CIMA DEL LAGO Cresta Est dalle “Roccette”.

ASCENSIONE N. 979 dal 1979.

Il 21 Luglio 2019 abbiamo risalito direttamente dalle “Roccette” la ripida cesta Est della Cima del Lago che incombe sulla Conca del Lago di Pilato.

La cresta non presenta particolari difficoltà con ultimo tratto piuttosto ripido e dislivello complessivo (sola cresta est) di circa 400 metri, non è percorsa da alcun sentiero ne è segnalata sulle guide in commercio e si propone come alternativa alla solita cresta Rifugio Zilioli – Punta di Prato Pulito – Cima del Lago, che ormai ho percorso una cinquantina di volte in tutte le stagioni.

Sicuramente risulta molto più panoramica del percorso classico perché si sale quasi in verticale sopra alla conca del Lago di Pilato e sul bordo roccioso della verticale parete Nord della Cima del Lago percorsa da diverse vie invernali.

Per la salita si raggiunge il Rifugio Zilioli alla Forca delle Ciaole partendo da Forca di Presta per il classico sentiero, diventato ormai uno stradone, che conduce al Monte Vettore.

Al Rifugio si scende per prati verso il Lago di Pilato quindi giunti in prossimità del passaggio roccioso denominato “le roccette” si devia nettamente a sinistra per prendere la cresta che diventa più ripida man mano che ci si innalza.

Dalla Cima del Lago abbiamo raggiunto poi la Cima del Redentore ed abbiamo così osservato gli ennesimi effetti del terremoto dell’Ottobre 2016 nelle creste con vari sdoppiamenti e fenditure. La maggior parte degli escursionisti che abbiamo incontrato erano totalmente ignari dei visibili effetti provocati dal terremoto.

Infine al ritorno abbiamo documentato anche il curioso mistero geologico presente nel pianoro di cresta tra la Cima del Lago e la Punta di Prato Pulito descritto di seguito e di cui ancora i geologi non sanno dare spiegazione certa.

Di seguito le immagini della salita.

1- A sinistra la Punta di Prato Pulito, al centro la Cima del Lago con la erbosa cresta di salita che scende verso le “roccette”, a destra invece il tratto di cresta che va dalla Cima del Lago verso la Cima del Redentore, visti dalla Forca delle Ciaole.

2- Veduta verticale sulla conca del Lago di Pilato in evidente crisi idrica, a destra è visibile il sentiero che scende dalle “roccette” verso il Lago.
3- L’inizio del tratto più ripido, si notano le uscite dei canaloni di salita invernale e a destra la cresta che dalla Cima del Lago va verso la Cima del Redentore.
4- La cresta di salita dalle “roccette” e sullo sfondo la cima del Monte Vettore.
5- Voragine aperta dal terremoto sulla sommità della Cima del Lago.
6- Lunghe fenditure nella cresta.
7- Sdoppiamento di cresta alla Cima del Lago, sullo sfondo la cima del Monte Vettore.
8- Tratto di cresta sconvolto e parzialmente in franamento, sullo sfondo la Cima del Redentore.
9- Profonda fenditura in cresta.
10- Tratto di cresta in franamento verso la Valle del Lago con ignari escursionisti che non immaginavano che ciò era stato provocato dal terremoto del 2016.
11- Placca rocciosa franata verso la Valle del Lago.
12- Altro tratto di cresta completamente smosso dal terremoto.
13 Altra lunga fenditura in prossimità della Cima del Redentore visibile a destra.
14- Bellissima Scutellaria alpina nel ghiaione del versante est della Cima del Redentore.
15- La rara Gentiana pumila nel versante Nord della Cima del Redentore.
16- Il versante Nord della Cima del Lago con la lunga cresta est di salita (a sinistra) e sopra la piccola Punta di Prato Pulito in ombra.
17- Castelluccio con la parte superiore del paese ridotta ad un cumulo di macerie e i vari campi della fioritura ormai secchi.
18- Bellissimo gruppo di Aster alpinus.
19- La particolare infiorescenza del Phyteuma orbicularis
20- Il “mistero” geologico della Sella tra la Cima del Lago e la Punta di Prato Pulito posta di fronte: come sono giunti i massi di roccia diversa da quella del pendio sul prato a destra e sinistra del sentiero se non ci sono pareti più alte da cui si possono essere staccati????
21- Articolo sul “mistero” dei massi preso dal volume: “Appennino Umbro Marchigiano” Guide geologiche Regionali – Be-Ma Editrice.
22- Alcuni dei misteriosi massi appoggiati sul terreno nei pressi della cresta della Punta di Prato Pulito sullo sfondo.
23- Gli stessi massi della foto n.22 visti verso la Cima del Lago sullo sfondo, come si nota non ci sono pareti rocciose più in alto da cui possono provenire.
24- Ricca stazione di Antennaria dioica nel versante Nord della Punta di Prato Pulito
25- Particolare dell’infiorescenza di Antennaria dioica
26- Sulle placche della cresta Sud della Punta di Prato Pulito, in successione dall’alto cuscinetti di : Silene acaulis, Leontopodium nivalis (stella alpina dell’Appennino) e Potentilla apennina.
27- La cresta Sud della Punta di Prato Pulito da cui siamo scesi fino al Monte Vettoretto per evitare l’orribile tratto di sentiero che scende dal Rifugio Zilioli tra l’altro pieno di gente che scendeva e soprattutto che risaliva nonostante erano le 14.30 con circa 30 gradi di temperatura !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
A destra invece la cresta est che scende verso il Rifugio Zilioli.



DUE FACILI SALITE NORD INVERNALI: Il Pizzo e la Punta di Prato Pulito.

Come di consueto anche
questi due itinerari invernali non sono descritti in alcuna guida dei Monti
Sibillini in commercio.

Essi descrivono due facili salite invernali su ghiaccio ai versanti nord de Il Pizzo (M. Priora) nel gruppo nord e della Punta di Prato Pulito nel gruppo sud dei Monti Sibillini effettuate tra il 2014 ed il 2015.

L’idea di descrivere
queste due salite emerge dal fatto che, anche recentemente, nella bibliografia
e in siti internet dedicati ai Monti Sibillini sono apparse descrizioni con
immagini di salite ancora più facili e talvolta anche banali di queste di
seguito descritte e spacciate come vere e proprie imprese.

Questi itinerari riportati
sono facili e adatti a chi si vuole cimentare con le prime ripide salite
invernali su ghiaccio in quanto, anche se lunghi, non presentano alcuna
difficoltà tecnica.

Il primo itinerario deve
essere percorso però tassativamente in condizioni di neve ben assestata in
quanto il versante nord de Il Pizzo è estremamente valangoso, si sale proprio
su un canale formato da grandi slavine che anni fa hanno distrutto una ampia
porzione di bosco arrivando a trascinare faggi secolari fino al greto del  torrente Ambro posto  700 metri più a valle.

Naturalmente sono richiesti
ramponi e consigliabili due piccozze mentre si può procedere slegati anche se è
sempre consigliabile portare in zaino una corda di emergenza.

SALITA DEL VERSANTE NORD DE “IL PIZZO” – M.PRIORA.

Accesso primo itinerario: L’itinerario prevede come base di partenza
la frazione di Vetice che si raggiunge in auto dal capoluogo di comune,
Montefortino, prendendo la deviazione prima del paese per la Madonna del’Ambro-Infernaccio.  Seguendo le indicazioni per la Madonna
dell’Ambro dopo circa 1
chilometro si devia a sinistra per Vetice.   

Dalla frazione (726 m.) si prosegue per la
strada sterrata che conduce ai Campi di Vetice fin dove è possibile quindi si parcheggia
l’auto cercando uno slargo che possa permettere il transito dei mezzi agricoli
altrimenti vi ritroverete l’auto strisciata o con le gomme bucate come mi è
capitato di leggere in un articolo su internet la scorsa estate !!!.

            Si
prosegue a piedi la strada in direzione ovest fino a Fonte Vecchia (361457,4 E
– 4756084,2 N; 850 m)
quindi a destra per i campi di Vetice si raggiunge Fonte Cupa (sentiero per le
sorgenti dell’Ambro, ore 0,40 circa).              In corrispondenza di un bivio si
inizia a salire nel bosco caratterizzato da grandi faggi, dopo ripide svolte si
giunge a tagliare a quota 1200
metri (359479,4 E – 4756493,1 N) il ripido e roccioso
crestone nord de Il Pizzo oltre il quale si apre un’ampia visione della Valle
dell’Ambro.

            Da
qui il sentiero prosegue in piano fino ad attraversare un ampio vallone, una
volta bosco, attualmente distrutto da grandi slavine staccate proprio dal
versante nord de Il Pizzo in questi ultimi anni, in occasione della prima
salita del dicembre 2015, con soli 30 centimetri di
neve, già si erano formati dei distacchi di neve.

1-  L’ultimo tratto del canale di salita, a destra l’ardito Poggio della Croce con la grande croce metallica, di fronte il Balzo Rosso.
2-  La traversata nell’ultimo tratto del canale di salita, il pendio si fa più ripido, in basso a destra si nota la traccia del sentiero estivo parzialmente coperto da una piccola slavina che si era staccata giorni prima dal pendio sopra ai miei compagni nonostante la poca neve del dicembre 2015.

Dal primo tratto di bosco che si
attraversa, si trova una deviazione e si sale a sinistra fino a dove il
sentiero subito dopo scompare tra tronchi abbattuti, (359177,9 E – 4756327,8 N;
1250 m)
qui il bosco si apre in quanto completamente distrutto e si inizia a salire in
verticale tra arbusti fino a raggiungere la quota del Poggio della Croce, con
la sua grande croce metallica ben visibile, situato sulla sinistra.

Superato il bosco ci si
innalza su prati sempre più ripidi spostandosi sulla sinistra a prendere un
canale che sale parallelo alla cresta che sale dal Poggio della Croce fino alla
cima de Il Pizzo.

            Si
intercetta quindi e si percorre per un tratto il sentiero di salita estiva al
Il Pizzo che più in alto con un tornante devia verso destra, qui si devia
nettamente a sinistra per un centinaio di metri e si risale completamente il
canale situato poco più a destra della cima de Il Pizzo.

            L’ultimo
tratto presenta pendenze di 40-45° ed in breve permette di raggiungere la cima (1755 m.)da cui si gode di un
bellissimo panorama, a cavallo tra la Valle dell’Ambro e quella dell’Infernaccio
e del Rio e di fronte al versante est del M. Priora.

3-  Ultimi metri del canale della cima, già si vede il versante est del M. Priora (Pizzo Regina), a destra il Pizzo Tre Vescovi ed il Monte Acuto, sulla sinistra in ombra si nota il sentiero di salita estivo parzialmente coperto dalla neve che esce nella cresta 300 metri più in avanti verso la cima del Pizzo Regina
4-  L’uscita del canale nord della cima de Il Pizzo nel tratto più ripido, salito con neve a tratti pessima ma di spessore limitato e quindi senza rischio slavine.
5-  La lunghissima cresta che collega Il Pizzo al M. Priora o Pizzo della Regina con la neve solo nel versante nord mentre il versante del vallone del Rio a sinistra era completamente pulito (dicembre 2015).

Variante consigliata: Se la neve è in condizioni e si ha
buon allenamento, l’itinerario descritto può essere considerato la prima parte
di avvicinamento per la salita alla cima del Pizzo Regina, o per la lunghissima
ma facile cresta nord-est, o una volta raggiunta la verticale del casale delle
Murette, visibile sotto la cresta a sinistra 500 metri più avanti
della cima de Il Pizzo, si prende una traccia di sentiero in piano che conduce
verso il Casale della Priora (visibile nella foto n.5) e che attraversa l’ampio
e incassato canale sommitale del Rio (canale est del M. Priora parzialmente in
ombra nella foto n.5) nel tratto sopra alle pareti verticali che si risale
completamente senza alcuna difficoltà per uscire proprio sui pendii sottostanti
la cima del Pizzo Regina.

L’unico inconveniente che
per la salita fino alla croce di vetta del Pizzo Regina occorre considerare
almeno altre 2,5-3,5 ore di salita a seconda delle condizioni della neve !!

Ritorno: Stesso itinerario di salita e raggiungimento
descritto.

SALITA DEL VERSANTE NORD DELLA PUNTA DI PRATO PULITO.

Accesso secondo itinerario: L’itinerario prevede come partenza
Forca di Presta.

Si sale
per il classico sentiero N.1 per il Monte Vettore, giunti al Rifugio Zilioli si
scavalca la cresta della Forca delle Ciaole e si inizia a scendere il pendio in
direzione delle Roccette, verso il Lago di Pilato, tenendosi verso sinistra.  Si raggiunge così il fondo della valletta
compresa tra la Punta di Prato Pulito che incombe  sopra di voi e lo Scoglio del Lago la cui cima
si trova più sulla destra.

Si
inizia quindi a risalire il pendio in direzione della cima della Punta di Prato
Pulito (357912,8 E – 4741898,7 N; 2345 m.) che si fa sempre più ripido man mano
che si sale.

L’ultimo
tratto sotto alla cima presenta alcuni tratti rocciosi scavalcabili per stretto
canalino e pendenze di 45-50° e generalmente la neve è sempre in ottime
condizioni senza pericoli oggettivi. 

            La
prima salita è stata effettuata nel lontano 12 marzo 1994 e poi ripetuta
diverse volte, alcuni momenti della prima salita sono riportati nella mia prima
pubblicazione “I MIEI MONTI SIBILLINI” anno 2011, foto n. 200-201.

Ritorno: Dalla cima di Punta di Prato
Pulito, oltre a proseguire verso la Cima del Lago e la Cima del Redentore, si
scende al Rifugio Zilioli per la facile cresta nord-est per poi riprendere
l’itinerario di raggiungimento.

6-  L’itinerario di salita tutto in ombra visto salendo alla cima del Monte Vettore
7-  La cima della Punta di Prato Pulito con a sinistra in ombra il pendio di uscita dell’itinerario di salita
8-  La cima del M. Vettore vista dalla Punta di Prato Pulito, a destra il Rifugio Zilioli.
9   La cresta nord-est della Punta di Prato Pulito (discesa) con la Sella delle Ciaole ed il Rifugio Zilioli.
10-  La Cima del Lago a sinistra e la Cima del Redentore con il Pizzo del Diavolo sulla destra.
11-  La Punta di Prato Pulito vista dalla Sella delle Ciaole con il canalino di uscita finale al centro in ombra.
Pianta satellitare della via di salita alla nord de Il Pizzo – M.Priora
Pianta satellitare della via di salita alla nord della Punta di Prato Pulito.



I TERRAZZI DA BRIVIDO DEI MONTI SIBILLINI – Parte 2.

ITINERARIO N.4:  IL TERRAZZO DELLA CIMA DELLA “PIRAMIDE” –
VERSANTE SUD-EST DEL MONTE VETTORE

Sicuramente questo
itinerario, insieme ai N.1 e 2 descritti per il gruppo nord, permette di
raggiungere uno dei più spettacolari terrazzi da brivido sospesi nel vuoto del
gruppo sud dei Monti Sibillini.

Dalla cima della “Piramide” è
possibile affacciarsi con una verticale di più di 300 metri sopra alla “Aia
della Regina”, la grande placconata posta nel versante Sud-est del M. Vettore e
con oltre mille metri sopra al paese di Pretare e Arquata del Tronto ancora più
in basso, con una visione aerea che corre fino ai Monti della Laga e al Gran
Sasso.

L’itinerario è consigliato ad
escursionisti allenati ed esperti che siano in grado di muoversi con sicurezza
su terreni aspri e molto ripidi, che conoscono bene la montagna in quanto nel
tratto finale di raggiungimento del terrazzo proposto non esistono sentieri ne
segnalazioni e che soprattutto non soffrono di vertigini.

Accesso: Da Forca di Presta si sale al M. Vettore
per l’itinerario classico (sentiero n. 1 – 1/A), passando per il Rifugio
Zilioli (ore 2).

Dalla cima del M. Vettore ci
si sposta verso la croce che si incontra prima della vetta, si scende poco più avanti,
in corrispondenza di un omino di pietre, verso la lunga cresta che collega la
cima del M. Vettore alla Cima di Pretare o il Pizzo.

Scesi alcuni metri ci si
trova sul grande crestone che, in costante discesa, permette di raggiungere in
circa 15 minuti uno scoglio. Si supera lo scoglio e si prosegue in cresta
sempre in discesa.

  Dopo circa 100 metri, prima di scoprire verso sud-est, il grande imbuto del “canalino”,  si inizia a notare sotto alla cresta, sulla destra, una crestina che si stacca e, in netta discesa, porta alla visibile cima della “Piramide” posta circa 200 metri più in basso (foto n.1).   Si inizia a scendere la cresta ghiaiosa intervallata da alcuni saltini rocciosi di pochi metri che si aggirano a sinistra e gli ultimi a destra, fino a raggiungere, sempre a destra, il termine di un ampio e ripido canale erboso, è la parte terminale del “canale del santuario” (via alpinistica invernale). S

1– La  discesa verso la cima della “Piramide” vista dalla cresta M- Vettore – Cima di Pretare, in alto il paese di Pretare, in ombra la parte finale del “canale del Santuario”, via invernale di salita.

Seguendo sempre la cresta in
discesa che in questo punto si fa molto sottile si raggiunge la cima della
“piramide” (30 minuti).

Si consiglia di avvicinarsi
ed affacciarsi alla cima con prudenza perché di colpo ci si trova sospesi sopra
ad un impressionante vuoto.

La cresta della “piramide” è
inoltre molto friabile, fare attenzione a non staccare massi.

Ritornati sulla cresta che
collega il M. Vettore alla Cima di Pretare (foto n.2) si consiglia di scendere
ulteriormente, con attenzione, raggiungendo questa ultima cima, anch’essa molto
panoramica in quanto sospesa da verticali pareti  sopra al Passo Galluccio, Sasso Spaccato
(vedi itinerario dell’autore pubblicato nel novembre 2014)  e a Montegallo con tutte le sue frazioni.

Ritorno: Stesso itinerario

2- La  salita  verso la cresta M- Vettore – Cima di Pretare, vista dalla cima della “Piramide”. (foto inversa della n.1), con i vari saltini rocciosi da superare.
3- Veduta in verticale dalla cima della “Piramide” con l’Aia della Regina sotto ai vostri piedi, sullo spigolo in alto a sinistra il paese di Pretare.
4- La meravigliosa e rarissima Campanula alpestris che cresce nella zona.
5- Il versante Sud-est del Monte Vettore e la cima della “Piramide”.
6- L’immenso ed aereo panorama visto dalla cima della “Piramide” spazia fino ai Monti della Laga ed al gruppo del Gran Sasso.

ITINERARIO N.5:  I TERRAZZI DEL PIZZO DEL DIAVOLO A PICCO
SUL LAGO DI PILATO.

Questi tre terrazzi proposti
di seguito permettono di godere da diverse posizioni la magica veduta aerea di
uno dei luoghi più belli dei Monti Sibillini ma forse anche d’Italia, il Lago
di Pilato.                         Il
primo terrazzo descritto, ossia la cima del Pizzo del Diavolo, è raggiungibile da
escursionisti che siano in grado di muoversi con sicurezza su terreni ripidi, il
secondo (il castello) ed terzo (gran gendarme) sono esclusivamente riservati ad
escursionisti esperti di pratiche alpinistiche in particolare per la salita al
Gran Gendarme in quanto occorre risalire e soprattutto ridiscendere in libera
una parete di roccia di circa 8
metri con passaggi di secondo grado nella speranza che prima
o poi qualcuno posizioni in loco una catena fissa, per questi ultimi due
itinerari è consigliabile anche l’utilizzo di un casco per il pericolo di
caduta di sassi dalle pareti del Pizzo del Diavolo.

Accesso al primo terrazzo: Pizzo del Diavolo: Per raggiungere il primo terrazzo proposto, cioè la panoramica cima del Pizzo del Diavolo, si sale da Forca di Presta verso il M. Vettore, per l’itinerario classico (sentiero n. 1 – 1/A), raggiunto il  Rifugio Zilioli (ore 2) si sale la cresta a sinistra raggiungendo in successione, Punta di Prato Pulito, la Cima del Lago, quindi si ridiscende lievemente e si raggiunge la Cima del Redentore, quindi per aerea cresta si arriva alla cima del Pizzo del Diavolo (foto N. 8).  Qui con moltissima attenzione, scendere una ventina di metri verso il lago per poter osservare la sua visione da brivido, con circa 500 metri di verticalità, fare molta attenzione al terreno ghiaioso e alle rocce instabili della vetta.

7- Il Pizzo del Diavolo visto dal M. Vettore e i tre terrazzini proposti, da destra: Gran Gendarme, Cima del Pizzo del Diavolo, il Castello; in basso a sinistra un lembo del Lago di Pilato.
8- La cresta che collega la Cima del Redentore al Pizzo del Diavolo, sullo sfondo il Monte Vettore.
9- Il Lago di Pilato visto in verticale dalla cima del  Pizzo del Diavolo.

Accesso al secondo
terrazzo: Il Castello:
  Il Castello è il grande torrione che si
stacca dalla parete del Pizzo del Diavolo in direzione sud e sovrasta la parte
terminale del Lago di Pilato, di fronte alle cosiddette “roccette”.

Per raggiungere il secondo terrazzo
proposto, si deve arrivare al Lago di Pilato per uno dei tre itinerari
classici, o partendo da Forca di Presta per la Sella delle Ciaole e scendendo
per le “roccette” o da Foce per la Valle del Lago o da Capanna Ghezzi o meglio
dalla Valle delle Fonti passando per Forca Viola e proseguendo per i ghiaioni
della Valle del Lago.

Giunti al Lago di Pilato si risale la
sponda nord-ovest per tracce di sentiero che conducono al cosiddetto “Portico”,
caratteristico torrione di roccia appoggiato alle pareti del Pizzo del Diavolo
che si consiglia di raggiungere passando al di sotto di esso in quanto forma un
passaggio nascosto e dove, sulla parete interna di roccia del torrione si può
osservare una curiosa figura di una donna velata, (vedi foto N. 236-237 del mio
libro “IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI”) quindi si devia nettamente verso
sinistra costeggiando le pareti  del
Pizzo del Diavolo fino alla base del “Castello” che si stacca con tutta la sua
imponenza dopo un ripido e strettissimo canale (via invernale del Canalone
Maurizi).

Quindi con molta fatica si inizia a
risalire le ghiaie ripidissime e molto instabili costeggiando la parete del
“Castello” fino ad affacciarsi nell’immenso ghiaione che scende dalla Cima del
Redentore (foto N.10).  Da qui, facendo
sempre molta attenzione a non scivolare, si traversa verso destra tra ghiaie ed
erba e si risale l’ultimo ripido pendio che permette di affacciarsi sulla
sommità del grande torrione denominato “Il Castello” godendo di un bellissimo
panorama aereo a circa 300
metri a picco sul Lago di Pilato.

10- Il Pizzo del Diavolo visto dalla Forca delle Ciaole ed il “Castello” in primo piano con il percorso di salita
11- Il fantastico torrione denominato “Il Castello”, a destra il ripidissimo Canalone Maurizi (via invernale).

Accesso al terzo  terrazzo: Il Gran Gendarme: 
Il Gran Gendarme è il grande torrione che si stacca dalla parete del
Pizzo del Diavolo in direzione nord e sovrasta Valle del Lago di Pilato salendo
da Foce o arrivando da Forca Viola, è posto sulla verticale della Grotta
Bivacco.

Per raggiungere il terzo terrazzo
proposto, denominato la Testa del Gran Gendarme, conviene raggiungere il Lago
di Pilato o da Foce per la Valle del Lago o da Capanna Ghezzi o meglio dalla
Valle delle Fonti passando per Forca Viola e proseguendo per i ghiaioni della
Valle del Lago.

Giunti al Lago di Pilato si risale la
sponda nord-ovest per tracce di sentiero quindi deviando nettamente verso
destra per evidente sentiero che taglia un ghiaione, si raggiunge la Grotta
Bivacco, posta proprio alla base del Gran Gendarme. Si continua la traccia di
sentiero che sale ancora verso destra per iniziare a scoprire la grande parete
nord del Pizzo del Diavolo. Si continua sempre
in ripida salita su ghiaie instabili fino a raggiungere a sinistra un ampio
corridoio erboso che percorre la base della parete nord. (Foto N. 13). Si
percorre l’ampia cengia erbosa in piano superando, dopo circa 30 metri, un ripido
canalino, si prosegue e si raggiunge un secondo canalino roccioso, il punto di
salita alla vasta cengia centrale denominata “la conca” che da accesso successivamente
alla cosiddetta “testa” del Gran Gendarme.

Si sale il canalino su roccia verticale per circa otto metri con passaggi di secondo grado fino a raggiungere un ampio imbuto erboso sovrastante, la cosiddetta “conca”, attenzione alle discesa  di questo tratto !!!.  Quindi si traversa in lieve salita verso sinistra tra rocce ed erba fino a raggiungere la “testa “ del Gran Gendarme caratterizzata da levigatissime placche di roccia scavate da solchi prodotti dalle acque meteoriche, come visibile nella foto N.12, qui avrete una visione aerea ed unica del Lago di Pilato.  Ritorno: Stessi itinerari di salita, con molta attenzione per l’itinerario N. 3 al Gran Gendarme.

12- Il Lago di Pilato con la prima neve autunnale visto dalla cosiddetta “testa” del Gran Gendarme.
13-  La parete nord del Pizzo del Diavolo con l’itinerario per la “testa” del Gran Gendarme.

ITINERARIO N.6:  IL TERRAZZO DELLO SCOGLIO DELL’AQUILA A
PICCO SUL PIANO GRANDE DI CASTELLUCCIO.

Questo terrazzo proposto,
presente anch’esso nel gruppo sud,  M.
Vettore –Cima del Redentore, dei Monti Sibillini permette invece di godere
della magica veduta aerea di un altro dei luoghi più belli e più conosciuti dei
Monti Sibillini, i Piani di Castelluccio, praticamente la veduta del versante
opposto dei terrazzi descritti nell’itinerario N. 5.

Tale itinerario può essere
percorso insieme alla prima parte dell’itinerario N.5 e cioè al raggiungimento
del terrazzo della cima del Pizzo del Diavolo, anch’esso è consigliato ad escursionisti
esperti che siano in grado di muoversi con sicurezza su terreni ripidi e di
percorrerlo nel mese di luglio per godere così della visione aerea della
“fioritura” del Piano Grande di Castelluccio, cosa che non capita tutti i
giorni.

Accesso:
Per raggiungere il
terrazzo proposto si sale da Forca di Presta verso il M. Vettore, per l’itinerario
classico (sentiero n. 1 – 1/A), raggiunto il  Rifugio Zilioli (ore 2) si sale la cresta a
sinistra raggiungendo in successione, Punta di Prato Pulito e la Cima del Lago
(ore 1).

Dalla Cima del Lago  si scende lievemente verso la cresta che raggiunge la Cima del Redentore e si raggiunge la Forcella del Lago.

14-  Lo Scoglio dell’Aquila con la cresta di discesa, visto dalla Cima del Lago, sullo sfondo Castelluccio ed il Piano Grande, mese di settembre

Sotto alla forcella si nota una cresta
che scende verso sinistra (foto N. 14) nel versante ovest, si scende dapprima
facilmente poi con molta cautela tale cresta in costante discesa fino a
raggiungere la cima dello Scoglio dell’Aquila, (30 minuti) che domina con la
sua mole i Piani di Castelluccio, posti circa mille metri sotto ai vostri
piedi.

 Fare
molta attenzione all’ultimo tratto da brivido di cresta in quanto sottile e con
rocce instabili.

Ritorno: Si consiglia di concatenare tale
itinerario con la prima parte dell’itinerario N.5 alla cima del Pizzo del
Diavolo (ore 1,5 dalla Forcella del Lago).

Una volta raggiunta in salita di nuovo la
Forcella del Lago proseguire la cresta in direzione nord  su evidente sentiero fino a raggiungere la
Cima del Redentore quindi si prosegue verso destra per la sottile cresta fino
alla cima del Pizzo del Diavolo (primo terrazzo dell’itinerario N. 5).

Per il ritorno all’auto (Forca di Presta)
si percorre lo stesso itinerario di salita.

15-  La cima dello Scoglio dell’Aquila , sotto ai vostri piedi Castelluccio ed il Piano Grande, fine giugno con i primi campi fioriti.

ALTRI ITINERARI PER IL
RAGGIUNGIMENTO DI TERRAZZI SOSPESI:

Nei 
Monti Sibillini sono presenti altri terrazzi da brivido che permettono
visioni aeree e mozzafiato, forse con meno intensità di quelli qui descritti ma
sicuramente sempre entusiasmanti da raggiungere.

Alcuni sono raggiunti da sentieri
classici descritti nella bibliografia ufficiale, altri sono riportati nelle mie
pubblicazioni:

–  SASSO SPACCATO PER
L’IMBUTO DEL M. VETTORE: Vedi mia pubblicazione del Novembre 2014.

–  SASSO DI PALAZZO
BORGHESE: A picco sul “Laghetto”, salita per il sentiero classico n. 5 dalla
Capanna Ghezzi o N. 6 da M. Prata – Fonte della Giumenta.

– CIMA DEI TORRIONI DI VALLERIA – VERSANTE NORD M. ZAMPA :
vedi itinerario N. 8  del mio libro “IL
FASCINO DEI MONTI SIBILLINI”.  CONSIGLIATO.

– CENGIA DELLE AMMONITI – CIME DEI GROTTONI : vedi itinerario
N. 4  del mio libro “IL FASCINO DEI MONTI
SIBILLINI”.  CONSIGLIATO.

– CENGIA DEL TORRIONE SINISTRO DE “LE VENE” – VERSANTE NORD
M.- SIBILLA: vedi itinerario N. 9  del mio
libro “I  MIEI MONTI SIBILLINI” CONSIGLIATO.

– CIMA DI RIPA GRANDE – M. ARGENTELLA: vedi itinerario N.
9  del mio libro “IL FASCINO DEI MONTI
SIBILLINI”.  Una volta raggiunta la
cresta est anziché salire alla cima del M. Argentella scendere tutta la cresta
fino alla sommità dell’enorme contrafforte di roccia che domina il Piano della
Gardosa denominato la “Ripa Grande”. CONSIGLIATO.

– POGGIO DELLA CROCE –IL PIZZO: A picco sul Santuario della
Madonna dell’Ambro, descritto in modo poco chiaro e di difficile ritrovamento in
una guida a distribuzione limitata, di prossima mia pubblicazione in modo più
dettagliato.

GIANLUCA CARRADORINI                                               NOVEMBRE 2015

Pianta satellitare con i percorsi proposti:
GIALLO E CELESTE: ITINERARI DI RAGGIUNGIMENTO
ROSSO: PERCORSI PROPOSTI