FOSSO DI FONTE LARDINA – FAGLIA DI SELVA RIBERTA

A valle della stazione sciistica di Sassotetto, nel Comune di Sarnano, poco al di fuori del margine Est del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, si apre una selvaggia valle poco conosciuta formata dal Fosso di Fonte Lardina.

Le pareti rocciose presenti ai lati del fosso formano un tipico ambiente di forra appenninica inoltre, nella parte iniziale delle pareti della sinistra orografica (pareti di destra in salita), si apre una suggestiva spaccatura nella roccia percorroibile, formata da una faglia tettonica.

L’escursione non presenta particolari difficoltà ma, come per tutti gli ambienti rupestri e di forra, necessita di adeguate calzature antiscivolo.

ACCESSO: L’imbocco del Fosso di Fonte Lardina si raggiunge in auto da Sarnano, prendendo le indicazioni per Sassotetto. Dopo circa 6 chilometri si raggiunge la frazione di Piobbico. Si prosegue per altri 300 metri fino al primo tornante sopra il quale è presente una deviazione a sinistra che conduce al piazzale della vecchia stazione della funivia (foto n.1) dove si parcheggia (358157,5 E – 4762982 N; 820 m).

La funivia è stata costruita nel 1963 per collegare la frazione Piobbico, a 820 metri, con Fonte Lardina, a 1280. Soppiantata dalla strada asfaltata, è caduta in disuso da ormai da più di trenta anni ed è rimasta come mostro ecologico della zona senza che nessuno si sia preoccupato di demolirla.

DESCRIZIONE: Dal muraglione della stazione della funivia inizia in salita un tratturo che in breve conduce ad una captazione di acquedotto (foto n.4). Si prosegue su sentiero in leggera salita fino a raggiungere la base delle pareti del fosso (15 minuti, foto n.32), qui occorre guardare in alto in quanto un cavo di acciaio di servizio, penzolante dai cavi di sostegno, indica il punto di salita alla faglia (3557680 E – 4763066,5 N; 885 m.).

SALITA DEL FOSSO

Per inoltrarsi nel fosso si prosegue il sentiero fino a raggiungere le pareti di destra stillicidiose, solo dall’inverno alla primavera, per poi scendere nel fondo roccioso del fosso che si risale faticosamente fino alla parete della foto n.31 che lo chiude in alto, scivolosissima anche d’estate per la presenza di muschi che ne interrompe la prosecuzione (45 minuti).

Il fosso è caratterizzato da alberi altissimi (carpino nero) e tratti molto ripidi e scivolosi che lo rendono di non agevole percorrimento.

SALITA ALLA FAGLIA

Per raggiungere invece la faglia tettonica, una volta raggiunta la prima parete rocciosa al fianco destro del sentiero (foto n.32) si sale il successivo pendio ghiaioso a destra (in salita) su traccia di sentiero, poco dopo il cavo penzolante dall’alto, fino a raggiungere la base delle pareti rocciose di colore rosso strisciate di nero (foto n.34) poste una cinquantina di metri più in alto del sentiero.

Costeggiando il ripido terreno roccioso verso destra alla base della parete (foto n. 35-36) si raggiunge l’ingresso nascosto della spettacolare faglia che si attraversa fino al fosso opposto (foto n.37 in poi)

RITORNO: stesso itinerario.

Di seguito le immagini del percorso proposto.

1- La vecchia funivia per Sassotetto, ormai ridotta ad un rudere.
2- Nel tepore di un trasformatore di un quadro elettrico aperto posto in un palo nei pressi della stazione delle cimici trovano riparo dal freddo.
3- La giornata, caratterizzata da bufere di neve in quota, ci ha spinto nella più riparata Forra di fondovalle.
4- Il sentiero che dalla stazione della funivia sale verso il Fosso di Fonte Lardina con la captazione dell’acquedotto
5- Il Fosso di Fonte Lardina, sopra allo scoglio in alto sullo sfondo a destra passa la strada per Sassotetto.
6 – 8 -Le alte pareti stillicidiose delle pendici basali del versante Est del Monte Sassotetto.
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9 – 10 -La parete di ingresso al Fosso di Fonte Lardina, nel suo lato destro si apre la frattura tettonica percorribile.
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11- Continuando il sentiero verso il Fosso si raggiungono delle zone stillicidiose alla base delle pareti.
12 – 15 -Lo stillicidio dell’acqua con la formazione di muschi ad Eucladium e Palustriella ha creato delle formazioni travertinose (pietra spugna)
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16- Fasi di risalita del Fosso che si restringe man mano che si sale
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19- Sotto alle pareti di destra, tra la vegetazione, si intravede anche una piccola grotta.
20- La piccola grotta
21 – 22 -Altissimi alberi caratterizzano il fondo del Fosso.
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23 – 24 – Nella prima parte del fosso è presente anche una piccola cascata.
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25 – 27 -Salendo nel fosso il terreno si f sempre più ripido
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28 – 30 -Il fosso si restringe ed è sempre caratterizzato da alti alberi.
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31- Fino ad arrivare ad un masso con salto roccioso scivolosissimo che per il momento ferma la nostra prosecuzione.

LA FAGLIA TETTONICA DELLA SELVA RIBERTA

32- Al ritorno visitiamo la faglia della Selva Riberta, si sale il pendio ghiaioso sulla destra della foto in corrispondenza di un cavo di acciaio spezzato che scende dalla funivia.
33- La piccola grotta sotto alla faglia.
34 – La parete rocciosa sopra al sentiero dove, a destra, si apre la faglia tettonica.
35 – 36 – Il ripido pendio alla base della parete prima di arrivare alla faglia.
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37 -La faglia tettonica della Selva Riberta, una spaccatura che permette di aggirare la parete rocciosa sovrastante e proseguire nel canalone opposto.
38 – 39 -L’ingresso della faglia caratterizzata da una piccola quercia che sale secondo la disposizione della parete.
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40 – 41 – L’uscita della faglia con una seconda quercia che sembra anch’essa seguire l’andamento della parete.
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42 – Dopo l’uscita la faglia prosegue ancora per pochi metri.
43 – 45 – Altre immagini della faglia tettonica.
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46 – 51 – Sulla parete sopra alla faglia.
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52 – 53 – Usciamo dalla faglia per riprendere il sentiero di raggiungimento
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54 – Pianta satellitare del percorso proposto.
55- Dettaglio del percorso per la faglia tettonica.



MONTE SASSOTETTO una affilata cresta poco conosciuta ed un fenomeno atmosferico rarissimo.

La lunga cresta Est del Monte Sassotetto, di circa un chilometro di lunghezza, si innalza dalla Forcella del Monte Valvasseto per arrivare, con qualche breve interruzione, fino alla sua cima dove, poco al di sotto, è presente un altissimo traliccio metallico con ripetitori, contornando il versante Nord deturpato dagli impianti di risalita delle piste da sci.

La risalita della cresta è facile ma presenta alcuni passaggi aerei larghi neppure un metro ed un versante Nord verticale che precipita verso i campi da sci di Sassotetto che rendono emozionante questo itinerario.

L’itinerario decritto non è certamente nuovo, percorso già da alcuni decenni ed in tutte le condizioni, non mi risulta riportato nella bibliografia dei Monti Sibillini.

Il 4 gennaio 2023 ho percorso questa cresta in assenza di neve e condizioni quasi primaverili, sono ritornato il 10 gennaio dopo una lieve nevicata e forte vento ed una terza volta il 20 gennaio con ancora più neve per mostrare come la neve trasforma la cresta in un ambiente quasi di alta quota e soprattutto che ogni salita in montagna non è mai uguale all’altra e ciascuna regala emozioni e visioni diverse.

Inoltre il 20 gennaio ho assistito, per la terza volta nella mia carriera di salitore di montagne, al rarissimo fenomeno della Diamond Dust, detta anche polvere di diamante.

Questo è un tipo di nube che si forma in prossimità del suolo, composta da piccoli cristalli di ghiaccio, e proprio per questa loro composizione, la polvere di diamante è anche considerata anche come una precipitazione a cielo sereno, questo particolare fenomeno è sconosciuto alla maggior parte della gente ed essendo formato da cristalli di ghiaccio submillimetrici sospesi in aria è anche molto difficile da fotografare. 

Il fenomeno si forma quando della nebbia (vapore acqueo) a temperatura maggiore sale di quota verso la montagna ed incontra uno strato di aria a temperatura minore, provocando un aumento dell’umidità relativa vicino al suolo: se questo aumento dell’umidità relativa supera una certa soglia, si formeranno i cristalli di ghiaccio che danno vita al Diamond Dust.

La salita della cresta può essere effettuata direttamente dalla Pintura di Bolognola salendo ai Piani Gra sovrastanti e quindi al Monte Valvasseto per ridiscendere verso Ovest su traccia di sentiero di fianco alla Falesia della Palestra di Arrampicata quindi si attraversa la valletta de La Forcella, caratterizzata da bruttissimi tralicci dell’alta tensione, dirigendosi verso le Grotte di Monte Sassotetto già descritte in un precedente itinerario dell’Aprile 2021 a cui si rimanda.

Dalla Grotta grande si risale un canalone erboso alla sua sinistra per prendere la cresta rocciosa che in breve, con facili passaggi su roccette, conduce alla antecima superiore, da cui parte la lunga cresta verso Ovest in direzione della cima del Monte Sassotetto.

Oppure si può risalire direttamente a La Forcella parcheggiando sulla curva della strada Pintura di Bolognola-Sassotetto in corrispondenza del cartello indicante la palestra di arrampicata della Falesia di M.Valvasseto.

Quindi si risale il pendio sovrastante su comodo sentiero e si raggiunge la valletta de La Forcella da cui si raggiungono le Grotte del M. Sassotetto da dove parte la cresta in oggetto.

Raggiunta l’antecima sovrastante La Forcella si percorre la aerea cresta, evitando il più basso e banale sentiero che passa a mezza costa a sinistra nel versante Sud, fino a raggiungere una conca dove iniziano gli impianti di risalita del versante Nord.

Qui parte un secondo tratto di cresta molto più ripido che, con ripidi ma facili passaggi su roccette, conduce fino alla cima del Monte Sassotetto con il grande traliccio.

Oppure, una volta arrivati alla conca nei pressi degli impianti di risalita si può traversare verso sinistra nel versante Ovest passando alla base della alta parete rocciosa che caratterizza questo versante del Monte Sassotetto fino ad un ripido canale erboso che si risale con attenzione fino al grande traliccio sovrastante (355786 E – 4762924,5 N; 1624 m.) .

Nella parete Ovest sono presenti anche due vie su roccia di media difficoltà attrezzate con Spit per effettuare la salita in sicurezza.

Per la discesa si ripercorre lo stesso itinerario di salita.

Di seguito le immagini delle due diverse giornate di salita.

4 Gennaio 2023

1- Il cartello presente sulla strada Bolognola-Sassotetto che indica le vie di arrampicata della Falesia di Monte Sassotetto.
2- A destra la Grande Grotta del versante Sudest del Monte Sassotetto da cui parte la lunga cresta verso Ovest.
3- Il punto di inizio della salita della cresta del Monte Sassotetto, sopra la Grande Grotta.,
4- La lunga cresta del Monte Sassotetto precipita verticalmente sui sottostanti campi da sci e con la cima più alta sullo sfondo dove è visibile il grande traliccio metallico.
5 – 9 – I tratti più stretti della lunga cresta
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10- La conca posta nei pressi degli impianti di risalita, la cresta rocciosa riprende ancora più ripida nei pressi della cima posta di fronte.
11- Tratti di facile arrampicata della cresta rocciosa finale.
12- L’intera cresta percorsa vista dall’ultimo tratto prima della cima, sullo sfondo a destra il Monte Valvasseto.
13- Il tratto finale della lunga cresta.
14- L’uscita del camino del versante Ovest dove è presente una via su roccia attrezzata come visibile dagli spit poco sotto i miei scarponi.
15- La cima del Monte Sassotetto con il grande Traliccio.
16- Veduta verso Nord sui sottostanti campi da sci di Sassotetto con il Pizzo di Mèta a destra.
17- Nebbia sulla cresta appena percorsa.

10 Gennaio 2023

1- La cresta Est del Monte Sassotetto vista da La Forcella, all’apparenza poco interessante.
2- Il Monte Bove Nord sferzato dal vento.
3 – 4- Le rocce della cresta rivestite di alpine ice.
4- Sulla destra La Forcella e il Monte Valvasseto, sullo sfondo il Monte Castel Manardo.
5- Sempervivum arachnoides rivestito di galavernia.
6- Veduta dalla cresta con, da sinistra, il Pizzo Regina, Pizzo Berro e Monte Acuto.
7- Il primo tratto di cresta a monte de La Forcella, dove si vedono i tralicci dell’alta tensione, con le rocce rivestite di ghiaccio.
8- La cresta vista dall’anticima verso la lontana cima del Monte Sassotetto.
9 – 15- I tratti più stretti della lunga cresta fotografati sei giorni prima in assenza di neve, la neve cambia l’aspetto della montagna
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16 – 17- Neve modellata dal vento nella conca prima degli impianti di risalita.
18- Il Pizzo di Mèta con Recanati, Osimo ed il Monte Conero sullo sfondo.
19- La cima del Monte Sassotetto con la ripida cresta e la parete rocciosa del versante Ovest.
20- I campi da sci e Sassotetto visti dalla verticale cresta sovrastante.
21- Il versante Ovest del Monte Sassotetto presenta una alta parete rocciosa dove è presente anche un piccolo riparo di pietre alla sua base, a destra la lunga cresta di salita.
22- La parete Ovest del Monte Sassotetto con le due vie su roccia attrezzate.
23- Il canalino roccioso di risalita sulla sinistra della parete.
24 – 26- Risalita del ripido canalino roccioso della parete Ovest del Monte Sassotetto.
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27- La cima del Monte Sassotetto con il grande ripetitore.
28- Vento forte in quota.
29 – 30- La discesa dalla cresta rocciosa salita sei giorni prima senza neve.
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31- La Falesia del Monte Valvasseto dove sono presenti le vie della foto n.1, vista da La Forcella, a destra il canalino erboso di discesa.
32- Profilo umano nelle rocce intorno a La Forcella al tramonto con lo sfondo del Mare Adriatico.

20 GENNAIO 2023

1 – 2- Il rarissimo fenomeno della Polvere di diamante alla Pintura di Bolognola.
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3- Nuvola di nebbia formata da microcristalli di ghiaccio scompone la luce del sole.
4- I Piani Gra, a monte della Pintura di Bolognola.
5- Salita al Monte Valvasseto.
6- Orme di volpe paradossalmente in rilievo, l’animale è passato sulla neve fresca comprimendola, successivamente il vento ha portato via la neve polverosa fresca lasciando le orme compresse in rilievo.
7- Salti di lepri.
8- 9 – In cima al Monte Valvasseto.
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10- La cresta del Monte Sassotetto vista dal Monte Valvasseto, nel bosco di destra si apre la grande grotta.
11- Il ripido pendio scendendo dal Monte Valvasseto verso la Forcella, nei pressi della falesia di arrampoicata.
12 – 14- Immagini dallinterno della grande grotta di Monte Sassotetto.
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15- 18- La lunga cresta di Monte Sassotetto.
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33- Il tratto di salita dal M. Valvasseto e La forcella verso la cresta Est del Monte Sassotetto.
34- Il percorso della lunga cresta del Monte Sassotetto.
35- La salita all’ultimo tratto di cresta con il percorso invernale (in celeste) e le due vie su roccia del versante Ovest.
36- Pianta satellitare del percorso proposto.



LE GROTTE DI MONTE SASSOTETTO

Nel versante Sud-est del Monte Sassotetto, di fronte alla palestra di roccia del Monte Valvasseto, si aprono delle interessanti cavità poco conosciute e facili da raggiungere.

ACCESSO: Dalla Pintura di Bolognola si prosegue in auto per la strada Provinciale n.120 per altri 1200 metri in direzione di Sassotetto – Monte Ragnolo. Si costeggia la grande faggeta di Piani Gra fino ad un canalone dove inizia un rimboschimento a pini e al lato destro della strada si trova praticamente una discarica piena di mucchi di terra e rifiuti vari di cui all’apparenza nessuno si è mai accorto. Si parcheggia (356441 E – 4762082 N; 1395 m.) e si prende il sentiero che sale il pendio, evidenziato con cartellone di legno, verso le vie della palestra di roccia del versante Nord di Monte Valvasseto (1526 m.).

DESCRIZIONE: Dal sentiero con una breve salita si raggiunge il bel pianoro erboso della “Forcella” caratterizzato da una linea di tralicci di alta tensione che sale dalla centrale idroelettrica di Bolognola per scendere verso Sarnano, a destra si raggiunge la evidente falesia dove è presente la palestra di roccia mentre per raggiungere le grotte proposte ci si dirige verso sinistra in direzione Nord a costeggiare una grande faggeta presente nel versante Sud-est del Monte Sassotetto.

Ci si dirige nel vertice più alto della faggeta dove al margine del bosco, ma visibile solo all’ultimo momento, si apre la grande grotta alla base di un alto torrione roccioso (356717,6 E – 4762432,7 N; 1500 m.). Poco più in alto nella stessa cresta rocciosa, fuori del bosco, è presente una seconda cavità più piccola raggiungibile salendo un ripido pendio alternato a roccette.

Mentre per raggiungere le altre grotte più profonde, ci si riporta alla base del torrione della grotta grande, lo si aggira nel bosco per continuare in quota verso Nord-est su pendio rupestre in direzione di una parallela cresta rocciosa dove già da lontano si notano le altre due cavità.

Queste ultime due grotticelle (356775 E – 4764259,7 N; 1485 m.) sono più piccole ma più profonde, quella inferiore raggiunge una profondità di oltre cinque metri e ci si entra solo carponi.

Dalle grotticelle si consiglia di salire il piacevole pendio rupestre soprastante che sale fino alla panoramicissima e rocciosa cresta del Monte Sassotetto in cui si scopre il versante Nord del monte con il paese di Sassotetto sottostante e gli impianti sciistici. Dalla cresta si può raggiungere la cima di Monte Sassotetto percorrendola tutta fino alla evidente sommità deturpata da grandi ripetitori (356134,5 E – 4762735,5 N; 1545 m.).

DISCESA: Dal Monte Sassotetto si ritorna indietro per la cresta di salita e si scende per una cresta rocciosa che si dirige verso la Forcella da cui si riprende l’itinerario di salita.

Ritornati alla Forcella si consiglia di visitare la falesia del Monte Valvasseto dove è stata allestita una palestra di roccia con vie piuttosto impegnative, dirigendosi per traccia di sentiero fino alla base dei torrioni rocciosi che formano la falesia.

1- Il pendio Sud del Monte Sassotetto con la faggeta che bisogna costeggiare per raggiungere la grotta grande, visto dalla Forcella.
2 – 3-Il torrione roccioso che forma la grotta grande, al vertice superiore della faggeta.
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4- La grotticella posta nella cresta rocciosa più in alto della grotta grande
5 – 6- La grotta grande
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7 – 8- Vedute dall’interno della grotta grande
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9- Le dimensioni della grotta grande
10 – 11- Le grotticelle poste verso Nord-est, più piccole ma più profonde.
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12- La grotta inferiore, molto profonda.
13- La grotta superiore, più alta ma meno profonda.
14 – 15- La palestra di roccia del Monte Valvasseto in primo piano a sinistra ed il Monte Acuto e Pizzo Tre Vescovi sullo sfondo, visti dall’interno della grotta superiore.
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16- La struttura rocciosa che forma le due grotticelle.
17- La cresta Nord-est del Monte Sassotetto con la cima sullo sfondo caratterizzata da grandi ripetitori
18- Il Monte Valvasseto con la falesia della palestra di roccia in primo piano ed il Monte Castel Manardo sullo sfondo, visti dalla cresta del Monte Sassotetto.
19- Il Monte Valvasseto con la falesia della palestra di roccia in primo piano e la valletta sottostante denominata “la Forcella” con, a destra, la strada da cui si accede alla zona.
20- L’abitato di Sassotetto visto dalla cresta del monte omonimo.
21- La cresta rocciosa di discesa, posta di fronte alla grande grotta visibile al vertice superiore della faggeta.
22- Piccola finestra posta nella cresta rocciosa di fronte alla grotta grande da cui si scende dopo aver raggiunto il Monte Sassotetto.
23- Primi fiori primaverili: Iberis saxatilis
24- Crocus vernus
25- Noduli di Calcedonio sul calcare della zona.
26- Il percorso di raggiungimento della grotte visto dalla falesia della palestra di roccia del Monte Valvasseto.
27- Pianta satellitare del percorso proposto.