LE FINESTRE DEI MONTI SIBILLINI parte 2 settore Nord. LA FINESTRA DELLA Via Maurizi-Taddei, LA FINESTRA DELLA CENGIA DEI FIUMARELLI E L’ARCO DEL MONTE VALVASSETO.

Nel settore Nord dei Monti Sibillini sono presenti altre “finestre” o Archi di roccia naturali molto suggestive.

LA FINESTRA DELLA VIA MAURIZI-TADDEI AL M. BOVE NORD.

La prima è la Finestra della Via Maurizi-Taddei nel versante Nord di Monte Bove Nord ed in particolare nello Spalto Occidentale.

La descrizione dell’itinerario per raggiungere la finestra è riportata a pagina 40 del mio libro “I MIEI MONTI SIBILLINI” a cui rimando, ricordo che è inserita in una via di roccia pertanto è consigliata solo a persone che abbiamo esperienza alpinistica.

Credevo che il terremoto avesse cancellato questa meraviglia della natura che invece ha retto bene ed è ancora in piedi.

Ricordo che attualmente la via è inserita nella zona di protezione del Camoscio Appenninico e si può raggiungere solo nel periodo che va dal 16 luglio al 30 aprile e previa comunicazione, ai sensi del D.D. 384/2014 , almeno 2 giorni prima della data prevista per l’attività alpinistica, al Collegio Regionale delle Guide Alpine delle Marche tramite il seguente indirizzo di posta elettronica: info@guidealpinemarche.com.

Di recente sui social sono apparse foto dell’itinerario ed in particolare della finestra realizzate al di fuori del periodo indicato e ovviamente senza alcuna autorizzazione, consiglio pertanto di non pubblicare foto di zone comprese all’interno dell’area protetta scattate al di fuori di tale periodo per non incorrere in sanzioni.

1- La finestra della Via Maurizi-Taddei al Monte Bove Nord in un a vecchia foto prima del terremoto.

FINESTRA DELLA CENGIA DEI FIUMARELLI o FOSSO LA FOCE

Descritta in bibliografia per la prima volta a pagina 42 del mio libro “I MIEI MONTI SIBILLINI” a cui rimando e in successivi e reportage del 20 giugno 2021 e del 3 novembre 2022 riportati sempre in questo sito.

1- La finestra della Cengia dei Fiumarelli
2- Affacciati alla finestra si scoprono le cascate del Fosso >a Foce.

ARCO DEL MONTE SASSOTETTO

Un piccolo arco di roccia è presente nel versante Ovest del Monte Sassotetto, riportato nell’itinerario: “LE GROTTE DEL MONTE SASSOTETTO” del 3 aprile 2021 a cui rimando.

ARCO DEL MONTE VALVASSETO

Un altro piccolo arco di roccia naturale è presente nei torrioni rocciosi del versante Ovest del Monte Valvasseto, il versante opposto alla palestra di roccia, facilmente raggiungibile dalla Pintura di Bolognola attraversando i Piani Gra.

Riporto il facile itinerario richiestomi gentilmente da alcuni amici.

ACCESSO: Si parcheggia alla Pintura di Bolognola e si sale a piedi per la strada che conduce alla pista da fondo Piano Gra- Macchia Tonda.

Giunti alla grande faggeta di Macchia Tonda la si percorre nel suo bordo sinistro in direzione del Monte Valvasseto. Giunti al termine del bosco si trova una traccia di sentiero che, il leggera salita, conduce nettamente a destra verso uno scoglio a forma di testa di Tartaruga.

Si passa sotto allo scoglio e si sale per un pendio ghiaioso in direzione di una fascia rocciosa continua, sempre traversando verso destra, si costeggiano le rocce fino a raggiungere l’arco, coperto da una folta vegetazione.

In zona ci sono anche altre particolarità molto interessanti da osservare, come indicato nei reportage del 04/11/2020, 1802/2021 e del 25/06/2022.

1- Superata la faggeta si nota a destra lo scoglio simile ad una testa di tartaruga sotto al quale si passa per raggiungere l’Arco del Monte Valvasseto.
2- Lo scoglio a forma di testa di Tartaruga con i Piani Gra ed il Monte Rotondo sullo sfondo.
3- Sulla sommità della fascia rocciosa che forma l’arco, sullo sfondo il Monte Castel Manardo.
4 – 7 – L’arco di roccia del Monte Valvasseto.
5
6
7
8- Il piccolo arco di roccia lascia passare la luce del sole mattutino che illumina la piante posta al suo ingresso.
9 – 10 – L’arco visto dalla sua sommità.
10
11- Pianta satellitare del breve itinerario per raggiungere l’Arco del Monte Valvasseto.



MONTE BICCO – Cresta Nord

Dopo la prima, scarsa, nevicata della stagione, il 15 Gennaio 2023, con un numeroso gruppo di amici abbiamo effettuato una escursione in Val di Bove quindi siamo saliti con nebbia al Monte Bicco per la cresta Nord.

Di seguito le immagini della giornata.

1- Le Quinte con la grande frana prodotta dal terremoto del 2016 viste dalla Val di Bove
2- La Val di Bove e la parete Nord del Monte Bicco.
3- Il versante Ovest del Monte Bove Nord. nei pressi della Fonte di Val di Bove, con scarsissimo innevamento
4- Sul sentiero per la Forcella Passaiola, sotto alla grande frana del Monte Bicco.
5- Verso la Forcella Passaiola.
6- Foto di gruppo alla Forcella Passaiola.
7 – 15- Momenti di salita della cresta Nord del Monte Bicco.
8
9
10
11
12
13
14
15
16- Veduta della parete Nord dalla cima al Monte Bicco con nebbia.
17- La cresta verso il Monte Bove Sud.
18- Il versante Est del Monte Bicco.
19- Il Monte Bove Nord in un momento di diradamento della nebbia.



FOSSO LA FOCE o Cengia dei Fiumarelli

La traversata mediana del Fosso La Foce, nominato anche erroneamente, Cengia dei Fiumarelli che in realtà è una traversata più in quota, entrambe descritte a pagina 42 del mio libro I MIEI MONTI SIBILLINI, ogni tanto la ripercorro per la sua bellezza mozzafiato.

Questa volta ho effettuato la traversata con i miei amici Monica, Virginia new entry nel nostro gruppo, Davide e Stefano, l’unico che l’aveva già percorsa.

Di seguito le incredibili immagini dell’itinerario che percorre in quota tutte le pieghe del versante Ovest del Monte Rotondo.

1 – 2 I primi torrioni del fosso dopo i prati di Casali.
2
3- Il primo sperone del ramo destro orografico
4- Il ripido imbuto del ramo destro secco, ha portato acqua fino a 10 anni fa poi si è asciugato.
5- Di fronte la dolomitica parete Nord del Monte Bove Nord con l’intaglio nel bosco prodotto dalle frane causate dal terremoto del 2016.
6- La finestra che si affaccia sul ramo sinistro molto più articolato e portante acqua.
7 – 8 – Il ramo sinistro visto dalla finestra.
8
9- In basso si nota il tracciato del sentierino che attraversa il ramo sinistro del Fosso della Foce.
10- Il ramo sinistro con le due cascate che confluiscono proprio dove passa il tracciato, la seconda si scopre solo quando si è sotto.
11- Lo sperone centrale che divide il ramo sinistro in due ulteriori rami formanti cascate distinte (Ph. Monica Capretti)
12- 13 – L’interno del ramo sinistro (Ph. Monica Capretti) .
13
14 – 15- Il tratto di traversata più esposto prima di raggiungere le due cascate.
15
16 – 17- La prima cascata che si vede solo quando si è sotto, con regime idrico maggiore anche se non più come tanti anni fa.
17 (Ph. Virginia)
18- La seconda cascata ridotta ormai ad una parete stillicidiosa.
19 – 20- Tutte e due le cascate del ramo sinistro.
20
21- La finestra delle foto n.6-7-8-9.
22- La parte inferiore del Fosso La Foce vista dallo sperone sinistro, in basso la grande cascata alta più di 70 metri.
24- Io, Stefano e Davide sopra allo sperone sinistro, alle spalle la parete Nord del Monte Bove Nord martoriata dalle frane prodotte dal terremoto del 2016..
25 – 26- La strada che da Casali conduce alle Sorgenti del Torrente Ussita, oggetto di recente ripristino e interventi di messa in sicurezza posto-sisma l’hanno inspiegabilmente trasformata in una “superstrada” a due e tre corsie eppure è chiusa al traffico veicolare pubblico, non è una valle particolarmente frequentata da turisti o escursionisti come ad esempio l’Infernaccio, d’estate è pochissimo frequentata, d’inverno è coperta di neve e l’unico sito importante sono alcune captazioni di acquedotti che non necessitano di continui interventi, ci vengono spontanee alcune domande : chi ci dovrà circolare, quanti e con che mezzi ? Carriarmati, TIR, Bus di linea ? Non sarà stato fatto un intervento un po’ esagerato che ha portato inevitabilmente anche al taglio di diversi alberi e piante nelle scarpate?



VAL DI PANICO Ciaspolata da Casali.

Ciaspolata con Carlo, Monica e Stefano del 7 gennaio 2020 in Val di Panico da Casali fino alla confluenza della valle con la valletta che si snoda sotto a Pizzo Berro denominata Valle della Vipera dopodichè ci siamo fermati a causa della elevata quantità di neve fresca che, nonostante le ciaspole, rendeva difficoltosa la camminata. Di seguito le immagini della giornata purtroppo senza sole.

Nella foto 15 ho specificato che il Rifugio del Fargno è chiuso d’inverno e ricordo che non dispone neppure di locale invernale a seguito dei numerosi incontri che ho fatto di recente nella zona di Bolognola di gente che , senza adeguata attrezzatura o in tardo pomeriggio, si avventurava nella strada per andare a fare pranzo !!!! o andare a pernottare nel Rifugio senza avere informazioni sulla sua apertura e soprattutto senza rendersi conto della pericolosità invernale della strada percorribile d’estate in auto.

1- Il Pizzo Tre Vescovi con la cresta praticamente pulita dal vento.
2- La strada per la Val di Panico con il Monte Bove Nord alle spalle.
3- Il Monte Bove Nord, nel bosco si nota evidente il taglio provocato dalle frane del terremoto dell’Ottobre 2016.
4- Buchi e impronte di roditore.
5- Più ci addentriamo nella valle e più è alta la neve.
6- Oltre le sorgenti del torrente Ussita.
7- Momento di sole sotto al canale di Fonte Angagnola.
8- L’ultimo lembo di bosco prima della confluenza della Val di panico con la Valle della Vipera che scende dal versante Ovest del Pizzo Berro.
9 – 10 La maestosa parete Est del Monte Bove Nord colma di neve dove svetta la Punta Anna.
10
11- Il Monte Rotondo a destra e la Croce di Monte Rotondo a sinistra.
12 – 13 – La testata della Val di Panico con le pareti del Monte Bove Sud. il sole si è già coperto
13
14- La cascata “Torre di Luna” al centro della parete.
15- Proseguiamo faticosamente ancora verso la testata della valle, alle spalle la Forcella del Fargno spazzata dal vento, si nota infatti l’erba secca, con l’omonimo rifugio CHIUSO D’INVERNO !!!!.
16- Accumuli metrici di neve farinosa rendono faticoso il proseguimento.
17- Giunti alla confluenza delle due valli abbandoniamo la salita.
18- La parete Nord del Monte Bove Nord
19- Rivediamo il cerchio del sole al ritorno dietro alla Scoglio della Grotta del Diavolo.



MONTI SIBILLINI POST SISMA. VAL DI PANICO: FOSSO DI S. SIMONE – AI PIEDI DELLE PARETI DEL MONTE BOVE NORD

Il 16 ottobre 2017 abbiano finalmente raggiunto in auto la frazione di Casali di Ussita completamente abbandonata, ci hanno accolto “solo” ben 9 cani da pastore.

Da Casali siamo saliti per il Fosso di San Simone descritto nel mio itinerario n.13(itinerario del ferro intorno a Casali di Ussita) per andare a vedere gli effetti post-sisma in quanto il canale è formato nel lato sinistro da Scaglia Rossa frantumata in appoggio per faglia diretta sulla Maiolica e sul Calcare Massiccio de “Le Cute”,  che, da notizie ricevute, si era mossa a seguito del terremoto del 26 ottobre 2016.

Il Fosso di San Simone è completamente stravolto dall’ultima volta che lo avevo visto, nel 2015.

Quindi siamo saliti ai Campi di Casali per osservare più da vicino le ferite della parete nord del Monte Bove.

Qui, nel bosco alla base delle pareti e precisamente sotto allo spigolo nord-est, abbiamo notato un grande e ben visibile intaglio, ciò lasciava presumere che qualche grossa frana era arrivata fino allo stradone che sale da Calcara di Ussita per Poggio Paradiso e si era aperta un varco nel bosco.

Abbiamo quindi deciso di dirigerci alla base dello spigolo nord-est da dove parte la via di roccia Alletto-Consiglio per osservare cosa era successo.

Dalla strada che sale verso la Val di Panico, prima della fonte omonima, abbiamo seguito il tratturo che scende verso Poggio Paradiso – Calcara, dopo circa 500 metri degli enormi massi bianchissimi , grandi come un’auto, giunti fino alla strada posta 250 metri di dislivello più in basso dello spigolo, ci hanno indicato la posizione dell’intaglio che avevamo visto.

Siamo quindi saliti nel bosco in direzione delle pareti lungo la striscia di alberi abbattuti e grandi crateri di impatto intervallati, segno del rotolamento dei massi osservati.

L’immagine dell’intaglio nel bosco è anche ben visibile su Google Earth  in quanto acquisita il 07/08/2017 quindi dopo il terremoto del 26-30 ottobre 2017 che ha provocato le grandi frane del Monte Bove. 

Siamo giunti quindi fino all’attacco della via Alletto-Consiglio alla base dello spigolo nord-est del Monte Bove Nord, purtroppo le immagini sono scure perché il sole, a metà ottobre, non arriva più ad illuminare la base della parete nord ma la distruzione che abbiamo visto è evidente ed impressionante.

GIANLUCA CARRADORINI, ANDREA CARRADORINI, 16 OTTOBRE 2017.

1-L’accoglienza a Casali di Ussita, che non si dica che non è rimasto un cane dopo il terremoto !!!!!
2-Il fosso di San Simone nel maggio 2015.
3- Il Fosso di San Simone il 16 Ottobre 2017, il fosso è pieno di detriti di frana, qui è ben visibile la friabile Scaglia Rossa a sinistra e la Maiolica e le grandi placche di Calcare Massiccio molto più compatti a destra, la faglia in appoggio al centro del fosso è creata dal contatto dei due tipi di rocce.
4-La faglia in appoggio, ben visibile, formava una caratteristica strettoia al centro del fosso di San Simone (maggio 2015, foto storica). 
5-Ora la caratteristica strettoia non c’è più, completamente sommersa da metri di detriti caduti dalla friabilissima parete di scaglia rossa di sinistra
6- Le grandi placche di calcare massiccio ed al centro a sinistra la strettoia del fosso della foto n.4
7- Stessa immagine della foto n. 6 ma scattata il 16 ottobre 2017 dopo il sisma.
8- Il Monte Bove Nord con i suoi tre Spalti, maggio 2015
9- Il Monte Bove Nord con i suoi tre Spalti e le sue grandi “ferite” del terremoto, 16 ottobre 2017
10- Ingrandimento dello Spalto Orientale (sinistra) e centrale (destra) con le grandi frane.
11- Lo spigolo Nord-Est con grandi frane ed il visibile intaglio nel bosco sottostante. 
12- Il netto intaglio all’interno del bosco, sullo sfondo lo Spalto Orientale del Monte Bove Nord.
13- Grandi faggi abbattuti e crateri di impatto lungo il percorso dei massi caduti a valle.
14- Uno dei primi grandi massi incontrati salendo verso le pareti rocciose dello Spigolo Nord Est.
15- Giunti ormai in prossimità delle pareti la distruzione si fa indescrivibile.
16

16 – 17-Giunti sotto alla parete dello Spigolo Nord-Est ci sono massi ovunque e di tutte le dimensioni

17
18 – Alla base del colatoio della Via della Pera un enorme ghiaione, sulla destra, si è formato dopo il 26 e 30 ottobre 2016. 
19- Ancora enormi massi alla base della parete.
20

20 -21 – massi enormi sparsi alla base dell’intaglio nel bosco, a più di 250 metri di dislivello più in basso della base delle pareti rocciose.

21
22- Uno dei grandi massi scesi più a valle, sopra si nota il netto intaglio nel bosco provocato dalla caduta di questi massi.
23

23 – 24- I massi scesi più a valle, in quello sopra si nota una faccia grigia (a sinistra dei bastoncini) che era quella esterna esposta agli agenti atmosferici, il masso sotto da un calcolo approssimativo (dalle dimensioni e peso del calcare) pesa più di 15 tonnellate !!!.

24
25- Ormai giunti al fronte della frana, alle spalle l’intaglio nel bosco, netto e lunghissimo.
26

26 – 27-Lo stradone che dalle Sorgenti di Panico scende verso Poggio Paradiso – Calcara con i grandi massi arrivati fino lì.

27

28- Immagine satellitare da Google Earth acquisita il 07/08/2017 dove si nota in netto intaglio dalla base delle pareti all’interno del bosco provocato dai massi franati.

29- La chiesina di Casali distrutta.