MERAVIGLIOSA GALAVERNA AI PIANI GRA E MACCHIA TONDA

La galaverna (o calaverna) è una forma di precipitazione atmosferica consistente in un deposito di ghiaccio in forma di aghi o scaglie, su superficie continua ghiacciata o su oggetti esterni che può prodursi in presenza di nebbia quando la temperatura dell’aria è nettamente inferiore a 0°C.

Lo spettacolo della galaverna, ormai ogni inverno sempre più raro, deve essere ammirato velocemente in quanto effimero, basta un lieve aumento di temperatura, vento e sole che la glassatura che crea negli alberi e negli oggetti esterni cade rapidamente al suolo.

Il 12 gennaio 2024, dopo diversi giorni di copertura di nebbia soprattutto nella parte adriatica dei Monti Sibillini, ci ha regalato uno spettacolo che erano anni che non vedevo così imponente.

Ai Piani Gra e alla Macchia Tonda della Pintura di Bolognola c’era una copertura decimetrica di Galaverna davvero spettacolare.

Di seguito le immagini, con notevole imbarazzo della scelta, della splendida giornata.

1- Il bosco di fronte a Bolognola rivestito di Galaverna.
2 – 4 -I pali della strada nei pressi della <pintura di Bolognola.
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MACCHIA TONDA

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27- Ombre e luci alla Pintura di Bolognola ma innevamento scarsissimo.

PIANI GRA

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FAGGETA DI PIANI GRA : Il peso della elevata ricopertura di Galaverna ha rotto numerosi rami e alberi nella faggeta disboscata di recente, il diradamento degli alberi ha indebolito il bosco in quanto ha permesso alla nebbia di entrare nella faggeta glassando di galaverna i rami appesantendoli fino alla rottura.

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PIANI GRA – IL ROSETO DEI MONTI SIBILLINI

Questa che descrivo è, contrariamente alla maggior parte degli itinerari che propongo, una facilissima escursione adatta a tutti e anche alle famiglie e a chi ama la natura ed in particolare le rose e che permette di immergersi nel più grande roseto dei Monti Sibillini.

Il periodo migliore per l’escursione va da metà giugno ai primi dieci giorni di luglio a seconda delle temperature della stagione ma consiglio di effettuare due escursioni ai margini del periodo proposto in quanto le fioriture delle varie specie di rose non avvengono contemporaneamente.

Inoltre consiglio di ripetere l’escursione verso la fine di agosto dove si possono osservare le, non meno belle, diverse infruttescenze dei vari tipi di rose che compongono il roseto, dette Cinorroidi.

I Piani Gra si trovano nel versante Sud del Monte Valvasseto, nel gruppo Nord dei Monti Sibillini, ad una quota media di 1400 metri, facilmente raggiungibili a piedi dalla Pintura di Bolognola proseguendo la strada sterrata che sale verso le case più alte.

Le rose che crescono nei piani sono di diverse specie, a fiori bianchi, rosa chiaro, rosa scuro e rossi e con relativi frutti, detti Cinorroidi, diversi, sferici di colore rosso scuro, sferici con spine, allungate rosso chiaro e rosso scuro, la cui distinzione botanica, non facile, lascio agli esperti.

Il roseto, sicuramente il più esteso e ricco che abbia mai visto nell’intero gruppo dei Monti Sibillini, presenta una alta concentrazione di piante, di specie diverse, per ettaro, come visibile dalle foto n.1-2 del 23 agosto 2021, si è sviluppato rigoglioso grazie al pascolo estivo di bovini ed equini nella zona che provvedono alla loro concimazione, inoltre essendo spinose, non vengono brucate dagli animali.

Dal roseto poi si può salire facilmente, per traccia di sentiero, al sovrastante Monte Valvasseto da cui si può ammirare la sua estensione.

D’inverno la zona è conosciuta come la pista di sci di fondo della Pintura di Bolognola.

Nei pressi, al lato destro dei Piani, è presente la bellissima faggeta di Macchia Tonda e il faggio secolare già descritta in diversi articoli nel mio sito:

-Monte Valvasseto e Macchia Tonda con Galaverna, articolo del Gennaio 2022 e del Febbraio 2021.

– Il Faggio di Macchia Tonda, articolo del Novembre 2020.

Di seguito le immagini del roseto della primavera del 2022 e dell’estate 2021.

12 GIUGNO 2022

1- I Piani Gra con il versante Est del Monte Rotondo sullo sfondo
2- I Piani Gra con il versante Nord del Monte Castel Manardo.
3- Il Monte Valvasseto ed i Piani Gra con cavalli al pascolo.
4- Le grandi Rose canine al margine sud dei Piani Gra
5- Alcune piante di rose canine sono sicuramente secolari.
6-10- Le rose bianche, le prime a fiorire
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11- Le rose rosse
12- 14- E le rose in diverse tonalità di rosa
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15- 16- E le rose canine, le ultime a fiorire
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17- In zona è presente abbondante anche la Genista tinctoria, usata anticamente per la tinta dei tessuti ed in particolare della lana.
18. Dianthus deltoides
19. Il particolarissimo fiore della Polygala.
20- In zona è presente anche il raro Lepidottero Anthocaris euphenoides
21- il Coleottero Neoclytus acuminatus
22- E la rarissima Adela reamurella, una piccolissima farfallina di colore grigio metallizzato, lunga alcuni centimetri con antenne lunghe oltre il doppio del proprio corpo, ci vogliono buoni occhi per vederla.
23- In volo anche se sfuocata, le dimensioni delle antenne sono ben visibili.
24-25- Quando volano in gruppo si assiste ad una danza anche se con la fotocamera, viste le loro dimensioni, è impossibile metterle a fuoco ma l’immagine rende l’idea.
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26-29- Da posata già è più facile immortalarla.
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23 agosto 2021.

1- I Piani di Grà visti dal Monte Valvasseto.
2- Le chiazze verde scuro sono i vari roseti.
3- I cinorroidi rosso scuro
4-5- I Cinorrroidi spinosi
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6- I Cinorroidi sferici
7- I Cinorroidi oblunghi
8-9- I classici Cinorroidi della Rosa Canina, usati per la preparazione di ottime confetture.
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VALLE TRE SANTI – SORGENTI DEL TENNACOLA – PINTURA DI BOLOGNOLA

La Valle Tre Santi è formata dal Torrente Tennacola tra le pendici del Monte Castel Manardo e del Monte Valvasseto.

Itinerario classico, facilissimo ed adatto a tutti anche se poco conosciuto, riportato nella cartografia dei Monti Sibillini e descritto dettagliatamente nella “GUIDA DEI MONTI SIBILLINI” edita nel 1983 dal CAI di Ascoli Piceno ormai introvabile e nel libro “FIGLIE DELL’ACQUA E DEL TEMPO” di G.Antonini del 2001 e, meno dettagliatamente anche nel libro “SENTIERI E LUOGHI DIMENTICATI DEI MONTI SIBILLINI” di M.Spagnoli del 2008, a cui rimando, conduce nel classico ambiente di Forra Appennina, dove alte pareti di roccia, buio e rumore dell’acqua, creano quel fascino formato da luci ed ombre tutto particolare.

Consiglio comunque di partire dalla strada sterrata che continua da Casa Calcagnoli della frazione di Giampereto di Sarnano anzichè da Le Cese per motivi di parcheggio. Superata la forra con la cascata Anginelli nel ramo sinistro si prosegue a destra nel fondovalle per traccia di sentiero attualmente provvisto di numerosissimi (forse anche esagerati in quanto talvolta distanti neppure 10 metri) ometti di pietra fino alla Pintura di Bolognola attraversando una delle più belle faggete dei Monti Sibillini. Per il ritorno o si segue lo stesso itinerario di salita oppure si possono seguire le indicazioni riportate nella bibliografia indicata che permettono di effettuare un percorso ad anello, in tal caso vedere anche il mio itinerario “SASSOTETTO – VALLE TRE SANTI Per Campomaggiore” di Maggio 2021.

Al ritorno consiglio di visitare, anche se solo dall’esterno, la bellissima Abbazia di Piobbico, resa inagibile dal terremoto del 2016, situata lungo la strada dopo Giampereto.

Di seguito le immagini dell’escursione.

1- La fontana all’imbocco della sterrata che percorre la valle.
2 – 3- La singolare triangolare cavità situata nel lato destro del torrente Tennacola nei pressi dell’ingresso alla forra.
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4- L’ingresso della Forra
5 – 8- Immagini della Forra della Valle Tre Santi.
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9 – 10- La tubazione dell’acquedotto rovina un po’ la magia della forra.
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11- 13- La cascata Anginelli, alta una decina di metri ed attiva solo in primavera
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14- Il sentiero che prosegue fino alla Pintura di Bolognola, contrassegnato da ravvicinati ometti di pietra.
15- Una radura nel bosco permette di ammirare il versante Nord del Monte Castel Manardo con i campi da sci di Bolognola a destra.
16- Raggiunta la Pintura di Bolognola si attraversa una altissima faggeta secolare.
17- Un Faggio e un Acero si sono fusi insieme.
18- Salendo ancora scopriamo che la enorme faggeta a valle di Macchia Tonda verrà stranamente tagliata.
18- Il grande Faggio di Macchia Tonda, speriamo che almeno questo non venga tagliato.
19- I Piani Gra nel versante Sud-ovest del Monte Valvasseto.
20- Fioritura di Ranuncoli alla Pintura di Bolognola.
21- Usciti dal bosco una traccia ci conduce all’abitato della Pintura di Bolognola, terminiamo la salita con un ottimo pranzo nel Ristorante del luogo per poi riprendere la discesa nel pomeriggio.



LE GROTTE DI MONTE SASSOTETTO

Nel versante Sud-est del Monte Sassotetto, di fronte alla palestra di roccia del Monte Valvasseto, si aprono delle interessanti cavità poco conosciute e facili da raggiungere.

ACCESSO: Dalla Pintura di Bolognola si prosegue in auto per la strada Provinciale n.120 per altri 1200 metri in direzione di Sassotetto – Monte Ragnolo. Si costeggia la grande faggeta di Piani Gra fino ad un canalone dove inizia un rimboschimento a pini e al lato destro della strada si trova praticamente una discarica piena di mucchi di terra e rifiuti vari di cui all’apparenza nessuno si è mai accorto. Si parcheggia (356441 E – 4762082 N; 1395 m.) e si prende il sentiero che sale il pendio, evidenziato con cartellone di legno, verso le vie della palestra di roccia del versante Nord di Monte Valvasseto (1526 m.).

DESCRIZIONE: Dal sentiero con una breve salita si raggiunge il bel pianoro erboso della “Forcella” caratterizzato da una linea di tralicci di alta tensione che sale dalla centrale idroelettrica di Bolognola per scendere verso Sarnano, a destra si raggiunge la evidente falesia dove è presente la palestra di roccia mentre per raggiungere le grotte proposte ci si dirige verso sinistra in direzione Nord a costeggiare una grande faggeta presente nel versante Sud-est del Monte Sassotetto.

Ci si dirige nel vertice più alto della faggeta dove al margine del bosco, ma visibile solo all’ultimo momento, si apre la grande grotta alla base di un alto torrione roccioso (356717,6 E – 4762432,7 N; 1500 m.). Poco più in alto nella stessa cresta rocciosa, fuori del bosco, è presente una seconda cavità più piccola raggiungibile salendo un ripido pendio alternato a roccette.

Mentre per raggiungere le altre grotte più profonde, ci si riporta alla base del torrione della grotta grande, lo si aggira nel bosco per continuare in quota verso Nord-est su pendio rupestre in direzione di una parallela cresta rocciosa dove già da lontano si notano le altre due cavità.

Queste ultime due grotticelle (356775 E – 4764259,7 N; 1485 m.) sono più piccole ma più profonde, quella inferiore raggiunge una profondità di oltre cinque metri e ci si entra solo carponi.

Dalle grotticelle si consiglia di salire il piacevole pendio rupestre soprastante che sale fino alla panoramicissima e rocciosa cresta del Monte Sassotetto in cui si scopre il versante Nord del monte con il paese di Sassotetto sottostante e gli impianti sciistici. Dalla cresta si può raggiungere la cima di Monte Sassotetto percorrendola tutta fino alla evidente sommità deturpata da grandi ripetitori (356134,5 E – 4762735,5 N; 1545 m.).

DISCESA: Dal Monte Sassotetto si ritorna indietro per la cresta di salita e si scende per una cresta rocciosa che si dirige verso la Forcella da cui si riprende l’itinerario di salita.

Ritornati alla Forcella si consiglia di visitare la falesia del Monte Valvasseto dove è stata allestita una palestra di roccia con vie piuttosto impegnative, dirigendosi per traccia di sentiero fino alla base dei torrioni rocciosi che formano la falesia.

1- Il pendio Sud del Monte Sassotetto con la faggeta che bisogna costeggiare per raggiungere la grotta grande, visto dalla Forcella.
2 – 3-Il torrione roccioso che forma la grotta grande, al vertice superiore della faggeta.
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4- La grotticella posta nella cresta rocciosa più in alto della grotta grande
5 – 6- La grotta grande
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7 – 8- Vedute dall’interno della grotta grande
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9- Le dimensioni della grotta grande
10 – 11- Le grotticelle poste verso Nord-est, più piccole ma più profonde.
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12- La grotta inferiore, molto profonda.
13- La grotta superiore, più alta ma meno profonda.
14 – 15- La palestra di roccia del Monte Valvasseto in primo piano a sinistra ed il Monte Acuto e Pizzo Tre Vescovi sullo sfondo, visti dall’interno della grotta superiore.
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16- La struttura rocciosa che forma le due grotticelle.
17- La cresta Nord-est del Monte Sassotetto con la cima sullo sfondo caratterizzata da grandi ripetitori
18- Il Monte Valvasseto con la falesia della palestra di roccia in primo piano ed il Monte Castel Manardo sullo sfondo, visti dalla cresta del Monte Sassotetto.
19- Il Monte Valvasseto con la falesia della palestra di roccia in primo piano e la valletta sottostante denominata “la Forcella” con, a destra, la strada da cui si accede alla zona.
20- L’abitato di Sassotetto visto dalla cresta del monte omonimo.
21- La cresta rocciosa di discesa, posta di fronte alla grande grotta visibile al vertice superiore della faggeta.
22- Piccola finestra posta nella cresta rocciosa di fronte alla grotta grande da cui si scende dopo aver raggiunto il Monte Sassotetto.
23- Primi fiori primaverili: Iberis saxatilis
24- Crocus vernus
25- Noduli di Calcedonio sul calcare della zona.
26- Il percorso di raggiungimento della grotte visto dalla falesia della palestra di roccia del Monte Valvasseto.
27- Pianta satellitare del percorso proposto.



IL FAGGIO DI MACCHIA TONDA – PINTURA DI BOLOGNOLA

Nei pressi della Pintura di Bolognola è presente una bellissima faggeta di alto fusto per fortuna poco conosciuta dalla massa di frequentatori della montagna ma nello stesso tempo purtroppo dimenticata da chi invece se ne dovrebbe interessare invece di pensare solo alla fauna selvatica come se nei Monti Sibillini esistono solo animali da proteggere e salvaguardare (anche se delle volte, con risultati molto discutibili) e non piante che sono comunque sempre esseri viventi anche se non si muovono.

Con questo articolo non descrivo l’itinerario per visitare questo ennesimo meraviglioso luogo, come faccio di solito, ma una grave situazione di dissesto idrogeologico che sta compromettendo un essere vivente che da oltre 3 secoli vive in questo luogo dei Monti Sibillini.

Nella faggeta è presente un faggio plurisecolare, con un tronco della circonferenza di oltre 6 metri, inserito nell’elenco degli alberi monumentali delle Marche che purtroppo vegeta in una zona che versa in una grave situazione di dissesto ed abbandono.

La situazione in cui versa la zona dove cresce l’albero mi fu segnalata agli inizi di settembre 2020 dal mio amico Sandro Polzinetti, noto per le sue famose foto dei Monti Sibillini pubblicate in molti calendari , scomparso poco tempo fa a cui mando un caro saluto.

Diversi giorni fa sono andato a visitare l’albero ed ho trovato una situazione di degrado del terreno della faggeta prodotta sia dalla presenza di bestiame al pascolo allo stato brado sia dall’incuria e dissesto idrogeologico a causa delle precipitazioni piovose che ha scavato grossi canali intorno al grande faggio mettendo a nudo le radici compromettendo la sopravvivenza del secolare albero.

Nella faggeta sono presenti recinzioni metalliche divelte e parziali zone recintate con reti elettrificate che non riescono a tenere lontano il bestiame dal bosco e il loro calpestio crea un ulteriore degrado del terreno contribuendo ancora di più al dissesto idrogeologico della zona.

Per motivi di salvaguardia non indico neppure la zona precisa dove è presente il Faggio secolare anche se si trovano numerose indicazioni sul WEB e la zona è stata inserita nei luoghi del cuore del FAI ma chi deve intervenire spero che sappia della sua esistenza e l’esatta ubicazione e che, oltre agli animali, esistono anche delle piante da salvaguardare.

Credo che sia in grado di intervenire al più presto per la salvaguardia dell’albero e dell’intera zona.

1- Il grande Faggio della Pintura di Bolognola.
2- Le radici del lato destro del grande faggio scoperte dal terreno a causa dell’acqua piovana che giunge tramite un vero e proprio solco nel terreno sovrastante.
Si possono notare che molte radici non sono ricoperte di muschio e sono quelle che prima erano sotto terra.
3- Alcune radici, non ricoperte da muschio, sono state scoperte di recente dall’acqua piovana che ha trascinato via la terra.
4- Il solco prodotto dalle precipitazioni temporalesche giunge proprio sopra alle radici del Faggio.
5- Nel lato sinistro del Faggio manca una grossa fetta di terreno, si è formata una vera e propria buca.
6- Il tronco del grande “vecchio” faggio, segnato dal tempo e adesso dall’incuria dell’uomo.
7- Nella faggeta sono presenti reti metalliche divelte visibili sullo sfondo e, a destra, alcuni paletti metallici di recinzioni elettrificate che non garantiscono la protezione dal bestiame al pascolo.
8- Il profondo solco scavato dalle acque meteoriche si dirige proprio verso il grande Faggio.
9- Il Faggio fotografato nel luglio 2018, la zona ancora non risultava nello stato di degrado in cui versa oggi.
10- Le notizie sul WEB sulla faggeta di Macchia Tonda



MONTE ACUTO Dalla Pintura di Bolognola. Ascensione pomeridiana

ASCENSIONE N. 991 dal 1979

Il 21 novembre 2019 di pomeriggio e da solo ho raggiunto la cima del Monte Acuto partendo direttamente dalla Pintura di Bolognola in quanto la strada per il Rifugio del Fargno era già chiusa.

Sono salito alla Forcella Bassete ed in soli 30 minuti dalla Forcella ho raggiunto la cima del Monte Acuto risalendo la ripida cresta nord-est con nebbia a tratti e una spruzzatina millimetrica di neve oltre i 2000 metri.

In altri tempi in questo periodo la neve era caduta già copiosa.

L’aspetto più particolare delle salite autunnali pomeridiane è che non si incontra nessuno, si è praticamente soli in uno spazio immenso, per decine di chilometri di raggio intorno a me non c’è nessuno, non si sente un rumore, una voce e mi sento un po padrone di tanto spazio, mi sento dominare la natura che mi circonda pur avendo sempre la consapevolezza dei rischi che comunque nasconde.

Se mi succedesse qualcosa, una semplice distorsione o slogatura o una caduta potrei mettermi in grossa difficoltà, potrei rischiare di farmi sorprendere dalla notte e avere difficoltà a ritornare all’auto se non addirittura di dover trascorrere la notte in montagna.

Per questo quando salgo da solo amplifico la mia attenzione sui miei passi e sulla montagna che mi circonda, nello stesso tempo mi sento ancora di più immerso nella montagna perché prestando maggiore attenzione a ciò che faccio necessariamente devo essere più concentrato e libero la mia mente dai pensieri quotidiani.

Delle volte sento proprio il bisogno di salire da solo in montagna.

Il secondo aspetto che rende piacevoli le salite pomeridiane è il tramonto, d’autunno si fa notte presto e questo fatto non è da sottovalutare perché ci si rischia di mettersi in difficoltà per il sopraggiungere veloce del buio quindi bisogna pianificare una facile discesa e ritorno all’auto.

Nello stesso tempo i colori di alcuni tramonti possono essere unici e spettacolari.

Di seguito le immagini della classica salita.

1- il Pizzo Regina visto da Forcella Bassete.
2- Il Pizzo Berro
3- La ripida cresta Est del Pizzo Tre Vescovi salita nel mese di Ottobre (vedi nuove ascensioni) parzialmente immersa nella nebbia.
4- La cima di Forcella Bassete (o cima Acquario) e il Monte Acuto coperto di nebbia.
5- Il Pizzo Tre Vescovi a sinistra ed il Monte Acuto a destra immersi in un alone rossastro di nebbia.
6- La cima del Pizzo Regina rivestita da una lieve spruzzata di neve.
7- Successione di pendii che emergono dalla nebbia visti dalla cresta Est del Monte Acuto.
8- La cima del Monte Acuto tra la nebbia.
9- La ripidissima cresta Nord del Monte Acuto.
10- La Pescolla vista dal Monte Acuto.
11- La cresta Est del Pizzo Tre Vescovi che sale dalla Forcella del Monte Acuto.
12- Il PIzzo Berro visto dalla Forcella del Fargno.
13- Le conoidi delle frane del Monte Bove Nord dopo il terremoto del 2016 emergono dal bosco ormai spoglio dalle foglie.
14- Il Monte Bove Sud.
15- Il sole coperto dalle nuvole verso la Croce di Monte Bove.