DUE BREVI ITINERARI A CACCIA DI GROTTE: FOCE E FORCA DI PRESTA
Come di consueto anche questi due itinerari, aperti tra il marzo e l’aprile del 2016, non sono descritti in alcuna guida dei Monti Sibillini in commercio.
Essi descrivono l’accesso
a due siti caratterizzati da torrioni e cenge che formano delle cavità molto
particolari.
Il primo itinerario si
trova a monte di Foce di Montemonaco e si innalza dal Piano della Gardosa fino
a delle pareti di roccia poste nel versante est della zona denominata “i tre
faggi”.
Il secondo itinerariosi trova in corrispondenza di una
fascia rocciosa in una zona dimenticata situata a valle tra Forca di Presta ed
il Rifugio degli Alpini, nelle pendici sud est del Monte Forciglieta (1642 m.).
Ambedue gli itinerari
sono brevissimi, si percorrono in poche
ore, ma richiedono una certa pratica in quanto presentano salite e aerei passaggi
su roccia anche se facili (massimo II° grado) o discesa su terreno ripido se in
libera oppure si possono percorrere con maggiore sicurezza ma prevedono la conoscenza
della tecnica di progressione su corda e di discesa in corda doppia .
Accesso primo itinerario:
L’itinerario prevede come base di partenza
l’area camping attrezzata situata al termine della frazione di Foce di
Montemonaco che si raggiunge facilmente in auto.
Da
Foce si prosegue a piedi per la strada che conduce al Piano della Gardosa – Valle
del Lago di Pilato, dopo circa 1200 metri si incontra su bordo sinistro della
strada sterrata un grande masso a forma di piramide.
Dal masso si sale a
destra nel bosco costeggiando gli ultimi pini di un rimboschimento situato
ancora più a valle, come visibile nella
foto n.1 per circa 150 metri di dislivello in direzione di una fascia di rocce
soprastanti che si interseca perpendicolarmente con un grande torrione.
Giunti sotto alla fascia
di rocce si individua una ampia caverna proprio tra la fascia di rocce ed il
torrione che emerge dal bosco.
D’inverno, con la
mancanza di foglie nel bosco, la grotta è visibile anche dal Piano della
Gardosa.
Ai lati della grande
caverna scendono due caratteristici canalini rocciosi simili e molto incassati,
quasi a formare due camini paralleli, che è possibile salire con brevi passaggi
su roccia fino alla grotta (I° e II° grado) oppure, più facilmente, si può
raggiungere la grotta salendo nella fascia centrale costituita da roccette
alternate a tratti erbosi di moderata pendenza che richiedono attenzione,
meglio procedere in cordata in questo tratto utilizzando ancoraggi naturali
costituiti dagli arbusti presenti.
Si raggiunge così l’ampia caverna che si snoda in due tratti tra la fascia di roccia ed il torrione posto sulla vostra destra.
La parte sinistra della
grotta, visibile nella foto n.2, si inoltra per almeno altri 5-6 metri, quelli
visibili, ma in mancanza di idonei sistemi di ancoraggio (spit) nel giorno
della prima salita, non siamo riusciti a portare a termine l’esplorazione della
cavità.
La particolarità della
cavità è che si apre nel contatto tra una parete rocciosa parallela ed una
perpendicolare che, forse tramite forze tettoniche, si sono scontrate e si sono
sollevate formando appunto lo spazio vuoto nel punto di contatto, come visibile
nella foto n.3
Dalla grotta è possibile
osservare un bel panorama nel sottostante Piano della Gardosa e verso il Monte
Torrone come visibile nelle foto. 4-5.
Interessante è notare che
nel versante opposto (ovest) della montagna, circa alla stessa quota, sono
presenti altre due cavità già conosciute e descritte in bibliografia, la grotta
dei Tre Favi e la grotta dei Briganti, di quest’ultima si suppone che ci sia un
proseguimento, come narrato nelle leggende del luogo, chissà se la grotta qui
descritta è proprio l’uscita di quella posta nel versante opposto.
Ritorno primo itinerario: Dalla grotta si può scendere in libera facendo molta attenzione a non scivolare per le roccette alternate ad erba poste nella parte centrale come indicato per la salita oppure, più facilmente e consigliato, come visibile nella foto n.6, si può scendere in corda doppia utilizzando come ancoraggi per l’appunto gli arbusti presenti indicati da utilizzare anche durante la salita.
Accesso secondo itinerario:
L’itinerario prevede come base di
partenza l’area di parcheggio situata nella zona denominata “Piè Vettore” posta circa 500 metri da Forca di Presta
sulla strada che scende verso Arquata –
Montegallo, ed in corrispondenza dell’inizio del sentiero dei Mietitori, una volta
adeguatamente segnalato.
Dal parcheggio si scende il
pendio sottostrada senza itinerario tagliandolo in costante ma lieve discesa e dirigendosi
verso la base di torrioni rocciosi che scendono da Sasso Tagliato, la parete di
roccia rossa tagliata dalla strada posta circa 100 metri dopo Forca di Presta,
come visibile nella foto n.7.
Si prosegue quindi in
quota passando alla base dei torrioni, caratterizzati da delle piccole grotte,
che si succedono e in un caratteristico passaggio obbligato posto tra due
torrioni fino a raggiungere un ampio vallone boscoso posto circa 300 metri proprio
sotto Forca di Presta, si nota infatti in alto il tratto con muro di cemento e
paracarri posto tra Forca di Presta e Sasso Tagliato.
In questo tratto abbiamo
scoperto una vera e propria discarica abusiva con cartelli stradali divelti,
bidoni, elettrodomestici, pneumatici, materiali vari e PERFINO DUE AUTOMOBILI
di dubbia provenienza, lasciate probabilmente cadere dalla strada nel canalone
ormai molti anni fa in quanto completamente distrutte e accorpate alla
vegetazione, come visibile nelle foto n. 9 e 10.
Di tale ritrovamento
abbiamo dato notizia al Corpo Forestale di Arquata del Tronto domandandoci come
mai nessuno se n’era mai accorto prima e soprattutto se mai qualcuno riuscirà a
togliere tutti quei rifiuti abbandonati nel canalone all’interno del Parco
Nazionale.
Superato questo vergognoso tratto si prosegue
entrando in un tratto di bosco all’interno di un canalone, qui si trova una
traccia di sentiero che, in piano, esce dal bosco e si inerpica su un torrione
di roccia posto di seguito sulla sinistra, (foto n.7), che rappresenta il primo
tratto della fascia rocciosa che corre proprio a valle del tratto che va da
Forca di Presta verso il Rifugio degli Alpini, sulle pendici sud-est del Monte
Forciglieta (1642 m.), come indicato nelle foto n. 14-15.
Qui parte una fascia di
rocce di altezza variabile che si percorre alla base per altri 300 metri.
Giunti sulla verticale di
grandi tetti si nota che, a circa 6 – 8 metri dalla base delle rocce, parte una
cengia parallela che si raggiunge in alcuni punti arrampicandosi per facili
roccette (foto n.11).
Giunti nella cengia la si
percorre per un lungo tratto in lieve salita attraversando ampi scavernamenti
alternati a passaggi bassi dove occorre proseguire carponi e a delicati
passaggi esposti nel vuoto, questi ultimi, è consigliabile superarli in cordata
utilizzando chiodi come protezioni intermedie.
Si raggiunge quindi l’ultimo torrione di roccia dove la cengia mediana termina con un passaggio spettacolare come visibile nella foto n.13. Dall’aereo passaggio si scende facilmente su roccette e si raggiunge quindi il bosco alla base della fascia rocciosa, volendo si prosegue dapprima in piano poi salendo nel bosco fino alla sommità del Buco d’Urie a 1528 m. quindi si intercetta a destra l’ampio tratturo che conduce fino al Rifugio degli Alpini oppure si ritorna indietro alla base della fascia di roccia fino a raggiungere il bosco intermedio per salire quindi al suo interno senza tracciato e su terreno ripido fino a raggiungere la strada che collega Forca di Presta al Rifugio degli Alpini, posto più sulla sinistra dell’uscita.
9-10 I resti
delle due auto abbandonate nel canalone, nella foto sotto, in alto si nota il
muro di cemento ed il paracarri posto tra Forca di Presta e Sasso Tagliato,
punto da dove probabilmente sono state fatte cadere le auto.
�
Ritorno secondo itinerario: Dal Rifugio degli Alpini si prende
la strada a destra per Forca di Presta quindi si scende per la strada asfaltata
che conduce a Arquata-Montegallo , passando per Sasso Tagliato dove è presente
il paracarri e il muro di cemento dove, nel sottostante vallone, come
descritto, è presente la discarica scoperta.
Quindi sempre su strada asfaltata si raggiunge l’auto lasciata al parcheggio di “Piè Vettore”.
GIANLUCA CARRADORINI – BRUNO BARTOLAZZI – FAUSTO SERRANI . STEFANO CIOCCHETTI MARZO-APRILE 2016
14-15 Il tracciato dell’itinerario visto da Piè Vettore, sotto il
particolare della cengia mediana.