MONTE LIETO Per il canale Est.

L’11 ottobre 2024, da solo, sono salito al Monte Lieto per un nuovo tracciato, il canale Est che inizia dalla discesa della strada Forca di Gualdo-Castelluccio poco prima che spiana in corrispondenza del Pian Perduto.

La salita è facile anche se ripida, presenta un dislivello di circa 550 metri, si parte da 1395 metri della strada per arrivare alla cima di Monte Lieto a 1940 metri, in poco più di un’ora di salita.

Il Monte Lieto è caratterizzato da ripidi pendii nei versanti Nord, Est e Sud con incisi canali, già ho descritto in questo blog la salita per il canale Sud, la cosiddetta “direttissima” dalla Valle Canatra e la salita invernale della cresta Nord dalla Forca di Gualdo.

SALITA: Il canale Est si presenta con un tratto iniziale piuttosto ripido ed inciso e con alcuni saltini rocciosi che rendono interessante la salita. Poi il canale si allarga, costeggia a destra il rimboschimento a conifere, prosegue verso delle rocce ai lati del canale per poi scemare nei pendii sovrastanti che si fanno però più ripidi e fino alla cresta di uscita.

All’interno del canale ho ritrovato due carcasse di Bovini che vengono lasciati pascolare nella zona e una forse di capriolo, a dimostrazione della ripidità dei pendii laterali.

Inoltre, cosa molto interessante, a monte del rimboschimento a conifere sono stati piantati anche numerosi esemplari di Pino Mugo che addirittura si sta riproducendo in modo notevole, creando così un orizzonte di arbusti contorti spontanei oltre il limite del bosco.

Nei Monti Sibillini in poche località è stato introdotto il Pino Mugo, ad esempio nel versante Est del Monte Castelmanardo ma in questo luogo riesce a stento a vivere e riprodursi.

Il Pino Mugo spontaneo è molto raro nell’Appennino, vegeta abbondantemente solo nel massiccio della Majella.

La discesa può essere effettuata nel pendio destro del canale.

Di seguito le immagini della salita proposta.

1- Il grande faggio di Pian Perduto e il canale di salita a sinistra, inciso nella parte iniziale e poi delimitato dal rimboschimento.
2- Zoom sul intuitivo canale di salita.
3- la prima parte del canale molto inciso e con dei saltini rocciosi.
4- L’attacco del canale visto dalla strada Forca di Gualdo-Castelluccio.
5- L’ingresso del canale nella sua prima parte incisa e con dei saltini rocciosi.
6- Una vecchia carcassa di bovino all’interno del canale.
7- Il Monte Porche visto dall’interno del canale, in fondo la strada da cui si parte
8- La Forca di Gualdo e la strada per Castelluccio.
9- In corrispondenza dei saltini rocciosi vegetano arbusti di Ramno alpino, sullo sfondo il Monte Argentella.
10- Un grande Acero delimita la parte più incisa del canale.
11- Una ulteriore carcassa, sembra di capriolo ma manca la testa.
12- L’acero della foto n.10 e le prime conifere del rimboschimento a destra.
13- Le sponde del canale sono caratterizzate da numerosi tratti dissestati causati dall’eccessivo transito di bovini lasciati al pascolo nella zona e che, a causa della ripidità del pendio, ogni tanto qualcuna rimane vittima di scivolamenti.
14- La Cima del Redentore e i Colli Alti e Bassi.
15- Raggiunto il rimboschimento la vista si apre anche sul Pian Perduto.
16 – 17 – Suillus gravillei detto anche laricino o pinarolo, porcino che abbonda nel sottobosco a conifere.
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18- Il canale è delimitato alla sua destra orografica dal rimboschimento a conifere.
19- Terminato il rimboschimento ad alto fusto iniziano i grandi arbusti di Pino Mugo.
20- Oltre il rimboschimento il pendio si fa anche più ripido.
21- I Mughi vegetano bene in questo pendio.
22- L’ultima parte del canale appena accennato, si trasforma in un semplice ma ripido pendio fino alla cresta di uscita.
23- Veduta verso il Monte Porche e Monte Palazzo Borghese dai pressi della cresta.
24- Veduta verso il Monte Argentella e la Cima del Redentore dai pressi della cresta.
25- Castelluccio e il Piano Grande, sullo sfondo i Monti della Laga.
26- Grossa cavalletta si è affezionata ai miei pantaloni.
27- la cima di Monte Lieto vista dalla cresta di uscita.
28- Veduta dalla cima del Monte Lieto verso il gruppo Nord dei Monti Sibillini.
29- Veduta dalla cima del Monte Lieto verso Sud con Castelluccio
30 – 32- Le rocce presenti ai lati dell’ultima parte del canale.
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33- Il Pian Perduto e, a destra, quello che una volta era chiamato “Il Laghetto Rosso” ma che ormai, da anni, non si colora più con la fioritura di alghe rosse a causa di uno stazzo di pecore realizzato a pochi metri che lo sta devastando ed inquinando, ma forse questo non importa a nessuno.
34- Il Pizzo Berro e il Pizzo Regina emergono ai lati della Cima di Passo Cattivo, a destra la Cima di Vallinfante.
35- Il Monte Porche e il Monte Palazzo Borghese.
36- Il Monte Argentella e i boschi del San Lorenzo.
37- La Cima del Redentore ed i Colli Alti e Bassi.
38 – 39- Il Corone del Vettore, la faglia del terremoto del 2016, ancora si vede, anche da lontano, l’abbassamento del terreno.
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40- Mantide religiosa che si sta cibando di una cavalletta.
41- Il rimboschimento attraversato, formato da diverse essenze di conifere caratterizzate da sfumature di verde differenti.
42- Piccoli Mughi crescono nel pendio sopra al rimboschimento
43- La ripida discesa verso la strada da dove si parte.
44- la continua linea del canale visto dal pendio di discesa di destra.
45- Altri tratti di sponda del canale dissestati dal passaggio di bovini.
46- La mia fedele compagna di salite, anche se rimane sempre nel parcheggio.
47- Bellissime Mazze da tamburo (Macrolepiota procera) nei prati di discesa.
48- E buonissimo Prataiolo (Agaricus macrospora).
49- Ed infine anche un bel ragno, la Argiope.



MONTE PORCHE Cresta Nord e il Crepaccio sotto la cresta.

Itinerario non particolarmente lungo ma che richiede una certa pratica per l’attraversamento di terreni erbosi ripidi, permette di raggiungere la cima del Monte Porche attraversando la testata della Valle lunga e passando per il Crepaccio della cresta Nord.

L’itinerario non è riportato sulla bibliografia dei Monti Sibillini.

ACCESSO: Si raggiunge in auto il nuovissimo parcheggio del Monte Prata da cui si parte a piedi proseguendo la strada sterrata per la Fonte della Giumenta.

DESCRIZIONE: Raggiunta la Fonte della Giumenta si sale per il classico sentiero verso il Monte Porche. Giunti alla sella anziché proseguire in direzione Sud verso la sella del Monte Palazzo Borghese si sale in direzione della cima del Monte Porche su traccia di sentiero che devia verso sinistra.

Giunti alla sella Nord-ovest del Monte Porche (1 ora dall’auto, 355018 E – 4748967,7 N; 2035 m.) , si scende la valletta sottostante per risalire la sponda opposta a riprende la cresta Ovest del Monte Porche in direzione della Valle Lunga.(355458,2 E – 4749069,1 N; 2038 m.)

Giunti a scoprire la Valle Lunga si costeggiano delle rocce a destra della cresta e si entra nella testata della valle.

Qui si inizia una lunga traversata in quota su pendio molto ripido della testata della valle con tratti a 45 gradi su pendio a cotica erbosa chiusa molto scivolosa da percorrere con molta attenzione, passando sotto a rocce ed superando l’attacco dei canali di salita invernali del versante Nord del Monte Porche descritti a pagina 62 del mio libro “I MIEI MONTI SIBILLINI”.

Si continua in quota in direzione della rocciosa cresta Nord del Monte Porche fino ad intercettare una faglia più infossata rispetto al ripido piano erboso che scende verso la Valle Lunga, dove si apre il Crepaccio riportato sul Catasto delle Grotte della Regione Marche (1 ora, 355850,5 E – 4748823,8 N; 2100 m.).

Il crepaccio di faglia, prodotto sicuramente da antichi terremoti, risulta profondo una decina di metri ma ha subito ulteriori allargamenti e crolli con il terremoto del 2016 per cui risulta pericoloso entrare fino al fondo.

Dal crepaccio si risale la cresta rocciosa Nord sovrastante fino a raggiungere la cresta Cima Vallelunga – Monte Porche percorsa dal classico sentiero con cui si raggiungono le due cime.

DISCESA: Dalla cima del Monte Porche si scende per il classico sentiero di salita verso la Fonte della Giumenta.

Di seguito le immagini dell’itinerario proposto.

1- La valletta sotto al versante Nordovest del Monte Porche che bisogna attraversare per immettersi nella Valle Lunga.
2- Giunti sulla cresta Ovest del Monte Porche si scopre la Valle Lunga.
3- E si inizia ad attraversare la testata della Valle Lunga
4- Si traversa in quota in direzione delle rocce del versante Nord del Monte Porche.
5- Il terreno si fa più ripido man mano che ci si avvicina ai canali di salita invernali al versante Nord del M. Porche.
6- La testata della Valle Lunga.
7- Proseguiamo verso la cresta Nord del Monte Porche visibile a destra in ombra dove si apre anche il crepaccio di faglia.
8 – 9- Passiamo sulla verticale dei canali di salita invernali al versante Nord del Monte Porche, caratterizzati da un piccolo torrione roccioso che si divide.
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10 – 11- Salix retusa di grandi dimensioni vegetano nel versante Nord del Monte Porche.
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12- Si prosegue oltre la testata della Valle Lunga osteggiando rocce su terreno molto ripido.
13- Quindi ci dirigiamo verso il crepaccio di faglia, visibile in basso al centro, a destra la Cima Vallelunga, di fronte il Pizzo Regina, il Pizzo Berro e la Cima di Vallinfante a sinistra, contornano la Valle Lunga..
14- Il crepaccio della Cresta Nord del Monte Porche, in questo punto ha subito ulteriore allargamento dopo il terremoto del 2016.
15 – Il crepaccio e il Monte Porche a destra.
16- Il crepaccio e Cima Vallelunga.
17 – 18 – Proviamo ad entrare.
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19- Ancora alcuni metri relativamente sicuri.
20- Ma poi è meglio fermarsi.
21 – 22 – Più a valle un ulteriore crepaccio aperto dal terremoto del 2016.
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23- Campanula scheuchzeri l’ingresso del crepaccio.
24- La Valle Lunga.
25- Il tratto da cui si accede alla testata della Valle Lunga.
26 – 29 – La ripida cresta Nord del Monte Porche, che risaliamo fino alla cresta che collega il M. Porche alla Cima Vallelunga.
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30 – 31 -Raggiungiamo infine la cresta sommitale che ci conduce facilmente al M. Porche.
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32- Veduta verso Nord dalla cima di M. Porche, a destra Cima Vallelunga, in fondo il Pizzo Regina ed il Pizzo Berro , il Monte Rotondo e la Cima di Vallinfante a sinistra.
33- Veduta verso Sud dalla cima di M. Porche, a destra Il Monte Palazzo Borghese e Sasso di Palazzo Borghese, sopra il Monte Argentella, sullo sfondo la Cima del Redentore a destra e il Monte Vettore a sinistra.
34 – 35 – La cima del Monte Porche.
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36- La faglia prodotta dal terremoto del 2016 nel versante Ovest del Monte Porche
37 – 39 – Rosalia alpina a monte della Fonte della Giumenta.
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40- Veduta dell’itinerario dalla cima del Monte Porche.
41- Veduta dell’itinerario dalla cresta Ovest del Monte Porche.
42- Dettaglio della posizione del crepaccio.
43- Pianta satellitare del percorso proposto.



MONTE PALAZZO BORGHESE da San Lorenzo per la faglia del terremoto del 2016.

L’itinerario è particolare ed inedito, adatto a tutti coloro che sono in grado di muoversi su terreni sconnessi senza sentiero, permette di raggiungere la cima del Monte Palazzo Borghese dalla conca di San Lorenzo costeggiando la faglia che si è attivata nel 2016 e che corre in lieve salita nel versante Ovest proprio sopra alla conca stessa, anziché salire per la più comoda, conosciuta e frequentata “strada imperiale” che sale dal Colle Abieri.

La faglia è visibile sia dal salto di pendenza del pendio sia dalla differente vegetazione, più rigogliosa a valle.

ACCESSO: In auto si deve raggiungere la Madonna della Cona da Castelsantangelo sul Nera per la strada Provinciale n.136 che sale per Castelluccio. Raggiunto il valico dove è presente l’omonima chiesina con la fontana si scende ancora in direzione di Castelluccio e dopo il muraglione di cemento (352219,5 E – 4746665 N; 1495 m) si scende a sinistra per una comoda strada sterrata che si inoltra verso la conca del san Lorenzo. In 10 minuti si raggiunge la Fonte di San Lorenzo (354392,7 E – 4746413,7 N; 1405 m.) dove si parcheggia.

DESCRIZIONE: Dalla Fonte di San Lorenzo si si continua la strada sterrata verso il bosco soprastante che conduce ad una ampia radura nel bosco al margine superiore dell’ultimo campo coltivato della zona (355075,5 E – 4746967,3 N; 1610 m.). Qui si sale verso il bosco prendendo come riferimento il Canale di San Lorenzo situato verso sinistra (foto n.1, a destra si sale invece verso il canale Ovest del M. Argentella), si supera faticosamente l’ultimo lembo del bosco presente nell’inizio del canale e si esce su ripidi prati. Un centinaio di metri sopra al bosco si individua la linea di faglia che sale in diagonale verso sinistra e che divide in due zone distinte il versante della montagna. In corrispondenza di essa si notano dei singolari torrioni rocciosi isolati (foto n.2, 355327,4 E – 4747208,6 N; 1810 m.) e grandi e levigatissime placche rocciose (foto n.3-4) che si raggiungono facilmente (45 minuti dall’auto). Ora si segue fedelmente la base della faglia che crea anche un sentiero naturale in costante ma lieve salita in direzione Nord incontrando man mano altre placche alternate da pendii ghiaiosi (foto n.6), in questa zona la levigatezza delle placche rocciose è davvero impressionante. Giunti sulla verticale Ovest della cima di M. Palazzo Borghese si incontrano degli alti torrioni rocciosi che si superano salendo facili roccette con passaggi di I° grado (1 ora, foto n.17-18, 355164,8 E – 4747848,5 N; 18935 m.) fino a svalicare il versante Ovest raggiungendo la cresta erbosa che scende dal M. Porche (foto n. 19-20) e da qui, a destra, facilmente, in 10 minuti, si raggiunge la cima del M. Palazzo Borghese.

Dalla cima è d’obbligo salire anche al Sasso di Palazzo Borghese, molto più panoramico, con veduta verticale sul sottostante “laghetto” (foto n.25-26) e volendo, si può proseguire in direzione Nord fino al M.Porche o in direzione Sud fino al M. Argentella.

DISCESA: Dalla cima del M. Palazzo Borghese si scende per sentiero nella conca sottostante verso il M. Argentella, la cosiddetta “strada imperiale” che conduce alla forcella tra i due monti dove è presente la curiosa struttura rocciosa denominata “il cammello” o “la pecora” (foto n.32) e prosegue nel versante opposto in diagonale verso il canale Ovest del M. Argentella dove si può velocemente scendere fino ai boschi di San Lorenzo sottostanti, specie se c’è ancora neve come abbiamo trovato noi il giorno dell’escursione. Oppure si segue fedelmente il sentiero fino al Colle Abieri dove si scende alla Capanna Ghezzi sottostante, da questa per comodo sentiero verso Nord si ritorna alla Fonte di San Lorenzo (1,5 ore).

1- Il canale di San Lorenzo dove passa la “strada imperiale” da cui si accede alla conca tra M.Palazzo Borghese e il M. Argentella (vedi anche foto n.32),
2- I particolari torrioni presenti a circa metà del canale di San Lorenzo, in corrispondenza della faglia che corre nel versante ovest del M. Palazzo Borghese.
3 -4- Le liscissime placche della faglia con il lieve abbassamento del terreno visibile come linea bianca in corrispondenza del terreno
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5- Una piccola piantina di Iberis saxatilis nata dopo il 2016 in corrispondenza di una fessura nelle placche rocciose nella parte inferiore (più bianca in quanto stava sotto terra) scoperta dal terremoto.
6- La faglia è ben visibile dalla continuità di lisce placche rocciose e dal salto di pendenza del versante.
7 – 8 – 9- 10- La levigatura effettuata nei millenni dallo scorrimento delle due placche geologiche che qui si incontrano è impressionante.
8- Sullo sfondo il canale Ovest e l’anticima del M. Argentella.
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10 – 11- La faglia incombe sulla conca del San Lorenzo.
11- In alto al centro della foto il Pian Perduto e nel margine a sinistra il paese di Castelluccio
12- Dettaglio dell’abbassamento del terreno che si è verificato in questo tratto di faglia.
13- Ai piedi della faglia si è formato un sentiero naturale che permette di costeggiarla agevolmente.
14- Su un tratto di roccia scoperta dall’abbassamento del terreno qualche geologo ha staccato un provino per studio.
15- L’abbassamento del terreno è limitato rispetto ad altri siti che ho documentato (Cordone del Vettore, M.Porche, Valle delle Fonti ecc.) ma comunque nettamente visibile.
16- Giunti sulla verticale della cima del M. Palazzo Borghese sono presenti dei torrioni di roccia.
17 – 18- Saliamo per facili roccette verso la cresta soprastante sempre al cospetto di grandi placche.
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19- Un breve tratto innevato prima della cresta, sullo sfondo il Monte Prata a sinistra e strada che conduce alla Fonte della Giumenta a destra.
20- Il versante Sud del Monte Porche con la faglia ben visibile che prosegue sul pendio sotto la cima.
21- Un consistente accumulo di neve forma anche un piccolo laghetto sotto alla cima del Monte Porche.
22- La cima del sasso di Palazzo Borghese.
23- Il ripidissimo canale Est del Sasso di Palazzo Borghese, la cui salita è già descritta in questo sito.
24- La parete Sud del Sasso di Palazzo Borghese.
25 – 26- Veduta verticale dalla cima di Sasso di Palazzo Borghese sul “laghetto” sottostante
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27- La cima del Monte Palazzo Borghese vista dal Sasso.
28- La ripida uscita del canale della parete Nord del Sasso di Palazzo Borghese salita in prima assoluta con Stefano questo inverno. (SASSO DI PALAZZO BORGHESE Diretta Nord invernale)
29- salendo al M.Palazzo Borghese con alle spalle il sasso salito poco prima.
30- Sulla cima del M. Palazzo Borghese ancora effetti del terremoto, grossi blocchi di roccia sollevati e spezzati.
31- Scendendo per la “strada imperiale” poco prima del “cammello” incontriamo un lupo solitario.
32- Il caratteristico scoglio denominato “il cammello” o “la pecora” ai piedi del quale passa la “strada imperiale” e, nel versante Ovest, scende il Canale di San Lorenzo, conosciuto itinerario di salita invernale.
33- Discesa rapida scivolando sulla neve nella parte terminale del canale Ovest del. M.Argentella ci riporta brevemente alla conca del San Lorenzo.
34- Daphne mezereum profumatissima nel bosco di San Lorenzo.
35- L’itinerario di salita proposto, visto da M. Veletta
36- Pianta satellitare del percorso proposto.
ROSSO :Itinerario di salita
GIALLO: Itinerario di discesa.



MONTE PALAZZO BORGHESE-MONTE PORCHE variante diretta dal Fosso Zappacenere per la Fonte dell’Acero.

Il Monte Palazzo Borghese e/o il Monte Porche possono essere raggiunti da Foce di Montemonaco per il classico sentiero per il Fosso Zappacenere che conduce, verso il Monte Lieto, dapprima alla Fonte di S.Maria quindi prosegue per la Fonte dell’Acero per poi girare versante verso i Pianelli fino alla forcella tra il Monte Porche ed il Monte Palazzo Borghese.

Oppure si può salire alle due cime per un itinerario meno conosciuto ma molto interessante che si distacca dal classico sentiero del Fosso Zappacenere che qui propongo.

Il sentiero del Fosso Zappacenere in realtà può essere preso da due punti diversi, o dal più comune parcheggio, alla base del Fosso del Balzo, in corrispondenza della Madonnina e del Casale della Comunanza, situato circa 700 metri prima del paese di Foce oppure a destra, in ripida salita a monte dell’area pic-nic realizzata da pochi anni in corrispondenza dell’imbocco del “Canale”, 400 metri prima del paese sempre sulla destra.

I due sentieri viaggiano nella stessa direzione per incontrarsi nel fondo del Fosso Zappacenere, 250 metri prima di un netto tornante (357937 E – 4749319 N; 1160 m.) in salita verso destra che sale ripido nel bosco (verso la Fonte di S.Maria) per cui possono essere presi entrambe anche se risulta più comodo quello classico dal parcheggio della Madonnina.

Dopo l’incrocio, anziché prendere il tornante in netta salita, si continua il tratturo nel fondo ghiaioso del Fosso verso il bosco sovrastante. Raggiunto il bosco, in corrispondenza di un colatoio roccioso del fosso, il sentiero inizia a salire e si trasforma in una comoda ma poco conosciuta carrareccia che con diversi tornanti all’interno del bosco della Frondosa con grandi abeti da rimboschimento piantati intorno al 1950 mentre sembra che lo stesso bosco fu stato tagliato intorno al 1930 e era costituito per la maggior parte da faggi secolari di cui non è rimasta traccia, raggiunge la cresta erbosa (357674 E – 4748820,8 N; 1485 m.) della “Frondosa” che divide il “Canale” dal Fosso Zappacenere per proseguire in netta salita fino allo stazzo nei pressi della Fonte dell’Acero.

Quindi, sopra la Fonte, raggiunta in circa 1,5 ore, (356881 E – 4748962 N; 1655 m.), per il classico sentiero segnato si prosegue verso i Pianelli e quindi, per creste, si può raggiungere una dopo l’altra, entrambe le cime dei due monti (altre 1,5 ore per ciascuna cima) .

Per la discesa si può percorrere lo stesso itinerario oppure scendere dalla sella tra il M.Porche e il M. Palazzo Borghese al sottostante Laghetto quindi per il Canale velocemente di nuovo a Foce.

20 OTTOBRE 2021 Gianluca Carradorini – Carlo Angelini

1- Il colatoio roccioso posto nel bosco alla base del Fosso Zappacenere dove inizia la salita.
2 – 3- Due grandi abeti ? da probabile antico rimboschimento presenti nel primo tratto del bosco, sicuramente gli abeti più grandi dei Monti Sibillini.
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4- Il sentiero nell’ultimo tratto prima della cresta erbosa sopra la Frondosa.
5- La cresta erbosa sopra al bosco con il Monte Sibilla di fronte.
6- Veduta verso Ovest dalla cresta con il Sasso di Palazzo Borghese, il laghetto sottostante e la zona del Canale a sinistra.
7- La cresta dei Tre Faggi sovrasta il Canale sottostante.
8- La ripida cresta erbosa, in salita verso la Fonte dell’Acero, a sinistra il Fosso Zappacenere, a destra il Canale.
9- Lo stazzo e la sporcizia nei pressi della Fonte dell’Acero.
10- Grande faggio nei pressi dello stazzo.
11- La Fonte dell’Acero e la zona del Ramatico sovrastante, nei ghiaioni del versante Est di Cima Vallelunga.
12- Sempre in salita prima del cambio di versante con il M. Sibilla sullo sfondo.
13- Il sentiero che da Fonte dell’Acero prosegue nella zona denominata “I Pianetti” sul versante Est del M. Porche
14- Dal cambio di versante riappare la maestosa parete Est del Sasso di Palazzo Borghese e il M. Argentella a sinistra.
15 – 16- Zoom sulla parete Est e Nord, in ombra, del Sasso di Palazzo Borghese
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17- Il versante Sud del Monte Porche con il lungo canale innevato.
18- Salita verso il Monte Palazzo Borghese.
19- Il gruppo Sud dei Monti Sibillini con il M. Argentella in primo piano , il M.Vettore a sinistra e la Cima del Redentore a destra.
20-Il Sasso di Palazzo Borghese e il M. Banditello e la Cima delle Prata a a destra.
21- Discesa veloce su neve verso il Laghetto.
22- Mucche al riposo nei pressi del Laghetto.
23- 24 – La parete Est del Sasso di Palazzo Borghese vista dal Laghetto con le ferite provocate dal terremoto del 2016.
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25- La faggeta in veste autunnale nella parte iniziale del Canale.



MONTE PALAZZO BORGHESE PER IL CANALE OVEST DIRETTO Da Fosso Brecciaro – San Lorenzo

Il 3 marzo 2021, in giorno lavorativo per evitare la pericolosa massa di aspiranti praticanti della montagna invernale, abbiamo risalito su ottima neve un canale diretto alla cima del Monte Palazzo Borghese nel versante Ovest. Il canale è stato risalito per completare il panorama delle possibilità di salita invernale del versante di tale montagna, è diretto e facile ed è consigliato per chi inizia l’approccio con la montagna invernale. Anche questa salita non è descritta nella bibliografia ufficiale dei Monti Sibillini.

ACCESSO: Dalla Forca di Gualdo si raggiunge la zona di San Lorenzo a piedi prendendo la stradina sterrata che scende sotto al piazzale della Madonna della Cona, in circa 45 minuti si è nei pressi della fontana.

SALITA: Prima di raggiungere la fontana si devia verso sinistra per prati e ci si addentra nel lungo Fosso Brecciaro. Si risale il fosso per circa un chilometro fino al termine del bosco del San Lorenzo, poco dopo gli ultimi faggi il fosso si sdoppia e si prende in canale che parte verso destra (354332,3 E – 4747663 N; 1550 m.). Il canale si presenta inizialmente piuttosto incassato, serpeggiante ma con pochissima pendenza. (se si continua il Fosso Brecciaro a sinistra si può effettuare la salita del canale Ovest del Monte Porche descritto più avanti) Dopo circa 500 metri di salita il canale inizia ad impennarsi per raggiungere il suo massimo (tratti di 40-45° pendenza, ore 1,5 dalla fontana) in corrispondenza di una lama di roccia situata sulla sponda destra del canale (354969,7 E – 4748018,6 N; 1805 m.). Raggiunta la lama rocciosa la si risale mantenendosi a sinistra di essa e girando successivamente verso destra per uscire in cresta un centinaio di metri prima della cima del Monte Palazzo Borghese (ore 2,5 dalla fontana di San Lorenzo).

DISCESA: Per chi ha dimestichezza con la neve si può scendere anche direttamente dal canale di salita o dal più ripido ed emozionante canale Ovest di Monte Porche oppure si traversa in quota il versante Ovest del Monte Porche e si scende alla Fonte della Giumenta per il tracciato estivo. Da Fonte della Giumenta per comoda strada si arriva al Monte Prata e quindi alla Forca di Gualdo.

1- Il Fosso Brecciaro con il Monte della Croce a sinistra, in alto si nota il sentiero che da Fonte della Giumenta entra nel canale Ovest di Monte Porche.
2- Il primo tratto del canale Ovest di Monte Palazzo Borghese.
3- La cima del Monte Palazzo Borghese vista dal canale di salita, sulla sinistra già si vede la lama di roccia che costeggia il canale.
4- Il canale con la cima del Monte Porche a sinistra e la lama di roccia a destra.
5- Il termine della prima parte del canale dopodichè inizia ad impennarsi.
6- Vista verso Ovest sul Monte Cardosa a destra e sotto il Monte Prata con la strada mentre a sinistra il Monte Lieto con la fascia di rimboschimento.
7- In alto la fascia rocciosa nel lato destro del canale.
8- L’inizio del tratto più ripido del canale.
9 – 10- La fascia di roccia del lato destro del canale.
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11- Quasi all’uscita in cresta, sotto ai nostri piedi il canale di salita.
12- L’uscita in cresta, alle spalle il Monte Porche.
13- Il Sasso di Palazzo Borghese
14- Veduta verso Nord con i versanti Ovest di Cima Vallinfante e Monte Bove Sud praticamente già senza neve.
15- Slavine sotto al Monte Porche e il Monte Sibilla a destra anch’esso senza neve.
16- L’immancabile scritta sulla pietra di cima al Monte Palazzo Borghese ma ormai scolorita.
17- Veduta verso Sud con il Monte Argentella a sinistra con sopra il Monte Vettore e il Pizzo del Diavolo e la Cima del Redentore sullo sfondo a destra.
18- Arriva Monica in cima.
19- Veduta verso Sud-ovest con Castelluccio, il Piano Grande senza neve e sullo sfondo il Monte Terminillo.
20- Grandi accumuli di neve prodotti dal vento sui canali Ovest del Monte Argentella.
21- Veduta verso Est con il Pian delle Cavalle in primo piano e il Monte Torrone dietro. Sullo sfondo i Monti Gemelli.
22- Dettaglio delle slavine staccatesi dal versante Est del Monte Porche e il Monte Sibilla.
22- La cima del Monte Palazzo Borghese.
22- Il canale di salita visto dalla cresta per il Monte Porche..
23- Il tratto finale del canale di salita con la lama di roccia e la cima del M. Palazzo Borghese visto scendendo verso Fonte della Giumenta.
24- Giochi di ombre al Monte Prata
24- Il tracciato di salita al canale Ovest diretto alla cima del Monte Palazzo Borghese.

In passato ho salito più volte anche il CANALE OVEST DIRETTO PER MONTE PORCHE come indicato nelle immagini nella pagina “I MIEI PERCORSI”, riporto di seguito alcune immagini e la descrizione dell’itinerario per completare il panorama delle possibilità di salita invernali della zona.

Per effettuare la salita del canale Ovest diretto alla cima del Monte Porche si continua il Fosso Brecciaro a sinistra e lo si percorre tutto fino a raggiungere una parte piuttosto stretta, dove in caso di scarso innevamento, occorre risalire una breve paretina rocciosa in genere ricoperta di ghiaccio di colata, oltre la quale si risale la parte più ripida ed incassata del canale, anche qui con pendenze massime di 40 – 45°. Questo punto del canale può essere raggiunto anche dalla Fonte della Giumenta traversando su tracce di sentiero il ripido pendio per entrare nel canale stesso. Quindi il canale si apre e diminuisce la pendenza e in breve si raggiunge la cima del Monte Porche (ore 2,5 da San Lorenzo – ore 2 da Fonte della Giumenta).

25- Il canale Ovest del Monte Porche visto dal suo ingresso dalla Fonte della Giumenta.
26- Salita del 2011, a destra al sole la zona della Fonte della Giumenta da cui si può entrare nel canale di salita.
27- 28- La parte alta del canale.
28
29- Uscita dalla strettoia del canale Ovest del Monte Porche, si prosegue diretti verso la cima, in alto a sinistra la zona del San Lorenzo.
30- La sella Nord Ovest vista salendo verso la cima del Monte Porche.
31- Veduta verso Sud.
32- La parete Nord del Sasso di Palazzo Borghese.
33- Veduta verso Nord con il Pizzo Berro e Il Pizzo Regina..
34- Il tracciato tratteggiato del canale Ovest di Monte Porche già salito in passato, parallelo all’itinerario descritto per il Monte Palazzo Borghese.



MONTE LIETO per la cresta Nord dalla Forca di Gualdo.

Salita classica adatta a tutti dalla Forca di Gualdo (1496 m.) al Monte Lieto (1944 m.) per la cresta Nord passando per il rimboschimento a monte della casetta di pastori.

Di seguito le immagini della giornata.

1 – 2- La cresta Nord di Monte Lieto con il primo tratto di rimboschimento vista dalla stazione di rilevamento sismico a monte della casetta di pastori.
2- (Ph. Monica Capretti)
3- Nuvole arcobalenanti verso il Monte Cardosa.
4 – 5 – Neve fresca all’interno del rimboschimento
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6 – Finalmente usciti dl bosco iniziamo a trovare neve più consistente, alle spalle il Monte Porche.
7- La Cima del Redentore ed il Pian Perduto
8 – 9- Gli ultimi larici isolati prima della cresta.
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10- Finalmente neve ottima sulla cresta, sullo sfondo il Monte Bove Sud ed il Monte Bicco.
11- Il Pian Falcone visto dalla cresta.
12 – 13- Il tratto più ripido della cresta Nord, alle spalle la Forca di Gualdo con la Madonna della Cona dove si dividono le strade per il Monte Prata (sopra) e per Castelluccio (sotto).
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14 – 15- Verso la cima (Ph. Monica Capretti)
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16- Il Pian Perduto, il Monte Argentella e la Cima del Redentore visti dalla cima di Monte Lieto.
17- La cresta che scende dal Monte Lieto al Pian Falcone e la valletta di Valloprare sottostante.
18- In cima al Monte Lieto.
19- Il versante Ovest del Monte Porche (a sinistra) ed il Monte Palazzo Borghese (a destra).
20- I canali Ovest della cima di Forca Viola e del Quarto San Lorenzo
21- Castelluccio ed io Piano Grande con la strada per Forca di Presta.
22- La Cima del Redentore vista dal Monte Lieto.
23- Veduta verso Nord con Camerino che emerge al centro della vallata a sinistra del Monte Careschio ed il Monte San Vicino a destra sullo sfondo.
24- Veduta aerea del Pian Perduto e della conca del San Lorenzo.
25- la cima del Monte Lieto.
26- Strane tracce lasciate da porzioni di neve scivolate a valle dopo il nostro passaggio.
27 – 28 – 29-La Cima del Redentore in tempi diversi con diverse illuminazioni.
28
29
30- Zoom sullo scoglio dell’Aquila glassato da Alpine ice.

Castelluccio non è solo fioritura estiva ma anche d’inverno regala immagini sensazionali in bianco e nero naturale.




CIMA VALLELUNGA, RISALITA DELLA CRESTA NORD-OVEST E VARIANTI DI SALITA

Itinerario inedito ed impegnativo per la lunghezza del percorso, permette di salire la Cima Vallelunga dalla cresta nord-ovest che scende verso la Valle Lunga.

L’itinerario è stato aperto il 25 settembre 2016.

            Essendo
l’itinerario più lungo per raggiungere tale cima non risulta tracciato, non
sono presenti ne sentieri di avvicinamento ne sentiero di salita in quanto al
di fuori dei normali percorsi escursionistici proposti dalle guide ufficiali
dei Monti Sibillini. 

            La cresta presenta
a circa 2/3 della salita un interessante tratto roccioso facilmente superabile
con passaggi di I° grado su roccia.          

Inoltre sono state
proposte altre due impegnative varianti di salita effettuate anni fa ed
anch’esse interessanti perché risalgono il versante nord-ovest e nord di Cima
Vallelunga che rimangono i versanti più distanti da raggiungere e senza altri
itinerari descritti in bibliografia.

Accesso:

La salita alla cresta
nord-ovest di Cima Vallelunga e la variante I prevede come base di partenza Monte
Prata raggiungibile in auto e quindi a piedi per strada sterrata chiusa al
traffico veicolare si raggiunge la Fonte della Giumenta.

La variante II prevede un più lungo accesso con inizio dal parcheggio di Valleria, base di partenza per le escursioni all’Infernaccio e alla Valle del Tenna.

1- In ombra la cresta nord-ovest di Cima Vallelunga oggetto della salita descritta, a sinistra il Monte Priora, visti dalla Valle Lunga.

Avvicinamento per la cresta
nord-ovest e I° variante:  

Dal parcheggio di Monte
Prata si prende la strada sterrata per Fonte della Giumenta (40 minuti).

Dalla fontana si prosegue
per il sentiero classico di salita al M. Porche, dopo circa 20 minuti, raggiunta
la prima sella erbosa (354895,8 E – 4748757 N; 1990 m.), si lascia il sentiero
che si dirige verso destra nel pendio del versante ovest sottostante la cima di
M. Porche e si prende una esile traccia dapprima in lieve salita che attraversa
ripidi pendii erbosi poi sassosi e poi si dirige in piano in direzione della
sella tra M. Porche e Cima di Vallinfante a quota 2030 m che si raggiunge in
15 minuti dove si scopre la Valle Lunga. (355021,7 E – 4749031,3 N; 2040 m.),

Dalla sella si scende
nella valletta sottostante fino alla confluenza con la Valle Lunga in
prossimità di una strettoia rocciosa (355335,8 E – 4749530 N: 1940 m.) da cui
parte l’itinerario n.9 già descritto.

Quindi si prosegue in
discesa su terreno ghiaioso fino a raggiungere il fondo della Valle Lunga.

Si prosegue sempre in
discesa per tutta la valle e in un’ora si raggiungere la base della cresta
nord-est di Cima Vallelunga in corrispondenza di alte formazioni rocciose sulla
destra al limite del bosco sottostante (355593,5 E – 4750941 N: 1550 m.; foto
n.14).

Descrizione salita per la cresta
nord-ovest :

            Dalla
base del primo torrione che rappresenta la parte iniziale della cresta
nord-ovest di Cima di Vallelunga (foto n.. 14 – 16 ), ci si innalza su ripido
pendio erboso alla sua destra fino alla sua sommità.

            Si
prosegue quindi sul filo di cresta superando la sommità rocciosa di un secondo
spuntone roccioso.

            Si
continua in costante e ripida salita fino ad intercettare un tracciato in piano
che proviene dal Casale della Sibilla e si perde nei pendii alla vostra destra
verso la Valle Lunga (356137 E – 4750973 N; 1910 m.; foto n.2).

            Proseguendo
in salita, in circa 45 minuti si raggiunge una sella erbosa che rappresenta la
sommità della prima parte di cresta oltre la quale il pendio si fa meno ripido
(foto n.3 -4).

            Proseguendo
sempre si facile cresta erbosa (foto n. 16) in altri 20 minuti si raggiunge il
tratto più impegnativo della salita, caratterizzato da tre verticali salti
rocciosi (356358,3 E – 4750424,5 N; 2075 m.; foto n. 5)

            Si
superano i tre salti direttamente sul filo di cresta con ripidi passaggi su roccia
di I° grado (foto n. 6 -9) quindi per facile cresta erbosa meno ripida, in
altri 30 minuti, si raggiunge la Cima Vallelunga a quota m. 2221.

Descrizione salita per la I° variante
:

            Questa variante, salita molti anni fa, è più impegnativa del
primo itinerario descritto ed è consigliata solo ad escursionisti esperti.

Dalla base del primo
torrione che rappresenta la parte iniziale della cresta nord-ovest di Cima di Vallelunga
(foto n.. 14 – 16 ), ci si porta ancora a sinistra verso il bosco fino a
superare la sua base.

Qui si inizia una
ripidissima traversata in salita verso sinistra costeggiando il torrione e poi
dirigendosi verso una crestina rocciosa molto lunga che si scavalca (355939,5 E
– 4751089 N; 1735 m.).

Si continua sempre il salita verso
sinistra passando alla base di un tratto ghiaioso e quindi ci si innalza in
verticale verso delle rocce in alto situate sopra al ghiaione e che terminano a
sinistra  con un ripido canalino erboso
molto scivoloso (356102 E- 4751085, 2 N; 1830 m.), in questo tratto, anche
d’estate, è utile una piccozza.

Si supera il canalino
erboso e si intercetta il sentiero che proviene dal Casale della Sibilla  (356137 E – 4750973 N; 1910 m.; foto n.2)
quindi in un’ora di salita si raggiunge la sella erbosa che rappresenta la
sommità della prima parte di cresta raggiunta dal primo itinerario a cui si
rimanda per il completamento della salita (foto n.3 -4).

2- Sul primo tratto di cresta in corrispondenza del sentiero che proviene dal Casale della Sibilla, in fondovalle Capotenna, sullo sfondo il Pizzo Berro a sinistra e il M. Priora a destra.
3- Giunti quasi alla sella, al termine del primo tratto più ripido di cresta, in alto a sinistra i tre torrioni rocciosi intermedi, sullo sfondo a destra la Valle Lunga ed il M. Porche. 

Discesa:

Dalla Cima Vallelunga si percorre la
bellissima cresta fino a M. Porche e quindi per cresta ovest si scende alla
sella raggiunta dal percorso in avvicinamento, quindi alla Fonte della
Giumenta, in tre ore di discesa si raggiunge l’auto a M. Prata.

Oppure giunti al tratto più basso della cresta tra Cima Vallelunga e M. Porche (356188,7 E – 4749243,3 N; 2075 m.) si può scendere in traversata senza tracciato fino alla testata della Valle Lunga caratterizzata da bellissime doline, attraversando il vasto ghiaione (foto n. 18) per andare a prendere una traccia ben visibile più in basso (355510 E – 4749317,8 N; 1955 m.) che scavalca la cresta centrale della valle per dirigersi alla base della cresta nord del M.Porche fino a raggiungere la valletta e la successiva sella tra il M. Porche e la Cima di Vallinfante quindi si raggiunge il M. Prata per l’itinerario di avvicinamento, considerare 2,5 ore di cammino per raggiungere l’auto.

GIANLUCA CARRADORINI            – BRUNO BARTOLAZZI      

25 SETTEMBRE 2016

4- Lasciata alle spalle la sella al termine del primo tratto più ripido di cresta si prosegue su facile cresta erbosa
5- I tre salti rocciosi che caratterizzano la parte centrale della cresta nord-ovest di Cima Vallelunga
6- Sul primo salto roccioso, in fondo la sella al termine del primo tratto più ripido della cresta di salita ben visibile a sinistra.
7- Facili passaggi su roccia sul primo salto
8- Sulla sommità del primo salto roccioso
9- Il superamento dei tre salti rocciosi ed il termine delle difficoltà.
10 – Il Pizzo Berro visto da Cima Vallelunga con una curiosa nuvola sulla cima, a sinistra sullo sfondo il M. Rotondo.

Avvicinamento per la II° variante: 

La seconda variante,
salita nel 1999 risale il lungo ed ampio canalone nord di Cima Vallelunga che
inizia praticamente a Capotenna e da cui è separato da un lunghissimo ed
impenetrabile tratto di boscaglia.

Per questo motivo la
salita lungo il canalone viene effettuata partendo dal parcheggio di Valleria
per l’Infernaccio, si raggiunge quindi Capotenna per il classico itinerario
n.10 quindi si prende il sentiero sulla destra fino a raggiungere il Casale
Rosi.

Dal Casale Rosi si
prosegue un tratturo a tornanti che sale i prati sovrastanti fino all’estremo
margine superiore dove inizia il fitto bosco (356278,8 E – 4752283,5 N; 1250 m.
; foto n. 17 itinerario giallo).

Qui si nota una traccia a
sinistra che si addentra nel bosco e poco dopo si fa più netta e che sale, a
tornanti, fino ai ruderi del Casale Lanza (considerare almeno 3 ore dall’auto),
punto di partenza della variante n.2 dell’itinerario proposto (356956,8 E –
4752071,9 N; 1580 m.).

Il sentiero poi prosegue
fino al Casale della Sibilla ed alla cima del monte Sibilla, questo tracciato
in realtà è descritto nelle guide ufficiali come l’itinerario n.32 del “Guerrin
Meschino” ma attualmente è di difficile ritrovamento per la totale assenza di
segnaletica.

Premetto che il tracciato
completo della variante n.2 è uno dei più lunghi itinerari dei Monti Sibillini,
con un tragitto totale di ben 18 chilometri e 1500 metri di dislivello
pertanto è riservato solo ed esclusivamente ad escursioni ben allenati !!!

Descrizione salita per la II°
variante :

            Dal Casale
Lanza (356956,8 E – 4752071,9 N; 1580 m.) si prende una traccia di sentiero che
prosegue in piano verso destra,  traversa
al di sotto di un ampio crestone roccioso che scende sopra al casale (foto n.17
itinerario rosso) quindi si addentra in un tratto di bosco ed esce al centro
del grande canalone nord di Cima Vallelunga.

            Si risale il
canale mantenendosi al centro, a circa metà salita si supera una strettoia
verso destra (356475,3 E – 4750968,7 N; 1830 m.) quindi si intercetta il
sentiero in piano che proviene dal Casale della Sibilla (vedi primo itinerario)
ed in circa 2 ore si raggiunge una barriera rocciosa posta sotto alla cresta
sommitale che si supera spostandosi a destra salendo un canalino roccioso posto
sulla verticale della cima (356561,5 E – 4750478,3 N; 2105 m.).

            Con facili
passaggi su ripide roccette si esce sulla cresta nei pressi della cima.

Discesa per la II° variante :

            Da Cima
Vallelunga si scende per cresta alla sella del M. Sibilla quindi per tracce di
sentiero al sottostante Casale della Sibilla (357001,2 E – 4751426,1 N; 1890
m.) e per più evidente sentiero con ripidi tornanti al Casale Lanza per
itinerario descritto in bibliografia (foto n. 17 itinerario verde).

            Quindi dal Casale Lanza si ritorna al parcheggio di Valleria per l’itinerario di avvicinamento, considerare almeno 4 ore per la discesa da Cima Vallelunga all’auto.

GIANLUCA CARRADORINI – GIANCARLO CARRADORINI      LUGLIO 1999.

11- L’inviolata ma friabilissima cresta est di Cima Vallelunga con curiose “finestre”, scende verso il “Ramatico”, sullo sfondo la Valle del Lago di Pilato con il M. Vettore a sinistra ed il Pizzo del Diavolo a destra.
12- Frana prodotta dal terremoto del 24 agosto 2016 sulla cresta tra Cima Vallelunga e M. Porche
13- Altra frana prodotta dal terremoto del 24 agosto 2016 sulla cresta tra Cima Vallelunga e M. Porche, a sinistra la Cima Vallelunga, a destra il M. Sibilla.
14-  La cresta nord-ovest di Cima Vallelunga con i percorsi di salita integrali vista dalla Cima Cannafusto, a destra la Vallelunga ed il M. Porche
15- Dettaglio della prima parte della cresta nord-ovest di Cima Vallelunga con i percorsi di salita.
16- Dettaglio della seconda parte della cresta nord-ovest di Cima Vallelunga con i percorsi di salita.
17- Il M. Sibilla e Cima Vallelunga visti dalla sella del Pizzo Berro con i tracciati di avvicinamento, salita e discesa della variante 2.
18- La testata della Valle lunga con le caratteristiche doline ed il percorso alternativo di discesa.

CARTE
SATELLITARI DEL PERCORSO  E DETTAGLIO
SALITE CON:             

GIALLO: Percorso di avvicinamento

ROSSO:
Percorso proposto

VERDE:
Percorso di discesa




MONTI SIBILLINI POST SISMA : MONTE PORCHE E MONTE PALAZZO BORGHESE

Il 6 ottobre 2017, partendo dal parcheggio di Monte Prata riaperto al traffico veicolare in quanto la strada di accesso è stata attraversata dalla scarpata cosismica del terremoto del 30 ottobre 2016, abbiamo raggiunto il Monte Porche e il Monte Palazzo Borghese per il classico sentiero da Fonte della Giumenta.

Di seguito ciò che abbiamo osservato.

GIANLUCA CARRADORINI, ANDREA CARRADORINI, DAVIDE ANSOVINI 

6 OTTOBRE 2017.

1

1-2  La faglia cosismica nelle placche rocciose (chiazza bianca a contatto con l’erba) e nel pendio erboso (frattura) sotto alla strada di Monte Prata poco prima del parcheggio

2
3

3 – 4- Le condizioni della strada per il Monte Prata 100 metri prima del parcheggio dei campi da sci (che si vede sullo sfondo).

4
5- La strada del Monte Prata, sullo sfondo la Cima del Redentore.
6

6 – 7- Il versante ovest del Monte Porche con la scarpata cosismica, in due situazioni di illuminazione diverse, sopra al mattino presto, sotto al pomeriggio

7
8- La scarpata cosismica nella cresta sud del Monte Porche
9-Il Sasso di Palazzo Borghese visto dalla cresta sud del Monte Porche e la scarpata cosismica che sale dalla valletta sottostante.
10

10 – 11- Le “modeste” dimensioni (rispetto allo Scoglio dell’Aquila) della scarpata cosismica del Monte Porche.

11
12- Stazione di Mirtillo (Vaccinium myrtillus) in versione autunnale nel versante nord del M. Palazzo Borghese.
13- Il versante sud del Monte Porche con la frattura, visto dal Monte Palazzo Borghese.
14- Versante sud del Sasso di Palazzo Borghese con frane (chiazze bianche) e conoidi detritiche nel canalone sottostante, 6 ottobre 2017.
15- Versante sud del Sasso di Palazzo Borghese senza frane, 15 ottobre 2013.
16- L’intera parete sud del sasso di Palazzo Borghese con frane e grandi conoidi detritiche di frana nel fosso sottostante, documentato come prima salita effettuata da noi il 15 aprile 2016 (itinerario n.11) ed ormai irripetibile per molti anni a causa della pericolosità dei detriti ancora mobili. 
17- Grandi massi staccati dalla parete ed in parte ancora in bilico nel canalone sottostante
18- L’attacco della nostra via di roccia (descritta nel mio libro I MIEI MONTI SIBILLINI Anno 2011) ed il canale di accesso pieno di detriti.
19

19 – 20- Grandi frane ovunque sulla già friabile parete sud del Sasso di Palazzo Borghese.

20
21- La parete sud di Sasso di Palazzo Borghese vista salendo verso la cima di M. Palazzo Borghese.
22- Il versante nord-ovest del Monte Argentella, sullo sfondo a destra la Cima del Redentore, al centro il Monte Vettore.
23

23 – 24- Le due “piccole” scarpate cosismiche del Monte Argentella, che salgono dalla Valle delle Fonti (vedi itinerario n.34). Nella foto sotto sono indicate delle stazioni di piante alpine molto rare (foto 25-26)

24
25- Papaver alpinum subsp. ernesti-mayeri presente nei Monti Sibillini solo al Lago di Pilato e M. Argentella.
26- Geranium argenteum presente nei Monti Sibillini solo nella stazione indicata nella foto n.24.