MONTE VALVASSETO – IL RIPARO DI CAMPOMAGGIORE

Nelle pendici boscose del versante Est del Monte Valvasseto si innalzano dei torrioni rocciosi che nascondono piuttosto bene una profonda cavità denominata il Riparo di Campomaggiore.

Il Monte Valvasseto, una piccola cima dei Monti Sibillini facilmente raggiungibile dalla Pintura di Bolognola salendo senza tracciato per i Piani Gra, nasconde numerose sorprese nei suoi dintorni, come riportato nei miei precedenti articoli :

  • LE FINESTRE DEI MONTI SIBILLINI: L’arco del Monte Valvasseto
  • MONTE VALVASSETO E MACCHIA TONDA
  • PIANI GRA : IL ROSETO DEI MONTI SIBILLINI
  • LE GROTTE DL MONTE SASSOTETTO – MONTE VALVASSETO
  • MONTE SASSOTETTO, UNA AFFILATA CRESTA POCO CONOSCIUTA
  • SASSOTETTO – VALLE TRE SANTI PER CAMPOMAGGIORE
  • VALLE TRE SANTI – PINTURA DI BOLOGNOLA

Pertanto tale itinerario può essere abbinato ad uno degli altri precedentemente descritti per completare una giornata di escursioni.

Il Riparo di Campomaggiore si raggiunge direttamente dalla cima del Monte Valvasseto (1526 m.) , scendendo verso Est per prati, si attraversa una piccola lingua di bosco e si prosegue ancora per prati in discesa fino a quota 1410 metri quindi si entra nel bosco (357467,5 E – 4761762 N) seguendo una traccia di sentiero in netta discesa che si fa più visibile nel bosco (con strisce plastiche bianco/rosse in parte degradate e che si inoltra poi nella zona del versante Nord denominata “Forcaccio” foto n.3), girando nettamente verso Est per un altro centinaio di metri di dislivello fino a raggiungere, a destra, un profondo vallone incastonato tra alte pareti rocciose dove, all’imbocco, sono presenti alcuni ometti di pietra.

Si scende con attenzione nel ripido canalone boscoso delimitato da pareti rocciose che si innalzano man mano che si scende, dopo poche decine di metri, nella parete sinistra, si apre una piccola cavità e poco sotto una ampia finestra (foto n.10), entrando nella finestra si aggira lo spigolo e, dalla parte opposta, si segue una cengia sotto alte pareti rocciose dove si apre la grande cavità. (1 ora dalla cima del Monte Valvasseto, 1330 metri circa).

La cavità è inserita nel Catasto delle grotte della Regione Marche ma le coordinate GPS riportate nei navigatori satellitari non sono precise per cui se, nonostante le indicazioni, non si ritrova la cavità, occorre girovagare un po’ tra i torrioni rocciosi facendo attenzione ai ripidi pendii all’interno del bosco ma ciò aumenta solo il fascino dell’esplorazione.

Ritornando nel vallone di discesa, prima di riprendere l’itinerario di ritorno, si può scendere ancora una cinquantina di metri costeggiando le pareti per raggiungere una larga e alta faglia attraversabile che separa in due parti la parete di sinistra.

Di seguito le immagini dell’escursione.

1- Il prato del versante Nordest sottostante la cima del Monte Valvasseto, a sinistra il Monte Rotondo
2- Il termine del prato e la zona dove si deve entrare nel bosco.
3- Il bosco con la traccia di sentiero delimitata da strisce plastiche bianco/rosse (nella pianta in primo piano a destra) in parte degradate e scolorite.
4- Il sentiero a sinistra e l’ometto di pietra a destra che indica l’imbocco del canalone roccioso dove si apre la cavità descritta.
5- Qui è ben visibile l’imbocco del canalone nel bosco.
6- La prima parte del ripido canalone delimitato da torrioni rocciosi da entrambe le parti.
7- Più si scende nel canalone e più si innalzano le pareti.
8- La prima piccola cavità che si incontra nella parete di sinistra
9- Una ragnatela splendidamente illuminata all’interno del bosco, quest’anno i boschi erano pieni di ragnatele come non avevo mai visto.
10- La finestra che bisogna attraversare per aggirare lo spigolo roccioso oltre il quale si apre il Riparo di Campomaggiore.
11- La cengia oltre la finestra.
12- E da lontano si vede già l’ampio Riparo di Campomaggiore.
13 – 19 – Il Riparo di Campomaggiore.
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20- La faglia posta nel vallone un po’ più in basso della finestra della foto n.10.
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24- Il torrione dove si apre il Riparo di Campomaggiore visto dal bosco sovrastante, sullo sfondo il versante Nord del Monte Castel Manardo
25- Pianta satellitare del percorso proposto.



LE FINESTRE DEI MONTI SIBILLINI parte 2 settore Nord. LA FINESTRA DELLA Via Maurizi-Taddei, LA FINESTRA DELLA CENGIA DEI FIUMARELLI E L’ARCO DEL MONTE VALVASSETO.

Nel settore Nord dei Monti Sibillini sono presenti altre “finestre” o Archi di roccia naturali molto suggestive.

LA FINESTRA DELLA VIA MAURIZI-TADDEI AL M. BOVE NORD.

La prima è la Finestra della Via Maurizi-Taddei nel versante Nord di Monte Bove Nord ed in particolare nello Spalto Occidentale.

La descrizione dell’itinerario per raggiungere la finestra è riportata a pagina 40 del mio libro “I MIEI MONTI SIBILLINI” a cui rimando, ricordo che è inserita in una via di roccia pertanto è consigliata solo a persone che abbiamo esperienza alpinistica.

Credevo che il terremoto avesse cancellato questa meraviglia della natura che invece ha retto bene ed è ancora in piedi.

Ricordo che attualmente la via è inserita nella zona di protezione del Camoscio Appenninico e si può raggiungere solo nel periodo che va dal 16 luglio al 30 aprile e previa comunicazione, ai sensi del D.D. 384/2014 , almeno 2 giorni prima della data prevista per l’attività alpinistica, al Collegio Regionale delle Guide Alpine delle Marche tramite il seguente indirizzo di posta elettronica: info@guidealpinemarche.com.

Di recente sui social sono apparse foto dell’itinerario ed in particolare della finestra realizzate al di fuori del periodo indicato e ovviamente senza alcuna autorizzazione, consiglio pertanto di non pubblicare foto di zone comprese all’interno dell’area protetta scattate al di fuori di tale periodo per non incorrere in sanzioni.

1- La finestra della Via Maurizi-Taddei al Monte Bove Nord in un a vecchia foto prima del terremoto.

FINESTRA DELLA CENGIA DEI FIUMARELLI o FOSSO LA FOCE

Descritta in bibliografia per la prima volta a pagina 42 del mio libro “I MIEI MONTI SIBILLINI” a cui rimando e in successivi e reportage del 20 giugno 2021 e del 3 novembre 2022 riportati sempre in questo sito.

1- La finestra della Cengia dei Fiumarelli
2- Affacciati alla finestra si scoprono le cascate del Fosso >a Foce.

ARCO DEL MONTE SASSOTETTO

Un piccolo arco di roccia è presente nel versante Ovest del Monte Sassotetto, riportato nell’itinerario: “LE GROTTE DEL MONTE SASSOTETTO” del 3 aprile 2021 a cui rimando.

ARCO DEL MONTE VALVASSETO

Un altro piccolo arco di roccia naturale è presente nei torrioni rocciosi del versante Ovest del Monte Valvasseto, il versante opposto alla palestra di roccia, facilmente raggiungibile dalla Pintura di Bolognola attraversando i Piani Gra.

Riporto il facile itinerario richiestomi gentilmente da alcuni amici.

ACCESSO: Si parcheggia alla Pintura di Bolognola e si sale a piedi per la strada che conduce alla pista da fondo Piano Gra- Macchia Tonda.

Giunti alla grande faggeta di Macchia Tonda la si percorre nel suo bordo sinistro in direzione del Monte Valvasseto. Giunti al termine del bosco si trova una traccia di sentiero che, il leggera salita, conduce nettamente a destra verso uno scoglio a forma di testa di Tartaruga.

Si passa sotto allo scoglio e si sale per un pendio ghiaioso in direzione di una fascia rocciosa continua, sempre traversando verso destra, si costeggiano le rocce fino a raggiungere l’arco, coperto da una folta vegetazione.

In zona ci sono anche altre particolarità molto interessanti da osservare, come indicato nei reportage del 04/11/2020, 1802/2021 e del 25/06/2022.

1- Superata la faggeta si nota a destra lo scoglio simile ad una testa di tartaruga sotto al quale si passa per raggiungere l’Arco del Monte Valvasseto.
2- Lo scoglio a forma di testa di Tartaruga con i Piani Gra ed il Monte Rotondo sullo sfondo.
3- Sulla sommità della fascia rocciosa che forma l’arco, sullo sfondo il Monte Castel Manardo.
4 – 7 – L’arco di roccia del Monte Valvasseto.
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8- Il piccolo arco di roccia lascia passare la luce del sole mattutino che illumina la piante posta al suo ingresso.
9 – 10 – L’arco visto dalla sua sommità.
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11- Pianta satellitare del breve itinerario per raggiungere l’Arco del Monte Valvasseto.



MONTE SASSOTETTO una affilata cresta poco conosciuta ed un fenomeno atmosferico rarissimo.

La lunga cresta Est del Monte Sassotetto, di circa un chilometro di lunghezza, si innalza dalla Forcella del Monte Valvasseto per arrivare, con qualche breve interruzione, fino alla sua cima dove, poco al di sotto, è presente un altissimo traliccio metallico con ripetitori, contornando il versante Nord deturpato dagli impianti di risalita delle piste da sci.

La risalita della cresta è facile ma presenta alcuni passaggi aerei larghi neppure un metro ed un versante Nord verticale che precipita verso i campi da sci di Sassotetto che rendono emozionante questo itinerario.

L’itinerario decritto non è certamente nuovo, percorso già da alcuni decenni ed in tutte le condizioni, non mi risulta riportato nella bibliografia dei Monti Sibillini.

Il 4 gennaio 2023 ho percorso questa cresta in assenza di neve e condizioni quasi primaverili, sono ritornato il 10 gennaio dopo una lieve nevicata e forte vento ed una terza volta il 20 gennaio con ancora più neve per mostrare come la neve trasforma la cresta in un ambiente quasi di alta quota e soprattutto che ogni salita in montagna non è mai uguale all’altra e ciascuna regala emozioni e visioni diverse.

Inoltre il 20 gennaio ho assistito, per la terza volta nella mia carriera di salitore di montagne, al rarissimo fenomeno della Diamond Dust, detta anche polvere di diamante.

Questo è un tipo di nube che si forma in prossimità del suolo, composta da piccoli cristalli di ghiaccio, e proprio per questa loro composizione, la polvere di diamante è anche considerata anche come una precipitazione a cielo sereno, questo particolare fenomeno è sconosciuto alla maggior parte della gente ed essendo formato da cristalli di ghiaccio submillimetrici sospesi in aria è anche molto difficile da fotografare. 

Il fenomeno si forma quando della nebbia (vapore acqueo) a temperatura maggiore sale di quota verso la montagna ed incontra uno strato di aria a temperatura minore, provocando un aumento dell’umidità relativa vicino al suolo: se questo aumento dell’umidità relativa supera una certa soglia, si formeranno i cristalli di ghiaccio che danno vita al Diamond Dust.

La salita della cresta può essere effettuata direttamente dalla Pintura di Bolognola salendo ai Piani Gra sovrastanti e quindi al Monte Valvasseto per ridiscendere verso Ovest su traccia di sentiero di fianco alla Falesia della Palestra di Arrampicata quindi si attraversa la valletta de La Forcella, caratterizzata da bruttissimi tralicci dell’alta tensione, dirigendosi verso le Grotte di Monte Sassotetto già descritte in un precedente itinerario dell’Aprile 2021 a cui si rimanda.

Dalla Grotta grande si risale un canalone erboso alla sua sinistra per prendere la cresta rocciosa che in breve, con facili passaggi su roccette, conduce alla antecima superiore, da cui parte la lunga cresta verso Ovest in direzione della cima del Monte Sassotetto.

Oppure si può risalire direttamente a La Forcella parcheggiando sulla curva della strada Pintura di Bolognola-Sassotetto in corrispondenza del cartello indicante la palestra di arrampicata della Falesia di M.Valvasseto.

Quindi si risale il pendio sovrastante su comodo sentiero e si raggiunge la valletta de La Forcella da cui si raggiungono le Grotte del M. Sassotetto da dove parte la cresta in oggetto.

Raggiunta l’antecima sovrastante La Forcella si percorre la aerea cresta, evitando il più basso e banale sentiero che passa a mezza costa a sinistra nel versante Sud, fino a raggiungere una conca dove iniziano gli impianti di risalita del versante Nord.

Qui parte un secondo tratto di cresta molto più ripido che, con ripidi ma facili passaggi su roccette, conduce fino alla cima del Monte Sassotetto con il grande traliccio.

Oppure, una volta arrivati alla conca nei pressi degli impianti di risalita si può traversare verso sinistra nel versante Ovest passando alla base della alta parete rocciosa che caratterizza questo versante del Monte Sassotetto fino ad un ripido canale erboso che si risale con attenzione fino al grande traliccio sovrastante (355786 E – 4762924,5 N; 1624 m.) .

Nella parete Ovest sono presenti anche due vie su roccia di media difficoltà attrezzate con Spit per effettuare la salita in sicurezza.

Per la discesa si ripercorre lo stesso itinerario di salita.

Di seguito le immagini delle due diverse giornate di salita.

4 Gennaio 2023

1- Il cartello presente sulla strada Bolognola-Sassotetto che indica le vie di arrampicata della Falesia di Monte Sassotetto.
2- A destra la Grande Grotta del versante Sudest del Monte Sassotetto da cui parte la lunga cresta verso Ovest.
3- Il punto di inizio della salita della cresta del Monte Sassotetto, sopra la Grande Grotta.,
4- La lunga cresta del Monte Sassotetto precipita verticalmente sui sottostanti campi da sci e con la cima più alta sullo sfondo dove è visibile il grande traliccio metallico.
5 – 9 – I tratti più stretti della lunga cresta
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10- La conca posta nei pressi degli impianti di risalita, la cresta rocciosa riprende ancora più ripida nei pressi della cima posta di fronte.
11- Tratti di facile arrampicata della cresta rocciosa finale.
12- L’intera cresta percorsa vista dall’ultimo tratto prima della cima, sullo sfondo a destra il Monte Valvasseto.
13- Il tratto finale della lunga cresta.
14- L’uscita del camino del versante Ovest dove è presente una via su roccia attrezzata come visibile dagli spit poco sotto i miei scarponi.
15- La cima del Monte Sassotetto con il grande Traliccio.
16- Veduta verso Nord sui sottostanti campi da sci di Sassotetto con il Pizzo di Mèta a destra.
17- Nebbia sulla cresta appena percorsa.

10 Gennaio 2023

1- La cresta Est del Monte Sassotetto vista da La Forcella, all’apparenza poco interessante.
2- Il Monte Bove Nord sferzato dal vento.
3 – 4- Le rocce della cresta rivestite di alpine ice.
4- Sulla destra La Forcella e il Monte Valvasseto, sullo sfondo il Monte Castel Manardo.
5- Sempervivum arachnoides rivestito di galavernia.
6- Veduta dalla cresta con, da sinistra, il Pizzo Regina, Pizzo Berro e Monte Acuto.
7- Il primo tratto di cresta a monte de La Forcella, dove si vedono i tralicci dell’alta tensione, con le rocce rivestite di ghiaccio.
8- La cresta vista dall’anticima verso la lontana cima del Monte Sassotetto.
9 – 15- I tratti più stretti della lunga cresta fotografati sei giorni prima in assenza di neve, la neve cambia l’aspetto della montagna
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16 – 17- Neve modellata dal vento nella conca prima degli impianti di risalita.
18- Il Pizzo di Mèta con Recanati, Osimo ed il Monte Conero sullo sfondo.
19- La cima del Monte Sassotetto con la ripida cresta e la parete rocciosa del versante Ovest.
20- I campi da sci e Sassotetto visti dalla verticale cresta sovrastante.
21- Il versante Ovest del Monte Sassotetto presenta una alta parete rocciosa dove è presente anche un piccolo riparo di pietre alla sua base, a destra la lunga cresta di salita.
22- La parete Ovest del Monte Sassotetto con le due vie su roccia attrezzate.
23- Il canalino roccioso di risalita sulla sinistra della parete.
24 – 26- Risalita del ripido canalino roccioso della parete Ovest del Monte Sassotetto.
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27- La cima del Monte Sassotetto con il grande ripetitore.
28- Vento forte in quota.
29 – 30- La discesa dalla cresta rocciosa salita sei giorni prima senza neve.
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31- La Falesia del Monte Valvasseto dove sono presenti le vie della foto n.1, vista da La Forcella, a destra il canalino erboso di discesa.
32- Profilo umano nelle rocce intorno a La Forcella al tramonto con lo sfondo del Mare Adriatico.

20 GENNAIO 2023

1 – 2- Il rarissimo fenomeno della Polvere di diamante alla Pintura di Bolognola.
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3- Nuvola di nebbia formata da microcristalli di ghiaccio scompone la luce del sole.
4- I Piani Gra, a monte della Pintura di Bolognola.
5- Salita al Monte Valvasseto.
6- Orme di volpe paradossalmente in rilievo, l’animale è passato sulla neve fresca comprimendola, successivamente il vento ha portato via la neve polverosa fresca lasciando le orme compresse in rilievo.
7- Salti di lepri.
8- 9 – In cima al Monte Valvasseto.
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10- La cresta del Monte Sassotetto vista dal Monte Valvasseto, nel bosco di destra si apre la grande grotta.
11- Il ripido pendio scendendo dal Monte Valvasseto verso la Forcella, nei pressi della falesia di arrampoicata.
12 – 14- Immagini dallinterno della grande grotta di Monte Sassotetto.
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15- 18- La lunga cresta di Monte Sassotetto.
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33- Il tratto di salita dal M. Valvasseto e La forcella verso la cresta Est del Monte Sassotetto.
34- Il percorso della lunga cresta del Monte Sassotetto.
35- La salita all’ultimo tratto di cresta con il percorso invernale (in celeste) e le due vie su roccia del versante Ovest.
36- Pianta satellitare del percorso proposto.



PIANI GRA – IL ROSETO DEI MONTI SIBILLINI

Questa che descrivo è, contrariamente alla maggior parte degli itinerari che propongo, una facilissima escursione adatta a tutti e anche alle famiglie e a chi ama la natura ed in particolare le rose e che permette di immergersi nel più grande roseto dei Monti Sibillini.

Il periodo migliore per l’escursione va da metà giugno ai primi dieci giorni di luglio a seconda delle temperature della stagione ma consiglio di effettuare due escursioni ai margini del periodo proposto in quanto le fioriture delle varie specie di rose non avvengono contemporaneamente.

Inoltre consiglio di ripetere l’escursione verso la fine di agosto dove si possono osservare le, non meno belle, diverse infruttescenze dei vari tipi di rose che compongono il roseto, dette Cinorroidi.

I Piani Gra si trovano nel versante Sud del Monte Valvasseto, nel gruppo Nord dei Monti Sibillini, ad una quota media di 1400 metri, facilmente raggiungibili a piedi dalla Pintura di Bolognola proseguendo la strada sterrata che sale verso le case più alte.

Le rose che crescono nei piani sono di diverse specie, a fiori bianchi, rosa chiaro, rosa scuro e rossi e con relativi frutti, detti Cinorroidi, diversi, sferici di colore rosso scuro, sferici con spine, allungate rosso chiaro e rosso scuro, la cui distinzione botanica, non facile, lascio agli esperti.

Il roseto, sicuramente il più esteso e ricco che abbia mai visto nell’intero gruppo dei Monti Sibillini, presenta una alta concentrazione di piante, di specie diverse, per ettaro, come visibile dalle foto n.1-2 del 23 agosto 2021, si è sviluppato rigoglioso grazie al pascolo estivo di bovini ed equini nella zona che provvedono alla loro concimazione, inoltre essendo spinose, non vengono brucate dagli animali.

Dal roseto poi si può salire facilmente, per traccia di sentiero, al sovrastante Monte Valvasseto da cui si può ammirare la sua estensione.

D’inverno la zona è conosciuta come la pista di sci di fondo della Pintura di Bolognola.

Nei pressi, al lato destro dei Piani, è presente la bellissima faggeta di Macchia Tonda e il faggio secolare già descritta in diversi articoli nel mio sito:

-Monte Valvasseto e Macchia Tonda con Galaverna, articolo del Gennaio 2022 e del Febbraio 2021.

– Il Faggio di Macchia Tonda, articolo del Novembre 2020.

Di seguito le immagini del roseto della primavera del 2022 e dell’estate 2021.

12 GIUGNO 2022

1- I Piani Gra con il versante Est del Monte Rotondo sullo sfondo
2- I Piani Gra con il versante Nord del Monte Castel Manardo.
3- Il Monte Valvasseto ed i Piani Gra con cavalli al pascolo.
4- Le grandi Rose canine al margine sud dei Piani Gra
5- Alcune piante di rose canine sono sicuramente secolari.
6-10- Le rose bianche, le prime a fiorire
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11- Le rose rosse
12- 14- E le rose in diverse tonalità di rosa
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15- 16- E le rose canine, le ultime a fiorire
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17- In zona è presente abbondante anche la Genista tinctoria, usata anticamente per la tinta dei tessuti ed in particolare della lana.
18. Dianthus deltoides
19. Il particolarissimo fiore della Polygala.
20- In zona è presente anche il raro Lepidottero Anthocaris euphenoides
21- il Coleottero Neoclytus acuminatus
22- E la rarissima Adela reamurella, una piccolissima farfallina di colore grigio metallizzato, lunga alcuni centimetri con antenne lunghe oltre il doppio del proprio corpo, ci vogliono buoni occhi per vederla.
23- In volo anche se sfuocata, le dimensioni delle antenne sono ben visibili.
24-25- Quando volano in gruppo si assiste ad una danza anche se con la fotocamera, viste le loro dimensioni, è impossibile metterle a fuoco ma l’immagine rende l’idea.
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26-29- Da posata già è più facile immortalarla.
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23 agosto 2021.

1- I Piani di Grà visti dal Monte Valvasseto.
2- Le chiazze verde scuro sono i vari roseti.
3- I cinorroidi rosso scuro
4-5- I Cinorrroidi spinosi
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6- I Cinorroidi sferici
7- I Cinorroidi oblunghi
8-9- I classici Cinorroidi della Rosa Canina, usati per la preparazione di ottime confetture.
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MONTE VALVASSETO E MACCHIA TONDA

Il 15 febbraio 2021 avevo riportato delle immagini del raro fenomeno della Galaverna alla Faggeta di Macchia Tonda sul Monte Valvasseto, il 13 gennaio 2022 il fenomeno si è ripetuto ed è sempre uno spettacolo della natura che non smette mai di meravigliare anche se già visto, di seguito le immagini della splendida giornata in compagnia di Paolo e Silvia.

1- Guardando le cime degli alberi si osservano frammenti di cielo, una zona di rispetto tra le piante denominata la “timidezza delle chiome”



SASSOTETTO – VALLE TRE SANTI Per Campomaggiore

Itinerario al margine esterno del Parco dei Monti Sibillini facile ed adatto a tutti, percorre in quota un tratturo all’interno di un bellissimo bosco che parte dalla parte inferiore dell’abitato di Sassotetto nel comune di Sarnano per aggirare tutto il versante Nord ed Est del Monte Valvasseto fino alla zona denominata Campomaggiore. Quindi si trasforma in un sentiero che scende alla Valle Tre Santi per congiungersi con il sentiero di fondovalle che sale da Piobbico – Giampereto.

L’escursione è anche interessante dal punto di vista naturalistico in quanto si raggiunge una zona con Faggi secolari, unica nota stonata è una zona iniziale di bosco tagliato da poco dove è stato segato a poco più di un metro da terra anche un particolare Faggio di oltre 50 anni che cresceva con due tronchi che si “abbracciavano” tra loro. Una tale rarità botanica in altre regioni quali la Toscana viene valorizzata anziché selvaggiamente tagliata.

ACCESSO: Si raggiunge in auto l’abitato di Sassotetto salendo dal capoluogo Sarnano per la strada Provinciale 120 che passa per la frazione di Piobbico oppure dalla parte opposta, da Bolognola si sale per la frazione Pintura quindi sempre per la strada Provinciale 120 si prosegue in direzione di Sassotetto, giunti di fronte all’enorme Hotel Hermitage si scende ancora qualche centinaio di metri per una strada sterrata fino all’ultima villa della zona dove si parcheggia in uno slargo.

DESCRIZIONE: Si segue il tratturo che dopo qualche centinaio di metri è chiuso con una sbarra di legno in quanto di proprietà della Comunanza di Piobbico. Dopo la sbarra il tratturo devia leggermente verso destra e qui sul margine sinistro si trova, ben visibile, il tronco tagliato del doppio Faggio che cresceva avvinghiato. Il primo tratto del tratturo segue la linea dell’elettrodotto che dalla Centrale idroelettrica di Bolognola sale fino alla soprastante “Forcella” e alimenta la frazione di Sassotetto.

Poco dopo inizia un tratto di faggeta disboscata quindi si prosegue per circa 15 minuti in quota superando dei fossi e girando lentamente verso Est fino a cambiare versante nella zona denominata “Forcaccio” dove si trova un primo fontanile.

Gli alberi lasciati intatti nel tratto disboscato sono evidenziati da un segno di vernice rossa probabilmente dai Carabinieri Forestali che hanno autorizzato la ceduazione mentre non si capisce come mai il doppio faggio avvinghiato è stato tagliato a poco più di un metro d’altezza e non da terra come per gli altri faggi e non presenta neppure segni di vernice, sembra che la sua particolarità e rarità sia stata ignorata sia da chi ha autorizzato la ceduazione sia da chi ha effettuato il taglio del bosco.

Si prosegue per altri 30 minuti sempre all’interno di un bellissimo bosco misto con Faggi, grandi Tassi e Agrifogli fino a raggiungere lo spigolo Nord-est del Monte Valvasseto dove è presente una radura caratterizzata da grandi Faggi secolari con tronchi ritorti con un secondo fontanile e, poco più avanti, un edificio della Comunanza.

Qui termina il tratturo e prosegue un sentiero in lieve discesa che gira nettamente nel versante Est del Monte Valvasseto dove si lascia la faggeta e si entra in un bosco di Carpino nero e poi attraversa delle radure da dove si scopre il versante Nord-est del Monte Castel Manardo e la sottostante Valle Tre Santi. Giunti ad uno sperone roccioso (15 minuti) il sentiero inizia nettamente a scendere con tornanti verso la valle sottostante e in breve raggiunge il sentiero di fondovalle che sale da Piobbico verso la Forra della Valle Tre Santi dove nasce il torrente Tennacola.

Nel giorno dell’escursione, effettuata con cielo velato che non ha permesso immagini ottimali, per motivi di tempo non ho effettuato la discesa completa fino al torrente ma il sentiero è percorribile e visibile anche da valle.

1- L’abitato di Sassotetto con il grande Hotel dove di fianco scende il tratturo indicato.
2- La sbarra che chiude il tratturo, dopo la curva, sul margine di sinistra c’è il doppio faggio tagliato.
3- Oltre la curva, guardando verso la sbarra, la strada segue per un breve tratto l’elettrodotto che sale dalla centrale di Bolognola e prosegue verso Sassotetto, a destra il doppio faggio tagliato a poco più di un metro di altezza.
4 – 5 Il Faggio di oltre 50 anni con doppio tronco “abbracciato” tagliato senza motivo a poco più di un metro da terra.
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6- In Toscana un albero simile, forse addirittura meno spettacolare, invece di essere tagliato viene valorizzato: L’albero degli abbracci ORSIGNA Appennino Pistoiese, situato nelle vicinanze di un altro famoso albero, l’albero degli occhi di Tiziano Terzani.
6- Subito dopo inizia un tratto di bosco tagliato dove gli alberi lasciati integri sono contrassegnati da segno di vernice rossa.
7- Un grande esemplare di Tasso (Taxus baccata).
8- Il primo fontanile sotto al tratturo.
9- Nel sottobosco è presente anche il raro Ruscus Hypoglossum dalle bacche rosse.
10 – 11- Nella faggeta oltre ai Tassi sono presenti anche grandi esemplari di Agrifoglio (Ilex aquifolium)
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12- Giunti quasi allo spigolo Nord-est del M. Valvasseto si incontra un secondo fontanile.
13 – 17 – Quindi nella radura sono presenti diversi faggi secolari dai tronchi cavi e contorti dal tempo.
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18- E successivamente l’edificio della Comunanza dove termina il tratturo.
19- Struttura di avvistamento per animali all’interno del bosco poco dopo l’edificio.
20- Oltre l’edificio inizia il sentiero che prosegue in lieve discesa nel versante Est del M. Valvasseto e cambia la tipologia di essenze nel bosco.
21- Alla prima radura la vista si apre sul versante Nord-est del Monte Castel Manardo e sulla sottostante Valle Tre Santi.
22- I canali del versante Nord-est del Monte Castel Manardo ancora con neve, oggetto di facili e divertenti salite invernali riportate nel mio sito.
23- Le inviolate pareti rocciose che caratterizzano il versante sinistro orografico della Valle Tre Santi.
24- Bellissimo camino di roccia nella parte superiore della parete, spinge la curiosità di andare ad esplorare.



LE GROTTE DI MONTE SASSOTETTO

Nel versante Sud-est del Monte Sassotetto, di fronte alla palestra di roccia del Monte Valvasseto, si aprono delle interessanti cavità poco conosciute e facili da raggiungere.

ACCESSO: Dalla Pintura di Bolognola si prosegue in auto per la strada Provinciale n.120 per altri 1200 metri in direzione di Sassotetto – Monte Ragnolo. Si costeggia la grande faggeta di Piani Gra fino ad un canalone dove inizia un rimboschimento a pini e al lato destro della strada si trova praticamente una discarica piena di mucchi di terra e rifiuti vari di cui all’apparenza nessuno si è mai accorto. Si parcheggia (356441 E – 4762082 N; 1395 m.) e si prende il sentiero che sale il pendio, evidenziato con cartellone di legno, verso le vie della palestra di roccia del versante Nord di Monte Valvasseto (1526 m.).

DESCRIZIONE: Dal sentiero con una breve salita si raggiunge il bel pianoro erboso della “Forcella” caratterizzato da una linea di tralicci di alta tensione che sale dalla centrale idroelettrica di Bolognola per scendere verso Sarnano, a destra si raggiunge la evidente falesia dove è presente la palestra di roccia mentre per raggiungere le grotte proposte ci si dirige verso sinistra in direzione Nord a costeggiare una grande faggeta presente nel versante Sud-est del Monte Sassotetto.

Ci si dirige nel vertice più alto della faggeta dove al margine del bosco, ma visibile solo all’ultimo momento, si apre la grande grotta alla base di un alto torrione roccioso (356717,6 E – 4762432,7 N; 1500 m.). Poco più in alto nella stessa cresta rocciosa, fuori del bosco, è presente una seconda cavità più piccola raggiungibile salendo un ripido pendio alternato a roccette.

Mentre per raggiungere le altre grotte più profonde, ci si riporta alla base del torrione della grotta grande, lo si aggira nel bosco per continuare in quota verso Nord-est su pendio rupestre in direzione di una parallela cresta rocciosa dove già da lontano si notano le altre due cavità.

Queste ultime due grotticelle (356775 E – 4764259,7 N; 1485 m.) sono più piccole ma più profonde, quella inferiore raggiunge una profondità di oltre cinque metri e ci si entra solo carponi.

Dalle grotticelle si consiglia di salire il piacevole pendio rupestre soprastante che sale fino alla panoramicissima e rocciosa cresta del Monte Sassotetto in cui si scopre il versante Nord del monte con il paese di Sassotetto sottostante e gli impianti sciistici. Dalla cresta si può raggiungere la cima di Monte Sassotetto percorrendola tutta fino alla evidente sommità deturpata da grandi ripetitori (356134,5 E – 4762735,5 N; 1545 m.).

DISCESA: Dal Monte Sassotetto si ritorna indietro per la cresta di salita e si scende per una cresta rocciosa che si dirige verso la Forcella da cui si riprende l’itinerario di salita.

Ritornati alla Forcella si consiglia di visitare la falesia del Monte Valvasseto dove è stata allestita una palestra di roccia con vie piuttosto impegnative, dirigendosi per traccia di sentiero fino alla base dei torrioni rocciosi che formano la falesia.

1- Il pendio Sud del Monte Sassotetto con la faggeta che bisogna costeggiare per raggiungere la grotta grande, visto dalla Forcella.
2 – 3-Il torrione roccioso che forma la grotta grande, al vertice superiore della faggeta.
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4- La grotticella posta nella cresta rocciosa più in alto della grotta grande
5 – 6- La grotta grande
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7 – 8- Vedute dall’interno della grotta grande
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9- Le dimensioni della grotta grande
10 – 11- Le grotticelle poste verso Nord-est, più piccole ma più profonde.
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12- La grotta inferiore, molto profonda.
13- La grotta superiore, più alta ma meno profonda.
14 – 15- La palestra di roccia del Monte Valvasseto in primo piano a sinistra ed il Monte Acuto e Pizzo Tre Vescovi sullo sfondo, visti dall’interno della grotta superiore.
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16- La struttura rocciosa che forma le due grotticelle.
17- La cresta Nord-est del Monte Sassotetto con la cima sullo sfondo caratterizzata da grandi ripetitori
18- Il Monte Valvasseto con la falesia della palestra di roccia in primo piano ed il Monte Castel Manardo sullo sfondo, visti dalla cresta del Monte Sassotetto.
19- Il Monte Valvasseto con la falesia della palestra di roccia in primo piano e la valletta sottostante denominata “la Forcella” con, a destra, la strada da cui si accede alla zona.
20- L’abitato di Sassotetto visto dalla cresta del monte omonimo.
21- La cresta rocciosa di discesa, posta di fronte alla grande grotta visibile al vertice superiore della faggeta.
22- Piccola finestra posta nella cresta rocciosa di fronte alla grotta grande da cui si scende dopo aver raggiunto il Monte Sassotetto.
23- Primi fiori primaverili: Iberis saxatilis
24- Crocus vernus
25- Noduli di Calcedonio sul calcare della zona.
26- Il percorso di raggiungimento della grotte visto dalla falesia della palestra di roccia del Monte Valvasseto.
27- Pianta satellitare del percorso proposto.