MONTE LIETO Per il canale Est.

L’11 ottobre 2024, da solo, sono salito al Monte Lieto per un nuovo tracciato, il canale Est che inizia dalla discesa della strada Forca di Gualdo-Castelluccio poco prima che spiana in corrispondenza del Pian Perduto.

La salita è facile anche se ripida, presenta un dislivello di circa 550 metri, si parte da 1395 metri della strada per arrivare alla cima di Monte Lieto a 1940 metri, in poco più di un’ora di salita.

Il Monte Lieto è caratterizzato da ripidi pendii nei versanti Nord, Est e Sud con incisi canali, già ho descritto in questo blog la salita per il canale Sud, la cosiddetta “direttissima” dalla Valle Canatra e la salita invernale della cresta Nord dalla Forca di Gualdo.

SALITA: Il canale Est si presenta con un tratto iniziale piuttosto ripido ed inciso e con alcuni saltini rocciosi che rendono interessante la salita. Poi il canale si allarga, costeggia a destra il rimboschimento a conifere, prosegue verso delle rocce ai lati del canale per poi scemare nei pendii sovrastanti che si fanno però più ripidi e fino alla cresta di uscita.

All’interno del canale ho ritrovato due carcasse di Bovini che vengono lasciati pascolare nella zona e una forse di capriolo, a dimostrazione della ripidità dei pendii laterali.

Inoltre, cosa molto interessante, a monte del rimboschimento a conifere sono stati piantati anche numerosi esemplari di Pino Mugo che addirittura si sta riproducendo in modo notevole, creando così un orizzonte di arbusti contorti spontanei oltre il limite del bosco.

Nei Monti Sibillini in poche località è stato introdotto il Pino Mugo, ad esempio nel versante Est del Monte Castelmanardo ma in questo luogo riesce a stento a vivere e riprodursi.

Il Pino Mugo spontaneo è molto raro nell’Appennino, vegeta abbondantemente solo nel massiccio della Majella.

La discesa può essere effettuata nel pendio destro del canale.

Di seguito le immagini della salita proposta.

1- Il grande faggio di Pian Perduto e il canale di salita a sinistra, inciso nella parte iniziale e poi delimitato dal rimboschimento.
2- Zoom sul intuitivo canale di salita.
3- la prima parte del canale molto inciso e con dei saltini rocciosi.
4- L’attacco del canale visto dalla strada Forca di Gualdo-Castelluccio.
5- L’ingresso del canale nella sua prima parte incisa e con dei saltini rocciosi.
6- Una vecchia carcassa di bovino all’interno del canale.
7- Il Monte Porche visto dall’interno del canale, in fondo la strada da cui si parte
8- La Forca di Gualdo e la strada per Castelluccio.
9- In corrispondenza dei saltini rocciosi vegetano arbusti di Ramno alpino, sullo sfondo il Monte Argentella.
10- Un grande Acero delimita la parte più incisa del canale.
11- Una ulteriore carcassa, sembra di capriolo ma manca la testa.
12- L’acero della foto n.10 e le prime conifere del rimboschimento a destra.
13- Le sponde del canale sono caratterizzate da numerosi tratti dissestati causati dall’eccessivo transito di bovini lasciati al pascolo nella zona e che, a causa della ripidità del pendio, ogni tanto qualcuna rimane vittima di scivolamenti.
14- La Cima del Redentore e i Colli Alti e Bassi.
15- Raggiunto il rimboschimento la vista si apre anche sul Pian Perduto.
16 – 17 – Suillus gravillei detto anche laricino o pinarolo, porcino che abbonda nel sottobosco a conifere.
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18- Il canale è delimitato alla sua destra orografica dal rimboschimento a conifere.
19- Terminato il rimboschimento ad alto fusto iniziano i grandi arbusti di Pino Mugo.
20- Oltre il rimboschimento il pendio si fa anche più ripido.
21- I Mughi vegetano bene in questo pendio.
22- L’ultima parte del canale appena accennato, si trasforma in un semplice ma ripido pendio fino alla cresta di uscita.
23- Veduta verso il Monte Porche e Monte Palazzo Borghese dai pressi della cresta.
24- Veduta verso il Monte Argentella e la Cima del Redentore dai pressi della cresta.
25- Castelluccio e il Piano Grande, sullo sfondo i Monti della Laga.
26- Grossa cavalletta si è affezionata ai miei pantaloni.
27- la cima di Monte Lieto vista dalla cresta di uscita.
28- Veduta dalla cima del Monte Lieto verso il gruppo Nord dei Monti Sibillini.
29- Veduta dalla cima del Monte Lieto verso Sud con Castelluccio
30 – 32- Le rocce presenti ai lati dell’ultima parte del canale.
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33- Il Pian Perduto e, a destra, quello che una volta era chiamato “Il Laghetto Rosso” ma che ormai, da anni, non si colora più con la fioritura di alghe rosse a causa di uno stazzo di pecore realizzato a pochi metri che lo sta devastando ed inquinando, ma forse questo non importa a nessuno.
34- Il Pizzo Berro e il Pizzo Regina emergono ai lati della Cima di Passo Cattivo, a destra la Cima di Vallinfante.
35- Il Monte Porche e il Monte Palazzo Borghese.
36- Il Monte Argentella e i boschi del San Lorenzo.
37- La Cima del Redentore ed i Colli Alti e Bassi.
38 – 39- Il Corone del Vettore, la faglia del terremoto del 2016, ancora si vede, anche da lontano, l’abbassamento del terreno.
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40- Mantide religiosa che si sta cibando di una cavalletta.
41- Il rimboschimento attraversato, formato da diverse essenze di conifere caratterizzate da sfumature di verde differenti.
42- Piccoli Mughi crescono nel pendio sopra al rimboschimento
43- La ripida discesa verso la strada da dove si parte.
44- la continua linea del canale visto dal pendio di discesa di destra.
45- Altri tratti di sponda del canale dissestati dal passaggio di bovini.
46- La mia fedele compagna di salite, anche se rimane sempre nel parcheggio.
47- Bellissime Mazze da tamburo (Macrolepiota procera) nei prati di discesa.
48- E buonissimo Prataiolo (Agaricus macrospora).
49- Ed infine anche un bel ragno, la Argiope.



MONTE ARGENTELLA – Canale Ovest da Pian Perduto per San Lorenzo.

Nonostante l’inverno avaro di neve, il 20 aprile 2024, in condizioni pienamente invernali con tanto di nevicata a tratti, abbiamo completato le salite delle creste e canali del Monte Argentella salendo il canale Ovest partendo dal Pian Perduto passando per il San Lorenzo, con un percorso di circa 10 chilometri andata e ritorno e 900 metri di dislivello.

La salita del canale Ovest è facile, prettamente invernale, anche questa non è riportata in bibliografia ed è consigliata a chi ha superato la fase propedeutica con la montagna invernale e vuole iniziare ad approcciarsi con salite più ripide.

Il canale, oltre il bosco di San Lorenzo, nella prima parte è caratterizzato da una strettoia con una parete rocciosa laterale molto liscia per poi allargarsi di più man mano che si sale fino a diventare un ripido pendio con pendenze costanti tra i 40 e i 45°.

ACCESSO: Si raggiunge in auto il Pian Perduto di Gualdo di Castelsantangelo e si parcheggia in una delle aree di sosta di lato alla strada.

DESCRIZIONE: Dalla strada si attraversa a piedi tutto il Pian Perduto in direzione Nordest verso la Portella del Vao che permette di immettersi nella Valle di San Lorenzo, dopo circa 40 minuti e 3 chilometri di prati si raggiunge la Fonte di San Lorenzo.

Dalla Fonte si prosegue il vallone erboso a monte in lieve ma costante salita in direzione dell’evidente canale Ovest del Monte Argentella fino alla strettoia rocciosa caratterizzata da un’alta parete verticale a destra. Si prosegue nel canale che subito si impenna, la prima parte del canale è caratterizzato da sponde rocciose che si allargano man mano che ci si innalza.

Si supera il sentiero che taglia il pendio, in piano, proveniente dalla Capanna Ghezzi, e si prosegue sempre dritti nel canale che diventa meno inciso per trasformarsi in un ripido pendio con pendenze costanti di 40-45 gradi fino a raggiungere l’Antecima Ovest del Monte Argentella.

Dall’Antecima si discende un po’ per poi risalire e con altri 400 metri si raggiunge la cima del Monte Argentella, a 2175 m.

DISCESA: Dalla cima del Monte Argentella si può scendere rapidamente dirigendosi in direzione del Monte Palazzo Borghese per prendere il Canale di San Lorenzo situato verso Nordovest sotto alla Anticima Ovest.

Di seguito le immagini della salita.

1- Il Laghetto del Pian Perduto.
2- Superata la Portella del Vao ci si immette nella valle di San Lorenzo, in alto il canale Ovest del Monte Argentella.
3 – L’inizio del canale a monte della Fonte di San Lorenzo ed inizia a nevicare.
4 – 5 – La strettoia del canale con la caratteristica verticale parete laterale.
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6 – 11 -Superata la strettoia si prosegue nella prima parte del canale caratterizzato da sponde rocciose.
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12- Quindi si raggiunge il sentiero che proviene in piano da Capanna Ghezzi.
13- E si continua nel canale che si allarga man mano si sale.
14- Il Monte Prata sullo sfondo al centro.
15- Il pendio canale con l’uscita ancora molto in alto.
16- Troviamo anche neve dura per un buon tratto.
17 – 18 -Si prosegue su pendio costante a 45 gradi.
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19- Il Piano Grande e Castelluccio
20- Riprende a nevicare
21 – 24 -L’ultimo tratto di ripida salita prima dell’anticima Ovest.
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25- L’uscita sull’anticima Ovest del Monte Argentella.
26- Proseguiamo verso la cima del Monte Argentella.
27- Il Monte Palazzo Borghese ed il Sasso di Palazzo Borghese si intravedono tra la nebbia.
28- In cima.
29 – 30 – La rapida e facile discesa nel canale di San Lorenzo
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31- I boschi di faggio del San Lorenzo con le foglie, un forte contrasto.
32 – 33 – I pendii ovest del Monte Palazzo Borghese
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34- Il ritorno verso il Pian Perduto per la Portella del Vao.
35- L’itinerario proposto visto dalla Fonte di San Lorenzo
36- Tuti gli itinerari estivi ed invernali della conca del San Lorenzo.



IL LAGHETTO E LA GROTTA DI MONTE PALAZZO BORGHESE – Magie dell’inverno.

Il 17 dicembre, con Gilberto, Elia, Paolo e Romolo, siamo saliti da Foce per il Canale fino al Laghetto quindi abbiamo proseguito, nonostante la neve fresca alta che rende la salita faticosa, fino alla Grotta di Monte Palazzo Borghese.

L’ambiente del Laghetto invernale è splendido e sicuramente uno dei più spettacolari dei Monti Sibillini.

Di seguito le immagini della bellissima giornata.

1- La galaverna ha glassato tutta la parete del Sasso di Palazzo Borghese.
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5- Galaverna sui pochi arbusti di Ramno alpino della zona.
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7 – E anche sui tenaci steli di Verbascum spp.
8- Giunti ormai nei pressi del Laghetto
9- Lo troviamo perfino con acqua …… gelata ovviamente.
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18- La maestosa parete Est del Sasso di Palazzo Borghese rivestita di Galaverna.
19- Saliamo verso lo spigolo Nord per raggiungere la Grotta
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21- Il pendio si impenna sotto allo spigolo.
22- Progressione su 30 centimetri di neve fresca e pendio di oltre 40 gradi.
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27- Il canale dello spigolo con la grotta a destra.
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31- L’ultimo ripido tratto sotto alla Grotta.
32- Raggiungiamo quindi la lama rocciosa che forma la Grotta.
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35- L’ingresso nascosto della Grotta di Monte Palazzo Borghese.
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37- Lo spazioso interno della grotta che d’inverno mantiene anche una gradevole temperatura costante.
38- Arriva anche Gilberto.
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41- Il Laghetto visto dall’interno della Grotta.
42- Arrivano anche Romolo e Paolo.
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44- Lo spigolo della parete Est visto dall’ingresso della Grotta.
45- Il canale dello spigolo continua fino al canalone Nord più in alto, salito alcuni anni fa, questo tratto l’ho salito molte volte ma oggi non è ancora in condizioni.
46- L’ingresso della Grotta.
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50- Aspettiamo gli altri poi scendiamo.
51- Costeggiamo lo spigolo della imponente parete Est per ridiscendere al Laghetto e prendere la via del ritorno.
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FOCE – IL CANALE – IL LAGHETTO. Alla base della imponente parete Est del Sasso di Palazzo Borghese.

Salita classica alla base della imponente parete Est del Sasso di Palazzo Borghese da Foce per Il Canale fino alla conca del Laghetto con le ciaspole e con oltre mezzo metro di neve, grande fatica ripagata dalle meravigliose immagini della parete glassata di alpine ice (galaverna).

1 – 3- Il bosco del Canale, più si sale e più c’è neve.
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4- Particolare formazione di equilibrio di ghiaccio di fusione su un faggio.
5- Finalmente si esce dal bosco ma la fatica non termina.
6 – 12- La parete Est del Sasso di Palazzo Borghese si fa sempre più imponente man mano che si risale la valle.
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13 – 14- La conca del Laghetto di Palazzo Borghese
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15- 16- Dettagli della parete Est del Sasso di Palazzo Borghese rivestita di galaverna o alpine ice.
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17- Il Monte Sibilla.
18 – 20- Piccole slavine di scorrimento di neve fresca su quella vecchia sottostante distaccatesi dopo alcuni minuti dal nostro passaggio nonostante la pendenza in questo punto sia minima.
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21- Il grande Faggio del Canale.
22- Una cavità presente nella parte rocciosa iniziale del Canale, a monte di Foce.



MONTE PALAZZO BORGHESE da San Lorenzo per la faglia del terremoto del 2016.

L’itinerario è particolare ed inedito, adatto a tutti coloro che sono in grado di muoversi su terreni sconnessi senza sentiero, permette di raggiungere la cima del Monte Palazzo Borghese dalla conca di San Lorenzo costeggiando la faglia che si è attivata nel 2016 e che corre in lieve salita nel versante Ovest proprio sopra alla conca stessa, anziché salire per la più comoda, conosciuta e frequentata “strada imperiale” che sale dal Colle Abieri.

La faglia è visibile sia dal salto di pendenza del pendio sia dalla differente vegetazione, più rigogliosa a valle.

ACCESSO: In auto si deve raggiungere la Madonna della Cona da Castelsantangelo sul Nera per la strada Provinciale n.136 che sale per Castelluccio. Raggiunto il valico dove è presente l’omonima chiesina con la fontana si scende ancora in direzione di Castelluccio e dopo il muraglione di cemento (352219,5 E – 4746665 N; 1495 m) si scende a sinistra per una comoda strada sterrata che si inoltra verso la conca del san Lorenzo. In 10 minuti si raggiunge la Fonte di San Lorenzo (354392,7 E – 4746413,7 N; 1405 m.) dove si parcheggia.

DESCRIZIONE: Dalla Fonte di San Lorenzo si si continua la strada sterrata verso il bosco soprastante che conduce ad una ampia radura nel bosco al margine superiore dell’ultimo campo coltivato della zona (355075,5 E – 4746967,3 N; 1610 m.). Qui si sale verso il bosco prendendo come riferimento il Canale di San Lorenzo situato verso sinistra (foto n.1, a destra si sale invece verso il canale Ovest del M. Argentella), si supera faticosamente l’ultimo lembo del bosco presente nell’inizio del canale e si esce su ripidi prati. Un centinaio di metri sopra al bosco si individua la linea di faglia che sale in diagonale verso sinistra e che divide in due zone distinte il versante della montagna. In corrispondenza di essa si notano dei singolari torrioni rocciosi isolati (foto n.2, 355327,4 E – 4747208,6 N; 1810 m.) e grandi e levigatissime placche rocciose (foto n.3-4) che si raggiungono facilmente (45 minuti dall’auto). Ora si segue fedelmente la base della faglia che crea anche un sentiero naturale in costante ma lieve salita in direzione Nord incontrando man mano altre placche alternate da pendii ghiaiosi (foto n.6), in questa zona la levigatezza delle placche rocciose è davvero impressionante. Giunti sulla verticale Ovest della cima di M. Palazzo Borghese si incontrano degli alti torrioni rocciosi che si superano salendo facili roccette con passaggi di I° grado (1 ora, foto n.17-18, 355164,8 E – 4747848,5 N; 18935 m.) fino a svalicare il versante Ovest raggiungendo la cresta erbosa che scende dal M. Porche (foto n. 19-20) e da qui, a destra, facilmente, in 10 minuti, si raggiunge la cima del M. Palazzo Borghese.

Dalla cima è d’obbligo salire anche al Sasso di Palazzo Borghese, molto più panoramico, con veduta verticale sul sottostante “laghetto” (foto n.25-26) e volendo, si può proseguire in direzione Nord fino al M.Porche o in direzione Sud fino al M. Argentella.

DISCESA: Dalla cima del M. Palazzo Borghese si scende per sentiero nella conca sottostante verso il M. Argentella, la cosiddetta “strada imperiale” che conduce alla forcella tra i due monti dove è presente la curiosa struttura rocciosa denominata “il cammello” o “la pecora” (foto n.32) e prosegue nel versante opposto in diagonale verso il canale Ovest del M. Argentella dove si può velocemente scendere fino ai boschi di San Lorenzo sottostanti, specie se c’è ancora neve come abbiamo trovato noi il giorno dell’escursione. Oppure si segue fedelmente il sentiero fino al Colle Abieri dove si scende alla Capanna Ghezzi sottostante, da questa per comodo sentiero verso Nord si ritorna alla Fonte di San Lorenzo (1,5 ore).

1- Il canale di San Lorenzo dove passa la “strada imperiale” da cui si accede alla conca tra M.Palazzo Borghese e il M. Argentella (vedi anche foto n.32),
2- I particolari torrioni presenti a circa metà del canale di San Lorenzo, in corrispondenza della faglia che corre nel versante ovest del M. Palazzo Borghese.
3 -4- Le liscissime placche della faglia con il lieve abbassamento del terreno visibile come linea bianca in corrispondenza del terreno
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5- Una piccola piantina di Iberis saxatilis nata dopo il 2016 in corrispondenza di una fessura nelle placche rocciose nella parte inferiore (più bianca in quanto stava sotto terra) scoperta dal terremoto.
6- La faglia è ben visibile dalla continuità di lisce placche rocciose e dal salto di pendenza del versante.
7 – 8 – 9- 10- La levigatura effettuata nei millenni dallo scorrimento delle due placche geologiche che qui si incontrano è impressionante.
8- Sullo sfondo il canale Ovest e l’anticima del M. Argentella.
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10 – 11- La faglia incombe sulla conca del San Lorenzo.
11- In alto al centro della foto il Pian Perduto e nel margine a sinistra il paese di Castelluccio
12- Dettaglio dell’abbassamento del terreno che si è verificato in questo tratto di faglia.
13- Ai piedi della faglia si è formato un sentiero naturale che permette di costeggiarla agevolmente.
14- Su un tratto di roccia scoperta dall’abbassamento del terreno qualche geologo ha staccato un provino per studio.
15- L’abbassamento del terreno è limitato rispetto ad altri siti che ho documentato (Cordone del Vettore, M.Porche, Valle delle Fonti ecc.) ma comunque nettamente visibile.
16- Giunti sulla verticale della cima del M. Palazzo Borghese sono presenti dei torrioni di roccia.
17 – 18- Saliamo per facili roccette verso la cresta soprastante sempre al cospetto di grandi placche.
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19- Un breve tratto innevato prima della cresta, sullo sfondo il Monte Prata a sinistra e strada che conduce alla Fonte della Giumenta a destra.
20- Il versante Sud del Monte Porche con la faglia ben visibile che prosegue sul pendio sotto la cima.
21- Un consistente accumulo di neve forma anche un piccolo laghetto sotto alla cima del Monte Porche.
22- La cima del sasso di Palazzo Borghese.
23- Il ripidissimo canale Est del Sasso di Palazzo Borghese, la cui salita è già descritta in questo sito.
24- La parete Sud del Sasso di Palazzo Borghese.
25 – 26- Veduta verticale dalla cima di Sasso di Palazzo Borghese sul “laghetto” sottostante
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27- La cima del Monte Palazzo Borghese vista dal Sasso.
28- La ripida uscita del canale della parete Nord del Sasso di Palazzo Borghese salita in prima assoluta con Stefano questo inverno. (SASSO DI PALAZZO BORGHESE Diretta Nord invernale)
29- salendo al M.Palazzo Borghese con alle spalle il sasso salito poco prima.
30- Sulla cima del M. Palazzo Borghese ancora effetti del terremoto, grossi blocchi di roccia sollevati e spezzati.
31- Scendendo per la “strada imperiale” poco prima del “cammello” incontriamo un lupo solitario.
32- Il caratteristico scoglio denominato “il cammello” o “la pecora” ai piedi del quale passa la “strada imperiale” e, nel versante Ovest, scende il Canale di San Lorenzo, conosciuto itinerario di salita invernale.
33- Discesa rapida scivolando sulla neve nella parte terminale del canale Ovest del. M.Argentella ci riporta brevemente alla conca del San Lorenzo.
34- Daphne mezereum profumatissima nel bosco di San Lorenzo.
35- L’itinerario di salita proposto, visto da M. Veletta
36- Pianta satellitare del percorso proposto.
ROSSO :Itinerario di salita
GIALLO: Itinerario di discesa.



SASSO DI PALAZZO BORGHESE Diretta Nord invernale.

Il Sasso di Palazzo Borghese è ben noto per la sua imponente parete Est che domina tutta la conca del Laghetto mentre la parete Nord è poco conosciuta.

Stretta, articolata ma ripidissima, la parete Nord di Sasso Borghese la si osserva sulla sinistra se dal Laghetto si sale per il sentiero verso la Sella tra il Monte Porche ed il Monte Palazzo Borghese ma, a quanto mi risulta dalla bibliografia, non è percorsa da alcuna via ne invernale se tantomeno su roccia.

Il 27 gennaio 2022, con Stefano, abbiamo risalito la parete Nord per il ripido canale innevato che delimita la parete Nord sulla destra, con una probabile via nuova invernale.

ACCESSO: Per salire la via si deve raggiungere il Laghetto di Palazzo Borghese partendo da Foce di Montemonaco e risalendo l’ormai conosciutissimo “canale”.

DESCRIZIONE: Giunti alla conca del Laghetto (almeno 1,5 ore dal Foce) si prosegue in direzione della parete Est piegando in netta salita verso destra fino a raggiungere la base dello spigolo Nord dove si innalza un ripido canalino innevato (foto n.1, 20 minuti).

Questo canalino è stato già salito da noi più volte in precedenza, il giorno della salita questo tratto era riempito di 30-40 cm di neve fresca accumulata dal vento che ci ha costretto a risalire il pendio ancora più a destra dove sale il sentiero estivo per poi traversare verso sinistra a riprendere il canale alla base della parete Nord.

Giunti alla base della parete si costeggiano a sinistra dei torrioni di roccia dove il canale gira ed inizia ad impennare. Si prosegue in netta salita e si continua nel canale che si stringe.

In circa 150 metri si raggiunge l’uscita del canale in corrispondenza del sentiero estivo che, dalla sella del Monte Palazzo Borghese, raggiunge la cima rocciosa del Sasso di Palazzo Borghese, poco prima del tornante dove è presente la lapide in ricordo degli alpinisti che nel 1976 precipitarono dalla parete Est durante il tentativo di scalarla (foto n.2, altri 40 minuti) .

Il canale presenta una pendenza di 45-50 nell’ultimo tratto in uscita, è facile ma chiaramente richiede attrezzatura alpinistica invernale, è interessante perché completa il panorama delle salite al Sasso di Palazzo Borghese, alcune delle quali da me effettuate e già descritte in questo sito, quale la via su roccia della cengia e cresta Est, già ripetuta da un’altra cordata, e il canale Est invernale, già diventata una salita classica ripetuta da diversi alpinisti.

La parete Nord potrebbe riservare anche una variante di salita ancora più a sinistra del canale, risalendo un canale-camino ed il sovrastante imbuto presente tra i torrioni di roccia superati ma le condizioni di scarso innevamento trovate nel giorno della salita non ce lo hanno permesso.

DISCESA: Dalla sella tra Il Monte Palazzo Borghese ed il Sasso dove si scende una volta raggiunta la cima dell’ardita parete rocciosa, si scende nel sottostante pendio-canale di destra situato alle falde delle pendici Est del Monte Porche che, in 45 minuti, riporta velocemente al Laghetto

1- Il tratto iniziale del canale che dal Laghetto costeggia la parete Nord, in alto si vede l’intaglio del canale oggetto della salita effettuata.
2- La parete Nord del Sasso di Palazzo Borghese vista dal Monte Porche con il tracciato della nostra via invernale.
3- La parete Nord del Sasso di Palazzo Borghese vista dal sentiero di salita per la Sella del Monte Porche con il tracciato della nostra via invernale
4- La parete Est del Sasso di Palazzo Borghese illuminata dalla luce del primo mattino.
5-6- Lo spigolo Nord con il canalino innevato che consente, in caso di neve buona, di raggiungere l’attacco della via proposta.
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7-8- L’imbocco del canale di salita con, a sinistra i torrioni rocciosi che lo caratterizzano (ph. Stefano Ciocchetti).
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9- Partiamo con il primo tiro di corda per affrontare il tratto più ripido del canale (ph. Stefano Ciocchetti) .
10- Sulla sinistra è visibile un camino-canale che , in caso di buon innevamento, potrebbe consentire una variante di salita parallela (ph. Stefano Ciocchetti) .
11 – 18- Momenti di salita nel tratto più ripido
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16 (ph. Stefano Ciocchetti)
17 (ph. Stefano Ciocchetti)
18- Sullo sfondo il Monte Sibilla (ph. Stefano Ciocchetti) .
19- 20- L’uscita del canale sui ripidi pendii sotto alla cima di Sasso di Palazzo Borghese.
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22- La cima di Sasso di Palazzo Borghese, a sinistra il M.Palazzo Borghese, a destra il M. Porche (ph. Stefano Ciocchetti) .
23- Castelluccio emerge dalla nebbia del Pian Grande
24- I Monti Gemelli sullo sfondo a sinistra e la cresta del Torrone dietro alle spalle di Stefano.
25- Veduta verticale dalla cima di Sasso di Palazzo Borghese sulla sottostante conca del Laghetto, 250 metri più in basso di salto verticale.
26- Veduta verso Sud, il Monte Argentella al centro, la cima del Redentore a destra ed il Monte Vettore a sinistra.
27- I ripidi scivoli della parete Nord del Sasso di Palazzo Borghese con il Monte Porche sullo fondo.
28- L’ombra della stretta ma ripidissima parete Nord di Sasso di Palazzo Borghese.
29- Veduta verso Nord, il Monte Sibilla a destra e Cima Vallelunga al centro.
30- La parete Est del Sasso di Palazzo Borghese con la cengia appena innevata della nostra via su roccia del versante.
31- La conca tra il Monte Palazzo Borghese di fronte e il Sasso.
32- Discesa rapida verso il Laghetto, tra rare strisce di neve ghiacciata e alti riporti di neve fresca modellata dal vento.
33- La conca del Laghetto
34- Nonostante erano solo le 13 la parete Est era già in ombra.
35- Arbusto di Rhamnus alpina e steli di Verbascum spp. nei pressi del Laghetto



MONTE PALAZZO BORGHESE-MONTE PORCHE variante diretta dal Fosso Zappacenere per la Fonte dell’Acero.

Il Monte Palazzo Borghese e/o il Monte Porche possono essere raggiunti da Foce di Montemonaco per il classico sentiero per il Fosso Zappacenere che conduce, verso il Monte Lieto, dapprima alla Fonte di S.Maria quindi prosegue per la Fonte dell’Acero per poi girare versante verso i Pianelli fino alla forcella tra il Monte Porche ed il Monte Palazzo Borghese.

Oppure si può salire alle due cime per un itinerario meno conosciuto ma molto interessante che si distacca dal classico sentiero del Fosso Zappacenere che qui propongo.

Il sentiero del Fosso Zappacenere in realtà può essere preso da due punti diversi, o dal più comune parcheggio, alla base del Fosso del Balzo, in corrispondenza della Madonnina e del Casale della Comunanza, situato circa 700 metri prima del paese di Foce oppure a destra, in ripida salita a monte dell’area pic-nic realizzata da pochi anni in corrispondenza dell’imbocco del “Canale”, 400 metri prima del paese sempre sulla destra.

I due sentieri viaggiano nella stessa direzione per incontrarsi nel fondo del Fosso Zappacenere, 250 metri prima di un netto tornante (357937 E – 4749319 N; 1160 m.) in salita verso destra che sale ripido nel bosco (verso la Fonte di S.Maria) per cui possono essere presi entrambe anche se risulta più comodo quello classico dal parcheggio della Madonnina.

Dopo l’incrocio, anziché prendere il tornante in netta salita, si continua il tratturo nel fondo ghiaioso del Fosso verso il bosco sovrastante. Raggiunto il bosco, in corrispondenza di un colatoio roccioso del fosso, il sentiero inizia a salire e si trasforma in una comoda ma poco conosciuta carrareccia che con diversi tornanti all’interno del bosco della Frondosa con grandi abeti da rimboschimento piantati intorno al 1950 mentre sembra che lo stesso bosco fu stato tagliato intorno al 1930 e era costituito per la maggior parte da faggi secolari di cui non è rimasta traccia, raggiunge la cresta erbosa (357674 E – 4748820,8 N; 1485 m.) della “Frondosa” che divide il “Canale” dal Fosso Zappacenere per proseguire in netta salita fino allo stazzo nei pressi della Fonte dell’Acero.

Quindi, sopra la Fonte, raggiunta in circa 1,5 ore, (356881 E – 4748962 N; 1655 m.), per il classico sentiero segnato si prosegue verso i Pianelli e quindi, per creste, si può raggiungere una dopo l’altra, entrambe le cime dei due monti (altre 1,5 ore per ciascuna cima) .

Per la discesa si può percorrere lo stesso itinerario oppure scendere dalla sella tra il M.Porche e il M. Palazzo Borghese al sottostante Laghetto quindi per il Canale velocemente di nuovo a Foce.

20 OTTOBRE 2021 Gianluca Carradorini – Carlo Angelini

1- Il colatoio roccioso posto nel bosco alla base del Fosso Zappacenere dove inizia la salita.
2 – 3- Due grandi abeti ? da probabile antico rimboschimento presenti nel primo tratto del bosco, sicuramente gli abeti più grandi dei Monti Sibillini.
3
4- Il sentiero nell’ultimo tratto prima della cresta erbosa sopra la Frondosa.
5- La cresta erbosa sopra al bosco con il Monte Sibilla di fronte.
6- Veduta verso Ovest dalla cresta con il Sasso di Palazzo Borghese, il laghetto sottostante e la zona del Canale a sinistra.
7- La cresta dei Tre Faggi sovrasta il Canale sottostante.
8- La ripida cresta erbosa, in salita verso la Fonte dell’Acero, a sinistra il Fosso Zappacenere, a destra il Canale.
9- Lo stazzo e la sporcizia nei pressi della Fonte dell’Acero.
10- Grande faggio nei pressi dello stazzo.
11- La Fonte dell’Acero e la zona del Ramatico sovrastante, nei ghiaioni del versante Est di Cima Vallelunga.
12- Sempre in salita prima del cambio di versante con il M. Sibilla sullo sfondo.
13- Il sentiero che da Fonte dell’Acero prosegue nella zona denominata “I Pianetti” sul versante Est del M. Porche
14- Dal cambio di versante riappare la maestosa parete Est del Sasso di Palazzo Borghese e il M. Argentella a sinistra.
15 – 16- Zoom sulla parete Est e Nord, in ombra, del Sasso di Palazzo Borghese
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17- Il versante Sud del Monte Porche con il lungo canale innevato.
18- Salita verso il Monte Palazzo Borghese.
19- Il gruppo Sud dei Monti Sibillini con il M. Argentella in primo piano , il M.Vettore a sinistra e la Cima del Redentore a destra.
20-Il Sasso di Palazzo Borghese e il M. Banditello e la Cima delle Prata a a destra.
21- Discesa veloce su neve verso il Laghetto.
22- Mucche al riposo nei pressi del Laghetto.
23- 24 – La parete Est del Sasso di Palazzo Borghese vista dal Laghetto con le ferite provocate dal terremoto del 2016.
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25- La faggeta in veste autunnale nella parte iniziale del Canale.



MONTE PALAZZO BORGHESE PER IL CANALE OVEST DIRETTO Da Fosso Brecciaro – San Lorenzo

Il 3 marzo 2021, in giorno lavorativo per evitare la pericolosa massa di aspiranti praticanti della montagna invernale, abbiamo risalito su ottima neve un canale diretto alla cima del Monte Palazzo Borghese nel versante Ovest. Il canale è stato risalito per completare il panorama delle possibilità di salita invernale del versante di tale montagna, è diretto e facile ed è consigliato per chi inizia l’approccio con la montagna invernale. Anche questa salita non è descritta nella bibliografia ufficiale dei Monti Sibillini.

ACCESSO: Dalla Forca di Gualdo si raggiunge la zona di San Lorenzo a piedi prendendo la stradina sterrata che scende sotto al piazzale della Madonna della Cona, in circa 45 minuti si è nei pressi della fontana.

SALITA: Prima di raggiungere la fontana si devia verso sinistra per prati e ci si addentra nel lungo Fosso Brecciaro. Si risale il fosso per circa un chilometro fino al termine del bosco del San Lorenzo, poco dopo gli ultimi faggi il fosso si sdoppia e si prende in canale che parte verso destra (354332,3 E – 4747663 N; 1550 m.). Il canale si presenta inizialmente piuttosto incassato, serpeggiante ma con pochissima pendenza. (se si continua il Fosso Brecciaro a sinistra si può effettuare la salita del canale Ovest del Monte Porche descritto più avanti) Dopo circa 500 metri di salita il canale inizia ad impennarsi per raggiungere il suo massimo (tratti di 40-45° pendenza, ore 1,5 dalla fontana) in corrispondenza di una lama di roccia situata sulla sponda destra del canale (354969,7 E – 4748018,6 N; 1805 m.). Raggiunta la lama rocciosa la si risale mantenendosi a sinistra di essa e girando successivamente verso destra per uscire in cresta un centinaio di metri prima della cima del Monte Palazzo Borghese (ore 2,5 dalla fontana di San Lorenzo).

DISCESA: Per chi ha dimestichezza con la neve si può scendere anche direttamente dal canale di salita o dal più ripido ed emozionante canale Ovest di Monte Porche oppure si traversa in quota il versante Ovest del Monte Porche e si scende alla Fonte della Giumenta per il tracciato estivo. Da Fonte della Giumenta per comoda strada si arriva al Monte Prata e quindi alla Forca di Gualdo.

1- Il Fosso Brecciaro con il Monte della Croce a sinistra, in alto si nota il sentiero che da Fonte della Giumenta entra nel canale Ovest di Monte Porche.
2- Il primo tratto del canale Ovest di Monte Palazzo Borghese.
3- La cima del Monte Palazzo Borghese vista dal canale di salita, sulla sinistra già si vede la lama di roccia che costeggia il canale.
4- Il canale con la cima del Monte Porche a sinistra e la lama di roccia a destra.
5- Il termine della prima parte del canale dopodichè inizia ad impennarsi.
6- Vista verso Ovest sul Monte Cardosa a destra e sotto il Monte Prata con la strada mentre a sinistra il Monte Lieto con la fascia di rimboschimento.
7- In alto la fascia rocciosa nel lato destro del canale.
8- L’inizio del tratto più ripido del canale.
9 – 10- La fascia di roccia del lato destro del canale.
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11- Quasi all’uscita in cresta, sotto ai nostri piedi il canale di salita.
12- L’uscita in cresta, alle spalle il Monte Porche.
13- Il Sasso di Palazzo Borghese
14- Veduta verso Nord con i versanti Ovest di Cima Vallinfante e Monte Bove Sud praticamente già senza neve.
15- Slavine sotto al Monte Porche e il Monte Sibilla a destra anch’esso senza neve.
16- L’immancabile scritta sulla pietra di cima al Monte Palazzo Borghese ma ormai scolorita.
17- Veduta verso Sud con il Monte Argentella a sinistra con sopra il Monte Vettore e il Pizzo del Diavolo e la Cima del Redentore sullo sfondo a destra.
18- Arriva Monica in cima.
19- Veduta verso Sud-ovest con Castelluccio, il Piano Grande senza neve e sullo sfondo il Monte Terminillo.
20- Grandi accumuli di neve prodotti dal vento sui canali Ovest del Monte Argentella.
21- Veduta verso Est con il Pian delle Cavalle in primo piano e il Monte Torrone dietro. Sullo sfondo i Monti Gemelli.
22- Dettaglio delle slavine staccatesi dal versante Est del Monte Porche e il Monte Sibilla.
22- La cima del Monte Palazzo Borghese.
22- Il canale di salita visto dalla cresta per il Monte Porche..
23- Il tratto finale del canale di salita con la lama di roccia e la cima del M. Palazzo Borghese visto scendendo verso Fonte della Giumenta.
24- Giochi di ombre al Monte Prata
24- Il tracciato di salita al canale Ovest diretto alla cima del Monte Palazzo Borghese.

In passato ho salito più volte anche il CANALE OVEST DIRETTO PER MONTE PORCHE come indicato nelle immagini nella pagina “I MIEI PERCORSI”, riporto di seguito alcune immagini e la descrizione dell’itinerario per completare il panorama delle possibilità di salita invernali della zona.

Per effettuare la salita del canale Ovest diretto alla cima del Monte Porche si continua il Fosso Brecciaro a sinistra e lo si percorre tutto fino a raggiungere una parte piuttosto stretta, dove in caso di scarso innevamento, occorre risalire una breve paretina rocciosa in genere ricoperta di ghiaccio di colata, oltre la quale si risale la parte più ripida ed incassata del canale, anche qui con pendenze massime di 40 – 45°. Questo punto del canale può essere raggiunto anche dalla Fonte della Giumenta traversando su tracce di sentiero il ripido pendio per entrare nel canale stesso. Quindi il canale si apre e diminuisce la pendenza e in breve si raggiunge la cima del Monte Porche (ore 2,5 da San Lorenzo – ore 2 da Fonte della Giumenta).

25- Il canale Ovest del Monte Porche visto dal suo ingresso dalla Fonte della Giumenta.
26- Salita del 2011, a destra al sole la zona della Fonte della Giumenta da cui si può entrare nel canale di salita.
27- 28- La parte alta del canale.
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29- Uscita dalla strettoia del canale Ovest del Monte Porche, si prosegue diretti verso la cima, in alto a sinistra la zona del San Lorenzo.
30- La sella Nord Ovest vista salendo verso la cima del Monte Porche.
31- Veduta verso Sud.
32- La parete Nord del Sasso di Palazzo Borghese.
33- Veduta verso Nord con il Pizzo Berro e Il Pizzo Regina..
34- Il tracciato tratteggiato del canale Ovest di Monte Porche già salito in passato, parallelo all’itinerario descritto per il Monte Palazzo Borghese.



CIMA VALLELUNGA DA ISOLA SAN BIAGIO

Il 12 Dicembre 2020, con Federico e con tanta voglia di camminare sulla neve dopo il nuovo lookdown, siamo partiti all’alba da Isola San Biagio (932 m.) e abbiamo raggiunto Cima Vallelunga (2221 m.), percorrendo oltre 15 chilometri andata e ritorno e compiendo uno dei maggiori dislivelli dei Monti Sibillini. Il primo tratto di salita è poco conosciuto e non è riportato ne nella bibliografia ufficiale ne in alcune cartine dei Monti Sibillini per cui ho reso interessante descriverla, l’avevamo percorso alcuni anni fa in discesa in occasione della salita della cresta Nord-est del Monte Zampa a cui rimando all’itinerario riportato alla stessa sezione “nuovi itinerari”. La seconda parte si limita a risalire la strada del Monte Sibilla tagliando per prati innevati alcuni tornanti per evitare i grandi accumuli di neve formatisi sulla strada.

L’itinerario invernale non presenta difficoltà alpinistiche ma essendo molto lungo e con un dislivello di quasi 1300 metri è adatto solo ad escursionisti ben allenati soprattutto se si incontrano accumuli di neve fresca sulla strada che rendono faticosa l’andatura, come è capitato a noi. Consigliatissimo come allenamento estivo.

Chiaramente da evitare con il versante Est del Monte Sibilla sovraccarico di neve per l’elevato pericolo di slavine. Le slavine che scendono per il Fosso del Balzo giungono ad interrompere la strada per Foce !!!

Accesso: Si raggiunge Isola San Biagio da Montemonaco, al bivio della strada del Monte Sibilla si gira a destra e si raggiunge la frazione.

Salita: Da Isola S. Biagio si prende una stradina asfaltata che passa nelle case più in alto del paese dove al suo termine parte un tratturo sterrato in piano che si dirige verso Nord. (361841,3 E – 4752191,8 N; 950 m.). Il tratturo si snoda quindi in lieve salita sempre verso nord, dopo circa 650 metri m si superano due tornanti sempre in salita. Giunti ad una netta curva in un ripiano erboso (30 minuti; 361539,6 E – 4753102,7 N; 1130 m.) si lascia il tratturo principale che si dirige verso un edificio situato nei prati più in alto a destra. Si devia quindi a sinistra per un sentiero appena accennato ma recentemente segnalato con numerosissimi bolli rossi a terra che, passando vicino alla piccola Fonte di Pianamonte sotto a caratteristici evidentissimi massi denominati “i guardiani” (foto n.31; 361106 E – 4752613 N; 1300 m.), in circa 1,20 ore dal paese conduce al tornante della strada per il Monte Sibilla, poco prima del Rifugio omonimo (360653 E – 4752103,8 N; 1520 m.). Quindi abbiamo proseguito seguendo la strada e tagliando per prati alcuni tornanti, fino al termine della strada nella cresta tra il Monte Sibilla e Cima Vallelunga (ore 2 dal Rifugio).

Da qui, in altri 30 minuti per parte, si raggiungono le cime dei due monti poste una opposta all’altra rispetto al termine della strada.

Discesa: Obbligatoriamente si ripercorre lo stesso itinerario di salita.

1- Erba glassata al mattino intorno alla fonte di Pianamonte nei pressi dei cosiddetti “guardiani”, a monte di Isola San Biagio (vedi foto n.31).
2- Giunti nei pressi del Rifugio Sibilla si vede anche il Casale della Banditella.
3- Versante Est del Monte Sibilla con la cosiddetta “corona” rocciosa.
4- Il Sasso di Palazzo Borghese con la sua parete Est in piena forma invernale.
5- Il versante Nord e Nord-Est del Monte Argentella.
6- La Valle del Lago di Pilato con il Monte Vettore a sinistra e il Pizzo del Diavolo e la Cima del Redentore a destra.
7- IL versante Est di Cima Vallelunga che sale dalla Frondosa.
8- Il Monte Porche e la zona della Fonte del Faggio e Ramatico, sotto alle pareti del versante Est di Cima Vallelunga
9 -Saliamo il pendio sopra alla Banditella per evitare gli accumuli di neve fresca sulla strada della Sibilla.
10- La cima del Monte Sibilla vista a monte della Banditella.
11 – 12- La strada della Sibilla con accumuli anche di più di un metro di neve fresca.
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13- Nei pendii parzialmente scoperti invece la neve non supera mediamente i 30 centimetri.
14- Il Fosso del Balzo scende ripidamente verso la Valle di Foce., per fortuna l’innevamento è scarso e non si ha pericolo di distacco di slavine.
15- Giunti ormai quasi alla cresta con la strada praticamente sommersa dalla neve.
16- Cima Vallelunga con gli scogli denominati ” i tre Vescovi”
17- La cresta Ovest del Monte Sibilla con Federico che si appresta a raggiungere la cima.
18- Il Monte Sibilla visto dalla cresta per Cima Vallelunga.
19. Cima Cannafusto e il Monte Bove Sud sullo sfondo.
20- Il Pizzo Regina (M.Priora) a destra ed il Pizzo Berro a sinistra.
21- Il Pizzo Berro ed il Monte Bove Sud.
22- Il versante Sud del Pizzo Regina.
23- La parete Est del Sasso di Palazzo Borghese .
24- Il Pian delle Cavalle illuminato, nel versante Nord del Monte Argentella.
25- All’improvviso arriva la nebbia, in 10 minuti si è chiuso il cielo, cosa normale in montagna.
26- Scendiamo da Cima Vallelunga immersi nella nebbia.
27- Per fortuna la nebbia forma una fascia in quota.
28- La zona della Fonte del Faggio.
29- 30- La lunga discesa nella strada della Sibilla piena di neve.
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31- Ritorniamo alla fonte di Pianamonte, l’erba intorno si è scongelata, sopra si vedono i due scogli isolati denominati i “guardiani”, a monte di Isola San Biagio.
Pianta satellitare del solo primo tratto di salita meno conosciuto, da Isola San Biagio al Rifugio Monte Sibilla, il secondo tratto segue la strada del Monte Sibilla fino al suo termine.



CANALE EST DI SASSO DI PALAZZO BORGHESE.

Il 15 aprile 2016 è stato
risalito integralmente il ripidissimo canale est che separa Sasso di Palazzo
Borghese dalla cima rocciosa (scoglio di quota 2046 m.) posta a sud dello
stesso, in parte su roccia marcia e in parte su neve dura in quanto stanchi di
aspettare condizioni migliori di inverni nevosi e freddi.

La via è straordinaria,
permette di risalire su un pendio che sembra inaccessibile sia se visto dall’alto,
dalla Sella di Monte Palazzo Borghese sia se visto dal basso, dalla cosiddetta
“strada imperiale” che attraversa il circo glaciale della conca de “il laghetto”
alla base proprio della parete est di Sasso di Palazzo Borghese.

Eppure anni fa, percorrendo
a primavera la cresta che conduce da il “pian delle cavalle” alla conca de “il laghetto”,
prima di intercettare la “strada imperiale” notammo una lingua di neve quasi
continua che serpeggiava proprio a ridosso della parete sud del Sasso di
Palazzo Borghese che ci diede l’impressione che era possibile una via di salita
all’interno di quell’impressionante canale roccioso.

  L’itinerario, salito da “il laghetto”, è
stato oggetto di diversi nostri tentativi invernali negli ultimi tre anni, nell’ultimo,
il 19 marzo 2016, siamo stati fermati da accumuli di oltre 1 metro di neve fresca,
negli anni passati invece siamo stati fermati dalle condizioni di scarso
innevamento in particolare nella prima parte del canale.

Nel giorno della salita
integrale la prima parte del canale era senza innevamento e ha richiesto una
risalita su pendii ghiaiosi ed erbosi molto ripidi e su tratti e brevi paretine
di roccia marcia mentre l’uscita presentava ancora scivoli innevati sia nella
parte destra che in quella sinistra che ci hanno permesso così di completare
l’intera risalita su neve.

Manca ancora la salita su
ghiaccio della sola prima parte del canale dalla base dello spigolo del Sasso
di Palazzo Borghese alla sommità del primo torrione.

Il canale è delimitato a
destra dalla parete sud di Sasso di Palazzo Borghese e a nord da tre torrioni
rocciosi posti in successione.

L’ambiente di salita è impressionante, si costeggia la altissima muraglia della parete sud di Sasso di Palazzo Borghese che in questo versante è caratterizzata, nella parte bassa, da enormi lisce e verticali placche, dove corre la prima via di roccia tracciata nella parete, la “via della fessura a goccia” aperta negli anni ’80 dalla cordata Gigliotti-Marchini e nella parte alta è invece tagliata orizzontalmente da numerose cenge parallele che corrono in lieve salita fino allo spigolo, una delle quali è risalita dalla mia via alpinistica e seconda via della parete, descritta nella pubblicazione “I MIEI MONTI SIBILLINI” anno 2011, già ripetuta dai Lupi della Sibilla (http://lupidellasibilla.blogspot.com/2014/10/cengia-della-parete-sud-di-sasso-di.html).

Anche questo itinerario è
inedito e molto impegnativo, richiede conoscenze ed attrezzatura alpinistica
sia per roccia (corda, chiodi, rinvii ecc.) sia se si affronta in inverno con ramponi
e doppia piccozza mentre è sempre tassativo l’uso del casco per le frequenti
cadute di sassi viste le pessime condizioni delle pareti di roccia sotto cui si
sale.

Le immagini riportate
nella presente descrizione dove sono presenti i salitori sono un tracciato
cronologico delle fasi di salita 

1.Il Laghetto e la parete est di Sasso di Palazzo Borghese, il bordo sinistro della linea di neve che sale nel ghiaione indica l’accesso all’attacco della via. > o

Accesso: L’itinerario prevede come base di
partenza la frazione di Foce che si raggiunge in auto dal capoluogo di comune,
Montemonaco prendendo in direzione di Montegallo e girando al bivio posto
all’imbocco della valle dell’Aso.

Giunti 300 metri prima di Foce
si nota sulla destra un’area pic nic con dei tavoli di legno e le indicazioni
per il sentiero Fonte dell’Acero – Frondosa e “Il laghetto”.

Si risale per tratturo
prendendo la deviazione a sinistra che si immette nel selvaggio e incassato
“canale” descritto nelle guide in commercio.

Si risale nel bosco per
ampio ma ripido e sassoso tracciato e in circa 2 ore si raggiunge la conca
erbosa sottostante la dolomitica parete di Sasso di Palazzo Borghese dove a
primavera si forma il “Laghetto”.

Descrizione: Dal “laghetto” se c’è neve si
risale il pendio diretto verso lo spigolo sud della parete fino a raggiungere,
in circa 15 minuti, la sua base, come visibile nella foto n.1.

  Lo spigolo sud della parete est di sasso di
Palazzo Borghese visto dall’attacco della via è davvero impressionante,
trasforma la parete da una muraglia, come si osserva di fronte, dal laghetto,
ad un altissimo pinnacolo dolomitico inviolato come visibile nella foto n.4

Giunti alla base dello spigolo parte, proprio a ridosso della parete, uno stretto canale roccioso caratterizzato in alto da un masso incastrato, questa parte della via non è ancora stata risalita in inverno per la difficoltà di trovare innevamento sufficiente e consolidato.

2. Risalita della lingua di neve che sale dal laghetto fino all’attacco della via, a sinistra la parete est di Sasso di Palazzo Borghese, a destra il Monte Sibilla.
3.La maestosa parete est di Sasso di Palazzo Borghese e il canalone sud con il tracciato in rosso della via di salita ed in verde dell’avvicinamento, la parte iniziale tratteggiata non è ancora stata salita per la mancanza di condizioni idonee.

4. L’attacco della via con il dolomitico e verticale spigolo della parete est e, a sinistra, la successione dei tre torrioni che delimitano il canale di salita.

5. Sotto al primo torrione si prepara l’attrezzatura alpinistica per la salita.

Pertanto, se non c’è
neve, si risale ancora più a sinistra, su erba e roccia marcia fino alla sommità
del primo torrione che si incontra, come indicato nella foto n.2.

            Quindi
si rientra nel canale e ci si porta alla base del secondo torrione (20 minuti).

  Ci si sposta a destra e si rientra
all’interno del canale che si restringe e lo si risale fino alla sommità del
secondo torrione (15 minuti).

Nel giorno della prima
ascensione questo tratto di canale era anch’esso libero dalla neve ed è stato
quindi risalito su ghiaia e brevi pareti di rocce marce facendo molta
attenzione al distacco di pietre.

Usciti dalla strozzatura
il pendio si allarga e qui c’è la possibilità di risalire il canale sia a
destra, meno ripido, che a sinistra, più ripido, in quanto in alto esso viene
diviso in  due rami da un terzo torrione
roccioso.

Durante la prima
ascensione solo il pendio di sinistra era completamente innevato e quindi
abbiamo approfittato per completare la risalita anche su neve pressata.

Ci si sposta quindi a
sinistra facendo un traverso su pendio a 45° e si prende il ripido canale
innevato che in due tiri di corda a 45-50° ed uscita su delle rocce termina (30
minuti) nei pressi della cresta della Sella di Sasso di Palazzo Borghese (2080
m.).

6. L’autore sopra al primo torrione prima di rientrare nel canale, visto dal basso
7. La sommità del primo torrione, visto dall’alto, al fianco sinistro di salita l’impressionante e maestosa parete sud di Sasso di Palazzo Borghese, in secondo piano la zona denominata “Pian delle cavalle” e sullo sfondo il M. Banditello.
8. La “strada imperiale” e la zona denominata “Pian delle cavalle” vista dalla sommità del secondo torrione ed i miei compagni che si accingono ad affrontare il secondo tratto di canale.

9. Risalita del secondo tratto del canale, a destra la cima del Monte Argentella e lo scoglio di quota 2046 m.
10. La strettoia del secondo tratto del canale
12. L’incredibile ambiente di salita a circa metà via, nella parete in alto a destra si nota la “fessura a goccia” della via alpinistica citata.

Discesa: Una volta raggiunta la Sella del
Monte Palazzo Borghese  si può scendere
dirigendosi in piano verso nord in direzione del tracciato estivo che conduce
verso il Monte Porche quindi nella valletta tra i due monti si prende il canale
innevato verso destra che aggira la parete nord di Sasso di Palazzo Borghese e
permette di scendere velocemente verso “il laghetto”.

Oppure se c’è innevamento
buono dalla Sella si scende a sud verso la conca posta tra il M. Palazzo
Borghese e il M. Argentella tenendosi sotto la cima dello Scoglio di quota 2046
m. aggirandolo alla sua destra per immettersi nel ripido ma breve canale che
scende verso la “strada imperiale” sottostante come visibile nella immagine
satellitare del tracciato della via.

Il tracciato verde
rappresenta l’avvicinamento, il rosso il tracciato della via di salita e il
giallo il tracciato di discesa.

13. Il traverso sotto al terzo torrione per andare a prendere il ramo sinistro che finalmente si presentava completamente riempito di neve.

14. L’ultima parte della salita nel canale terminale finalmente innevato, alle spalle i tre torrioni che caratterizzano il bordo sinistro del canale di salita, il primo è visibile in fondo a destra tra i due pendii innevati.
15. Le cenge parallele che caratterizzano la parte alta della parete sud di Sasso di Palazzo Borghese e l’ultimo pendio nevoso prima della cresta finale

GIANLUCA CARRADORINI – BRUNO BARTOLAZZI – FAUSTO SERRANI

15 aprile 2016

Piante satellitari del percorso con:

PERCORSO VERDE: RAGGIUNGIMENTO

PERCORSO ROSSO: ITINERARIO PROPOSTO

PERCORSO GIALLO: DISCESA