30- La parete Est del Sasso di Palazzo Borghese con la cengia appena innevata della nostra via su roccia del versante.31- La conca tra il Monte Palazzo Borghese di fronte e il Sasso.32- Discesa rapida verso il Laghetto, tra rare strisce di neve ghiacciata e alti riporti di neve fresca modellata dal vento.33- La conca del Laghetto34- Nonostante erano solo le 13 la parete Est era già in ombra.35- Arbusto di Rhamnus alpina e steli di Verbascum spp. nei pressi del Laghetto
MONTE ARGENTELLA salita invernale per il Canale Gemello di sinistra.
Il 22 Gennaio 2022, con Alicia, Angelo e Valerio, abbiamo raggiunto la cima del Monte Argentella da Castelluccio salendo per la Valle delle Fonti e per il “canale gemello” di sinistra.
La salita del canale di destra l’avevamo effettuata il 22 Dicembre 2020 in condizioni completamente diverse e descritta nel sito a cui rimando.
Stavolta l’innevamento era scarso e in alcuni punti quasi inesistente e comunque anomalo per il periodo ma almeno la giornata era limpida e calda.
Nei pressi della Fonte de Matte’ di cui è rimasta solo la piattaforma di cemento, all’imbocco della Valle delle Fonti è stato messo da poco un tabellone che descrive gli effetti del terremoto del 2016 nella valle che avevo già descritto nella rubrica “reportage posto sisma” a cui rimando.
Di seguito le immagini della salita.
1- Il versante Sud del Monte Argentella visto dalla Valle delle Fonti, per fortuna aveva nevicato il giorno prima altrimenti il versante Sud della montagna sarebbe stato scoperto dalla neve.2- L’ultimo fontanile della valle, la Fonte dei Casceri, sopra le rocce ci sono gli attacchi dei due canali gemelli.3- Traversiamo il canale gemello di destra per andare a risalire quello di sinistra.4- Sulla cresta che divide i due canali.5- Imbocchiamo il canale di sinistra, la pendenza non è eccessiva e la neve buona, nei prati laterali emerge l’erba, di fronte la cresta del Redentore.6- Nel canalone che forma un continuo con la Valle delle Fonti sottostante, a destra Castelluccio. il Piano Grande è praticamente senza neve.7- L’uscita del canale nei pressi del pianoro del Casale dell’Argentella di cui esce dalla neve solo il camino, visibile poco sotto i due salitori sullo sfondo.8- Traversata verso la cresta Sud del Monte Argentella. 9- Sulla cresta Sud del Monte Argentella con la cima di fronte.10- Il ripidissimo versante Est del Monte Argentella che scende verso il Piano della Gardosa, sullo sfondo La Cima delle Prata e il Monte Banditello.11- Il versante Ovest del Monte Torrone.12- Vista verso Sud, a sinistra il Monte Vettore, a destra la Cima del Redentore.13- 14- Grandi cornici nella cresta Sud del Monte Argentella.1415- 16- 17- Iniziamo la discesa verso Forca Viola (ph. Angelo)161718- La Cima di Forca Viola domina la forca omonima. per lo scarso innevamento è ben visibile il sentiero che sale verso la Cima del Redentore.19- L’inizio della discesa da Forca Viola, di fronte Castelluccio da dove siamo partiti.20 – 21- Momenti di discesa nel facile canale sottostante Forca Viola.2122- Il versante Sud del Monte Argentella visto al pomeriggio dalla Valle delle Fonti, si noti come già si è sciolta la neve del giorno prima rispetto alla foto n.123- Video di Angelo24 – 25 Video di Valerio.25
MONTE LIETO per la cresta Nord dalla Forca di Gualdo.
Salita classica adatta a tutti dalla Forca di Gualdo (1496 m.) al Monte Lieto (1944 m.) per la cresta Nord passando per il rimboschimento a monte della casetta di pastori.
Di seguito le immagini della giornata.
1 – 2- La cresta Nord di Monte Lieto con il primo tratto di rimboschimento vista dalla stazione di rilevamento sismico a monte della casetta di pastori.2- (Ph. Monica Capretti)3- Nuvole arcobalenanti verso il Monte Cardosa.4 – 5 – Neve fresca all’interno del rimboschimento56 – Finalmente usciti dl bosco iniziamo a trovare neve più consistente, alle spalle il Monte Porche.7- La Cima del Redentore ed il Pian Perduto8 – 9- Gli ultimi larici isolati prima della cresta.910- Finalmente neve ottima sulla cresta, sullo sfondo il Monte Bove Sud ed il Monte Bicco.11- Il Pian Falcone visto dalla cresta.12 – 13- Il tratto più ripido della cresta Nord, alle spalle la Forca di Gualdo con la Madonna della Cona dove si dividono le strade per il Monte Prata (sopra) e per Castelluccio (sotto).1314 – 15- Verso la cima (Ph. Monica Capretti)1516- Il Pian Perduto, il Monte Argentella e la Cima del Redentore visti dalla cima di Monte Lieto.17- La cresta che scende dal Monte Lieto al Pian Falcone e la valletta di Valloprare sottostante.18- In cima al Monte Lieto.19- Il versante Ovest del Monte Porche (a sinistra) ed il Monte Palazzo Borghese (a destra).20- I canali Ovest della cima di Forca Viola e del Quarto San Lorenzo21- Castelluccio ed io Piano Grande con la strada per Forca di Presta.22- La Cima del Redentore vista dal Monte Lieto.23- Veduta verso Nord con Camerino che emerge al centro della vallata a sinistra del Monte Careschio ed il Monte San Vicino a destra sullo sfondo. 24- Veduta aerea del Pian Perduto e della conca del San Lorenzo.25- la cima del Monte Lieto.26- Strane tracce lasciate da porzioni di neve scivolate a valle dopo il nostro passaggio.27 – 28 – 29-La Cima del Redentore in tempi diversi con diverse illuminazioni.282930- Zoom sullo scoglio dell’Aquila glassato da Alpine ice.
Castelluccio non è solo fioritura estiva ma anche d’inverno regala immagini sensazionali in bianco e nero naturale.
MONTE ARGENTELLA salita invernale per il Canale Gemello di destra.
Il 22 dicembre 2020, con Stefano e Monica abbiamo raggiunto la cima del Monte Argentella salendo per uno dei cosiddetti “Canali Gemelli” nel versante Sud della montagna, raggiungibili dalla Valle delle Fonti.
La salita prettamente di carattere invernale è facile anche se, chiaramente, richiede attrezzatura alpinistica quale ramponi e piccozza, non essendo riportata in alcuna bibliografia pur essendo stata da noi salita molte altre volte, rappresenta una possibile via di salita piuttosto rapida alla cima del Monte Argentella e viene perciò descritta come via di salita invernale inedita ed adatta a tutti.
I due canali sono invece usati e descritti come via di discesa in alcune pubblicazioni di itinerari di scialpinismo.
Il giorno dell’ascensione, fatta poco prima del lookdown natalizio, abbiamo trovato condizioni meteo avverse quali forte vento in quota e soprattutto da 1600 metri fino alla cima siamo saliti sotto condizioni pressoché continue di Whiteout con visibilità ridotta anche a meno di 10 metri che hanno trasformato la facile salita in una vera e propria avventura di alta quota.
Cos’è il whiteout: Reinhold Messner narra in occasione di una tragedia in montagna accaduta nelle Alpi il 30 aprile 2018: «Quanto ti trovi nel whiteout, un mix di nebbia, neve e vento gelido, non c’è colpa, perché non si vede più niente. Da quello che ho capito le condizioni erano queste e purtroppo è accaduta una tragedia». «In quelle condizioni – spiega – se metti una mano sul viso, la vedi, ma i piedi non riesci a metterli a fuoco. Basta essere anche a meno di 100 metri da un rifugio ed è impossibile trovarlo».
Salire in montagna in tali condizioni è riservato solo a chi conosce molto bene il luogo di salita altrimenti è un attimo mettersi in grosse difficoltà e in situazioni di pericolo perché solo chi passa una esperienza di whiteout capisce cosa significa, proprio come narra Messner, i propri occhi non riescono a mettere a fuoco dove si cammina e si procede come in una nuvola bianca tutta intorno che crea un disagio visivo e psicologico davvero difficile da gestire per cui è facilissimo perdere l’orientamento e la direzione giusta o mettere i piedi oltre una cornice di neve.
ACCESSO: Per effettuare l’ascensione si deve raggiungere in auto il paese di Castelluccio quindi si scende dalla collina e appena terminata la discesa si gira a sinistra e si parcheggia nello spiazzo erboso. Dal parcheggio parte la strada sterrata che conduce allo spiazzo di raccolta delle macerie del paese per poi dividersi. A Sinistra si va per Capanna Ghezzi interdetta alle auto che si ignora.
DESCRIZIONE SALITA: Dall’area di raccolta delle macerie proseguendo invece verso destra, (addirittura anche in auto in quanto non ci sono divieti ed il fondo della strada è ottimo se non c’è neve), si raggiunge in circa 20 minuti a piedi la fontana dell’imbocco della Valle delle Fonti (355313,2 E – 4743932,5 N; 1415 m.) . Si scende il pendio oltre la fontana che si addentra nella Valle delle Fonti e si percorre tutta la valle su comodo sentiero. Giunti, in altri 25 minuti, nei pressi di una vecchia fonte (355772,6 E – 45184,5 N; 1610 m.) si devia a destra per 100 metri verso Forca Viola per raggiungere l’attacco dei “canali gemelli” (355828,5 E – 4745286,1 N; 1645 m.). Si inizia a risalire il pendio che si fa sempre più ripido ma mai eccessivo scegliendo uno dei due canali, generalmente quello destro è più profondo quindi conserva più neve e sempre in buone condizioni. Una volta entrati nel canale lo si risale completamente su facili pendii di 30 – 40° fino ad uscire, in circa 60 minuti, nel pianoro che precede la cima nel versante Sud. Dal pianoro, in altri 20 minuti, ci si dirige verso destra in direzione Nord-est a prendere la cresta che sale dalla Forca Viola e che in breve conduce alla cima del Monte Argentella a 2200 metri.
DISCESA: Dalla cima si scende i per la cresta Sud in direzione di Forca Viola che si raggiunge in circa 30 minuti, giunti alla sella si scende direttamente per il canale in direzione Ovest che riporta in altri 30 minuti alla Valle delle Fonti nel punto dove si è iniziata la salita di uno dei due “canali gemelli”.
1- La Valle delle Fonti con l’inizio dei due “Canali gemelli” coperti in alto dalla nebbia.2- A sinistra di Stefano c’è a vecchia fonte della valle, in corrispondenza di alcune formazioni rocciose, al centro l’imbocco del canale gemello sinistro, a destra si nota l’imbocco del canale gemello destro di salita.3- Primo tratto di salita nel canale destro.4- Più saliamo più si fa fitta la nebbia. 5 – 6 – 7- Il tratto centrale più ripido del canale gemello di destra. 678 – 9- Il tratto finale del canale prima del pianoro sommitale.910- A quota 1900 metri la neve ricopre tutta l’erba e siamo immersi nel più totale whiteout.11- A quota 2000 metri abbiamo trovato numerose Chionee, insetti senza ali che straordinariamente in pieno inverno, girovagano sulla neve e già trovati nella Valle del Fargno.12 – 13- Giunti alla cresta che sale da Forca Viola procediamo verso la cima avvolti in una nebbia fittissima con meno di 10 metri di visibilità.1314- Finalmente la cima del Monte Argentella sbuca dalla nebbia.15- A dimostrazione che siamo arrivati sulla cima del M.Argentella la solita pietra con la scritta col pennarello.16- Stefano e Monica in cima17- Riprendiamo la discesa verso Forca Viola.18- Il canale Ovest di Forca Viola nel tratto caratterizzato da massi di conglomerato permette una rapida discesa verso la Valle delle Fonti, anche la fotocamera ha difficoltà di messa a fuoco in condizioni di whiteout.19- Il versante Sud del Monte Argentella con in giallo : Itinerario di Raggiungimento, rosso: Itinerario di salita, Verde: Itinerario di discesa.Pianta satellitare del percorso proposto. Giallo : Itinerario di Raggiungimento. Rosso: Itinerario di salita. Verde: Itinerario di discesa.