MONTE ARGENTELLA salita invernale per il Canale Gemello di sinistra.

Il 22 Gennaio 2022, con Alicia, Angelo e Valerio, abbiamo raggiunto la cima del Monte Argentella da Castelluccio salendo per la Valle delle Fonti e per il “canale gemello” di sinistra.

La salita del canale di destra l’avevamo effettuata il 22 Dicembre 2020 in condizioni completamente diverse e descritta nel sito a cui rimando.

Stavolta l’innevamento era scarso e in alcuni punti quasi inesistente e comunque anomalo per il periodo ma almeno la giornata era limpida e calda.

Nei pressi della Fonte de Matte’ di cui è rimasta solo la piattaforma di cemento, all’imbocco della Valle delle Fonti è stato messo da poco un tabellone che descrive gli effetti del terremoto del 2016 nella valle che avevo già descritto nella rubrica “reportage posto sisma” a cui rimando.

Di seguito le immagini della salita.

1- Il versante Sud del Monte Argentella visto dalla Valle delle Fonti, per fortuna aveva nevicato il giorno prima altrimenti il versante Sud della montagna sarebbe stato scoperto dalla neve.
2- L’ultimo fontanile della valle, la Fonte dei Casceri, sopra le rocce ci sono gli attacchi dei due canali gemelli.
3- Traversiamo il canale gemello di destra per andare a risalire quello di sinistra.
4- Sulla cresta che divide i due canali.
5- Imbocchiamo il canale di sinistra, la pendenza non è eccessiva e la neve buona, nei prati laterali emerge l’erba, di fronte la cresta del Redentore.
6- Nel canalone che forma un continuo con la Valle delle Fonti sottostante, a destra Castelluccio. il Piano Grande è praticamente senza neve.
7- L’uscita del canale nei pressi del pianoro del Casale dell’Argentella di cui esce dalla neve solo il camino, visibile poco sotto i due salitori sullo sfondo.
8- Traversata verso la cresta Sud del Monte Argentella.
9- Sulla cresta Sud del Monte Argentella con la cima di fronte.
10- Il ripidissimo versante Est del Monte Argentella che scende verso il Piano della Gardosa, sullo sfondo La Cima delle Prata e il Monte Banditello.
11- Il versante Ovest del Monte Torrone.
12- Vista verso Sud, a sinistra il Monte Vettore, a destra la Cima del Redentore.
13- 14- Grandi cornici nella cresta Sud del Monte Argentella.
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15- 16- 17- Iniziamo la discesa verso Forca Viola (ph. Angelo)
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18- La Cima di Forca Viola domina la forca omonima. per lo scarso innevamento è ben visibile il sentiero che sale verso la Cima del Redentore.
19- L’inizio della discesa da Forca Viola, di fronte Castelluccio da dove siamo partiti.
20 – 21- Momenti di discesa nel facile canale sottostante Forca Viola.
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22- Il versante Sud del Monte Argentella visto al pomeriggio dalla Valle delle Fonti, si noti come già si è sciolta la neve del giorno prima rispetto alla foto n.1
23- Video di Angelo
24 – 25 Video di Valerio.
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MONTE ARGENTELLA salita invernale per il Canale Gemello di destra.

Il 22 dicembre 2020, con Stefano e Monica abbiamo raggiunto la cima del Monte Argentella salendo per uno dei cosiddetti “Canali Gemelli” nel versante Sud della montagna, raggiungibili dalla Valle delle Fonti.

La salita prettamente di carattere invernale è facile anche se, chiaramente, richiede attrezzatura alpinistica quale ramponi e piccozza, non essendo riportata in alcuna bibliografia pur essendo stata da noi salita molte altre volte, rappresenta una possibile via di salita piuttosto rapida alla cima del Monte Argentella e viene perciò descritta come via di salita invernale inedita ed adatta a tutti.

I due canali sono invece usati e descritti come via di discesa in alcune pubblicazioni di itinerari di scialpinismo.

Il giorno dell’ascensione, fatta poco prima del lookdown natalizio, abbiamo trovato condizioni meteo avverse quali forte vento in quota e soprattutto da 1600 metri fino alla cima siamo saliti sotto condizioni pressoché continue di Whiteout con visibilità ridotta anche a meno di 10 metri che hanno trasformato la facile salita in una vera e propria avventura di alta quota.

Cos’è il whiteout: Reinhold Messner narra in occasione di una tragedia in montagna accaduta nelle Alpi il 30 aprile 2018: «Quanto ti trovi nel whiteout, un mix di nebbia, neve e vento gelido, non c’è colpa, perché non si vede più niente. Da quello che ho capito le condizioni erano queste e purtroppo è accaduta una tragedia». «In quelle condizioni – spiega – se metti una mano sul viso, la vedi, ma i piedi non riesci a metterli a fuoco. Basta essere anche a meno di 100 metri da un rifugio ed è impossibile trovarlo».

Salire in montagna in tali condizioni è riservato solo a chi conosce molto bene il luogo di salita altrimenti è un attimo mettersi in grosse difficoltà e in situazioni di pericolo perché solo chi passa una esperienza di whiteout capisce cosa significa, proprio come narra Messner, i propri occhi non riescono a mettere a fuoco dove si cammina e si procede come in una nuvola bianca tutta intorno che crea un disagio visivo e psicologico davvero difficile da gestire per cui è facilissimo perdere l’orientamento e la direzione giusta o mettere i piedi oltre una cornice di neve.

ACCESSO: Per effettuare l’ascensione si deve raggiungere in auto il paese di Castelluccio quindi si scende dalla collina e appena terminata la discesa si gira a sinistra e si parcheggia nello spiazzo erboso. Dal parcheggio parte la strada sterrata che conduce allo spiazzo di raccolta delle macerie del paese per poi dividersi. A Sinistra si va per Capanna Ghezzi interdetta alle auto che si ignora.

DESCRIZIONE SALITA: Dall’area di raccolta delle macerie proseguendo invece verso destra, (addirittura anche in auto in quanto non ci sono divieti ed il fondo della strada è ottimo se non c’è neve), si raggiunge in circa 20 minuti a piedi la fontana dell’imbocco della Valle delle Fonti (355313,2 E – 4743932,5 N; 1415 m.) . Si scende il pendio oltre la fontana che si addentra nella Valle delle Fonti e si percorre tutta la valle su comodo sentiero. Giunti, in altri 25 minuti, nei pressi di una vecchia fonte (355772,6 E – 45184,5 N; 1610 m.) si devia a destra per 100 metri verso Forca Viola per raggiungere l’attacco dei “canali gemelli” (355828,5 E – 4745286,1 N; 1645 m.). Si inizia a risalire il pendio che si fa sempre più ripido ma mai eccessivo scegliendo uno dei due canali, generalmente quello destro è più profondo quindi conserva più neve e sempre in buone condizioni. Una volta entrati nel canale lo si risale completamente su facili pendii di 30 – 40° fino ad uscire, in circa 60 minuti, nel pianoro che precede la cima nel versante Sud. Dal pianoro, in altri 20 minuti, ci si dirige verso destra in direzione Nord-est a prendere la cresta che sale dalla Forca Viola e che in breve conduce alla cima del Monte Argentella a 2200 metri.

DISCESA: Dalla cima si scende i per la cresta Sud in direzione di Forca Viola che si raggiunge in circa 30 minuti, giunti alla sella si scende direttamente per il canale in direzione Ovest che riporta in altri 30 minuti alla Valle delle Fonti nel punto dove si è iniziata la salita di uno dei due “canali gemelli”.

1- La Valle delle Fonti con l’inizio dei due “Canali gemelli” coperti in alto dalla nebbia.
2- A sinistra di Stefano c’è a vecchia fonte della valle, in corrispondenza di alcune formazioni rocciose, al centro l’imbocco del canale gemello sinistro, a destra si nota l’imbocco del canale gemello destro di salita.
3- Primo tratto di salita nel canale destro.
4- Più saliamo più si fa fitta la nebbia.
5 – 6 – 7- Il tratto centrale più ripido del canale gemello di destra.
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8 – 9- Il tratto finale del canale prima del pianoro sommitale.
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10- A quota 1900 metri la neve ricopre tutta l’erba e siamo immersi nel più totale whiteout.
11- A quota 2000 metri abbiamo trovato numerose Chionee, insetti senza ali che straordinariamente in pieno inverno, girovagano sulla neve e già trovati nella Valle del Fargno.
12 – 13- Giunti alla cresta che sale da Forca Viola procediamo verso la cima avvolti in una nebbia fittissima con meno di 10 metri di visibilità.
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14- Finalmente la cima del Monte Argentella sbuca dalla nebbia.
15- A dimostrazione che siamo arrivati sulla cima del M.Argentella la solita pietra con la scritta col pennarello.
16- Stefano e Monica in cima
17- Riprendiamo la discesa verso Forca Viola.
18- Il canale Ovest di Forca Viola nel tratto caratterizzato da massi di conglomerato permette una rapida discesa verso la Valle delle Fonti, anche la fotocamera ha difficoltà di messa a fuoco in condizioni di whiteout.
19- Il versante Sud del Monte Argentella con in giallo : Itinerario di Raggiungimento, rosso: Itinerario di salita, Verde: Itinerario di discesa.
Pianta satellitare del percorso proposto. Giallo : Itinerario di Raggiungimento. Rosso: Itinerario di salita. Verde: Itinerario di discesa.



VALLE DELLE FONTI Escursione con gli amici della Banca dei Sibillini

ASCENSIONE N. 975 dal 1979.

Il 22 Giugno 2019 con gli amici della Banca dei Sibillini – Credito Cooperativo di Casavecchia abbiamo organizzato un’escursione sui Monti Sibillini.

La meta era il gruppo del Monte Bove ma il maltempo ci ha fatto rinunciare ed abbiamo optato per un percorso più breve.

Abbiamo raggiunto la Valle delle Fonti da Castelluccio e quindi abbiamo effettuato un giro nei Colli Alti e Bassi per visitare la scarpata cosismica apertasi a seguito del terremoto dell’Ottobre 2016.

Quindi siamo scesi a Nottoria di Norcia a visitare la Grande Quercia secolare ed infine giro turistico-gastronomico a Norcia.

Nonostante il maltempo abbiamo trascorso una bellissima giornata tra amici con la solita allegria che caratterizza gli appassionati della montagna delle varie filiali della Banca.

Di seguito le, purtroppo poche, immagini della giornata a seguito di un problema tecnico che ho avuto con la fotocamera.

1- Il gruppo di escursionisti ai piedi della scarpata cosismica dei Colli Alti e Bassi.
2- L’abbassamento del terreno a seguito del terremoto contrassegnato dalla fascia bianca nella parete rocciosa in quanto la roccia sotto terra non essendo esposta agli agenti atmosferici è rimasta pulita da licheni e quindi si presenta bianca .
Notare la forma della pianta di Globularia meridionalis scesa più in basso di circa 50 centimetri.
3- La grande Quercia secolare di Nottoria di Norcia
4- Sosta per il pranzo sotto alla grande quercia.



MONTI SIBILLINI POST SISMA : NUOVE INCREDIBILI IMMAGINI : VALLE DELLE FONTI – PIANO GRANDE DI CASTELLUCCIO DI NORCIA

Il 30 agosto 2017, partendo dalla strada alla base della discesa da Castelluccio per il Piano Grande (sentiero n.2) e ritornando da un giro al Monte Argentella,  abbiamo percorso in discesa la Valle delle Fonti per andare a vedere la scarpata cosismica provocata dal terremoto del 30 ottobre 2016 che, dall’imbocco della valle, sale verso i Colli Alti e Bassi, in direzione del Monte Abuzzago.

Molti escursionisti non sapranno neppure dove è situata la Valle delle Fonti in quanto nella bibliografia dei Monti Sibillini in commercio non vi è descritto nessun itinerario che la percorre e a malapena è riportata nella cartografia ufficiale.

Inoltre essendo coperta e perfettamente mimetizzata dai Colli Alti e Bassi non è neppure visibile da Castelluccio e sembra non essere addirittura esistente.

La si nota solo percorrendo la strada che dal Piano Grande conduce verso Forca di Presta.

Eppure da li parte un bellissimo itinerario che permette di raggiungere Forca Viola e quindi sia il Monte Argentella che soprattutto il Lago di Pilato per Forca di Pala, più corto e comodo di quello che, partendo sempre dalla base della collina di Castelluccio, si dirige per Capanna Ghezzi per poi proseguire verso Forca Viola, metà molto più conosciuta e percorsa.

La Valle delle Fonti inizia a 1650 metri circa alla base del versante sud del Monte Argentella e ad ovest sotto a Forca Viola, con un andamento da “S” è formata alla sua sinistra orografica, dalle pendici ovest di Quarto S. Lorenzo e alla sua destra orografica dalle pendici est dei Colli Alti e Bassi, termina nei campi coltivati del Piano Grande nella zona denominata “le pratarelle” a circa 1400 metri di altezza.

Nel suo imbocco, nel versante di Quarto S. Lorenzo è presente un grande fontanile (355319,3 E – 4743927,6 N; 1420 m.) posto sopra un poggio che delimita la vallata e da cui scende il sentiero che la percorre.

La valle si raggiunge prendendo la strada sterrata che inizia dalla strada alla base della discesa da Castelluccio per il Piano Grande e che conduce a Capanna Ghezzi.

Dopo circa 200 metri ad un bivio anziché andare a sinistra per Capanna Ghezzi si prende la comodissima deviazione a destra addirittura completamente percorribile in auto senza divieto, al contrario della degradatissima strada per Capanna Ghezzi, che in 10 minuti in auto o 30 minuti a piedi porta fino al grande fontanile.

Poco prima di raggiungere il fontanile non si può fare a meno di vedere la netta spaccatura nel terreno del colle posto di fronte, la grande scarpata cosismica dei Colli Alti e Bassi (foto n.1- 2).

Abbiamo quindi raggiunto ed osservato la scarpata cosismica che, nel tratto descritto e più volte osservato anche in televisione, presenta i dislivelli più alti misurati (355302,4 E – 4744166 N; 1440 m.),  come nel Cordone del Vettore nei pressi dello Scoglio dell’Aquila, partendo dalla parte più in quota con un dislivello di 40-50 centimetri, arriva a misurare fino ad oltre 1,8 metri di altezza nei pressi del fondovalle.

Dopodichè siamo scesi nella parte terminale della Valle delle Fonti per raggiungere la strada sotto a Castelluccio da dove eravamo partiti.

Qui, nel fondovalle, abbiamo iniziato a notare nel terreno delle aree (una decina) con zolle erbose fortemente fratturate dai visibili effetti del terremoto e mancanti per diversi metri quadri di superficie di cotica erbosa, infatti, come visibile nelle foto n.13-14 emergevano i sassi e la ghiaia sottostanti la cotica erbosa.

Dapprima non abbiamo dato molta evidenza al fenomeno già visto in altre zone, poi abbiamo iniziato a domandarci dove fossero finite tutte le zolle erbose cha mancavano nelle aree fratturate.

Abbiamo iniziato quindi a girare intorno a queste aree trovando qualche piccola zolla, come visibile nella foto n.15  ma mancavano all’appello molti metri quadri di cotica erbosa.

Ci siamo quindi avvicinati al poggio dove sta il grande fontanile e, alla base della scarpata ghiaiosa, abbiamo iniziato a trovare decine e decine di zolle erbose, con la cotica erbosa ormai secca rivolta verso terra e le radici dell’erba inglobanti la ghiaia del fondo della valle rivolte verso l’alto (foto n.17-19).

La cosa che ci ha impressionato maggiormente è che queste zolle erano distanti anche 20 – 30 metri dalle aree in cui erano state distaccate.

La domanda che ci è venuta spontanea è stata: ma è stato il terremoto a staccarle e a catapultarle fino a quella distanza ? Non penso che nessuna persona si sia divertita a trascinare le zolle, alcune pesanti anche 10-20 Kg, fino a quella distanza, che fatica avrebbe fatto.

Ebbene si è stato il terremoto, avuta conferma anche dal mio amico Pietropaolo, geologo UNICAM, le onde sismiche talmente potenti proprio in questa zona dove corre la faglia, hanno compresso il terreno facendo esplodere la cotica erbosa fratturandola in zolle, anche del peso di 10-20 Kg, quindi sparandole verso l’alto in aria per farle ricadere al contrario, con l’erba rivolta verso terra, perfino a diverse decine di metri di distanza.

Allora la seconda domanda spontanea è stata: E se eravamo lì nel momento in cui si verificava la scossa di terremoto che ha provocato questo fenomeno cosa avremmo visto ? e soprattutto saremo ritornati a casa o ci avrebbe preso un infarto ? 

Ancora a stento riesco ad immaginare lo spettacolo, se così si può chiamare, di un tale fenomeno, davvero impressionante, zolle erbose che si staccano a seguito delle onde sismiche e che volano in aria ricadendo a decine di metri di distanza !!!

Ho cercato di ricostruire la sezione della vallata per far comprendere meglio la grandezza del fenomeno.

Comunque credo che le immagini rendono chiaro l’ulteriore incredibile fenomeno provocato dal terremoto del 16 e 30 ottobre 2016 che abbiamo osservato.

Al ritorno abbiamo visitato anche il grande Sinkhole che si è aperto nel Piano Grande, nei pressi dell’inghiottitoio del Fosso Mergani, a seguito del terremoto.

GIANLUCA CARRADORINI, DAVIDE ANSOVINI, LEONARDO CAPPANNINI

30 AGOSTO 2017.

1- Il Monte Argentella e la Valle delle Fonti ai suoi piedi, vista da Monte Ventosola.
2- La scarpata cosismica dei Colli Alti e Bassi vista dall’imbocco della Valle delle Fonti. 
3- La scarpata cosismica dei Colli Alti e Bassi nel punto più in quota ma di minore dislivello , 40-50 centimetri.
4-5 La scarpata cosismica nella zona più spettacolare, alta già più di 50 centimetri, la roccia mostra la parte superiore esposta agli agenti atmosferici più grigia e quella che una volta stava sottoterra protetta dalla terra, più bianca, qui si vede nettamente lo stravolgimento compiuto.
4-5 La scarpata cosismica nella zona più spettacolare, alta già più di 50 centimetri, la roccia mostra la parte superiore esposta agli agenti atmosferici più grigia e quella che una volta stava sottoterra protetta dalla terra, più bianca, qui si vede nettamente lo stravolgimento compiuto, la roccia ha impresso la forma del cespuglio sceso più a valle.
6- La scarpata cosismica misurata dai geologi è già oltre i 50 centimetri, resiste solo un Eryngium amethystinum indicato dalla freccia.
7- Qui la roccia è incredibilmente liscia, l’azione millenaria dei terremoti con lo scontro tra placche tettoniche e lo sprigionarsi di enormi forze l’ha levigata in modo perfetto.
8-9 In questo tratto, scendendo verso la Valle delle Fonti, la scarpata supera già il metro di dislivello.
8-9 In questo tratto, scendendo verso la Valle delle Fonti, la scarpata supera già il metro di dislivello.
10- Qui la cotica erbosa originaria è appoggiata ancora sopra alla roccia che si è completamente scoperta dopo il sisma
11- Il dislivello massimo della scarpata in questo punto supera 1,8 metri (Leonardo, che funge da paragone, è alto 1,96 m.) 
12- La scarpata cosismica dei Colli Alti e Bassi con le placche riportate nelle immagini precedenti vista dall’imbocco della Valle delle Fonti.
13- Una delle prime zone del fondovalle fratturate e mancanti di cotica erbosa con in evidenza la breccia sottostante.
14- Un’altra area di cotica erbosa fratturata, chi immaginava che le zolle mancanti erano in fondo alle nostre spalle !!!! (zona indicata dalle frecce)
15- Il ritrovamento di una prima zolla caduta vicino all’area dove è stata staccata e perfettamente combaciante, con l’erba secca verso l’alto dopo essere stata raddrizzata.
16- Un’altra estesa area quasi totalmente priva di cotica erbosa ma nessuna traccia di zolle nei paraggi.
17- Una panoramica di alcune delle aree di cotica erbosa fratturata (indicate dalle frecce rosse) e le prime zolle erbose ritrovate capovolte (con la breccia verso l’alto) a decine di metri di distanza (indicate dalle frecce gialle).
18- Sotto alla scarpata sovrastata dal fontanile la lunga scia di decine e decine di zolle rovesciate (con la breccia verso l’alto) catapultate a decine di metri di distanza !!!!
19- L’ultimo tratto della Valle delle Fonti, in fondo si vede il primo campo coltivato, e la lunga scia di zolle erbose catapultate con la ghiaia all’insù.
20- La scarpata cosismica nel versante ovest di Monte Porche visibile anche da Castelluccio.
21- Il grande Sinkhole del Piano Grande, sullo sfondo la Cima del Redentore con il Cordone del Vettore che rappresenta la faglia che ha provocato il terremoto dell’ottobre 2016.
22- Il grande Sinkhole del Piano Grande, profondo circa 6 metri.
PANORAMICA SATELLITARE DELLA PARTE TERMINALE DELLA VALLE DELLE FONTI CON LE AREE DI COTICA ERBOSA FRATTURATA E LA ZONA DI RITROVAMENTO DELLE ZOLLE ERBOSE
PANORAMICA SATELLITARE DELLA PARTE TERMINALE DELLA VALLE DELLE FONTI CON LE AREE DI COTICA ERBOSA FRATTURATA E LA ZONA DI RITROVAMENTO DELLE ZOLLE ERBOSE