CRESTA SUD DI CIMA DI COSTA VETICHE E CRESTA OVEST DI PUNTA BAMBUCERTA IN GIORNATA.

Il 22 agosto 2024, con Francesco, Gilberto e Paolo abbiamo salito la Cresta Sud della Cima di Costa Vetiche (1935 m.). L’idea era quella di, una volta salita la cresta Sud, raggiungere la Forcella Cucciolara, scendere in Val di Tela e risalire la Punta Bambucerta (1869 m.) per la ripida cresta Ovest, chiamata in zona L’Abbandonata .

Invece dopo aver salito la cresta Sud di Cima di Costa Vetiche abbiamo raggiunto la Punta Bambucerta per la cresta classica e poi ci siamo cimentati nella discesa della cresta Ovest verso la Val di Panico, come ben si sa è più facile andare in salita che in discesa ma ci siamo voluti mettere alla prova perché bisogna sapere pur discendere in caso di abbandono di una via come questa. Consiglio comunque di percorrere la cresta Ovest di Punta Bambucerta in salita dalla Val di Tela.

Ovviamente le due salite sono destinate ad escursionisti esperti, che si sanno muovere su terreni ripidi e che conoscono la zona ed è necessario utilizzare almeno una piccozza.

Come di consueto non riporto le intere tracce GPS perché toglierei lo spirito d’avventura che le salite possono dare.

ACCESSO: Le due salite proposte prevedono come punto di partenza l’Area picnic posta nel primo tornante della strada che da Bolognola sale alla Pintura. Si arriva in auto ad un piazzale con fontana, bracieri e tavoli di legno dove si parcheggia.

DESCRIZIONE: Dall’area picnic si prosegue la strada sterrata con indicazione Forcella del Fargno/Pizzo Tre Vescovi, dopo alcuni chilometri la strada si trasforma in un sentiero in lieve salita, in circa un’ora si raggiunge la strettoia della valle fra alte pareti di roccia rossa, alla base della cresta Nord del Monte Acuto e la cresta Sud della Cima di Costa Vetiche, l’oggetto di una delle due salite proposte.

La strettoia termina bruscamente, si passa da alte pareti rocciose a canaloni erbosi, qui il sentiero sale il pendio verso destra, si continua fino al secondo tornante oltre il quale si inizia a salire nel canalone erboso (foto n. 1-3 / 25-26) in direzione di alcune pareti rocciose a placche verticali spesso bagnate. (354089,2 E – 478033,4 N; 1515 m.).

Si risale in verticale un tratto di misto erboso molto ripido (foto n.4) tenendo le placche sulla destra fino a raggiungere una cresta erbosa che costituisce la sponda sinistra (in salita) di un canale, la sponda destra è la cresta oggetto di salita (30 minuti).

Si scende quindi nel canale erboso dirigendosi verso la base di alcuni torrioni rocciosi (354198,4 E – 4758234,7 N; 1605 m.), si aggirano nel lato destro e si prende la cresta Sud di Cima di Costa Vetiche che inizia proprio sopra di essi (foto n.7-9).

Si risale il filo di cresta con tratti rocciosi molto ripidi per poi proseguire su tratti erbosi meno ripidi fino alla cima (1 ora, foto n.11-16 / 27).

Una volta raggiunta la Cima di Costa Vetiche (359863,3 E – 4758700,3 N; 1935 m.) si percorre la bella cresta in direzione Ovest verso Forcella Cucciolara (foto n.23-24), noi invece, poco prima di scendere alla Forcella Cucciolara, abbiamo proseguito la cresta Nord per raggiungere la Punta Bambucerta e discendendo successivamente la Cresta Ovest fino alla Val di Tela. Quindi siamo risaliti alla Forcella Cucciolara (foto n.31-39) ma consiglio di fare l’itinerario descritto di seguito:

Dalla Forcella Cucciolara si scende quindi per traccia di sentiero in Val di Tela, si percorre l’intera valle tenendosi sul pendio di destra fino a raggiungere la Cresta Ovest di Punta Bambucerta, in corrispondenza di un tratto meno ripido da cui si accede anche alla parete Nord (40 minuti; 353310,5 E – 4759749,7 N; 1635 m.).

Da questo punto si inizia a salire il filo della Cresta Ovest fino alla cima superando un tratto roccioso a circa due terzi della salita, deviando su ripidissimo pendio a destra per poi riprendere il filo di cresta (foto n. 44-46) fino a raggiungere la cima di Punta Bambucerta situata poco più verso Sud (1 ora; 353549,6 E – 4759473,1 N; 1869 m.).

Nella Zona della selvaggia e isolata Val di Tela, oltre a due percorsi descritti in bibliografia, entrambe con accesso da Forcella Cucciolara, quali:

  • sentiero Val di Tela – Versante Nord di Monte Rotondo- Cresta tra M.Pietralata e M: Rotondo (cresta sopra Orto della Regina), facile, descritto su una vecchia guida del Parco e riportato anche nell’articolo “MONTE PIETRALATA E MONTE ROTONDO PER LA VAL DI TELA” del 15/11/2020 nel presente blog.

  • Sentiero Val di Tela – Orto della Regina – versante Est del Monte Pietralata e cima – Monte Rotondo, solo per esperti escursionisti, descritto su una vecchia guida del Parco.

personalmente ho percorsi e descritto i seguenti itinerari:

  • Canale ad “S” tra il Monte Cacamillo e il Monte Pietralata e il sentiero dimenticato nel versante Sud del Monte Cacamillo descritto a pagina 79 del mio libro “IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI”.

  • Grotte di Angilino sulla testata della Valle dell’Acquasanta descritto a pagina 32 del mio libro “I MIEI MONTI SIBILLINI” .

  • Punta Bambucerta, parete Nord, dove ho tracciato due bellissimi itinerari riportati a pagina 49 del mio libro “I MIEI MONTI SIBILLINI” .
  • Punta Bambucerta, per la cresta Sud, itinerario classico dalla Forcella Cucciolara descritto nel presente blog in data 23/01/2023.

  • Punta Bambucerta dall’Efre per la Cresta Nord-est, descritto nel presente blog in data 28/05/2002.
  • Punta Bambucerta per la Cresta Ovest in discesa dalla cima nella Val di Tela (presente articolo).

Insomma posso dire con orgoglio che la Punta Bambucerta è la mia Cima.

1- Dal secondo tornante del sentiero che dall’area pic-nic della Vall del Fargno sale verso il Rifugio del Fargno si lascia il sentiero e si sale una cinquantina di metri per il canalone erboso.
2- Quindi si inizia a risalire un tratto di ripido misto erboso a sinistra di una parete rocciosa spesso bagnata.
3- Si sale in verticale su pendii sempre più ripidi.
4- Alle spalle le sorgenti del Fiastrone ed il versante Nord del Pizzo Tre Vescovi.
5- E la forcella del Fargno con l’omonimo Rifugio.
6- Si raggiunge così la prima cresta da cui si scende al canalone a destra per raggiungere la cresta di salita vera e propria.
7- La cresta di salita con, a destra, i torrioni rocciosi di cui dobbiamo raggiungere la base per iniziare la vera e propria salita.
8- Alla base dei torrioni.
9- La base dei torrioni della foto n.7 che si devono scavalcare per andare a prendere il filo di cresta della Cima di Costa Vetiche.
10- La cresta sopra ai torrioni di roccia delle foto precedenti.
11 – 16 – Fasi di salita della cresta Sud di Cima di Costa Vetiche, di fronte sempre il versante Nord del Monte Acuto e del Pizzo Tre Vescovi con l’orribile strada del Fargno che taglia i pendii.
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17- La Valle del Fargno con il sentiero di raggiungimento proveniente dall’Area Picnic di Bolognola.
18- Il verticalissimo versante Nord del Monte Acuto, oggetto di salite invernali.
19- La Valle del Fargno con il Monte Castel Manardo e la Pintura di Bolognola con il Monte Valvasseto.
20 – 21 -L’ultima parte della cresta
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23-E la Cima di Costa Vetiche con la Pintura di Bolognola sullo sfondo a sinistra.
24- Ed il Monte Castel Manardo alle spalle e la Forcella Bassete al centro.
25- La cresta che scende verso Forcella Cucciolara, da cui accederemo a Punta Bambucerta, la prossima meta.
25 – 26 – Particolare della prima parte della salita dopo aver lasciato il sentiero per il Rifugio del Fargno.
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27- L’intera cresta di salita.
28 – 29 – La Forcella Cucciolara e la Val di Tela a destra viste dalla cresta verso la cima di Punta Bambucerta.
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30- Punta Bambucerta, al centro il Monte Cacamillo e a sinistra il Monte Pietralata, in fondo la Testata della Valle dell’Acquasanta.
31- La cima di Punta Bambucerta con, a sinistra, la cresta Ovest che faremo in discesa.
32- Il primo tratto della cresta Ovest.
33- In fondo la parte finale della cresta ma nella parte centrale ci aspetta il tratto più ripido. Di fronte il Canale ad “S” tra il Monte Cacamillo e il Monte Pietralata descritto a pagina 79 del mio libro “IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI”.
34- La parete Nord di Punta Bambucerta dove ho tracciato due bellissimi itinerari riportati a pagina 49 del mio libro “I MIEI MONTI SIBILLINI”
35- Iniziano delle roccette.
36 – 37 – Che ci obbligano a traversare verso sinistra.
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38- Al termine della cresta ci dirigiamo verso il fondo della Val di Tela, come si nota dal Monte Cacamillo che si sta allontanando..
39- La bellissima e selvaggia Val di Tela.
40- La Val di Tela vista dalla Forcella Cucciolara con la Punta Bambucerta a destra il Monte Cacamillo al centro e il Monte Pietralata a sinistra.
41- Le due piramidi della Punta Bambucerta e del Monte Cacamillo.
42- Il restringimento della Valle del Fargno in corrispondenza della cresta Nord del Monte Acuto e la cresta Sud di Cima di Costa Vetiche. A sinistra il pendio di salita proprio dopo l’ultima parete rocciosa.
43- Il restringimento della Valle del Fargno.
44- Il versante Nordest di Punta Bambucerta con il percorso proposto in rosso.
In giallo e celeste i percorsi già effettuati nella cima e descritti o nei miei due libri o nel presente blog.
45 – 46 – Il percorso proposto della cresta Ovest di Punta Bambucerta visto dalla cresta tra il Monte Rotondo e il Mont Pietralata.
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47- Pianta satellitare dei percorsi proposti. In rosso le salite descritte, in giallo i percorsi di concatenazione, in celeste il percorso di discesa.



PUNTA BAMBUCERTA Itinerario classico

Su richiesta di alcuni miei amici che non hanno mai salito Punta Bambucerta, cima poco conosciuta nel gruppo Nord dei Monti Sibillini, riporto la descrizione dell’itinerario più facile per raggiungerla.

Neppure questo itinerario è riportato nella bibliografia e cartografia dei Monti Sibillini, è lungo circa 13 chilometri andata e ritorno e con circa 800 metri di dislivello ma non presenta difficoltà.

Ricordo che in questa cima ho effettuato diversi itinerari molto impegnativi quali la traversata e salita invernale della parete Nord riportate a pagina 49 del mio primo libro “I MIEI MONTI SIBILLINI” scaricabile da questo sito e la salita alla cima per la cresta Nord Est dall’Efre, del Maggio 2022, riportata sempre in questo sito.

La salita nelle immagini è stata effettuata con un numeroso gruppo di amici, che ringrazio anche per le foto che mi hanno fornito, il 6 gennaio 2023 in condizioni di temperatura autunnali.

ACCESSO: Si raggiunge con l’auto l’abitato di Bolognola, superata la piazza si prosegue in salita in direzione della Pintura fino al primo tornante dove una deviazione su strada sterrata a destra conduce ad un’area pic nic dove si parcheggia (356114,3 E – 4760420,1 N; 1120 m.).

DESCRIZIONE: Si percorre a piedi la strada sterrata di fondovalle per circa 3 chilometri fino a che non diventa sentiero e si prosegue fino alla base di una parete rocciosa ( 354355,1 E – 4758063,4 N; 1430 m.) situata all’imbocco della strettoia della valle, ai piedi della parete Nord del Monte Acuto, poco prima delle sorgenti del Fiastrone, tra alte pareti rocciose di colore rosso.

Superata la strettoia e giunti in vista delle sorgenti si attraversa il fiume e si prosegue su un sentiero alla destra che sale verso il Rifugio del Fargno (35462,4 E – 4757944 N; 1475 m.; 1 ora).

Dopo due tornanti in salita si supera un dosso roccioso e poco dopo si entra nel vallone sottostante Forcella Cucciolara dove si lascia il sentiero che prosegue verso il Rifugio del Fargno e si risale verso destra su pendio erboso dove si notano delle tracce di vecchio sentiero (353971,2 E – 4757859,8 N; 1560 m.) che risale la sponda sinistra del canale verso la Forcella.

Dopo circa 200 metri di salita si raggiunge un vecchio stazzo di pastori caratterizzato da pianoro di verdissima vegetazione nitrofila (cardi, olibri e ortiche, 353808,1 E – 4758078,7 N; 1675 m.) con due recinti di pietra, di cui uno addossato ad una piccola parete rocciosa, oltre il quale una volta il sentiero saliva in comodi tornanti ma ormai non più visibili.

Si sale quindi liberamente il lungo pendio che si fa anche più ripido ed in circa un’ora dalle sorgenti si raggiunge Forcella Cucciolara (353574,2 E – 4758549,4 N; 1912 m.) dove ci si affaccia sulla sottostante Val di Tela.

Si risale quindi la ripida cresta rupestre sulla destra fino ad una prima cima quindi si prosegue verso sinistra in direzione una seconda cima quindi si prosegue fino a raggiungere la più alta Cima di Costa Vetiche (353682,3 E – 4758670,9 N; 1950 m.), non riportata sulle carte, quindi raggiunta la cima più alta si scende la lunga cresta Nord che prosegue aerea per più di altri 800 metri fino alla Punta Bambucerta (353545,7 E – 4759475 N; 1869 m.; 40 minuti da Forcella Cucciolara), facendo attenzione al primo tratto di discesa molto ripido.

DISCESA : Stesso itinerario a cui si può abbinare anche la salita alla Grotta dell’Orso di Costa Vetiche di cui ho riportato in questo sito l’itinerario: “LE GROTTE DELL’ORSO NELLA VALLE DI BOLOGNOLA” del Febbraio 2019.

1- La strettoia della valle poco prima della deviazione di salita, il profilo della valle indica la sua formazione fluvio (profilo a V in basso) glaciale (profilo a U superiore)
2- L’ampio canalone del versante Sud che conduce alla Forcella Cucciolara, sulla destra il vecchio e verde stazzo dei pastori, di fronte il Pizzo Tre Vescovi a destra e il Monte Acuto a sinistra.
3- Salita libera verso la Forcella Cucciolara in alto.
4- Veduta verso Sud dalla Forcella Cucciolara, si scopre anche il Pizzo Regina (tra il M.Acuto ed il P.Tre Vescovi) ed il Pizzo Berro.
5- Veduta verso Nord dalla Forcella Cucciolara con la Punta Bambucerta a destra ed il Monte Cacamillo a sinistra, sullo sfondo emerge il Monte San Vicino.
6- Veduta verso Nord dalla Forcella Cucciolara con la Val di Tela sottostante ed il Monte Pietralata con le pendici Nord del Monte Rotondo.
7- 8- Salita della cresta rocciosa a destra di Forcella Cucciolara.
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9- Discesa della cresta Nord della Cima di Costa Vetiche (non riportsta sulle carte) fino alla Punta Bambucerta.
10 – 12 – Fasi di discesa della lunga e aerea cresta verso Punta Bambucerta
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13- Veduta verso Nord dalla Punta Bambucerta
14- Veduta verso Sud dalla Punta Bambucerta
15 – 24 – Fasi di ritorno dalla cima di Punta Bambucerta.
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25- La cresta Nord del Monte Acuto.
26- Discesa dalla Forcella Cucciolara verso le sorgenti del Fiastrone
27- Monte Cacamillo ed il Lago di Fiastra.
28- Panoramica dalla Forcella Cucciolara.
29 – 31 – Al ritorno abbiamo fatto anche visita alla Grotta dell’Orso di Costa Vetiche (descritta nel sito in un itinerario del Febbraio 2019).
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CASCATE E FORRA DELL’ACQUASANTA

Escursione classica riportata nella bibliografia ufficiale dei Monti Sibillini, con partenza da Villa da Capo di Bolognola seguendo l’attuale sentiero di recente sistemazione ma già franato che aggira le pendici del Balzo della Croce, attraversa il Fosso Sacraro e si insinua nella Valle dell’Acquasanta seguendo il percorso del canale di adduzione della Centrale di Bolognola fino alla diga dell’Acquasanta che chiude la forra omonima.

Il sentiero sembra in piano in realtà presenta una pendenza in discesa (verso la centrale di Bolognola) del 2 % che consente all’acqua raccolta di defluire verso Casetta Piema’ dove scende la condotta forzata.

Attualmente, a causa di una grande frana, il canale di adduzione è in parte vuoto, acquista acqua solo in prossimità delle cascate dell’Acquasanta.

Una volta giunti sotto alle cascate si prosegue con attenzione (cavi di acciaio in loco) e si raggiunge la diga. Si risale la diga al suo lato e ci si immerge nella incredibile forra per diverse centinaia di metri fino a raggiungere il punto più stretto, largo neppure un metro, da cui è possibile solo scendere dalla Val di Tela per chi pratica torrentismo.

Di seguito le immagini dell’escursione.

Purtroppo essendo una valle ad esposizione verso Nord-est, dall’autunno alla primavera il sole non riesce ad entrare nella forra per cui la qualità delle immagini non è delle migliori .

1 – Grandi aceri a Villa da Capo di Bolognola.
2- Un moscardino o topo delle nocciole (Muscardinua avellanarius)
3- Il sentiero sotto al Balzo della Croce
4- Il tratto con il canale in cemento
5- Il tratto con il canale metallico
6- La grande frana che ha interrotto il canale, visibile a destra.
7- Il Monte Cacamillo e la Valle dell’Acquasanta a sinistra.
8- Un capanno lungo il sentiero, forse per osservazioni fanistiche.
9- Il sentiero nella Valle dell’Acquasanta
10- Particolari pieghe delle rocce lungo il sentiero.
11- Nel bosco della Valle dell’Acquasanta è presente una notevole stazione di alberi di Tasso (Taxus baccata).
12 – 13- Le cascate dell’Acquasanta, la cascata più alta.
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14 – 15 – La cascata con maggior afflusso di acqua, paragonata ad un grande tronco di faggio abbattuto dalle slavine..
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16- La Grotta dell’Orso, situata nei pressi della diga ma poco conosciuta e soprattutto chiusa da un muretto !!!!
17- Pipistrello a riposo nella grotta, è il puntino nero in alto leggermente a destra della foto precedente.
18- Risalita della scaletta della diga
19- Scutellaria columnae ancora fiorita a fine Ottobre all’imbocco della Forra dell’Acquasanta, visibile sullo sfondo.
20 – 24 – L’ingresso della forra a monte della diga, man mano che si va avanti diventa sempre più stretta.
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FONTE CERESETO da Rio Sacro per il Poggiolo

Anche questo itinerario è proposto dal nostro amico Manuel che si sta rilevando uno dei maggiori conoscitori della Valle di Rio Sacro.

L’itinerario si ricongiunge a quello proposto da Federico che invece ha raggiunto la Fonte Cereseto dal Vallone di Pian Camillo.

La Fonte Cereseto, assieme alla Fonte della Pernice, al fontanile della Val di Fibbia ed all’ormai perduta Fonte del Rio Sacro, completa la serie dei fontanili attorno al Rio Sacro che oggi giacciono pressochè dimenticati ed in abbandono, in zone a volte impervie e non facili da raggiungere.
L’itinerario qui proposto, a completamento/integrazione del percorso proposto da Federico (Monte Cacamillo-Fonte Cereseto-Rio Sacro), permette tramite un sentiero piuttosto antico un più comodo collegamento tra la Fonte Cereseto ed il Rio Sacro. La risalita o discesa del canalone antistante la zona dei cascinali, infatti, è ad oggi difficilmente percorribile perché il pendio già ripido di suo è invaso dalle molte piante abbattute dalle slavine. Inoltre occorre guadare il Rio Sacro cosa che, nei mesi in cui la portata d’acqua è maggiore, non sempre è così facile.

PER RAGGIUNGERE IL PUNTO DI PARTENZA: Si percorre la Strada Provinciale n.47 che dal Lago di Fiastra sale verso Bolognola. Si raggiunge il comune di Acquacanina con le sue varie frazioni quindi dopo la frazione di Oppio si supera il fontanile presente al lato sinistro della strada e la frazione di Vallecanto, dopo circa 300 metri in una diretta si incontra il tratturo chiuso con sbarra che scende a destra con indicazione per la Valle di Rio Sacro dove si parcheggia (351965,6 E – 4764318,5 N; 770 m.).

Si oltrepassa la sbarra e si scende per la strada sterrata, proseguendo su di essa.

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Lungo la strada nel tratto che costeggia il Rio Sacro, un ammasso di neve caduto a fine dicembre con una slavina, grazie alla copertura di detriti  (foglie e rami), resiste bene nonostante le temperature tutt’altro che rigide di questo febbraio 2022. La foto 2 che era stata fatta un mese e mezzo prima, il 2 gennaio, ci mostra che non si è ridotto poi di molto.
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In questa invernata 2021/2022 un bell’esemplare di airone cenerino si è stabilito lungo le sponde del Rio Sacro. Lo avevamo già incontrato ai primi di gennaio e lo rivediamo oggi, più volte. Cammini lungo la stradina che costeggia il fiume e te lo trovi davanti all’improvviso, che si alza in volo dall’acqua dove cerca il cibo.
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Una volta percorsa tutta la stradina che costeggia il Rio Sacro, qualche decina di metri prima dello spiazzo finale, si imbocca il ben conosciuto sentiero n.321 che sale verso il Casale Gasparri ed il Monte Rotondo (tre omini in pietra in questo punto). Il sentiero che porta verso la Fonte Cereseto, non menzionato su nessuna bibliografia e che non ha alcuna segnaletica in loco, si stacca da quest’ultimo dopo circa un quarto d’ora di cammino. Sotto è riportata la traccia del nostro percorso su carta IGM e sulla carta dei sentieri 1:25000 edita da SER.
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Il sentiero 321 inizia a salire presentando nel tratto iniziale tre tornanti, due destrorsi ed uno sinistrorso. Al secondo tornante (sinistrorso) si incontra una vecchia traccia di sentiero che porta verso la zona delle sorgenti del Rio Sacro, e che poi si dovrebbe ricollegare al sentiero per la fonte del Rio Sacro (tragitto questo che ho in programma di provare e che ho indicato qui con delle frecce sulla Mappa). La traccia di sentiero che risale in direzione del Monte la Banditella la si vede netta dal basso in presenza di neve (la foto è scattata dallo spiazzo su cui termina la stradina che affianca il Rio Sacro). Al tornante su cui siamo passati la traccia è stata sbarrata con dei rami, presumo per non indurre in errore gli escursionisti diretti verso il Casale Gasparri.
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10 – Noi oggi invece proseguiamo verso la Fonte Cereseto. Superato il terzo tornante, inizia un tratto diritto di qualche centinaio di metri. Ad un certo punto, sulla sinistra, parte il sentiero per la fonte, il cui imbocco a causa della vegetazione non è facilmente individuabile. Si tenga come riferimento il faggio sulla sinistra, in foto. Noi abbiamo lasciato un omino di pietre che però non si sa quanto resisterà. Chi segna il sentiero verso Casal Gasparri conosce solo quella via e tende ad eliminare tutto ciò che può indurre in errore gli altri escursionisti.
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Una volta imbroccata la traccia però le difficoltà finiscono perché ci si trova davanti una comoda mulattiera denominata “strada de la Rosa”, che si intuisce un tempo essere stata importante, adatta anche ad un escursionismo semplice. Nonostante lo stato di abbandono e l’assoluta assenza di segnaletica, il sentiero non è stato invaso dalla vegetazione e si procede comodamente su pendenza non eccessiva e incontrando anche qualche suggestivo passaggio tra le rocce.
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16- Tronco di faggio abbattuto da un fulmine
17- La Val di Fibbia vista dal sentiero che stiamo percorrendo
18- I ruderi della Badia di Rio Sacro, visti dall’alto.
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Questo è il punto dove in mappa il sentiero disegna due tornanti. A metà del secondo tornante, come indicato sulla mappa, vi è in effetti un bivio ma la seconda traccia si intuisce essere secondaria e dunque vi è poca possibilità di errore.
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Dopo un altro breve tratto di faggeta si arriva su una zona più aperta. Siamo in cima al più ampio dei due canaloni che salgono di fronte alla zona dei cascinali. Si tenga come riferimento il faggio sulla sinistra indicato nella foto 22 dove prosegue il sentiero. Proseguendo diritti invece vi è un altro sentiero che si ricollega, più in alto, a quello che dalla zona de li merigghi passa per il Col di Mezzo.
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23- Intanto, l’aquila volteggia sopra il Rio Sacro
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Passando di fianco al faggio evidenziato prima ci si affaccia nel canalone e si intravede la traccia di sentiero che lo attraversa e poi prosegue. Il passaggio fortunatamente è libero mentre poco più sotto ci sono molti tronchi abbattuti dalle slavine.
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26- Attraversato il canalone, un vecchio omino indica la prosecuzione del sentiero nel bosco
27- Si risale fino ad un bel poggio roccioso, sullo sperone che divide i due canaloni, superato il quale rimane un ultimo piccolo tratto di sentiero (in verità poco evidente in quest’ultimissima parte) al termine del quale arriviamo in vista del fontanile.
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Dal fontanile, proseguendo ancora per pochi metri si arriva ad incrociare il secondo canalone. Anche da qui parte una traccia da cui si può risalire verso il Col di Mezzo. Più in alto vi è una sorgente da cui parte la captazione che porta l’acqua alla fonte, che arriva tramite un tubo in ferro interrato. Eventualmente dal Col di Mezzo si può riprendere il sentiero che riporta in direzione del Casale Gasparri. Da lì si riprende in discesa il sentiero 321 per tornare al Rio Sacro completando così un percorso ad anello. Se invece non si sale, oltre il canalone nota una vecchia traccia di sentiero da cui si dovrebbe in teoria riuscire a collegarsi all’itinerario già descritto da Gianluca per la Grotta della Rosa, con un ulteriore alternativa quindi per il ritorno verso il Rio Sacro.
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32 – 33- Il tracciato del percorso proposto, visto dal Monte Val di Fibbia.
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MONTE CACAMILLO – FONTE CERESETO – RIO SACRO

Itinerario proposto da Federico, anche questo non è descritto in alcuna bibliografia dei Monti Sibillini, basta seguire le indicazioni in grassetto riportate come didascalie nelle foto più significative.

Grazie a Federico per la collaborazione.

1- Dalla centrale elettrica di Bolognola si segue l’itinerario della Costa dei Frati fino alla cima di Monte Cacamillo, descritto da Gianluca Carradorini a pagina 68 del libro “I MIEI MONTI SIBILLINI“..
2- Il versante Sud del Monte Coglia dove corre un altro itinerario descritto in questo sito (Una assurda via al Monte Coglia), visto dalla cima di Monte Cacamillo.
3 -La rocciosa e ripida cresta della Costa dei Frati che conduce alla cima del Monte Cacamillo.
4- La cresta in prossimità della barriera rocciosa che si deve aggirare per il canalone erboso visibile sulla destra.
5- Il vallone Nord-ovest del Monte Cacamillo che scende verso Rio Sacro..
6- La Val di Tela con, al centro, il vecchio stazzo caratterizzato dall’erba verde, di fronte la parete Nord della Cima Bambucerta.
7- Il versante Nord del Monte Rotondo e la testata della Valle dell’Acquasanta con il cosiddetto “orto della Regina”..
8- Dalla cima di Monte Cacamillo si scende a sud dentro la sella erbosa che la divide da Monte Pietralata (Monte Nero per gli anziani della zona) dove si vedono due piccoli scavi che dovrebbero essere stati ruderi di vecchie capanne dei pastori; da qui si continua a scendere il direzione nord-ovest (destra) dentro al Vallone che conduce a Rio Sacro.
9- Il sentiero che scende nel vallone Nord-ovest, in basso lo stazzo della foto successiva.
10- Si lascia sulla sinistra un vecchio stazzo ai piedi del Vallone, dove crescono ancora i gorbini (olabri o spinaci selvatici).
11- E continuando a scendere per il sentiero si arriva in vista dei primi alberi di faggio, in località Col di Mezzo, dove si incrocia il sentiero che proviene da Pietralata: seguendo questa traccia verso sinistra si arriverebbe al casale di Gasparri.
12- Continuando invece a scendere dentro allo stesso vallone tenendosi sulla destra: qui il prato inizia a cedere il posto agli alberi e agli arbusti. C’è una pianta di faggio con delle incisioni e delle radici articolate.
12- Continuando a scendere ancora si incontra una piccola sorgente sulla destra, da cui esce l’acqua che impantana tutto il terreno, che in questo tratto è fitto di vegetazione.
13- Proseguendo tra le piante sempre in discesa si incontra una vecchia strada che doveva essere un tempo piuttosto importante: seguendola verso sinistra per pochi metri c’è Fonte Cereseto
14 – 17- Fonte Cereseto ed il muretto di contenimento sottostante, nella fonte ci sono incise le date 1935 e Anno XIII (anno tredicesimo dall’inizio del regime fascista: 1922 + 13= 1935).
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18- Proseguendola invece verso destra si arriva ad un muretto a secco appena percettibile dove la strada prosegue sopra.
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19- Ma guardando la cartina IGM si vede che qui c’è una biforcazione, e infatti lasciando questa strada e scendendo nella macchia di faggi sottostante (tenendosi sulla destra del fosso) si intercetta in breve tempo il vecchio sentiero a svolte che scende ai Cascinali, segnato su IGM
20- Il sentiero scende evidente tra rami rovesciati e vegetazione all’interno del bosco fin quasi al fiume, in prossimità del quale è però completamente sparita, e bisogna passare a fatica tra i tronchi venuti giù con le valanghe, i rovi e poi guadare il Rio Sacro e si arriva ai Cascinali.
21- Guardando indietro si vede il Vallone da cui siamo scesi, ritrovare il sentiero e salire da questo vallone risulta molto difficile per la presenza di arbusti e numerosi alberi trascinati dalle slavine.
22- Dai Cascinali si vede il vallone di discesa della foto n.23, da qui si segue la strada brecciata di Rio Sacro e si torna alla macchina
23- Planimetria del sentiero di discesa dalla Fonte Cereseto ai Cascinali di Rio Sacro.
24- Pianta satellitare del sentiero di discesa dalla Fonte Cereseto ai Cascinali di Rio Sacro.